20 April, 2024
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Sinistra Futura, la formazione politica nata in Sardegna, allarga i propri orizzonti e punta a diventare un soggetto politico nazionale. Giovedì 14 dicembre si è tenuto a Bacu Abis un incontro alla presenza di Gianni Battaglia, Antonio Gandolfo e Pippo Zappulla dell’Area Costituente per il partito del lavoro in Sicilia.
Sinistra Futura, associazione nata in Sardegna dopo la fine di Articolo Uno, raccoglie anche molti esponenti di Sinistra Italiana, e si presenterà con una lista alle elezioni regionali 2024 a sostegno della candidata Alessandra Todde. Il movimento potrebbe così diventare riferimento per la costruzione di un soggetto federato a livello nazionale. I promotori hanno registrato l’interesse da parte degli ospiti giunti a Bacu Abis per l’occasione dalla Sicilia per valutare l’esperienza costruita in Sardegna.

«Per la prima volta in Italia, nella storia repubblicanaha detto il presidente Luca Pizzutopotrebbe nascere un soggetto nazionale dalle esperienze delle comunità locali, lontano dalle logiche romane di costruzione dei soggetti politici che abbiamo osservato negli ultimi anni: liste che nascono per le elezioni e muoiono il giorno dopo. Abbiamo l’ambizione di esistere e crescere anche dopo le elezioni regionali sarde, e di essere una comunità politica in grado di realizzare cambiamento.»

Al termine del dibattito, coordinato dal giornalista Marco Corrias, al quale hanno partecipato il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu e i sindaci di Guasila e Ossi, Paola Casula e Pasquale Lubinu, è stato ricordato Basilio Sulis, padre del Festival Ai confini tra Sardegna e Jazz di Sant’anna Anna Arresi ed è intervenuto il musicista Matteo Leone.

                

 

Si è svolta lo scorso 12 settembre, presso lo stabilimento di Portovesme, una riunione fra la società Den Yachts e le segreterie CGIL CISL UIL, FIOM, FSM e UILM, nel corso della quale è stato illustrato lo stato di avanzamento del progetto Yachting Med Center Sardinia.

«Sono state esaminate le prospettive e le criticità che si possono dipanare a brevissimo termine con le oramai note novità riguardanti il DPCM Energiasi legge in una nota congiunta, firmata dal rappresentante della Den Yachts Ninetto Deriu e dai rappresentanti delle segreterie segreterie CGIL CISL UIL, FIOM, FSM e UILM, Franco Bardi, Salvatore Vincis, Andrea Lai, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Toccoil supporto dimostrato dalla Regione e l’interesse dell’apparato di Governo preposto alla valutazione degli investimenti e infine per quello di vari investitori privati del settore di rilevanza internazionale.»

«In particolare la Den Yachts ha illustrato il layout del cantiere, che si sta approntando con la Navigo SCAR Italia, unitamente agli investimenti già effettuati, su terreni, fabbricati e macchinari, che prevede l’avvio del cantiere con il recupero e riconversione dei due siti della ex Metallotecnica e dell’ex ILA – si legge nella nota -. Tale progetto si prefigge di sviluppare un Polo della Nautica di alto livello per servizi, Refit e costruzione di grandi yacht e in cui la Sardegna e Portovesme in particolare, grazie alla sua posizione baricentrica nel Mediterraneo, può ricoprire il ruolo di “Isola Nautica”, integrandosi e lavorando in sinergia con i progetti di Cagliari e Olbia. Il progetto è inoltre caratterizzato da obietti di sostenibilità ambientale, con forte valore aggiunto e di impatto occupazionale, con un approccio manageriale orientato ai principi ESG, di sviluppo locale e del territorio. L’azienda, infine, informa che per la prossima settimana è calendarizzato un incontro alla Regione, dal quale auspica, possa scaturire l’accelerazione del progetto per il quale risulta fondamentale la chiarezza della fruibilità nel lungo periodo della banchina per la movimentazione delle imbarcazioni e il loro trasferimento al cantiere, come sopra detto, e viceversa.»

«Le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, FIOM, FSM, UILM, valutata l’esposizione a grandi linee del progetto unitamente alla qualità e la determinazione con la quale la società sta portandolo avanti, ritengono che la sua realizzazione potrebbe riservare per il territorio un importante realtà occupazionale ed economica – si legge ancora nella nota -. L’iniziativa, per come rappresentata, può essere volano di sviluppo anche accogliendo ulteriori importanti partners ed altre intraprese produttive, immaginando la realizzazione di un vero distretto della nautica. E’ quindi auspicabile e condivisibile la necessità che tutto l’iter burocratico possa trovare immediate risposte positive dalle istituzioni ed enti preposti alle autorizzazioni, concessioni, ed opere da realizzare nel porto e retro-porto di Portovesme.»

«Le organizzazioni sindacali ritengonoconclude la nota congiunta -, che il metodo di condivisione delle informazioni possa essere una base costruttiva di confronto e reciproco supporto per il superamento delle criticità che si dovessero palesare, necessitando che lo stato di crisi dell’intera area industriale porti ad una particolare attenzione al progetto da parte delle istituzioni, nell’interesse dei lavoratori, lavoratrici e disoccupati del territorio. Entrambe le parti prendono impegno di aggiornarsi alla prima occasione utile.»

I capigruppo del Consiglio regionale hanno incontrato una delegazione sindacale dei lavoratori della centrale Enel di Portovesme, in una riunione presieduta dal vice presidente dell’Assemblea Giovanni Antonio Satta, alla quale ha partecipato l’assessore del Lavoro, Ada Lai (l’assessore dell’Industria Anita Pili era impegnata a Roma in un vertice sulla Portovesme Srl).

Il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione dei capigruppo sui temi del confronto in corso a livello nazionale sulla “transizione energetica” che accompagnerà anche in Sardegna, con investimenti molto consistenti (nell’ordine di 4-500 milioni di euro) la dismissione delle fonti fossili e la loro graduale sostituzione con le rinnovabili.

«Questi processi ha aggiunto Roberto Forresu -, richiedono però una grande capacità di programmazione perché, nel caso della centrale Enel di Portovesme, le previsioni parlano di una decina di addetti per gestire la distribuzione dell’energia stoccata negli accumulatori e prodotta dalle rinnovabili, al posto dell’attuale forza-lavoro di 450 unità. Se non vogliamo subire la pressione dell’emergenza che potrebbe verificarsi nel 2025ha concluso il segretario regionale della Fiom Cgil -, dobbiamo muoverci per tempo e lavorare ad una dimensione “sociale” della transizione che deve necessariamente prevedere nuove iniziative industriali per la ricollocazione dei lavoratori, ed è proprio su questo punto che occorre accelerare.»

I rappresentanti dei gruppi hanno assicurato la massima attenzione alle tematiche collegate alla transizione (hanno parlato Michele Ennas della Lega, Francesco Agus dei Progressisti, Alessandro Solinas del M5S, Daniele Cocco di Alleanza Europa Verde e Carla Cuccu di Idea Sardegna) sottolineando che la Regione ha il dovere di governare i processi di trasformazione del tessuto industriale ed energetico della Sardegna, senza che questa fase complessa determini nuove crisi economiche ed occupazionali.

L’assessore del Lavoro Ada Lai ha affermato che è precisa volontà del governo regionale “fare i conti con il futuro” con una programmazione efficiente che, fra l’altro, garantisca l’impatto positivo delle politiche attive del lavoro sulle persone.

Il vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, nelle conclusioni, ha assunto l’impegno di favorire in tempi brevi un confronto sui temi sollevati nelle commissioni di merito, a cominciare da quella delle Attività produttive.

«L’alta partecipazione all’assemblea e al sit-in a Cagliari davanti all’assessorato all’Industria, hanno dimostrato che la precarietà che stanno affrontando i lavoratori, ha portato il limite di sopportazione prossimo allo zeroscrivono in una nota le segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM Sardegna Sud Occidentale e Sulcis Iglesiente -. Le iniziative hanno avviato il percorso richiesto dai lavoratori: portare la politica ad occuparsi per tempo dei problemi legati alla decarbonizzazione. Condizione che i lavoratori della centrale Enel di Portovesme, ad essere licenziati in conseguenza della fermata prevista, nonostante gli investimenti previsti dal Just Transition Fund (370 mln €)e di cui si sta discutendo a livello nazionale proprio in questi giorni. A tal proposito, le organizzazioni sindacali hanno avanzato la richiesta di un immediato tavolo istituzionale ufficiale, alla presenza delle confederazioni di CGIL, CISL e UIL, per condividere investimenti, e affrontare il futuro industriale del territorio anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholder esistenti, con l’obiettivo di riuscire a rendere percorribili, in termine di transizione sociale, i futuri investimenti del JTF. Il confronto con i capigruppo, si è concluso con le dichiarazioni da parte dell’assessore al Lavoro che in linea con tutti gli interventi che l’hanno preceduta, dimostravano apprezzamento per le iniziative messe in campo dalle organizzazioni sindacali, tendenti essenzialmente a ricercare la continuità lavorativa, messa fortemente in discussione dalle scelte produttive future dell’Enel. L’impegno da parte delle Istituzioni di convocare un confronto urgente con le Commissioni che comprendano gli assessorati dell’Ambiente, dell’Industria, del Lavoro e della Programmazione, è andato incontro alle richieste di FIOM-FSM e UILM, le quali, prima di dichiarare il proprio apprezzamento per l’impegno profuso attenderanno la conferma dell’auspicata convocazione, scottati dai diversi tentativi andati a vuoto nei giorni scorsi con l’assessorato dell’Industria. Nuovo confronto con il Comitato Interimprese. Allo stesso tempo FIOM, FSM e UILM hanno voluto mantenere un doppio binario, con i lavoratori in assemblea, richiedendo alle aziende di appartenenza la convocazione del Comitato Interimprese (convocazione prevista il 19/05/2023), per affrontare i temi dei salari. I lavoratori infatti, si sentono fortemente penalizzati dall’assegnazione degli appalti esistenti, in quanto non permettono di sviluppare la contrattazione di II livello prevista dai CCNL di appartenenza. Condizione che chiedono venga superata con urgenza.»

Nuova assemblea dei lavoratori degli appalti questa mattina davanti ai cancelli della Centrale Enel Grazia Deledda. Il 31 dicembre 2025 la Centrale dovrebbe essere fermata nell’ambito del programma di decarbonizzazione e le segreterie sindacali territoriali dei metalmeccanici FIOM, FSM e UILM, chiedono da tempo alla Regione garanzie per i lavoratori delle imprese d’appalto. Stamane, al termine dell’assemblea, una delegazione si è recata a Cagliari, per manifestare davanti all’assessorato regionale dell’Industria.

«Non comprendiamo perché, anche in considerazione degli importanti investimenti previsti nel JTF, ma soprattutto dei progetti che in altre realtà la stessa Enel sta portando avanti, garantendo ricadute occupazionali strutturali, in Sardegna questo non si riesce a realizzare, vorremmo comprendere le motivazioni, e vorremmo chiedere il perché al principale responsabile di simile disfatta: l’assessorato all’industria, incapace di rispondere alle sollecitazioni di richiesta di incontro e introvabile interlocutore sostengono FIOM-FSM UILM -. Non abbiamo alcuna intenzione di recedere dalla volontà di discutere dei problemi che coinvolgono i lavoratori degli appalti, sempre più spesso riconosciuti quali affidabili lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni, attraverso conoscenza e capacità professionali, quasi mai riconosciute dal punto di vista economico e spesso messi alla porta non appena si riscontra uno spiffero di crisi. Oltretutto riteniamo incomprensibile che nel momento in cui al livello nazionale, si discute del JTF, la regione Puglia si presenta a quell’appuntamento al completo, mentre della regione Sardegna non risulta presente nessuno. Adesso basta! I metalmeccanici, sostenuti dalla presenza in assemblea delle RSU dell’Enel e delle aziende appartenenti alle categorie dell’industria presenti in centrale, dalle Segreterie dei servizi, dei chimici, degli elettrici, delle confederazioni di CGIL, CISL e UIL, non intendiamo assistere passivamente ad un’ulteriore morìa occupazionale, e siamo disponibili a qualsiasi iniziativa a sostegno del futuro della centrale Grazia Deledda.»

Domani mattina 17 maggio 2023, alle ore 7,30, nuova assemblea informativa davanti ai cancelli della Centrale Grazia Deledda, per valutare ulteriori iniziative di protesta.

Allegate le interviste realizzate stamane con Renato Tocco, segretario territoriale UILM UIL e Roberto Forresu, segretario regionale FIOM CGIL.

   

Le prospettive del porto industriale, alla luce della crisi economica, le incertezze legate agli elevatissimi costi energetici e delle scelte da fare per il medio e lungo termine, sono state al centro della tavola rotonda svoltasi ieri pomeriggio nei locali della tonnara Su Pranu, a Portoscuso, organizzata dalla FIOM CGIL della Sardegna Sud Occidentale.

Su questi temi si sono confrontati il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; il presidente del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias avvocato Massimo Melis; il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sardegna Massimo Deiana; il docente universitario Pierpaolo Manca; il direttore generale della Confindustria Marco Santoru, i segretari regionale nazionale FIOM CGIL Roberto Forresu e Gianni Venturi. Al centro di tutto è emersa ancora una volta la problematica del dragaggio del porto, con un’attenzione particolare al progetto SNAM che prevede la collocazione di una FSRU da 140.000 metri cubi sulla banchina est.

Allegate le interviste con Massimo Deiana, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sardegna; Roberto Forresu, segretario regionale della FIOM CGIL; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso.

Questo pomeriggio si sono tenute le elezioni per la RSU nell’azienda RENO. La FIOM-CGIL ha eletto due delegati, la FSM e la UILM uno ciascuno.

«Il lavoro da fare per dare certezze al territorio è tantissimoha commentato Roberto Forresu, segretario regionale della FIOM CGIL -, in altri momenti, quanto ottenuto oggi ci avrebbe riempito di soddisfazione, invece oggi ci fa esprimere solamente, con la massima sobrietà, che c’è un grandissimo lavoro da fare. Subito!!!»

Il circolo culturale Soci Euralcoop, in piazza Marmilla, a Carbonia, ha ospitato ieri sera un dibattito sulla transizione energetica per l’ambiente ed il lavoro, organizzato dal Partito Democratico del Sulcis Iglesiente.

In oltre 4 ore di dibattito, si è parlato di energie rinnovabili come un bene per la comunità da sottrarre alla speculazione; comunità energetiche; metano nella transizione; problematiche legate alla chiusura della Centrale Grazia Deledda che Enel non intende riconvertire; il Piano per la giusta transizione. 

Il dibattito, coordinato da Giorgia Meli, assessore della Cultura del comune di Carbonia, è stato introdotto da Daniele Reginali, segretario della federazione e dal sindaco Pietro Morittu.

Dopo la relazione di Alfonso Damiano, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari, sono intervenuti Claudio Atzori, presidente della Lega delle cooperative, che ha illustrato le iniziative in corso per le comunità energetiche; Samuele Piddiu, segretario regionale della Cgil; Salvatore Vincis, segretario territoriale Cisl; Fabrizio Floris, lavoratore della Portovesme srl; Alessio Dessì, ingegnere industriale; Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa; Giacomo Guadagnini, consigliere comunale di Carbonia e consigliere d’amministrazione del Consorzio industriale; Piero Comandini, consigliere regionale; Alberto Bionducci, ingegnere, già direttore di una centrale elettrica a Portovesme; Emanuele Madeddu, segretario territoriale Filctem Cgil; Roberto Forresu, segretario regionale Fiom Cgil; Francesco Garau, segretario regionale Filctem Cgil.
Hanno concluso gli interventi, il deputato Andrea Frailis ed il senatore Gianni Marilotti, prima delle conclusioni di Tore Cherchi.

La posizione del PD sulle materie trattate, può essere così sintetizzata, come riportato in un documento:
• Piena condivisione dello sviluppo delle energie rinnovabili. Le Istituzioni, a partire dal Governo e dalla Regione, devono garantire che sole, vento, acqua, territorio e paesaggio siano considerati come beni della collettività per il suo benessere sociale e non come merci per la speculazione a profitto di pochi gruppi, come, spesso, attualmente accade.
• Sostegno alle comunità energetiche. Queste costituiscono una modalità di utilizzazione delle energie rinnovabili con effetti economici molto positivi sui cittadini. I Comuni devono dare impulso alla loro organizzazione.
• Agire per soddisfare interamente con fonti rinnovabili l’intero fabbisogno energetico pubblico a partire da quelli dei Comuni.
• Programmare i grandi impianti di energia rinnovabile in funzione degli interessi economici e sociali della collettività cioè cambiare metodo rispetto all’attuale mercato selvaggio.
• La filiera dell’idrogeno sia sviluppata nel Sulcis. Anche Enel vi abbia un ruolo attivo.
• Il gas naturale liquefatto nella transizione energetica è indispensabile. Senza la disponibilità del GNL, aziende rilevanti sono destinate alla chiusura e la già pesante situazione sociale si aggraverà.
• La sicurezza degli impianti per il GNL deve essere sempre ricercata. Per questo fine, sono indispensabili valutazioni pubbliche e trasparenti delle soluzioni più idonee, come del resto prevedono le leggi e come si è fatto in altre parti d’Italia e di Europa. In ogni sede devono esserci atteggiamenti responsabili e costruttivi.
• Il Governo e la Regione impediscano che l’Enel chiuda la centrale e scappi. il problema non si risolve accompagnando alla pensione gli attuali dipendenti e costruendo un parco batterie. Altrove, anche in Sardegna, le aziende elettriche, quando chiudono un impianto a carbone, propongono investimenti per la riconversione a gas. In altri casi nazionali ed
europei, sviluppano la filiera energia rinnovabile/idrogeno.
• Nella situazione di alti prezzi dell’energia cittadini ed imprese soffrono mentre le aziende energetiche italiane, comprese Enel e Eni, realizzano extra profitti stimati in 26 miliardi euro. Governo e Parlamento agiscano per risolvere la situazione della Portovesme che assicura il lavoro a 1500 persone non dimenticando che Enel ha nel Sulcis la sua più grande centrale eolica.

• Si denuncia, una volta di più, il grave ritardo nella predisposizione del “Piano territoriale per la giusta transizione” per il quale l’Unione Europea ha messo a disposizione centinaia di milioni di euro di finanziamenti. La Regione è perfettamente latitante.
La Giunta regionale guidata dal presidente Solinas si è rivelata incapace di affrontare questioni cruciali come la transizione energetica, il piano per la giusta transizione, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ha abbandonato il piano Sulcis. Nel vuoto di iniziative della Giunta regionale, è necessaria una forte iniziativa politica e sociale nel territorio. Un ruolo cruciale di progettazione del futuro e di guida unitaria spetta alle Amministrazioni locali in raccordo con le organizzazioni sociali a partire da sindacati.
Il Partito Democratico, direttamente e attraverso sindaci e amministratori, parlamentari e consiglieri regionali, agirà ricercando l’unità con l’insieme delle forze che vogliono contribuire seriamente ad affrontare questioni cruciali come la transizione energetica, a difendere le aziende pesantemente colpite da una congiuntura dei prezzi alti dell’energia e a cogliere le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Fondo per la giusta transizione.

 

 

Le problematiche del polo industriale e, più in generale, del mondo del lavoro nel Sulcis, sono state al centro del confronto tra il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, la sua Giunta e i vertici della Cgil, nella sede cittadina dell’organizzazione sindacale, in via Partigiani. 

“E’ stato un incontro importante sul piano istituzionale, ma anche della relazione ha detto il primo cittadinoche replicheremo la prossima settimana con gli altri sindacati Cisl e Uil, per avere un quadro completo sul tema del lavoro ed intervenire laddove possibile.”

“Siamo molto grati di questa attenzione che ci è stata dataha esordito il segretario Antonello Congiue vorremmo tornare alle buone e vecchie maniere, con la volontà di vedere i problemi e risolverli insieme.”

Dalle industrie al comparto chimico, dal settore costruzioni alla sanità: Franco Bardi, Roberto Forresu, Emanuele Madeddu, Gianni Brundu e Gianni Zedda, ognuno per il suo settore di competenza, ha sottoposto all’attenzione di sindaco ed assessori i problemi maggiormente incisivi tra cui le vertenze che pendono sul destino di molti lavoratori. L’obiettivo, hanno rimarcato, è riprendere le fila di un dialogo e restare a contatto con il territorio: “Avanzare richieste in modo unitario è l’unico modo per avere possibilità di arrivare ad un risultato”.

“Facciamo fronte a una serie di questioni a più livelliha aggiunto Pietro Morittu abbiamo un problema di risorse umane, collegato al decremento demografico, di depauperamento dei servizi, su cui stiamo provando a misurarci soprattutto per ciò che riguarda la sanità con richieste continue e circostanziate, la transizione ecologica e l’Ecobonus ad essa collegato con cui vorremmo migliorare la città e le periferie, fino ad arrivare al cosiddetto tema dei temi che è il disavanzo del bilancio, una condizione spinosa ereditata con cui dobbiamo fare necessariamente i conti per non rimanere ingessati”.

“Carbonia torni ad essere a pieno titolo avamposto delle rivendicazioni del Sulcis, ma soprattutto incidere per risolverle. Sono a questo proposito in corso interlocuzioni con la Regione e con l’assessorato all’Industriaha concluso il sindaco Pietro Morittuper un incontro sulla situazione del Polo industriale.”

Con l’approvazione della delibera della Giunta regionale per il riavvio della produzione di alluminio allo stabilimento Sider Alloys di Portoscuso, è stato un passo avanti importante ma non ancora definitivo. Sono attese ancora alcune autorizzazioni di competenza del Comune di Portoscuso. oltre ad interventi dell’Azienda.
A tal riguardo, il 2 dicembre, si è svolto un incontro tra Azienda ed organizzazioni sindacali, nel corso del quale sono state affrontate tutte le tematiche per il riavvio della produzione di alluminio.
«Nell’incontro avuto con l’aziendaha esordito Rino Barca, rappresentante della segreteria FSM-CISL – l’oggetto principale della discussione sono state le assunzioni dei lavoratori ex Alcoa, in quanto abbiamo potuto riscontrare che ultimamente alcune figure presenti dentro lo stabilimento non appartenevano a quella categoria e a supportare questo fatto è stato fatto presente che è stato sottoscritto un accordo e quello va rispettato, perché prioritariamente, devono essere assunti lavoratori ex Alcoa.»
«Per quanto riguarda invece il prosieguo dei lavori legati alla ripartenza ha aggiunto Rino Barcal’azienda ha comunicato di aver inoltrato tutte le autorizzazioni al comune di Portoscuso e che conta in tempi brevi di avere una risposta, ma a questo punto, pensiamo che tutto si sposti al mese di gennaio 2022, ivi compresa la formazione prevista per 400 lavoratori ex Alcoa.»
«Un altro aspetto che vorrei evidenziare ha sottolineato Rino Barca -, riguarda la mobilità e ci dispiace che l’INPS non abbia inserito nel cedolino di novembre quanto promesso rispetto alle decurtazioni, tuttavia contiamo che in tempi brevi possano essere liquidate le spettanze arretrate. Per poter avere maggiori certezzeha concluso Rino Barca -, contiamo di recarci a Cagliari, presso l’INPS regionale, per avere ulteriori dettagli e chiarimenti.»
Sulla stessa falsariga Renato Tocco, segretario territoriale UILM UIL, che ha evidenziato come «l’avvio dei corsi di formazione per i lavoratori ex Alcoa sia di estrema importanza ai fini del riavvio della produzione di alluminio, ma anche per noi vale l’accordo sottoscritto che riserva una corsia preferenziale per quelle figure di lavoratori ex Alcoa che vanno tutelate».
Anche per Angelo Diciotti, segretario CUB, l’incontro è stato interlocutorio, in quanto «l’azienda ha comunicato di aver inviato la documentazione all’Ufficio Tecnico del comune di Portoscuso e, pertanto, l’auspicio è che i tempi non si allunghino troppo. A quanto pareha aggiunto Angelo Diciotti – non sono ancora arrivati i soldi da parte di Invitalia. Pertanto, il revamping non è ancora partito, tenuto conto che i macchinari saranno costruite in Cina ed il loro montaggio dovrà essere gestito da tecnici cinesi e, purtroppo, sotto questo aspetto la pandemia non aiuta».
Roberto Forresu, segretario regionale della FIOM CGIL, ha posto in evidenza come nell’incontro con la Direzione aziendale Sider Alloys sia stato affrontato il tema dei possibili nuovi ingressi e degli appalti che saranno assegnati. A tal riguardo il Sindacato in toto ha sostenuto con forza, che questi dovranno avvenire nel rispetto degli accordi previsti, in modo da dover vedere garantiti il rientro dei lavoratori del bacino ex Alcoa.
Il territorio tutto aspetta che finalmente il primo lingotto d’alluminio possa essere nuovamente prodotto nello stabilimento Sider Alloys di Portovesme.
Armando Cusa 

Un passo importante per la ripresa produttiva dello stabilimento di alluminio Sider-Alloys di Portovesme è stato raggiunto con la delibera approvata dalle Giunta regionale il 26 novembre scorso che sblocca un investimento di 185 milioni di euro.
«Con la delibera approvata dalla Giunta regionaleha detto Renato Tocco, segretario territoriale UILM UIL bisogna recuperare il tempo perso, partire subito con i corsi di formazione finalizzati al rientro in fabbrica. C’è tantissimo lavoro da fare per mettere la fabbrica nelle condizioni di produrre alluminio, bisogna ridare dignità ai lavoratori che in tutti questi anni hanno lottato e creduto nella ripartenza dello stabilimento.»
Sulla stessa falsariga il commento di Roberto Forresu, segretario regionale della FIOM CGIL, che ha espresso la sua soddisfazione per la delibera approvata dalla Giunta regionale.
«Un passo decisivoha esordito Roberto Forresu -, che pone le basi per un concreto avvio della produzione di alluminio, considerando il fatto che adesso è il momento di velocizzare la ripresa produttiva e, a tal riguardo, abbiamo fissato un incontro con l’azienda per il 2 dicembre. In quella riunione, dobbiamo verificare con l’azienda come intende muoversi e quali iniziative intraprendere e, a tal proposito, verificare e rendere fattibile le assunzioni del personale, partendo dai corsi di formazione, per i quali abbiamo un incontro con l’assessore del Lavoro, per capire quali saranno le iniziative che verranno intraprese.»
Per Rino Barca, rappresentante della segreteria FSM CISL, «il placet avuto dalla Giunta regionale pone le basi per una ripresa produttiva concreta, anche se ci sono ancora delle autorizzazioni da parte del comune di Portoscuso, che ci si augura arrivino tempestivamente. Adesso l’aspetto prioritario è capire quali sono i passi che l’azienda intende di mettere in atto. Diverse sono le problematiche da affrontare, i lavoratori che dovranno essere assunti, i corsi formazione, fondamentali per dare la possibilità ai lavoratori di accedere alla produzione».
«Ora ci si augura – ha proseguito Rino Barca -, che con gli accordi sottoscritti dall’azienda con la Chinalco si conoscano i tempi per le ulteriori forniture e la ricostruzione delle celle elettrolitiche e, a supporto di ciò, la fonderia sarà il primo reparto produttivo da riavviare, in attesa che una parte considerevole di celle elettrolitiche siano disponibili per fornire l’alluminio liquido che verrà lavorato nei forni della fonderia. I problemi da affrontare sono diversi, ma proprio per questo motivo chiederemo all’azienda di calendarizzare tutti i problemi che devono essere affrontati e risolti.»
«Il territorio non può più aspettare e i sacrifici sostenuti non possono essere dimenticatiha concluso Rino Barca -, ma certamente è doveroso un ringraziamento alla classe politica, ai vari assessorati, alla Regione tutta, a quanti hanno sostenuto questa vertenza per la quale finalmente possiamo dire siano state poste le basi concrete per la ripresa produttiva dello stabilimento di alluminio Sider Alloys di Portovesme.»
Armando Cusa