20 April, 2024
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La commissione Sanità del Consiglio regionale ha sentito in audizione i rappresentanti dei centri riabilitativi operanti nell’Isola.

«Abbiamo liste d’attesa con oltre 2.300 pazienti e non possiamo farvi fronte a causa della drastica riduzione dei tetti di spesa stabiliti in modo unilaterale ed immotivato dalla Giunta regionale e dall’assessorato della Sanità», ha detto il presidente regionale di Acris Salvatore Pani, in rappresentanza della quasi totalità dei Centri di riabilitazione che operano in Sardegna.

Salvatore Pani, che ha esposto i principali contenuti di un documento unitario sottoscritto da tutti i soggetti che operano nel settore, ha ricordato fra l’altro che «il taglio previsto per il triennio 2016-2018 rispetto a quello precedente ammonta a circa 19 milioni, una cifra elevatissima che di fatto impedirà alle aziende ed alla stessa sanità sarda di garantire i livelli essenziali di assistenza». «Inoltre – ha aggiunto – siamo in presenza di un provvedimento privo di motivazione tecnica e giuridica, a conferma della difficoltà dei rapporti istituzionali con la Giunta regionale alla quale chiediamo un confronto, anche in sede tecnica come previsto dalla legge, dalla fine dell’anno scorso».

«Anche dal punto di vista contrattuale – ha aggiunto il presidente di Acris – ci sono molte cose che vanno corrette, perché lavoriamo con tratti-tipo che risalgono al 2012 ed abbiamo ricevuto una proposta di rinnovo unilaterale in piena estate con decorrenza primo gennaio, un fatto che ha determinato ulteriori problemi alle nostre aziende, senza dimenticare che le tariffe che pratichiamo devono essere obbligatoriamente adeguate, come ha stabilito una recente sentenza del Tar Sardegna.»

«Per tutte queste ragioni – ha concluso Pani – chiediamo la sospensione della delibera della Giunta del 12 luglio scorso riguardante i nuovi tetti di spesa e la convocazione del tavolo tecnico sui problemi della riabilitazione che, pur essendo previsto dalla legge, non è mai stato riunito.»

«Se la delibera non cambia la impugneremo – ha annunciato Mariano Girau dell’Anffas – anche perché c’è una contraddizione evidente: il Piano di rientro dal deficit della Regione Sarda non prevede alcun intervento nella riabilitazione mentre la delibera provocherà il calo verticale delle prestazioni al di sotto dei Lea (livelli essenziali di asistenza).»

A nome dell’Aias Vittorio Randazzo ha sottolineato che fra gli effetti della delibera, «oltre alle ripercussioni sul diritto alla salute di moltissimi disabili gravi che non avrebbero alternative di riabilitazione se non a pagamento, ci saranno quelli sul personale delle strutture».

Salvatore Mele infine, del consorzio Consalus, ha ricordato che «la riabilitazione è sempre stata uno strumento molto efficace di riduzione della spesa ospedaliera ed è per questo che nei principali strumenti della programmazione sanitaria regionale non sono previsti tagli; dare esecuzione alla delibera avrebbe quindi come effetto indiretto l’aumento ella spesa sanitario-ospedaliera e, a danno di alcune tipologie di pazienti come gli infartuati, addirittura il possibile incremento della mortalità».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc), Augusto Cherchi (Sdl), Fabrizio Anedda (Misto) e Luigi Ruggeri (Pd).

Il presidente Raimondo Perra, nelle conclusioni, ha assicurato il massimo impegno della commissione sui problemi segnalati annunciando, a breve scadenza, una audizione dell’assessore della Sanità.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia