17 March, 2025
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A Sant’Antioco e nei dintorni si è svolta dal 2 al 4 ottobre dello scorso anno, la parte locale della manifestazione “Noi Camminiamo in Sardegna 2024”, che ha interessato altre località in Sardegna, e ha riguardato diversi cammini sacri o di vario interesse della Sardegna e che si è conclusa a Galtellì dal 4 al 5 dello stesso mese. Tra i partecipanti, oltre a diversi operatori locali, anche Stefano Giussani, giornalista di Huffington Post e Airtribune.it, esperto camminatore e content creator; Valentina Melis, content creator; Nicoletta Micheli, tour operator; Sara Verlicchi, Bike Plus Travel; Fabrice Noyelle, proveniente da Parigi, di SFX Group, società francese che si occupa di turismo sostenibile; l’operatrice polacca Silwia Siankiewicz di ItaliaItalia.info; Chiara Righi per Terre di Mezzo, che contribuisce e coordina le iniziative sarde nei differenti cammini; Riccardo Laconi, funzionario dell’assessorato regionale del Turismo che patrocina e finanzia l’intera manifestazione. Sant’Antioco è tappa del Cammino di Santa Barbara, dell’Itinerario di San Giacomo di Compostela in Sardegna, dispone anche di un patrimonio naturalistico ed archeologico di grande rilievo e di alcuni tracciati per biciclette, ora tracciati elettronicamente e che presto saranno dotati di segnaletica adeguata. Un altro sentiero tracciato è quello di Serra Is tres Portus, che da Maladroxia porta a Coacuaddus.

L’avventura per gli esperti del settore, è cominciata con l’accoglienza presso il Muma hostel, l’hotel e Museo del Mare, ove gli ospiti soggiornavano nei tre giorni, in cui sono stati in paese, è poi proseguita con un pranzo presso il ristorante La Laguna e poi la visita a piedi, Trekking urbano, tra la laguna e il parco archeologico della città. Dapprima il gruppo ha visitato la necropoli punica, con il prezioso ausilio delle guide della cooperativa Archeotour, che hanno raccontato, tra le tombe nelle quali è ancora in corso il progetto di scavo e quelle invece aperte al pubblico, che gli operatori hanno potuto visitare, cosa è emerso durante gli anni di ricerca, relativamente ai processi di inumazione e ai corredi che accompagnavano il percorso nell’aldilà degli antichi abitanti di Sulky. Il gruppo ha poi proseguito per il Museo Barreca, dove le guide hanno raccontato il patrimonio rinvenuto e le curiosità che accompagnano la storia disponibile di quella che è forse la città più antica d’Italia, fondata nell’ottavo secolo A.C..

La visita è proseguita poi con il racconto della vita degli abitanti de Is Gruttas, i vecchi ipogei utilizzati come abitazioni fino alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, alle condizioni di vita dei vecchi abitanti e ai loro racconti. Dopo la cena presso un ristorante locale e poi la passeggiata che ha ricondotto gli ospiti all’albergo. La mattina successiva, visto anche il tempo relativamente incerto e tendente a piovoso, si è partiti dalla visita alle Saline di Sant’Antioco, dove le guide hanno raccontato sia la storia del sito sia come il ciclo produttivo che termina con la raccolta del sale e, infine, la ricchezza biologica e naturalistica degli ambienti visitati, è stato possibile vedere i fenicotteri, gli aironi, le garzette, i cavalieri d’Italia, cormorani e altri volatili che vivono ormai in maniera permanente in un sito pregiato dal punto di vista naturalistico. La passeggiata si è conclusa a bordo del veliero Shatzi, che visto il perdurare della pioggia e del vento non si è potuta gustare una visita in barca alla laguna e al mare circostante l’isola.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo, dapprima, nei locali del Muma hostel, i locali si sono potuti misurare, con l’ausilio della cuoca Francesca Zara, nella preparazione dei guefus, i dolci di pasta di mandorle aromatizzati a varie essenze, che hanno riscosso grande successo. Poi è stato possibile vedere, a cura della Pro Loco, presenti il presidente Baghino e alcuni soci, sia i dolci tipici sia i differenti tipi di pane, soprattutto quello preparato per il culto di Sant’Antioco, poi sono state ammirate le differenti parti che caratterizzano gli abiti tradizionali locali, quello femminile, molto più complesso, e quello maschile, che vengono utilizzati nelle processioni in onore di Sant’Antioco Martire. In chiusura di giornata, è stato possibile sentire, dalla viva voce delle tessitrici sorelle Pes, il racconto della tessitura del bisso, la fibra che secerne la Pinna Nobilis, un mollusco bivalve di grandi dimensioni, creando dei filamenti con i quali si ancora al fondo marino e, che una volta, era molto diffuso nei fondali della laguna e delle acque circostanti l’isola e del quale ora è interdetta la pesca, per difenderne l’esistenza.

Il giorno successivo ancora visita guidata alla Basilica e alle catacombe, poi l’incontro con il maestro Chiara Vigo, che ha catturato magicamente l’attenzione dei giornalisti e degli altri esperti presenti, raccontando il suo approccio alla tessitura del bisso. è seguita la visita della Torre Canai, ora gestita dalla sezione locale di Italia Nostra, con il suo parco botanico nel quale si sono potuti vedere esemplari di palma nana, la lavanda selvatica, il ginepro fenicio e l’elicriso, con cenni alla presenza di una specie endemica, l’ophrys maladroxiensis, una orchidea selvatica. La Torre vanta una panoramica posizione a guardia dei litorali del sud dell’isola, quindi il gruppo è transitato per le spiagge bandiera blu di Coecuaddus e Maladroxia. Al termine, breve pranzo e preparazione del trasferimento per Galtellì, dove tutti i protagonisti dei circuiti si sono ritrovati per la sintesi conclusiva.

«E’ stata un’esperienza molto interessante ha sottolineato Stefano Giussani -, mi sono molto incuriosito e sono rimaste senza dubbio ancora tante le cose di cui sono curioso e che vorrei vedere con maggiore disponibilità di tempo, sono convinto che viviate in un luogo meraviglioso, ricco sia dal punto di vista naturalistico sia da quello archeologico e culturale, abbiamo potuto assaggiare tante delle vostre specialità culinarie e credo proprio che possa essere una meta interessante per il turismo lento.» 

E’ stato grande anche l’interesse mostrato dal francese Fabrice Noyelle: «Sono cose estremamente interessantiha detto cibo, paesaggi, acqua e archeologia che invitano ad una degustazione lenta del paesaggio e delle sue ricchezze e varietà, sia dal punto di vista naturalistico sia da quello culturale, credo che davvero si possa lavorare per proporre ai nostri utenti un viaggio da queste parti a scoprire una parte d’Italia che senza dubbio è meno famosa delle città d’arte classiche ma che vanta un patrimonio di tutto rispetto».

Per l’esperta di bike Sara Verlicchi «ci sono dei percorsi molto interessanti, noi organizziamo dei tour con alcune decine di persone, dobbiamo avere un percorso affidabile, in genere ho lavorato con il Nord Sardegna, per me è la prima volta da queste parti, ritengo sia possibile predisporre diversi percorsi è stato tutto molto interessante».

«Il progetto chiarisce Riccardo Laconi, funzionario regionale è quello di far crescere l’attenzione, soprattutto, sulle zone interne e, comunque, su percorsi che esulano dal turismo balneare per i quali la Sardegna è ampiamente conosciuta, crediamo che la diversificazione dei periodo di frequentazione del nostro territorio, attraverso un turismo lento, che consenta un maggiore contatto tra i visitatori ed i residenti, un maggiore scambio e interazione, pos-sa essere positivo sia dal punto di vista economico come da quello socio-culturale. In assessorato siamo molto attenti a queste iniziative perché valorizzano tutto il grande patrimonio naturalistico e culturale dell’isola.»

Carlo Floris

Il nuovo Consiglio comunale di Perdaxius eletto il 10 e 11 ottobre 2021 si insedierà mercoledì 27 ottobre, alle 16.00. Il neo sindaco, Gianluigi Loru, dopo il giuramento, presenterà la nuova Giunta che ha già ufficializzato.

Sebastian Fadda, vicesindaco ed assessore dello Spettacolo, Sport ed Agricoltura.

Raffaele Loddi, assessore dei Servizi sociali, Igiene e Sanità, Commercio ed Attività produttive.

Valentina Melis, assessore della Pubblica istruzione, Politiche giovani e della Terza età.

Alfonso Sanna, assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Viabilità, Ambiente ed Assetto del territorio, Beni culturali.

 

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L’associazione culturale Quadrifoglio ’95, ha presentato ieri, nel corso di un incontro organizzato nella sala consiliare del comune di San Giovanni Suergiu, la brochure realizzata a conclusione del progetto didattico ideato ed organizzato in collaborazione con la 4ª A della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Guglielmo Marconi di San Giovanni Suergiu, sul nuraghe Candelargiu.

Hanno collaborato alla realizzazione della brochure le insegnanti Francesca Corda, Katiuscia Scotto, Valentina Melis, il professor Giovanni Mallica, l’archeologa Manuela Puddu, il comune di San Giovanni Suergiu (alla presentazione era presente, tra gli altri, il sindaco Elvira Usai), il comune di Tratalias e il deputato Emanuele Cani.

Alla presentazione hanno partecipato anche gli archeologi spagnoli che per il secondo anno partecipano alla campagna di scavi nel nuraghe Candelargiu, per la realizzazione del “Proyecto Nuraghe”. Il nuraghe Candelargiu è a pianta tribolata, costituito cioè da torri che isolano un cortile centrale. La struttura in trachite locale presenta un ingresso nella facciata est. Nel Bronzo medio, secondo l’archeologo Lilliu, è stata costruita la torre principale (mastio), mentre le torri secondarie più piccole sono state costruite nel Bronzo finale. Nell’ultima campagna di scavo che ha interessato la zona antistante l’ingresso del nuraghe, è venuto alla luce il perimetro circolare di un’altra struttura e una grande pietra di forma irregolare la cui funzione è ancora sconosciuta.

A pochi metri di distanza dal nuraghe, si trova un pozzo accuratamente rifasciato all’interno con grandi blocchi di trachite rosata, ancora attivo. In prossimità del pozzo, è visibile parte di un muro perimetrale che prosegue all’interno dell’area dove si ipotizza sia ubicato il villaggio. In attesa di ulteriori scavi, si ipotizza che servisse per l’approvvigionamento idrico, anche se nella cultura nuragica che veniva attribuito valore sacro.

Il complesso ospita anche un villaggio, ancora non oggetto di scavo, ricoperto interamente da arbusti e piante di fico d’India. Nonostante ciò, sono visibili alcuni circoli di pietra, a testimonianza della presenza di capanne di dimensioni ridotte.

Nella campagna di scavo dello scorso anno, è venuto alla luce un vero e proprio tesoretto di 26 monete d’oro, coniate dalla zecca du Cartagine, di epoca punica (350-300 a.C.), tra le quali si trovano immagini bellissime come la testa della dea Tanit, protettrice di Cartagine e personificazione della fertilità; il cavallo, simbolo del Dio Baal e del potere di Cartagine; la palma carica di datteri.

Nel corso della serata, è stato presentato il libro “Le colonne del Mito”, di Alberto Cani Cornaglia (socio della Quadrifoglio ’95), Giampaolo Cirronis Editore.

Il libro narra del Mito di Atlantide e di Tartesso, di Ercole e di Atlante. Il lavoro di Alberto Cani ha tratto ispirazione dal libro di Sergio Frau “Le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta”, pubblicato nel 2003. Leggendo e rileggendo il libro di Sergio Frau, misurando le distanze tra le isole del Mediterraneo, gli stretti, viaggiando fino in Egitto, consultando e leggendo altri libri, Alberto Cani ha maturato un’ipotesi diversa, la scoperta del grande enigma di Tarshish. Il libro è “una ricerca”, con la quale l’autore intende avanzare un’ipotesi, quella di individuare la precisa posizione delle Colonne d’Ercole, in quel mare pericoloso lontano dalla Grecia, dove tramonta il sole, dove una grande civiltà circondata dal grande oceano è passata nell’oblio…

Le Colonne d’Ercole sono due isole che all’imbocco distano trenta stadi (Euctemone)… Non c’è stretto che abbia quella misura, solo due isole hanno all’imbocco del canale d’ingresso la distanza di 5.328 metri: le isole di Sant’Antioco e San Pietro. Al di là delle Colonne c’è “Atlantide”. Superate le Colonne, si entra nel mare interno ed è come se ci trovassimo in un avvallamento (Aristotele). Sant’Antioco e San Pietro sono due isole completamente ricoperte di foreste. In quel mare ci sono delle secche rocciose e sabbiose e se non si conosce bene quel mare, ti mangia la barca, lo scoglio, la secca di Mangia Barche (Calasetta) lo rivendica…

Il libro è in vendita al prezzo di 15 euro ISBN 978-88-97397-26-7.

Presentazione brochure Nuraghe Candelargiu 1Presentazione brochure Nuraghe Candelargiu 2