19 March, 2024
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Due poltrone post operatorie per l’unità operativa complessa di Urologia dell’Aou di Sassari, che saranno utilizzate per i trattamenti ambulatoriali di riabilitazione successivi agli interventi di chirurgia. Sono state donate dalla Lega italiana lotta ai tumori sezione di Sassari che questa mattina, con il presidente Marco Bisail, ha incontrato il direttore della struttura di viale San Pietro professor Massimo Madonia.

Una poltrona è stata posizionata nella stanza di degenza a disposizione dei pazienti che sono stati sottoposti a interventi chirurgici, l’altra è stata posizionata in Urodinamica per i pazienti con problematiche neurologiche.

«Il nostro ringraziamento va alla Lilt – ha detto il professor Massimo Madonia – che ha acquistato e donato questi arredi sanitari che potranno dare maggior comfort ai nostri pazienti durante la riabilitazione. La sinergia tra pubblico e privato è utile e ben venga l’apporto di associazioni e cittadini quando si presentano delle necessità nelle attività di tutti i giorni.»

Significativo quindi il contributo offerto dalla Lilt per l’unità operativa dell’Azienda ospedaliero universitaria sassarese. «Come Lilt – ha spiegato il presidente Marco Bisail – ci proponiamo di supportare il Servizio sanitario, da una parte attraverso la promozione di iniziative di prevenzione, dall’altra proprio con interventi volti a migliorare l’assistenza e la qualità di vita dei pazienti oncologici in diversi reparti».

Alla consegna delle due poltrone erano presenti anche il direttore della struttura Affari generali Antonio Solinas e l’economo della Lilt sezione di Sassari Giovanni Scano.

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La commissione Governo del territorio, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato dopo una relazione dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano il Piano regionale della Protezione civile per il rischio idraulico, idro geologico e meteo. La minoranza si è astenuta.

Nella sua relazione, l’assessore Donatella Spano ha sottolineato con soddisfazione che quello della Sardegna è il primo piano adottato in Italia e sarà adottato dal Dipartimento nazionale della Protezione civile come testo-base per la preparazione della linee-guida destinate alle Regioni.

«Si tratta – ha aggiunto Donatella Spano – di un documento di pianificazione che definisce con puntualità le responsabilità istituzionali a seconda del livello degli eventi, indica con precisione i compiti di ciascuno, traccia un quadro completo delle diverse aree di criticità codificando un sistema di azioni collegate, che partono dagli avvisi per arrivare alla diffusione di informazioni che accompagneranno sia la gestione degli eventi che le possibili evoluzioni. Un ruolo centrale all’interno del nuovo sistema regionale – ha aggiunto l’assessore dell’Ambiente – sarà assegnato alle attività di formazione rivolte ad operatori ed ai volontari anche attraverso esercitazioni pratiche, e di informazione e comunicazione destinata alle popolazioni.»

L’assessore, infine, ha ringraziato i Sindaci che, «in occasione delle emergenze hanno sempre mostrato grande capacità operativa», ricordando l’importanza dei Piani comunali che, in questi anni, hanno fatto registrare una crescita significativa: oggi, su 377 Comuni, solo 47 non hanno un piano di protezione civile.

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri Gian Mario Tendas e Giuseppe Meloni del Pd, Pierfranco Zanchetta di Cps e Gianni Lampis di Fdi.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri le modifiche in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato all’aula le dimissioni del consigliere Angelo Carta dal gruppo del Psd’Az e la sua adesione al gruppo Misto.

Si è quindi aperta la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge n. 563/A “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2013, n. 16, in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale”.

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato l’approvazione, nel novembre 2017, delle modifiche alla legge statutaria con la previsione della doppia preferenza di genere. «E’ questo uno strumento che garantisce maggiore presenza femminile nelle istituzioni – ha detto Daniela Forma – basta guardare cosa è successo nei comuni al di sopra di 5000 abitanti. Uno studio recentissimo sulle amministrazioni sarde, effettuato su 64 comuni, dimostra che la percentuale delle consigliere elette ha raggiunto il 42,5%, un risultato impensabile fino a qualche anno fa. Ora il Consiglio deve approvare con norma procedurale per la piena attuazione della doppia preferenza di genere».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera. L’Aula ha poi approvato in rapida successione i sei articoli della legge e i relativi emendamenti.

L’articolo 1 ribadisce che ogni elettore può esprimere due preferenze

L’articolo 2 introduce invece i correttivi nel caso di errore materiale. La legge mira ad evitare interpretazioni errate e risolvere i casi più controversi limitando, allo stesso tempo, l’azione discrezionale dei presidenti di seggio.

L’articolo 3  stabilisce il numero massimo dei candidati in ciascuna circoscrizione.

L’articolo 4 garantisce il rispetto delle quote di genere nelle liste e del numero massimo e minimo dei candidati.

L’articolo 5 contiene la descrizione analitica della scheda elettorale.

L’articolo 6, infine, stabilisce i tempi dell’entrata in vigore.

Messa in votazione la legge è stata approvata all’unanimità (48 voti a favore su 48 votanti).

Il presidente ha poi aperto la discussione sulla manovra finanziaria 2019-2021.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu. «In questa norma finanziaria ci si occupa di importanti norme sanitarie. Non vorrei che fossero messe in discussione dalla decisione dell’Ats di mettere a bando 54 posti di struttura complessa – ha detto Gianfranco Congiu – denunciamo l’inopportunità di procedere con questo bando alla vigilia delle elezioni. E’ un atto in contrasto con il riordino della rete ospedaliera approvata da questo Consiglio. Francesco Pigliaru si era fatto garante perché non venissero adottati atti contrari a quella riforma. Chiediamo a Francesco Pigliaru di riferire in Aula».

Sulla stessa linea il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Anche noi chiediamo la presenza dell’assessore in aula. Vista la rilevanza della spesa sanitaria Luigi Arru deve partecipare ai lavori».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver chiarito che il Consiglio non convoca nessuno, ha assicurato la presenza dell’assessore nel momento in cui si affronteranno gli articoli sulla sanità.

Ha quindi preso la parola il presidente della Prima Commissione Francesco Agus per segnalare la grave situazione di crisi in cui si trova il compendio ittico di Santa Gilla. «Il Consiglio ha approvato un ordine del giorno che non voleva essere un contentino – ha detto Agus – durante la discussione di questa manovra è importante che il presidente intervenga sul tema e proponga una soluzione. Si tratta di una norma tecnicamente da congegnare ma mi rifiuto di pensare che non si riesca a trovare una soluzione».

Il presidente della Commissione bilancio Franco Sabatini ha annunciato che sul tema si terrà un incontro nella mattinata di domani.

Marco Tedde (Forza Italia) ha richiamato l’articolo 60 del regolamento a sostegno della richiesta dei consiglieri Congiu e Zedda: «Gli assessori tecnici sono tenuti a partecipare alle sedute del Consiglio – ha detto Marco Tedde – il presidente Gianfranco Ganau chiami l’assessore Luigi Arru, la sua presenza è necessaria».

Pronta la replica di Gianfranco Ganau: «Quando si parlerà di sanità sarà presente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto si è schierato in difesa dell’assessore: «Non è accettabile il tiro al piccione contro un assessore. Non va bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Solinas (Pd): «Marco Tedde ha ragione ma dimentica un particolare: l’assessore deve essere presente in Aula quando si discute un argomento di sua competenza».

A Antonio Solinas ha replicato Alessandra Zedda (Fi): «L’art. 60 del regolamento dice che gli assessori sono tenuti a partecipare alle sedute delle commissioni e dell’Aula quando richiesto».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi posto fine alla discussione e messo in votazione la risoluzione sul Defr che è stata approvata con 27 voti favorevoli e 23 contrari.

Il documento, nel ribadire il ruolo del Defr nel tracciare le linee programmatiche per lo sviluppo della Regione, invita la Giunta ad aggiornare la parte relativa alle entrate per l’annualità in corso.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Bilancio di previsione 2019-2021”.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sul contenuto della Finanziaria. «C’è molta finanza ma anche molte regalie elettorali. Ciò che dispiace è che contenga poco buon senso e poca visione prospettica sul futuro della Sardegna – ha detto Marco Tedde – la manovra pare orientata verso lidi elettorali. Avete ecceduto ed esagerato. La Sardegna avrebbe apprezzato una finanziaria orientata agli investimenti e alla crescita economica, alla riduzione dell’assistenzialismo e dei costi della burocrazia».

Marco Tedde ha quindi lamentato la mancanza di misure finalizzate al taglio delle spese inutili invocando la nomina di un Commissario per la spending review. «Fate credere che l’economia sta crescendo ma non è così. C’è una congiuntura favorevole che non riuscite a cavalcare – ha concluso Marco Tedde – pensate solo alla campagna elettorale. La Sardegna non si farà incantare da 4 mancette».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Stupisce l’emendamento aggiuntivo della Giunta che riguarda la necessità di continuare con la programmazione unitaria. Insistete con le norme pleonastiche. Lo scorso anno abbiamo approvato una risoluzione sui progetti di sviluppo finanziati con fondi comunitari. Oggi chiudete l’articolo 1 con l’esigenza di una relazione trimestrale per informare le commissioni competenti. Sembra che si voglia andare al ballo delle debuttanti con un vestito ordinario ma con accessori luccicanti».

Dello stesso tenore l’intervento di Stefano Tunis (Forza Italia): «Questa finanziaria che chiude, fortunatamente, il periodo del vostro Governo è la naturale conseguenza di tutta la logica seguita da questa Giunta. Avete rinunciato ai ricorsi contro lo Stato provocando un grosso problema, avete favorito il deficit della sanità, taroccando i buchi dei primi due anni e spalmandoli poi nelle tre annualità successive. Questa non è la migliore finanziaria, come dice il presidente del Cal Andrea Soddu, voi scrivete la  parola fine sulla capacità dei sindaci di intervenire per lo sviluppo della Sardegna. Tutti i fondi saranno inutilizzabili, politicamente parlando sono un falso in bilancio. Sono la certificazione che il motore dell’economia ha gli ingranaggi bloccati. C’è una mistificazione della realtà con dati taroccati».

Tunis ha quindi invitato presidente e Giunta a scusarsi con i sardi: «State mandando a gambe all’aria 300 sindaci che non potranno sostenere l’economia dei loro territori. Non sapete nemmeno nascondere la polvere sotto il tappeto. Trovate un sussulto per non compromettere la capacità degli enti locali di dare risposte ai loro cittadini».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni è invece entrato nelle dinamiche della imminente campagna elettorale: «Serve una verifica seria, non sui sondaggi ma sulla reale attrazione dei singoli elettori. Capire se sono soddisfatti da questa maggioranza liquida, senza sostanza e prospettiva. Potevate guadagnare centinaia di voti in più se aveste ammesso gli sbagli. I rapporti con il governo centrale non hanno giovato alla Sardegna ma hanno portato nocumento: per esempio sulle partita delle accise. Mancano ogni anno un miliardo e trecento milioni. Sostenere il ricorso sulle accise davanti alla Corte Costituzionale era il minimo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 290, 291, 292, 293 che sono stati respinti.

Approvato invece il testo dell’articolo 1 e l’emendamento aggiuntivo n.553 presentato dalla Giunta regionale con il quale si stabilisce che i maggiori accertamenti effettuati, a seguito della restituzione alla Regione di risorse precedentemente assegnate e trasferite per l’attuazione di programmi comunitari e statali, sono riutilizzati per le medesime finalità. La Giunta su proposta degli assessori competenti, provvede all’iscrizione in entrata e in spesa.

Dopo l’articolo 1 l’Aula ha affrontato l’articolo 1 bis e l’on. Alessandra Zedda (FI) ha chiesto ai colleghi di sostenere l’emendamento 221 in vista di un ordine del giorno unitario. L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha invece sollecitato il Consiglio regionale “a una battaglia congiunta sulle accise, visto che anche il governo Conte sembra risvegliarsi sul tema. Segnalo all’Aula anche il tema dei lavoratori intellettuali che potrebbero essere richiamati e invitati a vivere in Sardegna, grazie al favore delle nuove tecnologie. Su questo abbiamo  predisposto alcuni emendamenti”.

Sullo stesso punto, l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha sostenuto la necessità di “una visione strategica per il futuro della Sardegna, una visione che abbiamo inserito nei nostri emendamenti”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha esordito dicendo che “questo bilancio tra pochi mesi sarà gestito da un’altra maggioranza. Non dovete dimenticarlo. Dobbiamo vincere la scommessa delle accise perché è lì il nostro futuro”.

Per l’assessore Raffaele Paci “l’articolo 1 bis prevede una detrazione del reddito imponibile ai fine dell’addizione regionale Irpef di 200 euro per ogni figlio minorenne, a partire dal 2020 ci sarà una minore entrata di 25 milioni di euro e mi fa piacere che questa norma raccolga consenti anche dentro l‘opposizione. Accettiamo l’emendamento 284 dell’on. Paolo Truzzu che prevede una ulteriore detrazione per i figli disabili”. Il vicepresidente della Giunta ha poi aggiunto: “Il tema accise va presentato in modo adeguato, non possiamo attribuirci da soli le accise ma dobbiamo lavorare sulla localizzazione dei depositi, anche se riconosco che né questa giunta né la precedente sono riuscite a definire con il Governo nazionale il tema”.

Il testo dell’articolo 1 bis è stato approvato  e così l’emendamento 284 (Truzzu).

All’articolo 2 sono stati presentati emendamenti, sui quali si sono pronunciati il presidente Sabatini per la commissione Bilancio e la Giunta. L’assessore Raffaele Paci ha detto che “a legislazione vigente non sono dovuti allo Stato 285 milioni che invece lo Stato sta riconsiderando nella sua Finanziaria. Sia chiaro, ripeto: non sono dovuti e c’è il parere della Corte dei conti su questo”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha annunciato: “L’assessore Raffaele Paci ci troverà a fianco in questa rivendicazione perché non ci sono governi amici e l’unità del Consiglio regionale è necessaria per questo. Ma avremmo dovuto fare questa battaglia cinque anni fa”.

Approvato l’emendamento 550 (disposizioni in materia di accantonamenti a carico della Regione) a firma della Giunta.

Respinti e decaduti gli altri emendamenti a firma dell’on. Paolo Zedda.

All’articolo 3 sono stati presentati emendamenti a partire dal 301 sino al 560.

Approvato l’emendamento 15 (Sabatini),  che prevede in via sperimentale 2 milioni di euro per il 2019 per la riqualificazione di immobili o aree di pregio compromessi delle zone interne della Sardegna. Approvato anche l’emendamento 554  (Giunta) per la regolarizzazione di chi occupa immobili con titolo scaduto o senza titolo che abbia un Isee non superiore al triplo della soglia richiesta per accedere alle graduatorie Erp.

Approvato l’emendamento 36 (Ruggeri, 10 mila euro per il trasporto scolastico a Solarussa), 144 (Cacciotto, 18 mila euro per il trasporto scolastico a Muros), 54 (Congiu, 400 mila euro per trasporto pubblico locale nel Marghine e nel Meilogu), 538 (2,5 milioni di euro per la valorizzazione dei centri storici), 539 (2,5 milioni di euro per le politiche territoriali), 516 (Agus, sui contratti di servizio), 554 (Cherchi, vendita a prezzo simbolico degli immobili di Area alle onlus già inquiline).

Approvato anche l’emendamento 545 (contributo per i sovracanoni idroelettrici), il 559 (Piscedda, 300 mila euro per l’associazione Enti locali per lo spettacolo), 589 (Piscedda, contributo ad Arpas per i piani di monitoraggio del rumore negli aeroporti sardi), 560 (Pietro Cocco, 25 mila per il monitoraggio ambientale a Sarroch).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 4.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ha sottolineato che l’articolo in discussione contiene tematiche fondamentali per la Sardegna, come i trasporti che simbolicamente rappresentano il fallimento della Giunta, a cominciare dall’esempio Alghero dove ha partecipato un solo vettore e quindi non c’è di fatto concorrenza. Quanto alla Ct2, la copertura viene rinviata ad eventuali ed improbabili risparmi di spesa. Soffermandosi sugli stanziamenti previsti dalla finanziaria Marco Tedde ha criticato il ricorso a consulenze esterne su materie, a suo giudizio, di competenza della struttura regionale, e l’accantonamento del bando da 40 milioni sulla destagionalizzazione.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha ricordato un episodio del 2011 in occasione di una manifestazione dell’aviazione civile quando l’assessore di allora, Christian Solinas, aveva criticato le politiche dirigistiche che ostacolavano il libero mercato in riferimento alla presenza del vettore low cost Ryanair, citazione che secondo Meloni basta a replicare alle argomentazioni del collega Tedde. Per cui, ha concluso, le colpe della situazione attuale vanno fatte risalire agli anni in cui governava il centro destra.

Il Consiglio ha poi approvato l’articolo il cui contenuto è stato integrato dai seguenti emendamenti: 260 (Sabatini) – 5 milioni al settore governo del territorio; 549 (Giunta) – 2 milioni al settore governo del territorio anche per le annualità 2019-2021; 17 (Sabatini) – transazione sul contenzioso Arst – Ministero Infrastrutture-Regione; 517 (Giunta) – 1.350.000 euro per il parco automezzi della protezione civile; 98 (Sabatini) 7 milioni al settore governo del territorio; 261 (Sabatini) – 430.000 per manutenzione di immobili della Regione a Lanusei; 532 (Giunta) – 40.000 per la rimozione della posidonia sul litorale di Alghero; 535 (Giunta) – 1.5 milioni per le annualità 2019-2021 per studi e progettazione dell’interconnessione dei bacini idrografici della Sardegna; 519 (Giunta) – costituzione di fondi immobiliari e partecipazione in fondi già esistenti, con il ricavato destinato al finanziamento di cultura, parchi, centri storici, zone interne e rurali; 20 (Meloni Valerio) – 150.000 per il potenziamento del trasporto pubblico locale nella tratta Aeroporto di Alghero – Santa Teresa di Gallura; 16 (Sabatini) – definizione contenzioso Arst; 73 (Meloni Giuseppe) – 200.000 all’Unione dei Comuni “Riviera di Gallura” a copertura di oneri del trasporto pubblico locale; 176 (Lai) – 500.000 per copertura oneri lista ad esaurimento degli “assuntori”; 596 (Sabatini) – proroga degli affidamenti dei servizi di trasporto pubblico locale fino ad un massimo di 24 mesi; 80 (Peru) – interventi di messa in sicurezza, riqualificazione e valorizzazione; 518 (Giunta) – 150.000 per esecuzione di attività di tutela del patrimonio boschivo nei Comuni Montani.

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Un evento regionale che punta a valorizzare il sistema delle aree protette della Sardegna e mettere sul tavolo le nuove idee di sviluppo futuro, partendo dai risultati raggiunti. È l’obiettivo della ‘Prima conferenza regionale delle aree protette’, in programma domani, lunedì 10 dicembre, a partire dalle 9,15, nella sala conferenze Lo Quarter ad Alghero (largo San Francesco). 

Saranno presenti tutti i presidenti e direttori di parco e di aree marine protette dell’isola, oltre a rappresentanti del mondo delle imprese e della ricerca. «Dal confronto con gli attori coinvolti nella gestione emergerà il valore economico accanto a quello ambientale dei nostri territori e lanceremo la proposta di creare una rete tra le aree naturali protette della Sardegna», afferma l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano sull’iniziativa organizzata dal suo Assessorato.

Ad aprire i lavori il sindaco di Alghero Mario Bruno, il presidente del parco naturale regionale di Porto Conte Gavino Scala, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ed il presidente della commissione Ambiente in Consiglio regionale, Antonio Solinas. Le tavole rotonde saranno moderate dai giornalisti Donatella Bianchi e Marco Gisotti, il quale farà anche il punto con l’assessora Spano sulle azioni portate avanti dalla Regione per la conservazione degli ambienti naturali e la loro valorizzazione attraverso le aree protette.

La giornata è realizzata nell’ambito del progetto Girepam “Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine” ed in stretta collaborazione con tutte le aree protette operative nell’isola.

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Un evento regionale che punta a valorizzare il sistema delle aree protette della Sardegna e mettere sul tavolo le nuove idee di sviluppo futuro, partendo dai risultati raggiunti. È l’obiettivo della ‘Prima conferenza regionale delle aree protette’, in programma lunedì 10 dicembre, a partire dalle 9,15, nella sala conferenze Lo Quarter ad Alghero (largo San Francesco).

Saranno presenti tutti i presidenti e direttori di parco e di aree marine protette dell’isola, oltre a rappresentanti del mondo delle imprese e della ricerca. «Dal confronto con gli attori coinvolti nella gestione emergerà il valore economico accanto a quello ambientale dei nostri territori e lanceremo la proposta di creare una rete tra le aree naturali protette della Sardegna», afferma l’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, sull’iniziativa organizzata dal suo Assessorato.

Ad aprire i lavori il sindaco di Alghero Mario Bruno, il presidente del parco naturale regionale di Porto Conte Gavino Scala, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e il presidente della commissione Ambiente in Consiglio regionale Antonio Solinas. Le tavole rotonde saranno moderate dai giornalisti Donatella Bianchi e Marco Gisotti, il quale farà anche il punto con l’assessora Spano sulle azioni portate avanti dalla Regione per la conservazione degli ambienti naturali e la loro valorizzazione attraverso le aree protette.

La giornata è realizzata nell’ambito del progetto Girepam “Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine” e in stretta collaborazione con tutte le aree protette operative nell’isola.

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«Con il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e l’adesione al Patto dei sindaci per il clima e l’energia, Sorradile si è distinta per la propria azione pionieristica a livello regionale e sono fiduciosa che quanto fatto da un comune così piccolo sia di buon esempio per tutti i comuni della Sardegna.»

Con queste parole l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano è intervenuta oggi a Sorradile alla presentazione del primo Bilancio Ambientale realizzato dall’Amministrazione comunale. I lavori sono stati introdotti dal sindaco Pietro Arca, presente anche il consigliere regionale Antonio Solinas.

«Quando parliamo di bilancio ambientale stiamo parlando di fare i conti con l’ambiente, che significa dare un valore, anche economico, al bene e ai servizi ambientali così i cittadini ne hanno una percezione chiara e la comunità viene chiamata ad aiutare l’amministrazione a difendere questo valore. Anche la Regione fa la sua parte – ha concluso Donatella Spano – sostenendo i comuni virtuosi come Sorradile in termini premiali, come ad esempio viene fatto per la raccolta differenziata dei rifiuti: questo meccanismo deve essere applicato a tutti i settori – ha concluso la titolare della Difesa dell’Ambiente.»

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«Ho parlato con la direttrice del Polo Museale Giovanna Damiani e mi pare che in realtà siamo abbastanza allineati nel ribadire gli accordi presi, in particolare quello siglato un anno fa con l’allora ministro Dario Franceschini. Il punto di vista definito in quell’occasione è molto semplice: le statue di Mont’e Prama vengono da qui e qui devono stare. Se è vero che una ricchezza archeologica di tale portata valorizza il territorio, è vero anche che esporla nel luogo di provenienza ne esalta la capacità di attrazione. Una presenza al Museo di Cagliari deve essere funzionale a portare più visitatori a Cabras, non il contrario. Questo è lo schema e noi non ci muoviamo di un centimetro.»

Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru visitando il Museo di Cabras insieme al sindaco Andrea Abis ed al consigliere regionale Antonio Solinas.

«Va detto però che è necessario fare i compiti a casa. La governance di questo patrimonio archeologico così prezioso va attuata attraverso il lavoro condiviso di Regione, Mibac e comune di Cabras, i tre soggetti riuniti nella Fondazione, che è lo strumento essenziale per portare avanti tutte le azioni che servono e per farlo in pieno spirito collaborativo. Noi siamo al lavoro sullo statuto, e da parte del Comune abbiamo ricevuto assicurazione sulla loro disponibilità ad andare avanti in questa direzione in tempi rapidi. Mont’e Prama è una straordinaria eredità che appartiene a Cabras e a tutta la Sardegna ma anche al mondo intero: è interesse di tutti noi rendere le statue visibili nel luogo di ritrovamento – ha concluso Francesco Pigliaru -, così come avviene, con successo, nelle situazioni internazionali meglio gestite.»

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«Le statue di Mont’e Prama devono stare a Cabras. Riteniamo che Cagliari debba ospitare il minimo indispensabile per fare da attrattore, senza sostituirsi ma, al contrario, favorendo e incentivando l’attenzione per Cabras. Il nostro confronto con il Mibac si è sempre svolto in questo senso e oggi ribadiamo convintamente la nostra posizione. Non credo che il Ministero abbia cambiato opinione sugli accordi presi. Verificheremo, ma è comunque chiaro che, nel caso l’abbia fatto, non l’abbiamo fatto noi.»

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru in relazione al dibattito aperto in questi giorni sul tema.

«Nell’accordo che abbiamo firmato un anno fa con il Ministero e il Comune di Cabras si è stabilita la costituzione della Fondazione Mont’e Prama, la cui sede legale dovrà essere proprio presso il Museo archeologico di Cabras e alla quale spetteranno le azioni di sviluppo turistico-culturale e di valorizzazione delle statue, del Museo e di tutto il territorio del Sinis – aggiunge Francesco Pigliaru -. Il fine è creare un sistema unico di governance delle azioni da portare avanti, a partire proprio dalla riqualificazione del Museo di Cabras. Nessun passo indietro. Come abbiamo sottoscritto nell’accordo, la Fondazione, alla quale partecipano appunto la Regione Sardegna, il Mibac e il Comune di Cabras, è lo strumento che consentirà la realizzazione di questa visione integrata – conclude il presidente Pigliaru -, il luogo dove gli interessi di tutti soggetti coinvolti saranno equamente rappresentati. Continuiamo a lavorare per darle forma.»

L’assessore della Cultura Giuseppe Dessena aggiunge: «Lo stesso piano straordinario degli scavi, che vale 8,4 milioni di euro ed è stato pensato in una nuova ottica di messa in rete e a sistema, si basa sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale diffuso in tutto il territorio regionale: saranno infatti 76 gli interventi complessivi. Proprio questo elemento rappresenta un valore aggiunto culturale ed economico evidente – conclude Giuseppe Dessena – e nei ragionamenti fatti col Ministero uno degli obiettivi definiti era proprio dare la massima centralità alle statue di Mont’e Prama a Cabras».

«I Giganti di Mont’e Prama devono rimanere nel territorio di provenienza. Il ridimensionamento del Museo archeologico di Cabras sarebbe una iattura per la cultura sarda». Lo sostengono sei consiglieri regionali di maggioranza e opposizione eletti nel collegio di Oristano.

Antonio Solinas e Mario Tendas del Pd, Attilio Dedoni e Alfonso Marras dei Riformatori, Augusto Cherchi del Partito dei Sardi e Oscar Cherchi di Forza Italia hanno depositato in mattinata una mozione urgente per chiedere il rispetto degli accordi sottoscritti da Regione Sarda e Mibac sulla valorizzazione delle statue di Mont’e Prama.

«L’accordo del 2005 – ricordano i firmatari della mozione – prevedeva un finanziamento di 1,6 milioni di euro per il restauro delle sculture di Monte Prama e la costruzione ex novo del Museo dell’arte nuragica e contemporanea del Mediterraneo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia. Il progetto del “Betile”, ideato dall’archistar irachena Zaha Hadid e finanziato con 83 milioni di euro dalla Giunta Soru, fu però cancellato dalla Giunta Cappellacci e non vide mai la luce. Successivamente, Regione e Mibac decisero di ampliare il Museo archeologico di Cabras per ospitare il complesso scultoreo originale di Mont’e Prama. In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari. Questo patto tra Stato e Regione viene oggi rimesso in discussione dai funzionari del Ministero. L’ipotesi di ridimensionamento del Museo di Cabras è per noi inaccettabile.»

Nel documento depositato in Consiglio si ricorda, inoltre, che il comune di Cabras, sulla base di un finanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dal Cipe nel 2012, ha iniziato in lavori di ampliamento del Museo archeologico di Cabras per poter ospitare le statue restaurate.

«E’ un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico ed economico del territorio su cui puntano il Comune di Cabras e l’Unione dei Comuni della Costa del Sinis – affermano i presentatori della mozione – il ridimensionamento del Museo sarebbe un errore colossale.»

Da qui la richiesta alla Giunta regionale: «Pigliaru apra subito un confronto col Mibac – afferma il primo firmatario della mozione Antonio Solinas – gli accordi del 2005 devono essere rispettati. La Regione sarda ha il dovere di porre in campo tutte le azioni possibili per la completa valorizzazione del museo archeologico di Cabras e del sito di Mont’e Prama».      

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La quarta commissione del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha proseguito il ciclo delle audizioni sulla Finanziaria 2019 con gli interventi degli assessori Donatella Spano (Ambiente), Crisiano Erriu (Urbanistica) e Carlo Careddu (Trasporti).

Nella sua relazione l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha annunciato la conferma degli stanziamenti dell’anno precedente, ripartiti fra fondi regionali, risorse comunitarie e Patto per la Sardegna, con alcune novità.

Fra queste, il rinnovo del parco automezzi della Protezione civile e del Corpo forestale regionale per 170.000 euro e la stabilizzazione del cosiddetto “contributo neve” per 500.000 euro. Per quanto riguarda la bonifica dall’amianto, è stato esteso il programma del 2018, che prevedeva soltanto la rimozione dei materiali inquinanti, mentre dall’anno prossimo si potrà intervenire anche per la ricostruzione dei manufatti.

Buone notizie, inoltre, per raccolta differenziata dei rifiuti che, secondo dati tendenziali, ha superato in Sardegna la percentuale del 63%. Donatella Spano, infine, ha segnalato la criticità della dotazione finanziaria dell’Arpas che, dopo l’acquisizione di nuove funzioni in materia di manutenzione delle reti di monitoraggio ambientale, ha necessità di un aumento di risorse.

La seconda relazione è stata quella dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu che ha comunicato l’aumento delle risorse (+2.2 milioni) per il supporto alle attività dei Comuni su 3 macro-aree di intervento: riqualificazione delle periferie nella città medie, recupero dei centri storici nelle realtà soggette a spopolamento, miglioramento della qualità delle aree di rilevanza culturale ed ambientale.

Con la riprogrammazione dei fondi della legge 29 sui centri storici (2.2 milioni), inoltre, si potranno finanziare iniziative comunali collocate a pari merito nella apposita graduatoria, mentre 500.000 euro saranno utilizzati per completare gli studi necessari alla predisposizione del Ppr per le zone interne e mettere a punto un sistema informativo territoriale con dati in rete di Regione e Comuni.

Di particolare significato le misure in materia paesaggistica, dalla Scuola del paesaggio destinata a diventare lo strumento di formazione continua per amministratori e professionisti, alla Carta sull’unità delle terre contenente il dettaglio sulla classificazione dei suoli, al Campus Sardegna (in collaborazione con il Formez).

L’assessore Cristiano Erriu ha infine annunciato la presentazione di due emendamenti alla Finanziaria. Il primo riguarda la costituzione del Repertorio regionale dell’abusivismo (27.000 i casi, piccoli e grandi, finora accertati in Sardegna) all’interno del quale sarà prestata particolare attenzione agli abusi realizzati nelle cosiddette “aree vulnerabili”.

Il secondo, invece, propone la riprogrammazione parziale dei fondi Fsc (sviluppo e coesione) per poter dare più spazio alla capacità progettuale dei Comuni, finora molto al di sotto delle potenzialità sia sul recupero degli immobili pubblici nei centri storici che nella programmazione integrata.

L’Assessore, in conclusione, ha esposto le linee principali di un piano di recupero nelle aree urbane, finanziato con 30 milioni, che riguarderà facciate, aperture ed impianti ad alta efficienza energetica (tutte misure cumulabili con i bonus edilizi nazionali) attraverso procedure snelle e bandi a sportello.

Ultima relazione in programma quella dell’assessore dei Trasporti Carlo Careddu. L’assessore ha riferito che rispetto allo stanziamento di 143.7 milioni per il trasporto pubblico locale su gomma, comprensivo di un aumento dell’1.8% di quota Istat, restano fuori, al netto dei cosiddetti spostamenti di cittadinanza per sanità, scuola e lavoro, le richieste di molti Comuni, ed ha consegnato alla commissione un rapporto all’interno del quale potranno essere individuate nuove priorità.

Per quanto riguarda il trasporto su ferro, la cui copertura ammonta a 28.950 milioni, Carlo Careddu ha annunciato risorse aggiuntive per 3 milioni circa, destinati alla manutenzione della rete mentre, sul Trenino Verde (prima ferrovia turistica in Italia, seconda d’Europa) ha confermato il mantenimento di tutte le tratte, con una spesa di 2.5 milioni. L’assessore ha infine annunciato il rinnovo della flotta dei bus Arst, con l’acquisto di 100 nuovi mezzi.

Sempre in tema di trasporto pubblico locale ed in vista della riforma che dovrà entrare in vigore nel 2019 con l’individuazione di nuovi bacini ottimali, enti di governo e vettori, il responsabile dei Trasporti ha informato la commissione della presentazione di un suo disegno di legge che, dopo l’approvazione della Giunta, sarà aperto ai contributi del Consiglio.

Soffermandosi poi sulla continuità territoriale aerea, l’assessore ha affermato che, a fronte del sostegno una tantum del Governo nazionale precedente per complessivi 120 milioni, bisognerà rilanciare il confronto con l’esecutivo attuale per rendere la misura stabile. Questi ed altri temi, ha poi annunciato, saranno al centro di un incontro col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli il 21 novembre prossimo.

Al termine delle audizioni, la commissione ha espresso il parere positivo sulla Finanziaria 2018 sulle parti di competenza, formulando alcune osservazioni. L’opposizione si è astenuta.

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In commissione “Attività Produttive” si sono svolte stamane diverse audizioni su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Pier Luigi Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del rischio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno.»

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi, saldatori, etc.).»

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gianluigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini ed Alessandro Collu del Pd.

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione.»

Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Oscar Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Gianluigi Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Pier Luigi Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020.»

Pier Luigi Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr».

L’assessore Maria Grazia Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Maria Grazia Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino».