26 April, 2024
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Al termine di un lungo dibattito sulla vertenza Aias, il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno Cocco Pietro (Pd) e più.

Aperta la seduta, il presidente Ganau, dopo la lettura del processo verbale, ha messo in discussione la mozione n. 297, presentata dalla maggioranza, sulla difficile situazione dei dipendenti dell’Aias (Associazione italiana spastici) e della Fondazione Randazzo da circa otto mesi senza stipendio.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo  sull’ordine dei lavori, ha contestato la procedura con la quale è stato definito l’ordine del giorno dell’Aula.

«Voglio innanzitutto precisare che l’opposizione è favorevole al dibattito sulla situazione dell’Aias ma non è questo il modo giusto di discutere – ha detto Pietro Pittalis – sarebbe stato più utile esaminare prima l’argomento in Commissione in modo da acquisire i dati e sentire tutte le parti in causa: azienda, sindacati e assessorato.»

Il capogruppo azzurro ha poi paventato il rischio che il Consiglio si trasformi in un ring: «Non consentiamo a nessuno di lucrare a danno dei lavoratori – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’ordine del giorno è un falso. La Conferenza dei Capigruppo non ha mai deciso di inserire alcuna mozione all’ordine del giorno ma di venire in Aula bypassando il lavoro istruttorio in Commissione. Si elimini la mozione e si faccia un dibattito concordato, altrimenti si viola il regolamento e si rischia di compiere un abuso. Non si può pensare di inserire argomenti a discrezione di chicchessia. Chiediamo che il dibattito sia aperto dall’assessore. La documentazione sull’Aias è arrivata solo oggi alle 12,45. Non abbiamo interessi e privilegi da difendere ma vogliamo salvaguardare i lavoratori e l’azienda. Il dibattito si svolga serenamente senza alchimie. Non ci prestiamo ad assecondare situazioni che inquinano una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Nella Conferenza dei capigruppo del 3 aprile scorso abbiamo chiesto che la questione venisse affrontata in una seduta pubblica della Commissione Sanità alla quale invitare l’assessore, i sindacati e l’azienda. Ciò che serve è un confronto serio sui dati. La maggioranza ha invece scelto di portare la discussione direttamente in Consiglio. Oggi ci sarà l’assessore a raccontare ma nessuno a controbattere».

Gianluigi Rubiu ha poi contestato i ritardi nell’acquisizione dei dati sui rapporti tra Regione e Aias: «Sono arrivati stamattina alle 12.40, io ne ho preso visione alle 15.00. Ci è stata fornita una montagna di documenti che ha bisogno di essere letta e capita, altrimenti il dibattito è inutile. I lavoratori rischiano di tornare a casa delusi. I problemi dei dipendenti Aias e dei pazienti ci stanno a cuore. Ci interessa però salvare anche l’azienda. Questo non è il modo di procedere, non si opera con l’inganno con una mozione costruita ad arte e presentata il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Impensabile arrivare oggi a un ordine del giorno unitario».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha confermato le versioni dei colleghi dell’opposizione auspicando però un percorso che consenta di arrivare a una soluzione condivisa. «L’inserimento nell’ordine del giorno della mozione del centrosinistra va contro l’intendimento della Conferenza dei Capigruppo. Sembrerebbe che la maggioranza abbia voluto mandare un messaggio ai lavoratori – ha detto Angelo Carta – qui non c’è nessuno che vuole andare contro i loro diritti, la manovra della maggioranza è un inganno. Qui c’è la volontà di trovare una strada unanime per trovare una soluzione che miri alla salvaguardia dei lavoratori e dell’azienda».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, primo firmatario della mozione, ha respinto le accuse definendo “gravissime” le affermazioni della minoranza. «Vogliamo semplicemente discutere su un argomento serio. Abbiamo pensato di farlo con una mozione, normale strumento per sollecitare un dibattito. Noi volgiamo solo discutere senza la pretesa di avere la verità in tasca».

Pietro Cocco è poi tornato sulla seduta della Conferenza dei capigruppo nella quale si decise di portare in Consiglio la vertenza Aias. «La verità è una sola – ha sottolineato Pietro Cocco – noi abbiamo detto che era necessario aprire un dibattito sul tema, la minoranza chiedeva invece di discuterne in Commissione. Noi abbiamo replicato che la Commissione aveva già affrontato il tema e sentito tutte le parti in causa. Io stesso ho partecipato ad alcune riunioni. Ritenevamo che fosse utile discuterne in Aula, senza fare melina chiedendo all’assessore di venire a riferire in Consiglio. La minoranza ha chiesto di mettere la questione ai voti, la maggioranza ha così deciso di arrivare in Aula. Nonostante ciò, è nostro intendimento discutere serenamente e trovare una via d’uscita. Questa è una situazione che si trascina da anni, non troveremo oggi la soluzione».

A Pietro Cocco ha replicato Alessandra Zedda (Forza Italia): «La minoranza non ha votato alcun documento in Conferenza dei capigruppo. Chiedevamo di fare un lavoro diverso con un’istruttoria in Commissione – ha detto Zedda – l’opposizione non ha votato contro i lavoratori e contro nessuna mozione. Chiedevamo una procedura differente. Anche noi no abbiamo amici o nemici. Chiediamo solo il rispetto delle regole».

Contro la decisione di portare in Aula il dibattito sull’Aias senza un passaggio in Commissione Sanità si è schierato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «Avremmo voluto parlarne serenamente in Commissione dove potevano essere trovate le soluzioni. Noi non vogliamo imbrogliare nessuno, vogliamo sapere la verità e ne chiediamo conto all’assessore. Ormai non si risponde più  ai quesiti che pone un consigliere. E’ ora di farla finita con la difesa di interessi indifendibili. Bisogna pensare prima di tutto ai malati e a chi ha bisogno di essere curato. Occorre capire perché non si pagano gli stipendi, perché un’azienda non viene messa nelle condizioni di pagarli – ha detto Dedoni – non vorrei che qualcuno mirasse a ripetere errori fatti in altre aziende del Sulcis».

Un invito a un dibattito pacato è arrivato dal capogruppo di Sdp Daniele Cocco: «Sono convinto che le proposte di soluzione possano essere condivise da tutti i 60 consiglieri presenti in questa assise – ha detto Cocco – nessuno ha la verità in tasca. Quale occasione migliore di chiedere all’assessore le informazioni che finora non abbiamo avuto. Al centro delle politiche sanitarie devono essere messi prima i pazienti poi i lavoratori e l’Azienda. L’obiettivo è risolvere il problema in modo definitivo, ci sono dipendenti che da 9 mesi non ricevono lo stipendio. Mi auguro che l’assessore possa dare oggi le risposte alle nostre domande».

Secondo Cocco, dunque, non va persa l’occasione per fare chiarezza: «Nessuno è contro nessuno. Il Consiglio non vuole esprimere giudizi, il nostro compito è quello di proporre una soluzione o condividere un percorso che porti a una soluzione – ha concluso il capogruppo di Sdp – l’assessore chiarisca, non buttiamola in caciara questo è un argomento serio, stiamo parlando della vertenza più importante dell’Isola».

Antonio Solinas (Pd) ha difeso il diritto della maggioranza di presentare una sua mozione. «Questo è previsto dal regolamento – ha detto Antonio Solinas – non abbiamo interessi da difendere, non so se questo valga per tutti. Sembra quasi che la minoranza abbia difficoltà, quasi paura a discutere. Nostra preoccupazione è che ci sono lavoratori senza stipendio da nove mesi».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha precisato che in Commissione non c’è mai stato un confronto serio tra le parti in causa. «I dirigenti Aias solo stati sentiti solo una volta».

Giuseppe Fasolino ha contestato la decisione di inserire la mozione all’ordine del giorno. Il presidente Gianfranco Ganau lo ha invitato a limitare il suo intervento sull’ordine dei lavori. Ne è nato un vivace scambio di battute al termine del quale Gianfranco Ganau ha tolto la parola all’esponente della minoranza.

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha contestato l’oggetto dell’ordine del giorno. «La mozione è stata inserita in modo surrettizio. Il documento è stato presentato il giorno dopo la Conferenza dei capigruppo. Noi chiedevamo invece di avere i dati per poter capire la situazione e intervenire in aula con cognizione di causa. Come possiamo interloquire con un assessore che interverrà alla fine del dibattito? Sarebbe meglio sentirlo subito».

Anche Oscar Cherchi (Forza Italia) ha appoggiato la richiesta presentata dai suoi colleghi di partito: «Si elimini la mozione e sentiamo invece la relazione dell’assessore Arru».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, dopo aver ricordato che ci sarà la discussione di merito, ha affermato che dal punto di vista procedutale «è utile che l’assessore apra il dibattito che poi potremmo concludere con un ordine del giorno unitario; propongo una nuova riunione della conferenza dei capigruppo per riformulare l’ordine del giorno in linea con il sentire comune già espresso dal Consiglio».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la procedura fin qui seguita va corretta come ha suggerito il collega Daniele Cocco perché è interesse di tutti evitare una inutile corrida e concentrarsi, invece, sul destino dei lavoratori che non ricevono lo stipendio da mesi». «Il nostro dibattito – ha sostenuto – deve essere aperto all’insegna della chiarezza e per questo dobbiamo partire dalla relazione dell’assessore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso in apertura dispiacere perché «fra bugie e verità abbiamo perso un ora senza risolvere il problema, anche se in capigruppo l’accordo per discussione in Consiglio doveva andare di pari passo con un  approfondimento in commissione che però non c’è stato». «Lo stesso capogruppo di Sdp Daniele Cocco – ha proseguito Oppi – ha detto che fino ad oggi non ci sono state risposte, ma l’esigenza di una mozione unitarie c’è e rimane; il problema è se la Regione è disponibile a dare risorse all’Aias, cosa accaduta altre volte in passato generando problemi difficilissimi poi risolti con una trattativa, quindi è opportuno ritrovare le opportune convergenze».

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita dalla conferenza dei capigruppo è stata regolare e conclusa con un voto di maggioranza; quanto alla mozione, ne è stata presentata una ma potevano essercene altre.

Intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha manifestato «grande rispetto per le decisioni della presidenza ma qui si sta mistificando la realtà e vorremmo che lei fosse sempre garante delle regole». «Chiedo alla maggioranza ed alla presidenza – ha aggiunto Pittalis – di introdurre il dibattito con l’intervento dell’assessore della Sanità; è un problema di forma ma anche di sostanza, altrimenti da oggi in poi saremo irremovibili su tutto, senza alcuna eccezione alle regole».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ribadito che i lavori proseguiranno con la presentazione della mozione, seguita dall’intervento dell’assessore.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto una breve sospensione dei lavori, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola al primo firmatario della mozione Pietro Cocco (Pd) per illustrarne il contenuto.

Il capogruppo del Pd ha dichiarato in apertura che l’iniziativa della mozione nasce «dal perdurare di una situazione molto grave di cui il Consiglio deve occuparsi, senza pregiudizi e preconcetti, per restituire serenità a chi lavora e garantire ai cittadini le necessarie prestazioni socio-assistenziali, tenendo presente che c’è una questione particolarmente urgente riguardante il destino di 1200 lavoratori che hanno un arretrato di 9 mesi più la tredicesima e vivono uno stato di tensione altissimo, anche perché al momento sono falliti tutti i tentativi di mediazione».

Al di la della situazione, comunque, c’è secondo Pietro Cocco «la necessità di conoscere per intero lo stato dei rapporti fra azienda e Regione, del dare e dell’avere, dei contratti in essere e dei servizi erogati, di verificare se i servizi erogati corrispondono ai soldi pubblici corrisposti all’azienda». «Un lavoro molto complesso – ha precisato il capogruppo del Pd – a causa di lunghi arretrati, contenziosi e sentenze di diversi tribunali nel frattempo intervenute». «La richiesta che formuliamo – ha concluso l’esponente del Pd – è che siano pagati gli stipendi arretrati ex art 1676 codice civile ed inoltre che la Regione tratti con l’azienda per reintegrare i lavoratori licenziati; insomma occorre intervenire con rapidità per garantire i diritti dei lavoratori ed il diritto alla salute dei cittadini».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha auspicato in apertura che «le cose siano ricondotte ad un giusto clima di ragionamento», sottolineando di «non aver mai negato piana disponibilità al confronto sia al Consiglio che alla commissione ed invitando i lavoratori a sospendere lo sciopero della fame».

Quello dell’Aias, ha proseguito Arru, «è un problema vecchio e complesso, nato quando ero uno studente di medicina e sviluppatosi in un periodo molto lungo durante il quale si sono avvicendati ben 13 assessori della Sanità, per cui mi atterrò ai numeri».

Al 2014, ha detto l’assessore entrando nel dettaglio del riepilogo delle cifre, «esisteva, secondo i dati del prefetto Giuffrida, un contenzioso di 44 milioni risalente in parte al 1995, un periodo precedente alla nascita delle Asl; su questa ed altre partite ho chiesto una verifica ai commissari dando disposizioni per i pagamenti che risulta siano stati effettuati nell’arco di 60-90 giorni». «Riepilogando – ha spiegato ancora l’assessore, «dal 2014 al 2016 le Asl hanno versato all’Aias circa 88 milioni, più 25 nel triennio versati a strutture sul territorio, un flusso di circa 40 milioni l’anno». «La complessità della situazione – ha sintetizzato Arru, «nasce anche da un possibile credito contestato di 12 milioni, dico possibile perché in realtà non si tratta di un debito del sistema sanitaria ma di superamento dei tetti di spesa e di fatture tariffe contestate, un contesto delicato in cui esistono dubbi sull’autorizzazione ad erogare le prestazioni. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a proseguire le verifiche superando le versioni contrapposte delle parti che probabilmente potrebbero essere risolte trasferendo il compito dell’approfondimento ad un soggetto terzo». «Mi riservo di intervenire ancora» ha detto infine Arru, a conclusione del dibattito.

Dopo l’assessore Arru ha preso la parola l’on. Tunis (FI), che ha detto: «Ringrazio l’assessore Arru per la garbata ed esaustiva informativa che ha dato all’assemblea. E’ necessario mettere in relazione tutte le informazioni che si possono ottenere da tutti i punti di vista, non solo quello dei lavoratori o dell’Aias. Certo, c’è il dubbio sul quantum che la Regione deve all’Aias ma non c’è dubbio sul fatto che queste somme siano andate a montare nel tempo dentro i bilanci dell’Aias, che così è diventata insolvibile. Dopo tanti anni non possiamo parlare di crediti deteriorati e oggetto di transazione, perché i bilanci approvati in passato non lo consentirebbero. Allo stesso modo è del tutto indispensabile che l’Assemblea si faccia carico del fatto che le prestazioni devono essere erogate a migliaia di persone: questo e soltanto questo è il nostro compito, al di là dei disastri che l’amministrazione regionale ha prodotto in questo tempo con le sue disfunzioni e i suoi ritardi».

Per Oscar Cherchi (FI) «vanno date risposte istantanee a questo problema e la mozione del centrosinistra non offre nessuna soluzione in questo senso. Dobbiamo uscire stasera dal Consiglio regionale con una risposta importante per i pazienti e per i lavoratori. Certo, si tratta di prestazioni convenzionate attraverso le Asl e le Asl ogni anno hanno il terrore di superare il tetto di spesa. Sono corretti i dati che hanno fornito all’assessore Arru o sono inventati? Dobbiamo accertarlo rapidamente per individuare davvero una soluzione che duri nel tempo. E non è dentro un’aula che si può effettuare questo confronto tecnico».

Ha preso la parola Francesco Agus (CP), secondo cui «questo dibattito è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di vicende politiche che riguardano l’Aias. Un tema come questo merita una discussione pubblica perché le implicazioni di questa vicenda sono abnormi, per i pazienti e per i lavoratori, che non percepiscono lo stipendio anche da nove mesi. Lo stipendio dei lavoratori è sacro, non sono legittimi gli scudi umani: su questo dobbiamo essere chiari. Soprattutto quando parliamo di lavoratori che portano avanti un servizio pubblico sanitario. L’auspicio è che la giornata di oggi sia utile e che i lavoratori riprendano da questo mese a ricevere la loro retribuzione. Parallelamente chiedo sia data certezza sul pagamento degli arretrati: prima o dopo ma non mai».

Per Ignazio Locci (FI) «la politica non può restare insensibile davanti alle proteste estreme dei lavoratori. Ci chiediamo, però, chi autorizza le prestazioni che l’Aias ha erogato. Vogliamo sapere chi le richiede dentro le aziende sanitarie, se lo fa con leggerezza o meno. Presto o tardi dovremo affrontare anche nuove vertenze sul numero degli operatori rispetto ai servizi sociosanitari erogati, soprattutto se ci saranno tagli al personale. Diciassette milioni di euro di prestazioni contestate, dodici milioni di euro di debiti dalla Regione verso Aias. Mi pare una situazione molto complessa».

E’ intervenuto anche Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui «il sistema Aias conta circa 1400 dipendenti che vantano 9 mensilità arretrate. Non so se per scelta o per idiozia la politica sarda ha lasciato il monopolio ad Aias della riabilitazione. In trent’anni l’assessorato alla Sanità non si è organizzato: è possibile? Dobbiamo decidere rispetto all’alternativa al monopolio».

Annamaria Busia (CP) «se è vero che questo non è un tribunale è anche vero che la politica serve per dare indicazioni e soluzioni ai problemi. Che cosa intende fare l’assessore Arru per trovare una soluzione a questo contenzioso che sta ingessando un intero comparto della Sanità oltre ai profili di responsabilità per danno erariale? C’è poi un ulteriore punto da chiarire, non secondario: la Regione ha pagato prestazioni extrabudget o no?   A quale anno risalgono i crediti più vecchi? Sono prescritti o sono oggetto di cause civili? Ecco, servono risposte concrete su questo e le attendiamo dall’assessore Arru, al quale ho avuto modo in altre occasioni di affrontare il tema”.

Alessandra Zedda (FI) ha esordito dicendo che «siano trenta giorni o novanta o mesi ma la Regione è in ritardo con i pagamenti e siamo in grado di dimostrarlo. Dobbiamo chiarire il discorso del budget, soprattutto nel 2016 perché è da quell’anno che si sono manifestati i maggiori ritardi nei pagamenti. Non discuto i dati dell’assessore Arru ma discuto sulla necessità di trovare un percorso che possa consentire ad Aias di pagare gli stipendi. Il mio vuole essere un contributo propositivo: possiamo anche pensare di pagare direttamente i dipendenti, com’è avvenuto in passato».

Per Marco Tedde (FI) «l’argomento è serio ma deve essere l’assessore a risolverlo. E se l’assessore Luigi Arru ne è a conoscenza da tempo perché siamo ancora a questo punto. Non ci devono spaventare i problemi vecchi quando siamo al governo: chi governa si fa carico di tutto. Ma chi dovrebbe essere il terzo, nel ragionamento dell’assessore Arru, che deve occuparsi di incontrare le parti e risolvere questo problema. Intanto, la Regione cominci a pagare le somme non contestate altrimenti gli interessi e le spese legali si aggiungeranno al capitale che già la Regione deve, con sentenze non più impugnabili».

Dopo Marco Tedde ha preso la parola l’on. Eugenio Lai (SDP), che ha detto: «Sarà per la mia giovane età o perché non mi piace girare introno sui problemi ma non può essere messo sullo stesso piano chi viene pagato a 90 giorni e chi non paga da nove mesi i lavoratori. E non accetto che si dica che alcuni consiglieri regionali vogliono cavalcare questa situazione sulle spalle dei lavoratori. Al primo piano ci devono essere i diritti dei lavoratori e il servizio da erogare. E’ dovere della politica intervenire nei confronti dei più deboli, ovvero i lavoratori: ben venga una commissione sull’Aias ma si paghino subito i lavoratori. E nessuno dica che “solo dieci dipendenti stanno facendo lo sciopero della fame”. Riportiamo nel servizio pubblico il servizio della riabilitazione».

Per Edoardo Tocco (FI) «alla fine dei giochi è l’assessore Arru che deve prendere la palla in mano. Non siamo noi oggi a risolvere il problema ma Luigi Arru e il manager Fulvio Moirano. Anche se oggi votiamo un parere favorevole domani i lavoratori non avranno gli stipendi. L’assessore chiami Moirano e trovino una soluzione: noi siamo già d’accordo per tutelare i lavoratori e chiedo che la commissione Sanità sia convocata nelle prossime 48 ore».

Per l’on. Luigi Ruggeri (PD) «non c’è dubbio che l’Aias si sia manifestata con professionalità e cultura della sanità quando la Regione non c’era. Ma oggi non è più così e dobbiamo interrogarci sul fatto se questo modello abbia un futuro sostenibile. Abbiamo il dovere di interrogarci in particolare sulla gestione dei lavoratori, che devono essere nei pensieri del committente pubblico insieme ai pazienti.  I lavoratori non sono carne da macello, come spesso capita nelle vertenze industriali della Sardegna. L’altro vero tema è la qualità e la appropriatezza del servizio erogato oggi, soprattutto dentro le residenze psichiatriche. Per questo chiediamo che si attivi l’assessore, per i competenti doveri di indirizzo e di controllo. Compreso il dovere di accertare come avviene la remunerazione dei dipendenti».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha invitato il Consiglio ad avere un approccio terzo nei confronti della vertenza Aias, definito «un problema gigantesco che coinvolge migliaia di dipendenti e di pazienti ed una platea enorme di fornitori». «Il problema non è nuovo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ma in questi ultimi anni è vero che ha assunto dimensioni mai viste prima». Michele Cossa ha definito paradossale la situazione del ritardo dei pagamenti che costringe l’Aias alle anticipazioni bancarie: «Così una parte consistente del denaro pubblico se ne va in interessi bancari».

Il consigliere dei Riformatori ha quindi replicato a quanti hanno ipotizzato l’erogazione pubblica dei servizi resi dall’Aias («Costerebbe molto di più e parlare di 12 milioni di debiti contestati ci fa capire l’assurdo della situazione»). Michele Cossa ha quindi auspicato che la Regione paghi almeno le somme che non sono oggetto di contestazione per agevolare il pagamento degli stipendi arretrati ed ha invitato l’azienda a revocare licenziamenti e sanzioni nei confronti dei dipendenti.

Antonio Solinas (Pd) ha affermato che «la prima azione da porre in essere è la verifica della convenzione tra la Regione e l’Aias e quindi garantire che il personale sia messo nelle condizioni di offrire prestazioni e servizi”. L’esponente della maggioranza ha invitato l’assessore ad adoperarsi per accelerare la definizione del  contenzioso e dare «una boccata d’ossigeno all’azienda». A giudizio di Solinas, il Consiglio dovrà quindi adoperarsi «per ristabilire un clima di serenità tra lavoratori e azienda» per far sì che «la Regione possa pagare direttamente gli stipendi arretrati ai dipendenti».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha evidenziato la riduzione dei fondi erogati all’Aias nel corso dell’ultimo triennio («si è passati dai 36 milioni di euro del 2014 agli attuali  24 milioni») ed ha lamentato il ritardo nella presentazione dei documenti ai consiglieri nonché il mancato accoglimento della richiesta per un incontro chiarificatore in commissione con l’assessore. A giudizio dell’esponente della minoranza la cosa fondamentale «è sapere a quanto ammonta il credito che la Regione ha riconosciuto all’Aias». Giorgio Oppi ha quindi ricordato la riduzione del budget 2016 con effetto retroattivo («comunicata cioè alla fine dell’anno a valere però sulle prestazioni erogate a partire da gennaio») ed ha auspicato una allentamento delle tensioni. «Propongo che la Regione – ha affermato il leader dei centristi – anticipi parte delle somme dovute ai lavoratori e ricordo a tutti che una riduzione del budget del 20% significa una riduzione del personale del 20%».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdm) ha affermato di avere una impostazione ideologica al problema: «Ho un impostazione ideologica secondo la quale i lavoratori hanno ragione anche quando hanno torto, ma non è il caso dell’Aias perché i suoi dipendenti hanno solo ragione». A giudizio di Pizzuto i crediti vantati dall’Aias non sono tali da giustificare il ritardo di 9 mesi nel pagamento degli stipendi e l’esponente della maggioranza ha quindi sollecitato un accordo con l’azienda che preveda il pagamento immediato delle retribuzioni arretrate. «Se così non sarà – ha affermato Pizzuto – si passi ad altre misure come la sospensione dell’accredito e ai pagamenti diretti ai lavoratori, preparando nel contempo l’ingresso del pubblico nei servizi della riabilitazione e ponendo fine al monopolio dell’Aias».

«L’onorevole Pizzuto si ispira alla Cina e alla Corea del Nord», ha replicato il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, «e mi chiedo come si faccia ad accettare che una pubblica amministrazione riduca il budget dei servizi offerti da operatori privati a fine anno ma con effetto retroattivo». «La verità – ha aggiunto l’esponente della minoranza – è che in questi anni si tende a pagare meno per nascondere il mancato contenimento della spesa in sanità». Dedoni ha invitato l’assessore a pagare direttamente gli stipendi ai dipendenti dell’Aias: «È una cosa semplice, pagate direttamente i lavoratori e smettetela di strumentalizzare il loro disagio».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato il ruolo centrale dell’assessorato nella definizione della vicenda ed ha ricordato che «l’Aias è un’azienda sarda che non scappa come invece hanno fatto tante altre aziende a cui non avete né chiesto il Durc né altro tipo di patenti». «La vertenza Aias – ha dichiarato l’esponente della minoranza – può concludersi positivamente ma l’azienda ritiri i licenziamenti e i dipendenti cessino sciopero della fame, solo così potremo favorire un confronto con la Regione con l’impegno di pagare subito le somme non in contenzioso».

Il capogruppo di Sinistra democrazia e progresso, Daniele Cocco, ha insistito «sull’inaccettabile e ingiustificato ritardo nel pagamento degli stipendi ai lavoratori» ed ha rimarcato la necessità di dati certi sui crediti e sui contenziosi di Aias con la Regione. Il capogruppo di maggioranza ha quindi invitato l’assessore ad un «passaggio in commissione insieme ai tecnici» per un quadro definito e certo della questione.

«Dopo quattro ore di dibattito la maggioranza arriva alla proposta che abbiamo formulato in sede di capigruppo e in apertura di seduta – ha attaccato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – e come avevamo previsto i lavoratori non avranno nessuna risposta da questo confronto in Consiglio». L’esponente della minoranza ha ribadito la proposta formulata in precedenza da Oppi con l’invito all’assessore di anticipare il pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’Aias.

Dopo Gianluigi Rubiu è intervenuto Giovanni Satta (gruppo misto) che ha detto che bisogna iniziare a essere lineari. «Ci sono dei diritti e dei doveri – ha aggiunto – che devono essere rispettati». Per Giovanni Satta l’azienda va salvata. E’ necessario, pertanto,  che si vada subito in commissione per dare risposte ai lavoratori.

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) ha spiegato che il suo gruppo ha aderito alla mozione 297 perché la formulazione era la più opportuna. «Siamo vicini alle persone che in questo momento stanno soffrendo – ha aggiunto – e il testo laico della mozione era quello che più si adatta alle esigenze del momento. Non si possono trovare in qualche ora soluzioni che non sono trovate in 60 anni. Noi dobbiamo tracciare – ha concluso –  il baricentro della nostra attività per il futuro. Dobbiamo cercare di colmare quelle discrasie contrattuali che esistono. Dobbiamo giungere a una riscrittura di un nuovo modello di erogazione di quei servizi.  Si devono riscrivere i rapporti».  

Il capogruppo Pietro Pittalis (FI) ha detto che questo dibattito è stato utile ma non produttivo. Perché non ci sono state  proposte per dare soluzioni  a questo problema. L’assessore stasera – ha sottolineato – ha fatto il suo dovere: ha dato i dati. Non condivido invece il parlarsi addosso della maggioranza che doveva invece individuare almeno qualche proposta concreta. Pietro Pittalis ha detto che in Aula non è stato riconosciuta l’attività meritoria dell’Aias e della Fondazione che spesso si sono  sostituite al pubblico. Sembra quasi – ha aggiunto – che ci sia  il tentativo di regolare i conti con la fondazione e con una famiglia perché forse c’è qualcuno che vuole accaparrarsi il mercato. Quando i colleghi del centrosinistra dicono che alla fine del dibattito si torna in commissione danno  ragione alla minoranza: il dibattito doveva svolgersi nella sede competente: la commissione.

Alla fine dell’intervento dei capigruppo ha preso la parola l’assessore Arru che ha garantito l’ impegno a confrontarsi in commissione per cercare la soluzione più  adatta, sempre nel rispetto del diritto positivo. Quindi, massima disponibilità e massima apertura nei confronti dei lavoratori.

Pietro Cocco (Pd), primo firmatario della mozione,  ha annunciato la predisposizione di un ordine del giorno e ha confermato che la discussione su questa vertenza era meglio farla in Consiglio, alla luce del sole, davanti al pubblico. Le proposte che faremo speriamo siano condivise anche dalla minoranza.

Per consentire la predisposizione dell’ordine del giorno i lavori sono stati sospesi  per qualche minuto.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha detto che sono stati presentati due ordini del giorno. Il primo (Pietro Cocco e più) è stato approvato (presenti 46, sì 26, no 17). Bocciato il secondo (Pietro Pittalis e più) con 18 voti a favore e 25 contrari. L’ordine del giorno approvato impegna il presidente della Regione, la Giunta e l’assessore della Sanità a sollecitare l’AIAS ad effettuare la certificazione dei propri bilanci per accertare l’effettiva consistenza dei crediti vantati; a prevedere che nei contratti stipulati dall’ATS con gli erogatori privati vi siano esplicite clausole di salvaguardia delle retribuzioni dei lavoratori che, se disattese, potranno essere causa di revoca dell’accreditamento;  ad adottare un atto di indirizzo in base al quale il pagamento delle retribuzioni pregresse avvenga ex articolo 1676 del codice civile e che il contenzioso, se possibile, venga risolto in via transattiva. L’ordine del giorno impegna anche ad avviare una ricognizione degli operatori privati potenzialmente interessati a svolgere questi servizi sanitari e socio sanitari  in grado di superare il monopolio in atto.

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Massima attenzione sul bando da 90 milioni di euro per l’attivazione del servizio di elisoccorso in Sardegna. E’ la richiesta contenuta nell’interpellanza urgente presentata questa mattina in Consiglio regionale da tutti i gruppi di opposizione.

L’iniziativa della minoranza arriva a pochi giorni di distanza dalla delibera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha aperto un’indagine su alcune società private vincitrici di svariati appalti per la prestazione di servizi antincendio e di elisoccorso. L’ipotesi contestata è la creazione di un cartello per impedire la libera concorrenza in una gara pubblica. Tra le 18 procedure pubbliche sotto la lente dell’Agcm, ci sono anche gli ultimi due appalti per il servizio antincendio assegnati dalla Regione Sardegna nel 2012 e 2015 a un’Ati costituita da Airgreen, Eliossola, Alifriulia, Star Work e Elitellina.

«Non entriamo nel merito delle indagini, sarà la magistratura a verificare la presenza di eventuali atti illegittimi – ha spiegato Alessandra Zedda, consigliera di Forza Italia e prima firmataria dell’interpellanza – la nostra preoccupazione è che l’appalto per l’istituzione del servizio di elisoccorso in Sardegna si svolga nella massima trasparenza e sia esente da vizi».

Il servizio di elisoccorso, deliberato nel 2014 con legge regionale, dovrebbe entrare in funzione quest’estate per poi concludersi nel 2024. Le risorse stanziate dal Consiglio ammontano a circa 90 milioni di euro per un costo annuo di circa 11,3 milioni. «Noi siamo favorevoli all’attivazione del servizio – ha chiarito Zedda – la presenza delle eliambulanze contribuirà a salvare molte vite umane, proprio per questo chiediamo alla Regione di vigilare e prevenire eventuali violazioni di legge».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «La politica intervenga a correggere eventuali errori prima che intervenga la magistratura – ha affermato – la sanità sarda si occupa di mille problemi ma non presta attenzione alla salute dei cittadini. C’è bisogno di riforme radicali».

Chi invece teme ulteriori ritardi nell’attivazione del servizio è il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’intervento dell’Autorità Garante potrebbe allungare i tempi, per questo non bisogna agire con superficialità – ha sottolineato Rubiu – il nostro obiettivo è far emergere eventuali problematiche presenti nell’appalto».

Per il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu la gara per l’elisoccorso presenta molte ombre, a partire dalla scelta di individuare tre basi anziché due: «L’attuale schema non risponde alle esigenze del territorio. Due basi avrebbero consentire di avere a disposizione anche il servizio notturno  – ha detto Truzzu – non si capisce poi perché si voglia far partire l’elisoccorso prima di aver dato vita all’Azienda regionale per le emergenze e le urgenze (Areus). Quali sono le difficoltà che impediscono di nominare il direttore generale?». Domanda alle quale ha risposto il leader dell’Udc Giorgio Oppi: «La nomina del direttore generale dell’Areus è saltata per problemi interni alla maggioranza – ha affermato Oppi – la verità è che tutto il sistema non funziona, la vicenda del Mater di Olbia è l’esempio più lampante».

Sull’attivazione dell’elisoccorso, il vicepresidente della Commissione Sanità Edoardo Tocco, chiama invece in causa il numero uno dell’Asl unica regionale Fulvio Moirano: «Ancora non abbiamo avuto il piacere di sentirlo in Commissione – ha rimarcato Tocco – vogliamo sapere da lui quali sono le procedure e le linee guida sul servizio». Risposte che sollecita anche il vicepresidente del Consiglio regionale Ignazio Locci: «Chiediamo un supplemento di attenzione, l’assessore Arru si preoccupi di garantire la liceità delle procedure in modo da evitare possibili violazioni delle norme europee sulla libera concorrenza».

Di bocciatura alla giunta ha parlato, infine, il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «E’ l’ultima di una lunga serie. Prima la Corte Costituzionale ha cassato la Finanziaria, poi la Corte dei Conti e l’Anac hanno bacchettato al Regione sulla Ct2 e Abbanoa, ora arrivano i rilievi dell’Agcm sugli appalti per i servizi antincendio – ha rimarcato Carta – la Giunta dei professori dimostra tutta la sua inadeguatezza. E’ necessario che ora si eviti un’altra brutta figura sull’elisoccorso».

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«La sanità del Sulcis Iglesiente è abbandonata a se stessa, senza governance e in mano a impiegati amministrativi privi delle competenze necessarie per la guida di una struttura sanitaria complessa e articolata come l’Area socio sanitaria di Carbonia. Negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con un progetto di razionalizzazione dei servizi che, in barba a ogni regola, è stato avviato e portato avanti tra malumori, disservizi, proteste. Sin da subito il progetto di riforma voluto dalla Giunta di Francesco Pigliaru ha mostrato, nel territorio di competenza della ex Asl 7 (come del resto nell’intera Sardegna), gravi limiti, che si sono tradotti con un taglio drastico e generalizzato dei servizi forniti al cittadino, sempre più sfiduciato e perennemente costretto a rivolgersi alle strutture del capoluogo.»

A sostenerlo è Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale.

«Oggi, come se la mannaia sulle prestazioni non fosse sufficiente, l’Area socio sanitaria di Carbonia si trova letteralmente priva di guida autorevole – aggiunge Ignazio Locci -. La governance è in mano, in sostanza, a un’impiegata amministrativa che non possiede il curriculum richiesto dalla politica sanitaria. Siamo certi siano state rispettate tutte le procedure, ma da quello che possiamo vedere dispone solo dei requisiti formali. Quello di cui c’è invece bisogno è un manager che risponda non solo alle logiche di partito, ma anche a criteri di competenza e autorevolezza. Si badi bene che la denuncia sull’assenza di governance non è una semplice valutazione politica. È il frutto di interlocuzioni avute con alcuni primari delle strutture sanitarie sulcitane, che hanno mostrato preoccupazione sul livello del servizio assicurato ai pazienti.»

«Sta venendo meno il coordinamento sanitario e non è più solo un problema di liste d’attesa: è un problema ben più generalizzato che porterà nel breve termine alla liquidazione della sanità sulcitana. Auspico, dunque, che l’assessore Luigi Arru e il manager Fulvio Moirano intervengano rivedendo le nomine all’Area socio sanitaria di Carbonia – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale -, in modo che venga affidata a chi dispone dei requisiti indispensabili all’assolvimento del compito, e non soltanto a quelli di natura partitica.»

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«La riforma del sistema sanitario sta penalizzando i territori più periferici». Lo sostiene Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, dopo la chiusura di un’ala del reparto di medicina incastonato nel Cto di Iglesias, il blocco dei ricoveri e di alcuni interventi, con i pazienti trasferiti d’urgenza al Sirai di Carbonia, per la mancanza di medici e la cronica assenza di personale in alcuni dipartimenti del presidio.

«E’ necessaria l’immediata convocazione della commissione d’inchiesta sulla Sanità, costituita dai capigruppo, con un sopralluogo all’interno della struttura per verificare le problematiche dei pazienti e dell’organico in seno al Cto di Iglesias – denuncia Gianluigi Rubiu che ha inviato una lettera all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru -. I continui disservizi e le anomalie certificano il fallimento della riforma sanitaria e dell’azienda unica per la salute. Si sta determinando un’irrituale situazione che colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione. La Giunta Pigliaru, l’assessore Luigi Arru e il direttore dell’Ats Fulvio Moirano offendono e umiliano gli iglesienti, con disagi infiniti per i pazienti e i soggetti svantaggiati. Ieri si è arrivati al punto di interrompere i servizi al Cto, un punto di riferimento indispensabile per il distretto. Il presidente Pigliaru e la sua maggioranza hanno assestato un colpo basso alla sanità isolana con la fregatura della Asl unica – conclude Gianluigi Rubiu -. Una riorganizzazione che aggrava il disagio e il malessere dei pazienti, cancellando i servizi nei territori isolani più marginali. E’ un disastro senza precedenti. Faremo di tutto per evitare lo smantellamento dei presidi sanitari nel Sulcis Iglesiente.»

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«Per mancanza di personale autorizzato a refertare, il reparto di Radiologia dell’ospedale Sirai di Carbonia è praticamente fermo». A lanciare l’allarme è Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale.

«La Sanità del Sulcis-Iglesiente va a rotoli – attacca Ignazio Locci -. La declamata riforma del sistema sanitario sardo promossa dalla Giunta di Francesco Pigliaru e, in particolare, dall’assessore alla Sanità Luigi Arru, ha prodotto solo sfaceli e disservizi per i cittadini, costantemente alle prese con un sistema malato che non riesce a garantire nemmeno i servizi essenziali. E se nell’intera isola la situazione è drammatica, nella provincia del Sulcis va addirittura peggio. La carenza di medici presso le strutture sanitarie della Asl 7 sta diventando un problema insormontabile. Il reparto di Radiologia dell’ospedale Sirai di Carbonia è praticamente fermo: la mancanza del personale sanitario autorizzato a refertare ha prodotto un blocco del servizio con gravissimi ritardi per l’utilizzo della risonanza magnetica. Un problema che ultimamente si sta ripercuotendo in particolare sugli esami di Senologia.»

«Riuscire ad accaparrarsi la prenotazione di una risonanza magnetica, considerate le liste d’attesa sconfinate, equivale a un terno al lotto – aggiunge Ignazio Locci -. Se poi si aggiungono anche i ritardi dovuti alla carenza dei medici, il risultato sarà che sempre più utenti del Sulcis Iglesiente si rivolgeranno alla Sanità del Capoluogo sardo. L’ospedale Sirai è di “primo livello” e se non funzionano la Radiologia e la Diagnostica, non funziona nemmeno il resto. E così si obbligano i sulcitani ad emigrare anche per le prestazioni elementari.»

«La risonanza del Sirai è più avanzata di quella del Brotzu: ciò significa che se ci fossero i medici per refertare, il nostro macchinario potrebbe rivelarsi utile anche all’interno Sud Sardegna. Auspico, dunque, un intervento immediato del manager della Sanità sarda Fulvio Moirano e del presidente Francesco Pigliaru – conclude Ignazio Locci -, affinché prendano definitivamente atto della necessità che la Asl 7 venga dotata del personale medico necessario per assolvere (almeno) alle prestazioni mediche minime.»

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Cresce, nel Sulcis Iglesiente, la mobilitazione generale contro la riduzione del budget assegnato alle strutture riabilitative per l’assistenza ai pazienti affetti da sclerosi multipla.

Sulla grave emergenza interviene oggi il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu: «E’ solo l’ultimo elemento del disfacimento dei servizi sanitari essenziali all’interno dell’Azienda sanitaria del Sulcis Iglesiente. Non bastano le soppressioni di reparti e la cancellazione di importanti prestazioni socio assistenziali – sottolinea Gianluigi Rubiu che sul tema ha presentato un’interpellanza -. Con la riduzione delle risorse alle residenze sanitarie per la riabilitazione si mette in forse un servizio di vitale importanza. Un’ancora di salvezza per l’autonomia di migliaia di disabili del territorio. E’ opportuno che l’assessore Luigi Arru e il direttore generale dell’Azienda tutela della Salute Fulvio Moirano – conclude Gianluigi Rubiu – rivedano la decisione di tagliare i finanziamenti per le strutture riabilitative del Sulcis Iglesiente, con il rischio di una chiusura generalizzata dei poli di eccellenza sparsi sul territorio».

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Sono riprese questa mattina, con la sessione dedicata all’Università e la ricerca, le audizioni della Terza commissione sulla manovra 2017.

Il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, ha illustrato al parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) le principali richieste degli atenei sardi nonché le difficoltà in cui operano le università della Sardegna, penalizzate dall’adozione, a partire dal 2014, del «costo standard unitario di formazione per studente in corso» per la ripartizione di una quota sempre più rilevante del fondo di finanziamento ordinario erogato annualmente da ministero dell’Istruzione. «Gli indicatori – ha spiegato la professoressa – non tengono conto del contesto in cui operiamo e del gap rappresentato dalla insularità ed è proprio sulla necessità di modificare tali parametri che attendiamo risposte dal ministero».

A fronte della riduzione delle risorse statali, così ha affermato la dottoressa Del Zompo, nell’arco dell’ultimo triennio l’università cagliaritana ha registrato nel 2016 un incremento degli immatricolati, un miglioramento nel posizionamento relativo alla didattica e della ricerca e continua ad essere l’ateneo che sforna il maggio numero di laureati provenienti da famiglie in cui entrambi i genitori non hanno la laurea.

«Siamo sulla giusta strada – ha affermato il rettore – e continuiamo a migliorare e a modernizzare la gestione dei corsi di studio con modalità nuove, così da renderli più attrattivi, e proseguiamo inoltre, con convinzione, nell’intensificare i rapporti con i territori e le imprese per rendere maggiormente professionalizzanti i corsi e i master post laurea.»

Il pro rettore dell’Università di Sassari, Luca Deidda, ha ribadito in larga misura le considerazioni svolte dalla professoressa Del Zompo in ordine ai costi standard e alle oggettive quanto peculiari difficoltà degli atenei sardi ed ha confermato l’insostituibilità dell’intervento regionale per garantire il funzionamento delle università di Sassari e Cagliari.  

Le comuni richieste avanzate dai due atenei alla commissione, in vista del varo della manovra 2017, possono, nello specifico, così riassumersi:

• incremento di almeno 3 milioni di euro dei fondi ai valere sulla legge regionale n. 26/96 (stanziamento previsto pari a 22 milioni, cioè 2,6 milioni in meno rispetto allo scorso anno);

• un milione di euro in più per i fondi destinati alla ricerca (stanziamento di 5 milioni, cioè 7 milioni in meno rispetto al 2014);

• ripristino delle somme stanziate nel 2016 per il programma “visiting professor” (incremento di 300mila euro);

• incremento di 2,2 milioni di euro del fondo per edilizia universitaria.

Il rettore Del Zompo e il pro rettore Deidda, rispondendo alle richieste di chiarimento ed ai quesiti posti dai commissari e dal presidente Sabatini, hanno approfondito alcuni temi, in particolare quelli legati alla radiologia (il manager dell’Ats, Fulvio Moirano, in una precedente audizione aveva lamentato l’assenza di una scuola di specializzazione) ribadendo che a Cagliari opera «uno dei più bravi e più giovani docenti di radiologia» e che semmai il problema è rappresentato dalla carenza di tecnici radiologi per effetto del blocco, a suo tempo deciso dal ministero, per le lauree professionalizzanti dei non medici. La professoressa Del Zompo ha inoltre auspicato un incontro con il manager della Asl unica ed ha denunciato «il totale disinteresse per la facoltà di medicina e l’azienda ospedaliera universitaria». «A questo proposito – ha dichiarato il rettore di Cagliari – mancano strategia e visione e se si è deciso che si dovrà definanziare la facoltà di medicina attendo che tale decisione mi venga comunicata».

I consiglieri Attilio Dedoni (Riformatori) e Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi) si sono soffermati invece sui tassi di occupazione e il capogruppo Pds ha posto in evidenza come i corsi di studio svolti nelle due università decentrate di Oristano e Nuoro godano di un maggiore gradimento, rispetto ai tradizionali corsi svolti negli atenei di Sassari e Cagliari.

La professoressa Del Zompo ha quindi affermato come nel confronto tra i dati degli atenei del sud e delle Isole sul tasso di disoccupazione nell’arco del quinquennio, le performance di Cagliari non si discostino dalle medie nazionali ed ha ribadito la necessità di un più stretto rapporto con imprese e istituzioni per migliorare l’offerta formativa dell’università, salutando con soddisfazione i fondi aggiuntivi ottenuti in sede ministeriale per il finanziamento di 23 borse per “dottorati industriali”.

Successivamente la commissione ha ascoltato il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu che ha ribadito ruolo e importanza delle sedi decentrate di Oristano e Nuoro, evidenziandone l’attrattività, confermata dall’incremento del 30% del numero degli iscritti: «Il tutto nonostante sia in atto la tendenza a ridurre risorse e stanziamenti per i corsi e le sedi decentrate».

La principale richiesta avanzata dal rappresentante del consorzio nuorese consiste nell’auspicata abolizione del fondo unico per le università decentrate. «La ripartizione di tale fondo – ha spiegato Mureddu – avviene alla fine dell’anno ed è compromessa così qualunque programmazione e a ciò si aggiunga che veniamo a conoscenza dei criteri e dei parametri utilizzati per l’assegnazione delle risorse del fondo unico soltanto nel momento in cui la Giunta delibera la ripartizione degli stanziamenti».

La proposta del consorzio universitario di Nuoro è, dunque, che nella legge di stabilità sia assegnato uno specifico capitolo, con la relativa dotazione finanziaria, per il funzionamento delle sedi decentrate degli atenei della Sardegna.

 

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L’assessore della Sanità Luigi Arru è intervenuto in audizione sulla Legge di stabilità 2017 davanti alla commissione Bilancio, presieduta dall’on. Franco Sabatini.

«Dopo la decisione del Governo di ampliare i Lea (livelli essenziali di assistenza) e garantire vaccini e farmaci innovativi occorre un confronto forte con lo Stato perché, attualmente, queste nuovi voci di spesa incidono in modo pesante sui conti della sanità sarda; fra gli interventi che abbiamo allo studio per allineare i nostri Lea c’è anche la revisione di alcune prestazioni che, secondo alcuni studi, oggi non sono più efficaci come il taglio cesareo, che in Sardegna presenta picchi anomali. Per quest’anno – ha aggiunto l’assessore – prevediamo inoltre di sbloccare il turn over, perché abbiamo una curva demografica del personale medico negativa con una età media superiore ai 53 anni e c’è bisogno di immettere risorse professionali fresche nel sistema; prepareremo proiezioni da qui a 10 anni per invertire questa tendenza».

«Sempre nel 2017 – ha sottolineato ancora Luigi Arru – vareremo un pacchetto di misure per la famiglia, non per motivi ideologici ma per ragioni molto pragmatiche; abbiamo l’indice di natalità peggiore d’Italia e servono politiche di lunga visione che metteremo in campo con uno stanziamento quadruplicato rispetto agli esercizi precedenti, 20 milioni provenienti da finanziamenti europei, nazionali e regionali.»

Il presidente Franco Sabatini, riprendendo il tema dell’aumento del disavanzo sanitario determinato indirettamente dagli interventi del Governo, ha annunciato che «la commissione proporrà al Consiglio regionale una risoluzione sulla sanità sarda, inquadrata in una più ampia vertenza con lo Stato che, in termini reali, toglie alla Sardegna risorse preziose anche con gli accantonamenti ed i fondi agli Enti territoriali». Così non reggiamo, ha sintetizzato: «Dobbiamo riaprire una nuova vertenza entrate con lo Stato con l’impegno comune di tutti, non solo della politica ma di tutta la società sarda, riprendendo se necessario anche l’esperienza degli stati generali».

Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali, che hanno posto all’assessore quesiti molto puntuali e circostanziati: turn over, centrale unica di committenza e borse di studio (Truzzu-Misto Fdi-An), annullamento del project financing di Nuoro, retribuzioni dei manager e medicina penitenziaria (Daniele Cocco-Sel), compensi ai manager, sanità nuorese e istituzione di un dipartimento di medicina penitenziaria (Busia-Misto), liste d’attesa (Anedda-Misto), nomina di 14 nuovi coordinatori (Usula, Rossomori).

La commissione, visto il protrarsi del dibattito, ha rinviato ad una data successiva l’esame degli interventi finanziari sulle politiche sociali ed ha proseguito i lavori con l’audizione dei manager della sanità.

Per l’azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari Giorgio Sorrentino ha detto fra l’altro che «l’azienda è sotto finanziata, sia rispetto ai suoi compiti istituzionali di didattica e ricerca che devono procedere di pari passo con l’assistenza, sia soprattutto per la logistica; per il San Giovanni di Dio abbiamo potuto spendere solo 300.000 euro per la manutenzione ma bisognerà decidere al più presto cosa fare di una struttura di 29.000 metri quadrati che ha più di cento anni».

Per l’azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, Antonio D’Urso, si è soffermato sulle difficoltà della sua costituzione, «realizzando una fusione fra due realtà, le cliniche universitarie ed il Santissima Annunziata, praticamente speculari per dimensioni quindi con molte strutture doppie da razionalizzare per costruire un’offerta coerente con gli obiettivi». «Nel medio periodo recupereremo certamente molta efficienza – ha sottolineato D’Urso – ma in questo esercizio prevediamo una perdita importante».

Successivamente è stata la volta del direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano che, sul disavanzo, ha messo l’accento sul fatto che «è un risultato generale di segno negativo che però contiene al suo interno molte eccellenze». «La nostra missione – ha sostenuto – è quella di recuperare 100 milioni di risparmi e ce la possiamo fare solo avendo a disposizione la nuova rete ospedaliera, che è un po’ la madre di tutti gli interventi che ci consentiranno di riposizionare il disavanzo su limiti accettabili». Su un dimensionamento della rete che tenga conto delle tante specificità della Regione, Moirano si è detto convinto che «è giusto pagare costi anti-economici se ci sono disagi oggettivi: girando la Sardegna ho capito quali difficoltà ci sono per dimensionare correttamente l’offerta sanitaria». Il manager ha poi annunciato alcuni interventi a breve termine come una piattaforma contrattuale unitaria da sottoporre ai sindacati, la definizione di una strategia comune sulla sanità nuorese per il dopo-project ed una gara unica per la copertura assicurativa delle aziende sanitarie.

Fulvio Moirano, infine, ha assicurato che è sua intenzione assegnare ampie deleghe per la gestione del servizio sanitario sul territorio, tenendo per se soltanto la pianificazione strategica e la definizione delle “regole del gioco”.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Stefano Tunis e Alessandra Zedda (Forza Italia), Luigi Ruggeri (Pd), Anna Maria Busia (Misto), Christian Solinas (Psd’Az) e Gianfranco Congiu (Pds).

 

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È nata ufficialmente ieri, secondo la legge regionale che l’ha istituita, l’Azienda per la tutela della salute che ha incorporato e fuso le otto aziende sanitarie locali. Insieme all’Azienda ospedaliera Brotzu, alle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari e all’Areus (Azienda regionale per l’emergenza-urgenza), l’Ats completa il nuovo quadro del sistema sanitario sardo.
«L’Ats rappresenta una sfida epocale» ha detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, a Sassari questa mattina per la presentazione ufficiale insieme ai vertici della nuova azienda unica e agli otto direttori delle aree socio sanitarie locali:
Di seguito l’organigramma completo della ATS Sardegna:
Direttore Generale: Fulvio Moirano
Direttore Sanitario: Francesco Enrichens
Direttore Amministrativo: Stefano Lorusso
ASSL di Sassari: Giuseppe Pintor
ASSL di Olbia: Pierpaolo Pani
ASSL di Nuoro: Andrea Marras
ASSL di Lanusei: Pino Frau
ASSL di Oristano: Mariano Meloni
ASSL di Sanluri: Antonio Onnis
ASSL di Carbonia: Maria Maddalena Giua
ASSL di Cagliari: Paolo Tecleme.
«Stiamo ridisegnando il sistema tenendo come riferimento l’interesse delle persone – ha detto Luigi Arru – e senza annunci. L’Azienda unica rappresenta principalmente uniformità dell’assistenza, qualità dei servizi ovunque e a parità di costi». L’assessore Arru ha ringraziato i commissari che per due anni hanno lavorato «in una situazione difficile, riuscendo a portare a casa risultati importanti. I direttori delle Assl non sono direttori generali – ha precisato – e sono stati scelti dal direttore generale Fulvio Moirano con una selezione pubblica e trasparente».
«Non sarà un percorso breve, ma i risultati arriveranno» garantisce Luigi Arru. Anche Fulvio Moirano ha sottolineato come occorrano almeno sei mesi per vedere i primi passi: «Occorre l’atto aziendale, quasi una sorta di statuto dell’Ats. Certamente sarà importante investire sulla formazione e sulle risorse umane, creando aree di coordinamento, confrontandoci attivamente con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei territori».

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Con le nuove nomine decise tre giorni fa dal manager unico della sanità sarda, Fulvio Moirano, dei direttori generali delle otto aree socio-sanitarie (Assl) istituite con la riforma proposta dalla Giunta, si è concluso il mandato della Direzione generale della ormai ex ASL 7 di Carbonia, e il dott. Antonio Onnis, la dott.ssa Fannì Pittau e il dott. Silvio Maggetti hanno espresso ai dirigenti, ai dipendenti, agli operatori, ai collaboratori dell’azienda, al Collegio sindacale, ai Medici di Medicina Generale, ai Pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai Medici di continuità assistenziale, alle Organizzazioni Sindacali, alle Associazioni, ai Sindaci, e a tutti gli interlocutori dell’Azienda un ringraziamento «per l’impegno e la dedizione con cui, in questi anni, hanno contribuito al raggiungimento degli importanti obiettivi aziendali».

I tre dirigenti, ai quali dal 2 gennaio 2017 subentrerà Maria Maddalena Giua, 61 anni, laureata in Giurisprudenza, Dirigente Amministrativo a tempo indeterminato, Responsabile della struttura complessa “Area Amministrativa Territoriale” alla Asl 8 di Cagliari. hanno scritto una prima lettera di saluto a dipendenti, collaboratori, organizzazioni ed associazioni, ed una seconda lettera ai sindaci dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, che pubblichiamo integralmente.

A tutti i dipendenti e collaboratori della ASL 7

Agli MMG e PLS

Agli specialisti ambulatoriali

Ai medici di continuità assistenziale

Al collegio sindacale

Alle Organizzazioni Sindacali

Alle Associazioni

Carbonia, 30 dicembre 2016

Carissimi, si conclude il mio mandato da Commissario Straordinario alla ASL di Carbonia,e non senza commozione, desidero esprimere ai dirigenti, ai dipendenti, agli operatori, ai collaboratori dell’azienda, ai Medici di Medicina Generale, ai Pediatri di Libera scelta, agli Specialisti ambulatoriali, ai Medici di continuità assistenziale e al Collegio sindacale un grazie di cuore per l’impegno e la dedizione con cui, in questi anni, hanno contribuito al raggiungimento degli importanti obiettivi aziendali. Un ringraziamento, pieno di stima e grande affetto, che condivido con la Dott.ssa Fannì Pittau, Direttore amministrativo, e il Dott. Silvio Maggetti, Direttore Sanitario, che con me hanno collaborato in questo percorso di direzione dimostrando capacità professionali ed umane straordinarie. Insieme a loro, a tutti i dipendenti e collaboratori, si è cercato di perseguire obiettivi nell’interesse prioritario degli utenti, attraverso la costruzione di un’Azienda più moderna ed efficiente, talvolta anche con l’assunzione di scelte difficili e sofferte spesso in contesti complicati. Straordinario e decisivo in questo percorso il contributo delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni, che salutiamo e ringraziamo, con cui è stato sempre aperto e vivo il confronto e con le quali – se talvolta si sono accesi i toni delle discussioni e dei dibattiti – mai è mancato il rispetto reciproco e la consapevolezza di agire per il bene della comunità del Sulcis Iglesiente. Credo che il percorso sia avviato, per la riqualificazione dei servizi sanitari del territorio, per la riorganizzazione della rete ospedaliera, per l’ammodernamento tecnologico e strutturale; il mio auspicio per per tutti voi, per gli utenti dei nostri servizi e per tutti i cittadini della Provincia è che si possa proseguire in questo cammino e che il Sulcis Iglesiente possa avere il ruolo che merita nel contesto della nascente ATS regionale: servizi eccellenti, specialità mediche e chirurgiche all’avanguardia capaci di attrarre pazienti da tutta la Sardegna; le professionalità non mancano di certo, ma è chiaro che è necessario il giusto supporto organizzativo e gestionale.

Buon lavoro a tutti e buon 2017

f.to Dott. Antonio Onnis Dott.ssa Fannì Pittau Dott. Silvio Maggetti

 

Ai Signori Sindaci Provincia di Carbonia Iglesias

Carbonia, 30 dicembre 2016

Egregi Sindaci, al termine del mandato di questa direzione aziendale cogliamo l’occasione per mandare un saluto e un ringraziamento ai Sindaci della Provincia di Carbonia Iglesias che in questi anni attraverso la conferenza sociosanitaria hanno dato un fondamentale e prezioso contributo per la gestione della sanità in questo territorio. Siamo convinti che l’ascolto dei territori sia elemento imprescindibile per accompagnare ogni azione riformatrice (a maggior ragione quando le riforme riguardano aspetti sanitari), e che i Comuni – sempre in prima linea nel rapporto con i cittadini – siano i più attenti e capaci nel captare e comprendere i bisogni e le difficoltà delle comunità. Siamo inoltre convinti che salute e sviluppo territoriale debbano procedere nella stessa direzione, che non esista l’una senza l’altro, e che solo insieme possano creare importanti e significative sinergie capaci di assicurare una buona qualità di vita agli abitanti di questo territorio. In quest’ottica abbiamo improntato la nostra gestione, che non ha mai evitato il confronto con le istituzioni cittadine, talvolta anche con discussioni accese, in contesti non sempre favorevoli con risorse contingentate e con la necessità di garantire servizi sanitari di qualità. Sento dunque il dovere di ringraziarvi per il sostegno che ci avete dato nelle decisioni importanti, e per la sensibilità e l’attenzione con cui ci avete aiutato a risolvere tanti e importanti problemi. Siamo certi che, anche grazie al percorso avviato da questa Direzione per la riqualificazione dei servizi sanitari, per la riorganizzazione della rete ospedaliera, per l’ammodernamento tecnologico e strutturale, questo territorio e i suoi Amministratori abbiano le potenzialità, le capacità e le professionalità per affrontare le problematiche sanitarie e rendere il Sulcis Iglesiente più forte e attrattivo nel contesto regionale e non nascondiamo un certo rammarico per non poter più partecipare a rendere concreta questa visione. Nella certezza che vi siano altre opportunità, in futuro, per lavorare di nuovo insieme, e per sviluppare e realizzare progetti ed idee per la crescita del Sulcis Iglesiente, cogliamo l’occasione per augurarvi Buon lavoro e Buon 2017

F.to Il Commissario Straordinario, Dott. Antonio Onnis

Il Direttore Amministrativo Dott. Fannì Pittau

Il Direttore Sanitario Dott. Silvio Maggetti