26 April, 2024
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Si è chiusa ieri, a Verona, la 51ª edizione del Vinitaly, la più prestigiosa rassegna mondiale dei vini e dei distillati, con un bilancio straordinario per le 98 aziende sarde, 71 inserite nella Collettiva regionale e 22 organizzate per conto proprio, che hanno portato a casa ben 39 premi dei 441 assegnati. Il concorso internazionale, aperto ai migliori vini del mondo, ha valutato con le cinque stelle tutti i prodotti che hanno ottenuto un punteggio di almeno 90, inserendoli nella prima guida 5Star Wine the Book 2017. Negli spazi di Veronafiere, 4.270 aziende provenienti da 30 Stati si sono presentate ai 128mila visitatori di 142 Paesi e a oltre 30mila buyer stranieri, cresciuti dell’8% rispetto allo scorso anno.
L’ultimo giorno in fiera programmato dalla Regione Sardegna ha raccontato i vitigni della vernaccia: circa 370 ettolitri prodotti nei 333 ettari coltivati in tutta l’Isola, di cui 270 nella sola provincia di Oristano. Se nel decennio 1990-2000 le produzioni erano in media intorno ai 1.400/1.500 ettolitri, nel 2010 si è arrivati al minimo storico di soli 200 ettolitri certificati con il Dominio di Origine. Una inversione di marcia in questi ultimi anni dovuta soprattutto a una fase di rilancio portata avanti dai produttori che, supportati dalla Regione, stanno permettendo al vitigno autoctono di ritagliarsi un mercato di nicchia fra nuovi e vecchi estimatori.
Le iniziative di oggi sono state aperte da Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, con il supporto di Pier Paolo Fiori, agronomo dell’Agenzia Agris, che ha presentato “La Vernaccia, l’oro di Oristano”. A seguire la degustazione di 6 tipologie di vernaccia differenti per età e per zona di origine. Fiori, ha inoltre presentato le principali DO e IG regionali da vitigni Torbato, Semidano, Cagnulari e Bovale sardo, e dei loro terroir più significativi. È seguita poi una degustazione guidata di 5 vini, in abbinamento con i prodotti della gastronomia tradizionale (formaggi, salumi, pani).
«Non possiamo che essere più che orgogliosi del risultato straordinario portato a casa dalla delegazione dei viticoltori sarda. Da Verona abbiamo raccontato a tutto il mondo una terra di produzioni enologiche di eccellenza, frutto di un lavoro costante di tanti imprenditori, grandi e piccoli, che si stanno affacciando sui mercati internazionali sicuri di proporre ai consumatori una qualità unica che viene da un ambiente e una tradizione che pochi possono vantare.»
L’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha concluso così, invitando il mondo dell’impresa e la politica a lavorare ancora più assieme: «Dobbiamo fare più sistema, più rete, massa critica per presentarci con la giusta forza nell’export destinato ai mercati storici e a quelli emergenti. La Regione c’è ed è pronta a fare la sua parte».
La vernaccia è un vitigno di antichissime origini: importanti reperti archeologici provenienti da Tharros (nei pressi dell’odierna Cabras, Oristano) lasciano presumere che venisse coltivato già in epoca fenicia. C’è chi ritiene che si tratti addirittura di un vitigno autoctono, dato che il suo nome deriva dal latino vernaculus, domestico, e indica, dunque, un’uva tipica del luogo. Questo spiegherebbe inoltre la presenza di altre “vernacce”, del tutto dissimili da quella sarda, in diverse aree viticole italiane. Oggi la sua coltivazione è limitata quasi esclusivamente alla provincia di Oristano, dove tecniche particolari di vinificazione e affinamento lo rendono un vino di grande complessità e longevità. Le botti di rovere o castagno in cui viene custodito vengono lasciate scolme, in modo che la presenza di ossigeno favorisca lo sviluppo di particolari lieviti durante la maturazione, capaci di formare un caratteristico velo denominato “flor”, che contribuisce a sviluppare il tipico aroma del vino. La vernaccia di Oristano si presenta nella versione secca, non rinforzata (usata anche come vino da pasto), oppure nella versione liquorosa. È un vino dal colore giallo scuro o ambrato, soprattutto per le versioni che hanno subito un lungo affinamento, e il suo profilo olfattivo è molto complesso e ricco, dominato da note di mandorla amara e arricchito da sentori di frutta candita, miele, vaniglia. Oltre alla DOC vernaccia di Oristano, prima Denominazione riconosciuta in Sardegna nel 1971, da questo tipico vitigno, si ottiene anche un vino bianco giovane che viene commercializzato come IGT “Valle del Tirso”.

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Dopo il Vermentino e il Cannonau, presentati domenica e ieri nel Padiglione 8 riservato alla Regione Sardegna nel Veronafiere di Vinitaly, oggi è stata la grande giornata dedicata ai vitigni del Carignano. Circa 17mila ettolitri prodotti ogni anno, sostanzialmente in media nel quinquennio 2010-2014, su 2mila ettari coltivati soprattutto nella provincia storica di Cagliari (1876 ettari) e in particolare nei territori del Sulcis.
La vetrina odierna si è aperta questa mattina con il giornalista enogastronomico e redattore della guida dell’Espresso e di Scatti di Gusto, Stefano Ronconi, che con Pier Paolo Fiori, dell’Agenzia regionale Agris, hanno presentato “Il Carignano e la sabbia: un rapporto antico per un vino moderno”. A seguire si sono tenute le degustazioni di 8 tipologie di Carignano accompagnate da prodotti tipici sardi. All’iniziativa erano presenti diversi giornalisti esperti del settore. L’agronomo di Agris ha poi introdotto i lavori su “Cannonau e Carignano, l’espressione dei grandi rossi”. Pier Paolo Fiori ha illustrato le principali DOP regionali prodotte da vitigni Cannonau e Carignano e i loro territori di espressione. Anche in questo caso è seguita una degustazione guidata di 6 vini, in abbinamento con prodotti di eccellenza della gastronomia tradizionale sarda: formaggi e salumi finemente ricercati. Sui tavoli 3 Carignano e 3 Cannonau. I primi accompagnati da 3 salumi di montagna: di cui uno di capra e uno di pecora. I secondi affiancati da 3 formaggi da latte crudo di breve e media stagionatura: dal vaccino al pecorino passando per il caprino. A chiudere la cornice dei prodotti tipici i pani della tradizione: pistoccu e carasau. Il faccia a faccia con le delegazioni estere, organizzato nel pomeriggio, è stato curato con il Vinitaly Incoming da Luigi Usai dell’assessorato dell’Agricoltura. Una delegazione di 12 statunitensi e 8 canadesi hanno partecipato alla presentazione dei vini. Al primo gruppo sono stati presentati Cannonau, Carignano, Vermentino e Vernaccia, mentre i secondi hanno chiesto di conoscere anche Nuragus e Moscato.
Il Carignano è un vitigno a bacca rossa coltivato prevalentemente nella zona del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale. La sua superficie di coltivazione rappresenta appena il 7% del totale regionale, ma nonostante la sua limitata diffusione il Carignano è certamente uno dei vitigni più interessanti dell’enologia sarda. Si suppone che possa essere stato introdotto sull’isola dai Fenici, attraverso l’antico approdo di Solky, le cui rovine sono ancora visibili nell’isola di Sant’Antioco. L’ipotesi sarebbe supportata dalla presenza del vitigno anche in altre regioni viticole del Mediterraneo interessate da insediamenti fenici, come Tunisia, Marocco e Algeria. Una seconda ipotesi lega la sua introduzione al periodo aragonese, in considerazione del fatto che il vitigno viene denominato anche con il nome dialettale di Axina de Spagna. Il Carignano è presente anche in Spagna e in Francia. In Sardegna viene utilizzato per la vinificazione e la produzione della DOC Carignano del Sulcis (riconosciuta nel 1977) e di diverse IGT. Il vitigno ha una forte resistenza ai venti marini, che gli ha consentito di attecchire e svilupparsi sui terreni sabbiosi e assolati del Sulcis. Ne deriva un vino longevo, dal colore rubino intenso e brillante, caratterizzato da profumi caldi e avvolgenti e sentori leggermente erbacei. Il gusto è secco, sapido, pieno e persistente, leggermente tannico.
L’ultimo giorno del Sardegna Vinitaly sarà dedicato alla Vernaccia. Gli appuntamenti partiranno dalle 10.30 con Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, che presenterà “La Vernaccia, l’oro di Oristano”, a cui seguiranno degustazioni di 8 tipologie di Vernaccia.