28 April, 2024
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Il peggioramento delle condizioni meteorologiche, con un vento di maestrale salito oltre i 40 km/h (mentre scriviamo soffia a 42 km/h) ha provocato una nuova interruzione nei collegamenti marittimi tra Carloforte e Portovesme. I traghetti hanno viaggiato fino alla corsa del Vesta delle 13.15 da Carloforte, ma all’arrivo a Porto Vesme, lo stesso non ha effettuato la corsa delle 14.30 e, almeno fino a questa sera, i collegamenti verranno garantiti solo sulla tratta Carloforte – Calasetta.

Dopo i due giorni di sciopero dei dipendenti Saremar che hanno assicurato solo cinque corse di andata e cinque di ritorno sulla tratta Carloforte – Portovesme e tre di andata ed altrettante di ritorno sulla tratta Carloforte – Calasetta, dunque, i disagi per i passeggeri, soprattutto quelli che viaggiano per lavoro o studio, non sono finiti. Da anni non si verificavano tante interruzioni nei collegamenti tra Carloforte e Portovesme a causa del maltempo, in così breve tempo.

Traghetto Vesta 33 copia

La Maddalena 1 copia Arcipelago de La Maddalena

E’ sempre più acceso il dibattito sullo stato in cui è stata lasciata l’Isola di La Maddalena dopo il mancato svolgimento del G8 del 2009. Il Comitato “Risarcire Maddalena” porta avanti da mesi la sua battaglia.

«Nel completo isolamento in cui ci hanno lasciato le istituzioni regionali e nazionali, continua la nostra battaglia per ottenere un giusto risarcimento al danno ambientale, economico e sociale causato dal mancato G8 del 2009 – si legge in una nota del Comitato -. Forte del sostegno dei cittadini de La Maddalena e di personalità autorevoli e competenti come il magistrato Paolo Maddalena, primo firmatario dell’Appello al Presidente della Repubblica, il Comitato “Risarcire Maddalena” promuove una nuova iniziativa di raccolta firme, sabato 28 e domenica 29 marzo, in piazza Garibaldi a La Maddalena per sostenere l’Appello al Capo dello Stato e per invitare il sindaco Comiti ad intraprendere la strada della richiesta di risarcimento del danno d’immagine, alla Presidenza del Consiglio.»

Il Comitato, inoltre, sarà presente nella trasmissione Mi Manda Rai 3, lunedì 30 marzo alle ore 10.00 e nella trasmissione del Tg5 l’Indignato Speciale, lunedì 6 aprile, alle ore 13.00.

Nell’acceso dibattito sviluppatosi in seguito alle numerose denunce sullo stato di degrado delle strutture realizzate nell’area dell’ex arsenale della Maddalena in vista del G8 poi spostato all’Aquila, si inserisce anche la Giunta regionale. che, in una nota diffusa oggi, fa una breve ricostruzione dei fatti per chiarire il ruolo passato e presente della Regione Sardegna in questa vicenda.

«La Protezione civile nazionale, come attuatore del progetto secondo il metodo Grandi Eventi, al termine dei lavori ha consegnato l’hotel e centro congressi al concessionario Mita Resort – si legge nella nota -. Mita, verificato che le bonifiche non erano state fatte e che era impossibile aprire l’albergo in quelle condizioni, senza poter usare la darsena, ha tirato in causa la Protezione civile, ottenendone in un arbitrato la condanna al pagamento dei danni. Nel lodo arbitrale si decide inoltre che le chiavi debbano essere riconsegnate alla Protezione civile, non alla Regione, che ne è proprietaria ma non ne è mai venuta in possesso. E viene esplicitamente affermato che la Regione Sardegna è estranea alla contesa. Ora la protezione civile ha presentato ricorso, prolungando la vicenda giudiziaria che taglia fuori la Regione.»

«In questa situazione, come dimostrano documenti ufficiali – sottolinea la nota -, la Regione ha dichiarato più volte di volersi fare carico della struttura dell’hotel e centro congressi, ma ha anche chiarito che non intende far pagare ai sardi i costi degli errori commessi da altri: lavori abbandonati, bonifiche non fatte, contenziosi giudiziari, nessuna manutenzione. Nel mese di febbraio la Protezione civile ha proposto alla Regione un incontro per sottoscrivere un accordo su un testo che, proprio per questi motivi, la Regione non poteva condividere.»

«La Regione, infatti, vuole rientrare in possesso dell’ex arsenale, una struttura fondamentale per il rilancio economico dell’arcipelago della Maddalena, in cui ha già investito 450 milioni, ma non intende pagare né il risarcimento che il lodo riconosce a Mita né tutti i danni dovuti all’abbandono della struttura: il costo di questa catena di errori e di cattiva politica – conclude la nota – non deve ricadere sui cittadini sardi.»

Ha preso il via questa mattina, nei locali sede del Centro Italiano Cultura del Carbone (CIC) – Grande Miniera di Serbariu – l’evento congressuale SULKIMAKE Humanities Lab, promosso ed organizzato grazie ad una stretta azione di sinergia tra diversi soggetti attivi nel territorio: CGIL – Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Amministrazione Comunale di Carbonia, Società Umanitaria CSC di Carbonia, che hanno patrocinato l’evento e UNISULKY – Università Popolare del Sulcis S’Ischiglia Onlus di Carbonia unitamente alle proposte del nascente FabLab e del progetto-azione NAT14, spin off didattico del BIONIKONLab dell’ I.I.S. Liceo Scientifico “G. Asproni” e Liceo Artistico “R. Branca di Iglesias”.

Questo grande meeting regionale, gode dell’alto patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, di concerto con la Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna, ed è interamente dedicato all’innovazione digitale e ai suoi modelli di eccellenza gestionale e divulgherà, per la prima volta nel nostro territorio, un vasto panorama di esperienze e di proposte appartenenti alla cosiddetta “terza rivoluzione industriale”.

SULKIMAKE Humanities Lab nasce e si mette a disposizione del territorio sulcitano con l’obiettivo di promuovere e sviluppare attraverso la rete dei suoi contatti locali e nazionali, un rapporto a misura d’uomo tra agenzie sociali e culturali. Questo processo, che non può che confrontarsi con la scommessa sul futuro dei giovani nella società di domani, partendo dall’esigenza primaria di formare operatori consapevoli, competenti e partecipi di questa nuova, entusiasmante, possibile avventura comunicativa e tecnologica, portatrice, in altri contesti geografici, di alternativi e concreti modelli strategici di lavoro, innovazione e di sviluppo sociale e culturale.

Nella locandina allegata, il programma completo della seconda e della terza giornata, che vedrà presenti a SulkiMake tutti i Fablab della Sardegna, Marina Deledda, direttore Consorzio CNA SERVICES DI OLBIA-TEMPIO, Alice Soru di Open Campus, F. Sotgiu di Sardegna Ricerche, N. Pirina, Antonio Arcadu, M. Tradori, Fabrizio Palazzari di Sardex, Marcello Carlotti di Progetto Inveritas e Salvatore Sanna, direttore del CESP (centro etico sociale prato sardo).

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Il 31 marzo, alle 11.00, all’hotel Cervo di Porto Cervo, si svolgerà una conferenza stampa nella quale Franco Mulas, Area manager Starwood Costa Smeralda, illustrerà il bilancio della stagione turistica 2014, i nuovi flussi internazionali verso gli alberghi della Costa Smeralda e le prospettive per il 2015.

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Per il Teatro Lirico di Cagliari non c’è pace. Chi sperava che la nomina del nuovo soprintendente Angela Spocci potesse portare ad una schiarita, è rimasto evidentemente deluso. La soprintendente a distanza di poche settimane dal suo insediamento, è stata contestata dalle organizzazioni sindacali, il nuovo direttore amministrativo Giovanni Battista Ena si è dimesso pochi giorni dopo la sua nomina, la delicata situazione economica mette a rischio il pagamento degli stipendi ai dipendenti.

Il consigliere comunale Enrico Lobina, del gruppo “Sardegna Sovrana”, stamane ha diffuso una nota, nella quale afferma che «la crisi che sta investendo il Teatro Lirico di Cagliari è ormai insostenibile. Occorre che, una volta per tutte, chi di dovere renda nota la reale situazione relativa alla situazione economica e alle eventuali responsabilità di chi ha gestito la Fondazione negli ultimi anni».

«Senza questa chiarezza – aggiunge Lobina – è impossibile programmare alcuna attività e mettere fine alle polemiche strumentali e ai tentativi di parte di risolvere (senza in realtà risolvere nulla) una crisi che, con il passare dei mesi, sembra purtroppo aggravarsi. I rischio maggiore è che il Teatro Lirico venga declassato e perda il suo status di Fondazione, con un conseguente gravissimo danno per la città, per la Sardegna e per i lavoratori.»

«Insieme ad una “operazione verità” sui conti serve un reale e immediato cambio di passo gestionale, con una maggiore apertura alla qualità e ai mercati internazionali, un maggior rapporto con il territorio ed un maggior utilizzo dei servizi che il Teatro Lirico può offrire. I lavoratori hanno già fatto sacrifici e, per una prospettiva seria, sono disposti a farne altri -. conclude Enrico Lobina -, ma non li si può lasciare senza stipendio.»

Teatro lirico di Cagliari 2 copia

Il comune di Carbonia ha pubblicato l’avviso per l’assegnazione dei contributi destinati agli inquilini sottoposti a procedure di sfratto per finita locazione.

La procedura è resa possibile dal decreto del ministero delle Infrastrutture del 29 gennaio 2015, che ha previsto di riservare una quota delle risorse statali, stanziate per il Fondo Nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in affitto, per aiutare gli inquilini che subiscono procedure esecutive di rilascio dell’alloggio a causa della conclusione della durata dell’affitto, promuovendo prioritariamente la sottoscrizione di nuovi contratti a canone concordato.

Le dichiarazioni di interesse devono pervenire entro le ore 12.00 del 3 aprile 2015.

Le manifestazioni d’interesse ricevute non costituiscono impegno per il comune di Carbonia ma hanno carattere esplorativo al fine di determinare il numero dei cittadini interessati ai contributi previsti. Questa tipologia di contributi non si riferisce agli inquilini sottoposti a procedure di sfratto per morosità.

Le persone interessate sono invitate a leggere con attenzione l’avviso e a rivolgersi all’Ufficio Politiche della Casa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, per avere tutti i chiarimenti e le informazioni necessarie. Telefono 0781/694232 e 694247.

Case IACP Carbonia a colori

Piazza Rinascita Carbonia

L’Amministrazione comunale di Carbonia, in occasione delle Via Crucis e delle processioni per la Settimana  Santa, ha disposto la chiusura temporanea di diverse strade nei seguenti giorni e orari:

Questo il programma completo:

1) VENERDI’ 27/03/2015  “VIA CRUCIS”

– dalle ore 18,00 fino al termine: via Liguria, via P. Gobetti, via Lazio, via Satta, via Logudoro, via Veneto, via Abruzzi, via Messina, via G. D’Annunzio (Parrocchia Beata Vergine Addolorata – partenza e rientro in Chiesa);

– dalle ore 18.00 fino al termine: via Lubiana (Parrocchia San Narciso – partenza dall’ex mobilificio Cossu e rientro in Chiesa);

– dalle ore 18.30 fino al termine: via San Ponziano, via Lucania, via Cannas, via Campidano, viale Arsia, via della Vittoria, Piazza Garibaldi, vico Garibaldi, via Trento, via Roma, Piazza Roma, (Parrocchia San Ponziano – partenza sagrato della chiesa e arrivo al chiostro di Santa Barbara);

– dalle ore 19.30 fino al termine: via Pisanelli (Parrocchia Gesù Divino Operaio);

2) DOMENICA 29/03/2015  “DOMENICA DELLE PALME”

– dalle ore 9.30 fino al termine: via Cannas, via Mazzini (Parrocchia Gesù Divino Operaio – partenza dalla casa di accoglienza e termine in Chiesa);

– dalle ore 10.45 fino al termine: piazza Foibe, via Santa Caterina, piazza Iglesias, (parrocchia Cristo Re – partenza dai giardini pubblici del Super Pan e termine in Chiesa);

3) VENERDI’ 03/04/2015  “VENERDI’ SANTO – VIA CRUCIS”

– dalle ore 19.30 fino al termine: via San Ponziano, Piazza Ciusa, via Nuoro, Piazza Rinascita, via delle Poste, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Ala Italiana, via Trieste, piazza Italia, via Roma, (Parrocchia San Ponziano – partenza e rientro in chiesa);

– dalle ore 19.30 fino al termine: via Liguria, via Cagliari, via Nuoro, Piazza Rinascita (Parrocchia B.V. Addolorata – partenza dalla chiesa e congiungimento con processione Parrocchia San Ponziano);

– dalle ore 19.30 fino al termine: Piazza Iglesias, viale Trento, Piazza Italia (Parrocchia Cristo Re – partenza dalla Chiesa e congiungimento con processione San Ponziano);

– dalle ore 19.30 fino al termine: via Mazzini, via della Vittoria, viale Trento (Parrocchia Gesù Divino Operaio – partenza dalla chiesa e congiungimento con processione Parrocchia Cristo Re);

a Cortoghiana

– dalle ore 10.00 fino al termine: via Migliari, via Tacca, via Turri, via Schiavi, via I. Bandiera, via Grambassi, via Bressan, via Ianelli, via Beccalossi, via Fausti, via Magaldi, via A. di Savoia, via Bresciano (Parrocchia Sacro Cuore di Gesù – partenza e ritorno in chiesa);

4) DOMENICA 05/04/2015 “SANTA PASQUA incontro con la Madonna e il Cristo”:

– dalle ore 7.00 alle ore 13.00, la chiusura al traffico veicolare della Piazza Roma e delle strade confluenti e precisamente: A) via Roma, nel tratto compreso tra la via G. Deledda e la Piazza Roma; B) via Manno,tratto compreso tra via Fosse Ardeatine e la Piazza Roma; C) via Oberhausen, nel tratto compreso tra via Catania e la Piazza Roma;

– dalle ore 10.20 fino al termine: via Medadeddu, via Cimitero, via Lubiana, Piazza della Memoria, Piazza Chiesa Serbariu (“Simulacro della Madonna” – partenza dalla piazza di Medadeddu via Lubiana piazza della Memoria (“simulacro del Cristo Risorto”);

-dalle ore 11.45 fino al termine:via San Ponziano, Piazza Matteotti, Via Fosse Ardeatine, Via Manno, Piazza Roma;

a Cortoghiana

– dalle ore 10 fino al termine: via Migliari, via Tacca, Via Schiavi, via I. Bandiera, viale A. di Savoia (Parrocchia Sacro Cuore di Gesù – partenza dalla Chiesa col “Simulacro di Cristo Risorto” e rientro);

– dalle ore 10.00 e fino al termine: via Bressan, via Cascio Mastino, viale A.di Savoia (Parrocchia Sacro Cuore di Gesù – partenza da centro AIAS con il “Simulacro della Madonna” e rientro in Chiesa).

Dopo Iglesias, anche Carbonia ospiterà uno dei corsi del Piano di formazione professionale continua per gli iscritti all’Albo dei giornalisti professionisti e pubblicisti, organizzati dall’Ordine dei Giornalisti della Sardegna.

Il corso gratuito, dal titolo “Il giornalismo e le norme deontologiche”, si terrà venerdì 17 aprile, dalle ore 14.00 alle ore 17.00, presso la sala conferenze del Museo del Carbone (CICC – Centro Italiano della Cultura del Carbone) nella Grande Miniera di Serbariu. I docenti del corso saranno Filippo Peretti (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna) e i giornalisti Giancarlo Ghirra e Mario Girau. Le iscrizioni devono essere effettuate, come per tutti i corsi, all’interno della piattaforma web Sigef.

Il Comune di Carbonia e il CICC offrono ai corsisti la possibilità di visitare gratuitamente il Museo del Carbone e di effettuare la visita guidata, sempre gratuita, alla Galleria sotterranea. Le visite si potranno effettuare un’ora prima dell’inizio del corso (ore 13.00 circa) o alla fine (ore 17.00 circa). Per prenotare la visita guidata in Galleria, poiché i gruppi di visitatori potranno essere formati da un massimo di 25 persone, è possibile chiamare lo Sportello Informazioni del Comune di Carbonia al numero 0781 694285, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 12.00.

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Restano lunghi i tempi del dibattito sul DL 130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio” in Consiglio regionale, per la netta contrapposizione delle posizioni tra maggioranza e opposizione.

La seduta odierna si è aperta con l’esame dell’aula l’art. 5 (Interventi di ristrutturazione edilizia) del DL 130, al quale è stato presentato un unico emendamento, il 245 (soppressivo totale) su cui sia la commissione che la giunta hanno dato parere contrario. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Sardegna Pietro Pittalis che ha fatto rilevare che per la giunta era presente solo l’assessore ai trasporti Massimo Deiana. Auspicando l’arrivo dell’assessore competente ha sollecitato una dichiarazione in aula del presidente Pigliaru sulla questione Tossilo. Non è possibile – ha detto – che il Consiglio sia informato solo dalla stampa. Il presidente Pigliaru deve venire in aula, basta con gli atteggiamenti reticenti.

Il presidente Ganau  ha detto che avrebbe trasmesso la richiesta alla giunta e al presidente della Regione. 

Il primo ad intervenire nel dibattito generale sull’articolo 5 è stato Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) che ha detto che sul termine “ristrutturazione” bisogna fare  chiarezza. La sostituzione di componenti strutturali – ha chiesto – è ristrutturazione? Se decido di demolire muri portanti è un abuso? Sulla ristrutturazione ci sono libere interpretazioni lasciate alla libera interpretazione amministrativa. Per questa ragione sarebbe opportuno fermarsi in commissione per capire cosa stiamo approvando. 

Angelo Carta (Psd’az)  ha ricordato che l’opposizione non sta facendo ostruzionismo, come sostiene la maggioranza, ma sta solo cercando di migliorare il corpo normativo. L’articolo 5 rappresenta uno dei tanti nodi su cui non riusciremo a trovare un’intesa. Bisogna capire che con la ristrutturazione il cittadino non vuole  creare un danno enorme all’ambiente. Non si può punire chi vuole migliorare la sua casa, il proprio albergo, migliorando l’utilizzazione del suolo.

Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto che l’art 5 è importante. Lo sarebbe stato di più se, cogliendo il concetto di ristrutturazione, ci si fosse sforzati di entrare nel merito. Purtroppo così non è stato. L’atteggiamento della giunta e della maggioranza non è cambiato. L’art 5 è deficitario anche rispetto alla giurisprudenza. Proprio la parola ristrutturazione vuol dire “intervenire sulla struttura”. Tunis si è rivolto all’assessore Erriu, appena entrato in aula, per sollecitare la presentazione di un emendamento orale per migliorare questo articolo.

Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) ha sottolineato che con questo articolo si vuole ridefinire in Sardegna il concetto di ristrutturazione edilizia. Per fare questo però sarebbe necessaria la chiarezza. Uno degli obiettivi di questa legge, almeno nelle intenzioni dei presentatori, doveva essere quello di dare un contributo alla semplificazione del quadro normativo. Per Locci si è raggiunto, invece, il risultato opposto.  Ci troviamo a confrontarci con scritture differenti dello stesso concetto. Bisogna quindi, almeno, specificare che questa definizione dell’articolo 5 prevalga sulle altre.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimandato al mittente le accuse di chi ha detto che l’opposizione vuole rallentare i lavori. L’opposizione ha invece stimolato la maggioranza e la giunta perché la legge arrivasse in aula. Ma la maggioranza e la giunta – ha aggiunto – hanno preferito impallare il Consiglio regionale su una finta rivoluzione della sanità sarda che doveva servire a ridurre i costi e a dare migliori servizi ma che in realtà è servito  solo a nominare i commissari. Inoltre, quando il DL della giunta è arrivato in commissione è stato stravolto dalla stessa maggioranza. Il risultato è che le modifiche fatte dalla maggioranza in commissione sono peggio del testo della giunta.  Nello specifico l’articolo 5 è una “norma minestrone” che sarà indigesto e dannoso per i cittadini sardi. L’articolo è frutto di  una tecnica bizzarra che rende incomprensibile il testo.

Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto all’assessore che fine fanno le opere interne. Queste opere rientrano nelle ristrutturazioni? Ci vuole chiarezza.

Paolo Truzzu (Sardegna) condivide il quesito posto da Michele Cossa e ha invitato la giunta e la maggioranza ad  abbandonare l’aspetto ideologico e a ragionare su elementi concreti. 

Mario Floris ha detto che questo provvedimento risente di uno scontro politico in atto in Regione che dura da dieci anni. Dobbiamo smetterla – ha detto Floris – di pensare che l’impatto delle questioni urbanistiche abbiano un impatto elettorale. Queste materie non devono essere guardate nell’ottica elettorale. Questo provvedimento deve dare delle risposte. Ma complica le cose anche perché sembra che sia stato scritto da persone che non sanno nulla di urbanistica. Per l’ex presidente della Regione nel testo ci sono incongruenze pazzesche. Se l’assessore dice che tra 60 gg presenterà la proposta urbanistica generale quale è l’urgenza di approvare questo provvedimento nato nel buio del palazzo?    

Antonello Peru (Forza Italia Sardegna)  ha detto che l’articolo 5 sarebbe stato importante se fosse stato in sinergia con i provvedimenti del precedente Piano casa. Il vicepresidente del Consiglio ha invitato la maggioranza a riflettere e ad abbandonare ogni aspetto ideologico. 

Attilio Dedoni (Riformatori) ha ribadito che l’intera legge è inutile. Basterebbe fare un unico articolo di rinvio alla legge nazionale. Nell’articolo 5 c’è un rimando puntuale alla legge nazionale. Ma è possibile – ha chiesto – legiferare in questo modo?  

Gianluigi Rubiu (Area Popolare sarda) ha sottolineato la lacunosità dell’articolo 5 che tratta di una materia importante come quella delle ristrutturazioni. 

Essendoci un solo emendamento soppressivo il presidente Ganau ha posto in votazione il testo dell’articolo.

Per dichiarazione di voto è intervenuto Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha dichiarato il voto contro. Siamo a uno snodo fondamentale – ha detto – perché stiamo entrando nella fase degli errori come vedremo anche nei successivi articoli. Questa   legge è una gabbia, una legge sbarra, una  legge pollaio. E’ impensabile continuare in questo modo.

Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto che con questo art 5 stiamo tornando ai tempi dell’azzeccagarbugli. Questo articolo è ingarbugliato,  anzichè rendere più chiaro il testo si concatenano leggi. Il povero cittadino cosa deve fare? Questo articolo va cassato. Perché non proviamo a riscrivere questo articolo 5 in maniera chiara?

Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha detto che l’articolo 5 è determinante. Ma la preoccupazione vera nasce dal fatto che ci possano essere libere interpretazioni.

Paolo Truzzu (Sardegna) ha espresso un voto favorevole all’emendamento soppressivo n. 245. Per il consigliere del gruppo Sardegna sarebbe necessario fare un passaggio in commissione.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna)  ha detto che il voto sull’articolo 5 è negativo. Questa legge è un guazzabuglio di norme affastellate anche male. Si tratta di un minestrone di concetti. Si sarebbe voluta la semplificazione ma si è raggiunto il risultato contrario.

Angelo Carta (Psd’az) ha detto che l’articolo 5 è il contrario della semplificazione. Non si capisce cosa c’è scritto. 

Gianluigi Rubiu (Area Popolare Sarda) ha espresso il voto favorevole sull’emendamento che sopprime l’articolo 5. Per rubiu questo articolo è poco chiaro. Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato il voto contrario all’articolo 5

Messo in votazione, l’articolo 5 è stato approvato.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’art.6 (Opere soggette a Segnalazione certificata di inizio attività) chiedendo al presidente della commissione Urbanistica Antonio Solinas il parere sugli emendamenti.

Solinas ha comunicato il parere contrario agli emendamenti n. 48, 49, 50, 51, 52, 58, 243, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 162, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 171, 172, 173, 434, 435, 453, favorevole agli emendamenti nn. 91 e 489; mentre  per il n. 25, 490 e 491 ha invitato i presentatori al ritiro. L’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu ha espresso parere conforme a quello della Commissione.

Ha quindi preso la parola il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), che dopo aver chiarito il significato politico della mancata partecipazione al voto sull’art.5 della minoranza, è entrato nel merito dell’art 6 manifestando forti perplessità: «E’ un articolo che introduce ulteriori elementi di confusione – ha detto Cherchi – in particolare quando affida, per gli interventi su superfici superiori a 25 mq, la supervisione al direttore dei lavori». Dubbi anche sulla sanzione di 500 euro per il mancato invio della dichiarazione di fine lavori. «La dichiarazione è obbligatoria – ha concluso il consigliere azzurro – il direttore si deve assume la responsabilità che non può essere sostituita da una sanzione».

Per Michele Cossa (Riformatori) «la norma in discussione è un passo indietro sul versante della semplificazione. La Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) rappresenta la traslazione della responsabilità dagli uffici tecnici al progettista. Da una parte diciamo che non serve un permesso a costruire e poi chiediamo tutti gli atti di assenso allo Sportello di inizio attività edilizia. Altro problema: stiamo andando a sopprimere l’articolo 15 della legge 23 che non prevede l’autorizzazione per le opere interne e quelle di manutenzione ordinaria. Questo rischia di creare ulteriori ostacoli».

Molto critico anche il giudizio di Luigi Crisponi (Riformatori). «Non si capisce perché si voglia correggere la legislazione nazionale che mette a disposizione dei cittadini gli strumenti per le migliorie nelle proprie abitazioni. L’art. 6, invece, appesantisce le incombenze di carattere burocratico. Perché si vuole intervenire su un articolato chiaro?».

Per Ignazio Locci (Forza Italia), il Dl 130 si adegua alla legislazione nazionale e non introduce elementi di semplificazione. «La Regione sta sperimentando lo sportello unico dell’edilizia in alcuni comuni dell’Isola. Con questa legge invece si rende ancora più complicato il quadro normativo in materia».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha invitato la maggioranza a riflettere sull’opportunità di andare avanti nella discussione: «Meglio riportare il testo in Commissione e provare a correggerlo – ha detto Tunis – altrimenti non ci resta altro da fare che resistere in Aula per impedire di approvare una legge dannosa per la Sardegna».

Un appello al buon senso ha invece rivolto all’Aula Alessandra Zedda (Forza Italia). «Il testo della legge non è chiaro, non si capisce se c’è una differenza tra il permesso di costruire e le manutenzione ordinarie. I regolamenti edilizi dei Comuni sono tutti uguali? Non è il caso di cominciare davvero un lavoro di semplificazione?».

Per Marco Tedde (Forza Italia) «la Scia trasferisce la responsabilità degli interventi edilizi ai cittadini e al progettista. L’istituto ha necessità di una rivisitazione ma, così come viene prospettata, la norma proposta dalla Regione non va in questa direzione». Tedde ha poi accusato la maggioranza di vassallaggio nei confronti del Governo nazionale. «La Regione sarda ha competenza esclusiva in materia urbanistica ma continua a scopiazzare e a fare pasticci. Il rischio è creare un corpo di norme difficilmente interpretabili e applicabili».

Secondo ill consigliere Christian Solinas (Psd’Az) l’articolo 6 introduce l’istituto della Scia nell’ordinamento regionale e rischia di ostacolare la riqualificazione dei centri storici. «Con questa norma viene meno la possibilità di chiedere l’autorizzazione edilizia per un tetto crollato, servirà un permesso di costruire perché la Scia non lo prevede. E’ un aggravio di costi che colpirà soprattutto i piccoli centri e non i grandi speculatori. Da una parte si propone la vendita a un euro delle vecchie case dei centri storici e dall’altra si impedisce di ristrutturarle. E’ una normativa complicata che rischia di bloccare la riqualificazione dei centri storici».

Concetto ribadito da Attilio Dedoni che ha chiesto norme più semplici in materia urbanistica.

Angelo Carta (Psd’Az) ha letto in aula l’appello rivolto dall’Ance al Consiglio per una modifica sostanziale del Dl 130. «Questa e altre organizzazioni di categoria avevano condiviso la prima proposta della Giunta, stravolta in seguito dalla Commissione.  Quel lavoro egregio fatto dalla Giunta è andato perduto – ha rimarcato Carta  –  perché non tornare su quel testo anziché imporre un provvedimento che potrebbe arrecare seri danni all’economia sarda».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro degli emendamenti n. 49, 51, 53 e 54. «E’ un segnale di apertura da parte nostra. Chiediamo però di discuterne in commissione. Apriamo un dialogo costruttivo che consenta trovare una soluzione condivisa». Rubiu è poi entrato nel merito dell’art. 6: «E’ una norma monca – ha detto il capogruppo di Aps – non comprende la CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata), strumento indispensabile per la semplificazione. Credo che sarebbe utile allinearsi alla legislazione statale».

Roberto Deriu, rispondendo al capogruppo  di Area Popolare Sarda, ha manifestato apprezzamento per il segnale di distensione arrivato dai banchi della minoranza. «E’ un passo in avanti – ha affermato Deriu – sugli strumenti non possiamo però concordare. Il rinvio del provvedimento in Commissione sarebbe un rallentamento. Meglio proseguire con i lavori a oltranza e individuare altri strumenti previsti dal Regolamento per ottenere gli stessi risultati».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che la normativa statale prevede la Scia solo per gli interventi straordinari, mentre per tutti gli altri richiede la Cila. «Questa semplificazione manca invece nell’art.6 che riporta all’interno della Scia interventi prima esclusi. Sono questioni importanti, si sta creando una sovrapposizione tra la legge 380 e la legge 23 del 1985 che creerà non pochi problemi interpretativi».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamento soppressivo totale n. 243 e soppressivo parziale n.157 che sono stati respinti dall’Aula.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.513. Il primo firmatario Christian Solinas ha spiegato il senso della proposta: « far transitare nella Scia i piccoli interventi nei centri storici». Solinas ha quindi chiesto un chiarimento alla Giunta e dato la disponibilità a un ritiro dell’emendamento.

Il presidente Ganau per consentire un approfondimento alla Giunta ha sospeso la discussione dell’emendamento n.513.

Si è quindi passati alla votazione dell’emendamento soppressivo parziale n.159 che è stato respinto.

Il presidente ha poi messo in votazione l’emendamento n.160 che propone l’esclusione dei muri di cinta e delle cancellate dalle opere soggette a Scia.

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale la norma in discussione «è ancora più restrittiva rispetto alla sperimentazione in atto in materia urbanistica avviata da alcuni Comuni della Sardegna».

A sostegno dell’emendamento n.160 ha preso la parola Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha manifestato la volontà di procedere verso la semplificazione in modo da consentire ai cittadini di ottenere piccole autorizzazioni senza rischiare di rimanere intrappolati nei labirinti della burocrazia».

Per Stefano Tunis (Forza Italia) la norma «sottopone al giogo della legge anche le operazioni più elementari. Ciò che dispiace è constatare che, nonostante la manifestazione di disponibilità da parte nostra, non c’è sensibilità da parte della maggioranza».

Gianluigi Rubiu, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha espresso contrarietà per la decisione della maggioranza di non accogliere la sua proposta di un rinvio in commissione del provvedimento. «E’ un dialogo tra sordi – ha detto Rubiu – a questo punto noi andremo avanti con la nostra battaglia. La minoranza è coesa, lavora in sintonia ed è pronta ad andare avanti a oltranza».

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto “dispiaciuto” per la mancanza di disponibilità da parte della maggioranza. «A questo punto andremo avanti con una ferma opposizione per impedire che venga approvata una legge dannosa per l’economia isolana».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il suo voto favorevole e ha invitato la maggioranza ad ascoltare i suggerimenti dell’opposizione: «eliminare i muri di cinta e le cancellate dall’elenco delle opere da sottoporre a Scia è un atto di buon senso».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha espresso forti critiche all’art.6. «si assimilano le rampe di accesso per i disabili agli ascensori esterni. Servirebbe l’intervento di un buon neurologo».

Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) « imporre la Scia per realizzare un muro di cinta o una cancellata è un paradosso cosi come non ha senso prevedere una segnalazione certificata di inizio attività per la realizzazione di rampe o ascensori esterni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni (Forza Italia) ha messo in evidenza l’atteggiamento di chiusura da parte della minoranza: «Vi rifiutate di correggere le aberrazioni che mettete in campo – ha detto Dedoni – siete chiusi in una gabbia».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore Cristiano Erriu per la replica. «L’art. 6 comprende opere di restauro e interventi conservativi che possono essere molto rilevanti – ha detto Erriu – in molti casi si tratta di interventi che non possono non essere sottoposti al permesso di costruire».

Erriu ha poi dato la disponibilità della Giunta a ragionare sugli incentivi per il restauro e il risanamento conservativo degli edifici dei centri storici in modo da ridurre i costi legati alla richieste di permesso. «Serve una norma finanziaria –ha detto Erriu – la Giunta valuta questa possibilità e pensa di individuare quali tipo di edifici prevedere nella Scia».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione emendamento n.160 che è stato respinto dall’Aula.

Sull’emendamento 161, soppressivo del comma 1 lettera e) dell’articolo 6, su cui c’è il parere contrario di giunta e commissione, è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha espresso un parere  molto critico.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) siamo davanti a degli “aborti legislativi” e a delle “scopiazzature”  per cui l’emendamento soppressivo deve essere approvato. Il comma così come è scritto non vuol dire nulla perché manca la parola “opere”.

Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha detto che su questa lettera e) ci sono molti dubbi di chiarezza. Stefano Tunis  (Forza Italia Sardegna) ha annunciato il voto a favore sull’emendamento 161. Luigi Crisponi (Riformatori sardi)  ha affermato che è assurdo prevedere  la Scia anche per l’installazione di un’altalena. Giuseppe Fasolino  (Forza Italia Sardegna) ha sottolineato che più si va avanti più si capisce quanto sia confusionaria questa legge. Angelo Carta (psd’az) ha annunciato il  voto favorevole sull’emendamento. Antonio Solinas (Pd)  ha presentato una serie di emendamenti orali anche – ha detto – su indicazione dell’opposizione. Mario Floris ha fatto rilevare che alcuni   emendamenti presentati confliggono con gli articoli successivi e ha chiesto chi valuta le copertura di spesa. Gianluigi  Rubiu (area popolare sarda) ha detto che questa legge è stata scritta con troppa fretta e ha proposto un altro passaggio in commissione. Efisio Arbau (Sardegna Vera) ha invitato tutti a tenere un  comportamento lineare e sereno. Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna)  ha ricordato che l’obiettivo è la tutela del patrimonio urbanistico. Non bisogna però arretrare. Quando e se questa legge sarà approvata i sardi non capiranno nulla. La procedura è macchinosa anche per installare una caldaia. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che molti emendamenti presentati dall’opposizione vogliono portare un minimo di saggezza in questa legge che attualmente è difficile da interpretare e  da capire ed è stata scritta copiando a casaccio.

L’emendamento è stato bocciato (sì 20, no 21).

Sull’emendamento 162 che intende sopprimere il comma 1 lettera f) dell’articolo 6 è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha detto che anche per le piccole opere dovrà essere presentata la Scia.  Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto che quelle prime aperture di credito che si intravedevano all’inizio della seduta sono svanite. Marco Tedde  (Forza Italia Sardegna) ha detto che questo emendamento va  votato a occhi chiusi perché è espressione del liberalismo.

Per Paolo Truzzu (Sardegna) gli emendamenti orali presentati da Antonio Solinas dovrebbero essere esaminati in commissione.

Gianluigi Rubiu (area popolare sarda) ha detto che il tema delle pertinenze è un tema difficilissimo che merita un confronto approfondito. Rubiu ha annunciato il voto favorevole all’emendamento 162.

Anche Angelo Carta (psd’az) voterà a favore dell’emendamento 162. Sugli emendamenti orali il consigliere Carta ha chiesto di averli per iscritto per poterli esaminare.

L’emendamento 162 è stato bocciato (presenti 49, votanti 49, sì 19, no 30).

Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 163 che propone la cancellazione della lettera g) del primo comma dell’art.6 e la conseguente esclusione degli impianti tecnologici dall’elenco delle opere da sottoporre a Scia.

 Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha parlato di atteggiamento di chiusura da parte della maggioranza: «Non si vuole dare un contributo di chiarezza. Le norme non danno certezze e lasciano campo al libero arbitrio».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) manca la volontà di fare qualcosa di originale che rappresenti la specificità sarda.  «Avete la stessa originalità di un fotocopiatore o di uno scanner –ha detto Tedde – il popolo sardo merita una rappresentanza parlamentare di altra caratura».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha contestato l’inserimento degli impianti tecnologici nell’elenco delle opere da sottoporre a Scia. «Stiamo parlando di attività che non hanno bisogno della procedura certificata».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni dopo aver espresso forti perplessità sul Dl 130 («scritto dietro specifico mandato») ha riformulato la richiesta al presidente Francesco Pigliaru di riferire in Aula sul progetto di ampliamento dell’inceneritore di Tossilo.

Christian Solinas (Psd’Az) ha invece chiesto una pausa di riflessione per approfondire il contenuto dell’articolo 6. «Serve capire se anche la semplice installazione delle caldaie a gas debba essere sottoposta a Scia».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) in merito alla lettera g) del primo comma dell’art. 6 ha detto di non avere dubbi sul fatto che la legge sia stata scritta bene. «Il testo che era arrivato in Commissione era un testo condivisibile, poi è stato modificato. Il nuovo introduce complicazioni e non se ne capisce il motivo. Servono modifiche».

Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’emendamento n.163 che è stato respinto con 29 voti contrari e 20 a favore.

L’aula è quindi passata all’esame dell’emendamento soppressivo parziale  n.164 che propone l’esclusione dalla procedura Scia delle  varianti a permessi di costruire già rilasciati a) che non incidano sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, b) che non cambino la destinazione d’uso e la categoria edilizia e non alterino la sagoma e non violino le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha definito “inaccettabile” la mancata previsione di tempi certi per i procedimenti. «Non è sufficiente richiamare le disposizioni generali, così si apre la porta a direttive, circolari e regolamenti che governano il procedimento amministrativo. Inammissibile che quando si presenta una pratica non si abbiano risposte in tempi brevi. ».  

Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) la normativa nazionale individua la possibilità di richiedere la Scia per varianti in corso d’opera che non modifichino i parametri urbanistici. «Ciò dà la possibilità, in caso di variazioni interne agli edifici, di procedere attraverso una Scia». Cherchi ha poi proposto al presidente Solinas di presentare un emendamento orale che escluda dalla Scia le demolizioni di opere.

Il presidente Gianfranco Ganau, tornato sul banco della presidenza, ha quindi sospeso i lavori e aggiornato la seduta alle ore 15.00.

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Il coordinamento cittadino di Sinistra Ecologia Libertà di Iglesias interviene oggi sull’urbanizzazione dell’area circostante l’istituto Baudi di Vesme che dovrebbe approdare a breve in Consiglio comunale.

«In materia urbanistica – scrive in una nota Gianluca Tocco – c’è una precisa differenza di compiti tra l’ufficio tecnico comunale e il Consiglio comunale e non ci deve essere subordinazione fra le due strutture, ma collaborazione e sinergia. A uno spetta la verifica della regolarità tecnica, all’altro la visione dello sviluppo della città e la difesa di questa visione. Un piano di lottizzazione tecnicamente ineccepibile può non soddisfare e talvolta collidere con la visione condivisa dello sviluppo; è in questa evenienza che emerge il ruolo solenne del Consiglio comunale e si disegna la storia e la crescita di una città. Per questo chiediamo al Consiglio di assumere appieno il suo compito quando esaminerà il Piano di lottizzazione dell’area circostante l’Istituto Baudi di Vesme.»

«Alla Commissione urbanistica – spiega Gianluca Tocco – è pervenuta la richiesta d’esame della variante al Piano di lottizzazione della zona di cui sopra. La parte vistosa dell’intervento consiste nella costruzione di 168 appartamenti monotipo in 4 edifici a torre e di un edificio per servizi di 15-500 mc. Le quantità, metri quadri e metri cubi, sono legittime, ma la tipologia, la collocazione, l’impatto sono quanto serve per lo sviluppo di quella parte della città? In una zona ad elevatissima densità di traffico (accesso a tre scuole e al Superstore Conad) si aggiungono un’eccezionale concentrazione di servizi (presumibilmente un altro centro commerciale più grande dell’attuale) e di residenze, col conseguente richiamo di ulteriore traffico mentre la viabilità rimane immutata e peggiora per l’inserimento di parcheggi a pettine lungo strada.»

«La ragione della ripartizione dei volumi fra residenziali (70%) e servizi connessi alla residenza (20%) – aggiunge Tocco – è quella di indurre al disegno di una città che si espande salvaguardando i caratteri di vivibilità; non ghetti dormitorio e centri commerciali, ma zone che replicano in piccolo la città con residenze che si alternano a uffici e servizi. Nella zona insistono tre Istituti di istruzione superiore e, per le opportunità offerte dall’attuale Piano regolatore, in continuità territoriale può essere unito un quarto Istituto, il Fermi. Questo consentirebbe la creazione di un campus scolastico con un’ampia area di pertinenza e la possibilità di creare servizi comuni: strutture sportive, biblioteche multimediali degne di tale nome, laboratori (la scuola futura senza laboratori è una finta scuola), sistemi di doposcuola, corsi alternativi ecc., tutte cose che nessun istituto potrà mai fare singolarmente. Il Piano strategico di Iglesias ha colto questa opportunità. Il piano di lottizzazione proposto rischia di perderla per sempre. E’ una città ben triste una città che non ha prospettive e non sa cogliere le opportunità.»

«Abbiamo un Piano regolatore di oltre 30 anni, studiato per sanare una situazione esistente complessa e compromessa. Entro il prossimo anno dovrebbe essere approvato il nuovo Piano urbanistico: anche esso dovrà in buona parte prendere atto di situazioni esistenti e sanarle ma allo stesso tempo ci saranno i margini per progettare Iglesias. Quindi, perché non provare già da ora a porre le basi per una idea diversa di città, a partire dalla progettazione di un quartiere residenziale? Chiediamo al nostro Consiglio di riflettere sul progetto, valutare tutte le migliorie possibili e pretenderle. In quella parte di città – conclude Gianluca Tocco – si possono porre le fondamenta (letteralmente, in questo caso) per un buon esperimento urbanistico che sani anche gli errori del passato e di una collaborazione tra pubblico e privato che non subordini gli interessi dell’uno a quelli dell’altro ma porti alle soluzioni migliori per le esigenze di entrambi.»

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