28 March, 2024
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E’ stato appena istituito, con voto del Consiglio comunale, che il contributo ambientale di soggiorno del comune di Sant’Antioco fa già discutere.

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E’ stato appena istituito, con voto del Consiglio comunale, che il contributo ambientale di soggiorno del comune di Sant’Antioco fa già discutere.

«Davvero pensiamo di risollevare una situazione morta da tempo istituendo come prima cosa una tassa ai danni dei turisti che scelgono Sant’Antioco come meta di vacanza già per l’imminente stagione 2018?» si chiede Massimiliano Grosso, operatore turistico antiochense.

«Credevo che fosse la sinistra l’unica a proporre tasse! Non facciamo altro che lamentare il fatto che vengano imposte nuove tasse, ci si è indignati non poco quando Soru propose la tassa di lusso, e la prima proposta che viene in mente ad un sindaco convintamente di destra è quella di tentare il miglioramento dell’offerta turistica istituendo una tassa che il turismo potrebbe invece penalizzarlo? – aggiunge Massimiliano Grosso -. Io lo trovo bizzarro, se non addirittura da incoscienti. Fra l’altro parliamo di una tassa che, per il fine che dovrebbe avere, è pensata pure male. Sì, perché se, come si è detto, si istituirà una tassa di soggiorno ai danni dei turisti che decideranno di soggiornare per più di una notte a Sant’Antioco, graziando invece coloro che pernotteranno qui per una sola notte, non si incentiveranno certo le persone a trattenersi per più notti da noi, li convinceremo solo che, per evitare di pagare l’obolo, una notte e via sarà più che sufficiente per vedere l’isola. E’ un dato noto a tutti gli operatori turistici che nei mesi di media e bassa stagione viviamo delle briciole di quel turismo itinerante che porta i visitatori a spostarsi da un punto all’altro della Sardegna, con l’obiettivo di vedere il più possibile in una settimana o dieci giorni. Imponendo una tassa a chi sceglierà di trattenersi per due o tre notti a Sant’Antioco, ridurremo ancor di più le possibilità che i turisti scelgano di trascorrere più di una notte da noi e potrebbe addirittura verificarsi che anziché decidere di utilizzare Sant’Antioco come punto di appoggio per vedere anche Calasetta, Porto Pino e altri luoghi limitrofi, gli stessi turisti sceglieranno di soggiornare proprio in queste località del circondario per farne un punto d’appoggio per visitare noi, con un incalcolabile danno economico per chi in quelle poche notti di bassa stagione ancora ci spera… E questo è da rimarcare e da non sottovalutare, soprattutto considerato il fatto che già oggi, visti i costi più bassi dei posti letto in aree come le vicine San Giovanni Suergiu e Matzaccara, ci sono turisti che affittano le case a poco costo nel circondario per poi trascorrere le giornate a costo zero sulle nostre spiagge…»

«Ma anche ammesso che l’istituzione di questa tassa possa avere un senso, abbiamo calcolato, dati alla mano, quanto si stima di ottenere, nel concreto, da questa manovra? Durante la riunione del 18 dicembre fra sindaco, assessore al bilancio e operatori del settore (a cui, però, vorrei rimarcare che, per una falla di comunicazione, erano presenti solo 8 operatori), è emerso un dato che parla di circa 60.000 euro – sottolinea ancora Massimiliano Grosso -. Si tratta di fatto di una cifra veramente irrisoria, con la quale non sarà possibile portare avanti i grandi interventi che la gente si aspetta. Ma anche laddove si puntasse sul discorso che “tutto può fare brodo”, mi fa specie, sinceramente, che un paese a cosiddetta vocazione turistica e una Giunta che nell’acronimo della sua lista elettorale annoverava la voce Turismo fra le tre più importanti, oggi decida, nel capitolo di spesa previsto per il triennio dal 2018 al 2021, di destinare al settore turistico poco più di 35mila euro all’anno su un totale di circa 20 milioni di euro (ne hanno speso quasi il doppio per i dieci giorni di manifestazioni natalizie, per intenderci, che per un’intera programmazione estiva!), salvo poi spacciare per genialata l’idea di recuperare i soldi volutamente destinati ad altro facendo pagare una tassa ai turisti che già pagano cifre esorbitanti per arrivare prima in Sardegna (non dimentichiamo che dal 2011 ad oggi il caro traghetti ha dirottato altrove circa il 70% delle presenze avute fino al 2010) e poi nel nostro territorio (mancando i collegamenti diretti a basso costo con l’aeroporto di Cagliari, il costo di un taxi grava ulteriormente sul bilancio della vacanza).»

«Quindi, dico SI alla tassa di soggiorno, ma dico NO ad attuarla oggi – conclude Massimiliano Grosso –, senza aver prima condotto uno studio adeguato sull’argomento che coinvolga seriamente tutti, e dico tutti, gli operatori del settore.»

 

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