28 April, 2024
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Riprendendo il grido d’allarme della Segreteria Regionale della UIL Sardegna, i Sindaci dell’Unione dei Comuni del Sulcis manifestano forte preoccupazione per la sola idea di perdere l’unico Punto nascite attivo sul territorio. Infatti, a motivo della graduale e costante riduzione delle nascite presso l’Ospedale CTO di Iglesias, il rischio di non rispettare i parametri posti dalla normativa nazionale di riferimento, appare sempre più concreto. Dai dati diffusi in questi giorni, emergerebbe infatti che nel corso dei primi sei mesi dell’anno, i parti presso il predetto Ospedale sarebbero soltanto 133. Un dato numerico, ben lontano da quello di 500 parti l’anno, che consentirebbe di ottenere almeno una deroga per la prosecuzione dell’operatività del Punto Nascite. Quando, in adempimento alla riforma sanitaria regionale, venne prima proposto e poi imposto il trasferimento del Punto Nascite dall’Ospedale Sirai di Carbonia al CTO di Iglesias, i Dirigenti Sanitari garantirono l’avvio di una serie di iniziative che avrebbero “portato” la sanità sul territorio anche al fine di consentire al reparto di trovare un adeguato numero di parti, necessario per la sua stessa sopravvivenza. In particolare, i Consultori e gli ambulatori di Ostetricia e Ginecologia, avrebbero dovuto essere aperti e/o potenziati presso le Case della Salute dislocate sul territorio. Ma così non è stato. I cittadini dal canto loro percepiscono il Punto Nascite di Iglesias come lontano per coloro che vivono nei paese più distanti, non sicuro a motivo del complessivo stato della sanità territoriale ed anche come inadeguato per l’assenza, ad esempio, del “parto indolore”. Conseguentemente, si assiste – anche per i parti – alla mobilità passiva verso i presidi ospedalieri pubblici e privati dell’area vasta di Cagliari. La situazione testé descritta rappresenta solo uno degli aspetti del totale fallimento della gestione sanitaria del nostro povero territorio. Il declino della qualità dei servizi sanitari offerti sul territorio, con particolare riguardo alle strutture ospedaliere di Carbonia ed Iglesias, appare quindi continuo ed inesorabile. Da queste brevi considerazioni, nasce l’appello pubblico dei Sindaci dell’Unione dei Comuni del Sulcis, rivolto al Presidente ed all’assessore della Sanità della Regione Sardegna affinché scongiurino la chiusura del Punto Nascite e, più in generale, si interessino con maggiore attenzione alle problematiche della sanità del territorio. Poiché il rammarico è veramente tanto, come direbbe qualcuno, la domanda nasce spontanea: «Se il Punto Nascite fosse restato presso l’Ospedale Sirai di Carbonia, i numeri dei parti sarebbero diventati comunque così esigui?».

Andrea Pisanu

Presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis

Il Sulcis Iglesiente con un tasso di natalità dello 0.97% ed una prospettiva di calo demografico del 25,5%, detiene un triste primato sui temi della denatalità e dello spopolamento. Il pericolo della chiusura dell’unico punto nascita del Sulcis Iglesiente, segnalato in data odierna dall’intervento della Segretaria Generale UIL Francesca Ticca, comprometterebbe gravemente il futuro di questo territorio poiché è noto che la materia sanitaria sia strettamente correlata ai dati demografici.

Dopo la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di lunedì 15 febbraio, convocata presso la sala polifunzionale di Carbonia, tra le criticità della sanità locale, è riemerso il tema dell’assenza del parto in analgesia. Da Villamassargia è così partita una mobilitazione che ha in primis coinvolto un centinaio di amministratori in tutta la Sardegna, professionisti ed associazioni di settore, e che nel giro di pochi mesi è approdata oltre mare.

L’Amministrazione di Villamassargia ha particolarmente a cuore la cura dell’infanzia, i temi del lavoro, dell’educazione e della parità di genere, portando avanti da alcuni anni ambiziosi progetti che hanno il valore di riportare al centro la persona e le famiglie, come il Polo 06 Ilaria Alpi (primo agrinido e agriasilo pubblico della Sardegna) e lo Sportello per la Famiglia. Per questo, ci stiamo battendo al fine di tenere sotto i riflettori il tema della sanità e dei servizi nel Sulcis Iglesiente, fino ad arrivare ad interessare teste importanti come BBC news, Nos news (la Rai olandese, ndr), The Guardian, The Observer, Internazionale e Rai Tre.

EVIDENTEMENTE NON BASTA: l’esponenziale riduzione del numero dei parti nel punto nascita di Iglesias, le difficoltà sul percorso nascita e l’accesso alla prevenzione (medicina di genere), soprattutto senza poter usufruire del parto indolore, rendono il nostro territorio la periferia dei servizi pubblici in Sardegna e ci obbligano a prendere posizione in difesa di questo servizio sanitario.

«L’immagine delle culle vuote riportata dal notiziario britannico BBC News è l’istantanea di un paese che invecchia, senza prospettiva di rinascita. Non è quello che vogliamo! Perciò mi appello al Presidente della Regione, ai rappresentanti politici tutti e agli organi competenti, all’ANCI e alle organizzazioni del territorio per fare fronte comune per ricostruire una sanità alla portata del cittadino, che dia il giusto valore alla qualità dei servizi sanitari e della medicina territoriale, e che ritengo essere ora una priorità per vincere la battaglia contro la denatalità e lo spopolamento. Da qui dipenderà il futuro del Sulcis Iglesiente.»

Debora Porrà

Sindaca di Villamassargia

Il Punto Nascite dell’ospedale CTO di Iglesias, l’unico del Sulcis Iglesiente, rischia seriamente la chiusura. I numeri dei parti annuali, soprattutto quelli registrati nei primi 6 mesi di quest’anno, lasciano poco spazio alle interpretazioni. Perché se è vero, come previsto dalle normative nazionali, che per ottenere una deroga (dal Ministero della Salute) per il mantenimento in funzione dell’importante servizio bisogna raggiungere quantomeno la fatidica soglia di 500 parti annuali, né l’anno scorso con 350 parti e né quest’anno si è riusciti e si riuscirà a centrare l’obiettivo. Da gennaio ad avantieri – 8 giugno, ossia nei primi 6 mesi del corrente anno, infatti, sono stati solo 133 i parti effettuati al Punto Nascite dell’ospedale di Iglesias; nel 2020, nel medesimo lasso di tempo (dal 1 gennaio all’8 giugno), si sono invece registrati 142 parti. Numeri insufficienti che mettono a serio rischio il proseguo del servizio che già a inizio anno aveva ottenuto dal Ministero una deroga per il proprio funzionamento ma che adesso, se si confermasse questo trend, potrebbe essere messa seriamente in discussione.

Un’ipotesi assolutamente deleteria, da scongiurare in qualsiasi modo. Tanto più in un territorio che da decenni patisce un progressivo depotenziamento dei propri servizi sanitari a causa di politiche non sempre attente ai bisogni reali dei cittadini, nonché ai fenomeni di depauperamento economico, sociale e demografico, oramai diffusi in ogni centro urbano. Non è un mistero, infatti, che dal 2011 al 2020, come ultimo anno preso come riferimento dall’Istituto di Statistica Nazionale per il censimento della popolazione residente, si sono registrati nelle comunità del Sulcis Iglesiente 8.170 abitanti in meno. Un progressivo calo dei residenti dovuto al saldo tra i deceduti e nuovi nati, e dunque dall’amplificarsi della denatalità e dall’emigrazione di tanti giovani verso altri lidi alla ricerca di nuove opportunità di realizzazione professionale.

Dati e contesto economico-sociale che incidono ovviamente anche sul progressivo calo nel numero dei parti. Allo stesso modo della mobilità passiva da parte delle partorienti verso altre strutture regionali. Sempre più donne, infatti, negli ultimi anni hanno scelto di non partorire nel Sulcis Iglesiente e di andare altrove. In parte perché dubbiose (dopo anni di pubblicità negativa, contrapposizione e delegittimazione pubblica dei servizi sanitari territoriali) sull’effettiva capacità della struttura di Iglesias di assicurare tutti i principali standard di sicurezza per se stesse e la salute dei propri figli, e in altra misura perché desiderose di avvalersi di importanti servizi, ad esempio, come quello del parto analgesico oggi assente all’ospedale CTO di Iglesias.

Un fenomeno, quello dell’insicurezza delle partorienti e della mancanza di adeguati servizi qualitativi, e dunque della mobilità passiva, che si è accentuato nel tempo a causa della mancata attuazione della precedente riforma sanitaria che aveva promesso di implementare e rafforzare i meccanismi della medicina territoriale e, soprattutto, di genere. Permettendo la nascita di servizi virtuosi decentrati per la presa in carico da parte di professionisti sanitari delle donne per tutto il percorso della gravidanza, direttamente nelle proprie comunità, e contestualmente il rafforzamento del Punto nascite con l’implementazione oltre che di importanti servizi come il parto analgesico, anche di tutti quegli strumenti (servizi, macchinari tecnologici, e reparti) indispensabili per garantire la totale sicurezza delle madri e dei propri figli, prima e dopo la nascita.

Per lunghi anni le promesse sono rimaste disattese e nel contempo è cresciuta la diffidenza. Soprattutto in quegli ambiti territoriali più periferici rispetto alla città di Iglesias, nei quali a suo tempo, nell’anno 2015, il trasferimento del reparto dall’ospedale Sirai al CTO non era stato accolto di buon grado.

Mettendo da parte il passato e qualsivoglia responsabilità pregressa, ora bisogna però reagire e trovare delle soluzioni: sia nel brevissimo termine per scongiurare ogni tentazione di chiusura, sia in prospettiva per costruire le migliori condizioni di accoglienza nelle strutture del territorio e invertire la tendenza alla mobilità passiva (che peraltro insiste su numerose altre fattispecie di prestazioni sanitarie). E in generale, in futuro, con politiche a più ampio respiro, magari sfruttando le enormi potenzialità del “piano nazionale di ripresa e resilienza” anche per invertire i fenomeni della denatalità e dello spopolamento.

Rivolgo, dunque, un appello a tutte le forze politiche e sindacali del territorio e della Regione a fare fronte comune su questa battaglia, per sollecitare il ministero della Salute a rinnovare la deroga al Punto nascite del CTO anche per gli anni a venire, in considerazione anche del particolare periodo di pandemia che viviamo e che, ovviamente, non può essere considerato ordinario e dunque affrontabile con le valutazioni e gli strumenti tradizionali.

Mi appello anche ai lavoratori del sistema sanitario territoriale, dagli operatori in campo fino a coloro che hanno responsabilità dirigenziali, affinché profondano sforzi ancora maggiori, rispetto a quelli già profusi, per preservare le strutture ospedaliere e garantire un’offerta sanitaria all’altezza delle aspettative dei pazienti e in generale dei cittadini del territorio. Poiché solo operando tutti nella stessa direzione si potrà preservare quello che è un bene di tutti e senza il quale lo stesso futuro del territorio verrà messo in grave discussione.

Contestualmente però è indispensabile che in questo lasso di tempo si dia concretamente e seriamente gambe alla ricostituzione dei servizi legati alla medicina territoriale. L’attuazione della nuova riforma, ancorché presenti diversi punti di criticità e non chiarisca tutti i dubbi, è un’importante occasione per invertire la tendenza e costruire nel territorio del Sulcis Iglesiente un’offerta sanitaria organica, diffusa e adeguata alle reali esigenze dei pazienti, a partire dal Punto Nascite. Ma non solo a esso ovviamente…

Francesca Ticca

Segretaria generale UIL Sardegna

Al quinto tentativo, il Carbonia è riuscito a “regalare” la gioia della prima vittoria al suo nuovo tecnico David Suazo. Ieri pomeriggio, sul manto erboso del Comunale di Villacidro, la squadra biancoblù s’è imposta sulla Vis Artena, terza forza del girone, giunta in Sardegna reduce da una serie negativa di ben cinque sconfitte consecutive.

2 a 0 il risultato finale, con doppietta di Roberto Cappai, al 34’ del primo tempo su calcio di rigore decretato per un fallo ai danni di Daniele Cannas, tra i migliori in campo, ed al 4’ della ripresa. Con questi due goal Roberto Cappai s’è riappropriato del primato solitario in testa alla classifica dei cannonieri, con 18 goal, uno in più della coppia formata da Gigi Scotto del Latte Dolce, ieri fermo per squalifica, e di Andrea Sivilla della capolista Monterosi e due rispetto a Victor Gomez dell’Insieme Formia. Per il raggiungimento di questo prestigioso primato, saranno decisive le partite dell’ultima giornata, il confronto Monterosi-Carbonia, in programma sabato pomeriggio, e l’impegno casalingo del Latte Dolce con il già retrocesso Giuliano.

La giornata di ieri ha registrato la vittoria del già tranquillo Lanusei sul campo della pericolante Torres, 3 a 2; il pareggio senza goal nell’altro derby tra Arzachena e Muravera; e, infine, il pareggio del Latte Dolce sul campo del Gladiator.

A 90’ dalla fine del campionato, restano da decidere sia la griglia delle quattro squadre ammesse ai playoff, con le sola Latine, ieri travolta 4 a 0 sul campo della Nocerina, e Savoia, impostasi 1 a 0 sul campo della pericolante Nola, già qualificate, e due posti ancora da assegnare tra Nocerina, Vis Artena e Insieme Formia, le prima due appaiate a quota 52 punti e la terza a 50. Domenica si giocano lo scontro diretto Vis Artena-Nocerina e Latina-Insieme Formia.

In coda, già retrocesso il Giugliano, in tre cercheranno di evitare la seconda retrocessione: Torres e Afragolese, appaiate a quota 31 punti ed il Nola un punto dietro. La Torres giocherà a Muravera, l’Afragolese in casa con la tranquilla Arzachena ed il Nola a Lanusei, reduce dal successo di Sassari. Negli scontri diretti, in caso di arrivo a parità di punti, la Torres è avvantaggiata nei confronti di entrambe.

Sono 19 i casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 3.932 test eseguiti (0,48%).

Salgono a 56.956 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.330.921 tamponi.

Non si registrano nuovi decessi (1.481 in tutto). Sono 87 (-7) le persone attualmente ricoverate in ospedale in area medica, 5 (-1) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.041 e i guariti sono complessivamente 43.342 (+90).

Sul territorio, dei 56.956 casi positivi complessivamente accertati, 14.913 (+10) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.667 (+2) nel Sud Sardegna, 5.161 a Oristano, 10.934 (+3) a Nuoro, 17.267 (+4) a Sassari.

«Nel dibattito parlamentare sosterremo di mantenere il blocco dei licenziamenti per le aziende che operano in settori in crisi. E’ un punto di mediazione che proponiamo, con cui teniamo conto del fatto che ci sono comparti sui quali la crisi ha impattato più pesantemente, e sono quelli in cui dobbiamo continuare a sostenere i lavoratori. E’ giusto avere fiducia nella ripresa economica ma guai a considerare danni collaterali accettabili la perdita di posti di lavoro. Nel ritorno alla normalità si dovrà vigilare per evitare che la fase di transizione si presti a operazioni di ristrutturazione che sarebbero pagate solo dai lavoratori.»

Lo ha detto la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd), illustrando la posizione del partito in Parlamento sui licenziamenti.

Sono 37 i casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 3.868 test eseguiti (0,96%).

Salgono a 56.937 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.326.989 tamponi.

Si registrano 2 nuovi decessi (1.481 in tutto). Sono 94 (-6) le persone attualmente ricoverate in ospedale in area medica, mentre resta invariato il numero dei pazienti (6) in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.104 e i guariti sono complessivamente 43.252 (+109).

Sul territorio, dei 56.937 casi positivi complessivamente accertati, 14.903 (+13) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.665 nel Sud Sardegna, 5.161 a Oristano, 10.931 (+5) a Nuoro, 17.263 (+19) a Sassari.

I carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Iglesias hanno denunciato a piede libero un geometra 21enne di Carbonia, sorpreso alla guida della propria auto in evidente stato di ebbrezza alcolica, accertata mediante utilizzo dell’etilometro in dotazione al reparto procedente con un tasso alcolemico pari a 1,69 mg/litro alla prima prova e 1,56 mg/litro alla seconda prova. I carabinieri hanno provveduto all’immediato ritiro della patente di guida del giovane che è stato deferito all’autorità giudiziaria per quanto attiene agli aspetti relativi alla guida in stato di ebbrezza alcolica e alla Prefettura di Cagliari per quanto concerne la patente di guida e i procedimenti amministrativi che ne conseguono.

Un operaio 44enne di Perdaxius è stato denunciato a piede libero dai carabinieri di Giba, indiziato del reato di guida sotto l’influenza dell’alcool. L’uomo, il 5 giugno scorso, attorno alle ore 20.30, è stato fermato in via Porto Pino, alla guida della propria autovettura Mercedes classe A in maniera pericolosa come riscontrato dai carabinieri, sottoposto ad accertamento mediante etilometro, è risultato essere positivo con un tasso alcolemico superiore al limite consentito. A seguito di tali verifiche gli è stato ritirato il documento di guida ed il mezzo è stato sottoposto a sequestro amministrativo.

A seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ed alle conseguenti difficoltà economiche manifestate da gran parte della cittadinanza, l’Amministrazione comunale di Carloforte, relativamente all’imposta municipale propria nuova IMU 2021, e in particolare alla scadenza del versamento della rata in acconto prevista per il prossimo 16 giugno, per andare incontro alle esigenze di tutti i contribuenti che hanno registrato difficoltà economiche, con deliberazione del Consiglio comunale dello scorso 1 giugno 2021, ha disposto la non applicazione di sanzioni ed interessi in caso di versamento dell’acconto della nuova IMU 2021 entro e non oltre il 30 settembre prossimo.

Per tutte le necessaria informazioni, i contribuenti potranno contattare l’Ufficio Tributi del Comune.