16 April, 2024
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L’Ufficio circondariale marittimo di Sant’Antioco ha ritrovato una Boa Cardinale in metallo alla deriva nel golfo di Palmas

Il 26 settembre, a seguito di segnalazione ricevuta dalla Sala Operativa dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, da parte di un privato cittadino, personale militare imbarcato in servizio di guardia sulla Unità SAR CP 812, su disposizione del Comandante, ha proceduto ad effettuare una ricognizione nello specchio acqueo antistante la località Is Pruinis, oggetto di segnalazione, ove a circa 1 miglio nautico dal porto di Sant’Antioco, in posizione LAT. 39°01’,316 N LONG. 008°28’,231 ed ha individuato una Boa Cardinale metallica di colore giallo galleggiante alla deriva. Da un primo accertamento è stato rilevato che il predetto segnalamento non riportava nella parte superiore alcun miraglio o altra sovrastruttura atta ad identificarne l’originaria funzione. Successivamente, viste le rilevanti dimensioni del galleggiante, circa 2 metri di diametro per 2 metri di altezza, e stimato il notevole peso dello stesso, il personale militare operante ha ritenuto impossibile operare il rimorchio in sicurezza della Boa fino al suddetto sorgitore. Pertanto, d‘intesa con il Comando, visto anche il sopraggiungere della sera, si è proceduto a richiedere l’emissione di un avviso urgente ai naviganti in merito alla presenza in mare del pericoloso ostacolo. In data 27.09.2022, su disposizione del Comandante, è stata organizzata un’ulteriore uscita della stessa motovedetta, operante con un’altra unità da rimorchio del Gruppo Ormeggiatori Portoscuso – Sant’Antioco – Calasetta, resasi prontamente disponibile a fornire ausilio per il rimorchio in porto del segnalamento. Le suddette operazioni, iniziate alle ore 11.10 sono avvenute sotto la direzione della motovedetta CP812 e terminate alle ore 13.00 con l’alaggio in banchina del galleggiante per mezzo di una gru portacontainer in servizio presso una locale impresa portuale. Da un’osservazione più accurata al suolo, sulla boa non è stato individuato alcun segno distintivo o targa matricolare che potesse attestarne l’originaria funzione, la provenienza o il luogo di origine. Altresì è stato rilevato che la stessa fosse verosimilmente in immersione da lungo tempo, visto il notevole volume dello strato di organismi ivi attaccati nella sua parte immersa. Vincolata alla base della struttura è stata ritrovata una pesante catena di circa 10 metri che ne frenava abbondantemente il moto in deriva sotto effetto delle correnti.

Il Comando di Guardia Costiera di Sant’Antioco, in considerazione che il pesante manufatto costituisse, già nell’immediato, un reale e concreto pericolo per la sicurezza della navigazione, e non da ultimo al fine di consentire l’uscita dal porto in totale sicurezza della M/N Capucine, ivi all’ormeggio, ha riconosciuto la massima priorità all’intervento di recupero e messa in sicurezza, le cui operazioni sono state compiute con grande tempismo e professionalità da parte di tutti i militari operanti in mare e a terra, del personale del gruppo ormeggiatori, e da parte dell’impresa portuale resasi prontamente disponibile alle operazioni di alaggio.

 

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