8 May, 2024
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Giornata conclusiva alla miniera di Montevecchio – Cantiere di Levante per la Festa della Letteratura Bimbi a Bordo 2023

Giornata conclusiva alla miniera di Montevecchio – Cantiere di Levante per la Festa della Letteratura Bimbi a Bordo 2023. Tra i vari interventi di questa mattina, da sottolineare quello della Professoressa Laura Marchetti che, nel suo vastissimo e prestigioso curriculum, vanta anche l’appartenenza al Collegio degli esperti della Regione Puglia. La professoressa ha intrattenuto il pubblico della Festa con una piacevole discettazione sulla complessità del momdo e della realtà, che è poi il sottotitolo del Festival, ideato appunto per indirizzare i bambini a ragionamenti sofisticati, complessi e interconnessi, che scendano in profondità e non si arrendano a stare sulla superficie. Laura Marchetti ha parlato inoltre della complessità del reale e del mondo culturale, rispetto alla semplicità manichea davanti alla quale ci pone l’artificio della tecnologia. Ha concluso poi il suo intervento con un interessante passaggio sul Manifesto della educazione naturale.

«Sono profondamente contraria agli attuali metodi di insegnamento, per esempio. I ragazzi sono bombardati di schemi, di risposte chiuse che prevedono una risposta secca e semplicistica, che banalizza il ragionamento complesso che si dovrebbe, al contrario, stimolare. Siamo tutti bombardati di schemi, di griglie, di mappe concettuali. Sono convinta che ci voglia coraggio ad andare contro i metodi moderni e affermare che si debba ragionare come ci ha insegnato, per esempio, il mondo del teatro.»

La professoressa ha proseguito dicendo che «abbiamo costruito spiagge artificiali per paura di annegare in mare, abbiamo rinunciato alla nostra memoria naturale per quella artificiale di un cellulare o di un pc, ci siamo impigriti nell’osservazione del mondo, della sua complessità: ovvero, le sue infinite possibilità di interconnesione, dove è necessario avere occhi e testa per vedere che la poesia e la matematica non sono assolutamente saperi distanti tra loro, ma sono anzi profondamente legati. E’ necessario capire che noi stessi siamo natura, facciamo parte del mondo animale e del paesaggio nel quale siamo immersi. Non è altro da noi, come banalmente ci capita di concepirlo. La dimostrazione palese sta anche nelle stesse fiabe.

Il paesaggio nel quale viviamo ci influenza inevitabilmente: nel modo di pensare, parlare, agire, sentire. I luoghi più belli che ho visitato hanno, e non è un caso, una produzione meravigliosa di fiabe: non esiste un fiume senza una storia affascinante, un bosco senza uno stuolo di fate e folletti. Ecco perché la fiaba è una grande narrazione ecologica: ci racconta di luoghi che esistono o sono realmente esistiti: dunque il paesaggio influenza la narrazione fiabesca e la fiaba conserva/cristallizza il paesaggio». 

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