18 May, 2025
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FIOM, FIM e UILM nazionali e territoriali chiedono alle Istituzioni di conoscere il futuro delle fabbriche e delle produzioni intorno a cui orbita il mondo degli appalti metalmeccanici a Portovesme

Mercoledì 23 aprile, presso il MIMIT, si è tenuto il secondo incontro per discutere del futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dell’indotto del polo industriale di Portovesme. «Era presente questa volta anche la Confindustria sarda ma, inspiegabilmente, erano assenti i due assessori del Lavoro e dell’Industria della regione Sardegnahanno scritto in una nota le segreterie nazionali e territoriali FIOM, FIM e UILM -. Incontro ritenuto fondamentale, alla vigilia dello stesso, per dare prospettive occupazionali all’indotto e alle prospettive di ripartenza e non solo, delle fabbriche più importanti del Sulcis Iglesiente.»

«Abbiamo chiesto alla Regione Sardegna, ma non ancora ottenuto, la mappatura completa delle aziende ed il numero dei lavoratori coinvolti nell’area industriale di Portovesmeaggiungono le segreterie nazionali e territoriali FIOM, FIM e UILM ; auspichiamo che nel prossimo incontro ci possa essere fornito un quadro complessivo per determinarne anche la dimensione occupazionale. Per ottenere garanzie, è però necessario mettere in sinergia le Istituzioni, nazionali e locali, e la politica e lavorare in modo tale da realizzare progetti credibili per la rioccupazione delle Lavoratrici e dei Lavoratori: occorre immaginare una visione industriale di prospettiva legata alla transizione energetica ed al recupero ambientale, anche in funzione di una “mirata” riqualificazione dei lavoratori. A tal proposito diventano ancora più importanti, ma non esaustive, le rassicurazioni ottenute dal MIMIT e dall’assessorato al Lavoro per le risorse degli ammortizzatori sociali, attraverso lo strumento delle politiche attive, a patto che siano uno strumento transitorio per arrivare a rioccupazioni certe. Diventa quindi fondamentale conoscere sin dal prossimo incontro, fissato il 29 maggio 2025, il futuro delle fabbriche e delle produzioni nel territorio intorno a cui orbita il mondo degli appalti metalmeccanici: Alluminio, Zinco Piombo Litio, la produzione di energia ed il riciclo dei fumi di acciaieria sono state infatti dichiarate strategiche da tutte le parti politiche e istituzionali. Su ognuna di queste c’è un alone di incertezza, un quadro incerto in cui gravitano quasi 900 lavoratrici e lavoratori dell’indotto Portovesme Srl, 309 dei quali costretti già oggi in regime di ammortizzatore sociale, i quali, unitamente a quelli dell’indotto di Enel e di SiderAlloys, meritano una risposta in tempi rapidi.»

«Per queste ragioni, si chiede alle istituzioni tutte, il massimo impegno possibile, ma in particolare agli assessorati del Lavoro e dell’Industria, nonché alla regione Sardegna, si chiede un immediato cambio di rotta per costringere le aziende a rispettare le dichiarazioni di rioccupazione e di rilancio del territorio, che le lavoratrici ed i lavoratori meritano e si sono conquistati con iniziative e scioperi», concludono le segreterie nazionali e territoriali FIOM, FIM e UILM.

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