Segreterie territoriali FIOM FSM UILM: «Glencore, dopo 25 anni di presenza in Italia, conferma che le produzioni si faranno in altri paesi»
Con le dichiarazioni fatte il 2 ottobre Glencore ha finalmente gettato la maschera e dimostrato che le preoccupazioni dei metalmeccanici, avanzate da quando è arrivato l’attuale amministratore, erano esatte. Infatti, il disegno di ridurre gli appalti, inglobare le lavorazioni, aumentare la concorrenza tra appalti e lavoratori avevano un doppio disegno, ben definito:
1) puntare agli appalti al massimo ribasso;
2) introdurre il tarlo della poca convenienza a produrre in Italia. Alcuni gravi sviluppi congiunturali, hanno aiutato la Glencore a portare avanti queste scelte, la più importante e vantaggiosa (per loro), è stato il forte indebolimento del costo energetico durante la pandemia; periodo sfruttato dalla multinazionale per rinunciare alle condizioni vantaggiose esistenti, per entrare nel mercato libero energetico; salvo poi chiedere nuove condizioni energetiche migliorative, non appena la pandemia andava i risolversi, portando con sé, il nuovo incrementi energetici, costi ritenuti dalla Glencore insostenibili per la continuazione produttiva. Cosi, mentre il costo energetico saliva a dismisura, tutti i nodi sono venuti al pettine…. Chiusura del polo piombo, apertura degli ammortizzatori sociali, fuoriuscita di gran parte dei lavoratori (in quattro anni si passa da 1.500 agli attuali poco più di 300).
In questo lungo periodo ci era parso di comprendere che le istituzioni tutte, avessero un solo obiettivo: garantire le produzioni definite strategiche e di conseguenza l’occupazione; quindi, tutti contro la decisione della multinazionale come dichiarato dai ministri e dalla regione ai cancelli il 27/12/2024.
Invece, il 2 ottobre le dichiarazioni del ministro Urso hanno colto tutti sorpresa: la Glencore non ha responsabilità, ha fatto una scelta legittima, ha favorito le visite di possibili interlocutori che di buon ordine hanno deciso di ritirarsi; non solo… ritengono molto importanti gli sviluppi sul litio e sui possibili depositi temporanei di materie critiche. Ci sentiamo presi in giro dalle dichiarazioni in totale controtendenza rispetto al passato. In quanto all’uscita dei possibili interlocutori, riteniamo inverosimile, trovare alternative che puntino al solo rilancio della linea elettrolitica, ossia la parte che Glencore dichiara di non essere conveniente, per mantenere l’attuale produzione attraverso i fumi di acciaieria e nel frattempo proseguire gli studi sul litio. e su nuovi bacini di stoccaggio, di materie critiche rare utili per il resto del paese. Studi della quale non siamo a conoscenza di nulla, tantomeno ne è a conoscenza l’assessorato all’ambiente, come dichiarato il 2 ottobre, se non attraverso la presentazione di due paginette.
In poche parole si rinuncia definitivamente alle produzioni di cui lavoratori sono professionalmente preparati, per puntare a nuovi rifiuti. Si perdono un migliaio di posti di lavoro, mandando a gambe all’aria le imprese ed i lavoratori degli appalti, già stremati dalla cassa integrazione non incentivata.
Il consuntivo di questi cinque incontri al MIMIT per il Sulcis, non credo che possa essere ritenuto soddisfacente. Alle difficoltà annunciate di Glencore, SiderAlloys e Eurallumina, non sono state impresse le dovute accelerazioni E a queste crisi si aggiunge l’imminente chiusura della centrale, con altri centinaia di lavoratorə destinati a perdere il posto di lavoro.
L’assemblea e le OO.SS. condividono le preoccupazioni espresse dal nuovo Presidente della Provincia e dal Sindaco di Portoscuso, e di coloro che dichiarano che si sono persi 10 mesi, chiedono altresì ai Ministri e alla Regione di tornare laddove avevano fatto delle promesse a garanzia del lavoro, per far comprendere in quale modo la politica, intenda superare le difficoltà conseguenti a tali scelte, che salveranno pochi posti di lavoro.
FIOM, FSM e UILM, attenderanno impazienti gli sviluppi che devono essere affrontati con urgenza, tuttavia nel proclamare lo stato di agitazione del settore metalmeccanico, non escludono iniziative di lotta.
Segreterie territoriali FIOM FSM UILM





















































































































































