5 December, 2025
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La vita va così… riflessioni sul film di Riccardo Milani

Stiamo seduti, attoniti, mentre le inquadrature si aprono sulla visione di una spiaggia magnifica, e subito percepiamo il messaggio panteistico che, attraverso tutti i sensi, colpisce la nostra immaginazione. No, non è invenzione, non è frutto di intelligenza artificiale, è proprio la spiaggia più bella del mondo, bagnata da un mare con cui neanche il cristallo più puro può osare di rivaleggiare, quanto a trasparenza! Ecco, possiamo ben dire che abbiamo davanti una manifestazione della Natura che in nulla si è discostata, nel corso dei millenni, da ciò che doveva essere agli albori del Creato: e agli albori di un’era senza tempo ci sentiamo felicemente trasportati! Visione che, fra poco sapremo, insieme a stupore incantato sa generare, in un contrasto stridente di intenzioni e progetti, appetiti che poco hanno a che fare con la generosa magnificenza della Natura. E le inquadrature seguenti, veritiero corollario alla vicenda narrata, riprendono la realtà di un umile furriadroxu, accendendo la nostra curiosità sul perché di una tale dimora: il rifugio di un pastore che opporrà un coriaceo rifiuto alla blandizie di ricompense che farebbero crollare la resistenza di chiunque. Ma non di Efisio, forte di sentimenti che sovrastano ogni pur allettante tentazione! Ed è su una trama fatta di Bellezza, di legami primordiali, di attaccamento alle propri radici, che si snoda un racconto felice nel contenuto e negli intenti comunicativi. Un racconto su cui molto ha inciso la sensibilità del regista, un artista che ha sentito la necessità di dare la giusta veste ad una vicenda tanto dirompente e troppo discussa in apparenza, ma mai analizzata, con la dovuta attenzione, nelle profonde implicazioni sociali che, eppure, un ruolo trainante lo avevano ricoperto in tutto lo svolgersi degli eventi…

Ed ora eccoci qui, affascinati da un film che parla di una storia dei nostri giorni, una storia che contrappone la Bellezza incontaminata di un luogo da sogno alla mera speculazione, figlia di una cupidigia senza limiti morali, ma ben travisata sotto le mentite spoglie di provvidenziali interventi, portatori di benessere per tutti. Una vicenda che non smette di colpire ed impressionare negativamente chi del progresso – ma cosa è il progresso? – ne fa un vessillo di conquista sociale e di avanzamento economico, ravvisando in essa la manifestazione più retriva di chi al progresso antepone un sentimentalismo cocciuto e, per di più, controproducente per sé ed il prossimo. Senza saper, o voler, leggere nelle pieghe nascoste di un animo che, invece, sa rivelare profondi valori morali a chi in quelle pieghe sa guardare. E che, tutti insieme, si riassumono in una frase potentissima e dirompente, inaspettata da parte di un pastore abituato alla solitudine ed al silenzio di una vita ogni giorno uguale a se stessa, quel “La Bellezza è Bellezza perché è di tutti…” che diventa un autentico messaggio corale di democrazia e di uguaglianza di diritti. Un film, dunque, che invita alla riflessione, pur in molto ben costruite situazioni che suscitano riso e partecipazione divertita – esilarante la battuta “Sulcis in fundo!”- in cui il regista ha saputo dipingere la realtà di una comunità presa “tra due fuochi”- bravissimi gli uomini e le donne del posto nel ruolo di attori ed attrici, oltremodo credibili nella loro spontaneità recitativa! – e drammaticamente resa permeabile alla attrattiva di un futuro diverso dal presente. E nel contrapporsi di sentimenti e stati d’animo, con indiscutibile capacità di narrazione, ha reso eloquenti persino le reazioni più intime che un pudore ancestrale da sempre impedisce di manifestare se non con apparente, cruda rudezza. Come quel categorico diniego, ripetuto e ripetuto…
Lucia M. Tanas

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