16 December, 2025
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L’Unione dei Comuni Arcipelago del Sulcis si è aggiudicata 800mila euro per la realizzazione della struttura “Hub” del Centro per la famiglia attivo nell’ambito del Plus, Piano Locale Unitario Dei Servizi alla Persona, che sorgerà nel Comune di Sant’Antioco grazie alla riqualificazione dei locali ex mensa della scuola primaria di via Bologna. Un passo importante che contribuisce al rafforzamento dei servizi che stanno prendendo forma nel Plus dell’Arcipelago, istituito recentemente e all’interno  del quale rientrano i comuni di Sant’Antioco, Carloforte e Calasetta, quali “Home Care premium” o “Includis”.

«Oltre al finanziamento per l’infrastruttura commenta il presidente dell’Unione dei Comuni, Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco sono in corso i lavori di coprogettazione con gli Enti del terzo Settore del territorio, per promuovere un sistema coordinato di servizi di contrasto alla povertà e di supporto alle famiglie ed ai servizi socio educativi territoriali delle tre comunità protagoniste del Plus Arcipelago del Sulcis, per un finanziamento complessivo di 450mila euro. Servizi e opportunità che verranno distribuiti nei tre Centri, con il comune denominatore di migliorare il benessere dei propri cittadini.»

Il Centro per la Famiglia, in coerenza con il modello nazionale siglato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, costantemente monitorato dalla Direzione delle Politiche Sociali della Regione Sardegna, è immaginato come uno strumento volto a rafforzare il sistema dei Centri quali punti di riferimento per le famiglie. In particolare si tratta di uno strumento altamente flessibile per adattarsi ai diversi bisogni territoriali ma, nel contempo, in grado di fornire indicazioni comuni a livello nazionale per favorire il necessario raccordo fra i diversi territori, aumentare la coerenza e la sistematicità delle azioni da porre in essere, anche in una logica sinergica.

Il Camping La Salina Calasetta difende il primato a Ozieri, la Scuola Basket Miners Carbonia cerca il riscatto con la Sirius Pall. Nuoro. L’ottava giornata del girone del campionato di serie C di basket maschile propone impegni importanti alle due squadre sulcitane, sabato 15 novembre, alle 18.30.

La squadra di Simone Frisolone, in grande forma, guida la classifica con 10 punti insieme al Basket Sant’Orsola, con una partita in meno giocata, avendo già riposato alla prima giornata. Dopo la sconfitta subita all’esordio sul campo dell’Olimpia Cagliari (83 a 77), ha infilato cinque vittorie consecutive, le ultime due nel derby di Carbonia (98 a 62), e in casa con il Basket Antonianum Quartu Sant’Elena (89 a 82). I nuovi giocatori si sono inseriti rapidamente nel nucleo confermato dalla passata stagione e il roster appare oggi assai competitivo per competere con le squadre che puntano al salto di categoria.

La squadra di Michele Matteu dopo l’ottimo avvio che l’ha vista centrare due vittorie e andare molto vicina almeno ad altre due, a Sassari con il Sant’Orsola e a Ozieri con la Demones, perse entrambe di tre punti dopo essere stata a lungo in vantaggio, sta vivendo un periodo difficile, con quattro sconfitte consecutive (a Ozieri e Quartu, in casa nel derby con il Calasetta e a Sassari con la Dinamo). La più pesante è stata sicuramente il derby con il Calasetta, iniziato bene con un largo vantaggio (17 a 4), ma proseguito male e terminato malissimo con uno scarto di ben 36 punti. Deliperi e compagni sono chiamati al riscatto nel difficile incontro casalingo con la Sirius Pall. Nuoro.

La Sardegna è tra le regioni con i redditi pensionistici più bassi d’Italia: l’importo medio mensile delle pensioni si attesta a 867 euro, contro una media nazionale di 1.020 euro, con ampie disparità tra le aree urbane e le zone interne. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalla Uil che fotografia la preoccupante condizione dei pensionati sardi.
Oltre il 63% delle pensioni erogate nell’Isola è inferiore ai 1.000 euro mensili, con un’incidenza particolarmente elevata nelle province del Sud Sardegna e di Nuoro, dove le pensioni minime rappresentano la maggioranza. A ciò si aggiunge l’effetto del caro vita, che in Sardegna a causa dei maggiori costi legati all’insularità erode ulteriormente il potere d’acquisto reale dei pensionati.
«La situazione che emerge dal nostro studio spiega la segretaria generale della UIL Sardegna, Fulvia Murruconferma quanto denunciamo da tempo: i pensionati sardi vivono una condizione di forte disagio economico. Chiediamo al Governo e alla Regione di intervenire con misure concrete per sostenere i redditi più bassi e ridurre il divario con il resto del Paese. Serve una riforma strutturale che tuteli le pensioni e rafforzi il welfare regionale, a partire dai servizi sociosanitari.»
Secondo la Uil, è necessario potenziare la perequazione automatica e introdurre un coefficiente di compensazione territoriale che tenga conto del maggior costo della vita nelle regioni insulari. Allo stesso tempo, serve rilanciare il potere d’acquisto e i consumi interni, anche attraverso una fiscalità più equa per i redditi da pensione.
«La Sardegna – conclude Fulvia Murruha bisogno di una politica che metta al centro le persone e non solo i numeri. Difendere i pensionati significa difendere la coesione sociale e il futuro della nostra comunità.»

Il 14 novembre, al Teatro Electra di Iglesias, la città renderà omaggio al grande pianista Bruno Canino con un concerto che inaugura la X Rassegna Itinerari Musicali dell’Identità, organizzata dall’associazione culturale La Casa Rosa. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’assessorato della Cultura del comune di Iglesias, Fidapa BPW Italy – sezione di Iglesias e il Comitato Quartiere Castello.L’evento, patrocinato dal Comune di Iglesias, dalla Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna e dal Consiglio Regionale della Sardegna, si inserisce nel programma del Festival Internazionale della Lettura Sociale “Diverso”, sostenuto ai sensi della L.R. 20 settembre 2006, n. 14, art. 21, comma 1, lett. m) – Progetti di promozione della lettura e festival letterari di interesse regionale e nazionale, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport.
Sul palco del Teatro Electra si esibiranno Bruno Canino e l’Orchestra Giovanile della Sardegna, diretta da Raimondo Mameli.In programma: Concerto sinfonico in fa minore di Johann Sebastian Bach. Concerto n. 12 in la maggiore, K.414 di Wolfgang Amadeus Mozart
Completeranno la serata l’ouverture da L’Armida immaginaria di Domenico Cimarosa e un Concerto grosso di Alessandro Scarlatti: un itinerario musicale tra l’eleganza barocca e la luminosità del classicismo.

La Fondazione Dessì porta nelle scuole di VIllacidro una selezione di cortometraggi tratti da Visioni Sarde e altri due laboratori del progetto Nuovi linguaggi dell’immaginario, dal magico mondo dei burattini alla scrittura creativa.

Da sempre impegnata a stimolare le nuove generazioni con proposte culturali mirate, la Fondazione Dessì offre alle scuole villacidresi nuovi spazi di incontro e attività: dal progetto Nuovi linguaggi dell’immaginario, realizzato con il contributo di Fondazione di Sardegna, alla visione di cortometraggi, selezionati da Visioni Sarde.

Il progetto Nuovi linguaggi dell’immaginario, realizzato con il contributo di Fondazione di Sardegna, mira a stimolare creatività, cultura e partecipazione civile tra bambini e ragazzi, proponendo laboratori di scrittura creativa, fumetto, teatro, giornalismo e ambiente, guidati da professionisti dei vari settori. Attraverso esperienze pratiche, le iniziative favoriscono il confronto tra i partecipanti e arricchiscono le comunità con la formazione di giovani capaci di raccontare il mondo con parole, segni e idee nuove, superando le difficoltà comunicative legate all’imperante predominio dei social e dei ritmi digitali.

Il progetto è promosso dalla Cineteca di Bologna e gode dei contributi della Regione Autonoma della Sardegna tramite Fondazione Sardegna Film Commission. La partecipazione di circoli FASI in Italia, capofila il “Sarda Domus” di Civitavecchia e di quelli all’estero ha costruito un ponte tra i sardi della diaspora e la terra d’origine.

Preso atto della richiesta della ASL 7 SULCIS Iglesiente, ai sensi dell’art. 37 dell’ACN per la Medicina Generale 2024 e successive modificazioni ed integrazioni è indetta una manifestazione d’interesse per il conferimento urgente di un incarico provvisorio di medico di Medicina Generale presso la ASL SULCIS Iglesiente, per l’Ambito 1.6 del Distretto di Carbonia – Comune di Sant’Anna Arresi, per effetto della cessazione anticipata di incarico provvisorio con decorrenza 26/08/2024.

I medici interessati devono far pervenire la propria domanda compilata sul modello allegato, assieme a copia di un documento d’identità, entro le ore 14.00 del 26/08/2024 esclusivamente tramite PEC all’indirizzo: medconvenzionata.aslsulcis@pec.aressardegna.it .

In assenza di candidature alla scadenza indicata, il presente avviso sarà considerato aperto e i medici interessati potranno presentare la domanda fino al conferimento dell’incarico provvisorio al primo avente diritto o fino alla cessazione della condizione di carenza dell’assistenza rappresentata dalla ASL e comunque non oltre i sei mesi dalla data di pubblicazione dell’avviso sull’Albo Pretorio on line di Ares Sardegna.

L’incarico decorrerà presumibilmente dal 2/09/2024 sino al conferimento dell’incarico definitivo e non potrà comunque avere durata superiore ai 12 mesi.

 

Sono ufficialmente aperte le iscrizioni al Challenge Forte Village Sardinia 2026, una delle tappe più spettacolari del circuito internazionale Challenge Family.
L’appuntamento è fissato per sabato 24 e domenica 25 ottobre 2026, nella straordinaria cornice del Forte Village Resort, sulla costa sud-occidentale della Sardegna.
Fino al 31 dicembre 2025, le iscrizioni potranno beneficiare di tariffe promo e proposte dedicate anche per il soggiorno all’interno del Resort, riservate agli atleti e ai loro accompagnatori.
Il tracciato gara è attualmente in fase di definizione nei dettagli, ma confermerà il format collaudato delle edizioni precedenti, mantenendo le sue caratteristiche distintive: nuoto, ciclismo e corsa, in uno dei tratti più suggestivi della Sardegna. Come da tradizione, spiagge di sabbia bianca, acque cristalline e macchia mediterranea saranno protagoniste in un percorso che attraversa l’entroterra e il litorale, toccando i territori di Santa Margherita di Pula, Domus de Maria, Teulada e Sant’Anna Arresi, tra saliscendi collinari e spettacolari tratti costieri.
Con partenza e arrivo all’interno di un resort, il Challenge Forte Village Sardinia offre una configurazione logistica unica nel suo genere, che consente agli atleti di vivere la gara in un contesto di assoluta efficienza e comfort.

L’Iglesias è tornata imbattuta da Villasimius, dove è finita 1 a 1, l’Atletico Uri ha superato il Tempio 1 a 0, nelle partite di andata delle semifinali della Coppa Italia di Eccellenza. Le finaliste scaturiranno dalle partite di ritorno in programma mercoledì 26 novembre.

La partita di Villasimius ha registrato le emozioni e i goal nel finale. La squadra di Giampaolo Murru s’è portata in vantaggio all’82’ con un goal del capitano Edoardo Piras, quella di Antonio Prastaro ha pareggiato 5′ dopo, con un goal di Abre Yanick Beugre. L’Iglesias, scesa in campo inizialmente con Alberto Piras e Antony Cancilieri al posto di Fabrizio Frau e Nicolas Capellino per un mini turn over, ha confermato di attraversare un ottimo periodo di forma ed ora già guarda al campionato che domenica la vedrà impegnata in casa con il Buddusò; il Villasimius ha reagito dopo la netta sconfitta di Carbonia. Al ritorno l’Iglesias avrà il vantaggio del fattore campo ma per raggiungere la finale dovrà comunque vincere, perché in caso di parità, con qualsiasi punteggio, la qualificazione si deciderà ai calci di rigore senza passare attraverso i tempi supplementari.

La partita di Uri è stata decisa da un goal realizzato dall’ex Carbonia Nicolas Ricci al 67′. La qualificazione resta aperta e nella partita di ritorno presumibilmente il tecnico del Tempio Giuseppe Cantara schiererà la miglior formazione, dopo aver fatto riposare ieri alcuni titolari.

Al Direttore de LA PROVINCIA DEL SULCIS IGLESIENTE

Gentilissimo Direttore, con intento proattivo e per ristabilire una corretta informazione, Le chiedo ospitalità per controbilanciare alcune argomentazioni pubblicate sul suo giornale a firma dr. Mario Marroccu.

Per quanto ci riguarda, infatti, nel passaggio su “infermieri” e “caposala” sono poste all’attenzione dei lettori una serie di considerazioni superate, e non da oggi, dai tempi e dai fatti.

Che gli infermieri siano distinti in base alla formazione in laureati e diplomati è un falso storico.

Con il DM 739/1994 Profilo Professionale dell’Infermiere è sancita l’equipollenza del titolo regionale con il diploma universitario abilitante e abrogata la denominazione “professionale”.

Con il D.M. 509 del 3 novembre 1999 anche il diploma universitario viene riqualificato in laurea triennale.

Con la legge n. 251 del 2000 del 10 agosto si definiscono i titoli equipollenti al diploma di laurea come validi per l’accesso ai master infermieristici e ai corsi universitari formativi per accedere a funzioni di dirigenza infermieristica.

Senza distinzione alcuna, la formazione per diventare infermiere in Italia è quindi triennale universitaria e il titolo che ne consegue è Dottore in Infermieristica.

Gli studi possono proseguire con una Laurea Magistrale (due anni), Master di I livello o Master di II livello, o un Dottorato di Ricerca.

Obsoleta e decontestualizzata appare anche la suggerita risoluzione della carenza di professionisti sanitari infermieri, testuale «in realtà l’ospedale può risolvere il problema della carenza di personale assumendo le funzioni di scuola infermieristica e generare infermieri diplomati e anche OSS».

I desiderata sono finanche legittimi, ma un ritorno al passato con le scuole infermieristiche di stampo regionale non potrà fortunatamente realizzarsi.

Stucchevole, inoltre, sempre testuale che «i nuovi infermieri diplomati e laureati, acquisiscono le capacità della professione pratica imitando gli infermieri professionalmente più anziani posti ad uno scalino gerarchico più elevato. E’ necessario che anche tra di essi esista una rigorosa gerarchia in cui il capo è tenuto alla verifica costante della qualità delle prestazioni assistenziali e abbia autorità disciplinare e premiante».

Prendiamo in ultimo le distanze dall’assunto, ancora testuale che «l’infermiere Capo sala di un reparto di degenza è il capo di tutti gli infermieri della stessa Unità operativa. Deve avere competenza organizzativa e autorità professionale e disciplinare su tutto il personale infermieristico. La sua autorità gli deriva direttamente dal primario».

Le professioni infermieristiche e di coordinamento non sono ferme al “DPR 27 marzo 1969, n. 128 Ordinamento interno dei servizi ospedalieri”.

Nel 2025 sono termini desueti CAPOSALA e PRIMARIO, sostituiti infatti dai più moderni e attuali COORDINATORE INFERMIERISTICO e DIRETTORE DI STRUTTURA COMPLESSA.

Il Coordinatore Infermieristico non ha una autorità professionale e disciplinare sul personale e che gli deriva direttamente da terzi.

Il coordinatore infermieristico gestisce e organizza il personale e le attività all’interno di un’unità operativa, assicurando l’efficienza del servizio: è l’architetto del sistema assistenziale e deve saper bilanciare efficienza, umanità e competenza.

Tanto ritenevo di condividere con Lei e con i suoi lettori.

FIRMATO IL PRESIDENTE DELL’ORDINE Graziano Lebiu

La vicenda del decesso di una donna avvenuto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia ha portato ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica le criticità del sistema sanitario pubblico, determinato soprattutto dalla gravissima carenza di personale che manda sistematicamente in affanno i reparti, talvolta ne provoca la chiusura, e crea enormi problemi al sistema dell’emergenza-urgenza.

I Direttori dei Pronto Soccorso della Regione Sardegna hanno inviato una nota all’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, ai commissari straordinari delle Aziende sanitarie locali e ospedaliere della Sardegna, ai presidenti degli Ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Sardegna e alle principali sigle sindacali della dirigenza medica e del Comparto sanità, contenente «precisazioni in merito alle recenti accuse e rappresentazioni mediatiche sul funzionamento dei Pronto Soccorso regionali».

«Con ferma indignazione ma altrettanta compostezza istituzionale, i Direttori dei Pronto Soccorso della Regione Sardegna intendono esprimere piena solidarietà e vicinanza alla collega coinvolta nella recente vicenda mediatica di Carbonia, relativa alla gestione di un caso di frattura di femore, impropriamente utilizzato per muovere accuse contro il sistema dell’emergenza-urgenza regionalescrivono o Direttori dei Pronto Soccorso della Regione Sardegna -. Fin da subito vogliamo ribadire che la difesa della collega è la difesa di tutti noi. Ogni Direttore di Pronto Soccorso, ogni medico, ogni infermiere che opera quotidianamente nei reparti dell’emergenza, riconosce in questa vicenda se stesso, le proprie difficoltà e il proprio senso di responsabilità. Difendere una collega significa difendere l’intera categoria di professionisti che, giorno e notte, sorreggono un sistema che si regge sul loro sacrificio, sulla loro dedizione e sulla loro tenacia. Esprimiamo, inoltre, cordoglio per la morte della paziente. Ogni perdita rappresenta una ferita per la comunità sanitaria e un dolore condiviso: indipendentemente dall’età, dalle condizioni o dalle patologie, la morte di una paziente è sempre una sconfitta – professionale, umana e di sistema. La solidarietà manifestata a una professionista colpita dall’esposizione mediatica non è un gesto di categoria, ma un atto di giustizia verso chi ha agito nel rispetto della propria missione, in un contesto organizzativo che ogni giorno mette alla prova l’intero sistema sanitario.»

«Ancora una volta, si assiste allo sdegno improvviso e tardivo di chi, pur conoscendo perfettamente le criticità strutturali del sistema, sceglie di puntare il dito contro l’unico presidio che non chiude mai: il Pronto Soccorso aggiungono i Direttori dei Pronto Soccorso -. E’ doveroso ricordare che il Pronto Soccorso rappresenta la porta d’ingresso dell’intero sistema sanitario, ma non ne è il punto di arrivo. I tempi di attesa, i ritardi nei ricoveri e le difficoltà di gestione dei pazienti non sono il frutto dell’inefficienza dei professionisti che vi operano, bensì l’effetto diretto di una rete ospedaliera in sofferenza, dove i presidi periferici – spesso collocati in aree disagiate – sono costretti quotidianamente a confrontarsi con:

  • l’assenza o la ridotta disponibilità di reparti specialistici;
  • la cronica carenza di posti letto nei presidi Hub;
  • la mancata applicazione delle delibere e delle normative regionali che impongono ai centri di riferimento di accogliere i pazienti provenienti dagli Spoke periferici.

In questo contesto, ogni trasferimento diventa una battaglia quotidiana, ogni ricovero un negoziato, ogni decisione clinica un atto di responsabilità che si compie spesso in solitudine, tra urgenze simultanee e risorse ridotte all’essenziale.

A tutto questo si aggiunge una piaga che da anni affligge il sistema sanitario: il boarding, ovvero la permanenza prolungata in Pronto Soccorso di pazienti già valutati e in attesa di ricovero. Un fenomeno tanto frequente quanto inaccettabile, che trasforma i Pronto Soccorso in reparti di degenza forzata. Ci troviamo spesso a gestire pazienti per giornate o addirittura settimane, in condizioni di sovraffollamento che mettono a rischio la sicurezza, la dignità e la qualità delle cure. Il boarding non è una responsabilità dei medici o degli infermieri dell’emergenza: è il sintomo di un sistema che non riesce più a garantire il proprio flusso di presa in carico, e che scarica sul Pronto Soccorso l’intera disfunzione organizzativa dell’assistenza ospedaliera.»

«Chi opera nei Pronto Soccorso conosce bene cosa significhi prendersi carico di pazienti in barella, in attesa di un posto letto che non si libera maisottolineano i Direttori dei Pronto Soccorso -. Eppure, nonostante tutto, il personale continua a garantire assistenza, dignità e sicurezza, spesso oltre ogni limite umano e professionale. Siamo stanchi di assistere a campagne mediatiche superficiali e offensive, che trasformano in colpevoli coloro che ogni giorno sorreggono, con abnegazione e competenza, un sistema che altrimenti collasserebbe. Se davvero si vuole cambiare qualcosa, si inizi ad applicare con rigore le regole esistenti, a far rispettare le reti Hub & Spoke, e a riconoscere il valore e il sacrificio di chi lavora nei Pronto Soccorso.»

«Il caso di Carbonia non è un’eccezione: è la fotografia quotidiana di una realtà che tutti conoscono, ma pochi hanno il coraggio di denunciareconcludono i Direttori dei Pronto Soccorso della Regione Sardegna -. Con dignità e fermezza, respingiamo ogni accusa infondata e riaffermiamo il nostro impegno a tutelare i pazienti, ma anche i professionisti che ogni giorno difendono, nel silenzio e nel sacrificio, il diritto alla salute di tutti.»