28 April, 2024
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Stamane il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le nuove norme sul servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello.+, in forma gratuita o attraverso una contribuzione dell’utenza.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere della Lega Ignazio Manca ha esposto un grave episodio accaduto il 2 settembre scorso alla Sardegna Arena in occasione della partita Cagliari-Inter della quale si è parlato molto, ha ricordato, per le presunte frasi razziste contro un giocatore della squadra ospite. «E’ passato sotto silenzio invece, ha protestato Ignazio Manca, quando accaduto proprio nel settore degli ospiti, da dove sono stati rivolti alla tifoseria sarda cori razzisti ed è stato poi diffuso sul canale “you tube” un video con ulteriori contenuti offensivi nei confronti dei sardi.»

Il presidente ha fatto notare al consigliere Manca che il suo intervento non può rientrare fra quelli ammessi sull’ordine dei lavori, ma può diventare oggetto di una interrogazione o di una interpellanza. Successivamente ha sospeso la seduta convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto il rinvio alla seduta di domani dell’esame della la mozione n. 67 (Giagoni e più) con la quale si chiede il referendum abrogativo delle leggi elettorali per l’elezione dei componenti della Camera e del Senato con metodo proporzionale. La proposta, in base al regolamento, deve essere messa ai voti.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha criticato duramente la richiesta di rinvio, anomala perché in capigruppo è stata respinta una richiesta di inversione dell’ordine del giorno; si tratta di una scorrettezza politica che crea un precedente grave e pericoloso e stravolge la prassi consiliare.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha osservato che la seduta del Consiglio si è rivelata del tutto improduttiva, a causa prima di un’accelerata sulla mozione seguita da una frenata della quale non si capisce il perché.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che sarebbe utile per il Consiglio capire le ragioni della sospensiva. E’ vero, ha aggiunto, che regolamento dice che sulla proposta di rinvio ci si debba pronunciare a favore o contro ma occorre comunque una motivazione e spetta alla maggioranza evitare di andare avanti in maniera caotica cambiando radicalmente opinione in pochissimo tempo.

Il consigliere Eugenio Lai di Leu ha parlato di lavori condotti in uno stato confusionale, aggravato dall’andamento della conferenza dei capigruppo che si è conclusa respingendo la proposta di inversione dell’ordine del giorno, salvo il successivo ripescaggio della stessa con una richiesta di sospensiva. Lai, infine, ha chiesto al presidente Michele Pais di chiedere scusa al capogruppo del M5S Desirè Manca per le espressioni usate durante la conferenza, che ha definito «parole fuori luogo ovunque siano pronunciate, dentro e fuori il Consiglio».

Il presidente Pais ha chiarito che da parte sua non c’è stato nessun intento offensivo, perché non mi è mai riferito alla collega Manca ma ad un contesto più generale. Tengo nel massimo conto, ha proseguito, il rispetto delle persone e dei ruoli come patrimonio di tutta l’Assemblea, anche se riconosco che a volte la politica ci porta a fare discorsi concitati dai quali però non si possono estrapolare frasi particolari per strumentalizzarle. Se poi dovessi aver sbagliato come può capitare che succeda a tutti ed anche a me, ha concluso, sono pronto a chiedere scusa.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca, premettendo di non aver concordato nulla con il collega Lai che comunque ha ringraziato, ha detto di aver ascoltato con curiosità la risposta del presidente, dal quale accetta le scuse.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha tenuto a precisare che la richiesta di rinviare l’esame della mozione risiede nell’importanza della stessa proposta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la richiesta di rinvio che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli, 24 contrari ed 1 astenuto.

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione generale sul secondo punto all’ordine del giorno: la Proposta di legge 46/A (Lai e più) “Norme per favorire il servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello, in forma gratuita o attraverso una contribuzione utenza”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della Seconda commissione, Alfonso Marras (Riformatori sardi), il quale in apertura del suo intervento ha spiegato come questa legge sia importante perché fa chiarezza sui dubbi posti da tanti amministratori locali. “La proposta di legge in discussione è stata licenziata all’unanimità nella seduta della Seconda Commissione permanente del 18 settembre 2019. La Commissione ha preliminarmente audito l’Anci – ha affermato Marras – che ha denunciato la situazione di forte incertezza normativa, nella quale si trovano gli enti locali, per quanto concerne le modalità di determinazione della quota di partecipazione, dovuta dalle famiglie, per l’accesso ai servizi di trasporto degli alunni della scuola dell’obbligo e la possibilità di prevedere la totale gratuità del servizio. La Commissione ha iniziato l’esame della P.L. n. 46 nella seduta del 18 settembre 2019, nel corso della quale, dopo l’illustrazione del provvedimento da parte del proponente, ha sentito l’Assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. La Commissione ha condiviso le preoccupazioni dell’Anci e ritenuto urgente intervenire, con una norma regionale, al fine di chiarire la possibilità per gli enti locali di determinare, con delibera motivata, la quota di partecipazione delle famiglie al servizio di trasporto scolastico, prevedendo, onde ne ricorressero le condizioni, anche la gratuità. La Commissione ha proposto un emendamento all’articolo 1 con il quale estende la misura alla scuola dell’infanzia e subordina l’intervento alla necessità del rispetto dell’equilibrio di bilancio. La Commissione, all’unanimità, ha approvato gli articoli della P.L. 46 così emendati. L’articolato – ha aggiunto – non è stato inviato alla Commissione Finanze per il parere di competenza in quanto la norma non comporta oneri per il bilancio regionale. Stante l’importanza delle misure approvate in Commissione, e i tempi stretti a disposizione, auspica una rapida e condivisa approvazione da parte dell’Aula”.

Il presidente della Seconda commissione ha ringraziato i proponenti e tutta la Commissione per il lavoro fatto, auspicando un’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale.

E’ quindi intervento il capogruppo della Lega, Dario Giagoni. L’esponente della maggioranza ha chiesto di poter aggiungere alla proposta di legge la firma di tutti i consiglieri della Lega, sottolineando che il partito che rappresenta è pienamente concorde con il testo in esame. “Ringraziamo il presidente della Seconda commissione, la minoranza e tutti quelli che hanno lavorato per questa legge importantissima”, ha detto, che detterà le linee guida che faranno finalmente chiarezza dopo i pareri della Corte dei conti, “che stabiliva che ai Comuni non fosse consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto scolastico”. Disposizioni, ha aggiunto Dario Giagoni, che hanno messo in agitazione le famiglie che ne usufruiscono, preoccupate di dover aggiungere costi per garantire ai propri figli la possibilità di frequentare la scuola. Un diritto, quello all’istruzione, ha ricordato, garantito dalla Costituzione. Giagoni ha affermato che in Sardegna, secondo i dati Istat dello scorso anno, la dispersione scolastica è al 21,2 per cento, ben 7 punti in più rispetto alla media nazionale. Il capogruppo della Lega ha anche ricordato come interventi come questo siano necessari anche per combattere lo spopolamento delle zone interne e dei piccoli centri.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al primo firmatario del provvedimento, Eugenio Lai (Leu). L’esponente della minoranza ha voluto ringraziare il presidente della Seconda commissione per la sensibilità politica, così come tutti i commissari che, con questa legge, hanno dato la priorità ai diritti delle famiglie al loro diritto allo studio dei più piccoli. Lai ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento dell’Anci e dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu. Con questa normativa, ha continuato, si supera il parere della Corte dei Conti del Piemonte, che attribuiva il costo dei trasporti completamente a carico delle famiglie e si dà certezza giuridica alle Amministrazioni. Si tratta di un provvedimento che consentirà alle famiglie di non accollarsi le spese di trasporto scolastico e che permetterà a tutti i ragazzi di frequentare le scuole dell’obbligo con più certezze e senza costi. Lai ha affermato che si tratta di una legge importante anche per combattere per l’abbandono scolastico.

Salvatore Corrias (Pd) è intervenuto per confermare la bontà della proposta di legge in esame, che colma un vuoto sotto il profilo giuridico e normativo. Per Corrias il trasporto scolastico è un servizio importante per la comunità e per i piccoli centri ed è importante che, con questo testo, si chiariscano i compiti e in capo a chi sono gli oneri del servizio. Il consigliere ha espresso preoccupazione per i dati della dispersione scolastica e dello spopolamento e ha auspicato che il Consiglio approvi una legge sul diritto all’istruzione.

Il capogruppo dell’Udc, Gian Filippo Sechi, ha ricordato che il problema si è creato per la mancata approvazione “della norma salva scuolabus”, prevista nel decreto che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare ad agosto. Sechi ha ricordato che l’assessore Andrea Biancareddu ha provveduto a inviare una circolare esplicativa i primi giorni di settembre e che l’approvazione di questa proposta di legge darà certezze agli amministratori che ancora avevano dubbi. Sechi ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri dell’Udc e ha auspicato un voto favorevole unanime da parte dell’Aula.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che il tema in esame è molto importante e ha creato serie preoccupazione da parte di molti sindaci. L’esponente della maggioranza ha sottolineato la celerità con cui l’assessore Andrea Biancareddu ha predisposto la circolare esplicativa dell’11 settembre, che ha dato più tranquillità agli amministratoti. L’approvazione della proposta di legge, a cui Piga ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri del suo partito, è comunque necessaria per fugare ogni dubbio e per dare maggiore garanzia al diritto allo studio.

Emanuele Cera (FI) ha ringraziato per il senso di responsabilità il presidente Marras, la Commissione, l’assessore Andrea Biancareddu e il presidente del Consiglio Michele Pais per il lavoro svolto che dà certezze giuridiche agli amministratori e tranquillità alle famiglie. Cera ha anche ricordato il positivo intervento dell’Anci e ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi sui dati della dispersione scolastica.

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto chiedendo di aggiungere le firme dei consiglieri del gruppo del Psd’Az, sottolineando che questa è una legge fortemente voluta da tutti i partiti e che, quindi, si può definire una legge di tutto il Consiglio regionale.

Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato la piena condivisione di questa legge da parte del suo gruppo e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri Progressisti. L’esponente della minoranza ha ricordato l’importanza del diritto allo studio per i bambini della scuola infanzia e dell’obbligo e ha esortato tutti i Gruppi a ricordarsene quando si parlerà di dimensionamento scolastico. Caddeo ha voluto richiamare i colleghi sulla necessità di garantire diritti uguali a tutti i piccoli alunni, sia che vivano in grandi o in piccoli centri. Oltre ai numeri, ha continuato, bisogna riflettere sulle caratteristiche evolutive in queste fasce di età delle bambine e dei bambini e sulla necessità di rispettare i loro tempi per il riposo e il gioco.

Aldo Salaris (Riformatori sardi), a nome del gruppo, si è detto soddisfatto per questa proposta di legge e ha chiesto di sottoscriverla a nome di tutti i consiglieri del gruppo. Anche Angelo Cocciu (capogruppo Forza Italia) si è detto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto con questa proposta di legge e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri del suo gruppo.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu, il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla scrittura della legge, dal proponente a tutti i commissari. L’assessore ha ricordato che la Costituzione, all’articolo 34, recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso (32)”. E ha sottolineato che la stessa Costituzione dispone che l’istruzione è obbligatoria e gratuita e si è meravigliato che la Corte dei Conti abbia dato un parere difforme da quanto stabilito in Costituzione. Per Andrea Biancareddu non era necessaria una legge apposita, ma si è detto comunque soddisfatto per l’obiettivo raggiunto e ha annunciato il voto favorevole.

L’Aula ha quindi votato il passaggio agli articoli (46 sì), l’articolo 1 (48 sì), 2 (50 sì e 1 astenuto) e 3 (51 sì) all’unanimità.

Il presidente Pais ha messo poi aperto la votazione finale del testo che ha avuto il via libera all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha chiesto di discutere la Mozione n. 67 (Giagoni e più) visto che era stata approvata la Proposta di legge 46/A. Il presidente Michele Pais ha spiegato che la richiesta di sospensiva, approvata dal Consiglio regionale, prevedeva il rinvio alla seduta di domani e che non aveva la possibilità di modificare una decisione presa dall’Aula.

Michele Pais ha quindi sospeso la seduta. I lavori sono ripresi nel pomeriggio.

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«Una grande soddisfazione la forte partecipazione di sindaci, assessori e consiglieri comunali dei territori del Mejlogu, Goceano, Logudoro, Coros a sostegno della battaglia per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione», questo il commento a caldo di Aldo Salaris, coordinatore e consigliere regionale dei Riformatori Sardi, partito che prima di altri ha portato avanti l’iniziativa che ha poi coinvolto in maniera trasversale tutte le forze politiche della Sardegna.
Aldo Salaris ha lanciato l’appello al quale hanno risposto i sindaci di Bonorva, Bono, Thiesi, Cossoine, Semestene, Ardara, Torralba, Bonnanaro, Semestene, Banari, Bessude, Borutta, Cheremule, Pozzomaggiore, Padria, Ploaghe, Nughedu San Nicolò, Romana, Ittireddu. Insieme questa mattina a Bonorva per un incontro sul tema dell’insularità.
«Essere un’Isola ci porta a sostenere costi altissimi per i trasporti come anche per l’energia; lo Stato non può pensare di non compensare questo gap su infrastrutture e servizi. I nostri conterranei scappano ed il fenomeno dello spopolamento sta diventando una piaga inarrestabile. Roma non può continuare a fare la furba – conclude Aldo Salaris – ci spettano i soldi per coprire lo svantaggio naturale derivante dall’insularità!»

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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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«Il sangue è un importantissimo tessuto non riproducibile in laboratorio che può salvare la vita di molte persone, assicurare una vita migliore ai pazienti talassemici e garantire l’attività all’interno delle strutture sanitarie.»
Aldo Salaris, coordinatore e consigliere regionale dei Riformatori Sardi, interviene su un problema molto sentito in Sardegna, quello della donazione e successiva raccolta del sangue. «In Sardegna sono necessarie mediamente 110.000 sacche di sangue all’anno, ma se ne raccolgono solamente circa 80.000 di cui 40.000 arrivano grazie al lavoro dei volontari», spiega Aldo Salaris che, conti alla mano, evidenzia la spesa di 5 milioni di euro di risorse regionali per importare il sangue da altre regioni italiane, così da coprire il fabbisogno sardo.
Il consigliere regionale rileva che «solo il 3% dei sardi è donatore di sangue e sarebbe necessario incrementare la raccolta sul territorio, attraverso una maggiore operatività che potrebbe garantire soltanto l’AVIS con le 176 sedi presenti in Sardegna. Il sangue è necessario per i malati di talassemia, patologia molto diffusa nella nostra Isola, ma anche per chi affronta un intervento chirurgico, per chi è vittima di un incidente, per i malati tumorali e per le donne che subiscono un parto problematico. Negli ospedali non si deve arrivare allo stato di emergenza, tanto da dover lanciare appelli alla popolazione che spesso creano confusione e intasano i centri trasfusionali». «Per questi motivi ritengo sia da implementare l’operatività del sistema di raccolta del sangue in Sardegna valorizzando il lavoro delle associazioni che, con impegno e sacrificio, riescono a compensare le carenze del sistema; di questo intendo interessare l’Assessorato Regionale dell’Igiene e Sanità, che sono sicuro provvederà, affinché si possano destinare ulteriori risorse finalizzate alla raccolta del sangue sul territorio», conclude il coordinatore regionale dei Riformatori Sardi.

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Il tema dell’insularità e degli svantaggi che frenano lo sviluppo economico e sociale della Sardegna non abbandona l’azione politica dei Riformatori sardi. Il gruppo consiliare ha presentato questa mattina una nuova iniziativa finalizzata al superamento del gap infrastrutturale con le regioni più ricche della penisola. L’attenzione, questa volta, si concentra sul digital divide, il divario digitale che in Sardegna è più sentito che altrove e rappresenta un punto fondamentale della battaglia sull’insularità.

«Non è solo una questione tecnica – ha spiegato il consigliere regionale Michele Cossa – la Sardegna è nel gradino più basso della scala nazionale dell’infrastrutturazione digitale, condizione indispensabile per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Per questo abbiamo presentato una mozione urgente in Consiglio che chiede un intervento della Giunta per consentire alla Sardegna di allinearsi alle regioni più avanzate d’Europa. Negli anni scorsi sono stati spesi 140 milioni di euro per la posa e il collaudo della fibra ottica. Ora si tratta di attivarla e di renderla fruibile soprattutto nelle aree più marginali dell’Isola. In Sardegna ben 310 comuni su 377 sono inseriti in ultima fascia tra le zone individuate dal Mise come più appetibili per i mercati.»

Concetto condiviso dal coordinatore dei Riformatori di Cagliari Giacomo Fantola: «Una buona infrastrutturazione digitale è un ottimo strumento per combattere il fenomeno dello spopolamento delle zone interne il digital divide è strettamente connesso ai diritti civili e di cittadinanza».

La mozione depositata in Consiglio regionale segue una proposta di legge per il rilancio delle zone interne presentata nei giorni scorsi dal Gruppo dei Riformatori sardi: «E’ un documento strettamente collegato a quella iniziativa e al tema dell’insularità – ha detto il coordinatore regionale Aldo Salaris – questa  battaglia fondamentale per la Sardegna deve partire dalle amministrazioni locali. Se si vince, saranno soprattutto i piccoli centri a trarne beneficio con un taglio ai costi dei trasporti e dell’energia. Per questo, nelle prossime settimane, partirà una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i piccoli centri dell’Isola».

Una sollecitazione alla Giunta regionale per ottenere da Telecom “l’illuminazione” della fibra ottica è arrivata anche dal vicesindaco di Armungia, Antonio Quarto: «Nel mio comune e in tutti i paesi del Gerrei è stata posata la fibra ma ancora non è stata attivata. Questa infrastruttura è importantissima per il futuro dei nostri paesi. Serve un’azione decisa della Giunta nei confronti di Telecom che, come tutte le aziende, rivolge le sue attenzioni verso le aree più popolate».

«La banda larga consentirebbe inoltre di vigilare sul territorio e di rafforzare la sicurezza – ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni Antonio Satta – gli attentati agli amministratori locali hanno subito un’escalation preoccupante negli ultimi mesi. Il sistema di sorveglianza con la fibra ottica avrebbe un impatto molto positivo. Stessa cosa per la prevenzione degli incendi nelle zone agricole.».

Sulle ricadute economiche e sociali del divario digitale si sono, infine, concentrati gli interventi del coordinatore del Comitato per l’Insularità Matteo Rocca e dell’imprenditrice Marina Adamo.

«La mozione rafforza la nostra proposta di legge contro lo spopolamento – ha detto Matteo Rocca – “il digital divide” accentua le diseguaglianze sociali e frena lo sviluppo delle aree più deboli. Se vogliamo una Sardegna più attrattiva per i mercati occorre superare il gap infrastrutturale.»

«La Sardegna punta a diventare una regione smart ma per far questo servono passi concreti – ha affermato Marina Adamo – occorre impostare un nuovo paradigma di sviluppo legato all’innovazione tecnologica e mettere le imprese nelle condizioni di offrire servizi digitali ai cittadini. Solo così si può favorire la crescita e creare occupazione.»

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Sono 277 i comuni sardi che perdono abitanti. Su 377 soltanto 78 hanno registrato un incremento della popolazione, mentre 22 sono in pareggio tra natalità e mortalità. Sono i dati allarmanti di una Sardegna in cui lo spopolamento delle zone interne non concede tregua, illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale dal Gruppo dei Riformatori sardi che hanno presentato una Proposta di legge sulle “Azioni a favore delle zone interne e di contrasto dei processi di spopolamento”. Un testo di 14 articoli che ha l’obiettivo di contrastare un fenomeno “che rischia di snaturare l’identità della Sardegna, procurando danni irreversibili all’economia dell’Isola e al nostro tessuto sociale”.

«Abbiamo immaginato una serie di interventi, agendo sia sulla leva fiscale sia sui servizi, anche di tipo sanitario, con l’obiettivo di rendere più appetibile risiedere in un piccolo Comune delle zone interne», ha affermato Michele Cossa, capogruppo dei Riformatori, il quale ha ringraziato per l’importante contributo dato alla stesura del testo i colleghi del partito dei Riformatori sardi Franco Meloni e Sergio Pisano. Tra gli interventi più importanti l’incremento delle risorse del Fondo unico per gli enti locali di 20 milioni da destinare ai Comuni con una popolazione inferiore ai 5mila abitanti, che abbiano registrato un decremento demografico nell’ultimo decennio in misura superiore al 3 per cento, utilizzare l’addizionale Irpef pagata dai cittadini residenti nei Comuni sotto i 5mila abitanti per finanziare una serie di attività economiche e per il recupero del patrimonio immobiliare dei piccoli centri. Non solo. La proposta di legge prevede anche un incentivo per i pensionati che decidono di trasferirsi in Sardegna da altre regioni con la restituzione del 70 per cento dell’Irpef versato a patto che trasferiscano la residenza, per almeno 9 mesi l’anno, in un Comune con meno di 5mila abitanti situato a non meno di 20 chilometri dalla costa e che acquistino o affittino un appartamento con contratto almeno di tre anni. Tra gli altri interventi: la riduzione del 90 per cento dell’Irap per le imprese con sede operativa e con almeno 5 dipendenti in un Comune sotto i 5mila abitanti, ma anche la predisposizione di un piano per i servizi sanitari per le aree rurali e montane, interventi in materia di istruzione e formazione, di recupero e riqualificazione dei centri storici di sostegno agli operatori di trasporto privati e di promozione di alberghi diffusi.

Il testo sarà poi assegnato all’esame delle Commissioni competenti per poi arrivare in Consiglio regionale. Il consigliere e coordinatore regionale dei Riformatori, Aldo Salaris, ha fatto un appello ai colleghi di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale affinché abbiano un approccio propositivo verso questo testo che ha l’obiettivo di aiutare i piccoli Comuni e combattere lo spopolamento. All’incontro erano presenti, anche le sindache di Birori, Silvia Cadeddu, e di Elini, Rosalba Deiana, due paesi che hanno poco più di 500 residenti.

 

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Il consigliere regionale Aldo Salaris è il nuovo coordinatore regionale dei Riformatori sardi. Subentra a Pietrino Fois, dimessosi dopo la nomina ad amministratore straordinario della provincia di Sassari.

Il nuovo coordinatore verrà presentato domani mattina, alle 10.00, nel corso di una conferenza stampa che si terrà al primo piano del Consiglio regionale, ingresso via Cavour.

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È il momento giusto per lasciare da parte la conflittualità e tornare a riflettere attentamente e con coscienza sull’Assemblea costituente del Popolo sardo. Un’idea alta, lo strumento in grado di mettere insieme le migliori energie della Sardegna con l’obiettivo di riscrivere la nostra Carta fondamentale, lo Statuto di autonomia, e un nuovo patto tra la Sardegna e lo Stato. A lanciare l’appello – «i tempi sono maturi ma un Consiglio regionale conflittuale e lacerato non può essere la sede giusta per una riflessione pacata» – sono ancora una volta i Riformatori sardi, per bocca del capogruppo Michele Cossa dei consiglieri Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, e del Coordinatore regionale Pietrino Fois.

Il buon senso, la fede nelle istituzioni e l’esperienza insegnano che se si vogliono portare a compimento riforme profonde l’unico modo serio è mettere da parte conflittualità e piccoli interessi elettorali e comunicativi per concentrarsi su un obiettivo comune: rendere l’assetto istituzionale della Sardegna funzionale a vincere la sfida del nuovo regionalismo che si sta affermando nei fatti in Italia (Riforma delle Autonomie). La costituzione materiale sta infatti registrando significativi mutamenti. Il principio di coesione nazionale su cui essa si basava sta progressivamente lasciando il passo all’egoismo territoriale, che non potrà che tradursi nella penalizzazione delle aree più deboli del Paese.

Per questo motivo su una riforma dello Statuto che nasca dalla consapevolezza del momento storico che attraversa il Paese non possono esserci divisioni tra chi ha davvero a cuore il futuro dei sardi e della Sardegna. Proprio questo ha spinto il 95% dei sardi a votare SI nel referendum del 2012. D’altra parte gran parte della sinistra e dei suoi esponenti più autorevoli diedero un contributo fondamentale al Movimento per la Costituente, che negli anni a cavallo del millennio segnò uno dei momenti più esaltanti e significativi dell’intera storia dell’Autonomia. Oggi più che mai è necessario trovare una sede e un terreno comune di confronto tra i sardi: un Consiglio regionale lacerato e conflittuale non può essere considerato la sede giusta per perseguire questo risultato.

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Ieri pomeriggio, dopo il giuramento dei sette neo assessori, il Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha aperto la discussione e dato la parola all’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi), il quale ha affermato che “le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas sono in perfetta sintonia con il pensiero del Gruppo dei Riformatori sardi”. E ha aggiunto: “Recepiscono i punti salienti del nostro programma elettorale verso il cambiamento richiesto”. Giudizio positivo, dunque, anche per la forte attenzione riservata ai temi dell’insularità e delle accise, “necessari per un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna”. L’on. Salaris ha sottolineato la convergenza che si è creata sull’insularità, che non si era mai vista prima, e che risulta centrale nell’azione di governo della Sardegna. Dal riconoscimento del principio di insularità, ha sottolineato il consigliere di maggioranza,  dipende lo sviluppo economico e sociale dell’Isola, ed “è quindi necessario muovere i dovuti passi verso Roma” anche alla luce della richiesta di maggiore autonomia da parte delle altre Regioni. “Da qui la nostra proposta di legge nazionale di modifica delle Norme di attuazione dello Statuto quale via maestra per ottenere ciò che ci spetta”.

Per quanto riguarda le Province, il consigliere ha sottolineato che non cambia l’opinione dei Riformatori (“Troviamo un errore rivitalizzarle”), ma che sono pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza. Sulla sanità ha affermato che è un tema che va affrontato con la massima celerità e attenzione nell’interesse del diritto alla salute dei sardi, senza guardare al passato. L’on. Aldo Salaris ha sottolineato la gravosità del compito che oggi ha l’assessore regionale della Sanità, a cui va dato tutto l’appoggio possibile. Ricordando che la spesa sanitaria impegna più del 50 per cento del bilancio regionale, ha evidenziato che secondo il Crea, Centro di ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, “ha certificato che la performance assistenziale della sanità sarda è la peggiore d’Italia, nonostante la spesa pro capite sia tra le più alte”. L’on. Aldo Salaris ha evidenziato che ci sono delle peculiarità proprie della nostra isola dal punto di vista territoriale che vanno tenute in considerazione, come il fatto che la popolazione invecchia e che le cronicità avanzano. “Bisogna mettere mano immediatamente alla riforma del Sistema sanitario” e ha sottolineato favorevolmente il lavoro già iniziato dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

L’on. Francesco Mura (FdI) è intervenuto sull’ordine dei lavori e ha chiesto al presidente Pais di onorare la memoria dell’ex assessore regionale ed ex sindaco di Oristano, Angela Nonnis, scomparsa prematuramente, facendo osservare all’Aula un minuto di silenzio.

La richiesta è stata accolta dal presidente Michele Pais e l’Aula ha onorato la memoria dell’ex assessore Nonnis.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Roberto Deriu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come le dichiarazioni del presidente Solinas siano “interessanti e ambiziose”. Ha poi evidenziato che l’opposizione avrà il compito di sconsigliarlo, evidenziando limiti e pericoli delle sue scelte. L’on. Roberto Deriu ha sottolineato che si soffermerà, in particolare, sul capitolo intitolato “Identità politica e istituzionale”. “Siamo rimasti smarriti davanti all’affermazione iniziale che la chiave di lettura è la sardità intesa come identità”, non supportata da alcuna analisi storica. L’on. Roberto Deriu ha evidenziato che ci si deve muovere all’interno di un quadro dettato della Costituzione e bisogna fare attenzione alle affermazioni pronunciate.

Il consigliere ha evidenziato che non c’è alcuna preconcetta ostilità. Ci sono alcuni punti condivisibili come quello di pagina 17 delle dichiarazione programmatiche, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere le comunità locali e che si ricollega all’articolo 5 della Carta “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.

Tra le azioni sconsigliate: la revisione dello Statuto della Sardegna, che esporrebbe a rischi lo stesso Statuto, una volta messo al vaglio del Parlamento italiano.

“Sulle province – ha detto – le diamo il benvenuto, visto che noi l’abbiamo sostenuto sin dal lontano 2011”.  L’On. Roberto Deriu ha sconsigliato un approccio superficiale, come ha sconsigliato di procedere alla riforma della Regione. Il consigliere ha affermato che per azione volte al bene del popolo sardo non sarà negato l’appoggio del Pd. L’on. Deriu ha, inoltre, sconsigliato l’istituzione del dipartimento delle identità e di affrontare il tema sulla semplificazione legislativa senza analizzare bene quanto già posto in essere dalla Giunta Francesco Pigliaru e dalla Prima commissione. L’esponente del Pd, augurando buon lavoro al presidente Solinas, ha affermato che “nessuno le augura l’insuccesso”, ma il ruolo della minoranza sarà quello di avere un atteggiamento franco tale dei servitori fedeli della Repubblica e della Costituzione.

Il presidente Pais ha dato la parola all’on. Stefano Schirru (Psd’Az), il quale ha sottolineato l’importanza di una corretta e proficua collaborazione tra Giunta e Consiglio. “Sono infatti convinto che la centralità del Parlamento autonomistico, così fortemente stigmatizzata dalle dichiarazioni rese all’Aula sia davvero il perno su cui far ruotare l’intera azione riformatrice, così ben tratteggiata dal presidente Solinas”, ricordando la separazione netta tra Giunta e Consiglio avvenuta nella scorsa legislatura. L’on. Stefano Schirru ha definito le dichiarazioni programmatiche: “Intelligenti, azzeccate, ricche di spinti ed entusiasmanti per la nuova stagione che siamo chiamati ad affrontare”.

Il consigliere di maggioranza ha posto l’accento sulla nuova visione della Sardegna, ma anche sul ruolo della politica e sulla volontà di cambiare l’impostazione presente fino a oggi. Più celerità nel dare risposte e nel trovare soluzioni ai problemi, nell’ottica anche di trasformare la percezione che i cittadini e le aziende hanno della Regione: da ostacolo a opportunità, sfruttando al massimo gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto sardo. Per l’on. Stefano Schirru la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida, non lasciando alla burocrazia regionale il ruolo politico.

L’on. Stefano Schirru si è detto d’accordo su una rivisitazione degli enti locali, salvaguardando le diverse identità di cui si compone la Sardegna. “L’abolizione delle Province – ha detto – è stato un insuccesso”. Il consigliere del Psd’Az ha auspicato un’Amministrazione regionale capace di stare in un mondo moderno e che richiede professionalità formate e aggiornate alle nuove sfide. E ha aggiunto che il vero autonomismo è “l’affermazione della nostra diversità, il nostro essere popolo e nazione”, e “di saper essere in un mondo moderno”. Per l’on. Schirru la madre di tutte le battaglie è la tutela dell’ambiente e la capacità di disegnare un modello di politiche ambientali che daranno i risultati oggi e nel futuro. Per quanto riguarda la politica urbanistica, l’on. Stefano Schirru ha sottolineato la necessità di recuperare il patrimonio edilizio esistente prima di consentire di costruire altre case. Le città vanno modernizzate, come Cagliari, ha detto, affinché stimolino quello che per la Sardegna è sviluppo: il turismo.  L’on. Stefano Schirru ha auspicato anche un riordino e una riorganizzazione delle competenze degli assessorati e si è detto favorevole a realizzare un dipartimento dedicato ai rapporti con l’Europa, che sia dotato di personale altamente formato. Non è mancato poi un passaggio sui dati della sanità, che ha definito desolanti: “Abbiamo aumentato costi, calato l’efficienza e portato le  persone a non curarsi”. 

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere al presidente Christian Solinas di riferire in aula sulla continuità territoriale, evidenziando la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori di Air Italy.

Il presidente Michele Pais ha poi dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale, come il collega Roberto Deriu, ha ribadito la preoccupazione per il concetto di sardità espresso dal presidente e ricordando che “la Sardegna sta in un’Italia unita, che sta in un’Europa unita, che sta in un mondo globalizzato e c’è il rischio dell’isolamento”. Il consigliere del Pd ha sottolineato che nel processo di riforma bisogna stare attenti al costo del riformismo moderato e a non lasciare indietro neanche un cittadino. Ha espresso, inoltre, perplessità sulla proposta di istituire una Assemblea costituente per modificare lo Statuto. Si è detto, invece, d’accordo sul mettere al centro gli enti locali, come alla volontà di riunire le regioni ad autonomia differenziata per una riforma dello Stato in un’ottica federale. L’on. Valter Piscedda si è detto contrario invece a istituire un dipartimento dell’identità, come alla revisione degli enti regionali, all’istituzione degli osservatori sul turismo e sul mondo del lavoro, come ancora ha trovato irriverenti le parole sulla chimica verde.

Sull’ambiente ha poi aggiunto: “La tutela ambientale non è discutibile e non indietreggeremo di un passo”. L’on. Piscedda ha garantito la collaborazione per tutte le azioni volte al miglioramento della vita dei sardi.

La presidenza è stata assunta dall’on. Giovanni Antonio Satta.

E’ quindi intervenuto, Giuseppe Talanas (FI): “Le sue dichiarazioni programmatiche, forse per la prima volta, richiamano all’identità sarda e all’autonomia speciale. Ed è la scelta che darà carattere alla sua azione”. Per l’on. Giuseppe Talanas è necessaria una forte azione a sostegno dei settori produttivi della nostra Isola, con la richiesta al Governo e all’Europa di interventi straordinari per la nostra Isola. “Sarà una battaglia che non dovrà combattere da solo, ma con una coalizione unita”. La gestione della politica non può essere affidata a un’azione ordinaria – ha continuato –  per far fronte alle tante emergenze. L’on. Giuseppe Talanas si è detto favorevole a puntare sullo Statuto autonomistico della Sardegna: dal Piano di rinascita, alla questione delle entrate, all’istituzione dei punti Franchi, fino all’insularità e alla continuità territoriale.

Il consigliere azzurro ha chiesto una particolare attenzione alle zone interne e al Nuorese e alle aree non rappresentate in Giunta. Va bene riunire in Sardegna i rappresentati delle regioni europee ad autonomie differenziata, ma con nuove risorse riconosciute dallo Stato. “L’Assemblea costituente è una bella idea – ha detto – per integrare e non cancellare lo Statuto”. Per l’on. Giuseppe Talanas bisogna rilanciare l’articolo 13, un Piano di Rinascita che guardi alle zone interne e disagiate, a forte rischio di spopolamento, con piccoli punti franchi con fiscalità di vantaggio nelle aree di  Pratosardo, Nuoro, Siniscola, Ottana, Macomer, Sorgono, Suni, Ozieri, Isili e Arbatax. Per l’esponente di maggioranza va potenziato il turismo, anche con percorsi e offerte alternative a quelle legate alle zone costiere. Un passaggio importante è stato riservato al comparto agricolo e alla forte spinta politica a sostegno del prezzo equo del latte, a partire da un euro a litro e alla ricerca di una trasformazione strutturale del comparto. Serve, inoltre, una task force che si occupi delle richieste del mondo agropastorale, creando anche un collegamento tra ambiente e mondo agricolo. Tutti i programmi devono essere portati avanti senza ritardi.

E’, poi, intervenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, il quale ha evidenziato   che la mancata partecipazione del presidente Solinas alle celebrazioni del 25 aprile l’hanno lasciato sconcertato. “Una data, ha spiegato, che è una pietra miliare della nostra storia”. “Autonomia sì, ma all’interno di una nazione che ha lottato con ardore per la sua libertà e che ha lasciato sul campo tantissime vittime”. L’on. Roberto Li Gioi ha evidenziato i 70 giorni passati prima di vedere completata la Giunta, sul cui operato vigilerà, insieme ai consiglieri del suo gruppo. Per l’esponente del Movimento 5Stelle è fondamentale la riorganizzazione degli enti e agenzie e che si risolvano i problemi dei dipendenti dell’Aras e dell’Aias. Apprezzabile sulla carta, ha detto, il punto sull’identità ambientale e territoriale, ma sarà necessario valutare con attenzione le politiche ambientali e urbanistiche che saranno portate avanti. L’on. Roberto Li Gioi ha, inoltre, evidenziato come il turismo sia imprescindibile per lo sviluppo dell’Isola, ed è fondamentale che la Sardegna abbia un sistema di trasporti efficiente. E’ necessario, ha, proseguito, lavorare su continuità territoriale che metta alla pari i tre aeroporti sardi, così come bisogna intervenire sulla continuità marittima. Il consigliere ha ricordato la proposta presentata dal deputato Nardo Marino (M5S) in Parlamento.  In conclusione, ha affermato che il suo gruppo non farà sconti alla Giunta, ma che sarà pronto ad appoggiare gli interventi a favore del popolo sardo.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha preso la parola e ha detto: “Cari colleghi, sento l’onore di questo ruolo. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare per la nostra terra e per i giovani sardi.

La nostra autonomia ha superato i 70 anni e il suo sostanziale logoramento impone l’avvio di un serio processo di riforma. In questo scenario le regioni a statuto speciale sembrano stancamente inseguire le regioni a statuto ordinario e il loro dinamismo. La classe politica sarda ha poi mostrato difficoltà a elaborare riforme coraggiose ed è urgente ripensare il nuovo statuto, per consentire ai sardi di muoversi liberamente e alle imprese di crescere. ‘La sovranità e l’autonomia o la si esercita o decade’, diceva Mario Melis. Noi dobbiamo riformare lo Statuto in senso federale ed è questa la frontiera della nostra autonomia. Dobbiamo ricominciare a parlare di autonomia conquistata, non concessa. Dobbiamo scrivere un nuovo testo unico degli enti locali sardi, senza ricalcare la disciplina nazionale ma mettendo sempre al primo posto l’interesse dei cittadini sardi e dei piccoli comuni, che dovranno essere messi nelle condizioni di erogare i servizi necessari alla popolazione”.

Per l’on. Pierluigi Saiu “lo spopolamento delle zone interne si combatte investendo denari e realizzando strade”. E pure le Province dovranno avere “organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo aver paura di chi parlerà di poltrone perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono le risorse per farlo. Come nella strada per Siniscola, dove il 10 marzo scorso abbiamo registrato l’ennesimo incidente mortale. Lo dico da presidente della commissione Prima: dobbiamo scrivere un nuovo Statuto, una nuova Statutaria e una legge generale di riforma degli enti locali. I sardi si aspettano questo e si aspettano discontinuità”. L’esponente leghista ha parlato anche dei problemi della sanità e della necessità di una riforma che venga incontro prima di tutti ai problemi dei cittadini”.

Per i Progressisti ha preso la parola l’on. Gianfranco Satta: “Le dichiarazioni del presidente Solinas sono piene di elementi di criticità, che saranno oggetto di analisi nel corso della nostra legislatura. La nostra opposizione sarà leale, chiara e intransigente, a cominciare al tema della riorganizzazione degli enti locali. Voi volete ripristinare le province ed eliminare ogni altro ente intermedio come le unioni dei Comuni ma è molto dubbia la legittimità costituzionale della vostra proposta. E i Comuni rurali hanno bisogno del pieno riconoscimento, sotto il profilo dei contributi e dei finanziamenti, della loro condizione visto che oltre la metà dei sardi abita in aree definite rurali. Per questo noi riteniamo sia necessario investire sullo sviluppo rurale di tipo partecipativo, abbandonando il modello centralista e valorizzando davvero le decisioni delle comunità”. L’oratore ha proseguito dicendo: “Se davvero lei intende dare equa rappresentanza a tutti i territori, perché non ha iniziato a usare questo criterio componendo la giunta? Non c’è un solo rappresentante della provincia di Sassari né di quella di Nuoro: è questo il suo modo di assicurare la equa rappresentanza?”.

E’ intervenuta l’on. Annalisa Mele (Lega), che ha parlato del suo territorio di provenienza, l’Oristanese, e ha detto: “La prospettiva federalista è senza dubbio la più realistica e la più consona ai nostri ideali per la Sardegna. Presidente Solinas, la sua è la via giusta: dobbiamo scegliere la via dell’identità e della collegialità per trasformare la Sardegna. Ogni enunciato dovrà avere la sua realizzazione a cominciare dalla Sanità. Un fatto su questo deve essere chiaro: la riforma della Sanità dovrà poggiare sul fattore umano. Va recuperato il prezioso contributo dei lavoratori della Sanità, che oggi si sentono privati di dignità e dimenticati dalla politica. Dobbiamo rivendicare con il Governo nazionale la libertà in materia di spesa e di formazione, per evitare una riduzione scellerata dei servizi e restituire ai territori la rete dei servizi sanitari. Non sono i pazienti che vengono verso i servizi sanitari ma sono i servizi che dovranno andare da loro, considerando l’aumento dell’età media e la necessità di occuparsi di prevenzione e di aree emergenti di criticità”. L’oratore, che esercita la professione di medico, ha toccato diffusamente i temi della disabilità, della malattia mentale e dell’incremento delle malattie neurodegenerative. “Un capitolo a parte riguarda l’emergenza urgenza territoriale, l’unico servizio che funziona e riscuote il grande apprezzamento della popolazione. Areus è in via di definizione e va rimodellata aumentando i punti di postazione avanzata. E va rivisto anche il servizio di elisoccorso, spesso utilizzato impropriamente e sproporzionato”. L’on. Annalisa Mele ha parlato poi dell’agricoltura sarda e della cultura: “La valorizzazione della storia della Sardegna deve essere la linfa che alimenta ogni azione di governo. Il mio territorio ha partorito una gigante come Eleonora d’Arborea e mi sia consentito rivolere un pensiero alla collega Angela Nonnis, scomparso pochi giorni fa, sindaco di Oristano e assessore di questa nostra Regione”.

Per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) è intervenuto e ha parlato di linee programmatiche “confuse e contradditorie. Abbiamo vissuto sino a oggi una situazione paradossale e una maggioranza che ha in comune soltanto la divisione dei posti di governo. Non bastano le dichiarazioni del neo assessore al Turismo che pensa di risolvere il problema della disoccupazione con i campi da golf. In realtà i dati macroeconomici del governo Pigliaru sono migliori di quelli che la giunta Cappellacci aveva lasciato all’atto della conclusione della sua legislatura. E’ nel concreto che vorremmo conoscere le vostre intenzioni: che volete fare per i dipendenti Aias, senza stipendio da circa dieci mesi?  Che politica è quella che non si occupa di questi problemi? Io mi batto per una politica che possa consentire ancora al figlio dell’operaio di diventare dottore. E qual è la vostra politica energetica? Stiamo ancora aspettando il taglio delle accise sulla benzina promesso dal vostro primo alleato nel primo consiglio dei ministri”.

Per l’oratore “non serve cementificare ancora, se i nostri paesi sono pieni di case abbandonate come tutti sappiamo. Non siamo il partito del no ma del sì: al lavoro nell’ambiente, al mare cristallino, a un’isola senza plastica, a una nuova legge urbanistica. Serve invece una nuova continuità territoriale che permetta ai cittadini di viaggiare a basso costo in Sardegna e in Italia. Non possiamo aspettare lustri per il completamento di opere strategiche per i collegamenti sardi, che non spettano a noi ma allo Stato”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis, leader di Sardegna 20/20, ha detto: “Chi mi ha preceduto si è mosso sul terreno scivoloso della critica senza la prudenza di chi ha a lungo governato. La stessa prudenza che dovrebbe avere chi si avventura a parlare di calcio senza aver mai giocato. Il realtà il centrosinistra sardo ci ha riconsegnato il governo avendo soltanto parlato di Pil e crescita occupazionale. Senza che il popolo percepisse i vantaggi di tale precedente governo.  Per cinque anni non siete intervenuti sulle questioni più cruciali e non avete ostacolato il più volgare assistenzialismo. Abbiamo sentito tutti noi il presidente Francesco Pigliaru dire che neppure Sergio Marchionne era stato capito quando fondava Fca. Noi ci assumiamo il peso di un grande rinnovamento e del rilancio della Regione e lo faremo dai settori strategici e dagli locali. Ci sono rischi nel programma del presidente Solinas ma ci sono ancora più rischi nel procedere come avete proceduto voi. Noi siamo una maggioranza giovane, esuberante ma trainante e lo dimostreremo in quest’Aula”.

Ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti) che ha sollecitato “tempi più rapidi per le decisioni che riguardano la Sardegna e soprattutto soluzioni. Vengo da un territorio grande e vasto come Sassari che non ha rappresentanza in Giunta e non difendo a prescindere le decisioni del passato. Però se nei vostri interventi c’è così tanta voglia di raccontarvi in maniera differente io non ci sto: la vostra Giunta è partita con mesi di ritardo e la Quarta commissione inizierà a lavorare domani, per la prima volta”.

L’oratore ha proseguito: “Un’identità di popolo si ha solo se si lavora sulle persone e mi sarebbe piaciuto leggere questo nelle vostre linee programmatiche. Mi auguro che in questi cinque anni il presidente Solinas mostri le soluzioni a problemi che ha raccontato con tanta leggerezza”.

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha iniziato il suo intervento mettendo in luce, da cittadino, le difficoltà del sistema Regione nella proclamazione degli eletti a causa di una legge fatta apposta per fermare il Movimento 5 stelle, e successivamente i gravi ritardi che hanno accompagnato la composizione dell’esecutivo, dovuti solo alla necessità di trovare il tempo di «soddisfare gli appetiti delle forze politiche di maggioranza». Noi diciamo no, ha aggiunto, «a questi artigiani della quantità e dubitiamo che le grandi  scelte possano essere fatte con le mani libere, perché temiamo che prevarrà la convenienza personale in continuità con il passato». La Sardegna, ha detto, «deve puntare su modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le sue vocazioni, unica strada per risolvere la profonda crisi di lavoro che riguarda i giovani che comunque hanno tanta voglia di fare e vanno sostenuti nei loro sforzi per restare in Sardegna e riportarli a casa, assicurando loro una buona formazione e l’opportunità di essere una nuova generazione di imprenditori anche lavorando ad un grande progetto di autosufficienza alimentare».

Il consigliere Andrea Piras (Lega), dopo aver ricordato che questa legislatura comincia con una eredità pesantissima, rappresentata dal più alto abbandono scolastico d’Italia, da tante opportunità di lavoro negate ai giovani, e da un grave peggioramento della situazione economica che ha determinato il declassamento della Regione da parte dell’Unione europea, ha criticato l’amministrazione precedente «che non ha portato nulla di buono alla Sardegna, lasciando tanti giovani senza una vera speranza per futuro». Il compito che ci attende, ha continuato, «è quello di affrontare con slancio tante emergenze, puntando sulla come fattore di valorizzazione della nostra identità, dal patrimonio archeologico gli antichi mestieri, e soprattutto sulla formazione di qualità, se davvero vogliamo frenare l’emigrazione e riprendere un cammino di crescita». Piras ha poi approfondito la situazione del settore agricolo, a suo giudizio frenato da troppe inefficienze: burocrazia, bassa capacità di spendere le risorse assegnate e di concentrare l’attenzione su settori strategici in grado di incrementare produzioni ad alto valore aggiunto, col risultato di aver deluso per l’ennesima volta le aspettative di quanti volevano tornare a lavorare sulla terra». Quello di una nuova qualità ambientale, ha concluso, «deve essere un grande obiettivo, assieme ad nuova cultura alimentare, alla lotta contro la contraffazione dei nostri prodotti, all’ammodernamento tecnologico del settore e ad una redistribuzione delle risorse all’interno delle varie misure europee».

Elena Fancello, del M5S, ha messo l’accento sul tentativo del presidente di unificare i diversi settori della realtà sarda con il collante con identità, anche se «le esperienze negative del passato pesano nel deterioramento dei rapporti fra politica e cittadini confermato dall’elevata astensione, molto diffusa fra giovani che, peraltro, non hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato nelle dichiarazioni programmatiche». Si avverte, ha proseguito, «una grande di sfiducia nel futuro e tuttavia va raccolta la sfida di proporre ai sardi una idea complessiva della Sardegna del futuro attenta soprattutto ai giovani, attraverso la semplificazione burocratica, gli incentivi per l’accesso al credito, l’attenzione al capitale umano, alla formazione professionale per chi non riesce a laurearsi e sono purtroppo tantissimi,  alla valorizzazione dei saperi antichi». Molti dicono che con la cultura non si mangia, ha ricordato Elena Fancello, «io invece penso che in Sardegna con la cultura ci sia da mangiare per tutti e che, anzi, l’investimento in cultura sia lo strumento migliore per arginare il calo demografico e dare spazio a tanti giovani, come per esempio i medici, che hanno aspettato fin troppo ed hanno diritto di avere risposte».

Laura Caddeo, dei Progressisti, ha lamentato la marginalità che il programma ha riservato a temi di enorme importanza come, istruzione, diritto allo studio e cultura, «che invece sono elementi strategici sui quali far poggiare ogni disegno di sviluppo». Il documento del presidente, ha aggiunto, «parla di scuola solo due volte e lo fa per citare i dati sulla dispersione che in realtà è la conseguenza di una povertà educativa che arriva da lontano: mancanza di asili nido, scuole per l’infanzia e luoghi di aggregazione soprattutto nei piccoli centri, mentre nelle aree urbane non sono accessibili alle fasce più deboli della società». Manca inoltre, ha lamentato la Caddeo, «ogni riferimento alla disabilità, anch’esso fenomeno e trasversale che richiede una programmazione forte per ampliare gli spazi di integrazione, così come manca una politica per le donne e la parità di genere, che comprenda misure organiche su lavoro e compatibilità fra impegno sociale e realizzazione personale e professionale». Infine, «dire prima i sardi è una cosa banale e individualista, oltretutto in contrasto la citazione di Fortza Paris».

Per Nico Mundula (Fdi) il programma appare coerente con la realtà percepita fuori dal palazzo, perché propone una visione complessiva del concetto di sardità insieme ad una idea di autonomia finalmente compiuta, da protagonisti e non comprimari. E’un compito impegnativo, ha osservato, «perché ereditiamo una Sardegna in ginocchio che però vuole e deve ripartire, a cominciare dalla sanità che richiede la profonda correzione di una riforma che ha scontentato tutti ed ha peggiorato il servizio regionale, mentre invece occorre al più presto rimettere al centro cittadini e costruire un nuovo sistema attorno a loro». Va dato poi impulso, ha auspicato Nico Mundula, «a comparti trainanti dell’economia della Sardegna finora trascurati, come l’agro pastorale, l’agroalimentare, l’artigianato ed il turismo, favorendo l’accesso al credito anche delle micro imprese, tagliando la burocrazia, tutelando i prodotti sardi nei mercati, incentivando il turismo nelle zone interne, rivolgendosi in particolare ai giovani che vogliono restare in Sardegna».

Secondo Diego Loi (Progressisti), in linea generale il programma presenta diversi passaggi condivisibili a cominciare da quelli sull’identità, sui quali ci si potrà confrontare nel quadro del rilancio della nostra autonomia nel quadro nazionale ed internazionale. Ci sono anche suggestioni interessanti su un progetto di rinnovamento istituzionale coerente con le tante identità della nostra Regione, ha continuato, «ma ho qualche riserva sulle modalità indicate perché sarebbe meglio approfondire alcuni passaggi, con particolare riferimento a quelli relativi alle forme aggregative fra Comuni che dovrebbero fare spazio alle Province; vedo in altre parole una dicotomia fra questo e la valorizzazione delle comunità locali; nelle esperienze condotte fin qui c’è a mio avviso molto da salvare, perché combattere la frammentazione va bene ma senza dimenticare che molte cose funzionato e hanno fatto crescere tante piccola realtà che hanno mostrato di superare i localismi».

Carla Cuccu, del M5S, ha auspicato che questa legislatura riesca a trasmettere al popolo sardo l’attenzione delle istituzioni ai loro problemi, anche se da questo punto di vista il programma appare troppo teorico per essere concreto. Noi, ha annunciato, «faremo opposizione sui contenuti vigilando sul recupero di una idea che rappresenti davvero un quadro di istituzioni al servizio dei sardi nel nome dell’identità e richiamata ci saremo quando si parlerà di cose concrete sulle quali faremo le nostre proposte». Da donna, ha affermato, «vedo una carenza sulle politiche della famiglia che poi è il nucleo dal quale si sviluppa qualunque società e bisogna secondo noi valutarla come centro di interessi e di diritti che può fare molto per la Sardegna». Mancano inoltre, ha lamentato, «sia un messaggio di speranza e di liberazione dalla cattiva politica che una attenzione ai problemi della parità di genere che liberi la donna da una scelta obbligata fra diversi ruoli». Per quanto riguarda la sanità, ha concluso, «diciamo no a soluzioni tampone, perché si deve ripartire dalla prevenzione e dalle prestazioni di qualità».

Emanuele Cera, di Forza Italia ha detto di aver particolarmente apprezzato un programma che mette al centro il cittadino, e propone un buon metodo per valorizzare responsabilità amministrativa di chi si impegna in politica sottoponendosi al giudizio dei cittadini. Apprezzamento, inoltre, «per il nuovo ruolo assegnato agli Enti locali nel rapporto con la Regione, che può essere un ottimo strumento per riconquistare la fiducia dei sardi con uno spirito nuovo, facendoli sentire partecipi di un progetto, valorizzando competenze, risorse umane e meritocrazia». Siamo consapevoli del momento difficile che attraversiamo, ha sostenuto Emanuele Cera, «e sappiamo che saranno necessarie scelte coraggiose, nel rispetto del principio di sussidiarietà che presuppone il superamento di un certo centralismo regionale, garantisce una risposta migliore alle esigenze delle imprese ed accompagna positivamente i processi di crescita economica con proposte concrete nei diversi settori». Col rilancio delle vertenze aperte con lo Stato in settori strategici, ha concluso, «possiamo puntare ad essere l’isola della qualità della vita ma dobbiamo fare in fretta perché non c’è più tempo e i sardi non possono aspettare».

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì, alle ore 10.00, con l’intervento del consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.

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«La spinta sull’acceleratore impressa dalle regioni del Nord, che chiedono più poteri e risorse, non può e non deve lasciarci indifferenti. E’, al contrario, l’occasione per pretendere il riconoscimento principio di insularità.»

Lo sostengono il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois e i consiglieri regionali dei Riformatori Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta, che  hanno chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio Regionale, Michele Pais, per condividere tutte le nuove iniziative sull’insularità nei confronti del Governo e del Parlamento.

Il federalismo differenziato procede, sottolineano i Riformatori, e proprio in queste ore Zaia (Veneto) e Fontana (Lombardia) hanno incontrato le commissioni parlamentari per spiegare le ragioni della loro richiesta di maggiore autonomia e di maggiori risorse economiche. Dinamismo e tempistiche, quelli delle regioni del Nord, che non devono passare inosservati. Da qui il monito: «Dopo la disponibilità manifestata verso i sardi da tanti autorevoli esponenti della politica nazionale, non ultimi il vice presidente del Consiglio Salvini ed il sottosegretario della Presidenza Giorgetti di sostenere il principio di insularità, è indispensabile che i sardi vadano a Roma a difendere il proprio diritto ad avere pari opportunità con tutti gli altri italiani!».

«Noi sardi siamo consapevoli che le richieste delle regioni del Nord Italia rischiano di innescare processi di rivendicazione egoistica che possono creare nuovi problemi alle regioni più deboli – proseguono i Riformatori sardi -. E’, dunque, indispensabile che i sardi, guidati dalle loro massime rappresentanze istituzionali,  passino subito dalle parole ai fatti e vadano immediatamente a Roma a spiegare l’unicità assoluta e peculiare della nostra condizione di insularità e di perifericità, chiedendo che – attraverso l’inserimento del principio di insularità in Costituzione – l’intera comunità nazionale si faccia garante del nostro diritto ad avere uguali diritti di tutti gli altri cittadini italiani.»