29 March, 2024
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Penultima giornata, a Sant’Antioco, della diciassettesima edizione di Passaggi d’Autore – Intrecci mediterranei. Domani, martedì 7 dicembre, il programma di appuntamenti al festival del cortometraggio mediterraneo comincia alle 11.00, con la masterclass in videoconferenza di Antonietta De Lillo; già protagonista la sera prima con la proiezione del suo film Metamorfosi Napoletane, la regista partenopea racconterà il suo percorso artistico lungo oltre trentacinque anni: dal suo primo film, Una casa in bilico, nel 1985 diretto con Giorgio Magliulo, premio speciale ai Nastri d’Argento e candidato al David di Donatello come miglior opera prima, ai numerosi documentari e videoritratti realizzati tra il 1992 ed il 1999 – tra gli altri, Angelo Novi fotografo di scenaLa notte americana del dr. Lucio FulciOgni sedia ha il suo rumorePromessi Sposi – selezionati e premiati in diversi festival internazionali. 
Ci sono differenze tra la scrittura per il cinema e la scrittura per la serialità? Se non fosse per una questione di minutaggio, all’apparenza il tipo di sviluppo narrativo potrebbe sembrare lo stesso. Invece le differenze esistono ed è importante avere l’opportunità di analizzare caratteristiche, similitudini, sovrapposizioni. L’occasione è una masterclass curata da Chiara Nicoletti ed Angela Prudenzi, che si potrà seguire in streaming a partire dalle 16.15, cui prenderanno parte Alice Filippi (regista), Monica Repetto (sceneggiatrice, regista e produttrice), Mario Sesti (critico cinematografico e regista di documentari) ed Emanuele Scaringi (regista e sceneggiatore): quattro professionisti diversi tra loro in grado di tracciare le linee di un discorso quanto mai ricco e complesso. La masterclass ha lo scopo di mettere in evidenza i diversi principi delle due scritture. La narrazione seriale, che funziona al suo meglio tanto più aggancia lo spettatore, fa ad esempio ampio uso dei plot twist, degli eventi a sorpresa, dei climax drammatici e soprattutto dei cliffhanger (l’interruzione brusca di un episodio), laddove la scrittura per il cinema evita certi espedienti in virtù di una elaborazione al servizio dell’autore e del suo sguardo artistico. Due attitudini sulle quali vale la pena di indagare, anche per avere maggiore strumenti di analisi rispetto a uno dei fenomeni più evidenti, il consumo di prodotti seriali, che apparenta gli spettatori di ogni latitudine.
Alle 18.30 si torna nell’Aula consiliare del Comune per un focus sulle webseries a cura dell’esperta di cinema e media digitali Giusy Mandalà. L’ospite di quest’anno è Andrea Sgaravatti, Ceo della casa di produzione cinematografica Brandon Box, specializzata in contenuti comics oriented, destinati a un target specifico che include gli appassionati di fumetti, videogames e cinecomics, che presenterà The Ride, la prima series di BrandonTV, del 2019. Il focus è sul passaggio dal web 2.0 al 4.0, la stratificazione dell’offerta video e l’evoluzione dei multicanali, che ha modificato in maniera radicale il panorama dei formati seriali, trasformando il concetto stesso di serialità in forma narrativa eterogenea caratterizzata da interattività, immersività e convergenza dei media, rendendola il genere predominante nel panorama delle produzioni web native.
Serata tutta nel segno del Festival du court métrage de Clermont-Ferrand, con cinque cortometraggi proposti nella scorsa edizione del festival transalpino, in visione a partire dalle 21.30 nell’Aula consiliare del Comune (e, come sempre, on demand su su online.passaggidautore.it).

 

Giro di boa, a Sant’Antioco, per la diciassettesima edizione di Passaggi d’Autore – Intrecci mediterranei, il festival del cortometraggio in pieno svolgimento da venerdì scorso a mercoledì 8 dicembre.
L’agenda di appuntamenti è aperta alle 10.30, nel consueto spazio dell’Aula Consiliare del Comune, da Corto Ambiente, la sezione del festival dedicata ai più giovani, quest’anno incentrata sui temi dello spreco alimentare e dei sistemi alimentari sostenibili. Tre i cortometraggi in visione riservata agli studenti dell’istituto IPIA “Emanuela Loi” di Sant’Antioco con indirizzo Enogastronomico.
Regista cinematografico e attivista ambientale, Lorenzo Ci firma Una zuppa contro lo spreco (Italia, 2018, 9′), documentario sulla Disco Soupe Firenze.
Zero spreco (Italia, 2015, 7′), di Michele Tozzi, utilizza invece la leggerezza di linguaggio del cinema d’animazione per parlare con efficacia ai ragazzi di un tema così importante per il mondo contemporaneo qual è la lotta agli sprechi alimentari. Completa il trittico di corti sul cibo, bene prezioso troppo spesso sprecato, il documentario di Elena Collini Storie da non sprecare (Italia, 13′). Secondo l’ONU nelle case viene buttato l’undici per cento del cibo acquistato, e tutta la filiera alimentare è poco virtuosa, con un costo per l’ambiente altissimo. Crescono però anche le attività contro il food waste: storie da non sprecare, appunto.
Al termine delle proiezioni, gli studenti incontreranno Gianfranco Massa, cofondatore dell’Accademia Enogastronomica Casa Puddu, ora COI-Accademia Enogastronomica, e lo chef Francesco Vitale.
Alle 13.00. nuovo appuntamento della serie Passeggiando con gli autori in streaming sui canali Facebook e Youtube del festival con Marta Bulgherini, collegata con i suoi ospiti, in questo caso, dall’istmo di Sant’Antioco.
Nel tardo pomeriggio, alle 18.00, si torna nell’Aula Consiliare del Comune dove il teorico dei media e studioso di sperimentazione audiovisiva Bruno Di Marino, ospite di casa al festival Passaggi d’Autore, conduce Una camera per due: un approfondimento sui videoclip di Bendo,, il collettivo registico milanese formato da Lorenzo Silvestri e Andrea Santaterra nel 2017 nell’ambito dei video musicali e sbarcato poi anche nel mondo del commercial.
Chiusura di serata con il primo dei due momenti dedicati alla cinematografia della regista e documentarista Antonietta De Lillo: la proiezione, alle 21.30, di Metamorfosi Napoletane (57′), l’unione del primo ritratto realizzato dalla cineasta partenopea nel 1993, Promessi Sposi, e del più recente Il Signor Rotpeter, il suo primo ritratto fantasy, presentato alla settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2017; due conversazioni profondamente diverse, una con personaggi realmente esistenti (due promessi sposi dei nostri giorni), l’altra con un personaggio inventato e ispirato a un racconto di Kafka (una scimmia diventata uomo, impersonata nel film da Marina Confalone, Nastro d’Argento speciale per questa interpretazione), ma unite dalla necessità dei loro protagonisti di effettuare una trasformazione radicale su se stessi, una metamorfosi, appunto.

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Il Premio Villanova Monteleone per il miglior documentario italiano del Sardinia Film Festival è andato al cortometraggio “My Tyson” del regista romano Claudio Casale, una narrazione che restituisce speranza e riscatto in un momento assai delicato del processo di accoglienza dell’altro. Nelle motivazioni della giuria, il film è stato capace di «mettere a confronto due destini e due generazioni, quelli di una madre e di un figlio, che ha in sé una forza drammaturgica anche grazie a una grammatica cinematografica curata ed elegante».

Il docufilm racconta la storia di Alaoma Tyson, pugile di origini nigeriane, campione italiano di boxe dei pesi Youth. Sua madre Patience racconta la storia della famiglia, dal viaggio migratorio alle difficoltà economiche incontrate in Italia.

Il premio è stato consegnato domenica sera sul palco di Piazza Piero Arru dalle mani del sindaco Quirico Meloni, al fianco della presentatrice Rachele Falchi, del direttore artistico Carlo Dessì e dei giurati Gianfranco Pannone, attivissimo regista cinematografico e docente di regia documentaria al DAMS dell’Università Roma Tre e al Centro Sperimentale di Cinematografia, e Antonietta De Lillo, importante regista tra le più titolate in Italia.

La commissione tecnica ha conferito inoltre una menzione speciale a “Retour au village” di Flora Pesenti, perché è stato capace di affrontare il tema importante dello spopolamento dei paesi rurali. Un problema che riguarda non solo la Corsica e la Sardegna, ma l’intera Europa.

Dal 1 luglio il circuito del Sardinia Film Festival si è spostato a Bosa per l’Animation Award, che vedrà contendersi il premio per l’Animazione a cortometraggi provenienti da tutto il mondo.

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Classe 1934, Nando Scanu è stato fondatore del Cineclub Sassari nel 1951 e ha proseguito per tutta la vita il suo impegno nel volontariato culturale cinematografico, restando fino alla fine uno tra i maggiori sostenitori e collaboratori di Diari di Cineclub. Alla memoria di questo straordinario animatore culturale scomparso lo scorso novembre, è stata assegnata la medaglia di rappresentanza della presidenza del Senato collegata al Sardinia Film Festival.

Mercoledì sera a Palazzo di Città, l’importante riconoscimento è stato consegnato alla vedova Angela, accompagnata da cinque figli Carla, Silvana, Sabrina, Beppe e Proto. È stato un momento di forte commozione che ha coinvolto tutto il teatro.

La medaglia è stata conferita dalle mani del presidente del festival, Angelo Tantaro, affiancato dal direttore artistico Carlo Dessì. Nelle motivazioni del premio, Nando Scanu è stato ricordato «per il suo impegno morale e civile che ha contribuito ad esaltare i valori formativi del Cinema, come strumento di dialogo e promozione sociale. Al suo ricordo e all’eredità di 67 anni di ininterrotta attività culturale, che ha sempre svolto con quella necessaria leggerezza e sorriso sulle labbra, esempio che vorremmo perseguire».

La cerimonia è stata anticipata dalla proiezione di Speciale Cineclub Sassari “Ricordando Nando”, un video-documentario realizzato nei primi anni Duemila da Rosanna Castangia in occasione del cinquantenario del Cineclub Sassari. Assieme a Nando Scanu sono stati ricordati altri pionieri del cinema sassarese come Bruno Ricci e Silvio Bredo, quindi Pinuccio Fara e Benito Castangia, i quali avevano costituito il primo nucleo portante del Cineclub.

Quest’ultima serata del festival presentata da Rachele Falchi ha goduto di una massiccia presenza di pubblico. Per la Vetrina Sardegna, molto apprezzati sono stati i lavori in concorso “Still here” di Chiara Porcheddu, “Peeping Nicholas” di Emanuel Cossu, “Are your thoughts your own?” di Matteo Zara e quindi un applauditissimo “Klepsydra” di Adriana Perra e Roberto Fara.

Applausi anche per la pellicola restaurata di “Altura – Rocce insanguinate”, il primo film sardo del dopoguerra, girato da Mario Sequi con gli attori Massimo Girotti, Eleonora Rossi Drago e Roldano Lupi e le musiche di Ennio Porrino. La pellicola è stata recuperata grazie all’intervento del Gremio dei sardi di Roma e alle ricerche di Franca Farina del centro sperimentale di cinematografia Cineteca Nazionale. L’opera restaurata è stata presentata dalla stessa Farina assieme a Roberto Liberatori (autore di una monografia su Massimo Girotti) e al presidente del Gremio, Antonio Maria Masia.

Dal 28 al 30 giugno il Sardinia Film Festival è a Villanova Monteleone per il Premio al miglior documentario italiano. Per la giuria saranno presenti la produttrice Marina Piperno e i registi Antonietta De Lillo e Gianfranco Pannone.

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Con l’inaugurazione della mostra Exodus, del fotografo ungherese Attila Kleb, domani, venerdì 2 dicembre, alle 10.30 prende il via la terza edizione del Cagliari film festival, tre giorni di appuntamenti organizzati per vedere, in prima regionale, numerosi lavori che solitamente non entrano nelle sale cinematografiche, ma anche per scoprire i giovani autori e le giovani autrici, sardi/e e non.

La mostra di Attila Kleb è un percorso in 32 fotografie che catturano gli sguardi dei migranti ospiti del campo profughi sorto ai margini di Budapest nell’agosto 2015. L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’associazione NoArte di San Sperate, a marzo è stata presentata nello stesso Paese- Museo da Pinuccio Sciola.

Alle 11.00 si prosegue con un’intera sezione dedicata ai corti sulle tematiche ambientali proposti dalla Fondazione Sardegna film commission (sarà presente la direttrice Nevina Satta) all’interno del progetto Heroes 20.20.20. Celebrating Sardegna “The sustainable Endless island”. Sono in programma proiezioni e incontri con alcuni autori e autrici dei corti City of Eden e The colour of energy di Gemma Lynch; Sardinia green trip di Andrea Mura, Piccoli grandi eroi di Giorgia Soi, S’istentu di Nicola Contini, UBM in Cagliari di Marilisa Piga, e Sulla rotta verde di Silvia Perra, autrice reduce dall’ultimo Torino film festival. 

Alle 17.30 si apre la sezione Scenari sardi, con proiezioni e incontri con gli autori. Sarà presentato il documentario “Cagliari 1943 memorie di uno sfollamento”, firmato da Stefano Sernagiotto su un’idea dello storico dell’età moderna Giampaolo Salice. Attraverso un minuzioso lavoro di ricerca archivistica e numerose interviste il film ricostruisce lo sfollamento del capoluogo sardo durante l’ultima Guerra. Alle 18.30 è la volta di un altro documentario dedicato alla cultura hip-hop nell’isola: “Ca4arts- quattro arti una sola strada. Hip hop” di Roberto Pili. Chiude questo spazio il delicato lavoro “Armenia dimenticata”, di Ignazio Mascia, da tempo impegnato in azioni di volontariato internazionale.

Alle 21.00, per la sezione Anteprime CFF, si parla d’amore con “Oggi insieme domani anche” (Italia, 2015, 85’), documentario curato da Antonietta De Lillo, regista amatissima da critica e pubblico, rimasta nel cuore degli italiani per il suo ritratto ad Alda Merini tracciato con il film. “Oggi insieme domani anche” è un lavoro partecipato che mette insieme volti, storie, sguardi raccolti in giro per l’Italia da numerosi autori, per raccontare come sono cambiati i rapporti d’amore nel Belpaese, mirabilmente ricomposti in questo mosaico dalla De Lillo, che del progetto è anche ideatrice. Il film è introdotto da Pia Brancadori del Circola del cinema Alice Guy.

La prima giornata del CFF si chiude alle 23.00 con un progetto di ibridazione dedicato a linguaggi diversi: sarà proposto il cine-concerto “L’Age D’or”, un evento musicale curato dalle associazioni No Mos e Spazio musica, che rende omaggio a Luis Buñuel, con la proiezione delle immagini dell’omonimo film del regista spagnolo.

L’ingresso a ciascuna serata è di 3,00 euro – 1,00 euro la tessera FICC, facoltativa.