24 April, 2024
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E’ stata presentata stamane, al Teatro Massimo di Cagliari, la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa | Musica e Danza al Teatro Centrale di Carbonia, organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Centrale di Carbonia con il patrocinio ed il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC/Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Sono intervenuti:  il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, che ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione per offrire a cittadine e cittadini, di concerto con il CeDAC e con il sostegno della Regione, una Stagione ricca di eventi interessanti e di alto livello culturale e artistico, con protagonisti di spicco del panorama italiano – per una città come Carbonia, punto di riferimento per il territorio; Antonio Cabiddu, presidente CeDAC Sardegna, che ha messo l’accento sulla “ripartenza” della Stagione di Carbonia, dopo gli anni difficili della pandemia, secondo una tradizione ormai consolidata, con un cartellone ricco e variegato, che comprende (per la prima volta) anche una residenza artistica, di respiro nazionale, per la realizzazione di uno spettacolo che debutterà al RomaEuropa Festival; Valeria Ciabattoni, direttrice artistica CeDAC Sardegna, che ha illustrato il programma della nuova Stagione de La Grande Prosa | Musica e Danza 2022-2023 al Teatro Centrale di Carbonia.

Nove titoli (per dieci recite) in cartellone da febbraio a maggio, dopo l’anteprima con “Una ragazza come io” di e con Chiara Francini lo scorso sabato 3 dicembre alle 21.oo, tra riletture di classici e testi di autori contemporanei, accanto a raffinate e intriganti coreografie e intrecci di parole e note, oltre a un progetto originale di “mappatura” del territorio attraverso una residenza artistica culminante in uno spettacolo e in un’installazione, tra memoria e futuro.
Tra i protagonisti artisti del calibro di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, registi e interpreti, con Raffaella d’Avella e Giovanni Moschella, de “i Macbeth”, riscrittura del dramma shakespeariano firmata da Francesco Niccolini, accanto all’eclettico attore, comico e musicista Stefano Masciarelli in scena con Fabrizio Coniglio (volto noto del grande e soprattutto del piccolo schermo, grazie a serie tv come “L’allieva”) per un singolare “amarcord” sul Belpaese con “Stavamo meglio quando stavamo peggio?”. Il regista argentino César Brie, tra i fondatori della Comuna Baires, firma drammaturgia e regia di “Raccontami di domani” con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti, su due vite allo specchio, mentre si ispira alla figura biblica della donna moabita emigrata in terra d’Israele, antenata del Re Davide, “Rut” di Cristoph Nix, con Chiara Murru, diretta da Nicola Bremer, in una storia d’amicizia e solidarietà femminile che sfida regole e convenzioni.
Una brillante commedia sulla ricerca de “L’Uomo Ideale”, scritta da Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli ed interpretata da Simone Montedoro, Emanuela Fresi e Noemi Sferlazza, oltre allo stesso Toni Fornari (sua anche la regia) per una riflessione sull’amore nel terzo millennio.

Uno sguardo attento sul rapporto tra uomo e natura in “Uomini e Virus / Uno scomodo equilibrio” di e con il geologo Mario Tozzi e il jazzista Enzo Favata, alla luce delle recenti epidemie e degli effetti collaterali dell’inquinamento e dei disastri ambientali; e si sofferma sui cambiamenti del paesaggio e sulle conseguenze a breve e lungo termine della presenza antropica anche “Cartografie”, il progetto di Paola Di Mitri e Cranpi che si snoda attraverso quattro regioni italiane – Puglia, Sardegna, Liguria e Piemonte – per comporre una narrazione collettiva sul territorio, da Sud a Nord.
Un duplice appuntamento nel segno della danza con “Astor / Un secolo di Tango” del Balletto di Roma, con le musiche eseguite dal vivo da Mario Stefano Pietrodarchi (bandoneón e fisarmonica) per un omaggio ad Astor Piazzolla e “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet sulle note di Antonio Vivaldi, per un immaginifico racconto per quadri con coreografia di Aurelie Mounier che rievoca, attraverso geometrie di corpi in movimento, le varie fasi del ciclo della natura.
Focus sulla nuova drammaturgia con la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa | Musica e Danza organizzata dal CeDAC Sardegna a Carbonia, che affronta temi importanti e attuali, dal rispetto dell’ambiente al ruolo e alla condizione della donna nella società, dalla libertà di amare e seguire le proprie inclinazioni alla ricerca della propria identità, tra un affresco del Belpaese negli Anni Sessanta e Settanta e una indagine sulle radici della violenza e dell’odio, tra antichi e nuovi delitti, oltre a un tributo al grande compositore argentino, inventore del Tango Nuevo, in unaprogrammazione ricca e variegata che spazia fra teatro, musica e danza mettendo l’accento su intrecci e “contaminazioni” tra le diverse arti, secondo la “mission” del Circuito Multidisciplinare, che promuove la diffusione della cultura e dei linguaggi della scena. Tra le novità il progetto di una residenza artistica, per un lavoro di studio e documentazione, con il coinvolgimento degli abitanti in una ricostruzione della storia dell’antica zona mineraria, in modo da restituire attraverso le testimonianze dei protagonisti la memoria “viva” dei luoghi.

 

Si terrà venerdì 13 gennaio, alle ore 11.00, nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari la conferenza stampa di presentazione della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa Musica e Danza organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Centrale di Carbonia con il patrocinio ed il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Interverranno Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Giorgia Meli, assessora della Cultura e Spettacolo del comune di Carbonia; Antonio Cabiddu, presidente CeDAC; Valeria Ciabattoni, direttrice artistica CeDAC.

Nella foto di copertina, Antonio Cabiddu, presidente CeDAC.

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Dal 1973 al 1975 Eugenio Barba e l’Odin Teatret dalla Danimarca si trasferiscono, a più riprese e per lunghi periodi, in Sardegna e nel Salento, con l’intento di portare il teatro in “luoghi senza teatro”, a contatto con popolazioni che abitualmente non ne fruivano. Nel corso di queste permanenze, l’Odin definisce, come modalità di relazione con gli abitanti dei paesi salentini e sardi, in prevalenza contadini e pastori, il cosiddetto “baratto culturale” per cui al dono della loro arte i locali rispondevano con una canzone tradizionale, un ballo o una festa. Un’esperienza destinata a lasciare un segno profondo nei territori interessati, oltre che a incidere non poco sulla stessa traiettoria dell’Odin, tra le più importanti espressioni del teatro internazionale, come più volte riconosciuto dallo stesso Barba.

In Salento l’Odin aveva come referenti un gruppo di intellettuali, tra i quali Gino Santoro e Rina Durante, impegnati nella ricerca e riproposta della musica tradizionale, ed elesse Carpignano come sede della propria residenza. In Sardegna era arrivato grazie a Pierfranco Zappareddu, animatore, attore e regista e fondatore del gruppo teatrale Alkestis, che pochi mesi prima si era recato a Holstebro, in Danimarca, dove aveva sede l’Odin Teatret, per un’esperienza formativa. Sull’isola il gruppo danese operò soprattutto a San Sperate e Orgosolo ma toccò numerosi altri paesi, tra i quali Gavoi, Ollolai e la cerchia dei villaggi situati intorno ai santuari dell’Itria e di Monte Gonare. Vincenzo Santoro ricostruisce questa appassionante vicenda, attingendo a fonti d’epoca e privilegiando il punto di vista dei protagonisti, e individua anche nessi e relazioni con l’incendio che, da lì a poco, sarebbe divampato attorno al “rinascimento della pizzica”.

Il volume, edito da Squilibri, si apre con la prefazione di Eugenio Barba e include le fotografie di Tony D’Urso, scritti di Antonio D’Ostuni e Antonello Zanda e, nel DVD allegato, il documentario di Ludovica Ripa Di Meana, In cerca di teatro, girato alla fine della residenza salentina del 1974 e il film di finzione di Torgeir Wethal, Vestita di bianco, girato sempre nel corso dell’esperienza salentina dell’Odin.

Grazie alla collaborazione con la Cineteca Sarda di Cagliari, che ha contributo anche alla pubblicazione, il volume sarà presentato dove tutto in qualche modo è iniziato: il 29 settembre, alle ore 18.00, ad Orgosolo, presso la Biblioteca comunale, con Bastiana Madau, Antonello Zanda e Mario Rubanu; e il 30 settembre, alle ore 15,30, a San Sperate, con Mario Faticoni e Domenico Ferraro e l’esposizione di foto storiche di un altro testimone di quella seminale esperienza come Antonio Cabiddu: quest’ultimo appuntamento ricade all’interno del festival Sant’Arte che, ad un anno dalla sua scomparsa, riprende un’idea di Pinuccio Sciola, altro prestigioso interlocutore dell’Odin Teatret in Sardegna.

 

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Verrà presentata giovedì 1 dicembre 2016, alle ore 10.00, nella sala conferenze nella Torre Civica (primo piano), in piazza Roma, a Carbonia, nel corso di una conferenza stampa, la stagione di prosa e danza 2016-17 al Teatro Centrale di Carbonia organizzata dal CeDaC, nell’ambito del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna, con il patrocinio ed il sostegno del comune di Carbonia.

Interverranno il sindaco di Carbonia, Paola Massidda; l’assessore della Cultura e Turismo, Emanuela Rubiu; il presidente del CeDaC, Antonio Cabiddu; e, infine, il direttore artistico del CeDaC, Valeria Ciabattoni.

Teatro Centrale Carbonia copia

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Nuova audizione sulla finanziaria dalla seconda commissione (Lavoro, Informazione) presieduta dall’on. Gavino Manca, con l’associazione degli editori sardi che rappresenta oltre l’80 delle imprese del settore.

Nel suo intervento, la presidente regionale Simonetta Castia ha manifestato “preoccupazione” per la scarsità delle risorse disponibili, criticando quello che, a suo giudizio, è uno “squilibrio” a favore del settore radio-televisivo. In occasione della 14esima edizione della Fiera del libro, ha poi ricordato, «abbiamo avuto assicurazioni su un incremento dei fondi per il 2015 e l’avvio di un tavolo tecnico con tutti gli operatori del comparto per l’esame delle problematiche comuni e la revisione della legge regionale 22 ma ora le scadenze si avvicinano e la nostra preoccupazione cresce».

Castia ha inoltre sollecitato l’istituzionalizzazione della Fiera del libro, con un ruolo più incisivo della Regione «che dovrebbe consolidare e potenziare il polo di Macomer estendendo alcune iniziative sul territorio», sottolineando la necessità di «intervenire anche nella multimedialità, dando corso al bando sulla Scuola digitale che prevedeva l’investimento di circa 35 milioni di euro».

L’editore Carlo Delfino, dopo aver apprezzato l’iniziativa della commissione (“è la prima volta dopo tanti anni”) di confrontarsi con la categoria ha lamentato la scarsa considerazione della Regione: «Siamo sempre stati il fanalino di coda – ha detto – eppure produciamo circa 600 titoli all’anno, libri che vanno anche in Italia ed all’estero e costituiscono un veicolo importante di promozione della cultura sarda e dell’immagine della nostra terra».

Il presidente della commissione Gavino Manca ha condiviso la necessità di una nuova legge organica sull’editoria in Sardegna, alla quale la commissione intende lavorare subito dopo la finanziaria anche con il contributo costruttivo degli editori, ed ha espresso apprezzamento per la volontà della categoria di volersi misurare con un approccio convinto alle opportunità dei fondi europei.

Il lungo ciclo di audizioni della seconda commissione è proseguito con l’intervento delle associazioni che operano nel mondo del cinema e dello spettacolo.

I rappresentanti di Moviementu-Rete cinema Sardegna hanno messo l’accento sia sull’inadeguatezza delle risorse per il settore che sulla mancanza di una disciplina normativa regionale “di sistema” coerente con il quadro nazionale che si va delineando con la riforma che entrerà in vigore da quest’anno.

Dopo l’intervento di Antonia Iaccarino, che ha sottolineato come «anche la divisione di competenze in materia fra diversi assessorati sia un problema», Luca Melis ha ricordato che «il settore cinematografico è stato molto trascurato negli anni e la stessa ripartizione delle risorse prevista dalla finanziaria 2015 contiene uno sbilanciamento di risorse a favore della Film commission e a danno della produzione, che va corretto perché la stessa normativa regionale attribuisce più fondi al sostegno delle produzioni».

Andrea De Blasio ha poi definito «incomprensibile il dato della finanziaria sul cinema che, di fatto, ripropone gli stessi stanziamenti del 2010; la Regione dimentica che il cinema è una industria che ha bisogno di una prospettiva triennale per poter fare una buona programmazione, così come richiede lo stesso Ministero dei Beni culturali stimolando gli operatori ad attivare un circuito virtuoso che affianca all’intervento pubblico quello dei privati, degli sponsor e dei fondi europei».

De Blasio ha inoltre sostenuto la necessità di un rilancio della Film commission della Sardegna ed ha citato, come esempio da seguire, quello della Puglia «dove, a fronte di 3 milioni di fondi pubblici, si è generato un ritorno di 12 milioni, in termini di economia reale e ricadute sul territorio».

Il regista Enrico Pau, infine, ha richiamato l’attenzione della commissione sul sostegno alle start up, fondamentale per lo sviluppo del cinema sardo, seguito da un pubblico sempre in crescita. «Senza questo sostegno – ha affermato – rischiamo di essere esclusi dal circuito nazionale del Ministero, dall’accesso ai fondi europei, dalle convenzioni con la Rai e dalle co-produzioni internazionali; in pratica rischiamo di chiudere».

Passando al teatro, il presidente di Cedac Sardegna Antonio Cabiddu ha dichiarato che il circuito sardo (uno dei 13 attivi in campo nazionale) ha tutte le carte in regola per affrontare le sfide della nuova legge di riforma nazionale, che ha come cardine il ciclo triennale di programmazione. «Abbiamo 45 compagnie – ha detto – ed un pubblico di 60.000 spettatori l’anno che ci consente di coprire il 40% dei costi con una performance superiore alla media nazionale e siamo presenti in 15 Comuni comprese piccolissime realtà come quella di Meana Sardo»«Eppure – ha lamentato – abbiamo subito nel 2014 un taglio improvviso del 30%, poi ridotto al 20%, nel mese di novembre a programmazione già chiusa».

«Possiamo crescere ancora anche integrando nel nostro circuito la musica e la danza – ha concluso Cabiddu – ma paradossalmente siamo sull’orlo della scomparsa; dopo le 220 giornate degli anni precedenti quest’anno siamo già scesi a 170 avvicinandoci pericolosamente alla soglia di 160 giornate fissata dal Ministero, è ora che la Regione si occupi di questo problema che, anche sul piano culturale, rischia di cancellare la Sardegna dalle geografia nazionale».

A nome di Akroama, Pier Lelio Lecis ha ribadito «il valore di produzioni realizzate da maestranze sarde, espressione di una realtà viva fatta di investimenti concreti e remunerativi».

Il presidente della commissione Gavino Manca ha dichiarato in conclusione che l’ascolto degli operatori del settore cinematografico e teatrale è stato utilissimo per una riflessione a tutto campo che dovrà portare in tempi brevissimi al riordino della normativa regionale sulla materia, in grado di rilanciare attività produttive che possono contribuire in modo concreto alla crescita della Sardegna. Nello specifico, in riferimento al cinema, Manca ha sottolineato la necessità di distinguere le attività promozionali della Film commissioni dalla produzione, aggiungendo che di conseguenza, ci sono margini di intervento sulla assegnazione delle risorse nei diversi capitoli.

cornacchionejurij ferrini 2 Nicia e CallimacoSenio GB DattenaNicia

Si è svolta oggi (lunedì 10 marzo) alle 11.00 presso il Palazzo Comunale di  Iglesias la conferenza stampa di presentazione della Stagione di prosa 2013-14 del CeDAC (nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo) al Teatro Electra: tre i titoli in cartellone (per quattro recite, con una matinée per le scuole), dalla “Mandragola” di Machiavelli con la regia di Jurij Ferrini, anche protagonista in scena nel ruolo di Messer Nicia; a “L’ho fatto per il mio paese”, pièce contemporanea sulla distanza tra la politica e la vita, con Lucia Vasini e Antonio Cornacchione;  e infine “Una cena veramente straordinaria/ L’amore, la vita e la morte ai tempi del ghetto” del Teatro Barbaro con Senio GB Dattena (che firma drammaturgia e regia) e Maria Loi sulle note della fisarmonica di Maurizio Serra che affronta il tema della Shoah.

Sono intervenuti il sindaco di Iglesias, Emilio Agostino Gariazzo, l’assessore alla cultura Simone Franceschi e la presidente della commissione cultura, Pietrina Chessa oltre ad Antonio Cabiddu, presidente del CeDAC, e al direttore artistico Valeria Ciabattoni, che ha illustrato il programma.

Nel corso della conferenza è stato messo l’accento sul fatto che per il primo anno il Teatro Electra di Iglesias ospiterà la Stagione del CeDAC;  e gli amministratori hanno espresso soddisfazione per l’ingresso di Iglesias nel circuito  nazionale, con l’auspicio che questo sia solo l’inizio….

Ha preso già il via la campagna abbonamenti: il botteghino del Teatro Electra sarà aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00 e nel giorno di domenica 16 marzo. Info: cell. 328.1719747