20 April, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il rischio fallimento per la “Romangia servizi” e la crisi delle società in house degli Enti locali; la vertenza dei lavoratori della Sigma-Sardegna; il futuro incerto della società interamente partecipata della Regione “Fase 1 srl” e la scadenza, il prossimo 31 ottobre, dei contratti degli archivisti in servizio nell’amministrazione regionale: sono stati questi i temi al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto le  audizioni di sindacalisti e lavoratori interessati dalle emergenze che riguardano il futuro occupazionale di centinaia di addetti del comparto pubblico, o ad esso riconducibile, e privato.

Società in house degli Enti Locali

I primi ad intervenire nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) sono state le rappresentanze sindacali della “Romangia servizi” la società in house del Comune di Sorso le cui attività sono state sospese per l’assenza di commesse da parte dell’amministrazione civica (unico committente della società) a causa dell’indisponibilità dei fondi per effetto dei tagli agli Enti locali.

Sebastiano Crosa, Filcams-Cgil di Sassari, in rappresentanza anche di Cisl, Uil e Ugl, ha illustrato la delicata situazione lavorativa (gli ultimi 28 addetti dei 60 iniziali ricevono il “Naspi”, il sussidio di disoccupazione universale che sostituisce dal 1° maggio 2015 l’assegno unico di disoccupazione introdotto dalla riforma Fornero) ed ha ribadito che, senza la ricapitalizzazione della società, a partire dal 1° gennaio 2016, la stessa andrebbe incontro alla dichiarazione di fallimento da parte del tribunale di Sassari.

Il sindacalista ha inoltre precisato che sempre a fare data dal 1° gennaio 2016 anche la società in house per la gestione dei servizi pubblici del Comune di Alghero (Algheroinhouse srl), in assenza di interventi straordinari da parte della Regione, è destinata a far cessare i servizi, mentre alla Multiss (società in house della Provincia di Sassari e partecipata dall’ex provincia Olbia Tempio), sono imminenti le procedure per il licenziamento dei 144 lavoratori.

La richiesta univoca dei sindacati rivolta alla commissione Lavoro è stata quella di un sostegno finanziario straordinario e immediato da parte della Regione, in grado di scongiurare, entro il 31 dicembre 2015, la cessazione della “Romangia servizi”, nonché interventi adeguati per mantenere i servizi e l’occupazione garantite dalle altre società in house ad Alghero e nella provincia di Sassari.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha quindi ricordato la recente risoluzione approvata dalle commissioni I e II proprio in materia di precariato e nel sintetizzarne i contenuti ha ribadito come il documento stabilisca un termine per la mappatura del fenomeno (15 novembre 2015) e nell’indicare come soluzione al problema l’approvazione di una nuova normativa che regoli la materia, preveda anche misure straordinarie di intervento per fare fronte alle emergenze fino al 31 dicembre 2015.

Sul tema è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, che nel far propria la richiesta dei sindacalisti per garantire la ricapitalizzazione e il salvataggio della “Romangia servizi” («sono necessari 195.000 euro entro il 31 dicembre») ha auspicato la rapida approvazione di un apposita legge che regoli in maniera definitiva e innovativa il settore delle società in house degli Enti locali e ponga fine al protrarsi degli interventi “tampone” dettati dalle varie emergenze che interessano ormai l’intera Sardegna. Il vice presidente del Consiglio ha quindi invitato la commissione Lavoro ad esaminare la proposta di legge presentata in materia dai consiglieri di Forza Italia (Pl. 212 Gestione associata di servizi e funzioni di interesse generale svolti da società a totale partecipazione degli enti pubblici locali”) ed ha rammentato gli impegni a suo tempo assunti dall’assessore della Programmazione, per la ricapitalizzazione della “Romangia servizi” entro lo scorso settembre.

Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, ha ribadito l’importanza della risoluzione adottata dalle commissioni Personale e Lavoro e pur facendo propria la richiesta per un intervento straordinario della Regione per scongiurare il fallimento della società in house della Romangia («bisogna però tener conto della scarsità delle risorse regionali e della drammatica situazione derivante dal deficit della sanità sarda») non ha mancato di evidenziare presunte responsabilità “politiche” nella gestione della società legate soprattutto all’assunzione di 13 dipendenti non ricompresi tra i lavoratori socialmente utili o ex Lsu.  

Lavoratori della società in house della Regione “Fase 1 srl”.

I lavoratori della società  di capitali interamente partecipata dalla Regione, “Fase 1 srl”, costituita nel 2008 per sviluppare “nuovi agenti diagnostici e terapeutici e identificare, mediante studi clinici dedicati, farmaci innovativi e nuove indicazioni terapeutiche per farmaci esistenti”, hanno portato all’attenzione della Seconda commissione, la delicata situazione venutasi a creare all’indomani della decisione della giunta regionale di nominare un amministratore unico per dismettere la società che opera all’interno dei laboratori dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

Alessio Mereu, in rappresentanza dei nove dipendenti di “Fase 1” (assunti con selezione pubblica) ha denunciato le difficoltà che caratterizzano l’operare della Srl ed anche i rilievi mossi dalla Corte dei Conti alla Regione, nonché l’incertezza sul futuro dei lavoratori in ordine alla ipotizzata cessione a operatori privati della società. Mereu ha inoltre affermato che mentre si procede alla pubblicazione del bando destinato ai privati sono intervenute le nuove disposizioni dell’agenzia nazionale del farmaco che disciplinano il settore e modificano in sostanza il valore della società. I lavoratori hanno quindi ricordato le ipotesi, al momento non concretizzatesi, relative alla cessione delle attività cosiddette di “pre-clinica” a Sardegna ricerche e le attività “cliniche” all’ospedale Brotzu ed hanno quindi evidenziato che in caso di fallimento della cessione ai privati, entro il 31 dicembre, saranno avviate le procedure per la liquidazione della società “Fase 1 srl”.

Mereu e i suoi otto colleghi hanno richiesto quindi alla commissione Lavoro che si adoperi perché i lavoratori attualmente in servizio nella società “Fase 1” possano usufruire della mobilità in altre società partecipate dalla Regione sarda.

Vertenza Sigma-Sardegna

La convocazione di un tavolo di crisi per definire la vertenza Sigma-Sardegna: è questa la richiesta che nelle prossime ore il presidente della commissione Lavoro, Gavino Manca, formalizzerà all’indirizzo del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru. L’annuncio è stato dato alle delegazioni sindacali, al termine dell’audizione nella Seconda commissione, dove il segretario generale regionale Filt-Cgil, Arnaldo Boeddu, ha illustrato la situazione creatasi nel consorzio con sede a Codrongianos in provincia di Sassari. A rischio 190 posti di lavoro (140 impiegati nella logistica e 50 amministrativi) dopo la rottura delle trattative con l’azienda. «I lavoratori – ha dichiarato Boeddu – hanno accolto le richieste dei vertici Sigma in ordine alla riduzione del personale (solo 40 al lavoro su 190), alla decurtazione di 200 euro della busta paga ed alla rinuncia agli scatti contrattuali e di anzianità ed hanno limitato le loro richieste solo all’inserimento nell’accordo (a costo zero per l’azienda) delle garanzie dell’ex articolo 18 dello statuto dei lavoratori».

I sindacati hanno chiesto quindi al presidente della commissione una convocazione delle parti per valutare i margini per definire un eventuale intesa. Richiesta accolta dal presidente Manca che ha preannunciato la proposta, da sottoporre all’attenzione del presidente della Giunta, di aprire un tavolo di crisi sulla vertenza Sigma-Sardegna.

Situazione lavorativa degli operatori del progetto archivi regionali 

Il segretario Fp-Cgil, Antonio Cois in rappresentanza dei 15 operatori del progetto archivi regionali ha denunciato, nel corso dell’audizione nella commissione Lavoro, l’urgenza di procedere con un intervento straordinario da parte della Regione per prorogare i contratti dei suddetti lavoratori (che operano in tutti gli assessorati regionali) la cui scadenza è fissata al 31 ottobre 2015.

La proposta avanzata dai sindacati al presidente Manca è quella di adoperarsi nell’immediato per  prorogare, fino al 31 dicembre 2015, i contratti dei 15 archivisti (in servizio fin dal 2005) in attesa di una auspicata stabilizzazione delle relative posizioni lavorative.

I sindacati del trasporto ferroviario in quarta commissione hanno sollecitato la sottoscrizione del contratto di servizio con Trenitalia.

«La Sardegna – ha detto il segretario regionale della Confsal Trasporti, Augusto Tocco – è l’unica Regione d’Italia che non ha ancora sottoscritto il contratto di servizio con Trenitalia; dobbiamo assolutamente recuperare questo ritardo per dare finalmente un servizio migliore ai sardi.»

«Non solo siamo gli ultimi – ha poi osservato il responsabile regionale della Cgil, Arnaldo Boeddu – ma stiamo attraversando un momento cruciale del trasporto ferroviario in cui, da un lato, i lavoratori sono chiamati ad un forte recupero di efficienza e, dall’altro, viene tagliato il budget delle manutenzioni dei mezzi, i nostri tecnici andati in pensione non vengono rimpiazzati, le biglietterie sono chiuse la domenica, nei vagoni si viaggia a 40 gradi e i treni, compreso il Minuetto, rischiano di fermarsi. In questo quadro è evidente che il nuovo contratto è la chiave di tutto; anzi, siccome siamo arrivati per ultimi, possiamo scriverlo meglio di altri evitando però certe fughe in avanti, come quella di sostenere che l’Arst può essere un vettore competitivo nel trasporto ferroviario su scala regionale.»

Valerio Zoccheddu, della Cisl, ha sottolineato il paradosso di una trattativa fra Regione e Trenitalia incagliata proprio quanto stanno per entrare in servizio i nuovi treni veloci. «La Regione non può chiedere di chiudere il contratto pagando 8.50 euro a chilometro perché a queste cifre non ci sta dentro nessuno, tanto è vero che Sicilia e Toscana pagano fra gli 11 ed i 12 euro; a parte il fatto che i treni veloci copriranno solo il 30% dei costi senza i massicci investimenti sulla rete (superiori al miliardo di euro) per i quali al momento non ci sono risorse».

Per Carlo Atzori, segretario regionale dell’Orsa, «è necessario riprendere urgentemente il confronto con l’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, per uscire dal ping pong fra Regione e Trenitalia che sta bloccando il contratto di servizio; per quanto riguarda le manutenzioni, in particolare, vogliamo essere messi nelle condizioni di fare la nostra parte, altrimenti le riparazioni dei treni veloci le faranno gli spagnoli e in Sardegna chiuderanno le officine, come potrebbe accadere fra breve a Sassari».

«Senza contratto – ha ribadito William Zonca della Uil – i sardi hanno sicuramente un servizio peggiore e, dal nostro punto di vista, nel contratto di deve essere anche un riferimento all’occupazione, dopo che negli ultimo 10 anni, abbiamo perduto quasi 3.000 unità».

Secondo Giuseppe Stocchino, dell’Orsa, «se si vuole dare un senso agli interventi di potenziamento del trasporto su ferro, bisogna ripartire anche dal lavoro che si svolge nelle stazioni tenendo presente che, con i numeri attuali, la Sardegna non è una Regione appetibile per nessun vettore, compresa Trenitalia».

Nel dibattito successivo hanno preso la parola i consiglieri regionali Salvatore Demontis del Pd, Fabrizio Anedda di Sinistra Sarda ed Antonello Peru di Forza Italia. Nelle conclusioni, il presidente della commissione Antonio Solinas ha ricordato fra l’altro che gli obiettivi strategici della Regione sono quelli di dare un servizio migliore ai sardi e di trasferire quote sempre maggiori i trasporto e di traffico sulla rete ferroviaria. «Non mi risulta – ha continuato – che l’assessore abbia rifiutato il confronto con i sindacati e che la Regione abbia proposto a Trenitalia un costo a chilometro di 8.50 euro; so invece che ha chiesto più qualità ed efficienza ed anche di investire eventuali risparmi in Sardegna».

Terminata l’audizione delle organizzazioni sindacali è stata la volta del responsabile regionale di Trenitalia per la Sardegna, Fabio Lo Sciuto, che in apertura, ha voluto chiarire che «fra Regione e Trenitalia non è mai esistito alcun contratto ed i rapporti reciproci sono stati finora regolati da un vecchio accordo di programma fra Stato e Regione che per Trenitalia ha fatto registrare nel 2014 una perdita di 3 milioni di euro». «Ora – ha detto ancora Lo Sciuto – anche grazie ad un tavolo tecnico con l’assessorato in cui sono state analizzate puntualmente tutte le voci del bilancio, abbiamo proposto un contratto della durata di 10 anni che consenta, attraverso verifiche annuali, di correggere eventuali criticità che dovessero emergere, tenendo presente che occorrerà comunque intervenire sulle tariffe che in Sardegna sono ferme dal 2009 e sono fra le più basse d’Italia; non partiamo comunque da zero perché nel 2014 abbiamo trasportato più di 13.000 persone al giorno con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, dovuto anche all’azione della Regione che ha eliminato le sovrapposizioni del treno con i mezzi su gomma, un quadro complessivo da cui ci aspettiamo già da quest’anno migliori risultati di bilancio».

Infine, sulla possibilità che la Sardegna possa indire una gara pubblica per l’aggiudicazione del servizio di trasporto ferroviario, il responsabile di Trenitalia è stato molto chiaro: «L’azienda valuterà come sempre con grande attenzione tutti gli aspetti della gara riservandosi la decisione di partecipare o meno, a seconda delle condizioni».

I lavori della commissione proseguono questo pomeriggio con l’audizione dell’assessore dei Trasporti Massimo Deiana sulla continuità territoriale aerea.

Stazione ferroviaria di Cagliari

 Palazzo del Consiglio regionale 3 copia 

«Siamo molto preoccupati per lo scenario che si sta delineando ed auspichiamo un ripensamento della Regione, perché con l’attivazione della cosiddetta continuità3 verso alcune capitali europee è a rischio il diritto alla mobilità dei sardi.»

Lo ha dichiarato il dirigente della Cgil Trasporti, Franco Monaco, nel corso di una audizione davanti alla IV commissione del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

«Quella di dare vita a nuovi collegamenti con l’Europa – ha precisato Monaco – è un’idea giusta ma non c’entra niente con la continuità che invece tocca da vicino il diritto alla mobilità dei sardi ed è costruita su condizioni molto precise: possibilità di andata e ritorno in giornata, rilascio di informazioni tempestive presso i call center, flessibilità nella conferma e nell’annullamento delle prenotazioni, accesso garantito agli aeromobili per i portatori di handicap e molto altro.»

«Questo è un passaggio centrale – ha proseguito il sindacalista -. Non si può sostenere come fa l’assessore dei Trasporti, che l’Unione europea considera sovrapponibili i voli della continuità e quelli low cost su scali minori perché i primi sono servizio pubblico e i secondi no ed è questa la linea che la Regione deve far passare presso l’Europa».

«Ferma restando questa distinzione – ha poi aggiunto Ivan Rocca della Uil trasporti – occorre anche considerare che il mantenimento della continuità2 consentirebbe di intercettare il surplus di traffico su Roma e Milano già registrato con la continuità1 e di prevenire i contraccolpi occupazionali che si avranno a partire da ottobre sugli aeroporti sardi di Cagliari, Alghero ed Olbia; dobbiamo insomma evitare la stagionalizzazione del trasporto aereo in Sardegna che è l’esatto contrario della continuità territoriale.ı

«A nostro giudizio è solo un problema di volontà politica – ha dichiarato Nicola Contini della Ugl trasporti – e i dati ci danno ragione: Bologna, ad esempio, è la terza destinazione per volume di traffico dalla Sardegna e gli scali di Torino e Verona sono diventati punti di riferimento dei sardi soprattutto per alcune tipologie di utenza, ecco perché dobbiamo estendere il concetto di continuità territoriale oltre Milano e Roma, come già avviene in Corsica, e non comprimerlo.»

Molto critico nei confronti dell’assessore dei trasporti Massimiliano Deiana, il sindacalista della Cgil Arnaldo Boeddu ha ribadito con forza che «la Sardegna deve presentare all’Unione europea una proposta di continuità territoriale dei sardi tarata sulle reali esigenze dei cittadini, i dati ci dicono che dobbiamo alleggerire il peso su Roma e Milano dove i posti sono quelli che sono soprattutto in certi periodi dell’anno e diversificare l’offerta».

Nel successivo dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino ed Antonello Peru di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis del Pd e Gianni Tatti, di Area popolare Sardegna.

In conclusione il presidente della commissione Antonio Solinas ha definito l’incontro «più che positivo, perché il problema dei trasporti rimanda al tema più generale del recupero dello svantaggio dell’insularità su cui la Regione è fortemente impegnata». «Non voglio fare il difensore d’ufficio di nessuno – ha continuato Solinas – e credo che il confronto debba restare aperto ai contributi della commissione e dello stesso Consiglio regionale rispetto ad un quadro in cui le principali destinazioni nazionali non hanno bisogno di incentivi di cui però avrebbe necessità la cosiddetta continuità2, senza dimenticare che la continuità3 verso l’Europa è una scelta lungimirante che apre nuove prospettive al il turismo sardo». «Appena possibile – ha concluso – sentiremo ancora l’assessore dei Trasporti e, se necessario, anche le organizzazioni sindacali.»