29 April, 2024
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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato questa sera la nuova ordinanza, la n° 5 del 5 marzo 2021, contenente “Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-19 nel territorio regionale della Sardegna”.

Art. 1)

Tutti i soggetti che intendono imbarcarsi su linee aeree o marittime dirette in Sardegna, sono tenuti a registrarsi prima dell’imbarco accedendo alla sezione “Nuovo Coronavirus” nella home page del sito istituzionale della Regione Sardegna (www.regione.sardegna.it) o mediante l’applicazione “Sardegna Sicura” scaricabile dagli app-store per sistemi operativi iOS e Android.

Ciascun passeggero dovrà presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione unitamente alla carta d’imbarco e a un documento d’identità in corso di validità.

All’interno della suddetta registrazione potrà essere inserita anche quella dei minori a carico che viaggiano con il soggetto dichiarante.

La compagnia aerea o marittima, verifica, preliminarmente all’imbarco, la ricevuta dell’avvenuta registrazione.

Art. 2)

Tutti i soggetti in arrivo con unità da diporto o ogni altra unità non adibita al traffico passeggeri, compresi i pescherecci che non siano iscritti ad uno dei Compartimenti marittimi della Regione o che facciano rientro dopo aver attraccato in porti al di fuori della linea di costa regionale, sono tenuti a registrarsi secondo le modalità previste nel precedente articolo 1. I comandanti e/o gli armatori delle predette unità sono tenuti a verificare, preliminarmente all’imbarco, il possesso della ricevuta di avvenuta registrazione, vietando l’imbarco ai soggetti non muniti.

Art. 3)

I nominativi e i recapiti acquisiti ai sensi dei precedenti articoli, sono trattati dallaRegione Sardegna, ai sensi dell’articolo 5 dell’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 630 del 3 febbraio 2020 e nel rispetto del Regolamento n. 2016/679/UE, secondo misure appropriate e proporzionate alla tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, sono inseriti in un apposito database regionale, conservati per 14 giorni e utilizzati per le azioni di monitoraggio dei  soggetti interessati, in collaborazione con le forze dell’ordine, i Comuni e le Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Decorso il termine suindicato, i dati verranno eliminati: i dati personali non sanitari raccolti in attuazione dell’art. 1 potranno essere conservati dall’amministrazione regionale per finalità statistiche ed informative.

Art. 4)

Attraverso la piattaforma di cui all’articolo 1, i passeggeri in arrivo possono dare atto dell’avvenuta vaccinazione (si intende per avvenuta vaccinazione l’inoculazione di entrambe le dosi) e/o sottoposizione all’esame diagnostico molecolare del tampone rino-faringeo per covid-19 e/o sottoposizione all’esame del tampone antigenico, con esito negativo eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza.

I soggetti che non siano stati vaccinati o che non si siano sottoposti al tampone prima dell’arrivo in Sardegna, dovranno alternativamente:

a) recarsi presso le aree dedicate nei porti e aeroporti, al fine di sottoporsi al tampone rapido antigenico. In caso di tampone antigenico negativo, il soggetto può recarsi al domicilio, con la raccomandazione di mantenere i dispositivi di protezione individuale, evitare i contatti con terzi e sottoporsi nuovamente a tampone antigenico, presso sanitario di propria fiducia, al quinto giorno successivo a quello di sottoposizione al primo tampone. In caso di esito positivo, il soggetto dovrà seguire le ordinarie procedure previste dalla normativa vigente per i casi Covid-19 positivi;

b) recarsi, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, presso una struttura autorizzata (pubblica o privata accreditata) e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, con onere per la struttura stessa di darne comunicazione all’Azienda sanitaria territorialmente competente;

c) porsi obbligatoriamente in isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni, presso il proprio domicilio, con onere di darne comunicazione al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta ovvero, per i non residenti, all’Azienda sanitaria territorialmente competete per il tramite del numero verde.

L’Assessorato regionale della Sanità, per il tramite delle aziende sanitarie ed i COR.SA, provvede a dare esecuzione al presente articolo in accordo con le società di gestione aeroportuale, nonché con l’autorità del sistema portuale del mare di Sardegna.

Art. 5 )

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza con riferimento agli ingressi nella regione Sardegna, si fa espresso rinvio al DPCM 2 marzo 2021 e relativi allegati.

Art. 6)

Le attività disposte dalla presente ordinanza saranno avviate a far data dall’8 marzo 2021 e fino al 24 marzo 2021.

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A mezzanotte è entrata in vigore l’ordinanza del ministro della Salute che riporta la Sardegna in zona bianca. A distanza di pochi minuti, l’ufficio stampa della Giunta regionale ha diffuso l’ordinanza firmata nella tarda serata dal presidente Christian Solinas, che dispone ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da COVID-19 nel territorio regionale della Sardegna.

Art. 1)

Fermo restando il divieto di assembramento, nonché il rispetto del distanziamento personale e del contingentamento, in conformità alle linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive attualmente in vigore, con possibilità di modularne l’esercizio in aumento ovvero in diminuzione, secondo l’andamento epidemiologico della pandemia, a decorrere dal 1° marzo 2021 è consentita sull’intero territorio regionale – fatta eccezione per le zone puntualmente interdette con ordinanze sindacali, a seguito della dichiarazione di rischio di diffusione virale – la riapertura delle seguenti attività: a) Ristorazione, con apertura degli esercizi fino alle ore 23.00; b) Bar, pub, caffetterie ed assimilabili, con apertura degli esercizi fino alle ore 21.00; In relazione all’andamento degli indicatori epidemiologici valutati a seguito di tali riaperture, con successive specifiche ordinanze – d’intesa con il tavolo tecnico istituzionale composto dai rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e della Regione Sardegna – potranno essere riaperte, con le necessarie prescrizioni, le seguenti attività: – palestre, scuole di danza (senza contatto); – centri commerciali nelle giornate di sabato e domenica; – musei e luoghi della cultura.

Art. 2)

Salvo provvedimenti maggiormente restrittivi adottati dalle Autorità Sanitarie locali sul territorio di competenza, è fatto divieto di circolare e/o sostare al di fuori della propria residenza e/o domicilio dalle ore 23.30 di ciascun giorno fino alle ore 5.00 del successivo (coprifuoco). Restano ferme le cause esimenti già previste dalla vigente normativa nazionale per le zone c.d. “gialle”.

Art. 3)

È fatto obbligo di usare, sull’intero territorio regionale e per l’intera giornata (H24), protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico, nonché negli spazi pubblici ove, per le caratteristiche fisiche, sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei 6 anni, nonché i soggetti con forme di disabilità. È fatto divieto di qualsiasi forma di assembramento, con speciale riferimento allo stazionamento presso gli spazi antistanti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, le piazze, le pubbliche vie, i lungomare e i belvedere, nei quali deve comunque mantenersi un distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Art. 4)

A far data dal 1° marzo 2021 e salva l’adozione di ulteriori provvedimenti in conseguenza della rilevazione dei dati epidemiologici della regione, alla Regione Sardegna – pur collocata dall’Ordinanza del Ministro della Salute del 28 febbraio 2021 in zona “bianca”, scenario di tipo 1, con un livello di rischio basso – continuano ad applicarsi le misure restrittive determinate ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 25 marzo 2020, n.19, convertito, con modificazioni nella legge 22 maggio 2020, n.35, con riferimento alle altre attività ivi indicate, fatta eccezione per la disciplina specifica disposta dalla presente ordinanza;

Art. 5)

Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente ordinanza, si fa espresso rinvio al DPCM 14 gennaio 2021;

Art. 6)

Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti a far data dal 1° marzo 2021 fino al 15 marzo 2021, salvo proroga esplicita e salvo ulteriori diverse prescrizioni, anche di segno contrario, che dovessero rendersi necessarie in dipendenza dell’andamento della curva di diffusione del virus, che sarà costantemente monitorata dai competenti organi dell’amministrazione e delle aziende.

Art. 7)

In ossequio al principio di leale collaborazione tra le Istituzioni, è richiesto ai competenti uffici territoriali del Governo di voler disporre ogni consentito rafforzamento della presenza e dei controlli delle forze dell’ordine presenti sul territorio regionale per garantire la massima vigilanza sul rispetto delle prescrizioni di cui alla presente ordinanza ed alle ulteriori norme vigenti in materia per il contenimento della diffusione epidemiologica del virus. Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, la mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza è sanzionata come per legge (art. 2 del D.L. 33 del 16 maggio 2020).

La presente ordinanza viene trasmessa, secondo le rispettive competenze, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, agli Amministratori delle Province del territorio regionale, al Sindaco metropolitano di Cagliari, ai Sindaci dei Comuni della Sardegna, ai Prefetti degli Uffici territoriali di Governo della Sardegna, agli Assessori regionali, ed agli altri soggetti interessati.

Avverso la presente ordinanza è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione, ovvero straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi.

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A mezzanotte la Sardegna entra in zona bianca. L’importante risultato, ufficializzato da un’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, è stata salutata positivamente da tanti, in particolare dagli operatori dei settori maggiormente penalizzati dai divieti, ma deve essere gestito con grande attenzione, per evitare che l’irresponsabilità di pochi possa rimettere tutto in discussione.

Oggi in Sardegna sono stati registrati 77 nuovi casi di positività, su 2.510 test eseguiti, per una percentuale del 3,07%. Tre Comuni restano in zona rossa, Bono, San Teodoro e La Maddalena.

Il presidente della Regione ha rivolto un messaggio ai sardi a poche ore dall’ingresso dell’Isola in zona bianca.

 

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Circa 200 progetti, suddivisi in otto macro aree: ambiente, infrastrutture, innovazione tecnologica, scuola, enti locali, equità sociale, sanità ed urbanistica. Sono le proposte sul Recovery fund che la Sardegna dovrà trasmettere all’esecutivo nazionale. La “Dire” ha visionato la bozza dei progetti che il governatore, Christian Solinas, illustrerà martedì mattina ai consiglieri regionali.
Tra le proposte principali, l’attuazione di misure strutturali per contrastare il dissesto idrogeologico (fabbisogno finanziario di 379.507.664,76 euro); l’attuazione di misure non strutturali dei Piani di gestione rischio alluvioni e dei Piani di gestione delle acque (62.400.000 di euro); interventi sulle infrastrutture idriche (dighe, invasi e sistemi idrici di approvvigionamento all’ingrosso, 213 milioni); interventi sulla resilienza dell’agrosistema irriguo (digitalizzazione e innovazione tecnologica delle reti di distribuzione, efficientamento delle reti di distribuzione consortile, 386.642.626,96); interventi sulle infrastrutture idriche di distribuzione del Servizio idrico integrato, parte acquedotti ( 187.680.000,00, compresi 12.480.000,00 a valere su altri contributi a fondo perduto); autosufficienza energetica del Sistema idrico multisettoriale regionale (26 milioni di euro); interventi di digitalizzazione delle reti idrico-fognarie e delle reti delle centrali di energie rinnovabili (due progetti, per 78 e 15 milioni di euro).
E ancora: riqualificazione degli spazi e degli edifici della Caserma di viale Trieste a Cagliari (3 milioni di euro); valorizzazione del Parco Molentargius di Cagliari (6 milioni di euro); ampliamento della casa dello studente di via Trentino a Cagliari, con la realizzazione di un nuovo edificio che si integra col compendio esistente, realizzando nuovi 150 posti letto, 200 nuovi posti mensa, e 261 nuovi stalli di parcheggio autovetture (22,5 milioni); riduzione dell’impatto ambientale e sostenibilità economica dei porti nel comparto turistico crocieristico e turistico diportistico (fabbisogno finanziario 90 milioni di euro); riqualificazione dell’ex colonia penale di Castiadas, la più grande e antica colonia penale d’Italia ( 30 milioni).
Venti milioni sono saranno richiesti per un progetto dell’Università di Sassari sulla “digitalizzazione come strumento di promozione di una salute di prossimità, di formazione e ricerca nuovi professionisti, di inclusione sociale in aree remote rurali e montane che consenta una resilienza esostenibilità del servizio saniario regionale”; 10,3 milioni di euro per l’attuazione di interventi infrastrutturali in corrispondenza dei 38 nodi di interscambio con la rete ferroviaria a scartamento ridotto gestita da Arst e dei 5 Hub di scambio modale nella Città Metropolitana di Cagliari; 24,8 milioni per la Metrocagliari (raddoppio tratta Monserrato (San Gottardo)/Settimo San Pietro); 23,12 milioni per  la Metrocagliari (realizzazione tratta dalla stazione Caracalla alla stazione dell’Argine); 42,08 per la Metrocagliari (estensione direttrice Quartu Metrocagliari – Direttrice Sestu); 12,5 milioni per la linea ferroviaria Sassari-Sorso; 93,10 milioni per lo sviluppo della rete aeroportuale sarda (ampliamento terminal passeggeri aeroporto Olbia, adeguamento sicurezza aeroportuale ed efficientamento energetico aeroporto Alghero, adeguamento terminal aeroporto Cagliari).
Per il collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Olbia e la città chiesti 150 milioni di euro, per la realizzazione della rete ciclabile della Sardegna 247.643.682 (fabbisogno totale 281.006.194 di cui 33.362.512 disponibili), per la realizzazione del primo cantiere navale italiano specializzato nella costruzione di navi traghetto a zero emissioni chiesti 30 milioni di euro (compreso il prototipo di una imbarcazione). Per il riequilibrio territoriale e contrasto allo spopolamento dei piccoli Comuni chiesti 50 milioni di euro, 7,3 per la promozione del diritto allo studio e il contrasto all’abbandono scolastico, 50 milioni di euro per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, 3 milioni per la diversificazione delle produzioni zootecniche finalizzata all’introduzione della produzione dell’agnellone pesante.
Per la realizzazione di una centrale del latte chiesti 3 milioni, per la realizzazione di un unico Distretto regionale delle aree rurali e dei sistemi produttivi locali 25 milioni di euro, 100 milioni di finanziamenti per l’artigianato moderno, 100 milioni per una piattaforma di strumenti finanziari per il sostegno alla competitività delle imprese e per lo sviluppo locale, 50 milioni di euro per la digitalizzazione degli archivi dell’Amministrazione regionale e degli enti del sistema Regione, 100 milioni per l’elaborazione di un piano di comunicazione per i mercati nazionale ed internazionale e lo sviluppo di una attività di promozione mirata e coordinata, 50 milioni per la riqualificazione delle strutture turistiche.
Sempre a livello turistico, 9 milioni per le “Vie del cuore”, itinerari turistici a tema per il collegamento, la riqualificazione e la promozione dei centri minori, due milioni per il progetto “The Sardinia circle”, azione di promozione, attrazione e fidelizzazione del target turistico dei “digital nomads” internazionali. Infine, 100 milioni di euro di incentivi in contributi a fondo perduto per la ristrutturazione, l’ammodernamento, la riqualificazione, l’aggiornamento tecnologico e l’uso del commercio elettronico da parte delle imprese commerciali e 50 milioni di euro per la riqualificazione di impianti sportivi comunali e sovracomunali.

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«Il Just Transition Fund, il piano di finanziamenti europei destinati alla transizione “green” verso produzioni sostenibili ed alla riconversione delle realtà industriali in crisi, per il quale in Italia sono state individuate le aree di Taranto e del Sulcis, rappresenta un intervento strategico sia nell’ottica di una decarbonizzazione che riduca la dipendenza dai combustibili fossili, che del complessivo rilancio economico di un territorio come il nostro, che ancora dopo anni risente della fine delle attività estrattive e della crisi del comparto industriale.»

Lo scrive, in una nota, Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito democratico del Sulcis Iglesiente.

«Oltre 1 miliardo di euro, per un finanziamento che potrebbe garantire il sostegno alle attività produttive, le bonifiche ambientali e la transizione verso realtà come quelle dell’economia circolare, rispetto al quale non è chiaro se e come la Regione stia procedendo nel pianificare gli ambiti di intervento e le azioni strategiche alla base dello strumento del Just Transition Fundaggiunge Daniele Reginali -. E’ di fondamentale importanza ed urgenza coinvolgere le amministrazioni locali, principali referenti nel territorio che in questo momento non sono a conoscenza della sua evoluzione, è indispensabile inoltre garantire trasparenza e partecipazione, con il contributo delle realtà produttive, del mondo del lavoro e delle rappresentanze sindacali, per definire i piani territoriali e stabilire i progetti da presentare e fare in modo che i fondi europei per la transizione economica non rappresentino l’ennesimo occasione perduta per il Sulcis, per questo motivo sollecitiamo il presidente Christian Solinas e l’assessore Giuseppe Fasolino, affinché si attivino subito per la convocazione di un tavolo di lavoro.»

 

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Coronavirus, la Sardegna è sulla buona strada, ad un passo dalla zona bianca, con i dati migliori in Italia sull’indicatore dell’incidenza dei casi positivi ogni 100 mila abitanti. Lo attesta in rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato oggi.

«L’andamento della pandemia in Sardegna ci permette di guardare al futuro con rinnovata fiducia. In particolare l’incidenza dei casi per 100 mila abitanti, scesa a 38,72, registra il dato migliore a livello nazionale. Ci attestiamo per la seconda settimana consecutiva ben al di sotto della soglia dei 50 casi, condizione necessaria per la classificazione nella zona bianca se questi indicatori vengono confermati per 3 settimane consecutiveha detto il presidente della Regione Christian Solinas -. Un risultato che vogliamo raggiungere e mantenere anche nei mesi futuri per assicurare ai cittadini la riconquista di tutte quelle piccole grandi libertà individuali che sono state sacrificate in questi mesi, e per garantire la ripresa alle attività economiche e produttive.»

«I numeri premiano gli imponenti sforzi messi in campo per contrastare il Covid, non solo dalle Istituzioni, ma da tutti i cittadini, che desidero ringraziare per il loro impegno e l’alto senso di responsabilità dimostrato. Il nostro obiettivo non cambia prosegue il presidente della Regione – puntiamo a portare la Sardegna fuori dall’emergenza nel tempo più breve possibile. Non dobbiamo abbassare la guardia. Per raggiungere questo traguardo servirà ancora il massimo impegno e la collaborazione da parte di tutti. Collaborazione ampiamente dimostrata dai cittadini che hanno aderito alla campagna ‘Sardi e sicuri’, lo screening di massa organizzato dalla Regione, che nel prossimo fine settimana prosegue la sua attività nel territorio con lo scopo di intercettare il virus e interrompere la catena dei contagi.»

Sabato e domenica sarà la volta dei test sulla popolazione dei comuni del Medio Campidano.

«Un progetto importante al quale i sardi stanno rispondendo con forza, con la collaborazione dei Comuni che forniscono un prezioso supporto logistico. Ai cittadiniconclude il presidente della Giunta regionalerivolgiamo un sentito ringraziamento per questa battaglia di civiltà e solidarietà e chiediamo di proseguire ancora su questa strada. La partecipazione ai test, volontari e gratuiti, è un atto di altruismo per la tutela della salute di tutti e rappresenta un’opportunità irrinunciabile per l’Isola.»

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La Regione, con determina dell’assessorato della Sanità, ha approvato il primo dei due bandi per l’assistenza primaria che consentiranno l’assegnazione di incarichi a tempo indeterminato ai medici di base nelle sedi vacanti dell’Isola. In linea con quanto previsto dalla disciplina nazionale, si procederà subito all’assegnazione delle sedi non ancora bandite negli ambiti divenuti carenti nel 2018 (108 sedi) e successivamente, con un secondo bando, saranno assegnate quelle del 2019 (29 sedi) per un totale di 137 sedi vacanti. Le domande dovranno essere presentate dai candidati entro quindici giorni dalla pubblicazione dell’avviso sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna. Le sedi che dovessero risultare ancora scoperte al termine del primo bando saranno ripubblicate in quello successivo.

«Procedendo all’assegnazione delle sedi carenti ai medici di base dichiara il presidente della Regione Christian Solinasdiamo una risposta concreta alle necessità urgenti delle comunità che vivono in tutti i territori della nostra Isola, avviando a soluzione problemi che arrivano da lontano e su cui stiamo lavorando con serietà e impegno fin dai primi mesi del nostro mandato. Abbiamo infatti ereditato una situazione con gravi lacune: in Sardegna risultavano non ancora bandite le sedi rimaste vuote fin dal 2014. In poco tempo siamo riusciti a recuperare un arretrato enorme e ora proseguiamo sulla strada che abbiamo tracciato con l’unico obiettivo di garantire ai cittadini il diritto all’assistenza e alle cure.»

«Siamo fermamente convinti dell’importanza del ruolo dei medici di base all’interno delle nostre comunità aggiunge l’assessore della Sanità Mario Niedduoggi più che mai, in ragione dell’attuale emergenza sanitaria, potenziare presenza e servizi sul territorio è fondamentale. L’attenzione per tutte le comunità è massima ed il potenziamento dei servizi di base è un obiettivo irrinunciabile non solo per la tutela della salute, ma anche per contrastare lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne.»

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Il sindaco Ignazio Locci proporrà al Consiglio comunale di Sant’Antioco un ordine del giorno per chiedere all’Ente di Governo d’Ambito della Sardegna (EGAS) di annullare gli aumenti tariffari 2020-2021, lasciando le tariffe invariate rispetto al 2019; di rivedere al ribasso quelle per gli edifici che ospitano servizi al cittadini, quali scuole, case di accoglienza, comunità per minori (strutture le cui bollette sono a carico dei Comuni, pertanto dei contribuenti). Con lo stesso documento, inoltre, il Consiglio chiederà al Presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, di verificare se la validità (in termini di costi e di servizio al cittadino) della gestione del sistema idrico integrato della Sardegna, assolva ai principi di conduzione tipiche del “buon padre di famiglia”. Infine, al presidente della Giunta regionale, verrà proposto di valutare il superamento del sistema di Gestore Unico Integrato, a favore di un sistema di gestione con più ambiti territoriali ottimali più prossimi ai Comuni, ai cittadini e alle loro esigenze.

«È ora di dire basta, smettendola di accettare passivamente i continui aumenti tariffari a carico dei contribuenti, deliberati per far “tornare i conti” del gestore idrico commenta il sindaco Ignazio Locciperché tanto pagano i cittadini. Questa battaglia inizierà dal nostro Comune: l’ordine del giorno approvato verrà poi proposto ai restanti Comuni della Sardegna, al fine di avviare un’azione comune. L’Egas ancora una volta ha stabilito aumenti tariffari, questa volta rispetto al 2019, valevoli sia per il 2020, sia per il 2021. In riferimento alla quota acqua della sezione domestico residente pro-capite standard, si è passati nella quota variabile – 0 a 70 – da 0,584 euro del 2019 ai 0,618 euro del 2020; mentre per quanto attiene la successiva quota variabile – 71 140 – se nel 2019 era 1,142 euro, nel 2020 è lievitata a 1,209 euro. Solo due esempi per una tabella tariffaria che è stata rivista al rialzo nella sua interezza, compresi i costi per le utenze commerciali e artigianali, in un anno segnato da una crisi pandemica ed economica senza precedenti, che avrebbe dovuto indurre a scelte più oculate ed eque.»

Ma non solo: il sistema che, trovando fondamento e giustificazione normativa negli atti di regolazione ARERA, legittima le deliberazioni del Comitato istituzionale d’ambito, produce una serie di evidenti e inaccettabili ingiustizie: bollette Abbanoa che risultano annualmente più esose in ragione dei costanti aumenti tariffari, e fatture cosiddette di conguaglio nelle quali vengono applicate le variazioni tariffarie in aumento anche per gli anni pregressi, benché già fatturati e regolarmente pagati a suo tempo. Questo perché gli aumenti tariffari possono essere applicati, stante la normativa di riferimento retroattivamente. 

«Non ci si può nascondere dietro i meccanismi di ARERA, tale situazioneprosegue il sindaco di Sant’Antiocopone il cittadino in una condizione di “sudditanza”, sia reale che psicologica, in quanto costretto ad accettare passivamente ogni decisione assunta dal Comitato istituzionale d’ambito e, conseguentemente, da Abbanoa spa. Perché, alla fine della fiera, non si sfugge dalla dura realtà: o si pagano le bollette, oppure si va incontro ai sigilli apposti al contatore. Ci opponiamo a questa situazione e ci auguriamo che l’intera Sardegna faccia altrettanto.»

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La dialisi notturna attiva all’ospedale Sirai di Carbonia ed il servizio di guardia medica di Carloforte, le cui scadenze erano previste nel mese di febbraio, continueranno la propria attività senza interruzioni. Ares-Ats, su disposizione della Giunta regionale, infatti, ha prorogato entrambi i servizi fino al 30 giugno.

Nessuna interruzione quindi per il servizio di dialisi dell’ospedale Sirai, che per tre volte alla settimana eroga le cure nelle ore notturne.

«Un segnale di forte attenzione per tutto il Sulcis Iglesiente. Abbiamo mantenuto l’impegno preso con i pazienti che da tempo fruiscono di un servizio importante. Il modello di sanità che stiamo costruendo parte dai bisogni dei cittadini. Un sistema che mette al centro il territorio», dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, che di recente aveva incontrato una delegazione dei pazienti dializzati.

«La proroga del progetto di dialisi notturna aggiunge l’assessore regionale della Sanità, Mario Niedduci consentirà di valutare ulteriormente un servizio molto apprezzato che finora ha dato ottimi risultati con ricadute importanti sulla qualità della vita dei pazienti in cura. Anche nel Sulcis puntiamo a potenziare l’assistenza con investimenti e personale, attraverso ai concorsi. Bene anche la soluzione attivata per la guardia medica a Carloforte, che, soprattutto in ragione dell’emergenza sanitaria, darà continuità all’assistenza sull’isola.»

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Il Consiglio regionale approverà un ordine del giorno unitario coni il quale si impegna il Parlamento a prendere in carico la vertenza dello stabilimento della RWM di Domusnovas e a salvare i lavoratori della fabbrica sulcitana.

Questa mattina i capigruppo, presieduti dal presidente del Consiglio Michele Pais, hanno ricevuto i sindaci di  Domusnovas (Massimiliano Ventura), di  Iglesias (Mauro Usai), di Musei (Sasha Sais) e di Villamassargia (Debora Porrà). All’incontro ha partecipato anche l’assessore dell’Industria Anita Pili.

I primi cittadini hanno chiesto a tutti i gruppi politici presenti nell’assemblea un’azione unitaria per  salvare  i circa 300 lavoratori e  di attivarsi immediatamente presso i parlamentari sardi perché la vicenda non sia dimenticata dal nuovo Governo nazionale.

«Proprio in questo periodo di attesa dell’insediamento dei nuovi ministri  hanno aggiunto bisogna preparare un fronte comune per portare nuovamente la vicenda RWM all’attenzione nazionale in quanto è proprio lo Stato che deve assumersi le responsabilità e  trovare una strategia di lungo periodo per mettere in condizioni la fabbrica di lavorare.»

Da quando sono state sospese alla RWM di Domusnovas le commesse, a favore della pace in Yemen e nel mondo, per un importo di 380 milioni di euro, la produzione è bloccata. Nello stabilimento lavorano alla manutenzione 50 lavoratori, 100 sono in cassa integrazione e gli altri sono disoccupati.

Una situazione insostenibile che rischia, se non risolta, di aggravare la già precaria situazione del territorio.

«Se lo Stato toglie ha detto Mauro Usai, sindaco di Iglesias lo Stato deve dare. Quindi è necessario che provveda alla  compensazione di queste commesse sospese.»

Il presidente Michele Pais, a nome dei Capigruppo, ha assicurato che il Consiglio regionale, di concerto con il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessore dell’Industria Anita Pili, porrà in essere tutte le azioni a sostegno dei lavoratori e del territorio: «Si tratta di una vertenza di carattere nazionale su cui è necessario aprire una interlocuzione immediata con il nuovo Governo nazionale».