19 April, 2024
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Si è svolta stamane la seduta annuale congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle autonomie locali.

In apertura di seduta, il presidente Gianfranco Ganau ha ricordato che l’incontro Regione-Cal coincide con la vigilia della finanziaria e la fine della legislatura; cinque anni nei quali, ha detto, «purtroppo è mancata la volontà forte di lavorare sul decentramento interno alla Regione, assegnando un ruolo più incisivo delle autonomie locali».

Il presidente ha poi auspicato una azione comune di piena collaborazione per fronteggiare una situazione complessiva di carenza di risorse che rende difficile garantire i servizi essenziali, nonostante il grande sforzo della Regione in questo campo: Reis (introdotto per la prima volta a livello nazionale), Lavoras, investimenti sul sistema scolastico che vedono la Sardegna al primo posto in Italia, lotta alla dispersione, programmazione integrata con la partecipazione di 270 Comuni ed un volume di risorse di oltre 350 milioni, lotta alla peste suina, sicurezza “in rete” delle città con nuove dotazioni tecnologiche, lotta contro lo spopolamento con l’infrastrutturazione del territorio con la banda larga, intervento a copertura dei debiti pregressi dei Comuni. Su questi e sui grandi temi che ne rappresentano la fondamentale “cornice”, come riconoscimento della condizioni di insularità a livello nazionale ed europeo, continuità territoriale, energia, «occorre una coesione ancora più forte di tutti i soggetti istituzionali della Regione».

Subito dopo la preso la parola il presidente del Cal Andrea Soddu, secondo il quale l’incontro con la Regione è sempre «una buona occasione per fare il punto su rapporti col sistema delle autonomie, ancora di più in questa circostanza che coincide con la fine della legislatura, tradizionalmente tempo di bilanci». Soffermandosi sulle principali misure adottate dal Consiglio e dalla Giunta in quest’ultimo periodo, ha affermato Andrea Soddu, «si è trattato di strumenti hanno migliorato le relazioni del sistema istituzionale regionale con le comunità, soprattutto con Lavoras che nonostante alcuni difetti appare in grado di dare risposta ai bisogni degli ultimi, così come con il Reis giustamente percepito come intervento a disposizione dei più deboli». Il presidente del Cal ha espresso inoltre una valutazione positiva su altri provvedimenti adottati dalla Regione: lo stanziamento di 50 milioni per i debiti fuori bilancio dei Comuni, e la programmazione territoriale, che in parte ha attenuato l’abbandono delle province da parte dello Stato». Quindi, ha sintetizzato Andrea Soddu, «si può dire complessivamente che il rapporto Regione Enti locali è migliorato, però il prossimo Consiglio regionale ha davanti la sfida di dimagrire la Regione decentrando sui territori ed individuando ambiti intermedi più vicini al cittadino secondo il principio di sussidiarietà». Si tratta di una riforma, ha commentato Andrea Soddu, «che non si è potuta fare in parallelo con quella degli Enti locali anche per gli influssi del quadro istituzionale, politico e costituzionale; comunque su questa bisogna investire nel futuro». Nella parte finale della sua relazione, Andrea Soddu ha messo l’accento sulla necessità di «rivedere l’indennità sindaci ed amministratori locali per un fatto di democrazia sostanziale che oggi in Sardegna non appare sempre pienamente garantita visto che ci sono 5 Comuni sardi dove non si presentano liste perché il lavoro di sindaco non è attraente, soprattutto nei piccoli paesi». Il presidente del Cal, infine, ha rivolto un appello al Consiglio per incrementare il fondo unico degli Enti locali, un fondo, ha lamentato, «rimasto senza gli adeguamenti previsti dalla stessa legge istitutiva in base alle entrate a destinazione non vincolata».

Aprendo il ciclo degli interventi degli amministratori locali il sindaco di Sassari Nicola Sanna, tracciando un bilancio nell’arco di 5 anni, ha riferito sul lavoro tematico che ha condotto per conto del Cal sulla riforma Enti locali. Era un processo, ha ricordato, «avviato per intercettare il protagonismo Comuni come richiesto dalla società sarda, però viziato da una serie di contingenze politiche legate al referendum costituzionale del 4 dicembre ma non solo, e di quel processo comunque va salvata la volontà della Regione di varare uno schema diverso da quello nazionale, una strada sulla quale bisognerà continuare». Anche perché, ha proseguito, «bisognerà intervenire sul quadro finanziario sostanzialmente bloccato delle Province e delle Unioni dei Comuni in difficoltà per gestire servizi essenziali a causa sia della scarsità di risorse che di figure professionali». Su questo, ha rimproverato Nicola Sanna, «la Regione non ha dato una spinta sufficiente per cui, come Cal, rilanciamo i problemi delle aree omogenee e vaste su temi centrali come trasporti, rifiuti, energia, sanità, settori dove c’è spazio per le potenzialità locali liberando la strada da sovrapposizioni che ancora esistono». La riforma, ha detto infine Nicola Sanna, «deve fare uno scatto in avanti con una ampia azione di decentramento regionale interno verso Enti locali».

Il sindaco di Quartu, Stefano Delunas, si è invece concentrato sui problemi collegati a welfare, leggi di settore e sanità, «un settore con grandi limiti e forti criticità che non riesce a dare risposte in tempo reale a cittadini, a fronte di aspettative sempre crescenti». Un settore che andava radicalmente cambiato, ha aggiunto Delunas, «mentre il cammino è rimasto a metà nonostante la capacità dei Sindaci di lavorare bene in rete, in mezzo a molte difficoltà per l’aumento delle povertà, le rigidità dell’Isee che di fatto esclude quei nuovi poveri che il sistema non riesce a raggiungere,  diffondendo nei Sindaci la percezione di essere abbandonati al nostro destino anche per i vincoli del bilancio armonizzato per i servizi comunali, la progressiva trasformazione degli Enti locali in bancomat dei governi nazionali, la poca attenzione da parte della Regione, la grave decisione di abbandonare il federalismo fiscale ed il principio di sussidiarietà, lo scarso impatto di leggi regionali innovative ma nel frattempo sovrastate dalla drammatica telenovela rete ospedaliera». Nella sanità, ha ricordato Delunas, «i Sindaci sono stati bypassati anche sui punti di forza e di debolezza della riforma arrivando fino ad avvelenare questa campagna elettorale; comprendiamo cioè la necessità della riforma ma senza quella socio assistenziale i Comuni sono stati inghiottiti dai ritardi nelle leggi di settore, dai tagli al fondo unico, dagli uffici stressati dalle procedure, dal corto circuito fra Reis e Rei molto complicato per destinatari anche in vista di reddito di cittadinanza». I sindaci, ha concluso, «hanno però bisogno di più risorse nel fondo unico e soprattutto di consistenti rinforzi nel settore sociale con nuove figure professionali nel sociale e la stabilizzazione dei precari».

Il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, dopo aver definito la seduta “utilissima” perché fa arrivare la voce dei Comuni alla Regione, ha ricordato un passaggio del presidente Ganau dell’anno scorso in cui si auspicava «un migliore equilibrio di risorse per attuare migliori politiche ascoltando le sollecitazioni dei territori». Allora, ha continuato la Falconi, «noi chiedevamo un adeguamento del fondo da destinare in prevalenza alle fasce più deboli, e questo si è fatto con il Reis e con Lavoras e si può ancora migliorare, sull’altro fronte invece riproponiamo la richiesta, ribadendo che i Sindaci devono sempre essere ottimisti anche su questa finanziaria». Il fondo è stato tagliato troppo negli ultimi anni, ha lamentato il sndaco di Fonni, «obbligando i Comuni a dismettere servizi ed attività importanti, e dimenticando che il fondo è il cuore dell’autodeterminazione dei Comuni, che si è sviluppata bene con la progettazione territoriale anche se va rafforzata e soprattutto semplificata, superando la logica delle procedure a bando che hanno sfinito i Comuni sotto pressione e con poco personale». Il problema degli uffici pubblici in periferia, ha concluso la Falconi, «va messo al primo posto in agenda, la Regione deve aprirsi ai territori con il federalismo interno e già da questa finanziaria occorre l’aumento del fondo unico, per consentire ai Comuni di parlare non solo alla pancia dei cittadini ma soprattutto alla testa ed al cuore».

Il sindaco di Buggerru, Laura Cappelli, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulle difficoltà del sistema locale derivanti dalla mancata approvazione della legge urbanistica, difficoltà che nascono non solo dai problemi di adeguamento della pianificazione al Ppr tenendo in vita le norme transitorie, ma dalla crisi generalizzata che impedisce lo sviluppo economico delle comunità. Laura Cappelli ha auspicato quindi una sempre maggiore semplificazione per ridurre i tempi, ora lunghissimi, dell’adeguamento dei Puc al Ppr, restituendo centralità ai Comuni come soggetti attuatori e pianificatori del proprio territorio. Ma il primo soggetto da riformare, ha avvertito il Sindaco di Buggerru, «è la Regione, che deve diventare in prospettiva un soggetto regista dell’urbanistica, investendo su uno sviluppo locale e sostenibile portatore di una visione attenta alle singole realtà, che vanno analizzate in modo particolare, perché la Sardegna è il grande contenitore di esigenze specifiche». Non vogliamo diventare una replica delle Baleari, ha concluso la Cappelli, «o riprodurre sotto altre forme il modello Costa Smeralda, ma semmai creare tanti modelli nuovi inseriti in un ambiente da tutelare e non consumare ma reso fruibile, così come le aree interne devono rappresentare un formidabile strumento di contrasto allo spopolamento, riqualificando l’esistente ed assicurando alle  comunità il diritto a restare sulla propria terra».

Il sindaco di Arborea, Manuela Pintus, ha preso la parola per parlare degli effetti del maltempo: «I nostri territori hanno dovuto affrontare in questi anni il maltempo e abbiamo dovuto chiudere le scuole per quattro giorni. Deve essere chiaro che il rapporto con la Regione non può essere questo, da maggio non abbiamo mai avuto risposte alle nostre domande sui danni subiti. Chiediamo anche prevenzione rispetto al rischio climatico. Non siamo più in grado di garantire la sicurezza delle persone ed è necessario intervenire a supporto dei consorzi di bonifica, che non ce la fanno più».

Per Massimo Zedda, sindaco della città metropolitana di Cagliari, «è chiaro che la seduta odierna si svolge in un clima differente perché la legislatura sta finendo. Intanto sottolineo che si devono trovare soluzioni al problema delle risorse finanziarie dei Comuni, se non vogliamo che i cittadini sardi che ne hanno diritto non ricevano i contributi della legge 162 e delle altre leggi di settore». Secondo Massimo Zedda è altrettanto grave il fatto che «in otto comuni sardi non ci siano persone disponibili ad assumere la carica di sindaco. Segnalo inoltre che il calo del Pil registrato dopo otto anni va di pari passo con la crescita del numero dei disoccupati. E il decreto dignità fa tutto tranne che rafforzare i posti di lavoro, specie quelli stagionali. Impauriti dal futuro, molti imprenditori stanno evitando di investire e di costruire. Queste cose vanno raccontate e spiegate al governo nazionale, perché in Sardegna la crisi si sente ancora di più». Per il sindaco di Cagliari «sono necessarie norme per il mondo che c’è e non per il mondo che non c’è più: perfino al legge sul personale della Regione è del 1977, ha un anno più di me e non è adeguata ai problemi di oggi» ma il suo intervento ha poi toccato anche lo status dei sindaci (“bisogna rivederlo”), la sanità sarda (“sulle patologie endemiche della Sardegna non possiamo che concentrare risorse non solo sarde”) e la vertenza delle Entrate con lo Stato.

Un ringraziamento per il lavoro svolto dal presidente del Cal è stato formulato dal sindaco di Padru, Antonio Satta, secondo cui «la Regione deve essere organo di indirizzo e di controllo ma la risorse devono essere assegnate agli enti locali, che sono più vicine alle famiglie. Per questo è fondamentale incrementare il fondo unico e snellire la peggiore burocrazia». Sulla proposta di istituzione della provincia del Nord est dico grazie all’on. Giuseppe Meloni e agli altri presentatori ma attendiamo ora con ansia il voto finale del Consiglio regionale. Poi ha aggiunto: «Il problema dei trasporti interni della Sardegna e non solo di quelli interni va affrontato e risolto. Un tempo, grazie alla volontà dell’Aga Khan, in mezzora si arrivava con l’aereo a Cagliari. Oggi siamo tornati alle tre ore, se va bene».

Per i capigruppo ha preso per primo la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Il Cal si è reso protagonista delle peggiori censure al Consiglio regionale, a cominciare dalla legge urbanistica e della sanità, ma il garbo impiegato oggi dal presidente Andrea Soddu ha impedito di cogliere tutto ciò. E allora ricordo io la voce che arriva dai piccoli comuni, non dalla grande città metropolitana di Cagliari, dove non si fanno interessi di altro genere ma solo quelli dei sardi. A oggi mi pare di poter dire che resterà nel cuore degli amici sindaci l’idea di aver svolto una fatica immane per dare lavoro e far arrivare lavoro nelle case dei propri cittadini».

Articolo 1 ha preso la parola con l’on. Daniele Cocco, che ha detto: «lavoro non ce n’è stato nemmeno nei dieci anni che hanno preceduto questo quinquennio, se è per questo. Parliamo della legge finanziaria e delle risposte che con la legge che stiamo andando a discutere saremo in grado di dare ai problemi più urgenti della Sardegna» mentre l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) si è detto d’accordo per implementare il «fondo unico per i Comuni, che ha subito i tagli dello Stato e non della Regione e le riforme degli enti locali a cominciare dalla costituzione della provincia del Nord est”, come sollecitato dai sindaci».

Per Fratelli d’Italia l’on. Paolo Truzzu ha detto di aver ascoltato «con preoccupazione le considerazioni dei sindaci, che con chiarezza ci hanno detto di non essere in grado di assolvere al proprio compito. E anche a noi qui è capito lo stesso, per colpa nostra: abbiamo abdicato al ruolo della politica e altri hanno fatto le scelte al posto nostro. Serve una capacità di costruire sogni e sviluppo, di realizzare un’idea di Sardegna differente: altrimenti saremo sempre schiavi della macchina burocratica».

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia che ha proposto un minuto di silenzio per ricordare il sindaco di Sinnai, Matteo Aledda, mancato pochi giorni fa. L’Aula ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Francesco Agus (Misto), che ha sottolineato come i sindaci abbiano fotografato bene la situazione, sia le azioni positive come Reis, Lavoras, Iscol@, sia quelle che ancora mancano. Francesco Agus ha ribadito l’importanza sostenere le spese sociali e vigilare perché “nemmeno un euro di queste spese venga tolto dal Bilancio”.

Sullo stato di attuazione delle riforme, soprattutto seguenti alla legge 56 di Riforma degli Enti locali, Agus ha detto che c’è una riflessione da fare sui bilanci. Per il Governo il fatto che i comuni sardi godano dei trasferimenti dal Fondo unico, secondo il presidente della Prima commissione, non viene visto come un aspetto positivo, ma negativo e porta i Comuni sardi ad avere meno trasferimenti statali e un’autonomia finanziaria molto più bassa rispetto alle amministrazioni locali delle altre regioni. “I Comuni sardi sono agli ultimi posti, infatti, per finanziamenti erogati dallo Stato”. E ha ribadito come i 50 milioni trasferiti alle Province abbiano il solo fine di “pagare stipendi pubblici di dipendenti non regionali”.

Riguardo alla legge Delrio, Francesco Agus ha affermato che la Sardegna è ancora in attesa di sapere da parte del Governo nazionale se sia possibile una modifica. Il presidente della Prima commissione ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema del trattamento economico dei sindaci, visto che oggi sta diventando un compito gravoso, che comporta rischi, e che toglie tempo alla famiglia, al lavoro e quindi alle risorse economiche della famiglia stessa. Agus ha spiegato che in Prima commissione è stato predisposto un regolamento e ha auspicato che venga condiviso da tutte le componenti politiche e portato in aula dopo legge finanziaria.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Pietro Cocco, capogruppo del Pd: i sindaci hanno evidenziato che verso le Autonomie locali c’è stata molta attenzione. Cocco ha ricordato riforme importanti come il Reddito di cittadinanza, i progetti Lavoras (124 milioni di euro), ma anche la legge di Forestas, che “non sono interventi risolutivi ma che hanno aiutato i Comuni a supportare le situazioni più critiche”.

Cocco ha poi sottolineato la continua riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato: “Da 450 milioni di euro a 50 milioni di trasferimenti agli enti locali” e si è detto d’accordo con Francesco Agus sul supporto agli enti locali e ai sindaci che decidono di candidarsi.  Cocco ha anche risposto al consigliere Luigi Crisponi, ricordando che le presenze turistiche sono passate da 10 milioni del 2012 ai 15milioni del 2017.

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato che in questi anni “si sono perse occasioni importanti e fatti molti errori”. Per Alessandra Zedda le amministrazioni locali non sono state sostenute abbastanza. Per il capogruppo di Forza Italia “serve una mobilitazione del popolo sardo, una rivoluzione culturale, economica e sociale che deve contrastare le conseguenze negative anche di questi cinque anni inoperosi”. Per Alessandra Zedda bisogna lavorare insieme agli Enti locali: “Una sfida alla ricerca della propria autonomia, alla luce della modernità”, e rivedere i rapporti istituzionali con Stato e l’Unione europea. “Dobbiamo attuare un nuovo modello di sviluppo: nuova crescita, generazione di ricchezza endogena, occupazione stabile”, puntando sulle peculiarità della Sardegna. La battaglia per l’insularità, per Alessandra Zedda, deve essere supportata da un modello di sviluppo, cercando di attrarre investimenti a favore della ricerca, dell’innovazione e con lo sviluppo delle imprese green e del turismo. 

Il presidente del Consiglio ha dato quindi la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, il quale ha sottolineato come il dibattito abbia consentito di focalizzare l’attenzione dei tanti fronti aperti. L’esponente dell’Esecutivo ha ritenuto utile sottolineare alcune questioni e “fare il punto su quella nuova consapevolezza che ci ha consentito di fare un passo in avanti” e ha parlato “di una transizione infinita, che da 10 anni, sta trasformando le amministrazioni locali” che richiede un ragionamento concreto.

Cristiano Erriu ha ricordato che il Presidente della Repubblica ha detto che il rigore non è stata una scelta ma una necessità. “Noi lo abbiamo affrontato in questi 5 anni – ha detto – ponendo dei punti fermi come l’adeguatezza finanziaria fortemente in crisi rispetto 5 anni fa” e confermando i 600 milioni del Fondo unico.

Sui rapporti tra Comuni e Stato ha ricordato che dieci anni fa lo Stato trasferiva 450 milioni di euro e oggi poco più di 50. Calo che la Regione ha compensato assicurando le risorse a Comuni e Province.

Cristiano Erriu ha poi sottolineato l’importanza dei Comuni nel rapporto tra politica e cittadini, una credibilità che argina l’antipolitica. Secondo Cristiano Erriu bisogna proseguire sulla strada tracciata in questi anni che ha portato a un rapporto costante tra Regione e amministrazioni locali. L’assessore ha poi elencato una serie di buone prassi messe in campo, come il Reis, Lavoras, Iscol@, investimenti infrastrutturali come la fibra ottica e la videosorveglianza, ma anche la lotta alla peste suina (“Ue si è detta disponibile a sbloccare esportazioni in alcune aree dove la mancanza di presenza della malattia sia certificata”), azioni di protezione civile e trasferimento dei beni patrimoniali dalla Regione ai Comuni. Ha confermato, poi, che permangono alcune criticità come sulle leggi di settore e sulla semplificazione. Per  Cristiano Erriu “abbiamo fatto dei passi in avanti diritti dei cittadini e di cittadinanza. Non riconoscerlo sarebbe sbagliato e ingeneroso” e ha auspicato che la prossima Giunta sappia valorizzare le buone prassi, senza azzerare per forza tutto quello che è stato fatto. Il presidente ha chiuso la seduta. Il Consiglio si riunirà questo pomeriggio alle 16 per l’esame della Legge Finanziaria.

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Ha cessato di vivere oggi, all’età di 68 anni, Matteo Aledda, sindaco di Sinnai dal giugno 2016.

«Persona e Sindaco perbene lo eri davvero Matteo.» Si legge nella home page del sito internet del comune di Sinnai.
«Divenuto Sindaco nel giugno 2016, hai agito nell’espletamento del tuo mandato con onestà e correttezza, con passione e determinazione, valori che ti hanno guidato costantemente nella vita pubblica e privata.
Sempre umile, cortese e al servizio della comunità fino alla fine quando, pur nella silenziosa sofferenza della malattia, mai hai fatto mancare la tua presenza e il tuo impegno.
Così ti ricorderemo. Ciao Matteo.
L’amministrazione e i dipendenti tutti.»

«A nome del presidente Francesco Pigliaru, della Giunta regionale e mio personale, esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa del sindaco di Sinnai Matteo Aledda, che si è spento oggi dopo una estenuante battaglia contro una grave malattia – ha detto Cristiano Erriu, assessore regionale degli Enti locali ed Urbanistica -. Il suo impegno in politica è venuto a mancare soltanto nelle ultime settimane, quando le forze non lo hanno più sorretto. Un primo cittadino che ha sempre fatto dell’umiltà, dello spirito di servizio, della correttezza la sua cifra politica. Noi tutti ci stringiamo con affetto ai suoi familiari, e a tutta la popolazione di Sinnai, in questa giornata di lutto cittadino.»

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Questa mattina a Cagliari si è insediato il Comitato di coordinamento tecnico-scientifico della Scuola del Paesaggio della Sardegna, istituita dalla Regione con delibera della Giunta lo scorso mese di marzo.

«La Scuola – sottolinea l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu, che presiede il Comitato – si inserisce all’interno dell’Osservatorio della pianificazione urbanistica e qualità del paesaggio. Si tratta di un organismo aperto e inclusivo, come si vede dagli attori che siedono attorno al tavolo: il Nucleo di riferimento regionale, con il suo Nucleo operativo, costituito presso la Direzione generale del nostro Assessorato; il Comitato di coordinamento, composto dai rappresentanti di Regione, ANCI Sardegna, Università di Cagliari e Sassari (con i Dipartimenti che hanno competenza in materia), Rete delle professioni tecniche, Ordine dei geologi e Ufficio scolastico regionale. Abbiamo inoltre individuato nel professor Silvano Tagliagambe l’esperto nella ricerca scientifica, epistemologica, sociologica e sulla formazione, mentre il soggetto attuatore sarà l’ANCI, l’Associazione dei Comuni sardi.»

«Le attività formative – spiega ancora l’assessore Cristiano Erriu – coinvolgeranno quanti hanno, a vario titolo, competenza in materia di paesaggio anche nella società civile. In questo ambito si colloca il Seminario di presentazione del prossimo 6 dicembre, dove verranno illustrate le attività messe in campo. Sempre in quest’ottica si pone l’evento denominato Campus Sardegna, che il 30 novembre al Lazzaretto di Cagliari darà l’avvio ai corsi di formazione per i tecnici della pubblica amministrazione e della libera professione. Dobbiamo arrivare a parlare un linguaggio comune, coinvolgendo in pieno i territori e diffondendo la cultura della partecipazione. Attraverso la Scuola, tra l’altro, sarà possibile dare piena operatività all’Osservatorio con attività di sensibilizzazione, conferenze, pubblicazioni, opere multimediali e specifici programmi di informazione e formazione sulle politiche paesaggistiche e urbanistiche. Anche i cittadini, attraverso una piattaforma che sarà presentata nelle prossime settimane, potranno offrire il loro contributo.»

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A partire dai primi mesi del prossimo anno nei piccoli comuni della Sardegna, che rientrano nel progetto strategico della Regione per lo sviluppo della banda ultralarga nelle cosiddette aree “a fallimento di mercato”, saranno attivate le reti in fibra ottica.

L’importante novità, che scaturisce da un accordo tra TIM e Infratel grazie al quale la Regione Sardegna dà impulso all’attuazione dei programmi di copertura con le reti in fibra, è stata illustrata oggi, a Villa Devoto, nella Sala “Emilio Lussu”, dal Presidente Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali e degli Enti Locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, da Carlo Filangieri, Responsabile Wholesale Operations di TIM e da Maurizio Decina, presidente di Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo Economico a cui è stata affidata la costruzione delle dorsali in fibra ottica nelle aree urbane.

Cittadini e imprese potranno così beneficiare di servizi di connettività ad alta velocità fino a 200 megabit. L’accordo prevede che TIM utilizzerà le infrastrutture in fibra “spenta” realizzate da Infratel per portare la banda ultralarga in 252 comuni, attraverso l’attivazione di 1.200 armadi stradali che verranno predisposti all’erogazione dei servizi di connettività grazie a interventi di installazione dell’elettronica e la realizzazione di ulteriori collegamenti in fibra con gli anelli urbani di Infratel e verso le centrali. Già entro la fine del prossimo mese di marzo, in base all’impegno assunto da TIM, le nuove reti saranno operative in circa 80 comuni con l’attivazione di 300 armadi. Tutto il processo di “accensione” della fibra verrà completato entro la fine del 2020, con il progressivo completamento della realizzazione delle dorsali da parte di Infratel e l’adeguamento delle centrali e dei cabinet stradali da parte di TIM.

Sinora i comuni sardi con reti sottoposte alle procedure di collaudo sono oltre 100.

Con 56 milioni di euro la Regione ha promosso la realizzazione delle reti in fibra ottica in 296 comuni in base al primo accordo siglato nel 2015 con il ministero dello Sviluppo economico.

La copertura di tutti gli altri è invece prevista nel secondo accordo di programma sottoscritto nel 2017 con un finanziamento che ammonta a 27 milioni di euro.

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Domani, lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu” a Villa Devoto, alle ore 11.00, nel corso di una conferenza stampa, verrà presentato il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Intervengono il presidente della Regione Francesco  Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri e il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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Lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu”, a Villa Devoto, alle ore 11.00, verrà presentato, nel corso di una conferenza stampa, il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Interverranno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri ed il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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«L’iscrizione del Paesaggio policolturale del Mandrolisai al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico è un risultato di grande rilievo e prestigio, in quanto in tutta l’Italia si contano complessivamente soltanto 14 eccellenze, tra cui questa che è la prima e per ora l’unica in Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Cagliari per illustrare il decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

«La Regione – ha sottolineato Cristiano Erriu – ha dato il massimo sostegno all’iniziativa voluta fortemente dai Comuni di Atzara e Sorgono, con il contributo tecnico dell’Università di Sassari. Si tratta di una sperimentazione in vitro, in quanto vogliamo estendere a tutta l’Isola la ricognizione dei paesaggi rurali e storici. Ci crediamo così tanto che, nelle prossime settimane, presenteremo la Scuola regionale del paesaggio. La Regione, inoltre, metterà a disposizione risorse mirate per sostenere queste iniziative. Il Mandrolisai da parecchi decenni conserva l’integrità del paesaggio, e questo costituisce un valore aggiunto perché in prospettiva sarà possibile ampliare la filiera vitivinicola e creare nuove opportunità di sviluppo.»

«Abbiamo affrontato questa sfida di comune accordo con l’Amministrazione di Atzara – ha spiegato il sindaco di Sorgono, Giovanni Arru -. Il Mandrolisai è l’unico territorio della Sardegna il cui nome coincide con la Doc del vino, e questa è un’ulteriore peculiarità. In generale, ci aspettiamo che le nostre imprese riescano a trarre un beneficio dalla valorizzazione di uno sforzo collettivo, per esempio attraverso un marchio distintivo nelle etichette delle nostre cantine, come è accaduto in altre regioni. Il Ministero ha riconosciuto un altro aspetto, e cioè che oltre al paesaggio vitato abbiamo anche pascoli arborati conservati nel corso dei decenni. Il contributo della Regione sarà determinante per proseguire in questo percorso.»

«La Sardegna è ricca di queste peculiarità – ha aggiunto il sindaco di Atzara, Alessandro Corona – dunque, questo riconoscimento può fornire uno stimolo per altri territori. Costituisce un enorme volano di crescita che ci aiuterà a combattere lo spopolamento. Vogliamo costruire un progetto pilota, ma è auspicabile che la Regione ci affianchi non tanto con risorse economiche, quanto con un’adeguata campagna di comunicazione. Dal centro della Sardegna può partire un messaggio nuovo, che pone il paesaggio al centro dell’attenzione e fa da supporto ai progetti di molti giovani imprenditori, del comparto agricolo e non solo.»

«Nel corso dell’Ottocento – ha spiegato il professor Alessandro Dettori, del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari – la società pastorale, nel centro della Sardegna, ha cancellato buona parte della società agricola. Nel Mandrolisai ciò non è avvenuto, e questo valore è stato riconosciuto dal Ministero attraverso lo studio condotto dal nostro Ateneo. Per l’occasione, è stata presentata anche una sovrapposizione dei rilevamenti aerei fatti nel 1954 e nel 2016: ebbene, il 53% del territorio è pressoché immutato nell’uso del suolo. La valutazione storico-ambientale ha permesso di mettere a fuoco i tre parametri richiesti per l’iscrizione al Registro: significatività, integrità e vulnerabilità del paesaggio. Tra le peculiarità del Mandrolisai, la tipica coltivazione ad alberello dei vigneti e la presenza dei tradizionali muretti a secco.» 

 

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La quarta commissione del Consiglio regionale, presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha proseguito il ciclo delle audizioni sulla Finanziaria 2019 con gli interventi degli assessori Donatella Spano (Ambiente), Crisiano Erriu (Urbanistica) e Carlo Careddu (Trasporti).

Nella sua relazione l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha annunciato la conferma degli stanziamenti dell’anno precedente, ripartiti fra fondi regionali, risorse comunitarie e Patto per la Sardegna, con alcune novità.

Fra queste, il rinnovo del parco automezzi della Protezione civile e del Corpo forestale regionale per 170.000 euro e la stabilizzazione del cosiddetto “contributo neve” per 500.000 euro. Per quanto riguarda la bonifica dall’amianto, è stato esteso il programma del 2018, che prevedeva soltanto la rimozione dei materiali inquinanti, mentre dall’anno prossimo si potrà intervenire anche per la ricostruzione dei manufatti.

Buone notizie, inoltre, per raccolta differenziata dei rifiuti che, secondo dati tendenziali, ha superato in Sardegna la percentuale del 63%. Donatella Spano, infine, ha segnalato la criticità della dotazione finanziaria dell’Arpas che, dopo l’acquisizione di nuove funzioni in materia di manutenzione delle reti di monitoraggio ambientale, ha necessità di un aumento di risorse.

La seconda relazione è stata quella dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu che ha comunicato l’aumento delle risorse (+2.2 milioni) per il supporto alle attività dei Comuni su 3 macro-aree di intervento: riqualificazione delle periferie nella città medie, recupero dei centri storici nelle realtà soggette a spopolamento, miglioramento della qualità delle aree di rilevanza culturale ed ambientale.

Con la riprogrammazione dei fondi della legge 29 sui centri storici (2.2 milioni), inoltre, si potranno finanziare iniziative comunali collocate a pari merito nella apposita graduatoria, mentre 500.000 euro saranno utilizzati per completare gli studi necessari alla predisposizione del Ppr per le zone interne e mettere a punto un sistema informativo territoriale con dati in rete di Regione e Comuni.

Di particolare significato le misure in materia paesaggistica, dalla Scuola del paesaggio destinata a diventare lo strumento di formazione continua per amministratori e professionisti, alla Carta sull’unità delle terre contenente il dettaglio sulla classificazione dei suoli, al Campus Sardegna (in collaborazione con il Formez).

L’assessore Cristiano Erriu ha infine annunciato la presentazione di due emendamenti alla Finanziaria. Il primo riguarda la costituzione del Repertorio regionale dell’abusivismo (27.000 i casi, piccoli e grandi, finora accertati in Sardegna) all’interno del quale sarà prestata particolare attenzione agli abusi realizzati nelle cosiddette “aree vulnerabili”.

Il secondo, invece, propone la riprogrammazione parziale dei fondi Fsc (sviluppo e coesione) per poter dare più spazio alla capacità progettuale dei Comuni, finora molto al di sotto delle potenzialità sia sul recupero degli immobili pubblici nei centri storici che nella programmazione integrata.

L’Assessore, in conclusione, ha esposto le linee principali di un piano di recupero nelle aree urbane, finanziato con 30 milioni, che riguarderà facciate, aperture ed impianti ad alta efficienza energetica (tutte misure cumulabili con i bonus edilizi nazionali) attraverso procedure snelle e bandi a sportello.

Ultima relazione in programma quella dell’assessore dei Trasporti Carlo Careddu. L’assessore ha riferito che rispetto allo stanziamento di 143.7 milioni per il trasporto pubblico locale su gomma, comprensivo di un aumento dell’1.8% di quota Istat, restano fuori, al netto dei cosiddetti spostamenti di cittadinanza per sanità, scuola e lavoro, le richieste di molti Comuni, ed ha consegnato alla commissione un rapporto all’interno del quale potranno essere individuate nuove priorità.

Per quanto riguarda il trasporto su ferro, la cui copertura ammonta a 28.950 milioni, Carlo Careddu ha annunciato risorse aggiuntive per 3 milioni circa, destinati alla manutenzione della rete mentre, sul Trenino Verde (prima ferrovia turistica in Italia, seconda d’Europa) ha confermato il mantenimento di tutte le tratte, con una spesa di 2.5 milioni. L’assessore ha infine annunciato il rinnovo della flotta dei bus Arst, con l’acquisto di 100 nuovi mezzi.

Sempre in tema di trasporto pubblico locale ed in vista della riforma che dovrà entrare in vigore nel 2019 con l’individuazione di nuovi bacini ottimali, enti di governo e vettori, il responsabile dei Trasporti ha informato la commissione della presentazione di un suo disegno di legge che, dopo l’approvazione della Giunta, sarà aperto ai contributi del Consiglio.

Soffermandosi poi sulla continuità territoriale aerea, l’assessore ha affermato che, a fronte del sostegno una tantum del Governo nazionale precedente per complessivi 120 milioni, bisognerà rilanciare il confronto con l’esecutivo attuale per rendere la misura stabile. Questi ed altri temi, ha poi annunciato, saranno al centro di un incontro col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli il 21 novembre prossimo.

Al termine delle audizioni, la commissione ha espresso il parere positivo sulla Finanziaria 2018 sulle parti di competenza, formulando alcune osservazioni. L’opposizione si è astenuta.

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La Giunta regionale ha approvato i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla salvaguardia degli equilibri di bilancio delle quattro Province sarde e della Città Metropolitana di Cagliari. In base a quanto è stato deciso ieri in Conferenza Regione-Enti Locali con gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e del Bilancio Raffaele Paci, saranno applicati gli stessi criteri adottati per i trasferimenti del Fondo Unico previsto dall’articolo 10 della legge regionale n. 2/2007, ovvero il 40% dei 5 milioni di euro sarà ripartito in parti uguali e il 60% in base alla popolazione residente. Il testo della delibera approvata oggi ha ottenuto il parere favorevole, espresso all’unanimità dai rappresentanti di Anci, Cal e dell’associazione degli enti di Area vasta.

Con un’altra delibera, la Giunta ha approvato requisiti e criteri per l’accesso e il riparto delle risorse finanziarie (600mila euro) destinate alle Unioni di Comuni capofila dei progetti di programmazione territoriale per il triennio 2018-2020. Un terzo dello stanziamento sarà ripartito in parti uguali tra le associazioni di Unioni di Comuni regolarmente ammesse a contributo. Un altro terzo sarà assegnato in base al numero complessivo dei Comuni appartenenti alle Unioni associate, mentre la restante parte sarà suddivisa in base alla popolazione residente nel territorio interessato.

È stato attivato il finanziamento ministeriale per le aree di crisi industriale non complesse della Sardegna centrale che prevede lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro. L’attivazione è stata innescata dal cofinanziamento di 900mila euro da parte della Regione approvato oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci e dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Le imprese interessate dal bando Invitalia, che avranno, dunque, complessivamente 5 milioni e 400mila euro a disposizione, potranno così impegnarsi in iniziative per il rilancio delle loro attività. L’iniziativa dell’Esecutivo rientra nell’ambito dei contratti di sviluppo, finanziati da Governo e Regione, per iniziative considerate di particolare valore economico e strategico per lo sviluppo della Sardegna. Ancora su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha deciso che nel  progetto dell’Iti di Olbia, Investimento territoriale integrato chiuso e finanziato con 15 milioni di euro ad aprile dell’anno scorso, sarà inserito anche il Museo della Musica, uno spazio attrezzato dove si svolgeranno attività artistiche collegate alla musica. Gli Iti sono interventi che puntano alla riqualificazione urbana ma anche sociale, con l’inclusione delle fasce più deboli, nelle periferie delle città. Oltre a quello di Olbia, sono già stati finanziati con 15 milioni ciascuno anche gli Iti di Cagliari e Sassari. 

Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru è stata approvata la ripartizione delle risorse stanziate nel bilancio regionale 2018 quale terzo acconto per la copertura dello squilibrio dei bilanci delle aziende del SSR. Destinato anche per l’anno in corso l’importo di due milioni 803mila euro per la campagna vaccinale degli anziani e degli assistiti con patologie croniche, previo accordo con le organizzazioni sindacali di categoria e condivise in sede di comitato regionale dei Medici di medicina generale,  per le attività previste dall’Accordo integrativo regionale vigente. La Giunta inoltre ha approvato le Linee Guida per l’attivazione del progetto aziendale sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2018/2019.

Infine, ha proposto l’assegnazione alle Aziende sanitarie di ulteriori risorse per la copertura delle perdite di esercizio 2016, in proporzione all’incidenza percentuale della perdita registrata da ciascuna azienda sanitaria al netto della perdita dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari e contestualmente ha definito per l’ATS e per l’Azienda Ospedaliera Brotzu un ulteriore acconto a copertura della perdita derivanti dagli ammortamenti non sterilizzati effettuati dalle medesime aziende.  

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, è stato escluso da ulteriore procedura di valutazione ambientale, condizionato a prescrizioni, il progetto per la realizzazione e l’esercizio di un impianto per il deposito preliminare di rifiuti pericolosi e il recupero e la messa in riserva di rifiuti non pericolosi nel Comune di Settimo San Pietro.

La Giunta ha adeguato gli indirizzi per la contrattazione integrativa del personale non dirigente dell’Agenzia Forestas. La novità scaturisce dalla delibera approvata oggi su proposta dell’assessore del Personale Filippo Spanu d’intesa con l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. L’adeguamento si è reso necessario in seguito all’ulteriore stanziamento di un milione di euro nell’ambito della legge n. 40 dello scorso 5 novembre che ha previsto la variazione di bilancio. Le risorse a disposizione della contrattazione per il triennio 2016-2018 ammontano complessivamente a oltre 3 milioni di euro.

In questo modo si rendono omogenei i trattamenti retributivi dei dipendenti di Forestas con quelli del comparto di contrattazione collettiva regionale, a riconoscimento del ruolo e dell’importanza del servizio svolto dai lavoratori dell’Agenzia nel quadro della tutela del patrimonio boschivo e faunistico, della lotta e della prevenzione agli incendi. L’esecutivo ha inoltre destinato ulteriori risorse (un milione di euro) alla contrattazione collettiva regionale per rendere omogenei i fondi delle progressioni professionali in tutte le amministrazioni del comparto.

 

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«La storia del vino sardo è una delle belle pagine dell’evoluzione della nostra economia che passa attraverso il miglioramento dei prodotti dell’agroalimentare. Abbiamo avuto la capacità di trasformare un prodotto totalmente artigianale e casalingo in una produzione di alta qualità che esportiamo in tutto il mondo, e in questo la cantina di Santadi è un’eccellenza di cui siamo molto orgogliosi.»

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha chiuso così il convegno ‘Le produzioni agroalimentari a marchio Carignano e dintorni’, organizzato all’interno della due giorni in memoria dell’enologo Giacomo Tachis, principale artefice di quella evoluzione. Ospite del presidente della Cantina, Antonello Pilloni, anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ex sindaco di Santadi.

Duecento soci, 30 dipendenti, oltre 2 milioni all’anno di bottiglie. Numeri importanti, quelli della Cantina Santadi, solida realtà produttiva del Sulcis cresciuta sui mercati mondiali. «Qui abbiamo un esempio concreto di come valorizzare il patrimonio che offre la Sardegna e farlo diventare occasione di sviluppo e occupazione, con ricadute importanti per il territorio ma un po’ per tutta la regione. Sono convinto che nell’agroalimentare e nel vitivinicolo, potenziati dall’alta tecnologia sui mercati internazionali, ci sia un pezzo fondamentale della nostra economia anche per il futuro – ha detto Raffaele Paci -. Senza questi settori non andiamo da nessuna parte, ma è assolutamente indispensabile ripensarli attraverso l’innovazione, per esportarli sui mercati mondiali, per dare ai giovani la possibilità di farne il loro lavoro e dunque di restare in Sardegna a costruire la loro vita. Abbiamo un potenziale fantastico, usiamolo al meglio».

«La vicenda imprenditoriale della Cantina di Santadi – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu – è un caso di successo utile alla Sardegna. La valorizzazione del Carignano, l’aver saputo puntare sulla qualità del prodotto e sull’innovazione, l’aver utilizzato al massimo il sapere dell’enologo Giacomo Tachis che gli ha aperto le porte dei mercati internazionali e dei rapporti con altre aziende guida di successo a livello nazionale, sono esempi di come nella nostra Isola, a partire del prodotto del territorio, si possa assicurare e garantire un successo imprenditoriale che dà lavoro e sviluppo e offre ricchezza.»

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