19 December, 2025
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«Sono rientrata da tre giorni dalla Sardegna. Con l’evento conclusivo di Porto Torres, si è chiuso ufficialmente “Orme d’ombra”, il cammino di sensibilizzazione e memoria contro la violenza di genere che per cento giorni ha attraversato l’Isola. Non credo sia un caso che i primi passi di questo cammino siano iniziati il 6 settembre, anniversario della morte dell’ultima donna ricordata proprio a Porto Torres. Da quel giorno, ogni tappa ha ribadito che la memoria – se resta solo ricordo – non basta: deve diventare trasformazione, responsabilità, azione condivisa».

Così l’artivista viandante Rosalba Castelli, presidente dell’associazione Artemixia di Torino, sulla straordinaria esperienza vissuta negli ultimi mesi in Sardegna.

«In cento giorni ho incontrato 48 scuole e quasi 3.000 studentesse e studenti – spiega ancora Rosalba Castelli -. n numero straordinario per una sola persona in cammino, reso possibile solo grazie alla fiducia e alla partecipazione attiva di tante amministrazioni, enti, scuole, associazioni e comunità locali che hanno creduto nel progetto. La Sardegna ha scelto di esserci, trasformando “Orme d’ombra” in un’esperienza collettiva: non un cammino individuale, ma un movimento diffuso. Negli ultimi giorni, il giro dei saluti è stato intenso e sorprendente. Ha restituito con forza la misura dei legami creati, delle relazioni nate e della reciprocità costruita lungo il percorso. In molti mi hanno chiesto di promettere che tornerò. E lo hanno fatto perché sanno che mantengo le promesse. E una promessa affonda le radici lontano, come quella fatta a Macchia Jackie Adelante, il cane che mi ha accompagnata nei cammini precedenti, anche lui ucciso dalla violenza. La sua storia, trasformata e narrata lungo questi cento giorni, è diventata per migliaia di bambine e bambini una storia di amore per la libertà dell’altro, un messaggio semplice e potentissimo di rispetto e cura.»

«Durante il cammino sono stati deposti quasi cento nastri ricamati con i nomi delle donne vittime di femminicidio, realizzati inizialmente dalle donne detenute della Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino e poi da molte donne sarde. Alcuni di questi nastri continueranno il loro viaggio anche dopo il mio rientro, portati da donne ad altre donne. Fare memoria, insieme, significa non lasciare nessuna storia nell’ombra dell’oblio, spesso alimentato da narrazioni che cancellano la vita e non solo la morte. Il cammino si è trasformato anche in una narrazione profonda delle storie delle vittime di violenza in Sardegna e delle storie delle loro famiglie, della loro lotta quotidiana per la verità e la giustizia. Ciò che è andato ben oltre le aspettative è stato proprio questo: entrare con le mani dentro storie gravissime, attraversarle con rispetto, e trasformarle in punti di connessione tra luoghi diversi del territorio. Storie che erano lì, che non sono mai state dimenticate, che chiedevano di essere narrate. Raccontarle è necessario per poter dire che la Sardegna non dimentica, e soprattutto per affermare che le famiglie non devono essere lasciate sole nella loro battaglia per la giustizia delle proprie figlie e dei propri figli.»

«Le storie che mi hanno accompagnata in questo cammino sono quelle di Cinzia Pinna, Manuela Murgia, Gisella Orrù, Dina Dore, Maria Pina Sedda, Stefania Crobu, le sorelline Carlotta e Daniela di Tortolì, Mirko Farci, Susanna Massidda, Monica Moretti, Michela Fiori, Speranza Ponti, Daniela Cadeddu, Orsola Serra, Alina Cossu, Grazia Raccis, Zdenka Krejcikova, Sofia Castelli, Ambra Dentamaro, Isabelle Vanbelle. Unendo le nostre voci in coro e in cuore – choeur et cœur – abbiamo contrapposto la partecipazione all’indifferenza che rende possibile la violenza. È in questo intreccio profondo tra voci e cuori che “Orme d’ombra” ha trovato la sua forza: una comunità che sceglie di sentire, di prendere parte, di camminare insieme. È da qui che nascono la consapevolezza e le azioni capaci di prevenire la violenza. La viandante artivista ha chiuso il cammino, ma i passi non sono terminati. Il primo ritorno sarà dalle sorelle detenute, per raccontare loro ciò che è accaduto e restituire il senso profondo di ciò che hanno contribuito a generare. La narrazione di Orme d’ombra proseguirà anche sui canali social del progetto. L’incredibile numero di tappe, incontri ed eventi realizzati ha reso necessaria una dilazione del racconto: sono ancora molte le giornate e le storie da condividere. Nei prossimi mesi, i social continueranno a restituire il cammino passo dopo passo, dando voce alle comunità incontrate e ai gesti di memoria compiuti lungo l’Isola.»

«Un ringraziamento particolare va ai fondi dell’8×1000 della Chiesa Valdese, che hanno contribuito in modo significativo a sostenere una parte dell’iniziativa. Lo sguardo è ora rivolto al 2026, con il desiderio di tornare nei territori attraversati per una restituzione complessiva di questo lavoro e per la realizzazione di vere e proprie palestre formative per insegnanti, strumenti concreti per la prevenzione della violenza e il cambiamento culturale. “Orme d’ombra” non finisce qui. La nostra voce non può smettere di unirsi a quella delle donne la cui voce è stata silenziata. Il lavoro continua.»

Accanto a questa dichiarazione finale, si desidera esprimere un ringraziamento corale a tutti gli enti patrocinanti e a tutte le associazioni coinvolte che hanno creduto in Orme d’ombra, sostenendone il valore culturale, sociale e umano.

Un grazie particolare ad ACD Società Benefit, per il supporto nella comunicazione, e a tutte le persone che hanno contribuito alla riuscita del progetto.

Un ringraziamento sentito va a chi ha offerto supporto logistico e accoglienza in mille forme diverse: dai pernottamenti messi a disposizione ai passaggi in auto, dall’accompagnamento tra un luogo e l’altro alla possibilità di entrare con rapidità e cura all’interno delle scuole, rendendo possibile un numero straordinario di incontri.

Grazie alle insegnanti e agli insegnanti che si sono fatti parte attiva della promozione del progetto all’interno dei loro istituti e a chi, a partire da questo percorso, ha scelto di continuare a lavorare con studentesse e studenti sui temi della prevenzione della violenza, della parità e del rispetto. Le restituzioni che stanno arrivando – temi, elaborati, progetti e laboratori che continuano a nascere – sono una delle eredità più preziose di questo cammino.

Si ringraziano le testate giornalistiche nazionali, regionali e locali che ci hanno seguiti durante tutto il percorso.

Un grazie profondo va, infine, alle amministrazioni e alle/ai loro referenti, che hanno offerto un supporto non solo operativo, ma autenticamente umano: un sostegno fatto di presenza, ascolto, disponibilità e cuore. È grazie a questa rete viva e generosa che “Orme d’ombra” è diventato un cammino condiviso e un gesto collettivo.

L’artivista viandante Rosalba Castelli ritorna nel Sulcis Iglesiente con il progetto “Orme d’ombra”. L’obiettivo primario della presidente dell’associazione Artemixia di Torino è quello di sensibilizzare cittadini e cittadine sul contrasto alla violenza di genere e la promozione di una cultura del rispetto, con una particolare attenzione per la memoria delle vittime di femminicidio. Compiuta buona parte del suo lungo percorso (circa 1.200 km a piedi, salvo alcuni tratti impraticabili a causa del maltempo o della viabilità), zaino in spalla da 80 giorni, in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Castelli torna là dove tutto è iniziato lo scorso settembre. In questo periodo ha incontrato 1.800 bambini e giovani tra i 5 e i 18 anni.

Lunedì 24 novembre, a Carbonia, alle 9.30, incontrerà i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Beccaria-Loi e alle 11.30 gli studenti dell’Istituto Amaldi Gramsci. Se il tempo lo consentirà, si terrà un momento di riflessione nella via che la città ha intitolato a Gisella Orrù, la giovanissima studentessa di 16 anni vittima di femminicidio nel 1989. Alle 15.00 l’iniziativa “Per non dimenticare Stefania Crobu”, all’abbeveratoio di Cortoghiana Vecchia. È prevista una camminata verso Monte Lisau, nel punto dove è stato commesso l’omicidio: lì verrà posizionato un nastro rosso con il nome di Stefania, ricamato da Cristina Dessì di San Giovanni Suergiu. L’iniziativa vedrà la partecipazione della famiglia Crobu. Il gruppo “amiche di lana” Knit Cafè di Carbonia donerà ai familiari di Stefania un cuscino ricamato.

Intorno alle 16.45, dopo la camminata tutte le persone partecipanti si incontreranno nella frazione di Bacu Abis, nello spazio che accoglie la panchina rossa dedicata a Stefania Crobu, per poi proseguire l’iniziativa nella sede della circoscrizione in via Santa Barbara, dove le autorità presenti interverranno sul tema più generale del contrasto alla violenza di genere. L’iniziativa, patrocinata dal comune di Carbonia su proposta dell’associazione Artemixia Aps, in collaborazione con gli assessorati della Pubblica istruzione, delle Politiche sociali e con la IV Commissione consiliare prevede alcuni interventi, tra cui quello del sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, dell’assessora comunale alla Pubblica istruzione, Antonietta Melas, del presidente del Consiglio comunale Federico Fantinel e di altri rappresentanti della comunità mineraria. È stato rivolto un invito alla partecipazione è rivolto a tutti i sindaci e ai cittadini del territorio. In caso di pioggia, l’evento si svolgerà interamente nella sede della circoscrizione di Bacu Abis, in via Santa Barbara.

Di sera il trasferimento a Iglesias, dove (ore 19.00) una fiaccolata si snoderà per le vie della città. L’arrivo è fissato al Monastero della Vergine del Buon Cammino. Martedì 25 novembre, alle 8.30, don Giorgio Fois celebrerà la Messa al monastero delle Clarisse. Subito dopo Rosalba Castelli si recherà a Domusnovas dove, alle 11.00, è in programma un incontro con le scuole. Alle 15 un evento pubblico in piazza Grazia Raccis (da confermare).

La giornata si concluderà a Cagliari. Alle ore 16.30 è previsto un incontro in Consiglio comunale con Giulia Andreozzi, assessora alla Pubblica istruzione e pari opportunità, e Susi Ronchi, presidente di Giulia Giornaliste Sardegna. Alle 19.00 la manifestazione con l’associazione “Non una di meno Cagliari” per le vie del capoluogo.

«Tornare nel Sulcis e poi a Cagliari, nei giorni vicini alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, non è per me soltanto un passaggio del cammino: è un ritorno alle originisottolinea Rosalba Castelli -. Da qui ho mosso i primi passi e qui mi sono innamorata della Sardegna. È su questa terra che ho conosciuto il Cammino Minerario di Santa Barbara e, soprattutto, un cane randagio (Macchia Adelante, chiamato anche Jackie) che per tre anni ha camminato con me. Oggi la sua storia è diventata una favola che racconto alle bambine e ai bambini per spiegare loro che l’unico amore possibile è quello che custodisce la libertà dell’altro, essere umano o animale che sia. In quasi ottanta giorni ho incontrato 1.800 giovani dai 5 ai 18 anni: un numero che non avrei mai immaginato. Ho incontrato anche tante famiglie ferite dalla violenza, e non era previsto. Stringere le loro mani, ascoltare le loro storie, portare loro un messaggio di vicinanza da parte di tutta la Sardegna che si sta unendo nella memoria, è diventato parte profonda di questo viaggio. Ci sono mani che ricamano, mani che consegnano i nastri, mani che commemorano; ci sono passi che si moltiplicano, voci che si uniscono, cuori che si aprono. È così che, strada dopo strada, abbiamo ricordato Susanna Massidda a Gonnesa, Gisella Orrù a Carbonia, Manuela Murgia a Cagliari, Stefania Crobu a Bacu Abis, Mirko Farci e le sorelline Carlotta e Daniela a Tortolì, Dina Dore a Gavoi, Maria Pina Sedda a Nuoro, Alina Cossu e Monica Moretti a Sassari, Zdenka Krejcikova a Sorso, Michela Fiori, Speranza Ponti, Orsola Serra ad Alghero. È così che abbiamo ricordato anche Cinzia Pinna, con un gesto intimo per la famiglia e con un nastro presente nelle scuole; ed è così che abbiamo ricordato Ambra Dentamaro, la prima donna transgender che abbiamo onorato in questo cammino grazie al Mos – Movimento Omosessuale Sardo. Le persone mi fermano per strada, mi accompagnano per un tratto, mi riempiono la borraccia, si mettono a disposizione: è un movimento spontaneo, collettivo, necessario. Le prime a ricordare sono spesso le insegnanti, come quella che ci ha chiesto di portare Sofia Castelli a Santa Maria Coghinas: quel paese si è riempito di quasi duecento persone, tra bambine, bambini, famiglie e una parte della famiglia di Sofia che vive in Sardegna. Tutto questo non è paragonabile a un singolo gesto isolato del 25 novembre. Per me, tornare nel Sulcis e a Cagliari significa riportare alle comunità l’intensità di questo viaggio nella memoria, incontrare nuovamente le persone a cui ormai sono legata, stringere le mani delle suore del Buon Cammino di Iglesias, e marciare insieme. In memoria di Cinzia, di Stefania, di Grazia, di Manuela, di Monica, di Alina, di Gisella, di Ambra, di Susanna, di Sofia, di Dina, di Maria Pina, di Zdenka, di Michela, di Speranza, di Orsola, delle piccole Carlotta e Daniela, dei fratellini Diego e Amanda, di Mirko e di tutte le sorelle che più non hanno voce. Marciare, e non fermarci. Andare. Il cambiamento non è una possibilità ma l’unica strada che dobbiamo percorrere»

Tutte le iniziative sono raccontate nelle pagine del sito e nei social di Orme d’ombra.

Nella foto di copertina Rosalba Castelli con Macchia Adelante, chiamato anche Jackie

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Angela Scarpa, assessore delle Politiche sociali del comune di Iglesias, è stata eletta vicepresidente della Commissione regionale per la Realizzazione della Parità fra Uomini e Donne, nel corso della riunione per l’istituzione dell’Ufficio di Presidenza, svoltasi ieri presso la sala Dino Dore, a Cagliari.
«Con grande stupore porto a casa la carica di vicepresidente, che condivido con la collega Barbara Congiu – ha detto l’assessore Angela Scarpa e voglio porgere i complimenti alla neo eletta Francesca Ruggiu, a lei, come nuovo Presidente, vanno i miei più cari auguri per un lavoro proficuo di tutta la Commissione.»
“Un importante risultato per il nostro Assessore e per la città di Iglesiasha commentato il sindaco Mauro Usaiche vuole essere il riconoscimento per l’attività svolta da Angela Scarpa, sia nel ruolo da lei svolto come Assessore che per il suo impegno di tanti anni nel mondo dell’associazionismo e del terzo settore. A lei vanno le mie più vive congratulazioni.»
«Sono certa di collaborare al meglio con questo fantastico gruppo – ha proseguito Angela Scarpaper il benessere e l’empowerment di tutte le donne sarde, nessuna esclusa. Buon lavoro a noi!»