16 April, 2024
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Il disegno di legge della Giunta n. 112, che prevede fra l’altro la suddivisione del sistema sanitario regionale in 8 Asl e la creazione dell’Ares come azienda centrale con compiti di coordinamento amministrativo gestionale, è stato adottato come testo base per la riforma dalla commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo). L’obiettivo comune, è stato sottolineato, è quello di portare una fondamentale funzione pubblica come la tutela della salute in un livello più vicino possibile ai cittadini rilanciando in primo luogo il modello di una sanità “territoriale”, capace di relazionarsi in modo efficace con altri soggetti del sistema pubblico, dall’Università ai Comuni, ad altre strutture regionali come l’Agenzia per la difesa dell’Ambiente e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna.

Accanto al disegno di legge n. 112 resta sul tavolo della commissione la proposta di legge presentata dal gruppo Udc-Cambiamo, a nome del quale il consigliere Giorgio Oppi ha riassunto i punti qualificanti, soffermandosi soprattutto sulla necessità di semplificare il sistema (“altrimenti ci vorranno almeno 3 anni”) e dare risposte concrete ai cittadini.

L’esame dei testi di riforma, altro punto definito dalla commissione, procederà con la discussione dei due testi in modo congiunto e di “pari passo” (anche se in sedute differenziate) con il lavoro che riguarderà la cosiddetta Fase 2 sulla quale la Regione è fortemente impegnata sia in campo sanitario che economico-sociale.

Per quanto riguarda in particolare il campo sanitario, la Commissione ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna l’assessore della Sanità ad «impartire indirizzi adeguati» che consentano «ai pazienti in gravi condizioni cliniche ricoverati negli ospedali della Sardegna di poter essere assistiti e confortati da almeno un familiare».

Un’altra parte della seduta è stata dedicata all’esame del disegno di legge n. 127 che introduce una serie di modifiche alla legge di Stabilità 2020 in materia di politiche sociali. Sul provvedimento hanno riferito la portavoce del Comitato per l’attuazione della legge 162 in Sardegna, la direttrice del settore delle Politiche sociali Francesca Piras e del servizio del fondo per la non autosufficienza Marika Bazzella. Francesca Piras, in particolare, ha espresso vivo apprezzamento per le ulteriori risorse finanziarie inserite nel disegno di legge ma ha manifestato perplessità sull’affidamento della gestione di questi fondi ai Plus. «Anche in base alla nostra esperienza – ha affermato -, preferiamo il modello partecipativo di un intervento co-progettato, personalizzato e non calato dall’alto, che valorizzi le famiglie e rappresenti una opportunità per le persone disabili in termini di autonomia, indipendenza e libertà di compiere le proprie scelte.»

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L’assessore regionale della Salute, Mario Nieddu ed il direttore generale dell’Areus, Giorgio Lenzotti, insieme al direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi, sono stati auditi nella Sesta commissione del Consiglio regionale (presidente, Domenico Gallus, Udc-Cambiamo) sull’emergenza Covid-19.

L’assessore Mario Nieddu, in apertura del suo intervento, ha parlato “di numeri stabili” ed ha confermato il positivo trend dell’evolversi della pandemia nell’Isola, evidenziando l’assenza di nuovi focolai di contagio, la riduzione dei ricoveri in terapia intensiva ed il solo caso di positività riscontrato a Sassari nella giornata di ieri. Il responsabile della Salute nell’esecutivo Solinas si è quindi concentrato sulla cosiddetta “Fase 2”, con particolare riferimento, in ambito sanitario, alla ripresa delle attività ambulatoriali. «Puntiamoha dichiarato Mario Niedduad una omogeneità di comportamenti, pur in assenza di specifiche linee guida da parte dell’Inail, con l’auspicio di garantire al più presto la ripresa, in sicurezza e con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, delle attività ambulatoriali, anche alla luce della necessità di arginare l’incremento delle liste di attesa».

Il direttore generale dell’azienda regionale per l’emergenza e urgenza, Giorgio Lenzotti, non è si è risparmiato nell’illustrare con schiettezza i due mesi di battaglia, condotta senza risparmio di risorse e energie, da parte di soccorritori e medici, contro il Covid in Sardegna ed a proposito della “Fase 2”, ha affermato: «La battaglia contro il virus si vince sul territorio e non già negli ospedali».

Nel mezzo, la cronache di due mesi che hanno messo a dura prova dirigenti, lavoratori, operatori e volontari dell’Areus, chiamati a gestire, in alcuni frangenti in “perfetta solitudine”, un’emergenza epocale con una serie di difficoltà aggiuntive, prima tra tutte quella legata all’approvvigionamento di mascherine, guanti e tute protettive. «Abbiamo fatto tutto il possibile ha spiegato Giorgio Lenzotti per dotare le postazioni 118 dei Dpi, seppure non sia in capo ad Areus la gestione diretta di tali postazioni, così come abbiamo introdotto un sistema di monitoraggio per avere contezza delle disponibilità dei presidi che, è bene precisarlo, sono stati assicurati anche alle associazioni di volontariato, tenendo conto del numero degli interventi da loro effettuati. Ancora oggi riscontriamo enormi difficoltà nel reperire le tute protettive, soprattutto per le dotazioni nell’area Nord dell’Isola, così come abbiamo avuto difficoltà per la certificazione delle barelle biocontenitrici». Giorgio Lenzotti ha rimarcato il «ruolo dell’associazioni del volontariato e delle cooperative sociali» nella complessa gestione dell’emergenza ed urgenza («l’Areus non può farne a meno visto che svolgono più della metà degli interventi») e non ha nascosto una sottolineatura critica per la decisione dell’Ats di trasformare in punti di primo intervento, i pronto soccorso di Muravera, Isili, Sorgono, La Maddalena, Ghilarza, Bosa. «È chiaroha spiegato il direttore generaleche i codici rossi e gialli trasportati dai mezzi dei volontari non possono essere condotti negli hub regionali del pronto soccorso ma vengono accompagnati all’ospedale più vicino, per la cosiddetta stabilizzazione del paziente».

Nell’immediato futuro, il dottor Giorgio Lenzotti, immagina un’attività ancora più intesa dell’emergenza e urgenza nel territorio, con ancora maggiori sollecitazioni per equipaggi e postazioni del 118 regionale. «Incrementare gli equipaggi con il medico a bordoha aggiunto il direttore ed anche quelli con a bordo l’infermiere, è una esigenza non più rinviabile, così come serve registrare la presenza dei mezzi del soccorso in quei centri particolarmente difficili da raggiungere nel tempo stabilito di venti minuti».

I costi sostenuti, nei primi due mesi di lotta al Covid, dall’Areus, ammontano a circa 500 mila euro e – così ha affermato il direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi – riguardano principalmente l’acquisto di mascherine, guanti e tute protettive.

Nel corso nell’audizione non è mancato il confronto, a tratti polemico, con alcuni consiglieri. La consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha chiesto chiarimenti sulle procedure adottate per la stipula o la modifica di alcune convenzioni sottoscritte con alcune associazioni di volontariato ed ha ricordato la nota di protesta trasmessa ai prefetti lo scorso 11 maggio. Il consigliere Schrirru (Psd’Az) ha difeso l’operato dell’Areus ed ha posto in dubbio la rappresentatività delle associazioni promotrici della protesta. «Tante associazioni e numerose cooperativeha confermato Giorgio Lenzottici hanno scritto per dissociarsi formalmente dalla nota dell’11 maggio e ricordo che dall’agosto scorso, per la prima volta, abbiamo introdotto una serie di regole, prima inesistenti, per la stipula delle nuove convenzioni».

Il consigliere Francesco Agus (Progressiti) e Antonio Mario Mundula (Udc-Cambiamo), seppur con differenti accenti politici, si sono soffermati sulla “Fase 2” e sulla necessità di riattivare i servizi ambulatoriali e garantire la sicurezza negli ospedali sardi.

Articolata, invece, la richiesta di chiarimenti del consigliere Gianfranco Ganau che, tra gli altri, ha sollevato il caso del direttore della centrale operativa 118 di Sassari, Piero Delogu, ritornato al lavoro dopo il pronunciamento del tribunale che ha annullato “le ferie forzate” ordinate dal direttore Giorgio Lenzotti. «Basta con atteggiamenti persecutori verso il dottor Deloguha tuonato il capogruppo Pde basta interferenze nell’organizzazione della centrale sassarese da parte del neo direttore sanitario, dottor Marcello Acciaro». Il direttore dell’Areus ha quindi escluso qualunque atteggiamento persecutorio nei confronti del dottor Delogu («l’ho invitato a qualche giorno di riposo, considerato che conta 140 giorni di ferie arretrate») ed ha raccontato di una situazione di “fortissima tensione” nella direzione del 118 sassarese («il dottor Piero Delogu ha litigato fino allo scontro fisico con un medico») culminata nella lettera sottoscritta da cinque medici, su sei in servizio, contro l’operato del direttore.

Daniele Cocco (Leu), unitamente ai consiglieri di maggioranza e minoranza prima indicati, con il presidente della commissione Domenico Gallus, hanno quindi rivolto una serie di quesiti all’assessore su specifiche vicende e su singole questioni che vanno dalle forniture dei Dpi, all’impiego dei medici rianimatori di Oristano, piuttosto che sull’attivazione delle Usca.

L’assessore Mario Nieddu, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito le difficoltà della Regione nel garantire l’approvvigionamento costante dei dispositivi di protezione individuale («il governo di recente ci ha spedito delle tute da imbianchino invece che quelle protettive») ed ha ammesso di essere preoccupato «per una possibile recrudescenza della patologia infettiva in autunno».

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«Il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu riferiscano all’aula se sia stata verificata la possibilità annunciata dal presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, agli specializzandi biologi durante la loro audizione, di utilizzare i fondi POR Sardegna FSE 2014/2020 per finanziare le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline non mediche di area sanitaria, delle Università degli studi di Cagliari e Sassari, in riferimento a tutti gli anni accademici per ciascun indirizzo di corso.»

Lo chiede con un’interrogazione la segretaria del Consiglio regionale Carla Cuccu (M5S), in merito alla discriminazione degli specializzandi non medici di area sanitaria dall’assegnazione di una borsa di studio, che meritano la stessa attenzione e diritti normativi degli specializzandi delle Scuole di medicina.

Con L.R. del 6 marzo 2020, n. 6, è stata autorizzata per l’anno 2020 la spesa di euro 5.000.000 al fine di garantire ai professionisti sanitari di area medica l’accesso ad adeguati percorsi di formazione.

«Si sottolinea a tal proposito osserva Carla Cuccu che è risaputo l’impegno dell’attività delle Scuole di specializzazione e che il contratto di formazione specialistica per tale motivo è obbligatorio per legge, nonostante gli specializzandi medici non siano considerati normativamente “lavoratori dipendenti”, bensì specializzandi in formazione.»

«I sacrifici ed impegno prestati dagli specializzandi di area sanitaria non sono certamente meno importanti di quelli dei medici specializzandi e, non essendo anch’essi considerati né precari, né lavoratori, non hanno ricevuto nemmeno alcun sostegno economico rientrante nelle misure regionali previste per le difficoltà economiche causate dal Covid-19conclude Carla Cuccu -. Eppure i biologi, ad esempio, hanno svolto un ruolo essenziale nella lotta a questa pandemia, considerata la loro preziosa attività nei laboratori di analisi e diagnostica e gli onori ricevuti per essere stati protagonisti del primo isolamento del Coronavirus in Italia.»

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La commissione Sanità del Consiglio regionale si è riunita questa sera in Consiglio regionale e ha audito i principali protagonisti delle istituzioni sanitarie impegnati nella lotta al virus.

Su invito del presidente Domenico Gallus ha preso per primo la parola Marcello Tidore, direttore generale dell’assessorato, che ha parlato espressamente di «una tendenza al miglioramento ed è per questo che è stata sospesa la convenzione del Mater Olbia in campo Covid». L’alto dirigente della Regione ha illustrato alcuni numeri dei contagi: «Il 34 per cento è extraospedaliero, il 12 per cento non dice dove si è contagiato o, comunque, non siamo riusciti a risalire alla catena del contagio, il 32 per cento si è infettato nelle case di riposo, il 12 per cento negli ospedali. Il ministero ci ha chiesto ora di concentrarci nell’azione di prevenzione e monitoraggio delle case di riposo e delle strutture ospedaliere. Da settimane stiamo effettuando il tampone a tutti i pazienti dimessi dagli ospedali e al personale sanitario».

Per Giorgio Steri, commissario straordinario di Ats, «i servizi di igiene pubblica stanno lavorando mettendo in quarantena tutti i casi sospetti, anche se il tampone è negativo ma il quadro dei sintomi lascia intendere una possibile infezione. Effettuiamo regolarmente i tamponi nelle case di riposo e nelle Rsa».

Per il direttore generale del Policlinico universitario di Cagliari, Giorgio Sorrentino, «poco o nulla si sa di questo virus, che non abbiamo potuto studiare sui libri ma solo sul campo. Abbiamo, dunque, dovuto contenere al massimo gli accessi alle nostre strutture ospedaliere, per contenere l’affollamento di parenti. Ci sono però gli asintomatici e sono tanti: ieri ad esempio è arrivata in pronto soccorso una ragazza, che lamentava una patologia, e grazie ai nostri controlli rapidi abbiamo scoperto che è positiva».

Della necessità di impiegare correttamente i dispositivi di protezione individuale e i percorsi di sicurezza ha parlato il direttore generale dell’Azienda Brotzu, Paolo Cannas: «E’ stato su questo punto fondamentale il lavoro svolto dalla protezione civile. Ora è però tempo di pianificare la post emergenza: faremo controlli rigidissimi nei triage e negli ambulatori».

Per la Protezione civile ha parlato il direttore generale, Antonio Belloi, che ha detto: «Siamo impegnati sin dal primo momento dell’emergenza, abbiamo supportato da subito il sistema sanitario regionale con i nostri seimila volontari nei porti e negli aeroporti dell’Isola. Abbiamo poi montato delle tensostrutture in tutti i pronto soccorso sardi e se serve abbiamo altre tensostrutture e altri volontari pronti a intervenire. Sino a oggi abbiamo tenuto 200 videoconferenze anche con il commissario nazionale Domenico Arcuri». Rispondendo al consigliere Stefano Schirru (Psd’Az) ad una domanda su un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Il Fatto quotidiano, Antonio Belloi ha fornito alla commissione una relazione di dieci pagine e detto: «Abbiamo acquistato le mascherine a un prezzo inferiore rispetto a tante altre istituzioni e non abbiamo voluto correre il rischio di essere truffati, visto che tutti i venditori ci hanno chiesto il pagamento anticipato. Nulla di sproporzionato, ricordo a che marzo il mercato era profondamente volatile e soggetto a incredibili speculazioni».

L’onorevole Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto agli ospiti di spiegare in che modo la Sardegna intende affrontare la fase due sotto il profilo strettamente sanitario mentre il collega Stefano Schirru ha elogiato il lavoro delle istituzioni e ha sollecitato «misure di sostegno per il 118 e un piano che individui con chiarezza di quali specializzazioni mediche la Sardegna avrà maggiormente bisogno nei prossimi anni».

Per l’onorevole Eugenio Lai (Leu) «sarebbe importante aumentare il numero dei tamponi effettuati, 23.299 ad oggi come ha detto il dottor Marcello Tidore, visto l’elevato numeri di asintomatici». Invece l’onorevole Giorgio Oppi ha parlato in modo aperto: «La critica iniziale per la assoluta carenza di Dpi aveva il suo fondamento così come gli ospiti delle Rsa andavano controllati da subito. Siamo stati molto fortunati ma non dobbiamo fare finta che sia andato tutto bene. E’ una autentica vergogna che agli operatori del 118 siano state consegnate cinque o dieci mascherine».

L’onorevole Michele Ciusa ha sollecitato un approfondimento per capire «se è vero che la società Airgreen, affidataria del servizio di elisoccorso, si rifiuti di trasportare i pazienti Covid» mentre l’onorevole Antonello Peru (Udc) ha denunciato «la lista d’attesa anche di sedici mesi per i ciechi della provincia di Sassari in attesa del riconoscimento della invalidità» e ha chiesto un intervento deciso a favore di questi cittadini, ancora piu deboli in questo momento.

Al termine della lunga audizione, il presidente Domenico Gallus ha segnalato ai commissari alcuni rilievi giunti dal Governo alla legge regionale sulle borse di studio.

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Si è riunita oggi la commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la situazione sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus e gli interventi di contrasto e prevenzione messi in atto dalla Giunta regionale. 

Partirà entro questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima l’indagine epidemiologica sulla diffusione del Covid-19 in Sardegna. Si baserà su test rapidi per l’individuazione del virus. L’indagine regionale affiancherà quella promossa dal ministero della Salute a livello nazionale. A disposizione della Sardegna, 5mila test sierologici dei 150mila programmati. Lo ha confermato l’assessore della Sanità Mario Nieddu sentito in audizione.

«Sarà un’indagine mirata, basata su criteri severi e stringenti per accertare la reale entità della circolazione del virus nell’Isola – ha detto l’assessore della Sanità – riguarderà in particolare quei paesi dove finora non sono stati registrati casi di Coronavirus. Servirà a capire se realmente il Covid-19 non ha colpito alcuni centri o se, invece, sono presenti soggetti asintomatici. La Fase 2 si avvicina, ma se vogliamo procedere a una graduale riapertura delle attività lo dobbiamo fare su dati certi. Se dovessimo accertare la presenza del virus in zone ritenute immuni lo scenario cambierebbe radicalmente.»
L’assessore ha confermato i dati confortanti sull’andamento dell’epidemia in Sardegna: «Il numero dei positivi si riduce ha affermato Mario Niedduieri a Sassari è stato raggiunto il contagio zero. Questo vuol dire che le misure adottate hanno funzionato».
La Regione, intanto, conferma la volontà di potenziare l’attività di assistenza e controllo nei territori. «Abbiamo firmato il protocollo d’intesa con i sindacati per l’istituzione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, contiamo di attivarle al più tardi entro le prossima settimana. Si tratta di risolvere alcuni problemi organizzativi che riguardano, in particolare, l’individuazione delle sedi.»
Sulle polemiche riguardanti la fornitura dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari, Mario Nieddu ha ammesso qualche difficoltà dovuta ai massicci ordini provenienti dagli Stati Uniti che hanno influito negativamente sull’offerta globale: «In ogni caso i dispositivi nelle strutture Covid non sono mai mancati». Rispondendo a una sollecitazione del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla differenza, in molti casi marcata, dei costi affrontati dai diversi ospedali per l’acquisto di mascherine e tute, l’assessore ha detto: «In alcuni casi abbiamo dovuto acquistare a prezzi più alti, ma eravamo in stato di necessità, si comprava ciò che si trovava sul mercato». Nessuna novità invece sulla messa a disposizione di alberghi per ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali che devono affrontare un periodo di quarantena. «In questo caso c’è qualche difficoltà di natura finanziaria – ha detto Mario Nieddu occorrerà adeguare la nostra capacità di spesa».
La Commissione ha poi sentito il responsabile dell’Ats Sardegna, Giorgio Steri, ed il neo commissario dell’Aou di Sassari Giovanni Maria Soro. Entrambi hanno espresso ottimismo per l’andamento dell’epidemia in Sardegna invitando comunque alla cautela: «E’ proprio in questo momento che non bisogna abbassare la guardiaha detto Giorgio Steri – le misure di contenimento hanno consentito di frenare la diffusione della malattia. Lo confermano i dati sui tamponi effettuati nella prima fase della comparsa del virus e quelli disposti dopo la chiusura delle attività commerciali e di intrattenimento. Nel primo periodo la percentuale dei positivi era del 12% sul numero dei tamponi effettuati, oggi è scesa al 7%». Il commissario dell’Ats ha poi illustrato l’attività di monitoraggio sulle Rsa: «Dopo aver messo in sicurezza le strutture del Nord Sardegna, grazie anche al lavoro fatto dai medici militari nelle Rsa e case di riposo, contiamo entro la settimana di completare l’attività di screening in tutte le Rsa del Centro e Sud Sardegna. La prossima settimana crediamo di concludere anche il monitoraggio sulle carceri. Valuteremo poi se intervenire sulle case di riposo dove è più alto il rischio di un “inquinamento” esterno».
Il responsabile dell’Aou di Sassari ha invece fornito dati rassicuranti sulla situazione nel Nord Sardegna: «Oggi siamo in grado di processare circa 600 tamponi al giorno. Siamo arrivati a oltre 11mila tamponi effettuatiha detto Giovanni Maria Soroi risultati delle analisi confermano un trend in calo dei contagiati. Abbiamo effettuato circa 2800 tamponi sul personale ospedaliero: 87 sono risultati positivi ma 60 sono già rientrati al lavoro. Cala il numero dei ricoveri, attualmente abbiamo 33 pazienti nelle strutture Covid: 9 in terapia intensiva, 15 nel reparto di malattie infettive, 9 nell’area “grigi” riservata ai pazienti con tampone negativo ma con sintomi sospetti. La minor pressione ospedaliera ci consente di pensare a un riconversione delle terapie intensive. All’inizio dell’epidemia disponevamo di 68 posti letto, aumentati successivamente a 83. L’andamento dei dati potrebbe consentirci di riaprire in sicurezza le strutture per la cure di altre patologie che necessitano di assistenza».
Su questo punto è arrivata una segnalazione preoccupante dal consigliere dell’UDC Cambiamo! Antonello Peru: «A Sassari interi reparti sono fermi ha detto Antonello Peru dall’inizio dell’epidemia molti pazienti, per paura, non si ricoverano o rinunciano agli esami diagnostici. Si viaggia dalle 100 alle 150 disdette al giorno di visite specialistiche. Si rischia un’emergenza nell’emergenza. Si valuti l’opportunità di riaprire gradualmente i reparti e di procedere con gli esami ordinari».
Il commissario dell’Aou di Sassari ha poi segnalato la criticità più importante del sistema sanitario, condivisa con le altre aree dell’Isola: la sistemazione dei pazienti positivi dimessi: «In molti casi si tratta di persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuaha detto Giovanni Maria Sorosi pone il problema di trovare un luogo adatto alle loro condizioni. Spesso non possono rientrare nella propria abitazione né andare in una Casa di riposo. Occorre trovare una soluzione adeguata».
In chiusura di seduta la Commissione ha votato all’unanimità una risoluzione proposta del capogruppo di Leu Daniele Secondo Cocco e sostenuta dal presidente della Commissione Domenico Gallus che impegna la giunta regionale ad impartire ad Ats e aziende ospedaliere indirizzi specifici sulle assunzioni di nuovo personale. La copertura dei posti vacanti di infermiere e oss dovrà avvenire attraverso la stabilizzazione del personale che opera a tempo determinato o attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali. Anche su questo punto l’assessore Nieddu ha dato ampie garanzie: «Non ci sarà bisogno di prorogare al 2021 le graduatorie perché pensiamo di mandarle in esaurimento entro il 2020, anche quelle del 2017 relative alla sanità oristanese».
Soddisfatto il presidente della Commissione Domenico Gallus: «Abbiamo ricevuto oggi importanti rassicurazioni sulle azioni messe in campo per il contenimento del virus, anche le notizie che arrivano da Sassari sono confortantiha detto Domenico Galluspossiamo adesso cominciare a progettare un graduale ripresa delle attività economiche e sociali anche se dovremo attendere ancora qualche tempo per il pieno ritorno alla normalità».

Reparto Oncoematologia Oristano

A margine delle audizioni si è parlato anche della paventata chiusura del reparto di oncoematologia di Oristano. Rispondendo a una precisa domanda del presidente Domenico Gallus, l’assessore ha assicurato che l’attività del reparto riprenderà al più presto: «Abbiamo preso l’impegno per riconoscere ai malati oristanesi il diritto di essere curati nella propria città – ha detto Mario Nieddu – il reparto non sarà chiuso. Il disagio per i pazienti finirà con la fine dell’emergenza Covid-19».
«Finalmente si parla non più di mesi ma di settimane per la riapertura del reparto ha commentato il presidente della commissione Domenico Gallusavvicinare le cure ai pazienti è stato uno dei nostri mantra in campagna elettorale. Le parole dell’assessore Mario Nieddu confermano che si viaggia in questa direzione. Il reparto di oncoematologia sarà presto una realtà.»

Vediamo gli interventi del presidente della commissione Domenico Gallus, di Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Daniele Secondo Cocco (LeU Sardigna) e Stefano Schirru (PSd1Az), registrati al termine dei lavori.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222553482613728/

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Arriveranno solo domani mattina i pareri delle commissioni Bilancio e Sanità sul disegno di legge predisposto dalla Giunta per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid-19.
I due parlamentini, presieduti da Valerio De Giorgi e Domenico Gallus, si riuniranno alle 10.30 prima della seduta dell’Aula prevista per le 11.00. Il rinvio è stato deciso dalla Conferenza dei capigruppo che, dal primo pomeriggio, è riunita per esaminare nel dettaglio il provvedimento da 120 milioni di euro a favore delle famiglie isolane in difficoltà.
Dopo il via libera dai capigruppo si è riunita la commissione Sanità per un primo esame del disegno di legge che sarà trasmesso alla Commissione Bilancio per il parere finanziario. Parere che arriverà, come detto, solo domani mattina. Il provvedimento tornerà poi in Sesta Commissione per il parere definitivo di competenza. Il disegno di legge della Giunta sarà quindi trasmesso al Consiglio che lo esaminerà a partire dalle 11.00.

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Approderà in Consiglio regionale, domani mattina alle 11.00, il disegno di legge della Giunta che stanzia 120 milioni di euro a sostegno delle famiglie sarde messe in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Maggioranza ed opposizione hanno trovato un accordo di massima su procedure e criteri di ripartizione delle risorse che ora dovrà essere ratificato dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento, illustrato in mattinata dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla commissione Sanità, ha incassato il via libera dell’Anci. Il presidente dell’Associazione dei comuni Emiliano Deiana, collegato in videoconferenza, ha mostrato apprezzamento per la decisione della Giunta di affidare agli enti locali la gestione delle risorse e suggerito alcune modifiche al testo: «I Comuni hanno già nei propri bilanci i residui dei fondi Reis delle scorse annualitàha detto il presidente dell’Anciquesti denari possono essere messi da subito a disposizione delle famiglie in difficoltà e integrati con le risorse regionali».

Per Emiliano Deiana sarà importante rendere immediatamente disponibili le risorse: «Chi meglio dei sindaci conosce la realtà dei propri territori? Ora è importante individuare il fabbisogno reale e stabilire le priorità di intervento. Per velocizzare al massimo le pratiche occorrerà prevedere un modello agile di autocertificazione che consenta ai cittadini di attestare i propri bisogni. In un momento successivo si faranno i dovuti controlli».

Sulla ripartizione delle risorse si va verso il modello del Reis (30% in parti uguali a tutti i comuni, 35% in base al numero dei disoccupati, 35% in base alla popolazione). «C’è bisogno di uno sforzo straordinario per impedire che questa terribile emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza sociale – ha detto ancora Emiliano Deianail provvedimento, se ben calibrato, andrà in questa direzione. I sindaci in questa circostanza non chiedono più soldi per i propri comuni, ciò che serve è un criterio di equità».

Obiettivo indicato anche dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino che ha chiarito con quali risorse si andrà a coprire l’intervento: «Si tratta in gran parte di risorse reperite dal bilancio regionale attraverso aggiustamenti tecnici: 89 milioni arriveranno da riduzioni di spesa e rimodulazione di interessi di mutui, altri 31 dalle economie del programma Reis – ha spiegato Giuseppe Fasolinonon ci saranno invece tagli alla programmazione territoriale: da quel capitolo sono stati individuati 13 milioni sui 30 disponibili che saranno nuovamente finanziati nel 2021. Somme che non sarebbero state spese entro il 2020 e che invece torneranno utili per contrastare l’emergenza».

Lo stanziamento sarà interamente destinato alle famiglie che sono rimaste fuori dal decreto “Cura Italia” e che hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito: «Mettiamo a disposizione circa 800 euro per nucleo familiare, stanziamento che potrà essere eventualmente aumentato per i nuclei più numerosiha aggiunto l’assessorechi ha ricevuto i 600 euro del bonus governativo potrà averne altri 200 dalla Regione. L’importante è fare presto, senza attardarsi sui dettagli. Diamo subito un ristoro alle famiglie e nei prossimi giorni potremmo procedere agli aggiustamenti che si rendessero necessari».

Tre le categorie di beneficiari individuate: lavoratori autonomi o partite iva, dipendenti che non beneficiano, o li ricevono in forma ridotta, di ammortizzatori sociali, disoccupati che non percepiscono il reddito di inclusione sociale. Sulla necessità di fare presto si sono pronunciati, pur con qualche distinguo, anche i consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno chiesto di eliminare dal testo il limite dei 35mila euro riferito ai redditi del 2018. Per ottenere la misura di sostegno basterà, con tutta probabilità, una semplice autocertificazione.

Il testo è ora all’attenzione della Conferenza dei capigruppo. In tarda serata sarà esaminato dalla Commissione Bilancio per il parere finanziario.

La situazione sanitaria

Sulla situazione negli ospedali e nelle case di cura hanno invece riferito l’assessore alla Sanità Mario Nieddu ed il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri. «Finora, anche se a fatica, siamo riusciti a contenere la diffusione del virusha detto Mario Nieddusperiamo di mantenere questo trend e di rallentare i contagi. La fornitura del materiale sanitario sta andando finalmente a regime. Ci sono state consegnate 1,7 milioni di mascherine. Altre ne arriveranno nelle prossime ore. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo centro di smistamento alla Fiera di Cagliari».

Mario Nieddu ha poi annunciato l’arrivo di altri ventilatori dopo i 20 acquistati dalla Cina: «Anche questi saranno messi subito a disposizione delle strutture sanitarieha sottolineato Mario Nieddu – la Sardegna non è indietro. Siamo stati tra i primi ad adottare il criterio della separazione delle strutture “Covid” dagli altri ospedali. Oggi abbiamo diversi centri a disposizione a Sassari, Oristano e Olbia che consentiranno di affrontare meglio la situazione»  

Giudizio negativo da parte dell’opposizione sul metodo utilizzato nelle gestione dell’emergenza. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha rimarcato l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra Giunta e minoranza nonostante l’ampia disponibilità mostrata dai consiglieri di opposizione. «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla misure di sicurezza negli ospedali, sui percorsi avviati per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari e sui controlli nei luoghi di lavoro ha detto Francesco Agusnon abbiamo avuto risposte. Stesso discorso per le cliniche private dove, secondo numerose segnalazioni, manca il personale qualificato per la gestione delle terapie intensive».

A Francesco Agus ha replicato l’assessore della Sanità: «Non abbiamo tempo di rispondere alle interrogazioni, in questo momento ci sono altre priorità. La sicurezza negli ospedali non dipende da errori di sistema ma da situazioni particolari. Quanto al coinvolgimento delle cliniche private lo abbiamo deciso per liberare gli ospedali e consentire loro di erogare le prestazioni ordinarie».

L’assessore ha poi risposto ad alcune domande sull’impiego di personale sanitario in strutture diverse da quelle assegnate e sui contratti in scadenza di organizzazioni sindacali e medici liberi professionisti. «Gli anestesisti destinati al Policlinico di Sassari torneranno a Oristano una volta passata l’emergenza – ha detto Mario Nieddusui contratti in scadenza, invece, stiamo rispettando la legge attingendo dalle graduatorie e applicando le nuove norme sui contratti degli autonomi».

Mario Nieddu ha parlato anche della situazione delle Case di Cura e delle carceri: «La repentina diffusione del virus nelle strutture per anziani di Sassari, Porto Torres e Bitti imponeva un intervento straordinarioha rimarcato Mario Nieddu ora grazie ai medici  militari la situazione sembra essere sotto controllo. Nelle carceri non risultano invece grosse criticità, in questo caso l’argine alla diffusione del virus è più semplice: basta sospendere le visite e controllare il personale penitenziario».

L’assessore della Sanità, rispondendo a una precisa domanda del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, si è detto ottimista sull’avvio delle Unità speciali per la continuità assistenziale a cui affidare i controlli domiciliari dei malati e l’effettuazione di tamponi per la ricerca del virus: «Ci sono stati diversi incontri con i sindacatiha concluso Mario Niedducontiamo di firmare al più presto il protocollo d’intesa».

Allegate alcune foto della riunione e le interviste al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus e al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri.

 

 

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Via la Asl unica, servizi più vicini ai cittadini e meno burocrazia: partendo da questi punti fermi l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha presentato questa mattina alla commissione Sanità (presidente Domenico Gallus) il disegno di legge 112 con il quale la Giunta intende superare la legislazione vigente. Offrendo disponibilità al dialogo a tutte le parti politiche («siamo davvero aperti al contributo di tutti»), l’assessore Mario Nieddu ha detto: «Intendiamo abbandonare il modello della Asl unica, perché si è rivelato sbagliato e sostituirlo con otto aziende sanitarie territoriali più l’azienda Ares che si occuperà della committenza per le grandi gare e dei concorsi. In aggiunta, prevediamo Areus, l’azienda di rilievo nazionale Brotzu con Microcitemico e Oncologico e le due aziende universitarie ospedaliere. Leo otto aziende saranno dotate di autonomia gestionale e organizzativa e il management non sarà più costretto a occuparsi di materie amministrative che alla fine allontanano la sanità pubblica dal cittadino». La Giunta ipotizza anche una sforbiciata ai compensi dei manager.

«Li rivedremo al ribasso – ha detto l’assessore regionale della Sanità – anche in considerazione della complessità della gestione di ogni singola azienda.»

A proposito dei manager l’assessore ha annunciato che saranno istituiti gli albi: «Sappiamo che su questo aspetto c’è il rischio di impugnativa da parte del governo nazionale ma pensiamo che la Sardegna è regione autonoma e autofinanzia il suo sistema sanitario. Dunque, ha diritto di avere l’albo dei suoi manager. Peraltro, è appena iniziato il corso per i manager della sanità e noi speriamo di attingere proprio da quel corso per avere nuove competenze sarde».

Tra i 47 articoli di legge che compongono la proposta ci sono novità anche per l’accreditamento delle strutture sanitarie regionali private («le norme saranno semplificate e si procederà con l’autocertificazione») e per l’edilizia sanitaria: la Giunta intende costruire quattro ospedali «ma per ora abbiamo a disposizione soltanto 350 milioni di euro».

Al termine della presentazione ha preso la parola per il gruppo Udc l’on. Antonello Peru, che ha annunciato la presentazione di un autonomo testo di riforma. «Presto sarà disponibile»,  ha detto. Dall’opposizione sono partiti invece i primi rilievi critici al testo del disegno di legge 112. L’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha mostrato perplessità sull’opportunità di mettere mano alla sanità in un momento di assoluta emergenza come quello che stiamo vivendo. In ogni caso, il dato che si intuisce subito è che la vostra riforma porterà 48 poltrone aggiuntive rispetto a quelle attuali.

Il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus, ha avanzato «perplessità  sull’utilità di Ares, visto che sarà un’azienda sanitaria ma avrà soltanto personale amministrativo. In ogni caso sembra di capire che le aziende sanitarie continueranno a gestire gli appalti sottosoglia».

Positiva la valutazione del presidente del parlamentino: per l’on. Domenico Gallus, «intanto, inizia oggi un cammino complesso che ci porterà nei tempi adatti a riformare l’organizzazione della sanità sarda. Ci sono due proposte legislative e i commissari, che nei mesi scorsi hanno visitato i più importanti presidi sanitari dell’Isola, intendono ora sentire il parere delle parti sociali».

La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc) ha ascoltato i rappresentanti delle associazioni dei malati oncologici.
In tutti gli interventi (hanno parlato Maria Grazia Caligaris di Socialismo, diritti e riforme, Alfredo Schirru della Lilt di Cagliari, Francesca Pisu di Sinergia territoriale, Salvatore Piu di Cittadinanza attiva, Vanna Fenu del Comitato ex pazienti di Decimomannu, Giorgio Vargiu di Adiconsum e Mercedes Licheri della Lilt di Oristano) è stata sottolineata la necessità di migliorare il rapporto con le istituzioni regionali, chiamate a dare risposte, punti di riferimento e prospettive ai malati oncologici, aprendosi di più al contributo propositivo e qualificato dell’associazionismo.
Secondo i rappresentanti dei pazienti la qualità complessiva del servizio sanitario in oncologia è peggiorata, soprattutto a causa della politica degli “accorpamenti” portata avanti sia negli anni precedenti (Businco-Brotzu) che annunciata per il futuro (Policlinico universitario).
Al di là dei problemi più evidenti della chemio-terapia nel centro di riferimento regionale del Businco di Cagliari, emerge che tutta la struttura è in grande sofferenza: ritardi nella diagnostica (con liste d’attesa di 40/50 giorni) nell’utilizzo della sale operatorie (attese di 6/8 ore) e, sul piano organizzativo, nella predisposizione del registro regionale dei tumori. In definitiva, i disagi per i pazienti sono aumentati perché manca ancora una “rete oncologica territoriale” che metta al centro la specificità del paziente e della sua famiglia e garantisca alle persone, oltre alle cure, il necessario supporto psicologico.
Qualcosa si sta muovendo, hanno detto ancora le associazioni esprimendo apprezzamento per le nuove strutture del Santissima Trinità ed Is Mirrionis, ma ciò che più interessa è una nuova prospettiva dell’oncologia in Sardegna che auspichiamo sia anche il risultato di una condivisione delle scelte e degli obiettivi.
Nelle conclusioni il presidente Domenico Gallus ha affermato di «condividere molti dei contenuti che le associazioni hanno sottoposto alla commissione. Non ho mai provato grande entusiasmo per gli accorpamenti, ha affermato, e comunque li discuteremo entrando nel merito prestando la massima attenzione al paziente ed alla qualità del servizio».
«Sono convinto – ha aggiunto Domenico Gallus -, che una buona riforma debba essere fondata sul decentramento e non sui grandi ospedali, perché sul territorio si fa meglio la prevenzione, si risparmia e le risposte sono più rapide ed efficaci. Concentreremo quindi il nostro impegno, fra l’altro, proprio nella costruzione di una “rete” oncologica efficiente.
Il supporto psicologico ai pazienti oncologici è l’elemento centrale di una sanità che guarda al futuro e vuole crescere. E’ vero, ha precisato, che in questi anni l’oncologia ha fatto molti passi avanti ma non bisogna dimenticare la percezione delle persone che associano il concetto di tumore a quello di “male incurabile”, con tutto ciò che questo comporta.»
Il vice presidente Daniele Cocco si è invece soffermato sul problema delle strutture di breast unit in Sardegna ribadendo la volontà di migliorare anche con questi strumenti la qualità del servizio pubblico. Riprendendo, infine, le affermazioni del presidente Domenico Gallus ha condiviso la scelta di accompagnare le buone cure ad un supporto psicologico dei pazienti, mettendo l’accento sul fatto che il malato oncologico ha il particolare bisogno di sentire attorno a sé un “ambiente” inclusivo, positivo ed accogliente.