18 April, 2024
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Terza e ultima serata di anteprime per Narcao Blues. Dopo Robben Ford e Bill Evans, il bluesman sardo Vittorio Pitzalis e gli africani Insingizi e Baba Sissoko, in cartellone nelle due serate precedenti, il trittico di appuntamenti che fa da preludio al festival si chiude questa sera Narcao con un altro doppio concerto (sold out).

A salire per prima sul palco di piazza Europa, alle 21.30, sarà la band del chitarrista e cantante Nick Becattini, tra i nomi di spicco della scena blues nostrana. Cresciuto attraverso una lunga militanza nel gruppo Model T. Boogie di Giancarlo Crea nella seconda metà degli anni Ottanta e un’importante residenza a Chicago, tra il 1990 e il ‘93, il bluesman di Pistoia, una volta rientrato in patria, ha avviato un cammino artistico testimoniato da otto album a suo nome; il più recente, “Lifetime Blues”, lo vede in compagnia degli stessi musicisti di scena domani sera (sabato 10) a Narcao: Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso e Enrico Cecconi alla batteria.

A seguire, riflettori puntati (intorno alle 22.30) sui Morblus, la band capitanata da un altro chitarrista e cantante di primo piano nel panorama del blues “made in Italy”, il veronese Roberto Morbioli, artista capace negli anni di costruire una carriera fatta di progetti solisti, collaborazioni illustri con musicisti del calibro di Massimo Bubola, Fabio Treves, Rudy Rotta, John Mayall, Nathan East, tra gli altri, e tanti concerti tra Italia, Europa e Stati Uniti. La band di Roberto Morbioli, battezzata giusto trent’anni fa, nel 1991, giocando sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”, fonde sapientemente funky, blues, r&b e soul: accanto al leader, sul palco di Narcao, ci saranno Giulio Campagnolo alle tastiere, Stefano Dallaporta al basso e Sergio Ratti alla batteria.

Archiviate le tre serate di anteprime, il festival Narcao Blues vivrà la sua trentunesima edizione nella penultima settimana del mese (dal 21 al 25 luglio) con un cartellone che proporrà, come consuetudine, una rosa di artisti internazionali, nazionali e locali, tra i quali gli statunitensi Roosevelt Collier e Neal Black, la cantante irlandese Kaz Hawkins, la chitarrista anglo francese Laura Cox, il cantante burundese J.P. Bimeni, la Latvian Blues Band, i toscani Roberto Luti ed Elisabetta Maulo e i sardi King Howl e Don Leone.

Biglietti e abbonamenti. I biglietti interi per le serate di mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti; il biglietto per la serata di domenica 25 luglio costa 5 euro; 30 euro è invece il costo dell’abbonamento per le cinque serate. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna e attraverso il portale www.narcaoblues.it.

Come già nella passata edizione, le serate avranno i posti limitati a quattrocento persone (duecento in più rispetto al 2020). L’apertura dei cancelli avverrà alle ore 20.00, e non sarà necessario munirsi di green pass per assistere agli spettacoli, ma verrà rilevata la temperatura all’ingresso a tutti gli spettatori.

 

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Da mercoledì 26 a sabato 29 agosto ritorna il festival Narcao Blues, sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”, progetto nato con il chiaro intento di trasformare una difficoltà in opportunità, nella seppur non semplice situazione creata dal Coronavirus, per meglio far conoscere agli amanti del genere di tutta Europa, lo straordinario talento dei bluesman sardi e, allo tempo stesso, le bellezze del Sud/Ovest dell’isola.
Si esibiranno nomi di spicco della scena blues nazionale ed una nutrita rappresentanza di quella locale: attesi sul palco di piazza Europa, nella consueta formula con due set per serata, la Treves Blues Band, la Gnola Blues Band, e i sardi Francesco PiuVittorio PitzalisIrene Loche, il duo Don Leone, i King Howl ed il Bad Blues Quartet.
«Le limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria non ci hanno permesso di costruire il nostro consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali e isolani – spiega il direttore artistico Gianni Melis -. Queste limitazioni, tuttavia, diventano un’occasione per ripensare il progetto, mettendolo al servizio dei bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità.»
Sarà, dunque, una quattro giorni particolare, questa trentesima edizione di Narcao Blues, che l’associazione culturale Progetto Evoluzione, organizza con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno». Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà, infatti, ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.
 
Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).
 
Alle 23 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena Fabio Treves, “il puma di Lambrate”, con la sua Treves Blues Band con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie ed i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.
 
Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27 agosto: alle 21.30 ,riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.
 
Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce ed armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.
 
Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 agosto per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet“, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.
 
A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes e organo Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.
 
Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James”, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.
 
Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson ed i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).
 
Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.
 
Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.
 
Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

Fabio Treves

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Il blues torna protagonista nell’estate degli spettacoli in Sardegna per salutare una ricorrenza significativa per questo genere musicale nell’isola: dal 26 al 29 agosto si festeggiano infatti le trenta edizioni di Narcao Blues organizzate dall’associazione Progetto Evoluzione, che nel corso di tre decenni ha consolidato la propria immagine e notorietà in Italia (e non solo), ospitando nomi di spicco della scena internazionale di questa musica e dei suoi immediati dintorni: artisti come Michael Coleman, James Cotton, Popa Chubby, Scott Henderson, Canned Heat, Mick Taylor, Robben Ford, John Mayall, The Neville Brothers, Peter Green, Larry Carlton, Ana Popovic, The Original Blues Brothers Band, Lucky Peterson, Eric Bibb ed Otis Taylor, tra gli altri, ma senza distogliere l’attenzione dai talenti nazionali (Fabio Treves, James Senese, Roberto Ciotti) e locali (Francesco Piu, Vittorio Pitzalis, Don Leone).
In questo momento così particolare, dovuto agli effetti della pandemia Covid-19, il festival slitta dal tradizionale periodo di luglio a fine agosto, riaffermando la sua presenza a seguito delle nuove disposizioni regionali in merito ai grandi eventi.
“Sardinia Plays Blues Festival” – questo il titolo scelto per caratterizzare la trentesima edizione di Narcao Blues, proporrà un cartellone composto da artisti isolani, chiamati a esibirsi non solo nella “storica” piazza Europa, che da tre decenni ospita tutti gli appuntamenti principali, ma anche in alcuni dei siti più belli e interessanti del territorio.
«Stiamo lavorando per rimodellare il festival a seguito delle nuove disposizioni in merito allo spettacolo dal vivo emanate dalla Regione Autonoma della Sardegna –spiega il direttore artistico Gianni Melis -: a causa delle limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria, dovremo rinunciare in questa edizione al consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali ed isolani. Ma queste limitazioni ci danno l’opportunità, ripensando completamente il progetto, di lavorare per valorizzare i bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità e pubblicizzandoli attraverso azioni mirate per meglio farli conoscere insieme al nostro bellissimo territorio. L’idea è quella di farli esibire sul palco di Narcao ma anche in luoghi di particolare interesse, e di filmarli mentre suonano la loro musica; tutto questo con il doppio obiettivo di promuovere i nostri artisti e, insieme, il territorio del Sulcis con le sue peculiarità culturali, ambientali ed eno-gastronomiche, attraverso un DVD che l’associazione culturale Progetto Evoluzione si farà carico di produrre e distribuire ai maggiori festival ed alle più importanti agenzie di booking internazionali attraverso l’associazione EBU (European Blues Union) della quale ci onoriamo di far parte.»
Organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione, la trentesima edizione di Narcao Blues si prepara all’appuntamento di fine agosto con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao.

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Prende vita da venerdì 6 a sabato 14 dicembre, snodandosi tra Ortueri e Atzara (NU), Viva Mandrolisai, una nuova rassegna autunnale che coniuga la musica blues con la cultura e le tradizioni enogastronomiche della storica regione della Sardegna centrale da cui prende il nome. Un’iniziativa che si propone di fare rete tra Comuni, attività produttive, associazioni culturali e comunità locali in un’ottica di condivisione, per porre l’accento sul tema del ripopolamento culturale attraverso la musica, l’arte e le tradizioni del Mandrolisai.

La rassegna lega il suo concepimento a una riuscita serata proposta l’estate scorsa a Ortueri dalla Cantina Bingiateris in collaborazione con il festival Dromos: l’evento Lollore & Blues, che si è tenuto a Ortueri il 12 agosto, con il concerto di un’autentica icona della scena blues nazionale, Fabio Treves, Alex “Kid” Gariazzo. Il successo di quell’appuntamento ha suggerito l’opportunità di programmare un’intera rassegna dedicata al blues, associando alla musica i prodotti enogastronomici tipici della zona, per offrire una nuova esperienza conviviale e di condivisione in un territorio della Sardegna ricco di potenzialità.

Nel cartellone di Viva Mandrolisai saranno svariati gli appuntamenti musicali con alcuni tra gli artisti più rappresentativi della scena blues isolana, come Francesco Piu, Matteo Leone e Irene Loche; tanta musica ma anche cinema e degustazioni nelle quattro giornate della rassegna che vede la luce con il contributo dell’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, del Festival Festival Dromos (che ne cura anche la direzione artistica), della Cantina Bingiateris di Ortueri, della Cantina Fradiles di Atzara, con la collaborazione del Comune di Ortueri.

Viva Mandrolisai avrà inizio ufficialmente venerdì 6 dicembre a Ortueri, dove la rassegna pianta le tende fino a domenica 8 in occasione dell’evento Colores e Sabores de Atongiu, nell’ambito di Autunno in Barbagia 2019. La Sala Consiliare del Comune ospita, alle 19.00, la prima delle proiezioni in programma: al centro dello schermo “L’anima di un uomo” (2013), il documentario di Wim Wenders che esplora le carriere dei musicisti Skip James, Blind Willie Johnson e J. B. Lenoir, secondo capitolo della serie “The Blues” prodotta da Martin Scorsese. La visione sarà presentata da Carlo Mancae introdotta dalla musica dei MandroliHills.

L’indomani mattina (sabato 7 dicembre), doppio appuntamento all’insegna del piacere del palato alla Cantina Bingiateris: in programma alle 11.00 una degustazione guidata (a cura della Fondazione Italiana Sommelier) dei vini Lollóre e Thálei di varie annate; poi, alle 13.00, un assaggio di piatti tipici del territorio a cura degli chef Giovanni e Pierluigi Fais. A impreziosire l’evento, un live-set della chitarrista, cantante e compositrice Irene Loche. La partecipazione costa 30 euro a persona, ma i posti sono limitati: è perciò consigliata la prenotazione al numero 3343092937 o al 3403333691.

Alle 19.00, torna di scena il cinema con la proiezione – sempre nella Sala consiliare del Comune – del film di Darnell Martin “Cadillac Records”. La pellicola ripercorre l’ascesa e il declino della Chess Records, etichetta discografica di Chicago fondata da Leonard Chess, che tra gli anni cinquanta e sessanta portò al successo molti artisti di blues, ma anche del soul e rhythm and blues, segnando un’epoca. Anche in questa occasione la presentazione e l’introduzione musicale sono a cura di Carlo Manca.

Tiene banco la musica dal vivo nella giornata di domenica 8 dicembre a Ortueri, con cinque artisti ad avvicendarsi in angoli diversi del centro storico. Apre la serie di esibizioni, alle 11.30 in via Floris (angolo via Umberto), Irene Loche (già protagonista il giorno precedente alla Cantina Bingiateris). Dall’energia dei palchi calcati con il trio Sunsweet Blues Revenge, la donna del blues sardo si riscopre in questo progetto solista, molto più intimo, in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Replica del concerto alle 15 in via Vittorio Emanuele.

Alle 12.15, in via Dante, spazio a una delle icone del rock sardo, il cantautore e polistrumentista Alberto Sanna. La carriera dell’artista cagliaritano, che vanta al suo attivo numerosi tour in Italia e in Germania e partecipazioni a festival tra la Sardegna e il resto della penisola, è caratterizzata da un interminabile e appassionante viaggio a ritroso negli anni d’oro del blues, dell’hard rock, dello swing, fino al jive e al rock’n’roll delle origini. Anche per Alberto Sanna una replica in programma alle 16.30 in via Floris (angolo via Umberto).

Il ruvido e polveroso blues continuerà a risuonare per le strade di Ortueri con Matteo Leone, di scena in via Barone Mannu, sempre alle 12.15. Membro del rinomato duo Don Leone (vincitore dell’Italian Blues Challenge del 2017 e rappresentante dell’Italia nella finale dell’European Blues Challenge, a Hell, in Norvegia nel 2018), l’artista nativo di Carbonia, dopo un processo di ricerca volto alla scoperta e approfondimento della cultura afroamericana in tutte le sue sfaccettature, sente attualmente il bisogno di tornare alle sue origini: l’Africa (ha vissuto per un anno a Nouakchott, in Mauritania) e Calasetta, paese in cui vive e lavora.

Alla stessa ora, ma in via Floris (angolo via Umberto), il pubblico potrà apprezzare anche la proposta musicale dei Blues Water Elephant, ovvero Carlo Manca (armonica e voce) e Ricardo Trois (chitarra e voce): un duo partito dalle canzoni di Sonny Terry e Brownie Mcghee, Big Bill Broonzy, Jazz Gillum, Noah Lewis e Lousiana Red, Mississippi Fred McDowell e tanti altri. Per loro, replica alle 15.45 in piazza Sa Chedda ‘e i’ Sales.

A completare in bellezza la serie di esibizioni per le strade di Ortueri, un vero asso internazionale del genere dalle dodici battute: Francesco Piu, di scena in via Floris (angolo via Umberto) a partire dalle 17.30. Reduce dal grande successo della data zero dello scorso 19 ottobre a Milano, in cui ha presentato il suo nuovo album “Crossing”, il bluesman sassarese accompagnerà la propria voce con chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, per un viaggio tra le strade della storia del blues.

l sipario sulla tre giorni di Viva Mandrolisai a Ortueri (durante i quali si potranno degustare i vini di tutte le cantine acquistando l’apposito ticket a 10 euro presso il punto vendita in piazza Marconi) è all’insegna del cinema: alle 19.00, nella Sala consiliare del Comune si proietta il documentario di Martin Scorsese “Dal Mali al Mississippi”, primo capitolo della serie “The Blues” prodotta dal regista newyorkese. Presenterà la serata Carlo Manca, live-set di Matteo Leone.

Tutto in una giornata, e nel segno del connubio tra musica e enogastronomia, l’appuntamento di Viva Mandrolisai ad Atzara, dove la rassegna troverà l’accogliente ospitalità della Cantina Fradiles sabato 14 dicembre. In programma, alle 11.00, una degustazione guidata dei vini Fradiles, Antiogu e Istentu a cura della Fondazione Italiana Sommelier. Alle 13.00, tengono banco, invece, i piatti tipici del territorio, con il blues di Francesco Piu ad aggiungere gusto all’evento, aperto al pubblico a 30 euro a persona. Anche in questo caso i posti sono limitati, per cui è consigliata la prenotazione telefonando al 3331761683.

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Il blues di Francesco Piu e del suo Trio e il jazz in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee del Piero Bittolo Bon Quintet saranno i protagonisti della giornata di apertura a Castelsardo della diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival. Appuntamento giovedì 22 agosto per il primo di quattro giorni che, fino a domenica 25, vedranno in cartellone nello splendido scenario della rocca dei Doria ben tredici concerti con nomi di rilevo della musica e del jazz mondiale, insieme a laboratori e reading che arricchiranno il programma proposto dall’associazione Jana Project e con la direzione artistica del musicista Enzo Favata.

Dopo la lunga esperienza a Santa Teresa Gallura, il Festival riparte dunque da Castelsardo per una rassegna che anche quest’anno si caratterizzerà per l’apertura ad altri generi musicali e artistici, come la musica elettronica, le espressioni più alte della tradizione popolare della Sardegna, il graphic design, la fotografia e l’arte digitale, senza dimenticare i concerti all’alba e al tramonto, da sempre caratteristica di Musica sulle Bocche.

Il Festival ospita inoltre il progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe, che prevede la permanenza a Castelsardo di trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna, impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session per tutta la durata del soggiorno, insieme ai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project.

Il via alla diciannovesima edizione del Festival Musica sulle Bocche sarà dato giovedì 22 agosto. A partire dalle 11.00, presso l’InfoPoint di Piazza Nuova (che sarà il quartier generale del Festival) saranno presentate tutte le attività in cartellone.

Ad inaugurare il programma delle attività e dei laboratori sarà il vibrafonista e percussionista Pasquale Mirra che, alle 12.00, coinvolgerà i bambini dai cinque anni e i loro genitori nel libero laboratorio musicale “Tutto è suono” (l’iscrizione è gratuita). Il primo appuntamento sarà presso la Sala XI per una avventura che proseguirà per tutti i giorni del Festival e che porterà alla scoperta di tutti i suoni che ci circondano per farne scaturire ritmi e melodie e divertirsi tutti insieme.

Ad aprire la serie dei concerti sarà invece alle 19.00 il Francesco Piu Trio, con una esibizione al tramonto al Parco Lu Grannaddu (ingresso libero). Accompagnato da Gianfranco Marongiu alle percussioni e Paolo Succu alla batteria, il cantante e chitarrista isolano proporrà una miscela esplosiva di blues, funky, rock e soul. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, partendo da Osilo questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama italiano ed internazionale e ha avuto ha avuto l’onore di aprire concerti per grandi artisti quali John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan e di calcare il palco con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Eric Bibb, Roy Rogers, Eugenio Finardi, Fabio Treves e molti altri. Il suo ultimo album “Peace & Groove”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi, è stato subito inserito dalle riviste specializzate tra i migliori dischi dell’anno e rappresenta un’ulteriore svolta di Francesco Piu verso sonorità più soul e rhythm’n’blues.

La serata di giovedì 22 proseguirà con il concerto del Piero Bittolo Bon Quintet. Alle 21.30 nella Terrazza Sala XI, l’estroso e visionario polistrumentista presenterà il suo progetto originale “Bread & Fox”, in cui le idee dell’artista veneziano si sintetizzano in un combo in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee. Alternando composizioni originali di Bittolo Bon a riletture di pagine di alcuni grandi compositori quali Arthur Blythe, Ornette Coleman ed Henry Threadgill, il quintetto, forte di un approccio all’interplay rigoroso quanto personale, alterna scrittura ed improvvisazione, in un concerto realizzato in collaborazione in collaborazione con I-Jazz – progetto Nuova Generazione Jazz 2019.

Insieme a Bittolo Bon (al sax alto e clarinetto basso) ci saranno Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Grillini alla batteria ed Alfonso Santimone al pianoforte. Quest’ultimo è, insieme al leader, impegnato da anni all’interno del collettivo El Gallo Rojo. Santimone e Bittolo Bon hanno inoltre partecipato come docenti e coadiutori di Tim Berne al Progetto Didattico Massimo Mutti e presenteranno per l’occasione anche il lavoro svolto con gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

La lunga notte musicale di Castelsardo proseguirà poi, dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night. Jam e dj set animeranno l’appuntamento che si ripeterà per le serate del festival, in cui non mancheranno le sorprese per il pubblico (l’ingresso è libero).

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Tredici concerti in quattro giorni con nomi di rilievo della musica e del jazz mondiale nell’incantevole scenario della rocca medievale di Castelsardo, insieme a laboratori e reading che arricchiranno un cartellone proposto dall’associazione Jana Project e con la direzione artistica del musicista Enzo Favata. Dal 22 al 25 agosto appuntamento con la diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival, in programma nella splendida cornice di Castelsardo, uno dei luoghi più caratteristici e ricchi di storia della Sardegna. I concerti saranno collocati all’interno del borgo storico dei Doria, nelle terrazze e nei giardini che si affacciano sul mare e che si aprono verso l’Asinara da una parte e la Corsica dall’altra, mentre anche per questa edizione i concerti all’alba e al tramonto costituiranno dei momenti di particolare intensità e richiamo.

Dopo la lunga esperienza a Santa Teresa Gallura, il Festival riparte così da un altro incantevole scenario del nord Sardegna dove la rassegna jazz si caratterizzerà anche quest’anno per l’apertura ad altri generi musicali e artistici, come la musica elettronica, le espressioni più alte della tradizione popolare della Sardegna.

Protagonisti a Castelsardo saranno il quartetto di Antonio Faraò insieme al grande sassofonista statunitense Dave Liebman, la pianista islandese Sunna Gunnlaugs, il jazz flamenco dello spagnolo Antonio Lizana, i brasiliani del 3G Trio, il pianista finlandese Sid Hille, il virtuoso del clarinetto basso Sauro Berti, la contrabbassista Rosa Brunello y Los Fermentos, Piero Bittolo Bon Quintet, il bluesman Francesco Piu, il clarinettista Marco Colonna, il Crossing Quartet guidato da Enzo Favata, il vibrafonista Pasquale Mirra, la musica elettronica con Saffronkeira ed il Coro a cuncordu di Castelsardo.

Il Festival ospita inoltre il progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe, che prevede la permanenza per dieci giorni, dal 20 al 30 agosto, di trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna, insieme ai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project. Per tutta la durata del soggiorno i giovani saranno impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session.

Musica sulle Bocche è uno degli eventi culturali di maggior rilievo in Sardegna, sia per la caratura degli artisti ospiti, sia per quella particolare formula di simbiosi tra musica e paesaggio che ne ha decretato il successo fin dalle primissime edizioni, con i celebri concerti all’alba e al tramonto nell’ambiente naturale. Anche per questo da diversi anni Musica sulle Bocche si colloca tra i festival jazz più amati dal pubblico nei sondaggi nazionali.

Biglietti e abbonamenti sono disponibili nei luoghi dei concerti e presso libreria Mondadori a Castelsardo, oltre che nell’InfoPoint allestito in Piazza Nuova (ore 18.00-23.00). È possibile inoltre prenotare i biglietti al numero dell’infoline 344 0699882. Per eventuali variazioni e tutti gli aggiornamenti si consiglia si consultare il sito internet e la pagina Facebook del Festival. Oltre a formule di ingresso ed abbonamento a costi molto contenuti (tutte le informazioni sul sito del Festival), quest’anno Musica sulle Bocche propone anche la formula abbonamento-sostenitore a 60 euro per tutti gli spettacoli, posti riservati nelle prime file e la carta MsBCard. La carta sconti può essere utilizzata per acquisti negli esercizi commerciali convenzionati durante il periodo dal 20 al 30 agosto a Castelsardo.

Il Festival Musica sulle Bocche è supportato da Unione Europea, Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Sport e Spettacolo e Assessorato al Turismo), Comune di Castelsardo e Fondazione di Sardegna. Il festival (il cui marchio “Musica sulle Bocche” è depositato dall’associazione Jana Project), inoltre fa parte dell’European Jazz Network, della rete italiana I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, e da quest’anno è membro dell’ATS “Isola del Jazz” con i festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, “Calagonone Jazz Festival” e “Time in Jazz”.

Il programma

Il via alla diciannovesima edizione del Festival Musica sulle Bocche sarà dato giovedì 22 agosto. A partire dalle 11.00, presso l’InfoPoint di Piazza Nuova (che sarà il quartier generale del Festival) saranno presentate tutte le attività in cartellone.

Ad inaugurare il programma delle attività e dei laboratori sarà il vibrafonista e percussionista Pasquale Mirra, che alle 12.00 coinvolgerà i bambini dai cinque anni e i loro genitori nel libero laboratorio musicale “Tutto è suono” (l’iscrizione è gratuita). Il primo appuntamento sarà presso la Sala XI per una avventura che proseguirà per tutti i giorni del Festival e che porterà alla scoperta di tutti i suoni che ci circondano per farne scaturire ritmi e melodie e divertirsi tutti insieme.

Ad aprire la serie dei concerti sarà invece alle 19 il Francesco Piu Trio, con una esibizione al tramonto al Parco Lu Grannaddu (ingresso libero). Accompagnato da Gianfranco Marongiu alle percussioni e Paolo Succu alla batteria, il cantante e chitarrista isolano proporrà una miscela esplosiva di blues, funky, rock e soul. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, partendo da Osilo questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama italiano ed internazionale e ha avuto ha avuto l’onore di aprire concerti per grandi artisti quali John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan e di calcare il palco con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Eric Bibb, Roy Rogers, Eugenio Finardi, Fabio Treves e molti altri. Il suo ultimo album “Peace & Groove”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi, è stato subito inserito dalle riviste specializzate tra i migliori dischi dell’anno e rappresenta un ulteriore svolta di Piu verso sonorità più soul e rhythm’n’blues.

La serata di giovedì 22 proseguirà con il concerto del Piero Bittolo Bon Quintet. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, l’estroso e visionario polistrumentista presenterà il suo progetto originale “Bread & Fox”, in cui le idee dell’artista veneziano si sintetizzano in un combo in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee. Alternando composizioni originali di Bittolo Bon a riletture di pagine di alcuni grandi compositori quali Arthur Blythe, Ornette Coleman ed Henry Threadgill, il quintetto, forte di un approccio all’interplay rigoroso quanto personale, alterna scrittura ed improvvisazione, in un concerto realizzato in collaborazione in collaborazione con I-Jazz – progetto Nuova Generazione Jazz 2019.

Insieme a Bittolo Bon (al sax alto e clarinetto basso) ci saranno Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Grillini alla batteria e Alfonso Santimone al pianoforte. Quest’ultimo è, insieme al leader, impegnato da anni all’interno del collettivo El Gallo Rojo. Santimone e Bittolo Bon hanno inoltre partecipato come docenti e coadiutori di Tim Berne al Progetto Didattico Massimo Mutti e presenteranno per l’occasione anche il lavoro svolto con gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

La lunga notte musicale di Castelsardo proseguirà poi dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night. Jam e dj set animeranno l’appuntamento che si ripeterà per le serate del festival, in cui non mancheranno le sorprese per il pubblico (l’ingresso è libero).

Il programma di venerdì 23 agosto si aprirà alle 11.30, presso la Sala XI con la musica di Sauro Berti. Clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, il musicista vanta collaborazioni con le più importanti orchestre italiane, è apprezzato all’estero e ha suonato con artisti di fama internazionale come George Prêtre, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Vero virtuoso dello strumento, Berti ha inoltre partecipato come solista al ClarinetFest 2008 di Tokyo e agli ultimi sei ClarinetFest svoltisi a Porto, Austin, Los Angeles, Lincoln ed Assisi. Nutrita anche la produzione in studio, tra cui spiccano i cd “Suggestions” (Edipan) e “Solo Non Solo” (Parma Records).

Alle 19 protagonista in Piazza della Misericordia l’Antonio Lizana Trio. Cantante flamenco e sassofonista allo stesso tempo, capace di interpretare entrambi i ruoli con una grazia e una coerenza che lo rendono inimitabile, Lizana sarà accompagnato da José Manuel León alla chitarra flamenca ed Adrián Trujillo alle percussioni. Nella sua performance l’artista ripercorrerà il viaggio dei suoi tre album “De Viento”, “Quimeras del Mar” ed “Oriente”. La sua musica attraversa il mondo intero, mescolandosi in maniera omogenea a flamenco e jazz, ricca della sua caratteristica sonorità, in una formazione che arricchisce la potenza espressiva dei singoli musicisti.

Non solo concerti ma anche momenti di riflessione sulla musica e su come opere e artisti hanno influenzato la società della loro epoca. “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” è il tema dell’incontro con Franco Bergoglio, autore del libro “I giorni della musica e delle rose” (Stampa Alternativa 2018). Sarà una conversazione che si arricchirà di ascolti guidati in cui Bergoglio parlerà delle musiche degli anni ’68 e ’69 e racconterà un pezzo della nostra storia attraverso quel potentissimo cocktail di rock, blues, prog, avanguardia, jazz, soul e funk che ha cambiato per sempre il nostro universo sonoro e non solo. Appuntamento alle 20.00, presso Piazza della Misericordia. dopo il concerto di Antonio Lizana.

Due stelle del firmamento jazz internazionale per una serata imperdibile. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI il festival Musica sulle Bocche ha l’onore di accogliere lo straordinario pianista italiano Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il sassofonista statunitense Dave Liebman, uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock. Sarà una serata dove Faraò e Liebman (affiancati da Ameen Saleem al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria), si avventureranno in una esplorazione senza limiti tra di nuovi brani originali e alcuni standard.

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Non a caso nel 2015 e nel 2018 è stato invitato a Parigi e a San Pietroburgo all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Branford Marsalis, Kurt Elling e molti altri artisti della scena jazz mondiale.

La carriera di David Liebman ha attraversato quasi cinquant’anni, all’inizio degli anni settanta come sassofonista / flautista dei gruppi di Elvin Jones e Miles Davis, continuando da allora come band leader. Ha suonato in oltre cinquecento registrazioni con quasi duecento sotto la sua guida e co-leadership. Le sue band nel corso degli anni hanno incluso musicisti famosi come John Scofield, Richie Beirach, Bob Moses, Billy Hart ed altri. Attualmente insegna alla Manhattan School of Music ed è un docente ospite al Berklee College of Music. Nell’insegnamento jazz è un rinomato docente e autore di numerosi libri di riferimento, mentre l’autobiografia “What Is Is – La vita di un artista jazz” è uno sguardo affascinante sulla sua carriera.

La grande notte della musica a Castelsardo proseguirà dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night (ingresso libero). Un appuntamento che sarà animato dalle jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto Jain.

I concerti all’alba sono da sempre uno dei tratti distintivi del festival Musica sulle Bocche. Anche a Castelsardo l’appuntamento verrà rispettato con una esibizione che renderà omaggio alle grande ricchezza delle tradizioni locali. Sabato 24 agosto, alle 6.00 del mattino, con partenza dal sagrato della Cattedrale, il Coro a cuncordu di Castelsardo percorrerà alcuni dei luoghi più suggestivi del borgo storico dei Doria, tra canti sacri e profani.

La tradizione del canto a cuncordu, polifonia di quattro voci maschili con repertorio quasi esclusivamente religioso, è rappresentato in diversi paesi della Sardegna, soprattutto, durante i riti della Settimana Santa. Il Cuncordu di Castelsardo è uno dei cori che mantiene viva questa tradizione tramandata attraverso i secoli. Il direttore e curatore del Cuncordu è Giovanni Pinna, con una lunga carriera costellata di concerti in giro per il mondo e dedicata alla conservazione di questo prezioso patrimonio immateriale della Sardegna. Il gruppo ha avuto negli anni vari avvicendamenti ed oggi, oltre a quella di Giovanni Pinna (contra), si avvale delle voci di Pietro Sanna (basso), Nicola Sini (voce), Gianni Pinna (voce), Mariano Sini (falsetto) e Piergiuseppe Pinna (falsetto).

Al termine del concerto il festival riserva uno speciale omaggio a Pietro Sassu, etnomusicologo e compositore sassarese, scomparso nel 2001 che quest’anno avrebbe compiuto ottant’anni. Grazie alla partecipazione del figlio Simone Sassu, anch’egli musicista e curatore dell’archivio, verrà ripercorsa l’intensa attività dello studioso, insegnante e ideatore di eventi legati alla musica nelle più svariate forme, dalla musica colta a quella popolare. Alla fine degli anni Cinquanta, mentre già suonava nelle orchestre più importanti (in particolare in quella della Rai di Roma), Pietro Sassu inaugurò, infatti, a Sassari la sua pionieristica attività di etnomusicologo. Il database (consultabile on line all’indirizzo https://hymnos-fondosassu.com/) contiene oggi materiali riguardanti le ricerche che lo studioso ha svolto in Sardegna a partire dall’inizio degli anni sessanta del Novecento, un tesoro di inestimabile valore che PietroSassu ha lasciato alle generazioni future. L’appuntamento si terrà nella Sala XI, al termine del percorso dei cantori.

La ricerca del suono avviene in solitudine, pensando, creando e liberandosi delle maschere con cui ci si avvicina agli altri. Erodendo i limiti tecnici e fisici sui propri strumenti di comunicazione si ottiene il silenzio, condizione privilegiata in cui agire nel suono. È da questo assunto che parte la ricerca di Marco Colonna, protagonista alle 11.30 nella Sala XI del castello dei Doria del concerto “Metamorphosis of the moment”. Sax alto, clarinetto basso e clarinetto piccolo sono gli strumenti che il musicista utilizzerà in una performance che spazierà dalla musica etnica a quella contemporanea, passando per il jazzcore e l’improvvisazione.

Il ricchissimo programma serale della terza giornata del festival si aprirà alle 19.00, in Piazza della Misericordia, con il concerto al tramonto del Trio 3G. Tre musicisti, tre strumenti, tre carriere indipendenti, la stessa famiglia. Figli dei più grandi nomi della scena musicale brasiliana, Adriana Godoy (voce), Tico d’Godoy (sassofono) e Frederico Godoy (pianoforte) sono tre cugini che combinano la passione per la musica in un lavoro originale, con una formazione insolita al servizio della musica brasiliana e nella quale si distinguono per gli arrangiamenti moderni, gli “swingados” e le interpretazioni uniche. Se Adriana Godoy  mostra tutta la sua versatilità e la forza vocale della sua carriera ventennale da cantante, Tico da ormai due decenni porta il suo eclettismo musicale, che lo ha plasmato come sassofonista, in svariate collaborazioni con band di rilievo come Trincheira MPBJazz e GroofBoogaloo, mentre Frederico dal 1995 scrive la sua storia di pianista dove, oltre al suo lavoro come compositore ed arrangiatore, accompagna l’Orchestra Sinfonica di Arte Viva.

Cosa accadde alla fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta? Qualcosa che sconvolse il modo di ascoltare e raccontare la musica. Nacquero infatti le radio “libere”, piccole emittenti che portarono una ventata di novità nel panorama musicale nazionale. E con le radio nacque la voglia di narrare una storia diversa, esattamente quella che racconterà Giampaolo Cassitta nel reading “La musica che girava intorno”. Appuntamento alle 2.00, presso Piazza della Misericordia. Un viaggio lungo un’ora, per ricordare quello che siamo stati, quello che potevamo diventare e quello che siamo rimasti. Da “Lugano addio” di Ivan Graziani, passando per De Gregori, Fossati, De André, Dalla, gli Area, la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Guccini e le parole di Umberto Eco, Roland Barthes, Oriana Fallaci, Stephen King, Amado, ed i colori di Matisse, Picasso e Gaudì. Tutto questo ben miscelato da un dj d’eccezione. Autore di numerosi saggi, racconti e romanzi, Giampaolo Cassitta ha pubblicato nel 2017 il romanzo “Dolci, sante e marescialli”, ironico e brillante affresco della provincia italiana degli anni cinquanta.

Donna e leader, musicista e frontwoman. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, riflettori puntati su Rosa Brunello y Los Fermentos per un concerto dal sapore ipnotico. Così, infatti, descrivono la propria musica gli stessi protagonisti: «Particelle della materia che sotto l’azione del fermento si muovono violentemente, lottando per ricomporsi con un nuovo ordine, in un ciclo senza fine. Una metafora chimica per una musica alchemica, organica e in continuo divenire». Affiancata da Michele Polga al sax tenore, Frank Martino alla chitarra elettrica e live electronics e Luca Colussi alla batteria, Rosa Brunello, giovane realtà della scena jazz nazionale, si inserisce con grande ricchezza di idee nel prezioso filone dei contrabbassisti-leader che sanno mettersi al servizio della musica, dando un supporto ritmico e nel contempo offrendo una cornice contrappuntistica. Los Fermentos permettono alla musica di dipanarsi con agilità e libertà, mettendo in luce una salda interazione tra i componenti, stimolata e favorita dal lavoro della stessa leader.

La terza giornata del Festival si chiuderà all’insegna della musica elettronica. Dalle 23.00, nella Terrazza del castello dei Doria, Saffronkeira presenta il suo ultimo album “Automatism”. È il quinto lavoro dell’artista sardo (all’anagrafe Eugenio Caria), pubblicato dalla prestigiosa etichetta Donovali Records e che giunge a distanza di quattro anni dalla pubblicazione di “Synecdoche” e di sette anni dal monumentale “A New Life”. Nel suo lavoro Saffronkeira affronta ancora una volta il tema della mente e delle relazioni che la legano ai comportamenti inconsci. Automatism diviene così il terreno di indagine musicale di quei meccanismi della mente in cui una piccola deviazione dall’ordinario origina un momento creativo.

Il concerto all’alba è uno dei momenti più attesi del festival Musica sulle Bocche. Quest’anno ad ospitare il tradizionale appuntamento sarà il prato sotto la Cattedrale di Castelsardo (Piazza Spalti Manganella), che si affaccia verso il mare da cui sorgerà il sole. A partire dalle 6 di domenica 25 agosto protagonista dell’evento sarà la pianista islandese Sunna Gunnlaugs (ingresso libero). La sua musica si adatta perfettamente al contesto, esattamente come durante le composizioni. L’artista travolge infatti l’ascoltatore con il suo senso melodico, indugiando invece nei momenti di tranquillità: tensione e liberazione fanno parte della sua essenza. Il suono durante le sue esibizioni in solo tende talvolta ad immergersi negli standard del jazz americano e occasionalmente sul melodico pop ma, in qualsiasi forma si manifesti, sa intrecciarsi perfettamente nel tessuto musicale di Sunna, perché la musicista islandese ha appreso che la connessione diretta tra l’artista, lo strumento e il pubblico durante un assolo è diversa da ogni altra esperienza un musicista possa avere sul palco.

La mattinata proseguirà con la presentazione del progetto Jain – Jazz and Interculturalism che coinvolge trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna. Dopo la prima tappa in Serbia, nella citta di Nis, in occasione del Nisville Festival dal 3 al 13 agosto, i giovani saranno a Castelsardo dal 20 agosto in occasione del Festival e ci resteranno fino al 30 per delle giornate di prova e performance collettiva. Nella mattinata di sabato i ragazzi presenteranno il loro lavoro al pubblico a partire dalle 11.30, nella Sala XI presso il castello dei Doria.

L’ultima serata di Musica sulle Bocche sarà all’insegna delle sorprese e delle contaminazioni musicali. Al tramonto a partire dalle 19 in Piazza della Misericordia spazio al pianista finlandese Sid Hille con il suo F# Trio, completato da Jori Huhtala al contrabbasso e Markus Ketola alla batteria. Il progetto ha inizio nel 2016, dove fa il suo esordio al leggendario Pori Jazz Festival. F# è essenzialmente un trio di pianoforte, ma con alcuni colpi di scena: Hille suona il Fender Rhodes invece del tradizionale pianoforte acustico, utilizzando una vasta gamma di effetti, suoni, espressioni e loop. Anche Huhtala modifica con l’elettronica il suono del suo basso acustico e Ketola manipola loop e campioni dei suoi live, creando così paesaggi sonori completi e spontanei. L’approccio un po’ anarchico nelle loro esibizioni ha suscitato molto interesse tra il pubblico e la critica. Durante il tour di successo F# hanno inciso lo scorso anno il loro primo album, “The wannsee punk”, completamente improvvisato.

A chiudere il programma dei concerti della diciannovesima edizione del festival Musica sulle Bocche sarà Enzo Favata con il suo Crossing Quartet. Il musicista algherese (al sax soprano e clarinetto basso) salirà sul palco della Terrazza Sala XI, alle 21.30, accompagnato da Pasquale Mirra al vibrafono, Rosa Brunello al basso elettrico e UT Gandhi alla batteria. La band ha avuto un grande successo nella sua recente tournée in Giappone, dove è stata definita dalla stampa come capace di “una musica visionaria in cui il sapore selvatico del Mediterraneo si lega ai ritmi ipnotici dell’Etiopia e le atmosfere balinesi, dando vita ad una poesia dalla potenza sonora unica”. Entrare in contatto con l’Enzo Favata Crossing Quartet significa immergersi in un caleidoscopio di suoni e stili musicali dalle molteplici forme. Un vortice, tra minimalismo, space rock, jazz contemporaneo, musica elettronica e world jazz, combinati dal suono originale del sax soprano, la forza stilistica di uno dei più grandi vibrafonisti europei come Pasquale Mirra ed il sapore rock del basso e batteria.

Un grande concerto che precederà l’ultimo appuntamento dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario, e con ingresso libero con il Jazz Club Night, jam e dj set per chiudere in musica la diciannovesima edizione del festival.

Chiuso il cartellone musicale, Musica sulle Bocche proporrà altri tre appuntamenti, a completamento di un programma ricco di eventi collaterali nel segno della multidisciplinarietà artistica. Lunedì 26 agosto, alle 18, andrà in scena l’esito finale del laboratorio teatrale “Orizzonte Unico Confine”, tenuto nei giorni del festival da Vittoria Nicoli – Regia Peregrina, frutto del terzo anno di collaborazione tra Musica sulle Bocche e la compagnia Teatri Peregrini e il suo Noborders Performance Art Festival di Santa Teresa Gallura. Orizzonte Unico Confine è un gruppo aperto, creato da officine peregrine teatro e composto da attori professionisti e improvvisati, da migranti, indigeni e turisti che si pone in viaggio verso un orizzonte di storie. Il laboratorio è un evento dedicato per Musica sulle Bocche con lo scopo di creare intersezioni narrative tra musicisti, abitanti, turisti e luoghi pulsanti di Castelsardo nelle giornate imperdibili del festival. La performance sarà il primo step del viaggio che il gruppo porta avanti da metà luglio e che vedrà la sua conclusione con lo spettacolo finale di dicembre su migrazione e radici.

Due incontri chiuderanno invece il progetto europeo Jain – Jazz and Interculturalism. Il primo, in programma martedì 27 agosto alle 11, sarà incentrato sul tema “Audience Development – I festival jazz e il loro pubblico”, e a cui parteciperanno le associazioni Jana Project, la serba Nisville Foundation e l’albanese Syri Blu. Nel corso dell’iniziativa si cercherà di capire come la musica jazz possa diventare uno strumento socialmente inclusivo tra i giovani e nelle comunità multietniche, e come le organizzazioni culturali possono lavorare per aumentare la consapevolezza e supportare i cittadini nell’uso della musica quale strumento per costruire comunità culturalmente diverse e socialmente inclusive.

Il secondo incontro, in programma giovedì 29 agosto e dal tema “Jazz e comunità multiculturali” sarà un dibattito aperto a cui saranno chiamati ad intervenire amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni, operatori culturali, dell’informazione e della scuole, con l’obiettivo di confrontarsi sull’uso della cultura per diffondere tolleranza, diversità culturale e dialogo interculturale tra giovani di diverse comunità etniche. (Luogo e orario saranno resi noti nei prossimi giorni).

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Si divide tra Nureci e Tharros la giornata di martedì 13 agosto al festival Dromos: nel piccolo borgo in provincia di Oristano entra nel vivo la dodicesima edizione di Mamma Blues, costola del festival dedicata al genere di matrice afroamericana; nell’area archeologica in territorio di Cabras va invece in scena un nuovo appuntamento della rassegna teatrale “Parole alla Luna”, con lo spettacolo “Era l’allodola?” (ingresso a 3,50 euro), un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo, dell’illogicità, dei paradossi della società contemporanea. Sul palco Daniele Monachella (che cura anche la regia) e Carlo Valle con la produzione di Mab Teatro.

Da domani (martedì 13) e fino a Ferragosto, dunque, Mamma Blues, il “festival nel festival” che omaggia la musica del diavolo propone un cartellone popolato da artisti di assoluto calibro internazionale, con la consueta attenzione verso la scena nazionale e regionale. La tre giorni di Nureci chiude idealmente la ventunesima edizione di Dromos, che vivrà però una coda finale a Bauladu, il 31 agosto, in collaborazione con il Du – Bauladu Music Festival, con una tappa sarda (alle 21.30, ingresso a 25 euro più diritti di prevendita), del “Piano solo tour – Summer 2019” del pianista Giovanni Allevi.

Ognuna delle tre serate di Mamma Blues verrà aperta alle 22 da un artista della scena isolana, che lascerà poi il palco (alle 23.00) a un protagonista della scena internazionale. Ma la musica continuerà a risuonare anche più tardi, nel suggestivo borgo in provincia di Oristano (popolato dalle caratteristiche radioline che diffondono il blues per le sue vie), con gli appuntamenti dopofestival ai Giardini del Sottomonte.

Ad inaugurare la dodicesima edizione di Mamma Blues (martedì 13) sarà il progetto La Città di Notte, band di recente formazione, capitanata dal cantante Diego Pani, che ripercorre le strade del blues, dello swing e del cool jazz con la precisa volontà di utilizzare la lingua italiana per popolare le proprie liriche, con una particolare attenzione verso i pionieri dello swing nostrano degli anni cinquanta. Ad affiancare il suo leader, ci saranno Andrea Schirru al pianoforte, Edoardo Meledina al contrabbasso e Frank Stara alla batteria.

Un’ora dopo (alle 23.00) ad infiammare il palcoscenico dell’Arena Mamma Blues ci penserà la Treves Blues Band, formazione capitanata e fondata da quella che è una vera e propria pietra miliare del blues italiano, l’armonicista Fabio Treves, a Nureci con il tour “70 in blues” con cui celebra le sue settanta primavere. Conosciuto come “Il puma di Lambrate”, Fabio Treves ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza, studio e passione sulla lunga e polverosa strada della “musica del diavolo”: un cammino intrapreso nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Nella sua luminosa carriera, il bluesman lombardo ha condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, e vanta collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones. A Nureci sarà affiancato da Alex “Kid” Gariazzo (chitarre e voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni), storici musicisti con i quali proprio quest’anno celebra le sue settanta primavere.

Mercoledì 14 agosto ancora un doppio set che si annuncia esplosivo. Apre alle 22 il bluesman sassarese Francesco Piu, per l’occasione in veste di One Man Band. Alle 23, tiene banco J.P. Bimeni, cantante nativo del Burundi ma rifugiato a Londra diciotto anni, che col suo album di debutto, Free Me, sorprende con una voce che ricorda quel soul del primo Otis Redding, in cui risuona l’anima dell’Africa.

L’ultima serata di Mamma Blues, giovedì 15 agosto, si aprirà (alle 22) con il quartetto della cantante, chitarrista e compositrice Irene Loche, progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e in cui accordature aperte e ritmi lontani la fanno da protagonisti. Alle 23 chiusura in bellezza con i Kokoroko, giovane band londinese di otto elementi guidati dalla trombettista Sheila Maurice-Grey, che si caratterizza per le coinvolgenti composizioni ispirate a maestri come Fela Kuti, Ebo Taylor e Tony Allen ed alle sonorità provenienti dall’Africa Occidentale.

Spenti amplificatori e riflettori sul palco dell’arena, la musica del diavolo proseguirà ogni sera (ingresso gratuito) a partire dalla mezzanotte nei Giardini del Sottomonte, con The Wheelers (martedì 13), Bob Forte Blues & Erik Weissglas Band (mercoledì 14) e Viper Riders Blues Band (giovedì 15).

La collaborazione tra il festival e la Music Academy di Isili (che ha registrato l’esibizione dei suoi allievi nell’anteprima del Mamma Blues, il giorno precedente, con il concerto “The two faces of Woodstock”) vedrà dal 13 al 15 agosto a Nureci il consueto laboratorio intitolato “Piccoli bluesman, crescono”: bambini e ragazzi accompagnati dai docenti della Music Academy di Isili si immergeranno nel fantastico mondo della musica, aspettando il tanto atteso incontro con gli artisti.

Dal 13 al 15 agosto, inoltre, alle 18.00 e alle 20.00, nei locali del Monte Granatico, ci sarà la proiezione del film “Funtaneris. Sulle strade dell’acqua”, con la regia di Massimo Gasole.

I biglietti e gli abbonamenti per Mamma Blues si possono acquistare al botteghino e online nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070 657428). Riduzioni del 30 per cento sono previste per gli over 65 anni e i giovani sotto i 18. I bambini sotto i 4 anni non pagano. Convenzioni Carta del Docente e 18app. I biglietti per la rassegna “Paole alla Luna” saranno acquistabili al botteghino allestito presso l’area archeologica di Tharros.

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Si snoda su tre fronti la prossima giornata del ventunesimo festival Dromos, che prosegue il suo viaggio quotidiano tra Oristano e altri centri e località della sua provincia.

Domani, lunedì 12 agosto, la rassegna “sconfina” per la prima volta in provincia di Nuoro, con un evento che fa da preludio alla sua “coda finale”, ovvero la dodicesima edizione di Mamma Blues in programma da martedì 13 a giovedì 15 a Nureci. L’appuntamento è per le 21 a Ortueri (evento in collaborazione con Mamma Blues), dove presso la Cantina Bingiateris (sponsor della serata), salirà in cattedra il duo del cantante e armonicista Fabio Treves, padre della “musica del diavolo” in Italia e inventore del “blues delle masse”. Il “puma di Lambrate” (questo è il suo soprannome), sarà affiancato dal chitarrista Alex “Kid” Gariazzo, musicista che lo accompagna da oramai venticinque anni nella Treves Blues Band (attesa poi sul palcoscenico di Mamma Blues a Nureci nella serata di martedì 13). Lollore & Blues è il titolo dell’esclusivo evento (biglietti esauriti) realizzato in collaborazione con l’associazione Viva Mandrolisai, che prende il nome dal tipico vino prodotto dalla cantina. Al termine del concerto, la musica continua con uno dei dj set di De Li Soul.

Mezzora più tardi – alle 21.30 – nel giardino del Museo Archeologico di San Vero Milis (ingresso libero), Dromos celebra la sua “Casta Diva”, musa ispiratrice di questa edizione del festival nel cinquantenario dal primo sbarco dell’uomo sulla Luna, con la proiezione del film di fantascienza “Moon” (2009), del regista Duncan Jones (ingresso libero), in sostituzione del previsto “Il diritto di contare”.

Alle 22.00, a Nureci, infine, come consuetudine, a riscaldare il palcoscenico dell’Arena Mamma Blues, facendo da anteprima all’imminente edizione del “festival nel festival”, saranno i giovani musicisti della Music Academy di Isili, impegnati nel concerto dal titolo “The two faces of Woodstock” (ingresso libero), che omaggia i cinquant’anni dal festival di Bethel, svoltosi nell’agosto 1969 al culmine della diffusione della cultura hippie.

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La Luna di Dromos splende ancora nel cielo del Barigadu, illuminando il cammino della ventunesima edizione del festival che, come consuetudine, fino a Ferragosto propone i suoi appuntamenti tra Oristano e altri centri e località della sua provincia.
Protagonista della serata odierna, a Ula Tirso, sarà Carmen Souza, una delle voci più interessanti della nuova scena world music internazionale, in concerto alle 22.00, in piazza IV Novembre, con ingresso gratuito. La cantante portoghese approda al festival alla testa dei Silver Messengers, ovvero Gordon Deschanel al pianoforte, Theo Pascal al basso e al contrabbasso ed Elias Kacomanolis alla batteria, con l’obiettivo di onorare – come suggerisce il nome della formazione – il repertorio del grande pianista e compositore statunitense Horace Silver, uno dei pilastri dell’hard bop, che nel corso della sua carriera ha “venato” le sue composizioni di numerose influenze tra gospel, musica africana e latinoamericana.
Anche Carmen Souza, come altri protagonisti di questa edizione (Alfa Mist, Kokoroko e Nubya Garcia), arriva da Londra (dove risiede stabilmente) e si caratterizza per il suo personalissimo stile, capace di condensare le influenze della tradizione di Capo Verde con elementi del jazz, spaziando sapientemente tra differenti generi musicali, come la morna, il batuke e il soul. Il punto di partenza delle sue esplorazioni musicali sono sempre le sue radici (la sua stirpe è capoverdiana di estrazione cristiana), e il suo modo di cantare è una sintesi del tutto personale della verve di Billie Holiday, Nina Simone e Casara Evoria, muovendosi tra melodie inusuali, umori esotici, africanismi, scat jazz, vibrati controllati e frasi dall’andamento imprevedibile.
Il concerto di Carmen Souza fa idealmente da chiusura ai festeggiamenti del centennale della costruzione della diga di Santa Chiara sul Tirso (1918/2018); in programma per l’occasione un annullo filatelico speciale in collaborazione con Poste Italiane, e la vendita di un album con riproduzioni di cartoline, fotografie e immagini storiche dell’epoca.
Tre appuntamenti caratterizzano la giornata di Dromos di lunedì 12 agosto: alle 21.00, il festival varca i confini della provincia di Nuoro approdando a Ortueri per un evento proposto in collaborazione con il festival Mamma Blues, costola di Dromos che quest’anno celebra la sua dodicesima edizione dal 13 al 15 agosto, come sempre a Nureci. Presso la Cantina Bingiateris (sponsor della serata), sarà di scena il duo blues del cantante e armonicista Fabio Treves, portavoce della musica del diavolo in Italia e inventore del “blues delle masse”, affiancato dal chitarrista Alex “Kid” Gariazzo, musicista che lo accompagna da oramai un quarto di secolo nella Treves Blues Band (attesa poi sul palcoscenico di Mamma Blues a Nureci martedì 13). La serata (biglietti esauriti), che prende il nome del tipico vino prodotto dalla cantina, si intitola Lollore & Blues, ed è presentata in collaborazione con l’associazione Viva Mandrolisai. Al termine del concerto, ancora musica con un dj set di De Li Soul.
Alle 21.30, ma nel giardino del Museo Archeologico di San Vero Milis, Dromos dedica un nuovo appuntamento alla Luna, ispiratrice di questa edizione del festival nel cinquantenario dal primo sbarco dell’uomo sul nostro satellite, con la proiezione del film di fantascienza “Moon” (2009), del regista Duncan Jones (ingresso libero), in sostituzione del previsto “Il diritto di contare“.
Alle 22.00, a Nureci, infine, come consuetudine, a fare da battesimo all’imminente edizione di Mamma Blues saranno i giovani musicisti della Music Academy di Isili, impegnati nel concerto dal titolo “The two faces of Woodstock”, chiaro omaggio ai cinquant’anni dal festival di Bethel (omaggiato quest’anno da Dromos) svoltosi nel 1969 al culmine della diffusione della cultura hippie.

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.