19 April, 2024
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La quarta edizione de S’Ischola de su Trabagliu, organizzata dall’Associazione culturale LAMAS, candida Pattada ad essere pensatoio stabile delle politiche per lo sviluppo della Sardegna. Come creare lavoro? Quale e come? è il titolo scelto. Industria, artigianato, agroalimentare, turismo, economia culturale saranno i focus programmati dal pomeriggio di venerdì 12 e per il sabato 13 settembre all’Hotel La pineta nel Parco La Pineta Salvatore Pala. Lamas, col contributo della #Fondazione Banco di Sardegna ed il patrocinio del #FAI (Fondo Ambiente Italiano), intende elaborare strumenti di sviluppo immediatamente traducibili in atti concreti dall’iniziativa privata e pubblica isolana. L’evento si strutturerà in cinque incontri attivi e circolari. Gli stessi titoli degli incontri sono in chiave di domanda:

– C’è ancora spazio per l’industria? Per quale?

– L’accoglienza è il lavoro di una stagione?

– Dalla terra e dal mare quale lavoro?

– C’è ancora spazio per il sapere delle mani?

– Con la cultura si mangia?

La scelta de #S’Ischola de su Trabagliu è dettata dal volere unire alle competenze di studiosi e tecnici la diretta esperienza di artigiani, imprenditori, industriali i quali si faranno interpreti del bisogno di praticità, concretezza, operabilità necessarie per uscire dall’attuale deserto occupazionale. Un esempio concreto lo si avrà venerdì 12, alle ore 20.00, quando l’intreccio di artigianato e di arte darà vita al concerto del #Quartetto Karel che suonerà con gli strumenti ad arco del liutaio pattadese Piero Virdis. Per l’occasione saranno eseguiti brani di tre compositori che seppero, con la loro opera, rendere in musica paesaggi della Sardegna: Lao Silesu, Gavino Gabriel, Ennio Porrino.

Il Laboratorio pubblico #S’ischola de su trabagliu ha il compito di orientare i decisori specie in un momento in cui si sono rarefatti i luoghi di incontro, di partecipazione, di proposta. Come creare lavoro? Quale e come? Vuol far convergere intelligenze ed esperienze intorno ad un obiettivo il lavoro diventato la prima emergenza dell’isola. La due giorni di comunità intellettuale e sociale nel centro nord della Sardegna con oltre cinquanta contributi

dibatterà per produrre soluzioni;

elaborerà un “piano di rinascita” sociale;

discuterà di industria che non sia solo chimica di base;

creerà una rete di saperi e mondi spesso separati;

svilupperà l’idea che il lavoro non piove sui territori ma dev’essere elaborato dai territori stessi.

PROGRAMMA

Venerdì 12 settembre

Ore 16.00 Inizio lavori

Salvatore Mereu Regista Cagliari

Proiezione Transumanza

Ore 16.15 Lo stato dell’economia e del lavoro

Antonella Crescenzi Economista Ministero dell’Economia e delle Finanze Roma

Giorgio Macciotta CNEL Roma

Ore 17.00 C’è ancora spazio per l’industria? Per quale?

Introducono e coordinano

Tore Corveddu Lamas

Angelo Sini Lamas

Intervengono

Francesca Ticca Segretario Regionale UIL Sardegna Cagliari

Oriana Putzolu Segretario Regionale CISL Sardegna Cagliari

Michele Carrus Segretario Regionale CGIL Sardegna Cagliari

Tore Cherchi Coordinatore Progetto Sulcis Cagliari

Pietro Ciarlo Costituzionalista Università di Cagliari

Maria Antonietta Mongiu Presidente regionale Fai Sardegna

Antony Muroni Direttore L’Unione Sarda Cagliari

ORE 20.00 CONCERTO

Quartetto Karel – Strumenti ad arco di Piero Virdis –Pattada

Musiche di Lao Silesu, Gavino Gabriel, Ennio Porrino

Sabato 13 Settembre

Ore 9.30 L’accoglienza è il lavoro di una stagione?

Introducono e coordinano

Susi Ronchi Giornalista Cagliari

Gianni Manca Lamas

Intervengono

Vittoria Mereu Direzione Commerciale Marketing e Direzione Business – Tirrenia

Italo Meloni Direttore Cirem Università di Cagliari

Roberto Petza Chef Fondazione Accademia Casa Puddu Siddi

Franco Mulas Direttore Starwood Arzachena

Giuseppina Scorrano Esperta Turismo Cagliari

Attilio Mastino Rettore Università di Sassari

Ore 11:00 Dalla terra e dal mare quale lavoro?

Introducono e coordinano

Maria Francesca Chiappe L’Unione Sarda Cagliari

Salvatore Palitta Lamas

Intervengono

Angelo Aru Agronomo Università di Cagliari

Sergio Vacca Professore Scienza del Suolo Università di Sassari

Giuseppe Delogu Dirigente Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale Regione Sardegna

Francesco Casula Direttore 3 A Arborea

Vito Gulli Direttore ASDOMAR Olbia

Alfonso Orefice Esperto di sviluppo rurale Cagliari

Ersilia di Tullio Responsabile Area Agricoltura Industria alimentare Nomisma Bologna

Nicolò Migheli Sociologo Cagliari

Ore 15.30 C’è spazio per il sapere delle mani?

Introducono e coordinano

Gian Franca Fois Lamas

Antonello Deiosso Lamas

Intervengono

Piero Virdis Liutaio Pattada

Antonio Fogarizzu Designer

Stefano Mameli Confartigianato Imprese Sardegna Cagliari

Anna Maria Sanna già Dirigente scolastica Cagliari

Rosario Musmeci Esperto Formazione e Istruzione Sassari

Ilene Steingut Direttrice Istituto Europeo Designer Cagliari

Silvano Tagliagambe Filosofo della Scienza Università di Sassari Cagliari

Ore 17.30 Con la cultura si mangia?

Introducono e coordinano

Salvatore Fenu Lamas

Maria Antonietta Mongiu Lamas

Intervengono

Filippo Martinez Regista Oristano

Giuseppe Giordano Presidente Calagonone Jazz Cagliari

Antioco Floris Direttore CELCAM Università di Cagliari

Franco Masala Storico dell’architettura Cagliari

Costantino Cossu Responsabile Cultura La Nuova Sardegna

Pinuccio Sciola Scultore e musico San Sperate

Romano Cannas già Direttore Sede Rai Cagliari

Francesco Signoriello 2 copia

In Italia, negli ultimi anni, nonostante la grave crisi economica, l’innovazione tecnologica ha compiuto autentici passi da gigante nei vari settori delle infrastrutture. Nel 2004, Francesco Signoriello, da oltre trent’anni consulente aziendale per l’internazionalizzazione delle PMI e di Governi stranieri, con incarichi societari in organismi istituzionali internazionali ha creato il “Progetto World”, per l’internazionalizzazione della ricerca, dell’innovazione, dell’imprenditoria e della cultura. Il “Progetto World” sta internazionalizzando, principalmente, un “prodotto” multisettoriale, universale, innovativo ed ecosostenibile, l’Ecoporto Italia – Made in Italy, già presentato al mondo accademico e a Governi della Federazione russa e di altre Nazioni, all’African Union Commission, a banche governative e di sviluppo d’area disponibili a finanziare i progetti (tra le quali World Bank, Banco di Sviluppo dell’Africa e BEI), banche italiane e Simest, ad Agenzie dell’ONU come la FAO e l’UNIDO e a vari organismi in Italia ed all’estero. La World Area Holding srl, società capogruppo del “Progetto World”, promuove e sostiene la pratica del diporto e delle altre attività nautiche, in particolar modo, lo sviluppo della nautica ecosostenibile con gli “Ecoporti”, attraverso collaborazioni con enti pubblici e non, nazionali e stranieri; promuove, in Italia, la realizzazione di opere marittime di pubblico interesse, utilizzando fondi pubblici e di investitori; promuove e sviluppa corsi di formazione professionale e di ricerca ed innovazione, nel quadro delle vigenti normative di varie Nazioni nel campo della nautica “ecostenibile” e dell’ambiente; con la prossima World Area Nautic promuove, ovunque, al fine di diffondere e tutelare la cultura del mare, delle acque interne e dell’ambiente in generale, specie tra i giovani, corsi di vela, corsi sull’ambiente, gemellaggi e collaborazioni con sottoscrizioni di protocolli d’intesa con Stati, Regioni, Organismi pubblici e non, Camere di Commercio, Università, Enti parchi, Associazioni nautiche e non, Federazione sportive ed ambientali di qualunque Nazione. World Area Holding ha sottoscritto accordi di collaborazione con il CNR, Università di diversi paesi, i governi di due paesi della federazione russa e sta definendo altri accordi in Italia ed all’estero con istituti marittimi, università, aree marine protette, centri di ricerca, enti pubblici e privati ed associazioni di categoria. Negli ultimi anni ha promosso ecoporti nei distretti nautici del Volga e del Don ed ha avviato collaborazioni per la realizzazione di ecoporti nei fiumi e mari della federazione russa; ha avviato inoltre contatti con il governo brasiliano per la presentazione dell’ecoporto presso il Banco Central do Brasil, ha programmato interventi in Paraguay, a Cuba, negli Emirati Arabi, Africa, India, Turchia, Grecia e Cina. In Italia ha avviato i progetti per la realizzazione di strutture ecoportuali in varie Regioni, finanziabili con la Cassa Depositi e Prestiti, Italia Navigando e Fondi d’Investimento. Sono stati già programmati, inoltre, incontri con gli addetti scientifici ed incaricati d’Affari delle Ambasciate del Messico, Colombia, Perù, Cile, Panama, Argentina, Serbia e Polonia.

«L’ecoporto galleggiante – spiega Francesco Signoriello, Amministratore Unico di World Area Holding e presidente del Cisvam – è stato giudicato da diversi soggetti pubblici e privati, innovativo, sostenibile ed il futuro della portualità, mercantile, turistica e da pesca, fluviale, lacustre e marittima, con valenza universale. Abbiamo presentato al direttore generale del ministero dei Trasporti marittimi ed interni, Enrico Maria Puja, che mi ha sempre incoraggiato, e al capo di gabinetto del ministro Maurizio Lupi, Enrico Seta, il progetto di ecoporto galleggiante per grandi navi da crociera fuori la laguna di Venezia, realizzato dal Cisvam, Centro internazionale di studio per la valorizzazione dell’ambiente e del mare, costituito da università ed aziende innovative, a conoscenza anche del CNR, riscontrando un grandissimo interesse.»

Il Sulcis come potrebbe inserirsi in questa progettualità portuale così innovativa?

«Il Sulcis per le sue caratteristiche naturali – spiega Francesco Signoriello – ha grandi potenzialità. Ho conosciuto quest’area grazie a Cesare Bettini, presidente del Consorzio Turistico L’Altra Sardegna e, tenuto conto della sua enorme potenzialità finora quasi interamente inespressa, sono convinto che l’ecoporto galleggiante possa divenire l’elemento giusto per valorizzarne lo straordinario ambiente naturale e farne un grande mezzo di sviluppo, rispettando le culture locali, l’ambiente e favorire gli scambi culturali, turistici, economici, e mezzo di attrazione di investitori stranieri.»

«Per avviare la realizzazione di tutto questo – aggiunge Francesco Signoriello – ho pensato alla costituzione di un Expò permanente del Sulcis dell’ambiente e del mare, formato da comuni ed associazioni disponibili a partecipare con le loro specificità e a mostrarle agli investitori. Dopo quasi 40 anni di esperienza nel campo dell’internazionalizzazione, ho deciso di trasferire queste esperienze nel Progetto World. Recentemente ho presentato l’idea dell’Expò permanente al segretario regionale della UIL, Francesca Ticca che ne è rimasta favorevolmente impressionata ed abbiamo deciso di organizzare una conferenza regionale per il prossimo mese di settembre.»

Si può quantificare la portata dell’investimento per la realizzazione di un ecoporto galleggiante?

«Alcune settimane fa, nel corso di un incontro con il sindaco di Ladispoli, si è parlato della progettazione di un ecoporto galleggiante per 1.000 posti barca, per un investimento compreso tra i 50 e i 70 milioni di euro.»

Come finanziare un ecoporto galleggiante nel Sulcis?

«I maggiori finanziatori, anche in questo caso – conclude Francesco Signoriello -, sarebbero le Banche Regionali, la Cassa Depositi e Prestiti, Simest, Banche Commerciali inglesi ed investitori privati istituzionali di vari paesi. Sto raccogliendo il portafoglio di progetti e lettere di interesse da portare al tavolo degli investitori.»

Giampaolo Cirronis

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Sono forti le perplessità espresse dalle parti sociali sull’efficacia della proposta, sulla ricaduta positiva sul cittadino e sul contenimento della spesa, nel corso delle audizioni della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Sv), sulla proposta di legge 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale” (Pietro Cocco e più). Questa mattina sono stati sentiti i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil.. Il più duro è stato il segretario della Cgil, Michele Carrus, che, pur sottolineando la bontà del voler intraprendere la strada delle riforme da parte della maggioranza, ha evidenziato che la proposta non è in grado, così concepita e senza un esame dei dati del sistema sanitario sardo,  di risolvere alcuno dei problemi menzionati negli articoli. I sindacati hanno attaccato anche la precedente Giunta regionale che non ha fatto una nuova riforma sanitaria causando un aumento della spesa. Senza quest’ultima, secondo i sindacati, è inutile approvare altre leggi. Il metodo di lavoro che il legislatore dovrebbe adottare, secondo Carrus, Oriana Putzolu (Cisl)  e Francesca Ticca (Uil), è quello di effettuare prima una analisi approfondita della situazione esistente e delle sue criticità, confrontarsi con le parti sociali e poi, una volta individuati gli obiettivi, legiferare. Secondo Carrus questo percorso è stato invertito. I sindacalisti hanno anche esortato la maggioranza a non utilizzare la proposta di legge per scopi diversi da quelli della tutela della salute dei cittadini, come quello di rimuovere i direttori generali delle Asl.

Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso la volontà di rendere la sanità meno ospedalocentrica, ma hanno ribadito la necessità di garantire il diritto alla salute anche nei territori diversi da Cagliari e Sassari. Le parti sociali hanno rilevato, infine, che manca il riferimento al contenimento della spesa farmaceutica che vede la Sardegna, secondo i dati forniti da Francesca Ticca, prima in Italia per i medicinali sprecati.

Cgil, Cisl e Uil hanno fatto anche un passaggio sul #San Raffaele chiedendo alla commissione di porre la massima attenzione, non solo sui vantaggi portati dal nuovo polo d’eccellenza, ma anche sulla ricaduta che avrà sull’intera sanità sarda.

Il presidente Perra ha ringraziato i sindacati per la loro importante collaborazione, assicurando che la mattinata ha fornito importanti spunti di riflessione che saranno sicuramente fatti propri dalla Commissione.

«E’ soltanto l’inizio di una riforma molto più compiuta e organica del sistema sanitario regionale – ha affermato Perra – necessaria e urgente per dare le risposte che il cittadino ha diritto di avere e contenere la spesa sanitaria, ormai fuori controllo.»

Francesco Agus

La commissione “Autonomia” ha esaminato i temi legati a riforme istituzionali, riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e riordino degli enti locali nel corso di una serie di audizioni svoltesi questa mattina.

Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente la delegazione della Cisl che sarà sentita in una delle prossime sedute).

Il segretario generale della Cgil Michele Carrus, apprezzando la decisione della Commissione di procedere “di pari passo” nella discussione per la riscrittura dello Statuto e per la definizione della legge statutaria, ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una proposta organica di riforma. Secondo Carrus, «sussistono oggi ragioni importanti per rafforzare l’autonomia e la specialità, prima fra tutte la condizione di insularità della Sardegna da cui discende la specificità culturale e identitaria della nostra terra». Queste peculiarità devono essere però sfruttate per ottenere la maggiore integrazione possibile con la comunità nazionale ed europea. «L’insularità – ha detto Carrus – rappresenta uno svantaggio oggettivo che può essere superato attraverso un nuovo patto con lo Stato e un nuovo rapporto con l’Unione Europea». A questo proposito, il segretario della Cgil ha ricordato gli strumenti individuati dall’art 13 dello Statuto (Piano di Rinascita) e dall’art 119 della Costituzione (misure di solidarietà per le aree più deboli del territorio della Repubblica) senza dimenticare gli interventi di sostegno alle regioni insulari previsti dal Trattato di Amsterdam. Sul metodo con cui procedere alla revisione della Carta Costituzionale della Sardegna, il segretario della Cgil ha sottolineato la necessità di un coinvolgimento il più ampio possibile di tutta la comunità sarda. «La discussione – ha detto – deve uscire dai palazzi, occorre dare voce a tutti». 

Sulla riforma della Regione, Carrus ha evidenziato l’urgenza di rivedere le competenze di Giunta e assessorati. «Il presidente della Regione viene eletto direttamente dal popolo, deve essere resa più esplicita la sua responsabilità complessiva nell’azione di governo». Il numero uno del sindacato ha poi sottolineato la necessità di una riduzione degli assessorati e di una redistribuzione delle loro competenze per garantire più efficienza e qualità. «Da evitare – secondo Carrus – le logiche accentratrici. Le attività di gestione devono essere il più possibile vicine ai cittadini. In capo alla Regione deve restare il potere di indirizzo politico e di programmazione, il resto deve essere affidato ai comuni».  

Il segretario ha poi parlato di riordino degli enti locali segnalando l’urgenza di procedere ad una definizione delle funzioni di “area vasta” dopo l’abolizione delle province. «In via transitoria – ha detto Carrus – la Regione può utilizzare la sua potestà ordinamentale per ridefinire le circoscrizioni. Improponibili le delimitazioni delle vecchie province. Importante coinvolgere le comunità per evitare scelte calate dall’alto». Sulla natura dei nuovi soggetti che dovranno svolgere le funzioni di “area vasta”, Carrus ha manifestato una netta preferenza per  istituzioni di secondo livello, espressione delle comunità locali.

Parere favorevole, infine, sull’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari. «Nelle aree metropolitane – ha detto Carrus – si produce il 40% del Pil nazionale. Sono uno strumento utile ma necessitano di adeguati strumenti di governo. Impensabile far coincidere l’Area con il territorio dell’ex provincia».

Francesca Ticca, segretario generale della Uil, in apertura del suo intervento, ha ricordato l’azione portata avanti dal sindacato negli anni scorsi per arrivare alla riscrittura dello Statuto. «Apprezzo – ha detto – l’impostazione della Commissione: discutere di contenuti prima che di metodo rende il percorso più agevole, in passato il dibattito sì è arenato sull’Assemblea Costituente. Nuovo Statuto e legge statutaria sono indispensabili per rivendicare la nostra specificità». Anche per la Uil, la condizione di insularità della Sardegna rappresenta l’elemento più forte per riaffermare le ragioni dell’autonomia e della specialità.

Necessaria, secondo Ticca, anche una ridefinizione delle potestà e delle competenze della Regione. «Negli ultimi anni il Consiglio ha discusso leggi finanziarie ingessate, con oltre la metà delle risorse destinate alla sanità. Bisogna cominciare a parlare di sviluppo e di crescita. Questo si può fare solo rafforzando lo Statuto.» 

Il segretario della Uil ha poi parlato della riorganizzazione della macchina amministrativa invocando più velocità e flessibilità per dare servizi efficienti ai cittadini. Sugli enti locali, ha invece condiviso la necessità di «un riordino delle competenze perché esistono troppi livelli istituzionali, ma la riforma non deve mortificare persone e territori». Ticca ha segnalato il rischio che il Centro Sardegna venga escluso da processi di riforma più attenti ai tagli e ai risparmi che alla valorizzazione delle risorse umane. «Da questo punto di vista – ha concluso Ticca – l’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari rappresenta una grande opportunità, ma può, se mal governata, accelerare il calo demografico delle zone interne».

Giampaolo Spanu (FPL – Uil) ha incentrato il suo intervento sulle questioni relative al personale e all’organizzazione amministrativa. «L’abolizione delle province pone un problema per i dipendenti. Occorre fare chiarezza e rassicurare il personale sul proprio futuro lavorativo – ha detto – altrimenti si alimentano allarmismi e speculazioni». Spanu ha poi parlato della questione degli oltre 300 precari della Regione («una situazione determinata da una scelta disastrosa fatta nella legislatura 2004-2009 che sta creando grossi problemi all’amministrazione») e della necessità di rivedere profondamente l’organizzazione degli assessorati, a partire dalle direzioni generali.

Breve, infine, l’intervento di Eugenio Ramo del direttivo regionale dell’UGL incentrato sul riordino degli enti locali e la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Il rappresentante del sindacato ha chiesto «una mappatura delle strutture e una valutazione di eventuali carenze di organico. Il ricorso a fusioni o accorpamenti di agenzie, enti, società regionali e dei relativi apparati può dare risposte alle richieste dei lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione». Necessario, secondo l’Ugl, trovare una soluzione in tempi rapidi anche alle richieste di mobilità. «Serve una ricognizione a tutto campo con l’individuazione delle risorse umane necessarie che dia la possibilità ai lavoratori di presentare le proprie candidature. Tra questi ci sono i 386 dipendenti ex ESAF – ha concluso Ramo – solo il 50% delle maestranze è rientrato nei ruoli regionali.»

Palazzo della Regione 1 copia

Pressione congiunta sul governo perché acceleri l’acquisizione del piano industriale di Klesch, attualmente unico candidato ufficiale all’acquisto degli impianti Alcoa di Portovesme e perché verifichi la concretezza degli intenti della multinazionale; nessuna delega in bianco al governo né tantomeno ad Alcoa nella ricerca di nuovi imprenditori potenzialmente interessati all’acquisto; realizzazione di tutti i passi necessari per garantire gli ammortizzatori sociali per i dipendenti di Alcoa e soprattutto per i soggetti più deboli, i lavoratori dell’indotto. Sono questi i punti principali emersi stamani dall’incontro tra i sindacati confederali e di categoria e la Giunta regionale, organizzato per fare il punto sullo stato della lunga vertenza relativa alla fabbrica dell’alluminio.

Per la Giunta erano presenti il presidente Francesco Pigliaru e gli assessori Maria Grazia Piras (Industria) e Virginia Mura (Lavoro). Folta la delegazione sindacale guidata dai segretari confederali Michele Carrus (Cgil), Fabio Enne (Cisl) e Francesca Ticca (Uil).

Nel corso dell’incontro la Giunta ha informato i sindacati sui contenuti dei vertici al ministero dello Sviluppo economico con il sottosegretario De Vincenti, nel corso dei quali si è cercato di accelerare  i processi in corso «per arrivare rapidamente – ha spiegato il presidente Pigliaru – ad un quadro chiaro delle opportunità reali». Il presidente ha anche insistito sulla necessità che la Sardegna acceleri il suo processo di cambiamento e si presenti come realtà capace di attrarre investitori stranieri. Maria Grazia Piras ha affermato che si può prevedere che il piano di Klesch sarà presentato entro i primi di giugno, mentre Virginia Mura ha annunciato un incontro tecnico a breve al ministero del Lavoro  sugli ammortizzatori sociali nell’isola per affrontare tutte le situazioni difficili.

Aperti e disponibili al dialogo i rappresentanti dei sindacati, che hanno fornito alla Giunta informazioni e indicazioni giudicate molto utili all’avanzamento della trattativa e hanno concordato sulla linea d’azione proposta dalla Regione.

Domani, 4 dicembre 2013,  Cgil, Cisl e Uil Sardegna terranno una manifestazione con sit-in di fronte al Consiglio regionale, in via Roma, a Cagliari, a sostegno della vertenza contro il mancato finanziamento nazionale e regionale degli ammortizzatori sociali. Oltre 1.000 persone, provenienti da tutti i territori, si riuniranno dalle 9,30 per sollecitare dalle istituzioni iniziative adeguate all’emergenza.

La presidente dell’Assemblea regionale, on. Claudia Lombardo, incontrerà le delegazioni sindacali subito dopo l’inizio della manifestazione. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, riceverà i sindacalisti alle ore 16 a “Villa Devoto”. Nella lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente della Regione per chiedere l’incontro, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Marinora De Biasi, Giovanni Matta e Francesca Ticca, hanno segnalato all’on. Cappellacci che «dai dati forniti dall’assessorato regionale del Lavoro, risulta che a tutt’oggi appena il 50% dei lavoratori che hanno diritto al sussidio hanno percepito le relative indennità. Ciò a causa della mancata assegnazione alla Regione delle risorse necessarie. A fronte di un fabbisogno stimato di 250 milioni di euro, infatti, per il 2013 ne sono state attribuite appena 90 milioni e 807 mila euro. Peraltro nonostante la sensibilità e disponibilità garantita dalle istituzioni sarde, le risorse stanziate dal Consiglio di 30 milioni circa, che avrebbero potuto alleviare le sofferenze di almeno 4/5.000 famiglie, non sono state ancora impiegate».

Tito Siddi

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.