28 March, 2024
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«La nostra azienda, l’Aou di Sassari così come la conosciamo oggi, è nata nel 2016 con la funzione di Hub ma che è tale soltanto di nome e grazie alle professionalità dei tanti operatori che lavorano al suo interno». Così, questa mattina, il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, Nicolò Orrù, ha iniziato il suo intervento davanti alla sesta commissione Sanità del Consiglio regionale. Al settimo piano dell’ospedale civile, nella sala riunioni affollata dai direttori delle strutture complesse e semplici dell’azienda di viale San Pietro, si è svolto l’incontro convocato dal presidente dell’organismo consiliare regionale Domenico Gallus. Accanto a lui, il vicepresidente della sesta commissione Daniele Cocco ed il presidente del Consiglio regionale Michele Pais. Con il direttore generale erano presenti il direttore sanitario Bruno Contu e il direttore amministrativo Chiara Seazzu. In apertura, il sindaco di Sassari Nanni Campus, ha portato i saluti di buon lavoro.

«Per poter esercitare appieno il ruolo di Hub – ha detto ancora – ed essere polo universitario di attrazione questa Aou deve essere adeguatamente finanziata, dal punto di vista delle strutture, delle tecnologie e del personale.»

Il direttore generale Orrù ha subito proposto una fotografia dell’azienda ospedaliera con 866 posti letto destinati a diventare 770 con la riforma della rete ospedaliera, e che al 31 dicembre scorso ha fatto registrare 34.081 ricoveri, con valori della produzione in aumento, una spesa farmaceutica costante, e non in aumento, quindi i bilanci 2017 e 2018 in sostanziale pareggio.

«Prima di poter procedere con la riduzione dei posti letto – ha proseguito – così come previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, è necessario che i presidi ospedalieri di primo livello operino in sinergia con l’Hub per il rientro dei pazienti. stabilizzati, afferenti al territorio di competenza, fino alla dimissione. I presidi ospedalieri, inoltre, si devono far carico delle patologie a medio-bassa complessità clinica medica e chirurgica. La rete territoriale – ha detto Nicolò Orrù – si deve fare carico dei pazienti in dimissione che a oggi continuano spesso a stazionare nei reparti per acuti, creando inappropriatezza, inefficienza economica e rischioso sovraffollamento».

A titolo di esempio, il direttore generale ha ricordato che l’Aou ha iniziato a fatturare all’Ats Sardegna le «degenze inutili, questo in attesa che i pazienti in dimissione – i quali aspettano anche 90 giorni – possano essere ricoverati in strutture adeguate come le Rsa».

Dal punto di vista dei risultati, Nicolò Orrù ha ricordato che «dal piano nazionale esiti 2018 risulta che abbiamo una situazione di appropriatezza e di garanzia di efficacia delle prestazioni – ha detto – e l’unico elemento rosso sono le colicistectomie una situazione data dal fatto che qui vengono svolti gli interventi complicati e non quelli programmati. Non più rossa ma arancione è segnalata, invece, la questione relativa ai primi parti cesarei perché siamo riusciti a ridurre l’inappropriatezza dal 40 al 30 per cento».

Per il direttore generale è vitale il potenziamento del personale, con l’azienda che dispone di un piano triennale del fabbisogno che ne prevede oltre tremila e una dotazione organica di circa 2500. «Sarebbero necessari quindi 600 unità in più nell’arco di un triennio – ha proseguito – perché questo consentirebbe di accreditare anche le strutture».

Intanto una boccata di ossigeno è arrivata a luglio, con il finanziamento da parte della Regione di 3 milioni di euro per l’assunzione del personale che ha permesso il prosieguo delle attività. Resta ancora, per Orrù, la necessità di superare il vincolo del 7 per cento sulle assunzioni destinate al personale amministrativo.

Il direttore generale quindi ha parlato delle risorse finanziarie a disposizione. Tra queste i 93 milioni di euro per il nuovo materno infantile che, dopo l’abbattimento, avrà necessità di circa 8 mesi per le procedure del Via. Ancora, a disposizione 85 milioni per il secondo ampliamento dell’ospedale per il quale si sta predisponendo la gara per l’individuazione dei progettisti.Si aggiungono i 10 milioni per l’adeguamento antincendio, i 4 milioni di finanziamento Uniss per la nuova Rianimazione, Neurologia ed Ematologia, lavori al momento fermi per fallimento delle imprese. E ancora, 3 milioni per le sale parto del Materno infantile.

Nicolò Orrù ha poi ricordato i 15 milioni che la direzione generale, in attesa che si possano avviare i lavori per il nuovo ospedale, ha destinato alle ristrutturazioni dell’esistente e al fabbisogno delle tecnologie.

Non ha dimenticato di ricordare gli sforzi fatti per la sigla dell’Addendum, per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività di acquisizioni beni e servizi, per l’indizione delle procedure di affidamento in urgenza nel rispetto del nuovo codice dei contratti pubblici e per l’avvio del progetto aziendale Debiti Incagliati per i contratti che risultavano «formalmente non in regola». Un’operazione quest’ultima che ha consentito di adottare 82 provvedimenti, di liquidare 16 milioni di euro e di risparmiare 2,1 milioni di euro.

Si sono quindi susseguiti numerosi interventi, dal presidente dell’ordine dei medici della provincia di Sassari Nicola Addis al presidente di Facoltà Andrea Montella, dal professor Alberto Porcu direttore della clinica Chirurgica a Franco Bandiera direttore della Medicina, da Andrea Tirotto che ha parlato della situazione degli infermieri ad altri medici e professori che hanno rappresentato le loro esigenze e la situazione delle loro strutture (professor Salvatore Dessole, dottor Mario Pala, dottor Franco Cudoni, dottor Luigi Cugia, professor Sechi, dottoressa Patrizia Tilocca, dottor Gildo Motroni, dottor Stefano Profili, dottoressa Maria Cossu, dottoressa Monica Derosas, dottoressa Alma Posadinu, professoressa Angela Spanu, professor Roberto Antonucci, professor Angelo Scuteri, dottoressa Elisabetta Pitzorno, dottor Luigi Podda e dottor Giorgio Olzai). Breve intervento anche della portavoce del movimento Donne in lotta per la sanità Luana Farina che si è concentrata sulla Smac.

A conclusione della riunione è seguita la visita dei commissari regionali nei reparti di Pronto soccorso, Ematologia e day hospital oncologico.

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Rappresenta un appuntamento fisso per l’aggiornamento di internisti, gastroenterologici, infettivologi e chirurghi in Sardegna. È il convegno “Hot topics in epatogastroenterologia” che quest’anno segna il traguardo della settima edizione. Due le giornate previste al Quartè Sayal di Alghero, il 24 e 25 maggio.

L’evento sarà diviso in quattro sessioni, due per giornata, che saranno dedicate alla steatosi epatica non alcolica, alla terapia, quindi all’endoscopia digestiva e alla patologia pancreatica per chiudersi con un up-grade in endoscopia digestiva.L’appuntamento è organizzato dalle strutture complesse di Medicina interna e di Gastroenterologia dell’Aou di Sassari, dirette da Franco Bandiera e Luigi Cugia.

La prima giornata, a partire dalle ore 14, vedrà gli esperti concentrati sulla steatosi alcolica e non alcolica. Si tratta di una patologia che coinvolge il fegato in corso di sindrome metabolica ed è considerata ormai l’epidemia del terzo millennio.

Secondo i dati disponibili dagli esperti, la steatosi colpisce il 25 per cento della popolazione generale, soprattutto affetta da  sovrappeso e diabete, e non risparmia la fascia pediatrica. Nel 2-3 per cento dei casi può assumere un andamento evolutivo che sfocia in una severa insufficienza epatica.

In tutto il mondo molti ricercatori sono impegnati per definire meglio l’epidemiologia, la fisiopatologia, identificare test diagnostici non invasivi e nuove terapie. Un corretto stile di vita, soprattutto per quanto riguarda dieta ed esercizio fisico, costituisce il cardine del trattamento.

Al Quartè Sayal esperti di livello nazionale presenteranno ai partecipanti i risultati più recenti della ricerca scientifica su questa frequentissima malattia del fegato.

La seconda giornata sarà dedicata all’endoscopia digestiva, alla patologia pancreatica e si aprirà con una lettura magistrale sul trattamento endoscopico dell’obesità. Saranno affrontati quindi i temi relativi al ruolo dell’endoscopia digestiva nelle complicanze delle pancreatiti acute, nell’epidemia delle formazioni cistiche del pancreas e nel trattamento degli itteri ostruttivi.

Chiuderà la giornata la sessione dedicata l’aggiornamento in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, durante la quale sarà presentata una lettura magistrale sull’efficacia e la sicurezza dei farmai biologici nell’era dei biosimilari, si parlerà dei moderni
trattamenti endoscopici delle patologie funzionali dell’esofago (Acalasia) e del ruolo della video-capsula nei sanguinamenti intestinali.

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Stanze più accoglienti, con bagno in camera in un reparto completamente ristrutturato. Sono i nuovi locali che la struttura complessa di Chirurgia generale del Santissima Annunziata andrà a occupare a breve, al secondo piano dell’ospedale di via Enrico De Nicola.

A presentarli questo pomeriggio sono stati il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini quindi il direttore della Chirurgia generale Pietro Niolu, il direttore della direzione medica di presidio Bruno Contu. All’incontro erano presenti, inoltre, Pier Paolo Terragni delegato del rettore, direttore dipartimento emergenza-urgenza, Giuseppe Passiu direttore della Patologia medica, Giuseppe Argiolas per la Clinica medica, Franco Bandiera della struttura complessa di Medicina interna, Pina Brocchi direttore del dipartimento Professioni sanitarie e Roberto Manca responsabile dell’Ufficio tecnico.

Un totale di 750 metri quadrati per 23 posti letto suddivisi in 4 stanze quadruple, 2 stanze triple e una singola, tutte dotate di bagno per disabili. A queste si aggiungono una sala per le medicazioni, una per i medici e una per la caposala.

I lavori, realizzati dalla ditta Campesi di Olbia, hanno avuto un costo di 500mila euro. Sono state realizzate opere di adeguamento edile e impiantistico, con la realizzazione di nuovi impianti di gas medicale, elettrico e idrico-sanitario quindi ancora di condizionamento e per la sicurezza antincendio.

Le opere sono state realizzate in circa sei mesi e hanno tenuto conto della presenza di reparti di degenza adiacenti, come la Cardiochirurgia, evitando interferenze e disservizi.

Il trasferimento qui della Chirurgia generale, adesso ospitata al quarto piano del Santissima Annunziata, consentirà, intanto, di mettere a disposizione dell’utenza stanze con maggior comfort. Inoltre, una volta riqualificati gli spazi che la Chirurgia generale lascerà liberi al quarto piano, lo spostamento permetterà all’Azienda ospedaliero universitaria di trasferire all’interno dell’ospedale di via De Nicola le strutture di Clinica medica e Patologia medica che si trovano nei vecchi locali della palazzina di viale San Pietro.

Il progetto della direzione, inoltre, prevede lo spostamento dei locali dedicati a spogliatoi al secondo sotto-piano dell’ospedale di via De Nicola, con la realizzazione di percorsi protetti e l’installazione di videocamere di sorveglianza.

L’obiettivo, una volta conclusi i lavori, è la creazione di un dipartimento medico (al quarto piano è presente, infatti, la struttura di Medicina) che vedrà in posizioni vicine unità operative tra loro complementari. Questo consentirà di organizzare al meglio le guardie mediche e le attività del personale infermieristico. Avvicinare le due strutture a vocazione internistica, inoltre, consentirà all’azienda di risparmiare sui costi del trasporto sanitario.

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Coinvolgimento nelle decisioni che portano a modifiche nell’atto aziendale dell’Aou quindi ricerca condivisa delle soluzioni per salvaguardare l’esistenza della scuola di specializzazione in Cardiologia. Quindi ancora, l’attivazione delle procedure concorsuali per la nomina del nuovo direttore della struttura complessa di Cardiologia. Sono le richieste che i direttori delle strutture complesse del Santissima Annunziata, attraverso una lettera inviata per mail, presentano al direttore generale dell’Aou di Sassari.

A firmare la missiva sono i direttori delle strutture complesse di Medicina interna Franco Bandiera, di Ortopedia e Traumatologia Franco Cudoni, di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva Luigi Cugia, Nefrologia e dialisi Maria Cossu, di Psicologia Fabrizio De Maria, di Malattie della coagulazione Luciana Mameli, della Stroke unit Antonio Manca, di Recupero e Riabilitazione Funzionale Gildo Motroni, di Chirurgia d’Urgenza Pietro Niolu, di Pronto soccorso e medicina d‘urgenza Mario Oppes, di Oncologia medica Antonio Pazzola, di Medicina d’urgenza Paolo Pinna Parpaglia, del Centro ustioni Alma Posadinu, della Radiologia Stefano Profili, della Geriatria Patrizia Tilocca, della Lungodegenza e post acuti Antonio Uneddu.

Da parte loro arriva anche una possibile soluzione alternativa «a quelle ipotizzate finora per salvare la Scuola di Cardiologia. Una di queste è affidare un programma specifico, così come previsto dalla legge 517/99, a un docente di Cardiologia che verrebbe equiparato a un direttore di struttura complessa».

«Si tratta, in linea di massima, di richieste condivisibili – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – e che discuterò con il rettore dell’Università di Sassari con il quale ho condiviso l’assetto organizzativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari già dall’approvazione dell’atto aziendale. Con lui abbiamo iniziato ad occuparci della questione relativa alle scuole di specializzazione e quindi anche di quella di Cardiologia.»

La modifica della natura di una struttura, da direzione ospedaliera a universitaria, così prevede l’atto aziendale all’articolo 72 e approvato a ottobre 2017, viene infatti «adottata con atto deliberativo dal direttore generale dell’Aou di Sassari, d’intesa con il rettore, nel rispetto delle relazioni sindacali e previa informativa alla direzione regionale Sanità della Regione autonoma della Sardegna».

«Nelle nostre strutture, universitarie e ospedaliere – riprende Antonio D’Urso – si preparano i giovani che saranno i professionisti di domani. Per questo siamo tutti interessati a mantenere sia la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia tutte le scuole di specializzazione, compresa quella di Cardiologia. Facciamo parte tutti di un’unica azienda che mira all’assistenza dei cittadini e coniuga questa attività con quelle della ricerca e della formazione. Lavoriamo, allora, assieme per un obiettivo comune.»

Visione che appare condivisa dagli stessi firmatari della lettera, i quali ricordano che «i medici ospedalieri della Aou Sassari, che per inciso costituiscono il 90 per cento dell’organico complessivo, hanno un interesse primario nel mantenere aperte ed efficienti le scuole di specializzazione perché i nuovi specialisti presto diventeranno i colleghi con cui affrontare le difficoltà quotidiane che la professione impone. I medici ospedalieri ogni giorno sostengono concretamente gli specializzandi facendo i tutor, insegnando nei corsi, contribuendo alla ricerca e alla raccolta dei dati per redigere le tesi».

La massima apertura da parte del direttore generale quindi che sottolinea il fatto che «siamo pronti ad ascoltare le esigenze, le istanze e a valutare i suggerimenti che ci vengono proposti, affinché possano continuare a operare quelle scuole di specializzazione che, da tutti, sono considerate di prestigio e punto di eccellenza del Nord Sardegna».