30 April, 2024
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L’assessore della Cultura ed Istruzione Claudia Firino ha commentato positivamente l’audizione in II Commissione del Consiglio regionale in cui ha illustrato gli stanziamenti previsti in Finanziaria nelle materie di competenza. L’assessore ha detto che è stata un’interlocuzione ampia e costruttiva e si è soffermata sui diversi elementi di discontinuità rispetto alla precedente legislatura, a cominciare dal piano straordinario sulla valorizzazione del patrimonio archeologico e sugli investimenti sulla scuola e l’Università.
«Considerate le ristrettezze economiche, abbiamo scelto di tutelare innanzitutto il diritto allo studio prevedendo un forte investimento sulle borse di studio, stanziando 10 milioni di euro, grazie anche alle risorse comunitarie, e mettendo un milione per i trasporti e l’assistenza specialistica per gli studenti disabili – ha dichiarato l’assessore Firino . Sulle poste in bilancio rimaste scoperte, abbiamo fatto presente che interverremo con fondi comunitari, per circa 5 milioni di euro, oltre che con alcuni correttivi attualmente allo studio della Giunta.»

L’azzeramento dei fondi per i programmi di mobilità studentesca internazionale (Erasmus, Leonardo); l’assenza di risorse per la lingua e la cultura sarda e per l’editoria libraria; il taglio di quelle riservate al cinema; l’insufficiente dotazione finanziaria per la gestione dei siti archeologici, di musei e biblioteche; la mancata previsione di stanziamenti per i contributi alle emittenti radiotelevisive ai sensi della legge 22/1998 (le cui modifiche sono state oggetto della legge regionale n. 3 del 12 gennaio 2015, approvata dunque in data successiva al via libera della Giunta alla legge finanziaria, avvenuto il 23 dicembre 2014).

Sono queste le principali criticità della Manovra 2015, evidenziate dai consiglieri della II commissione.

«La commissione – ha dichiarato il presidente, Gavino Manca (Pd) – avrà modo di sottolineare nel previsto parere alla Finanziaria, la necessità di procedere con le opportune modifiche e integrazioni, perché trovino soluzione i problemi evidenziati nel corso dell’incontro con l’assessore Firino, ad incominciare da quelli riguardanti l’università, il sistema bibliotecario e museale, l’editoria e l’emittenza radiotelevisiva.»

Dal suo canto, Claudia Firino, ha ribadito la complementarietà dell’utilizzo dei fondi regionali e di quelli comunitari e nel ricordare la priorità attribuita all’istruzione ha espresso soddisfazione, insieme con il presidente Gavino Manca, per i 211 milioni di euro (21% risorse Ue, 41% statali e 38% regionali) a disposizione per realizzare il relativo programma.

Virginia Mura 7

Ventinove milioni di euro in meno rispetto allo scorso anno, nei capitoli di spesa di competenza dell’assessorato regionale del Lavoro per l’anno 2015. E’ il dato emerso nel corso dell’audizione dell’assessore Virginia Mura nella Seconda commissione, presieduta da Gavino Manca (Pd), sulla Manovra finanziaria.

Una riduzione di stanziamenti che, come ha spiegato l’assessore, ha portato, in alcuni casi, al completo azzeramento delle somme in bilancio. E’ quanto accaduto, ad esempio, per le risorse destinate all’immigrazione. Le sforbiciate della Giunta regionale hanno riguardato tra gli altri  i capitoli di spesa dell’emigrazione, i fondi per i lavoratori socialmente utili (meno 5 milioni e 200mila euro), lo sviluppo dell’attività cooperativistica (riduzione di 620mila euro a valere sulla legge 5/57), ma soprattutto hanno determinato una sostanziale diminuzione, circa 10 milioni e mezzo di euro in meno, per le politiche attive del lavoro.

«Nonostante i tagli – ha spiegato l’assessore – non vogliamo però rinunciare alla realizzazione degli obiettivi che ci siamo posti per il 2015». Le sfide dell’assessore Mura possono essere così riassunte: riforma  dei centri servizi per il lavoro; reinserimento lavorativo di circa 25.000 unità; riqualificazione dei lavoratori che godono degli ammortizzatori sociali, orientamento per circa 45.000 giovani e revisione del sistema della formazione professionale (nonostante l’azzeramento delle somme per le consulenze in materia che l’assessorato aveva quantificato in 50mila euro).

Sulla formazione professionale, il direttore dell’assessorato, Eugenio Annicchiarico, ha precisato inoltre come non sia previsto l’impiego di risorse regionali e che quindi l’intero programma dovrà essere finanziato con le somme rese disponibili dal Fondo sociale europeo (Fse). Fondo che ammonta complessivamente, per il settennio (2014-2020), a 444 milioni di euro (erano 675 milioni nel settennio 2007-2013) e che può finanziare soltanto i programmi di formazione coerenti con gli obiettivi del fondo, ne deriva, dunque, che tutti gli altri programmi formativi resterebbero, al momento, senza copertura.

L’assessore Mura, sollecitata in tal senso anche dal presidente della commissione, Gavino Manca, ha quindi illustrato il quadro relativo agli ammortizzatori sociali.

Le richieste di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2014, così ha spiegato Virginia Mura, interessano 26.763 lavoratori, dei quali, 9.494 per provvedimenti di cassa integrazione in deroga e 17.269 di mobilità in deroga. Le risorse necessarie per coprire il fabbisogno 2014 ammontano a 59.156.733 euro per i trattamenti di cassa integrazione e 174.532.130 euro per quelli di mobilità in deroga. A fronte di tale fabbisogno il Governo ha assegnato due tranche da 17.313.000 ciascuna e ulteriori 21.641.000 euro lo scorso dicembre, per un totale di 56.267.000 euro.

«Con le prime risorse assegnate – ha proseguito l’assessore – sono state pagate le prime due mensilità delle trattamento Cigs in deroga e dal 16 dicembre 2014, a fronte dell’assegnazione degli ulteriori 21 milioni, l’Inps ha in corso i pagamenti relativi a due mesi di trattamenti di mobilità e altre due mensilità di trattamenti Cigs in deroga. Sebbene il ministro del Lavoro ha preannunciato un ulteriore decreto per la ripartizione tra le Regioni di altri 200 milioni di euro, dal quale ipotizziamo di ottenere per la Sardegna circa 7 milioni euro, è evidente che non è al momento possibile soddisfare le richieste presentate da imprese e lavoratori.»

L’assessore del Lavoro ha quindi concluso annunciando, per il 2015, nuovi  criteri per gli ammortizzatori sociali in deroga ed ha precisato che non sarà più possibile andare oltre la capienza che sarà assegnata dal ministero del Lavoro.

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il Dl 174 “Autorizzazione per l’Esercizio provvisorio della regione per il 2015”,  l’istituzione della Commissione d’inchiesta n. 1 sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, l’Esercizio provvisorio del Consiglio regionale e la proposta di legge n. 76/ANorme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”. 

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con l’esame del Dl n. 174 – “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2015”, che ha ottenuto dalla conferenza dei capigruppo la corsia preferenziale in base all’art. 102 del regolamento. Il presidente ha poi comunicato che nel pomeriggio alle 16 si riunirà la commissione Finanze per l’esame delle eventuali norme intruse nella legge finanziaria, mentre da lunedì prossimo 12 gennaio la stessa legge sarà formalmente assegnata alle commissioni.

Successivamente ha preso la parola l’assessore delle Finanze, Raffaele Paci, per illustrare il disegno di legge in esame.

L’assessore ha definito il provvedimento una «norma tecnica che consente l’attuazione esercizio provvisorio; è stato poi predisposto un emendamento che consente di prolungarlo fino alla fine del mese di febbraio in modo da poter contare su un tempo più lungo sperando comunque di non doverlo utilizzare». Per quanto riguarda i ritardi, l’assessore ha spiegato che «sono stati causati dalle incertezze relative al quadro complessivo nazionale, che hanno condizionato sia i tempi di presentazione che i contenuti dei bilanci di molte Regioni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo «con grande senso di responsabilità», ricordando però che durante il corso la maggioranza «aveva più volte annunciato una Finanziaria di rigore e sviluppo entro la scadenza stabilita». «Al netto delle difficoltà oggettive – ha proseguito – il ritardo è un fatto negativo per la Regione; quest’anno, oltretutto, ci sarà pareggio di bilancio e una minore rigidità nella spesa, ci auguriamo che ciò sia utile per il sistema regionale ma abbiamo non poche perplessità come diverse altre Regioni». Soffermandosi sulla questione delle entrate, il vice capogruppo di Forza Italia ha evidenziato che «il Governo non ha determinato il quantum da assegnare alla Sardegna e, nel frattempo, continua con politica di razzie mascherate: noi faremo molta attenzione anche perché la finanziaria ha necessità di certezze e la fretta sarebbe sbagliata, per noi la partita delle entrate non è ancora iniziata e non faremo passi indietro a cominciare dall’Irap».

Il consigliere Roberto Desini (Pd) ha affermato di aver percepito «un certo rammarico perché non si può andare in disavanzo ma questo per noi è un obiettivo; introdurre criteri stringenti su un bilancio verificato dal pareggio è risultato di buona amministrazione, ottenuto con l’accordo fra Giunta e Governo». «Eventuali altri accordi – ha sostenuto il consigliere del Pd – non possono mettere fra parentesi una grande conquista come l’uscita della Sardegna dal patto di stabilità, sottovalutare questo dato significa porsi al di fuori di una lettura storica obiettiva, negare l’evidenza di un lavoro portato avanti con una intensità mai registrata per cui vanno rivolti sinceri complimenti alla Giunta». «Lo stato dei conti della Regione – ha detto ancora Deriu – condizionato dalle entrate così come vengono riconosciute dallo Stato, ma ora abbiamo di fronte un quadro caratterizzato da una espressione compiuta di autonomia ed una agenda di governo fondata sul pieno controllo dello strumento contabile: prima di chiedere altro e di più bisogna valutare con correttezza ed obiettività quanto ottenuto anche come espressione di responsabilità e di oculata gestione che consentirà la realizzazione dei programmi di governo». «La Sardegna insomma – ha concluso Deriu – ha una nuova credibilità al di là della retorica del governo amico e la maggioranza è pronta ad assumersi le sue responsabilità nel nuovo contesto per riformulare le politiche andando al cuore dei problemi».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) si è limitato in apertura alla presa d’atto della situazione: «D’altra parte l’esercizio provvisorio è praticamente atto dovuto, ma crediamo che questi mesi l’assessore Paci abbia capito il vero contenuto dell’accordo firmato a luglio con lo Stato, come hanno confermato gli sviluppi successivi della situazione, il ripensamento su ritiro di alcuni ricorsi e la riflessione complessiva sulla capacità e sulla volontà dello Stato di rispettare gli impegni sottoscritti». «L’elemento più grave di questa vicenda – ha aggiunto Cossa – è stato quello di conferire in toto alla Ragioneria dello Stato il potere di determinare le entrate dovute alla Regione perché senza dialettica e senza confronto è lecito non aspettarsi niente di buono». Sul piano politico generale, il consigliere dei Riformatori sardi ha poi osservato che «a questo punto non significa più nulla parlare di agenzia sarda delle entrate mentre, attenendosi ai numeri del bilancio, sembrerebbe che il venir meno del patto di stabilità non si traduca in grandi vantaggi». Avviandosi alla conclusione, il consigliere Cossa ha dedicato un passaggio al problema della accise, oggetto il 23 gennaio di una udienza davanti alla Corte Costituzionale, affermando che «pur essendo consapevoli delle difficoltà attuali della finanza pubblica nazionale, come dimostra ad esempio l’aumento dell’Iva su pellet, riteniamo che la nostra pretesa sia fondata sulla base dello Statuto sardo e comunque la partita doveva essere giocata perché Sardegna deve fare la sua parte con tutti i mezzi consentiti dall’ordinamento».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha dato la parole all’assessore Paci per la replica.

L’assessore ha annunciato di non voler entrare nel merito dei tempi sollevati dal dibattito. «Prendo atto delle critiche e delle lodi arrivate dal Consiglio ma, trattandosi di un provvedimento tecnico come l’esercizio provvisorio, su tutta una serie di questioni come accise, Irap e pareggio di bilancio, ritengo più opportuno rinviare confronto e l’analisi a lunedì prossimo quando la finanziaria sarà assegnata alle commissioni; per ora rinnovo il ringraziamento a tutti i gruppi consiliari per aver consentito che questo disegno di legge venisse esaminato dall’Aula con procedura d’urgenza».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli ma, al momento dello scrutinio, è stata constatata la mancanza del numero legale; la seduta è stata sospesa per consentire una riunione della conferenza dei capigruppo.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperti i lavori e posto in votazione il passaggio agli articoli del disegno di legge 174 che l’Aula ha approvato con 25 voti favorevoli su 42 votanti (44 consiglieri presenti). Posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n.1 (Cocco Pietro e più), per autorizzare l’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per il 2015 per il periodo di due mesi (dal 1 gennaio 2015 al 28 febbraio 2015), è stato approvato con 25 voti favorevoli su 25 votanti (43 consiglieri presenti). Approvato, quindi, con 26 favorevoli (44 votanti su 46 presenti) l’articolo 2 “entrata in vigore”, il presidente del Consiglio ha posto in votazione il testo finale della legge che è stato approvato dall’assemblea con 26 a favore, 18 contrari (46 presenti e 44 votanti).

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, per l’illustrazione della richiesta, ai sensi dell’articolo 125 comma 4 del regolamento interno, di istituzione di una commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi.

L’esponente della maggioranza ha sottolineato l’opportunità della richiesta avanzata da un gran numero di consiglieri regionali per avere un quadro preciso e dettagliato su un settore che assorbe una grande parte delle risorse disponibili del bilancio regionale. «E’ un tema che riguarda l’intera finanza pubblica – ha spiegato Deriu – e la tenuta dei conti della Regione sarda».

Deriu ha quindi fatto riferimento alla recente legge sulla spesa sanitaria («una pre-riforma o una leggina») per ribadire l’impegno del Consiglio per procedere con una “vera” riforma sanitaria che non potrebbe realizzarsi – a giudizio dell’esponente dei democratici – senza una verifica precisa dei meccanismi di spesa in Sanità e dell’efficacia della stessa. Deriu ha ricordato quindi i tre miliardi di euro destinati al sistema sanitario sardo, sottolineando come ben 2,8 miliardi sono trasferiti direttamente alle aziende sanitarie. «Grande volume di spesa – ha proseguito il consigliere Pd – è destinata al personale ma un’altra parte della spesa deriva dalla contrattazione privata svolta dalle diverse Asl». «Su questa spesa – ha aggiunto Deriu – dovrà fare piena la luce la commissione speciale del Consiglio regionale».

Il consigliere della maggioranza ha quindi rimarcato l’importanza dello “strumento” di una commissione ad hoc per valutare e verificare la spesa sanitaria in Sardegna. «Non sarà un’inchiesta sugli atti di questo o quel governo – ha concluso Roberto Deriu – ma un’indagine sulla spesa pubblica in Sanità per procedere con una reale riforma del sistema sanitario sardo».

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha dichiarato di condividere e sostenere la richiesta dell’istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta sulla spesa sanitaria nell’Isola. «Dobbiamo fare piena luce e chiarezza – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – su ciò che è stata la gestione della sanità in Sardegna». Forma ha quindi ribadito l’opportunità della commissione d’inchiesta e ha definito la richiesta avanzata dal Consiglio “un percorso corretto” auspicato non solo dalla politica ma anche dalle stesse Asl. «Serve un’operazione verità sui costi della sanità sarda – ha insistito Daniela Forma – e sui conti delle Asl che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio». La consigliera del Pd ha concluso auspicando “tempi celeri”, invitando la commissione a concludere i lavori prima della conclusione del mandato dei commissari nelle Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha ricordato, in premessa, che la Regione sarda è l’unica tra quelle del Centro-Sud a non esser stata commissariata dal governo nella gestione della Sanità. Locci si è detto favorevole alla proposta così come illustrata dal consigliere Deriu (Pd). «Siamo favorevoli – ha spiegato Locci – ad una puntuale verifica della finanza regionale anche per superare le reciproche diffidenze rispetto alla gestione della Sanità». «Non serve – ha concluso il consigliere della minoranza – utilizzare la commissione come pretesto per puntare il dito contro i predecessori o come strumento per commissariare nei fatti la Giunta in materia di costi in Sanità».

Angelo Carta (Psd’Az), in apertura del suo intervento, si è chiesto il perché l’assessorato non sia ancora in possesso dei dati analitici sulla sanità. «Si verifica in questo settore ciò che si è verificato in provincia di Nuoro per il comparto dell’Industria. «Anche in quel caso – ha affermato Carta – non si è mai riusciti a capire che fine abbiano fatto gli investimenti statali per il rilancio dell’economia del centro Sardegna».  Il consigliere sardista ha quindi annunciato l’imminente proposta di costituzione di una specifica commissione d’inchiesta  per capire quante imprese del nuorese abbiano beneficiato di fondi pubblici, come siano stati gestiti e quali siano state le ricadute. «E’ la stessa filosofia – ha concluso Carta – che ispira la proposta avanzata dall’onorevole Deriu per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul sistema sanitario sardo».

Luca Pizzuto (Sel) ha espresso soddisfazione per la decisione dell’on. Deriu di proporre una commissione d’inchiesta sulla sanità. «La verità è sempre rivoluzionaria – ha detto Pizzuto citando Pasolini – ci troviamo davanti a un dato di fatto: il bilancio della Regione è quasi interamente assorbito dalla spesa sanitaria. Se le risorse venissero spese solo nell’interesse dei cittadini avremmo la migliore sanità del mondo. Invece sono numerosi gli sprechi e le anomalie gestionali».

Luca Pizzuto ha quindi proposto che la commissione d’inchiesta svolga una’analisi a tutto campo per capire dove sono gli sprechi e le collusioni clientelari che per troppo tempo hanno condizionato la sanità sarda. «Occorre coraggio – ha concluso il consigliere di Sel – per andare a fondo. Per costruire una sanità migliore e liberare risorse per le politiche di sviluppo bisogna abbattere il sistema clientelare e distruggere le collusioni».

Giorgio Oppi (Udc) ha invece chiesto all’Aula di dare mandato al presidente del Consiglio per la nomina della Commissione d’inchiesta sulla sanità. «Sarà quella – ha detto Oppi – la sede deputata a svolgere tutte le verifiche necessarie per far luce su sprechi e incongruenze del sistema sanitario isolano».

Il capogruppo del Centro Democratico Roberto Desini ha attaccato il sistema di gestione della sanità in Sardegna . «Difficile non intervenire quando si sentono alcune affermazioni da parte di chi in passato ha gestito la sanità– ha detto Desini – non è un problema di carattere culturale, è un problema che riguarda tutti i cittadini sardi». L’esponente della maggioranza si è poi augurato che la commissione possa stanare, una volta per tutte, le inefficienze  che hanno caratterizzato il sistema sanitario isolano. «L’obiettivo – ha concluso Desini – è creare l’opportunità di mettere al centro della sanità il cittadino-paziente».

Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, il quale ha ribadito il sostegno all’istituzione della Commissione sulle basi e con gli obiettivi illustrati dal consigliere Roberto Deriu. Fortemente critico verso l’atteggiamento del capogruppo del Cd, Roberto Desini, che con i suoi attacchi verso gli altri «non guarda a quanto accade a casa propria». Pittalis ha sottolineato che l’obiettivo della commissione resta quello di valutare i problemi, per trovare soluzioni, e non usarla come un tribunale, come strumento per lavare panni sporchi o ancora, per «atteggiamenti di rivalsa di qualcuno perché non è stato accontentato nella nomina dei commissari».

Il presidente ha poi dato la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Salute, Luigi Arru ha dato parere favorevole e ha dichiarato di voler sostenere, attraverso il supporto degli uffici dell’assessorato, l’attività della Commissione. Arru ha annunciato di aver dato mandato agli uffici di predisporre l’atlante della sanità sarda con tutti i numeri e verrà messo a disposizione della Commissione. L’assessore ha anche annunciato che il 29 dicembre è stata approvata una delibera, grazie a un accordo con Federfarma, per distribuire nelle farmacie i farmaci da dare ai pazienti che devono proseguire le terapie a casa, inserendo anche i farmaci Nao (anticoagulanti). «Dobbiamo salvare il sistema sanitario nazionale – ha affermato Arru – che è un buon sistema. Ben venga questa commissione». Per quanto riguarda la trasparenza sugli appalti, Arru ha ricordato che con l’istituzione della Centrale unica d’acquisto la trasparenza sarà garantita.

Il presidente ha quindi annunciato che è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo. Il primo firmatario, Pietro Cocco (Pd), ha illustrato il testo che delega il presidente del Consiglio regionale a nominare i componenti della Commissione d’inchiesta che entro sei mesi riferisca al Consiglio sui seguenti punti: «Quale sia l’incidenza della spesa farmaceutica, convenzionata e ospedaliera, quale sia il suo andamento di crescita, quale sia raffronto con la medesima spesa nelle altre regioni italiane; quali siano le differenze di spesa sanitaria alle diverse Asl della Sardegna; quale sia stata la rispondenza tra gli obiettivi aziendali e quelli effettivamente raggiunti; quale Sia la distribuzione delle risorse umane tra medici, paramedici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti; quale sia stata la gestione delle gare pubbliche per l’acquisto di beni e servizi, quali gare abbiano avuto compimento e quali non siano state rese operative, nell’eventualità per quali ragioni; quali possono essere i margini operativi per una contrazione dei costi nel mantenimento dei livelli di assistenza».

Dopo aver avuto il parere favorevole della Giunta, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato. Il presidente ha messo poi in votazione l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio del Consiglio regionale fino al 28 febbraio.

Proseguendo nell’esame dell’ordine del giorno, il presidente Ganau ha avviato la discussione generale della proposta di legge 76/A – “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’identità sarda”, dando la parola al relatore, il presidente della commissione Informazione Gavino Manca, del Pd.

Nella sua relazione, Manca ha ricordato l’articolato confronto svoltosi in commissione anche con il contributo positivo e costruttivo dei consiglieri di minoranza. Siamo consapevoli, ha detto Manca, «della necessità di una legge complessiva che risponda all’evoluzione normativa e tecnologica del mondo dell’informazione, che rende ormai superata la legge regionale del ‘98». Il settore, ha aggiunto Manca, «attraversa una crisi senza precedenti provocata in buona parte dall’avvento del digitale terrestre, dall’espansione di internet e dal calo della raccolta pubblicitaria». Rispetto al testo originario, ha detto ancora il consigliere Manca, «sono state introdotte alcune modifiche soprattutto per correggere una impostazione di una sorta di servizio pubblico che avrebbe comportato problemi sia con la normativa vigente che con il ruolo della Rai, ma il testo mantiene alcuni punti molto qualificanti: il contenuto del servizio richiesto, la concessione di contributi a fronte di pacchetto programmi legati all’informazione locale e a temi di grande rilevanza, come programmi di pubblica utilità, la conoscenza dell’Europa, i minori e i giovani». I criteri per l’attribuzione dei fondi, ha spiegato successivamente il relatore, «sono quelli della copertura territoriale, dell’utenza raggiunta, dei dipendenti a tempo pieno presenti nelle aziende, del ruolo incisivo del Corecom sui controlli relativi al possesso dei requisiti, della possibilità anche per le piccole emittenti associate di accedere ai contributi». Un provvedimento, ha infine sintetizzato Manca, «che auspichiamo possa alleggerire la crisi del comparto».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha sostenuto che «il lungo lavoro sul testo svolto in commissione ci spinge a guardare con occhi diversi la normale dialettica interna del Consiglio regionale, impegnando tutti per una norma equilibrata, con interventi di sistema che senza dare un giudizio sull’editoria sarda nel suo complesso cerca di raggiungere un obiettivo alto». «Al di là di un bilancio dell’esperienza storica della tv locale in Sardegna – ha proseguito Tunis – è chiaro che l’introduzione del digitale è stato un evento di portata storica che ha prodotto risultati negativi in tutta Italia, un contesto che ha trascurato la peculiarità di queste aziende i cui capitali sono non solo economici ma soprattutto in termini di risorse umane tecniche e giornalistiche». Dopo aver ricordato l’intervento della Regione nella precedente legislatura, l’esponente di Forza Italia si è soffermato sui problemi del settore dell’informazione, ponendo l’accento sul fatto che «occorre puntare non solo al funzionamento delle imprese ma alla loro crescita, non basta in altre parole sostenere chi c’è già ma allargare gli spazi di pluralismo, dell’accesso libero all’informazione nel territorio regionale, per consolidare fra l’altro un sistema in grado di far dialogare positivamente istituzioni e i cittadini, fermo restando il valore di un sistema informativo fortemente legato alla nostra identità, alla nostra cultura ed alla nostra lingua».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendetzia) ha assicurato il pieno appoggio alla legge per due ragioni fondamentali. «Noi pensiamo – ha affermato – che un settore che occupa in Sardegna circa 200 persone, con aziende i cui ricavi provengono per due terzi dal mercato pubblicitario, ha elementi non certo trascurabili anche perché in profonda crisi, dovuta al momento economico generale ma anche ad un deficit di credibilità per l’aumento progressivo degli spazi del digitale terrestre». C’è poi, ha dichiarato Zedda, «un fattore specifico della Sardegna dove il costo del personale e dei contratti ha avuto incidenza del 59% sulla spesa complessiva delle aziende, dato quasi doppio rispetto alla media nazionale». Il consigliere ha poi ricordato le difficoltà di reti televisive come Sardegna Uno, in forte ristrutturazione, di Videolina dove sono state avviate le procedure di mobilità, di Cinque stelle dove non vengono pagati da mesi gli stipendi, soffermandosi poi sul valore democratico e civile dell’informazione locale: «La tv garantisce fra l’altro – ha sostenuto – il diritto popoli a non uniformarsi ad un certo pensiero unico, è un grande veicolo di trasmissione informazioni, informa l’opinione pubblica, orienta scelte, comportamenti e linguaggi, rappresenta uno strumento importantissimo per l’affermazione della nostra identità, della nostra cultura, delle nostre differenze e specificità».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha espresso l’opinione che la legge sia «un’occasione da cogliere per riaprire su basi buone il rapporto della Regione con l’Europa, affermando con forza in quella sede che il riferimento all’identità sarda non è un espediente per attirare aiuti di Stato ma, a supporto di questa azione, occorre un ruolo politicamente incisivo della Giunta regionale senza la mediazione del Governo centrale». E’sbagliato, secondo Floris, «lasciare questo problema sullo sfondo, anche perché la Sardegna non parte affatto da zero; abbiamo fatto due conferenze sulle politiche regionali ed europee approvando il cosiddetto documento di Cagliari sui rapporti fra Europa, Regioni e Regioni speciali, partiamo da qui».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha messo in luce il ruolo importantissimo della stampa e dell’editoria anche nella ripresa economica, ideale e di valori della nostra società che tutti auspichiamo. «Il settore – ha ricordato – subisce gli effetti di una crisi profonda che ha il suo epicentro nel lavoro di diverse categorie produttive, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticare che la libertà di stampa è un valore assoluto che deve restare libero da ogni condizionamento». «In commissione – ha continuato Pittalis – abbiamo fatto il possibile anche per avere iter accelerato del provvedimento ma forse velocità ci ha fatto perdere di vista la valutazione di alcuni aspetti e cioè che la legge doveva essere approvata entro il 2014 mentre oggi abbiamo qualche problema di copertura finanziaria». Speriamo che il governo non faccia obiezioni, ha concluso Pittalis, annunciando il voto favorevole del suo gruppo «nonostante la maggioranza sia a ranghi ridottissimi» ed insistendo su «uno sforzo ulteriore per dare alla Sardegna una legge organica di riforma dell’informazione».

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino, che ha evidenziato la situazione di crisi che investe il settore della emittenza televisiva privata ed ha confermato a questo proposito, l’impegno responsabile delle istituzioni e della Regione sarda, in particolare. L’assessore ha quindi dichiarato il parere favorevole dell’esecutivo per il provvedimento che – a suo giudizio – offre risposte in ordine a due temi fondamentali. Da una lato, la salvaguardia dei livelli occupazionali e dall’altro la tutela e la valorizzazione della lingua sarda.

L’assessore Firino ha definito la legge in discussione, un primo passo nel verso di una rivisitazione delle norme in materia di emittenza e editoria ed ha concluso evidenziando come l’attuale normativa non tenga conto della editoria on line.

Il consigliere di FdI (gruppo Sardegna), Paolo Truzzu, in sede di dichiarazione di voto, ha preannunciato il voto favorevole («non è la migliore delle leggi ma è una legge giusta e equa») al provvedimento, auspicando una riforma dell’intero sistema dell’editoria sarda.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, nel ribadire i valori della libera informazione e della democrazia ha preannunciato voto favorevole «in memoria dei giornalisti morti a Parigi per difendere la libertà e la democrazia».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi proposto un minuto di silenzio in segno di lutto e solidarietà per le vittime dei tragici fatti di Parigi.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accolto l’invito del capogruppo Pittalis ed ha invitato i consiglieri ad alzarsi in piedi per il tributo dell’Assemblea sarda alle vittime di Parigi.

Terminato il minuto di raccoglimento l’Aula ha proceduto con la votazione del passaggio agli articoli (approvato) e di seguito con l’approvazione dell’articolo 1 (modifiche all’articolo 1 della legge regionale 22\98 – Finalità) e con 39 favorevoli su 39 votanti (40 presenti) ha dato disco verde anche all’articolo 2 (destinatari degli interventi).

Aperta a discussione sull’articolo 3 (requisiti) il presidente ha annunciato la presentazione di 7 emendamenti.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca ha quindi formulato parere favorevole per gli emendamenti, a firma Cocco Pietro e più, n. 3, 4, 5, 6, 7, 13  e parere contrario per l’emendamento n.2 (Truzzu). La Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore e l’Aula ha approvato l’emendamento n. 3 che sopprime il comma 2 dell’articolo 3; l’emendamento n. 4 che sostituisce la lettera c) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «c) possedere una stabile organizzazione redazionale dotata di giornalisti e personale tecnico amministrativo con rapporto di lavoro a tempo indeterminato assunto con contratto di categoria e un direttore responsabile»; e l’emendamento n. 5 che sostituisce la lettera d) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «d) essere in regola con il versamento degli oneri previdenziali e assistenziali attestato attraverso il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) dall’Inpgi o, per il personale non giornalistico, dall’Inps».

Il presidente preso atto dell’approvazione dell’emendamento n. 5 ha dichiarato decaduto l’emendamento n. 2 (Truzzu). Posto in votazione e approvato il testo dell’articolo 3, il presidente Ganau ha proceduto con la votazione degli emendamenti aggiuntivi e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 6 che aggiunge, dopo la lettera “a bis”) del comma 1 la dicitura “essere società costituite da almeno 36 mesi”: l’emendamento n. 13 che alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 3) dopo la parola “popolazione” aggiunge le seguenti: “a tal fine le emittenti televisive possono costituire un raggruppamento temporaneo di imprese o un consorzio”; e l’emendamento n. 7 che dopo il comma 1) dell’articolo 3 aggiunge il seguente: «1-bis) Alle emittenti che trasmettono in ambito locale televisivo in assenza del requisito di cui alla lettera e) del presente articolo la Giunta regionale, con delibera di cui al comma 3) dell’articolo 24 bis, riserva il 15 per cento delle risorse previste dalla presente legge, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite nella medesima delibera».

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 4 per il quale sono stati presentati due emendamenti sostitutivi parziali e uno aggiuntivo. Per tutti, il presidente della Seconda Commissione, Gavino Manca, ha dato parere favorevole.

Il primo emendamento, presentato da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione elimina la previsione di specifici programmi dedicati alle donne da parte delle emittenti beneficiare delle provvidenze. Il secondo, anche questo bipartisan, stabilisce che i contributi vengano erogati alle aziende editoriali in base al numero di giornalisti e tecnici assunti a tempo indeterminato. Il terzo emendamento, aggiuntivo, prevede l’obbligo da parte della Giunta di presentare una relazione dettagliata sull’attuazione degli interventi e dei risultati ottenuti. Gli emendamenti e il testo dell’articolo sono stati approvati dall’Aula.

L’Assemblea ha poi esaminato l’articolo 6 (norma finanziaria) al quale è stato presentato un emendamento sostitutivo totale che  individua la copertura finanziaria della legge negli stanziamenti ordinari di bilancio destinati alla legge regionale 22/1998 Legge per l’editoria). L’emendamento, per il quale il presidente della Seconda Commissione Gavino Manca ha dato parere favorevole, ha ottenuto il via libera dall’Aula.  Il Consiglio ha quindi approvato l’articolo 7 e votato il testo finale della legge.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione la mozione n. 58 «sulla richiesta di una moratoria internazionale sull’attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio».

Modesto Fenu (Zona Franca), primo firmatario del documento, ha illustrato la mozione e chiarito il significato dell’iniziativa parlamentare. «C’è una palese ingiustizia subita dai cacciatori sardi, nonostante le competenza primaria in materia venatoria da parte della Regione – ha detto Fenu – la mozione punta a garantire alle doppiette nostrane le stesse opportunità date ai cacciatori delle altre regioni italiane». Fenu ha poi ricordato la recente sentenza della Corte di Strasburgo che riconosce alle associazioni venatorie un ruolo di primo piano nella gestione e difesa del territorio, un ruolo riconosciuto anche in Sardegna per l’abbattimento delle specie nocive. «L’attività delle associazioni venatorie è utile a garantire un migliore governo del territorio – ha sostenuto l’esponente della minoranza – non si capisce per quale motivo la caccia ai turdidi si deve concludere l’8 gennaio in Sardegna mentre nelle altre regioni si posticipa al 31 gennaio. Chiediamo che ai cacciatori sardi venga assicurato lo stesso trattamento riservato a quelli italiani ed europei».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha chiarito che la Giunta è attenta a tutte le questioni che riguardano l’attività venatoria in Sardegna soffermandosi su alcuni punti della mozione. In particolare, Spano ha spiegato che la Giunta ha partecipato al tavolo tecnico con il Governo e ha fornito diversi spunti al Ministero. «Abbiamo chiesto un approfondimento per capire il perché delle differenze nel calendario venatorio tra Sardegna e Corsica e manifestato la necessità di un approfondimento per rivisitare le date in modo che i cacciatori sardi non siano discriminati, il primo principio da seguire, in ogni caso, è sempre quello della protezione della specie».

A conclusione del suo intervento, Donatella Spano ha annunciato la presentazione, a breve, del Piano faunistico regionale e del regolamento di attuazione della legge 23 in linea con le peculiarità del territorio sardo e in armonia con la normativa nazionale e internazionale.

 Il presidente ha dato quindi la parola per la replica a Modesto Fenu (Sardegna): «Penso che ognuno debba rendersi responsabile di quello che dice», ha affermato rivolgendosi a uno scambio avuto poco prima con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. «Credo che questa mozione sia meritevole di essere sostenuta dal Consiglio», ha aggiunto Fenu ricordando di aver manifestato la disponibilità a togliere i due punti che non convincono l’assessore e ha esortato l’Aula a votare la mozione in maniera unitaria. Pietro Cocco (Pd) è intervenuto per dichiarare di non sapere di cosa stesse parlando il collega Fenu e ha affermato di condividere appieno quanto affermato dall’assessore Spano. Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente ha dato la parola al presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd) il quale ha proposto di dare il tempo all’assessore di attuare l’impegno preso oggi, ritirare la mozione e, dopo la Finanziaria, riprendere l’esame della situazione in commissione.

Hanno poi annunciato voto favorevole Pietro Pittalis (FI), Angelo Carta (Psd’Az) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi).

Il presidente ha messo in votazione la mozione con procedimento elettronico per la verifica del numero legale. Non essendoci il numero legale, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocherà il Consiglio a domicilio.

Il Consiglio regionale sta esaminando la mozione 106 (Dedoni e più) sulla mancata erogazione dei contributi regionali alle famiglie numerose (bonus famiglia).

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha detto in aula che si tratta dell’ultimo punto all’ordine del giorno della seduta di oggi.

Il primo punto all’ordine del giorno di domani, dalle 10 e 30 in poi, sarà la proposta di legge 76/A (Gavino Manca e più) “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”.

Seguirà l’esame: della richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, dell’esercizio provvisorio e della mozione 58 (Fenu e più)  sulla richiesta di una moratoria internazionale sull’attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio.

Gianfranco Ganau 1 copia

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, interviene in merito alla difficile situazione  che sta attraversando l’emittente televisiva regionale 5Stelle TV  che da ieri ha interrotto tutte le trasmissioni, scelta dettata da un braccio di ferro ormai in atto da diversi mesi con l’editore. «Preoccupa, e non poco, quanto sta accadendo al mondo dell’informazione regionale. Non è certo compito della politica entrare nel merito di scelte imprenditoriali – sottolinea Ganau – ma credo sia necessario lavorare tutti insieme affinché dignità e professionalità dei lavoratori vengano sempre rispettate e salvaguardate.»

La crisi dell’editoria colpisce evidentemente piccole e grandi aziende; è di qualche settimana fa la notizia che anche Videolina sta aprendo le procedura di mobilità con la prospettiva di licenziamento di metà del personale tra giornalisti, impiegati e tecnici di produzione. La redazione di 5StelleTV compreso il personale amministrativo  ha sette mensilità arretrate e ha già chiuso gli uffici di corrispondenza di Sassari, Nuoro e Cagliari  licenziando sette persone tra giornalisti e tecnici.

«Una situazione sempre più drammatica – aggiunge il presidente Ganau – che va lentamente ad impoverire il panorama dell’informazione e del confronto e di conseguenza della democrazia. Il Consiglio regionale proverà a fare la sua parte  per venire incontro alla difficile contingenza economica delle imprese dell’informazione televisiva locale.» 

E’ stata approvata di recente dalla seconda commissione consiliare la proposta di legge sulle “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’identità sarda” (primo firmatario l’on. Gavino Manca). L’obiettivo non secondario della legge è anche quello di individuare delle soluzioni utili a sostenere il settore dell’emittenza televisiva locale, attribuendo al Corecom – appena rinnovato – un ruolo strategico nella scelta dei criteri e delle modalità per l’attribuzione dei contributi e, soprattutto, il compito di verificare i requisiti e il pieno rispetto da parte delle aziende degli obblighi previsti, salvaguardando i livelli occupazionali.

«L’impegno – conclude il presidente Ganau – è quello di far approdare in aula al più presto il testo approvato all’unanimità in commissione».

 

Gavino Manca

«La Sardegna olimpica è una sfida da vincere. La candidatura diffusa per i giochi del 2020, che coinvolge non solo Roma ma anche altre realtà del Paese, ad incominciare dalla Sardegna, da Firenze e Napoli, è infatti, una straordinaria opportunità che grazie all’iniziativa del governo Renzi, dobbiamo dimostrare di saper cogliere e valorizzare a pieno in chiave sportiva, turistica, culturale e sociale.» Lo ha detto oggi il consigliere regionale Gavino Manca (PD), commentando l’annuncio della candidatura dell’Italia per l’organizzazione delle Olimpiadi del 2024.
«Lo affermo
– ha aggiunto Manca – pensando, non soltanto ai campi di gara e alle infrastrutture sportive, ma soprattutto in riferimento ai valori profondi che caratterizzano il nostro popolo e che possono essere ricompresi tra gli universali valori del cosiddetto “spirito olimpico”. Lealtà, solidarietà, spirito di sacrificio, orgoglio, ospitalità  e amicizia sono i valori in cui i sardi da sempre si riconoscono e che hanno nella nostra terra e nella nostra gente il migliore dei testimonial possibili. Fare della Sardegna una vetrina di bellezze, un terreno di incontro e di scambi tra culture, una terra di pace e di sport è il successo da realizzare insieme con tutti i sardi».

Maria Grazia Piras A copia

«La proroga del regime di essenzialità per il sistema energetico sardo è strategica per il governo regionale; per ora l’abbiamo ottenuta fino ad aprile 2015 ma il nostro obiettivo è estenderla a tutto l’anno e definire con il Governo nazionale i termini della questione energetica.»
Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso di una audizione davanti alla quinta commissione (Attività produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto.

«Il regime di essenzialità – ha aggiunto l’assessore – ha permesso finora alle aziende del settore di operare con minori costi e realizzare utili importanti, assicurando nello stesso tempo una certa stabilità del sistema regionale.»
«Tuttavia – ha avvertito l’assessore Piras – i tre principali poli energetici della Sardegna presentano significative criticità: dalla centrale E.On di Fiumesanto (Porto Torres) formalmente in vendita ed in procinto di andare fuori norma nel 2016, ad Ottana Energia colpita dalla crisi europea che ha investito di conseguenza Ottana polimeri, al sito Enel del Sulcis, che ha una sua debolezza strutturale.»
«Per queste ragioni – ha detto ancora l’esponente della Giunta – poter contare sul regime di essenzialità significa da un lato tutelare le centrali sarde da pericolosi processi di dismissione e, dall’altro, rilanciare la questione energetica che rappresenta una parte importante della vertenza che la Regione ha aperto da tempo con lo Stato.»
«Una vertenza che – ha chiarito l’assessore Piras – inquadra la metanizzazione come elemento fondamentale di riequilibrio dello svantaggio competitivo della Sardegna; un progetto al quale stiamo lavorando con grande impegno e che non abbiamo affatto abbandonato con la fuoriuscita dal Galsi (ma solo per la parte algerina). Le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente due: la realizzazione di un gasdotto Sardegna-Toscana che sarebbe la più conveniente per tutti gli utilizzatori finali (Industria e famiglie) o di un rigassificatore, certamente più oneroso sotto tutti gli aspetti.»
Per quanto riguarda i costi del gasdotto, secondo una stima attendibile, sarebbero di 1 miliardo e 200 milioni di euro, cifra che secondo l’assessore Piras, potrebbe essere coperta «dal concorso di più soggetti, dallo Stato ai privati, alla stessa Unione europea che potrebbe inserire il progetto nel programma di investimenti finalizzati alla crescita che sta per essere varato». La commissione, al termine di un breve dibattito nel corso del quale sono intervenuti i consiglieri Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Pietro Comandini e Cesare Moriconi del Pd e Gianluigi Rubiu dell’Udc, ha deciso di dedicare una seduta ad hoc ai problemi dell’energia, subito dopo la pausa festiva.

Da domani riprende il lavoro delle commissioni consiliari. La quarta commissione “Ambiente”, presieduta da Antonio Solinas,  si riunisce alle 10 per esaminare il DL 134 (Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna, ai sensi dell’articolo 2, comma 186 bis, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152). Nel pomeriggio, dalle 16.00, all’esame dell’organismo consiliare  il progetto di legge 159 (proroga del termine della legge regionale n. 3/2013 e successive modifiche ed integrazioni).

Sempre martedì alle 16 si riunisce la quinta“Attività produttive”. All’ordine del giorno dei commissari, presieduti da Luigi Lotto, il disegno di legge 98 (soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione), la proposta di legge 6 (soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna promozione), la proposta di legge 12 (soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna promozione), il testo unico proposte di legge 45-61 (apicoltura). Seguirà l’audizione dell’Assessore regionale dell’Industria sulle criticità relative al mancato riconoscimento del regime di essenzialità per le centrali elettriche sarde.

Martedì, alle 10.00, in sesta commissione “Salute e politiche sociali”, presieduta da Raimondo Perra, saranno sentiti, sulle problematiche sanitarie connesse all’amianto, il presidente dell’associazione regionale ex esposti Amianto Sardegna (AREAS) e il presidente dell’associazione familiari e Vittime Amianto A.F. e V. A. Sardegna Onlus. Seguirà l’audizione dell’assessore regionale alla sanità sul disegno di legge 149 (disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana) e sul progetto di legge 92 Piano di eradicazione della peste suina africana). Compatibilmente con i  lavori del Consiglio la seconda commissione “Lavoro”, presieduta da Gavino Manca, è convocata giovedì 18 dicembre 2014 alle ore 16.00. All’ordine del giorno il progetto 32 (Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche 2015/2016 – Linee guida) e le audizioni del Direttore dell’Ufficio Scolastico regionale; di ANCI-UPS-ASEL e di CGIL-CISL-UIL Scuola.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

La VI commissione ha dato il via libera all’introduzione del reddito Isee con tetto massimo a 35mila euro per poter partecipare all’assegnazione degli assegni di merito. La decisione è arrivata a conclusione dell’audizione dell’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, che ha illustrato nel dettaglio la deliberazione dello scorso 2 dicembre che stabilisce criteri e modalità di attuazione degli interventi relativi agli assegni di merito. «La decisione di affiancare ai meriti scolastici anche il requisito del reddito per essere ammessi ai benefici di legge – ha dichiarato, Gavino Manca – è giustificata principalmente dalla sensibile riduzione delle risorse a disposizione, infatti, si è passati dai circa 12 milioni di euro di stanziamenti dello scorso anno agli attuali tre milioni di euro».

La posizione espressa dal presidente, che ha fatto sintesi delle diverse dichiarazioni in proposito rese dai consiglieri appartenenti sia ai gruppi di maggioranza che dell’opposizione, è in linea anche con quanto dichiarato in proposito dall’assessore Claudia Firino: «Gli assegni di merito sono destinati a chi vanta un ottimo curriculum studiorium ma in un contesto di riduzione delle risorse, di crisi e dinanzi al drastico calo delle iscrizioni nelle università dell’Isola, ho ritenuto opportuno introdurre un limite al reddito per l’ammissibilità della domande». Restano invariati i criteri riguardanti la votazione del titolo di studio: (85/100) per i diplomati nell’anno scolastico 2012/2013 e iscritti nell’anno accademico 2013/2014 alla prima annualità di un corso di laurea o di laurea magistrale in una delle Università italiane; e la richiesta di votazione non inferiore a 100/110 per gli iscritti nell’anno accademico 2012/2013 alla prima annualità di un corso di laurea magistrale con titolo di diploma di laurea triennale.

In sede di formazione delle graduatorie degli studenti beneficiari dell’assegno regionale, in caso di parità di punteggio, saranno presi in considerazione: la votazione media, lo status di studente “fuori sede” o “in sede” e il minor reddito.

L’assegno di merito ha inoltre spiegato l’assessore Firino è cumulabile con i finanziamenti per la partecipazione ai programmi comunitari (Socrates ed Erasmus) ed è integrabile con il contributo “fitto casa” (legge regionale n. 2/2007). La somma massima concedibile per studente è di 2.800 euro per gli studenti in sede e di 6.000 euro per quelli fuori sede.

Per quanto attiene alla possibilità di estendere anche agli studenti delle facoltà umanistiche l’attribuzione degli assegni di merito, l’assessore Firino si è detta disponibile a valutare positivamente l’invito della commissione per una modifica della legge regionale n. 3 del 5 marzo 2008 laddove stabilisce che siano riservati solo ai giovani studenti iscritti in corsi di laurea in area scientifica.

La Seconda commissione ha inoltre dato parere favorevole alla deliberazione n. 48/30 del 2 dicembre 2014 che ha previsto uno stanziamento straordinario di 1.485.636,81  euro per il diritto alla studio ai sensi della legge regionale n. 31/1984, per l’anno scolastico 2014-2015.

I fondi sono destinati ai Comuni che, a seguito dei provvedimenti di soppressione di classe e scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, hanno dovuto provvedere ad organizzare il servizio di trasporto pubblico degli alunni residenti presso le sedi scolastiche ubicate in altri Comuni.

Nella medesima deliberazione della Giunta, ulteriori 14.363 euro sono stati destinati in favore dei Comuni che, per errori materiali, non hanno potuto usufruire delle risorse nazionali del “Welfare dello studente”, concernente l’incremento dei servizi per favorire l’accesso e la frequenza dei corsi scolastici agli studenti con disabilità ai sensi della legge n. 104 del 5 febbraio 1992.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha invece rinviato il parere alla deliberazione 48/24 del 2 dicembre 2014 sul piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2015/2016. «Serve una valutazione approfondita sui contenuti e le linee guida – ha dichiarato Manca – e il tema sarà oggetto di confronto anche all’interno dei singoli gruppi consiliari e delle forze della maggioranza.»

    

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Commissioni del Consiglio regionale al lavoro da martedì pomeriggio. La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà mercoledì, 26 novembre, alle 10.00.

All’ordine del giorno: l’elezione di un segretario e i seguenti pareri: Soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione); Testo unificato sulla norma di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo); l’esame della proposta di legge sull’abrogazione della L.R. n. 19 del 2000 ”Istituzione del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro”) e la programmazione dei lavori, in particolare sulla riforma degli Enti locali. E’ prevista anche l’audizione dei componenti della Commissione Paritetica di cui all’art. 56 dello Statuto speciale.

Mercoledì si riunirà, alle 10.00, anche la Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd).

All’ordine del giorno il programma regionale di sviluppo. XV legislatura. 2014-2019; il riconoscimento del titolo di studio del tecnico dei servizi socio-sanitari; la ricognizione della situazione precari nel sistema regionale. In caso di necessità i lavori proseguiranno nel pomeriggio con lo stesso ordine del giorno.

La Terza commissione (Programmazione, bilancio e politiche europee), presieduta da Franco Sabatini (Pd), si riunirà domani, 25 novembre, alle 16.00.

All’ordine del giorno: audizione dei rappresentanti degli enti locali sul Programma regionale di sviluppo – XV legislatura 2014-2019; pareri finanziari sul Testo Unico della norma di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo e sulla proposta di legge sulle norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda); seguito esame Programma regionale di sviluppo 2014-2019.

I lavori proseguiranno nel pomeriggio e nella mattinata di giovedì 27 novembre con l’esame del Programma regionale di sviluppo 2014-2019. Giovedì pomeriggio, alle 17, la Commissione sentirà, in audizione, le Autorità di gestione dei programmi operativi FESR, FSE, PSR in merito al raccordo tra il Programma regionale di sviluppo e la Programmazione europea, lo stato di avanzamento finanziario della Programmazione 2007-2013, lo stato dei negoziati in corso relativi alla Programmazione 2014-2020, il recepimento nei Programmi operativi degli indirizzi deliberati dal Consiglio regionale con Risoluzione n. 2 del 10 luglio 2014.

La Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd) si riunirà mercoledì, alle 15,30. All’ordine del giorno: esame del D.L. 140 (mantenimento dei livelli essenziali di servizio pubblico di trasporto marittimo con le isole minori. Modifiche all’articolo 5, comma 32, della legge regionale n. 7 del 2014 19 novembre 2014); audizione dell’assessore regionale dei Trasporti; esame del disegno di legge sulle norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia). Se necessario lavori proseguiranno giovedì 27 novembre alle 10.00.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà domani, 25 novembre, alle 17.00.

All’ordine del giorno: audizione dell’assessore regionale dell’Agricoltura sullo stato dei risarcimenti danni da calamità naturale e sugli effetti derivanti dall’aggiornamento della classificazione delle aree agricole sarde operate da AGEA ai fini della corresponsione dei contributi comunitari.

I lavori proseguiranno con l’audizione di Confederdia sullo stato della stabilizzazione dei dipendenti ARA; audizione di ARA Sardegna sulle problematiche relative alle risorse finanziarie dell’associazione; audizione dell’Associazione interprovinciale allevatori di Nuoro-Ogliastra in merito al commissariamento dell’Associazione; audizione di Federalberghi – Confcommercio Sardegna sulle proposte di legge all’esame della Commissione in materia di multifunzionalità in agricoltura.

I lavori proseguiranno mercoledì, alle 10,30. All’ordine del giorno: esame del T.U. delle proposte di legge sulla multifunzionalità in agricoltura; parere sulle parti di competenza del Programma regionale di sviluppo XV legislatura 2014-2019; proposta di legge regionale per l’incentivazione dell’allevamento apistico e per la tutela e la salvaguardia dell’Apis mellifera ligustica; esame della proposta di legge sulle disposizioni in materia di apicoltura. I lavori della commissione proseguiranno nel pomeriggio alle 16 con lo stesso ordine del giorno.

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà mercoledì, alle 10,30.

All’ordine del giorno: parere sulle parti di competenza del Programma regionale di sviluppo. XV legislatura. 2014-2019; P/26  (Contratti di Formazione Specialistica per la frequenza delle Scuole di Specializzazione in discipline mediche delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università degli Studi di Cagliari e di Sassari – a.a. 2013/2014. euro 2.550.000. Capitolo SC02.1118 – U.P.B. S02.04.010); esame della proposta di legge sulle norme sui controlli sulle merci in ingresso nella Regione Sardegna; esame della proposta di legge su interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali ed europei. I lavori, se necessario, proseguiranno nel pomeriggio.