4 June, 2023
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Si è svolto il 13 maggio, in diretta streaming, l’evento finale del progetto “Competenza e impresa per lo sviluppo costiero sostenibile”, promosso e realizzato dal FLAG Sardegna Sud Occidentale e dall’agenzia formativa IFOLD, con il supporto tecnico della società Poliste. Durante l’evento dal titolo “Nuovi imprenditori e nuove energie in rete nel Sud Ovest della Sardegna” sono stati presentati i risultati raggiunti, sentite le testimonianze dalla viva voce dei partecipanti ai percorsi e presentate numerose opportunità per lo start up di impresa e lo sviluppo dell’occupazione.

L’evento è stato aperto dalle rappresentanti del raggruppamento (RST, raggruppamento strategico territoriale) che ha promosso e realizzato i percorsi: Nicoletta Piras, direttrice del FLAG Sardegna Sud Occidentale; Mariolina Fusco e Marta Cadinu, rispettivamente direttrice e coordinatrice didattica dell’agenzia formativa Ifold. L’evento ha visto la partecipazione del direttore generale del lavoro della Regione Sardegna Roberto Doneddu; del responsabile cooperazione territoriale del CRP della Regione Sardegna Gianluca Cadeddu; del direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese e del responsabile Microcredito dello stesso ente Giuseppe Pirisi; del sindaco di Santadi Massimo Impera; del sindaco di Masainas Ivo Melis; dell’imprenditore del settore pesca e consigliere di amministrazione del FLAG Sardegna Sud Occidentale Aldo Vigo. Sono intervenuti alcuni dei partecipanti ai percorsi formativi: Emanuele Musu (Piscinas); Luigina Fois (Piscinas); Antonia Monica Mameli (Domusnovas); Marco Orrù (Sant’Antioco); Sabrina Madeddu (Iglesias); Gabriele Zedda (Teulada). Ha facilitato l’evento Serenella Paci della società Poliste.

«Molte delle idee che hanno preso forma durante i percorsi di formazione e accompagnamento alla creazione di impresa promossi dal FLAG stanno trovando finanziamento e attuazione grazie a un premio a fondo perduto dedicato alle imprese extra agricole sostenibili promosso dal GAL Sulcis», spiega Nicoletta Piras, direttrice del FLAG e del GAL.

Il progetto è finanziato dalla Regione Sardegna con fondi FSE per la Green&Blue Economy e dal 2017 a oggi ha coinvolto 60 partecipanti in percorsi di formazione e accompagnamento alla creazione di impresa nel territorio della Sardegna del Sud Ovest. Si tratta di uno dei quattro progetti – conosciuti nel territorio come “Chi partecipa conta!” – che hanno promosso negli ultimi anni percorsi di creazione di impresa e formazione green job che hanno visto come partner il GAL Sulcis Iglesiente e il FLAG Sardegna Sud Occidentale.

«I risultati di questo percorsoconclude Cristoforo Luciano Piras, presidente del FLAG e del GALtestimoniano che il modello culturale del nostro territorio sta cambiando: in tanti vogliono fare impresa e vogliono farla qui. Noi stiamo facendo di tutto per sostenerli e per costruire con loro un nuovo modello di sviluppo del territorio basato sulla valorizzazione del patrimonio agroalimentare, ambientale, paesaggistico e culturale.»

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La commissione Bilancio del Consiglio regionale, all’unanimità, ha espresso parere favorevole alle delibere della Giunta 13/11 e 17/18 approvate rispettivamente il 17 marzo e il 1 aprile 2020 per contrastare l’emergenza Covid-19.
La prima individua misure urgenti a sostegno del sistema produttivo isolano con quattro linee di intervento:
1) 50 milioni di euro del Fondo regionale di garanzia per le PMI gestito dalla Sfirs vengono destinate a forme di garanzia diretta: 25 milioni andranno alle imprese del settore turistico e 25 agli altri settori produttivi.
2) sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti regionali
3) 20 milioni di euro per forme di finanza innovativa: lending, cambiali finanziarie, anticipo di fatture digitale
4) 20 milioni di euro per l’erogazione di finanziamento a condizioni di mercato da parte della Regione tramite Sfirs.
La seconda delibera, invece, estende a tutti i finanziamenti in ammortamento concessi dalla Regione la sospensione dei pagamenti fino al 30 settembre 2020 anche per la quota interessi.
Nei pareri, la Commissione invita la Giunta, visto il tempo trascorso dalla adozione delle due delibere e in considerazione dei nuovi provvedimenti a favore delle imprese, adottati e in via di adozione da parte del Governo nazionale, a una verifica dell’attualità dei provvedimenti e alla loro efficacia in modo da evitare sovrapposizioni con gli interventi statali.
Su questo punto l’assessore Giuseppe Fasolino e il direttore dell’Unità di progetto per la Programmazione unitaria, Gianluca Cadeddu, hanno rassicurato la Commissione spiegando che le due delibere contengono una clausola che accoglie automaticamente tutti i miglioramenti previsti da norme statali e comunitarie.
Nel corso della seduta gli esponenti dell’opposizione Massimo Zedda (Progressisti), Eugenio Lai (Leu), Alessandro Solinas (M5S) e i consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Giuseppe Meloni, hanno invitato l’assessore Giuseppe Fasolino a un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale dichiarando la disponibilità della minoranza a fare la sua parte per provare a superare il momento drammatico che la Sardegna si trova ad affrontare. In particolare, le opposizioni hanno insistito sull’opportunità di prevedere un finanziamento a fondo perduto per le piccole e micro imprese della Sardegna nel prossimo provvedimento da 200 milioni di euro che la Giunta si appresta a presentare in Consiglio e su cui si concentra il confronto con la maggioranza.
I consiglieri di opposizione hanno poi suggerito all’esecutivo una rapida e puntuale ricognizione sul bilancio regionale, in modo da recuperare le somme non impegnate (o che non potranno essere spese) e metterle a disposizioni per gli interventi rivolti al contrasto dell’emergenza Covid-19. L’assessore Giuseppe Fasolino ha molto apprezzato l’atteggiamento costruttivo delle opposizioni e si è detto d’accordo sulla necessità di una immediata verifica non solo sulle risorse regionali ma anche su quelle europee. Sulle misure a fondo perduto, Giuseppe Fasolino non ha chiuso del tutto le porte alla proposta della minoranza: «Aspettiamo di capire cosa deciderà il Governo. Una volta che il quadro finanziario delle misure a sostegno delle imprese sarà più chiaro allora potremo ragionare su cosa fare coinvolgendo anche altri soggetti come le Camere di Commercio che, in alcuni territori della Sardegna, hanno già pensato a interventi di questo tipo con un attenta analisi del fabbisogno – ha detto Giuseppe Fasolino bisogna però essere chiari:è vero che le imprese hanno bisogno di un immediato ristoro per i danni economici subiti ma è ancora più importante pensare a come farle ripartire. Mi piacerebbe che questo Consiglio venisse ricordato come quello che meglio di tutti è riuscito a interpretare le esigenze del momento garantendo un futuro migliore al proprio tessuto economico».
Dubbi su una misura a fondo perduto, invece, da parte del consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa: «Bisogna capire qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere. In questo momento la proposta e insostenibile. Se si volessero dare mille euro a ogni piccola o micro impresa servirebbero 80 milioni di euro. Se la cifra invece dovesse aggirarsi tra i 10 e i 15mila euro allora si andrebbe oltre il miliardo».

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Venerdì 13 dicembre, alle 10.00, a Santadi, presso la Cantina sociale, si terrà l’evento conclusivo del progetto Competenza e impresa per lo sviluppo rurale sostenibile, che ha visto coinvolti 52 potenziali nuovi imprenditori del territorio.

L’evento chiude il progetto Competenza e impresa per lo sviluppo rurale sostenibile, attuato nell’ambito dell’avviso Pubblico Misure integrate tra sviluppo locale partecipativo e occupazione negli ambiti della Green & Blue Economy, Linee di sviluppo progettuale 2 e 3 POR Sardegna 2014/2020, dalla RTI composta dall’agenzia formativa IFOLD e dal GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, con il supporto tecnico della società Poliste.

«I precorsi sulla creazione di impresa per lo sviluppo rurale sostenibile – sottolinea Cristoforo Luciano Piras, presidente del GAL – hanno coinvolto 52 partecipanti e nascono dalla convinzione del GAL  che lo sviluppo del territorio passi necessariamente attraverso un cambiamento culturale che i giovani e meno giovani, possono attuare con successo nei prossimi anni. L’evento, vedrà il coinvolgimento dei vertici del Centro Regionale di Programmazione e dell’Assessorato al lavoro, saranno infatti presenti gli assessori regionali e ci sarà una parte relativa alle opportunità di finanziamento presenti al momento per il territorio. Durante l’incontro i partecipanti ai percorsi avranno inoltre modo di raccontare la propria idea, in un momento di confronto e discussione utile, anche per mettere le basi per nuove reti e valorizzare tutto il lavoro fatto.»

Interverranno all’incontro Cristoforo Luciano Piras, presidente del GAL Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari; Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi; Elio Sundas, sindaco del comune di Santadi; Mariolina Fusco, direttrice regionale Agenzia formativa Ifold; Marco Naseddu, Centro Regionale di Programmazione, Regione Sardegna; Gianluca Cadeddu, Centro Regionale di Programmazione, Regione Sardegna; Gianmarco Verachi, Invitalia; Nicoletta Piras, direttore del GAL Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari; Roberto Doneddu, Autorità di Gestione per il FSE in ambito Regionale; chiuderà i lavori Giuseppe Fasolino, assessore regionale della Programmazione.

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La Sardegna è tra le ultime regioni europee per indice di competitività, esattamente al 234° posto su 268 regioni, con un peggioramento rispetto alla rilevazione del 2016 di ben 14 posizioni. Un dato che unito a quello che vede in fondo alla graduatoria, prevalentemente regioni insulari, consente una lettura chiara degli svantaggi e delle criticità che affrontano le Isole rispetto alle altre regioni europee. Sono alcuni dei dati emersi nel corso del convegno dal titolo “L’Europa, la Sardegna e la questione insulare: un bilancio dopo vent’anni (1999-2019)”, organizzato ieri a Cagliari, in Consiglio regionale, dall’Associazione degli ex consiglieri della Sardegna, e coordinato dal presidente dell’associazione, Eliseo Secci. L’Unione europea, con l’indice di competitività, ha uno strumento complesso e accurato per valutare l’effettiva situazione economica e di sviluppo delle regioni, hanno spiegato i relatori, e invece per la distribuzione dei Fondi strutturali continua a utilizzare il Pil, il cui valore per la Sardegna è rimasto, invece, invariato rispetto al 2016. E la battaglia della Sardegna per far riconoscere il principio di insularità in Costituzione e dall’Unione europea è ancora più attuale oggi che ci si trova davanti alla nuova programmazione dei Fondi strutturali per il 2021-2027.

«La Sardegna deve far sentire in modo adeguato le proprie istanze a livello europeo – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais – deve chiedere il pieno riconoscimento degli svantaggi strutturali causati dalla sua particolare situazione geografica affinché possano esserne predisposti gli interventi necessari a ridurne il peso. Quella per l’insularità è una battaglia fondamentale per creare le condizioni di sviluppo che consentano ai sardi di competere in modo leale e in condizioni di parità nel mercato interno, in quello europeo e in quello globale.»

Un rapporto strettissimo, quello tra politiche di coesione e insularità, ribadito anche da Paolo Fois, decente dell’Università di Cagliari, il quale ha sottolineato la necessità che le regioni insulari continuino la loro battaglia insieme per far valere la loro specificità. D’accordo anche il presidente Michele Pais: «E’ nelle mie intenzioni promuovere tutte le possibili iniziative per consentire alla Regione sarda di essere protagonista di una nuova stagione di riforme che prenda spunto proprio dalla particolare posizione geografica e dalla condizione di insularità. Sia nell’ambito della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni d’Europa, sia nell’ambito del Comitato europeo delle Regioni, in piena sintonia con la Presidenza della Regione, intendo garantire la presenza del Consiglio regionale sardo alle iniziative ai gruppi di lavoro che potranno risultare utili a coinvolgere la Sardegna nei processi di sviluppo e di coesione promossi. Nell’ambito della già istituita Consulta sardo-corsa – ha proseguito Michele Pais – e nell’ambito della futura istituzione di una Consulta con le comunità di lingua catalana, che è mia intenzione promuovere, sarà importante sensibilizzare le rispettive assemblee rappresentative e portare avanti quei progetti messi a disposizione dal Diritto europeo che realizzano politiche di coesione e sviluppo». Per questo motivo per Michele Pais è importante avviare «una strategia macroregionale che coinvolga le regioni insulari del Mediterraneo che fanno capo ai diversi Stati membri o l’ipotesi di costituire un gruppo europeo di cooperazione territoriale che veda coinvolte le medesime regioni insulari».

E in quest’ottica di cooperazione, scambio e collaborazione sono intervenuti al convegno anche due docenti delle Università delle Isole Baleari e Canarie, i quali hanno condiviso la necessità di avere maggiore peso in Europa per far valere la particolare condizione di svantaggio delle regioni insulari del Mediterraneo. Le regioni insulari spagnole godono di un riconoscimento della loro condizione sia nella Costituzione spagnola, sia nei loro rispettivi Statuti. Joan David Janer, professore dell’Università delle Isole Baleari, ha ricordato che il primo comma del’articolo 138 del testo recita «Lo Stato garantisce la effettiva realizzazione del principio di solidarietà consacrato nell’articolo 2 della Costituzione, vegliando allo stabilimento di un adeguato e giusto equilibrio economico fra le diverse parti del territorio spagnolo, tenendo conto in particolare delle circostanze connesse alle situazioni delle isole». Un principio che ha portato, nel 2019, a particolari condizioni per il trasporto: uno sconto sulle tariffe del 75% per raggiungere la penisola, del 50% per spostarsi tra le isole e del 66% per il trasporto delle merci. Un primo passo, secondo Joan David Janer, ma che non ha risolto i tanti problemi strutturali delle Baleari, tra cui quello dell’energia, dei trasporti ferroviari, delle infrastrutture idrauliche e del trattamento dei rifiuti. E’ dunque necessario, ha continuato, che l’Unione europea sia più sensibile alle problematiche delle regioni insulari per individuare misure che consentano veramente si superare la condizione di svantaggio con la concreta applicazione dell’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento del’Unione europea. D’accordo anche il collega, Luis Javier Capote Pérez, anche se la situazione delle Canarie è più favorevole, visto che, oltre ad aver ottenuto le agevolazioni sui trasporti, ha anche un particolare regime fiscale e rientra tra le regioni ultraperiferiche ed è, quindi, destinataria di maggiori risorse europee. Pérez ha affermato, però, che pur avendo ottenuto, come Isole Canarie, molti aiuti dall’Unione europea, l’economia della regione è molto fragile. Per Michele Cossa, capogruppo dei Riformatori sardi, e componente del Comitato promotore per il riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione, è importante imporre a livello nazionale il tema dell’insularità, far comprendere, utilizzando i dati, i problemi infrastrutturali della Sardegna e ottenere maggiori finanziamenti per superare i limiti dovuti proprio all’insularità. Per Michele Cossa, la Sardegna ha speso male i fondi che ha ricevuto in passato, ed è dunque necessario recuperare la capacità di governo, di programmazione e di spesa perché le nuove risorse non vengano sprecate.

Al convegno sono, inoltre, intervenuti Lina Panella (Università di Messina), Beniamino Moro (Università di Cagliari), Michele Comenale (Università di Sassari), Alessandra Camba (Direttore Area legale della Regione Sardegna) e Gianluca Cadeddu (Centro programmazione regionale) che si sono soffermati i suoi profili giuridici ed economici legati al tema dell’insularità.

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Giovedì 24 ottobre si terrà a Cagliari, nella sede di “Sa Manifattura”, in viale Regina Margherita 33, con inizio alle 9.00, il convegno di chiusura del programma cambiaMENTI, con la partecipazione di esperti di innovazione sociale e culturale e rappresentanti delle istituzioni che discuteranno delle possibili collaborazioni da mettere in atto per migliorare e coordinare le politiche sociali.
cambiaMENTI è il programma creato dallo Sportello Startup di Sardegna Ricerche per identificare e valorizzare le migliori idee imprenditoriali ad alto valore sociale e culturale. L’evento sarà l’occasione per presentare i risultati del programma, che nell’ultimo anno e mezzo si è articolato in attività formative, seminariali e di affiancamento. Il programma, finanziato dal POR FESR Sardegna 2014-2020, si è sviluppato a partire da una fase di scouting delle idee d’impresa, con due giornate informative e quattro bootcamp nel territorio, che hanno dato luogo a 47 domande di partecipazione. Trentacinque dei team richiedenti sono stati quindi ammessi ai quattro percorsi di formazione e accompagnamento, e ben ventisette hanno portato a termine il percorso. Nove i seminari di approfondimento del ciclo “Sentieri Inediti”, aperti al pubblico, realizzati parallelamente ai percorsi, con 25 relatori e oltre 500 partecipanti. Tutti i contributi dei relatori coinvolti sono stati raccolti in una pubblicazione che sarà consegnata a tutti i partecipanti.

In apertura dei lavori è prevista una presentazione dei team che hanno partecipato a questo ciclo di cambiaMENTI. Seguirà un dibattito sul tema “Gli innovatori come agenti di cambiamento e trasformazione generativa”, tra gli esperti di innovazione sociale: Ilda Curti (Associazione IUR – Innovazione Urbana e Rigenerazione, Torino), Elena Ostanel (Università IUAV, Venezia) e Flaviano Zandonai (Euricse, Trento); modera Bertram Niessen (CheFare, Milano).
Nel pomeriggio, la tavola rotonda “La governance per l’innovazione” vedrà impegnati in una discussione sulle future azioni di politica sociale e culturale i rappresentanti di diverse istituzioni e assessorati regionali: Emiliano Deiana (ANCI Sardegna), Roberto Doneddu (RAS – Autorità di gestione Fondo Sociale Europeo), Francesca Piras (RAS – Ass. Politiche sociali), Renato Serra (RAS – Ass. Beni culturali), Annalisa Ponti (SFIRS) e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche); coordina Gianluca Cadeddu (Centro Regionale di Programmazione).

“L’Europa, la Sardegna e la questione insulare. Un bilancio dopo 20 anni (1999-2019)”. E’ il titolo del convegno organizzato dall’associazione degli ex consiglieri regionali della Sardegna in programma lunedì, a Cagliari, nella sala transatlantico del Consiglio regionale. I lavori prenderanno il via nel pomeriggio alle 15.30 e saranno introdotti dal presidente dell’Associazione “ex consiglieri regionali” Eliseo Secci. Subito dopo sono previste le relazioni di Lina Panella (Università di Messina), Paolo Fois (Università di Sassari) e Beniamino Moro (Università di Cagliari) che si soffermeranno sul tema dell’insularità e i suoi profili giuridici ed economici. Dell’applicazione in Sardegna del principio di insularità parleranno invece Michele Comenale (Università di Sassari), Alessandra Camba (Direttore Area legale della Regione Sardegna) e Gianluca Cadeddu (Centro programmazione regionale). Due professori spagnoli, Joan David Janer (Università delle Isole Baleari) e Luis Javier Capote Perez (Università delle Canarie) illustreranno, infine, la situazione delle isole iberiche schierate sullo stesso fronte della Sardegna nella battaglia per il pieno riconoscimento del principio di insularità da parte dell’Unione europea. All’assise saranno presenti il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, e il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.

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“L’Europa, la Sardegna e la questione insulare. Un bilancio dopo 20 anni (1999-2019)”. E’ il titolo del convegno organizzato dall’associazione degli ex consiglieri regionali della Sardegna in programma lunedì prossimo, a Cagliari, nel transatlantico del Consiglio regionale.

I lavori prenderanno il via nel pomeriggio alle 15.30 e saranno introdotti dal presidente dell’Associazione “ex consiglieri regionali” Eliseo Secci. Subito dopo sono previste le relazioni di Lina Panella (Università di Messina), Paolo Fois (Università di Sassari) e Beniamino Moro (Università di Cagliari) che si soffermeranno sul tema dell’insularità e i suoi profili giuridici ed economici. Dell’applicazione in Sardegna del principio di insularità parleranno invece Michele Comenale (Università di Sassari), Alessandra Camba (Direttore Area legale della Regione Sardegna) e Gianluca Cadeddu (Centro programmazione regionale).

Due professori spagnoli, Joan David Janer (Università delle Isole Baleari) e Luis Javier Capote Perez (Università delle Canarie) illustreranno, infine, la situazione delle isole iberiche schierate sullo stesso fronte della Sardegna nella battaglia per il pieno riconoscimento del principio di insularità da parte dell’Unione Europea.

All’assise saranno presenti il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, ed il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.

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Questa mattina, a Masainas, presso il Centro di Aggregazione Sociale, sono stati presentati i percorsi sulla creazione di impresa e lavoro autonomo “Competenza e impresa per lo sviluppo rurale sostenibile”.

La Regione Sardegna, nell’ambito dell’avviso Pubblico Misure integrate tra sviluppo locale partecipativo ed occupazione negli ambiti della Green & Blue Economy, Linee di sviluppo progettuale 2 e 3 POR Sardegna 2014/2020, ha permesso alla RTI composta dall’agenzia formativa IFOLD e dal GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, con il supporto tecnico della società Poliste, di attivare tre percorsi formativi sulla Creazione di nuove imprese in ambito rurale nel territorio di competenza del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari.

L’esigenza di avviare dei percorsi legati alla creazione di nuove imprese e di lavoro autonomo è nata durante il percorso di progettazione partecipata “Chi partecipa conta! Costruisci con noi la strategia per lo sviluppo rurale del territorio da oggi al 2020″ che il GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, ha attuato nei mesi tra gennaio e luglio 2016 e che ha portato alla stesura del Piano d’Azione (PdA) approvato dalla Regione Sardegna nel settembre 2016.

All’incontro odierno, hanno partecipato i 6o allievi ammessi al percorso formativo. Con il presidente e la direttrice del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, Luciano Cristoforo Piras e Nicoletta Piras, erano presenti Mariolina Fusco e Marta Cadinu, rispettivamente direttrice e responsabile dell’Ufficio progettazione e coordinamento dell’Agenzia formativa IFOLD; Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi e consigliere d’amministrazione del GAL; Gianluca Cadeddu, direttore generale del Centro regionale di Programmazione; Serenella Paci, della società Poliste; il sindaco di Masainas Ivo Melis; il capo di gabinetto dell’assessorato regionale della Cultura e Pubblica istruzione Ilaria Portas; e, infine, Sergio Lai, vice direttore della Coldiretti di Cagliari.

I tre percorsi si svolgeranno a Carbonia e Masainas e partiranno il 14, il 21 ed il 28 gennaio 2019.

A breve l’intervista realizzata con il presidente del GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, Luciano Cristoforo Piras.

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E’ stato inaugurato questa mattina, alle Saline di Sant’Antioco, il progetto “Le Vie del sale”un tassello significativo del Piano da 20 milioni di euro varato dalla Giunta regionale per la valorizzazione e la tutela delle zone umide della Sardegna, che per la sua attuazione, unitamente a quella del progetto “Le Vie del vento”, prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro. Le Saline di Sant’Antioco da oggi rinascono ad una nuova vita dalle tante sfaccettature: storiche, sociali, economiche, turistiche e ambientali, e diventano risorsa da far conoscere e promuovere attraverso percorsi di trekking, piste ciclabili o trattamenti di bellezza. Non più solo prodotto industriale, il sale diventa il filo conduttore esperienziale per i visitatori. Un obiettivo rincorso da oltre 13 anni (l’idea di progetto risale al 2005), mai realizzato, e che oggi ha mosso il suo primo, importante passo, grazie al Protocollo d’intesa firmato dalla Regione – con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e dell’Industria Maria Grazia Piras (oggi non presente alla firma per un concomitante impegno istituzionale con il presidente della Giunta Francesco Pigliaru), dal presidente di Ati Sale (società concessionaria delle Saline) Giacomo D’Alì, dall’Unione dei Comuni del Sulcis (presidente Ivo Melis) e dal Flag Sardegna Sud occidentale, rappresentata da Roberta Ventura. Alla firma erano presenti anche l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, 5 dei 6 sindaci dei Comuni protagonisti del progetto (Teulada, Sant’Anna Arresi, Masainas, Giba, San Giovanni Suergiu e Sant’Antioco), il direttore generale del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il consigliere regionale Gianluigi Rubiu ed il presidente del Cammino Minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna.

Il protocollo dà attuazione alla delibera di Giunta approvata lo scorso agosto con lo stanziamento di 2 milioni di euro per la valorizzazione delle zone umide del Sulcis. Il concessionario AtiSale si impegna, attraverso il protocollo, ad assicurare la disponibilità delle aree delle Saline di Sant’Antioco per la realizzazione delle opere e delle attività previste, che si svolgeranno parallelamente all’attività primaria di estrazione e produzione del sale. La Regione, da parte sua, metterà a disposizione gli strumenti operativi necessari a favorire la più efficace attuazione degli interventi, dando supporto costante al territorio. L’Unione dei Comuni del Sulcis sarà il soggetto attuatore unico degli interventi e monitorerà costantemente la realizzazione dei progetti. Collaborano anche le altre due Unioni dei Comuni del Sulcis che rientrano nel territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias.

«Oggi con questa firma raggiungiamo un traguardo importante e atteso da tanti anni, frutto di una collaborazione fra istituzioni pubbliche e privati che hanno deciso di unire le forze per favorire lo sviluppo del territorio, e del lavoro condiviso dei Comuni che hanno fatto rete. Atisale per la prima volta apre le porte della Salina di Sant’Antioco, avviando una fase nuova per questa zona che la Regione sostiene con convinzione – ha detto l’assessore della Programmazione e vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci -. Con i 2 milioni del programma di valorizzazione delle zone umide saranno realizzati due itinerari turistici (la Via del sale e la Via del vento) che realmente valorizzano alcune tra le più importanti potenzialità del Sulcis: le zone umide del golfo di Palmas, passando attraverso le dune di Porto Pino, gli stagni e i vigneti di carignano fino alle saline, creando le basi per un circuito che può realmente incentivare l’iniziativa privata e rilanciare fortemente il turismo. Abbiamo messo a punto una politica complessiva per valorizzare al meglio le zone umide della Sardegna: di sicuro la tutela ambientale è prioritaria, ma allo stesso tempo vogliamo potenziare le attività produttive delle zone umide, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro e, allo stesso tempo – ha concluso Raffaele Paci -, promuovere nuova e qualificata occupazione.»

«Dietro il protocollo – ha commentato l’assessore Cristiano Erriu – c’è un’idea di sviluppo che insiste sul lavoro di cooperazione tra gli enti pubblici, in particolare i Comuni e le loro Unioni, e i privati. L’obiettivo è quello di ricercare modalità di estrazione di valore dal territorio, puntando su ciò che di valore esiste in quest’area. Le zone umide rappresentano una grande opportunità, sinora poco valorizzata e affidata a forme di concessione che hanno consentito alle cooperative di pesca e a questa realtà industriale di mettere dei punti fermi, ma comunque al di fuori da un’idea integrata di sviluppo locale che ha enormi potenzialità. Il mio Assessorato, deputato alla gestione del patrimonio e del demanio regionale, ha avviato e sostenuto finanziariamente il recupero delle saline di Carloforte, che hanno un valore stimato in 5 milioni di euro. Sono esempi di valorizzazione ambientale su cui la Regione sta scommettendo. La presenza dei sindaci, oggi, testimonia che tutto il territorio crede in questo ambizioso progetto.»

L’importo complessivo di 2 milioni, stanziato con la delibera che oggi viene resa operativa attraverso il protocollo, è così suddiviso: 580mila euro per la sistemazione e valorizzazione a fini turistico-ambientali dei percorsi esistenti nelle aree stagnali ‘Stagno di Porto Botte’ e ‘Promontorio, Dune e Zona Umida di Porto Pino’; 700mila euro per la riqualificazione dei vecchi percorsi del sale e la riconversione in poste ciclabili degli stagni di Porto Botte e Santa Caterina; 570mila euro per la valorizzazione a fini turistico-ambientali dell’itinerario del sale attraverso la predisposizione di spazi e strutture polivalenti per la fruizione sostenibile dei siti; 140mila euro per la sistemazione e valorizzazione delle aree a supporto dell’attività di turismo attivo (siti di interesse comunitario stagno di Porto Botte e Punta Giunchera).

Allegato l’album fotografico dell’incontro di stamane con la firma del protocollo d’intesa e la visita allo stabilimento e il video di una parte dell’intervento dell’assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali Cristiano Erriu. In serata pubblicheremo anche l’intervento integrale del presidente di Ati Sale (società concessionaria delle saline) Giacomo D’Alì.

                                           

                                                                                             

 

 

 

 

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La giacenza delle forme di pecorino romano si è ridotta del 50% rispetto all’anno scorso grazie alle misure adottate attraverso il pegno rotativo promosso dalla Regione. Non solo: la produzione dell’attuale campagna casearia è totalmente in linea con i fattori stagionali fisiologici, a conferma che il nuovo percorso delineato con il pegno rotativo sta funzionando. I dati, forniti ufficialmente dal Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano, sono stati analizzati dal Gruppo di monitoraggio sul pegno rotativo, riunito questa mattina negli uffici dell’assessorato della Programmazione. Con l’assessore Raffaele Paci erano presenti il presidente della Commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese, il presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano Salvatore Palitta, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu.

Il Gruppo di monitoraggio si riunisce ogni tre mesi per monitorare l’andamento dell’attuazione dell’accordo sul pegno rotativo. I dati emersi oggi sono molto positivi: è stata comunque sottolineata la necessità di tenere alta la guardia per mettere in sicurezza il percorso, iniziato ma non concluso, con l’obiettivo comune di valorizzare sempre di più, con interventi strutturali, un settore strategico per la Sardegna come quello del lattiero-caseario. Sono stati perciò messi a punto ulteriori passaggi che consentiranno di trasformare il pegno rotativo da strumento straordinario anticrisi a strumento ordinario e stabile per affiancare tutte le altre misure a sostegno del comparto.

«In un anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato, che ora va consolidato e ulteriormente migliorato – dice l’assessore Raffaele Paci -. Abbiamo creduto sin dall’inizio nel pegno rotativo, e questi risultati ci danno ragione. Siamo state una delle prime regioni a partire con uno strumento molto utile alla razionalizzazione della filiera di una DOP, come il Pecorino Romano, perché introduce un sistema di garanzia finora assente, che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino. Uno strumento che, affiancando gli altri strumenti finanziari innovativi che abbiamo già messo in campo, coinvolgerà e aiuterà tutti i componenti del comparto, a partire dai pastori, e avrà inoltre il fondamentale ruolo di calmierare i prezzi sul mercato. Abbiamo lavorato molto in questi mesi per raggiungere questo importante risultato, con la costante collaborazione del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano e l’Abi, che ringrazio molto per l’importante lavoro che stanno svolgendo», conclude il vicepresidente della Regione.

Il protocollo d’intesa fra Regione, ABI, Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e organismi di settore è stato sottoscritto il 26 aprile dell’anno scorso, dopo i lavori al tavolo presieduto dall’assessore Raffaele Paci in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che hanno permesso di arrivare all’accordo: il formaggio può essere destinato a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo.