18 April, 2024
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E’ stato inaugurato questa mattina, alle Saline di Sant’Antioco, il progetto “Le Vie del sale”un tassello significativo del Piano da 20 milioni di euro varato dalla Giunta regionale per la valorizzazione e la tutela delle zone umide della Sardegna, che per la sua attuazione, unitamente a quella del progetto “Le Vie del vento”, prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro. Le Saline di Sant’Antioco da oggi rinascono ad una nuova vita dalle tante sfaccettature: storiche, sociali, economiche, turistiche e ambientali, e diventano risorsa da far conoscere e promuovere attraverso percorsi di trekking, piste ciclabili o trattamenti di bellezza. Non più solo prodotto industriale, il sale diventa il filo conduttore esperienziale per i visitatori. Un obiettivo rincorso da oltre 13 anni (l’idea di progetto risale al 2005), mai realizzato, e che oggi ha mosso il suo primo, importante passo, grazie al Protocollo d’intesa firmato dalla Regione – con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e dell’Industria Maria Grazia Piras (oggi non presente alla firma per un concomitante impegno istituzionale con il presidente della Giunta Francesco Pigliaru), dal presidente di Ati Sale (società concessionaria delle Saline) Giacomo D’Alì, dall’Unione dei Comuni del Sulcis (presidente Ivo Melis) e dal Flag Sardegna Sud occidentale, rappresentata da Roberta Ventura. Alla firma erano presenti anche l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, 5 dei 6 sindaci dei Comuni protagonisti del progetto (Teulada, Sant’Anna Arresi, Masainas, Giba, San Giovanni Suergiu e Sant’Antioco), il direttore generale del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il consigliere regionale Gianluigi Rubiu ed il presidente del Cammino Minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna.

Il protocollo dà attuazione alla delibera di Giunta approvata lo scorso agosto con lo stanziamento di 2 milioni di euro per la valorizzazione delle zone umide del Sulcis. Il concessionario AtiSale si impegna, attraverso il protocollo, ad assicurare la disponibilità delle aree delle Saline di Sant’Antioco per la realizzazione delle opere e delle attività previste, che si svolgeranno parallelamente all’attività primaria di estrazione e produzione del sale. La Regione, da parte sua, metterà a disposizione gli strumenti operativi necessari a favorire la più efficace attuazione degli interventi, dando supporto costante al territorio. L’Unione dei Comuni del Sulcis sarà il soggetto attuatore unico degli interventi e monitorerà costantemente la realizzazione dei progetti. Collaborano anche le altre due Unioni dei Comuni del Sulcis che rientrano nel territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias.

«Oggi con questa firma raggiungiamo un traguardo importante e atteso da tanti anni, frutto di una collaborazione fra istituzioni pubbliche e privati che hanno deciso di unire le forze per favorire lo sviluppo del territorio, e del lavoro condiviso dei Comuni che hanno fatto rete. Atisale per la prima volta apre le porte della Salina di Sant’Antioco, avviando una fase nuova per questa zona che la Regione sostiene con convinzione – ha detto l’assessore della Programmazione e vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci -. Con i 2 milioni del programma di valorizzazione delle zone umide saranno realizzati due itinerari turistici (la Via del sale e la Via del vento) che realmente valorizzano alcune tra le più importanti potenzialità del Sulcis: le zone umide del golfo di Palmas, passando attraverso le dune di Porto Pino, gli stagni e i vigneti di carignano fino alle saline, creando le basi per un circuito che può realmente incentivare l’iniziativa privata e rilanciare fortemente il turismo. Abbiamo messo a punto una politica complessiva per valorizzare al meglio le zone umide della Sardegna: di sicuro la tutela ambientale è prioritaria, ma allo stesso tempo vogliamo potenziare le attività produttive delle zone umide, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro e, allo stesso tempo – ha concluso Raffaele Paci -, promuovere nuova e qualificata occupazione.»

«Dietro il protocollo – ha commentato l’assessore Cristiano Erriu – c’è un’idea di sviluppo che insiste sul lavoro di cooperazione tra gli enti pubblici, in particolare i Comuni e le loro Unioni, e i privati. L’obiettivo è quello di ricercare modalità di estrazione di valore dal territorio, puntando su ciò che di valore esiste in quest’area. Le zone umide rappresentano una grande opportunità, sinora poco valorizzata e affidata a forme di concessione che hanno consentito alle cooperative di pesca e a questa realtà industriale di mettere dei punti fermi, ma comunque al di fuori da un’idea integrata di sviluppo locale che ha enormi potenzialità. Il mio Assessorato, deputato alla gestione del patrimonio e del demanio regionale, ha avviato e sostenuto finanziariamente il recupero delle saline di Carloforte, che hanno un valore stimato in 5 milioni di euro. Sono esempi di valorizzazione ambientale su cui la Regione sta scommettendo. La presenza dei sindaci, oggi, testimonia che tutto il territorio crede in questo ambizioso progetto.»

L’importo complessivo di 2 milioni, stanziato con la delibera che oggi viene resa operativa attraverso il protocollo, è così suddiviso: 580mila euro per la sistemazione e valorizzazione a fini turistico-ambientali dei percorsi esistenti nelle aree stagnali ‘Stagno di Porto Botte’ e ‘Promontorio, Dune e Zona Umida di Porto Pino’; 700mila euro per la riqualificazione dei vecchi percorsi del sale e la riconversione in poste ciclabili degli stagni di Porto Botte e Santa Caterina; 570mila euro per la valorizzazione a fini turistico-ambientali dell’itinerario del sale attraverso la predisposizione di spazi e strutture polivalenti per la fruizione sostenibile dei siti; 140mila euro per la sistemazione e valorizzazione delle aree a supporto dell’attività di turismo attivo (siti di interesse comunitario stagno di Porto Botte e Punta Giunchera).

Allegato l’album fotografico dell’incontro di stamane con la firma del protocollo d’intesa e la visita allo stabilimento e il video di una parte dell’intervento dell’assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali Cristiano Erriu. In serata pubblicheremo anche l’intervento integrale del presidente di Ati Sale (società concessionaria delle saline) Giacomo D’Alì.

                                           

                                                                                             

 

 

 

 

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La giacenza delle forme di pecorino romano si è ridotta del 50% rispetto all’anno scorso grazie alle misure adottate attraverso il pegno rotativo promosso dalla Regione. Non solo: la produzione dell’attuale campagna casearia è totalmente in linea con i fattori stagionali fisiologici, a conferma che il nuovo percorso delineato con il pegno rotativo sta funzionando. I dati, forniti ufficialmente dal Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano, sono stati analizzati dal Gruppo di monitoraggio sul pegno rotativo, riunito questa mattina negli uffici dell’assessorato della Programmazione. Con l’assessore Raffaele Paci erano presenti il presidente della Commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese, il presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano Salvatore Palitta, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu.

Il Gruppo di monitoraggio si riunisce ogni tre mesi per monitorare l’andamento dell’attuazione dell’accordo sul pegno rotativo. I dati emersi oggi sono molto positivi: è stata comunque sottolineata la necessità di tenere alta la guardia per mettere in sicurezza il percorso, iniziato ma non concluso, con l’obiettivo comune di valorizzare sempre di più, con interventi strutturali, un settore strategico per la Sardegna come quello del lattiero-caseario. Sono stati perciò messi a punto ulteriori passaggi che consentiranno di trasformare il pegno rotativo da strumento straordinario anticrisi a strumento ordinario e stabile per affiancare tutte le altre misure a sostegno del comparto.

«In un anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato, che ora va consolidato e ulteriormente migliorato – dice l’assessore Raffaele Paci -. Abbiamo creduto sin dall’inizio nel pegno rotativo, e questi risultati ci danno ragione. Siamo state una delle prime regioni a partire con uno strumento molto utile alla razionalizzazione della filiera di una DOP, come il Pecorino Romano, perché introduce un sistema di garanzia finora assente, che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino. Uno strumento che, affiancando gli altri strumenti finanziari innovativi che abbiamo già messo in campo, coinvolgerà e aiuterà tutti i componenti del comparto, a partire dai pastori, e avrà inoltre il fondamentale ruolo di calmierare i prezzi sul mercato. Abbiamo lavorato molto in questi mesi per raggiungere questo importante risultato, con la costante collaborazione del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano e l’Abi, che ringrazio molto per l’importante lavoro che stanno svolgendo», conclude il vicepresidente della Regione.

Il protocollo d’intesa fra Regione, ABI, Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e organismi di settore è stato sottoscritto il 26 aprile dell’anno scorso, dopo i lavori al tavolo presieduto dall’assessore Raffaele Paci in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che hanno permesso di arrivare all’accordo: il formaggio può essere destinato a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo.

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Un confronto nella commissione Bilancio tra le organizzazione delle imprese e gli assessori della Programmazione, dell’Industria, del Turismo, il direttore del centro regionale della programmazione e i vertici della Sfirs, per fare il punto sui ritardi nelle istruttorie e nella gestione del complesso sistema dei bandi di agevolazione per le imprese, in vista di una risoluzione della Terza commissione per migliorare meccanismi di spesa e procedure relativamente ai bandi T1, T2, T3 e T4.

È questa la decisione annunciata dal presidente della commissione, Franco Sabatini, a conclusione della due giorni di audizioni dedicata al tema degli interventi a sostegno alle imprese, compresa la legge n. 949\52, finanziata con stanziamento regionale al fine di agevolare le operazioni di credito in favore delle imprese artigiane.

In precedenza gli assessori della Programmazione, Raffaele Paci; dell’Industria, Maria Grazia Piras; il capo gabinetto del Turismo, Ninni Chessa; il direttore del Crp, Gianluca Cadeddu, ed il presidente della Sfirs, Paolo Sestu, nei loro rispettivi interventi, avevano riconosciuto come fondata la lamentazione delle organizzazione delle imprese sui ritardi nelle istruttorie delle domande di ammissione ai bandi.

Ma – come hanno avuto modo di spiegare – gli assessori, i vertici della Sfirs e il direttore del Crp – l’implementazione dei nuovi sistemi gestionali, il soccorso istruttorio e alcune norme più stringenti imposte dall’Unione europea (ad esempio, nella certificazione antimafia anche per importi inferiori ai 150mila euro) hanno allungato tempi e iter burocratici ma nel complesso, dopo una prima fase di rodaggio, il sistema sembra pronto a rispondere con maggiore tempestività ed efficacia.

L’assessore Paci ha quindi ricordato la condivisione, a suo tempo registrata, per il superamento delle ripartizioni tra i diversi assessorati attraverso la predisposizione dei bandi nell’ottica della programmazione unitaria, con il conseguente accorpamento della direzione politica nella cabina unica di regia. Il responsabile della Programmazione regionale ha inoltre confermato la scelta in favore dei cosiddetti bandi a sportello e ha evidenziato in positivo la decisione di affidare la gestione procedurale della domande alla Sfirs. «Vogliamo agevolare con ogni azione possibile il credito alle imprese – ha dichiarato l’assessore – come dimostra l’entità degli stanziamenti nel biennio 2017-2018 che ammonta a 250 milioni di euro». In conclusione del suo intervento, Raffaele Paci, si è detto ottimista sui grandi investimenti (da 5 milioni a 20 milioni) del bando T4 ed ha informato la commissione di aver deliberato in Giunta il cofinanziamento all’investimento delle Antiche fornaci a Bolotana (50 milioni di investimento, 70 nuovi occupati, 25 milioni finanziamento Mise e 5 milioni cofinanziamento regionale).

L’assessore dell’Industria ha invece riepilogato i dati delle pratiche di competenza: 104 domande sul bando T1 (concluso il 20.12.2016) delle quali 69 rigettate e 35 accolte; 109 domande sul bando T2 (18.09.2017) delle quali 3 rigettate mentre le altre sono ancora in fase di istruttoria.

Il capo gabinetto dell’assessorato del Commercio, Artigianato e Turismo ha illustrato i dati del bando T1- Commercio (93 domande, 14 accolte, 74 rigettate e 5 in corso di definizione) bando T1-Turismo (95 domande, 13 accolte, 57 rigettate e 25 da definire) bando T1-Artigianato (185 domande, 72 accolte, 97 rigettate e 10 da definire) ed ha dichiarato che sono da definire invece tutte le domande pervenute sul bando T2.

Il rappresentante dell’assessorato (in sostituzione dell’assessore Barbara Argiolas) ha inoltre affermato che, per quanto riguarda la legge 949, si è in attesa del rinnovo del contratto con l’Artigiancassa ma che in tempi brevi l’iter dovrebbe concludersi così da consentire l’approvazione in Giunta delle direttive per i contributi alle imprese.

Il presidente della Sfirs, Paolo Sestu, ha illustrato le attività e gli impegni della finanziaria regionale che gestisce 28 differenti fondi a valere su risorse comunitarie, statali e regionali. Sestu ha rassicurato sulla organizzazione e sull’efficienza della struttura ma ha ribadito la necessità di rafforzare le professionalità presenti in Sfirs con il reclutamento di almeno altri dieci analisti finanziari.

Gianluca Cadeddu, direttore del centro regionale di programmazione, non ha nascosto difficoltà e fisiologici ritardi ma ha evidenziato anche i positivi risultati raggiunti con l’implementazione della piattaforma unica e con la profonda riorganizzazione del sistema nel verso della semplificazione, della trasparenza e dell’efficienza.

«Resta da abbattere un ritardo di otto, dieci mesi – ha dichiarato Cadeddu – e lavoriamo per migliorare  i tempi di risposta ma abbiamo già istruito 1.628 domande, delle quali 664 con esito positivo ed abbiamo già erogato 30 milioni di euro mentre altri 30 sono i fase di erogazione, a fronte di 180 milioni di euro di contributi richiesti.»

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Europe Direct Regione Sardegna organizza il “Laboratorio Officina Europea – Formazione e informazione su nozioni e tecniche base di europrogettazione”. Nell’arco di 5 incontri verranno fornite ai 60 partecipanti le competenze e gli strumenti necessari per imparare a muoversi in un campo ostico, ma ricco di risorse come quello dei bandi europei.
Prima lezione giovedì 9 novembre
ore 16.00 presso la Sala Eventi del secondo piano della MEM – Mediateca del Mediterraneo.

Il corso sarà aperto coi saluti del Direttore del Centro Regionale di Programmazione della Regione Autonoma della Sardegna, dott. Gianluca Cadeddu. 

Obiettivo: Officina Europea risponde all’esigenza di aumentare la consapevolezza delle imprese e delle PA sarde rispetto ai finanziamenti diretti dell’UE: le imprese, le associazioni e gli enti locali dell’isola partecipano troppo poco a questi bandi e, di conseguenza, se ne vincono ancora meno.
Europe Direct Regione Sardegna ha raccolto la sfida attraverso la sua quotidiana attività di front-office dedicata alla prima informazione sulle politiche, le opportunità di mobilità e i finanziamenti dell’Unione Europea. Inoltre, a marzo scorso, ha organizzato 5 incontri di formazione e informazione su altrettanti programmi europei: Erasmus Sport; Europa Creativa; Sme Instrument-Horizon2020; LIFE; Europa per i cittadini. Infine
ha deciso di organizzare il Laboratorio Officina Europea.

Struttura Officina Europea: 5 incontri della durata di due ore ciascuno dedicati ad approfondimenti sulle competenze chiave relative ai finanziamenti europei (tipologia di fondi; ricerca delle informazioni; saper leggere un bando e il budget di progetto; formazione del partenariato, il quadro logico, ecc…).

Destinatari: Amministratori locali, imprenditori, insegnanti, associazioni, disoccupati, studenti e neo-laureati. Inizialmente il corso prevedeva 40 partecipanti. Dato l’altissimo numero di richieste (oltre 100 nel giro di 36 ore) il numero dei partecipanti è salito a 60 con future repliche del percorso.

Didattica: I docenti del corso sono gli esperti dello Europe Direct Regione Sardegna, tutti con esperienza pluriennale nel campo della redazione e gestione di progetti europei.

Programma:

Lezione 1 – 9 novembre ore 16.00: I finanziamenti europei 2014-2020

Lezione 2 – 13 novembre ore 16.00: Gli strumenti dell’Officina: Parte I

Lezione 3 – 20 novembre ore 16.00:  Gli strumenti dell’Officina: Parte II

Lezione 4 – 23 novembre ore 16.00: Saper leggere un bando europeo
Lezione 5 – 28 novembre ore 16.00: Il budget di progetto.

 

 

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Mercoledì 19 luglio, si svolgerà a Cagliari il convegno dal titolo “Il nuovo Codice dei contratti e gli strumenti per l’innovazione. Nuove opportunità finanziarie per le PA sarde“. Si tratta del primo evento di un percorso di sensibilizzazione e accompagnamento sul tema degli appalti innovativi organizzato dallo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche e rivolto alle pubbliche amministrazioni e alle imprese.
Gli appalti innovativi rappresentano una potente leva in mano alla PA per spingere le imprese ad innovare i loro prodotti e processi: si tratta di lanciare gare d’appalto per prodotti che ancora non esistono, o almeno non con le caratteristiche desiderate. Le diverse forme di appalti innovativi hanno una caratteristica comune: gli appaltatori si devono impegnare non a fornire un prodotto o servizio “standard”, ma a svolgere l’attività di ricerca e sviluppo necessaria a mettere a punto un prodotto che soddisfi la richiesta dell’amministrazione appaltante.
Il convegno dello Sportello Appalti Imprese mira a consolidare e sviluppare il percorso avviato nel 2016 per informare le amministrazioni e le imprese sulle opportunità del nuovo Codice degli appalti (d.lgs. n. 50/2016), e per fornire assistenza operativa alle PA che intendono portare avanti questo tipo di appalti. Gli articoli 65 e 158 del nuovo codice, dedicati rispettivamente al partenariato per l’innovazione e ai servizi di ricerca e sviluppo, delineano infatti il nuovo quadro regolatorio che si sta formando in Italia in materia di innovation procurement.
Durante il convegno, saranno discussi la genesi e il significato delle nuove norme; il loro impatto sui processi d’innovazione e l’attività della Regione Sardegna nel campo degli appalti innovativi e dell’innovazione. In particolare saranno anticipati i contenuti del bando di Sardegna Ricerche “Promozione di nuovi mercati per l’innovazione nella PA”, d’imminente pubblicazione.
Il nuovo bando, con una dotazione di cinque milioni di euro,  ha l’obiettivo di sostenere la realizzazione di appalti di ricerca e sviluppo, partenariati per l’innovazione e appalti precommerciali da parte di amministrazioni pubbliche, organismi pubblici di ricerca e società pubbliche operanti nel territorio regionale.
Il programma della mattinata prevede le relazioni e gli interventi di Sara Bedin (advisor UE in materia di appalti innovativi), Gianluca Cadeddu (Centro Regionale di Programmazione), Francesco Grillo (Università di Oxford), Francesco Mascia (esperto di contrattualistica pubblica), Susanna Maxia (Sardegna Ricerche); Graziella Pisu (Autorità di gestione del Por-Fesr Sardegna 2014‑2020).

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Il presidente dell’AssoGal Sardegna, Luciano Cristoforo Piras, ha chiesto un incontro urgente per la risoluzione delle criticità nell’avvio delle attività dei Gal della Sardegna, nell’ambito del Psr Sardegna 2014/2020, all’assessore regionale dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale Pierluigi Caria, all’Autorità di Gestione del Psr Sardegna 2014/2020 Sebastiano Piredda, al direttore del Servizio sviluppo dei territori e delle comunità rurali Maria Giuseppina Cireddu e, per conoscenza, al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, all’assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Raffaele Paci, al presidente della V commissione del Consiglio regionale Luigi Lotto, al direttore della cabina di regia della Programmazione unitaria Gianluca Cadeddu e, infine, ai 15 presidenti dei 15 Gal della Regione Sardegna.

«Lo scorso 22 giugno 2017 in Oristano si è tenuto a Oristano un incontro dell’AssoGal Sardegna, partecipato da 11 Gal della Sardegna alla presenza di 46 rappresentanti – scrive Luciano Cristoforo Piras -, nella quale si è ribadita la gravissima situazione in cui versano i Gal sardi. In particolare, sono state ribadite le criticità e anche le possibili soluzioni, già esposte nel documento del 22 marzo 2017 e ribadite anche nell’incontro con l’assessore del 6 giugno 2017, che possono essere così riassunte:

1) Problematiche relative all’insufficiente dotazione finanziaria del Psr per garantire lo sviluppo territoriale di tutte le aree rurali. In particolare, come già più volte ribadito, si chiede di apportare alla misura 19 nelle sotto-misure 19.1, 19.2. , 19.3 e 19.4, le seguenti modifiche finanziarie:

Sotto-Misura 19.1:

a) aumento della dotazione finanziaria di € 900.000,00;

Sotto-misura 19.2: aumento della dotazione finanziaria di € 12.800.000,00;

Sotto-misura 19.3 aumento della dotazione finanziaria di € 3.000.000,00;

Sotto-misura: 19.4 aumento della dotazione finanziaria € 7.500.000,00;

In particolare precisiamo che:

L’innalzamento della dotazione finanziaria relativo alla sotto-misura 19.2 è necessario per le seguenti motivazioni:

a) E’ una pre-condizione necessaria per rispettare sia l’Accordo di partenariato, il quale prevede una dotazione minima di spesa pubblica per singolo Piano di Azione pari ad € 3 milioni, sia il rispetto del parametro medio previsto del bando sopra citato per i 15 Gal così come previsti dal Psr;

b) Il numero dei Gal e dei partenariati che hanno presentato la propria strategia di sviluppo territoriale alla scadenza del bando di selezione dei GAL e delle strategie di sviluppo territoriale è superiore al numero massimo di Gal (15) previsti dal Psr della Regione Sardegna e dal bando di selezione, pertanto, al fine di poter dare un’opportunità di sviluppo a tutte le aree marginali e in stato di malessere proponiamo, come previsto dal Reg. UE 1303/2013 art. 33 comma 4, terminato il primo ciclo di selezione delle strategie di sviluppo locale entro due anni dalla data di approvazione dell’Accordo di partenariato e ossia entro e non oltre il 28/10/2016, di innalzare la dotazione finanziaria della Sotto-Misura 19.2 e avviare una nuova fase di selezione per i partenariati rimasti esclusi nella prima fase di selezione.

c) L’innalzamento della dotazione finanziaria relativo alla Sotto-misura 19.3 è necessario al fine di garantire a tutti i Gal l’opportunità di realizzare progetti di cooperazione interterritoriale e transnazionale;

d) L’innalzamento della dotazione finanziaria relativo alla Sotto-misura 19.4 è necessario in quanto tiene conto di una differente performance di spesa, un rapporto pari al 22% delle risorse stanziate sulle misure 19.2 e 19.3 (invece del 15% precedentemente fissato) in modo da garantire che i GAL possano creare delle strutture tecniche impiegando un numero di risorse in grado di presidiare tutte le funzioni previste dal Reg Ue 1303/2013 e Reg Ue 1305/2014.

2) Problematiche relative alla rendicontazione delle spese di gestione dei Gal, delle azioni di sistema e dei progetti di Cooperazione interterritoriale e transnazionale. Si fa presente che la maggiore criticità riscontrata nella precedente programmazione 2007/2013 è stata la rendicontazione delle domande di pagamento da parte dei Servizi territoriali dell’Agenzia regionale Argea, i quali non hanno garantito un’uniformità dell’attività istruttoria con un conseguente aggravio dei procedimenti amministrativi. Si chiede, pertanto, la costituzione da parte di Argea Sardegna di un gruppo regionale dedicato all’istruttoria delle domande di pagamento dei Gal che garantisca uniformità di giudizio;

3) Agibilità politica e tecnico-amministrativa degli organi dei Gal annullata di fatto dai limiti imposti dal manuale delle procedure attuative e parametri per la determinazione dei costi di riferimento approvato dal Direttore del servizio sviluppo dei territori e delle comunità rurali, dott.ssa Maria Giuseppina Cireddu, con determina n. 10640/263 del 24/05/2017. Si chiede, infatti di permettere ai Gal della Sardegna di poter svolgere la propria mission istituzionale di animazione territoriale così come stabilita dai Regolamenti Ue e dalle linee guida ministeriali, con un congruo riconoscimento delle spese.

4) Eccessiva burocratizzazione delle procedure attuative, chiediamo di snellire i procedimenti amministrativi al fine di consentire la programmazione e la spendita delle risorse in modo efficiente ed efficace nel pieno rispetto di quanto previsto dalla normativa europea e nazionale, in particolare dal Codice dei Contratti pubblici (D.lgs 50/2016 e D.lgs 56/2017) e secondo i principi enunciati dalla Corte dei Conti europea nella relazione speciale n. 22 del 2014;

5) Difficoltà dovute all’anticipazione delle risorse da parte dei Gal per l’attuazione delle azioni di sistema e dei progetti di cooperazione transnazionale ed interterritoriale; Si chiede, pertanto, la creazione di un fondo di rotazione ad hoc al fine di garantire un processo di spesa efficiente.»

«Al fine di poter discutere insieme di tutte le criticità sollevate e trovare delle soluzioni condivise per poter, finalmente, avviare la spendita delle risorse – conclude Luciano Cristoforo Piras -, chiediamo un incontro urgentissimo con i presidenti di tutti i Gal della Sardegna.»

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Si terrà giovedì 8 giugno, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, l’evento che chiude la seconda edizione del Master MAAP, dedicato al tema delle competenze negli appalti pubblici.

Il Master universitario di primo livello in Management degli approvvigionamenti e degli appalti pubblici è un’iniziativa dello Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche e si inserisce nell’ambito delle attività che lo Sportello sta portando avanti per accrescere le competenze degli operatori economici e delle stazioni appaltanti sarde in tema di appalti pubblici. Il Master è istituito presso il Dipartimento di Studi di impresa, governo e filosofia dell’Università di Roma-Tor Vergata.

Il convegno di chiusura del Master sarà l’occasione per riflettere sul tema degli appalti pubblici e sulla questione delle competenze necessarie ad affrontare i grandi cambiamenti che stanno caratterizzando il settore.

In programma relazioni e interventi di Gianluca Cadeddu, direttore del Centro regionale di programmazione, Gustavo Piga e Riccardo Colangelo, rispettivamente direttore e vicedirettore del Master MAAP, Michele Corradino, consigliere dell’Autorità nazionale anticorruzione, e Gaetano Scognamiglio, presidente di Promo PA Fondazione. Per Sardegna Ricerche interverranno il direttore Giorgio Pisanu ed il responsabile dello Sportello Vincenzo Francesco Perra. Una tavola rotonda vedrà impegnati autorevoli rappresentanti delle istituzioni, dell’accademia e delle imprese.

In conclusione, si terrà la cerimonia di consegna dei diplomi del Master MAAP, a.a. 2015-2016.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il vicepresidente Raffaele Paci hanno ricevuto a Villa Devoto i vertici di ZTE, grande multinazionale cinese, quinto produttore in Europa e settimo al mondo di smartphone oltre che di prodotti di telecomunicazione. Per ZTE erano presenti il presidente ZTE Europa e Italia Hu Kun, il vicepresidente enterprise Tan Haipeng e altri importanti dirigenti dell’azienda. Con Pigliaru e Paci hanno preso parte all’incontro il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, il delegato del Rettore per l’ICT Gianni Fenu, i presidenti di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e della Camera di Commercio di Cagliari Maurizio De Pascale, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, il presidente del Crs4 Luigi Filippini, il direttore di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu.
«Attrazione di investimenti, Ict, alta tecnologia. La Sardegna si propone come laboratorio di ricerca e innovazione, forte delle sue consolidate competenze nel settore dell’ICT che le hanno permesso di conquistare il primo posto in Italia per numero di start up innovative e il secondo per attrazione di capitali privati con le joint venture – sottolinea Francesco Pigliaru -. Siamo convinti che la Sardegna offra agli imprenditori nel campo dell’alta tecnologia tutte le condizioni favorevoli per investire: grandi competenze e forte propensione nei settori dell’alta tecnologia, un’amministrazione regionale assolutamente sensibile e attiva su questi temi. Più in generale, un ecosistema che lavora insieme e funziona: per questo oggi, già al primo incontro, abbiamo voluto che con l’amministrazione regionale fossero presenti anche l’Università e il mondo imprenditoriale».
«La Giunta ha già fatto molto per creare condizioni favorevoli ed attrarre investitori internazionali in Sardegna – ricorda Paci -. Basta ricordare la strategia di innovazione intelligente S3 e tutti gli altri interventi a cominciare dalla banda ultralarga, e poi zero tasse per 5 anni per le nuove imprese, l’Irap più bassa d’Italia, burocrazia ridotta all’essenziale, semplificazione amministrativa. Abbiamo quindi tutte le condizioni favorevoli, e lo dimostra il continuo interesse da parte di aziende come appunto la ZTE che – dopo Inpeco, Microsoft, Huawei, Bonifiche Ferraresi, Amazon – sta valutando la possibilità di fare investimenti in Sardegna che, proprio attraverso l’alta tecnologia, non solo può superare l’isolamento ma anche diventare un grande laboratorio di ricerca e innovazione, punto di riferimento a livello internazionale.» 
«L’Ateneo di Cagliari accoglie con entusiasmo questa nuova opportunità di collaborazione, anche perché da sempre si caratterizza come un ateneo multidisciplinare, in grado dunque di offrire la propria esperienza sia nel settore della ricerca ICT, sia negli altri campi che dovessero interessare i nuovi partner. D’altra parte, l’Università di Cagliari ha già solidi e pregressi rapporti con le istituzioni cinesi: è di pochi giorni fa la firma di un accordo con l’Università di studi internazionali di Pechino e con l’Istituto Confucio di Roma.
L’Ateneo cagliaritano – che mette a disposizione il proprio know how per la crescita economica del territorio e per attrarre nuove imprese – è anche un valido esempio di raccordo di ricerca e alta formazione tra pubblico e privato, che anche oggi hanno mostrato grande sintonia.»
«C’è grande attenzione da parte del mondo delle imprese per l’ipotesi emersa nell’incontro di oggi che ZTE possa fare investimenti in Sardegna» assicura il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu che ha anche illustrato le opportunità che offre il Digital Innovation Hub, già messo a disposizione di questa importante ipotesi di investimento. «Durante l’interessante e articolato confronto con i vertici della multinazionale cinese ho anche lanciato l’idea della Sardegna come piattaforma logistica per il Mediterraneo».
Nuovi incontri di approfondimento con ZTE sono già in programma nelle prossime settimane.

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Sostenere progetti culturali innovativi ad alto impatto sociale che riattivano e danno nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali abbandonati o in fase di transizione. Questi gli obiettivi di “culturability – rigenerare spazi da condividere”, il nuovo bando della Fondazione Unipolis che sarà presentato mercoledì 15 marzo, a Cagliari, in collaborazione con Sardegna Ricerche. L’iniziativa è in programma alle ore 17.30 presso gli spazi recuperati della Manifattura Tabacchi (viale Regina Margherita 33).

Con questa quarta edizione del bando, la Fondazione mette a disposizione complessivamente 400mila euro per supportare quelle iniziative in grado di riempire di creatività gli spazi vuoti e restituirli alle comunità locali, unendo cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità e occupazione giovanile. Fra le proposte pervenute, ne saranno selezionate 15 che avranno l’opportunità di partecipare a un percorso di formazione nei mesi di giugno e luglio. Tra queste, nel mese di settembre, una Commissione di Valutazione selezionerà i 5 progetti finalisti che riceveranno 50 milaeuro ciascuno e continueranno l’attività di mentoring. Gli altri 150mila euro saranno utilizzati per realizzare le attività di formazione e accompagnamento per l’empowerment dei team, rimborsi spese per partecipare ai programmi di supporto. L’iniziativa è sviluppata in partnership con Avanzi/Make a Cube³ e Fondazione Fitzcarraldo, che coadiuveranno Unipolis nel percorso di accompagnamento ai team.

Un ulteriore contributo verrà messo a disposizione grazie alla collaborazione con la Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Fra i 15 finalisti, in aggiunta ai 5 beneficiari del contributo di Unipolis, la Commissione di Valutazione selezionerà altri 2 progetti ai quali attribuire una menzione speciale e un contributo del valore di 10 mila euro ciascuno.

La call di “culturability” è aperta dal 16 febbraio al 13 aprile 2017. 

All’incontro di presentazione a Cagliari, interverranno: Roberta Franceschinelli, responsabile culturability Fondazione Unipolis, Gianluca Cadeddu, direttore del Centro Regionale di Programmazione della RAS, Giorgio Pisanu, direttore di Sardegna Ricerche, Carolina Pacchi, Avanzi, Politecnico di Milano.

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Si è svolto oggi, a Cagliari, il primo incontro fra Regione, Sfirs e imprenditori sul Pecorino Bond. Il Pecorino bond, uno dei tanti strumenti messi in campo per dare supporto al settore lattiero-caseario e più in generale all’agroalimentare, si inserisce nel solco già tracciato dalla Giunta: attrarre investitori, consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, potenziamento delle produzioni locali, applicazione delle nuove tecnologie e di una nuova strategia finanziaria.
«Con questa operazione abbiamo un unico obiettivo, stabilizzare e dare sicurezza a un settore che è strategico per l’economia della nostra regione ma che è in difficoltà a causa delle oscillazioni del prezzo – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci che aveva presentato il Pecorino bond all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo a giugno scorso -. Oggi incontriamo le imprese con la Sfirs e il nostro partner finanziario, e iniziamo a ragionare concretamente sull’emissione di questi bond. È uno strumento finanziario innovativo che si affianca agli altri messi a punto per irrobustire l’intera filiera in modo che riesca a dare prospettiva e sicurezza a tutti. La Sardegna ha una qualità della vita altissima, è uno dei tre posti al mondo dove vivono più centenari grazie al clima e all’ambiente ma anche grazie al cibo – ha concluso il vicepresidente Paci -, ed è sulla qualità del cibo, sulla food safety che vogliamo puntare per un agroalimentare di eccellenza che va aiutato e rilanciato, come facciamo oggi con il pecorino.»
«Il credito è un aspetto strategico ed è particolarmente importante oggi, perché serve il supporto alle aziende lattiero casearie nell’attuale momento di criticità – ha detto l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi -. Vogliamo sostenere il comparto e abbiamo fatto uno sforzo per organizzarlo: dalla prossima campagna sarà in atto il piano della programmazione produttiva. Se lo avessimo avuto disponibile lo scorso anno, forse non saremmo in questa situazione di tensione. Lavoriamo per dare stabilità e far crescere la nostra presenza sui mercati internazionali, anche grazie ai progetti sull’internazionalizzazione in partenza. Questo fa parte di un più ampio ventaglio di prodotti finanziari tra cui quelli che incidono sul settore dell’allevamento primario. Negli ultimi due anni ci siamo impegnati con tutti gli attori della filiera per uscire dalle troppe improvvisazioni che rendono instabili i prezzi: in particolare, per affrontare questo momento critico stiamo lavorando in stretta collaborazione col Mipaaf per attivare le misure del pacchetto anticrisi previste dai nuovi regolamenti comunitari, fortemente voluti dalla Regione a favore del comparto ovino.»
Funzionerà così: un paniere di circa 10 aziende agroalimentari emetterà Minibond a 18-24 mesi per sostenere il capitale circolante, dando come pegno parziale le forme di pecorino accantonate. I minibond saranno garantiti fino al 60% dal Fondo regionale di garanzia della Regione e fino al 60% da un pegno sul pecorino: la garanzia totale del 120% consentirà di compensare il potenziale calo del prezzo. Advisor dell’operazione finanziaria, con il compito di selezionare le imprese che hanno i requisiti per avere diritto all’emissione di minibond, è BSI Merchant, società italiana appartenente al gruppo bancario svizzero BSI. Domani, incontro operativo con gli imprenditori interessati ad attivare lo strumento.
All’incontro odierno erano presenti il presidente della Sfirs Paolo Sestu, il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, l’ad di BSI Merchant Alessandro Santini e il presidente della commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese. Per domani è fissato il primo incontro operativo con le imprese interessate ad attivare il minibond.