19 April, 2024
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E’ stata presentata questa mattina, nella Sala Transatlantico del Consiglio regionale, la prima edizione del Premio regionale “Gianni Massa” sui temi delle disparità di genere. Erano presenti i relatori: Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna, Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio della Regione Sardegna, Francesco Mola, Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Inoltre sono intervenuti alcuni dei nomi storici del giornalismo in Sardegna quali Franco Siddi, Gianni Filippini, Gianni De Candia, e ancora Cristina Maccioni, Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle Pari opportunità del Comune di Cagliari, Dandy Massa, figlio di Gianni Massa a cui è dedicato il Premio, Tiziana Troja delle Lucido Sottile che ha curato la drammaturgia e la regia dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?”, promosso dal Corecom e da Giulia giornaliste Sardegna.

«Ringrazio il Corecom per il grande lavoro che sta portando avanti, rispondendo appieno in questi anni al mandato che il Parlamento sardo e questa Presidenza gli ha dato al momento del suo insediamento – ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau -. Per noi è stato da subito evidente appoggiare la scelta, accogliendo la richiesta di patrocinio, di lavorare al progetto per istituire un premio regionale intitolato a Gianni Massa e dedicato a Piera Mossa. Quando la memoria di figure così autorevoli e significative che hanno contribuito a rendere migliore la nostra terra serve a promuovere iniziative di questo genere, credo sia il modo migliore e forse più giusto per onorarle e ricordarle. Un plauso va anche all’associazione “Giulia giornaliste Sardegna” per il contributo e la collaborazione che sta offrendo al Corecom in questi mesi, non solo con l’organizzazione del premio ma anche per la realizzazione dello spettacolo “La conosci Giulia”. Dopo il successo cagliaritano, lo spettacolo verrà replicato anche a Sassari, a gennaio al teatro Verdi, nell’ottica di un’attività di decentramento anche dei servizi che in questi anni abbiamo portato avanti insieme al Corecom.»

«Parto da un dato molto aggiornato che ci fa riflettere: siamo molto lontani oggi dal trovare una pari rappresentanza all’interno dell’informazione, tra i generi – ha detto Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste –. Lo spazio mediatico riservato alle donne è solo il 21% e da lì non ci allontaniamo, un dato fermo da anni. Uno spazio dedicato alle donne come voci qualificate, come esperte. Cosa significa? Che il restante spazio del 79% è riservato agli uomini. Ne consegue che il mondo è raccontato, visto e interpretato sotto un unico punto di vista, con occhi e con voci di uomini. Quindi noi, Giulia giornaliste, con questo primo Premio regionale sulla parità di genere vogliamo prima di tutto arrivare a tutte le fasce di età tra scuola, università e professione, per orientare l’opinione pubblica su queste tematiche e superare insieme questo squilibrio del 79% che al giorno d’oggi è veramente diventato inaccettabile. Il premio è dedicato al giornalista Gianni Massa, per me un grande maestro, e per la sezione “Giornalismo” abbiamo proposto al Corecom che fosse intitolato a una donna, Maria Piera Mossa, regista e programmista della sede Rai Sardegna. Una professionista che malgrado non fosse iscritta all’Ordine dei Giornalisti ha portato avanti un grande lavoro di informazione sulla cultura e sulla identità della Sardegna. Ci ha lasciato decine e decine di documentari e filmati che sono stati super premiati. È stata inoltre una donna attentissima alle questioni di genere, e ha lavorato all’interno del centro di produzione Rai finché era attivo.»

«Il motivo principale del mandato del Rettore è quello di portare l’Università fuori dall’Università e quindi questa diventa un’occasione ghiotta per fare questa operazione, e per questo ringraziamo abbiamo aderito all’invito del Corecom e di Giulia giornaliste per collaborare alla realizzazione del premio Gianni Massa – ha sottolineato Francesco Mola, prorettore vicario dell’Università di Cagliari -. Ci sarebbero tanti motivi per giustificare il perché. Io sono anche il presidente del Comitato di garanzia dell’Ateneo dove trattiamo anche i temi della parità di genere. Uno per tutti è legato a quello che fa l’Università: la ricerca. Per definizione “discriminazione” e “ricerca” non vanno mai a braccetto. Anzi. Per un ricercatore accettare la discriminazione significa fare ricerca nascondendo dei risultati, nascondendo quindi l’evidenza, e questo non appartiene al nostro modo di operare. L’impegno quindi diventa un meccanismo fondamentale e questo impegno della ricerca si rivolge anche alla didattica. E la prossima settimana proprio nell’ambito delle comunicazioni verrà presentato il Corso magistrale di produzioni multimediali. Era un corso che mancava, una cosa importante proprio perché tra Cagliari e Sassari si possa dare la possibilità ai nostri giovani di rimanere qui a fare quello che poi per necessità farebbero fuori dall’isola.»

«Ringrazio tutti i presenti che hanno accolto calorosamente il nostro invito a partecipare: il Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il Prorettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola,  Susi Ronchi coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, la Commissaria delle Pari opportunità, l’Ordine degli Avvocati, tutte le associazioni di donne quali i centri antiviolenza, Maria De Matteis, con cui abbiamo portato avanti un bel lavoro sulla tutela dei minori, i maestri del giornalismo, Gianni Filippini, direttore storico dell’Unione Sarda, Gianni De Candia, Franco Siddi, Giorgio Greco, Mauro Manunza, Filippo Peretti, e tantissimi colleghi», ha detto Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna.

«Ringrazio il presidente Gianfranco Ganau per l’ospitalità, Mario Cabasino per essere riuscito a promuovere e sostenere con determinazione il Premio “Gianni Massa” – ha detto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. Grazie anche a Giulia giornaliste e a Susi Ronchi per avermi concesso questa opportunità. Gianni Massa è stato socio fondatore, ideologo e segretario della associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, l’unica in Sardegna che entra nei penitenziari, che vuole dare voce ai diritti in un periodo in cui il rispetto delle prerogative dei cittadini senza aggettivi e delle comunità sono spesso calpestate. Un’associazione che cerca di interpretare e dare corpo allo spirito di Gianni Massa, un giornalista integerrimo, militante, idealista: un giornalista che è entrato nella storia della professione per le scelte che ha fatto.»

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Il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2018, nella sede sociale, ha presentato il libro-intervista con Manlio Brigaglia “Tutti i libri che ho fatto”, pubblicato postumo a cura di Salvatore Tola e Sandro Ruju presso le edizioni Mediando di Sassari.

Ed è stato proprio Salvatore Tola l’ospite d’onore per questa commemorazione celebrativa del professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), doverosa indiscutibilmente nei confronti di una delle figure più rappresentative dell’intellettualità sarda del secondo Novecento e del primo decennio del Terzo Millennio.

Non poteva peraltro esimersi da un ricordo riconoscente il mondo dell’emigrazione, al quale Manlio Brigaglia è sempre stato vicino sia come firma di prestigio del mensile “Il Messaggero Sardo” (con articoli divulgativi che hanno fatto conoscere gli eventi e i personaggi più significativi della storia sarda anche a sos chi non aiant istudiadu), sia come oratore affascinante in occasione di iniziative culturali dei Circoli della Lega Sarda poi Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.).

Manlio Brigaglia ha espresso la sua solidarietà agli emigrati  per tutte le loro battaglie (pro sa limba; contro le scorie nucleari; per la continuità territoriale; per il riconoscimento dell’insularità) e in occasione dei Congressi della federazione dei circoli sardi dell’Italia continentale non ha mai fatto mancare un suo messaggio di incoraggiamento.

Con Pavia Manlio Brigaglia ha avuto un legame particolare, testimoniato da quanto ha scritto nella presentazione del libro di Gianni De Candia: “Sardegna: la grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero sardo’, 1974-2014” (Sassari, Delfino, 2016).

«L’insegnamento e altri impegni mi hanno impedito di accettare molti degli inviti che mi venivano rivolti dai circoli degli emigrati sardi. Invidiavo il mio amico Tito Orrù, che da Cagliari volava dappertutto ogni volta che lo chiamavano: gli invidiavo quello spirito di servizio che la gente gli riconosceva riconoscente. Credo che nessun sardo di quelli  che stavano in Sardegna e andavano nei circoli sia mai stato tanto voluto bene quanto lui. Praticamente ho finito per andare quasi soltanto al Circolo “Logudoro” di Pavia, quando presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) era Filippo Soggiu, che abitava proprio lì a Pavia. In realtà ci andavo chiamato come a un obbligo da Paolo Pulina, prima grande organizzatore di manifestazioni nel circolo, poi eletto a responsabile nazionale per i problemi della cultura. Paolo Pulina, ploaghese di nascita e di affetti (difficile dimenticarsene con tutti i libri e le pagine di storia e memorie che ci ha scritto sopra) era stato mio alunno al Liceo “Azuni” di Sassari alla metà degli Anni Sessanta. Nei primi mesi lavorava sui libri con una durezza d’impegno che ricordava la fatica di chi lavora la terra. L’intelligenza, motore di quell’indomabile afficcu, lo portò a buoni risultati scolastici sassaresi e l’accompagnò agli studi milanesi in via Festa del Perdono nei “meravigliosi” anni dei grandi movimenti studenteschi. Laureato in Lettere, lo ritrovai (anche se non ci eravamo mai persi di telefono) funzionario del Sistema bibliotecario della Provincia di Pavia. Con lui ho ritrovato, andando a Pavia, Gesuino Piga, a lungo anche presidente del circolo, che ricordavo autorevole direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e grande amico del mio maestro Alberto Boscolo. A Pavia, l’inesauribile fantasia e, perché no, lo speciale attaccamento alla sua terra suggerivano a Pulina convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna. Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda. Qui del resto veniva spesso Tito Orrù, ispirato forse anche dall’aura risorgimentale che si respira nella città dei Cairoli.»

Dopo i saluti della presidente del “Logudoro” Paola Pisano, orgogliosa di poter onorare la memoria di una personalità così importante per la cultura sarda, ha preso la parola  Salvatore Tola, che dagli inizi degli anni Settanta del Novecento è stato il più stretto collaboratore di Manlio Brigaglia.

Il relatore ha sottolineato il fatto che «spesso intento a rivedere dattiloscritti e bozze che gli venivano affidati e impegnato a tutto campo sul fronte culturale, Manlio Brigaglia ha lasciato pochi e scarni scritti autobiografici. Per fortuna questa intervista (svolta a più riprese e da lui attentamente rielaborata fino agli ultimi giorni) getta luce sulla sua attività di collaboratore di riviste e giornali e, soprattutto, di “facitore” di libri. Attraverso questa lunga testimonianza, che pure non affronta altri aspetti importanti della sua vita di studioso e di insegnante, emerge il quadro di una complessa personalità di uomo di cultura e anche, più semplicemente, di uomo».

Salvatore Tola ha raccontato numerosi divertenti aneddoti riferiti alla sua pluridecennale frequentazione con il professore che gli hanno permesso di conoscerlo come grande uomo, esempio straordinario certamente di impegno culturale e moralità, ma anche campione per doti di spirito (per questo volume aveva concepito il sottotitolo: “Storia di uno che voleva fare l’editore ed è finito correttore di bozze”), la cui capacità affabulatoria era proverbialmente nota e attirava masse di ascoltatori  perché era condita con gli ingredienti di una verve inimitabile.

Salvatore Tola ha voluto soffermarsi su una delle tante opere cui Manlio Brigaglia ha legato il suo nome e che a Lui era particolarmente cara: “L’Enciclopedia della Sardegna” in tre poderosi volumi (PaoloPulina ha ricordato che, presentandola, Manlio Brigaglia aveva usato questo “comincio”: «“Questo l’ho fatto io”, come dice il titolo di una famosa rubrica della “Settimana enigmistica”»).

Ha detto Salvatore Tola: «Gli interessi del prof. Manlio Brigaglia erano sempre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primo luogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economia alle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turistico. Fu da questa conoscenza capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla, insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una vera e propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volumi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui in collaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone e Guido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre), può essere considerata il suo capolavoro nel campo della divulgazione. Non si tratta di un dizionario enciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspetti dell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente accostati e organizzati. Tutti i pezzi sono stati sottoposti a quel lavoro di revisione del quale era grande specialista: sempre con l’intento primario di renderli quanto più possibile leggibili».

Assente, perché ancora in Sardegna, Filippo Soggiu, presidente emerito del “Logudoro” e della FASI, dopo quello di Salvatore Tola sono seguiti altri intervenuti.

Il presidente onorario del “Logudoro”, Gesuino Piga ha ricordato la comune amicizia sua e di Manlio Brigaglia con il professor Alberto Boscolo ed il sentimento che lo ha sempre accomunato a Manlio Brigaglia per le sorti della Sardegna e per la necessità del riscatto economico e sociale dell’Isola.

Il professor Ettore Cau (che è stato docente di Paleografia e poi anche Preside per un anno della Facoltà di Magistero a Sassari nel periodo 1976-1980) ha rievocato i tempi in cui è stato frequentatore assiduo sia del prof. Brigaglia sia del comune amico, il gesuita prof. Raimondo Turtas, autore di una monumentale “Storia della Chiesa in Sardegna”.

Un ricordo è stato portato anche dal prof. Lucio Casali, pavese amante della Sardegna (fa parte della commissione cultura del “Logudoro”) e da Antonello Argiolas (presidente onorario  del Circolo “Grazia Deledda” di Magenta e componente del Comitato Esecutivo della FASI).

Paolo Pulina ha distribuito ai presenti copia del suo articolo apparso su questo sito: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/il-libro-postumo-di-manlio-brigaglia-curato-da-salvatore-tola-e-sandro-ruju/

Edoardo Ruiu

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Sono state 38 le leggi approvate nel corso del 2016, molte delle quali affrontano le principali criticità dell’isola. In particolare il riordino degli Enti locali, la riforma dell’Ente Foreste e la Disciplina dei servizi per il lavoro, la Riforma sanitaria, il Reddito di inclusione sociale, la Riforma dell’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa, l’Istituzione dell’Agenzia delle Entrate e le norme per il superamento del precariato. Questa mattina il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i dati e i risultati di un anno di lavoro del Parlamento sardo, terzo anno di attività della XV legislatura.

«Un anno di intensa attività legislativa – ha sottolineato il presidente del Consiglio – che va ad inquadrarsi nel progetto riformista della compagine governativa come obiettivo di mandato che vedrà i primi risultati nei prossimi mesi». Il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda ha poi sottolineato come resti in tutta evidenza il tema di una nuova legge elettorale in grado di correggere le storture di quella attualmente in vigore, e di adeguarsi alle regole della parità di genere – «tema sul quale – ha sottolineato – c’è il massimo impegno da parte di questa presidenza».

Numerose le azioni politiche promosse dal Consiglio regionale nel corso del 2016, dall’indizione del referendum contro le trivelle, che ha visto coinvolti nove Consigli regionali compreso quello sardo, che rivendicavano con forza il diritto di scelta dei territori sui temi energetico – ambientali, al consolidamento del rapporto strategico con la Corsica che ha portato all’ istituzione della Consulta interistituzionale delle due assemblee. «Un percorso costruito con ripetuti incontri tra le delegazioni dei due Consigli regionali – ha spiegato Ganau – che ha portato ad un accordo operativo basato sui temi dell’insularità, in una nuova proiezione europea e fondato sulla valorizzazione dei temi dell’identità culturale». Nell’ambito della rappresentatività del Consiglio regionale sardo, il presidente ha ricordato come sono stati riproposti i temi delle ragioni della specialità nella presentazione in Parlamento degli esiti dell’indagine sulle Autonomie della Commissione Bicamerale, e la sua partecipazione, come coordinatore dei Consigli regionali delle Regioni Autonome, all’incontro con il presidente della Repubblica sui temi del nuovo regionalismo, in relazione alla proposta di riforma costituzionale.

Il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda ha proseguito il suo intervento in conferenza stampa, illustrando le diverse iniziative portate avanti dalla presidenza e volte a proiettare all’esterno il Consiglio regionale: la celebrazione delle Festa di Liberazione a Carbonia caratterizzata, in occasione del 70° anniversario del voto delle donne, dalla partecipazione della staffetta partigiana Marisa Ombra, che ha dedicato la sua vita alle lotte per la loro emancipazione e liberazione e di Modesto Melis che il presidente Ganau ha ricordato proprio nel giorno dei suoi funerali; l’allestimento della mostra dedicata alla scrittrice Grazia Deledda, in occasione della XX edizione di Monumenti Aperti che ha visto la partecipazione di oltre 4mila visitatori e nella due giorni di visita al Palazzo 1.500 ospiti; il recupero e la pubblicazione degli Acta Curiarum, oggi disponibili anche online sul sito del Consiglio regionale, e l’avvio del ciclo di incontri “Libri in Consiglio” con la presentazione del volume “La grande diaspora” del giornalista Gianni De Candia, dedicato alle memorie e ai ricordi dei 40 anni della cooperativa il Messaggero sardo.

Tra gli atti di rilievo, il presidente ha ricordato il bando per l’individuazione del Garante dell’infanzia che verrà scelto a breve dal Consiglio e l’azione portata avanti relativamente all’aggiornamento e alla modernizzazione del personale. «Quest’intervento ha consentito – ha sottolineato Ganau – di parificare i livelli delle risorse umane della nostra istituzione a quelli parlamentari, ridefinendo la pianta organica in modo da supplire alle attuali carenze e rendere così più adeguato l’intero sistema. A questi miglioramenti in termini di organico – ha concluso il presidente del Consiglio – si affiancherà a breve un salto di qualità dei servizi ai consiglieri, mediante l’adozione di nuove e moderne tecnologie che potranno migliorare l’efficienza dell’attività consiliare».

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E’ stato presentato, in Consiglio regionale, il libro “La grande Diaspora”, di Gianni De Candia, 40 anni di emigrazione sarda nel mondo nelle pagine del Messaggero Sardo.

«Per 40 anni il Messaggero Sardo ha rappresentato un ponte fra la nostra terra e le decine di migliaia di sardi nel mondo tenendo in qualche modo unita la comunità regionale – ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau -. Con il volume apriamo una serie di appuntamenti con la cultura e la storia della Sardegna, perché crediamo che il Consiglio debba essere un luogo sempre più aperto ai cittadini, in grado di raccogliere contributi originali ed interessanti sulla nostra identità, su quello che siamo stati e sul futuro che vogliamo costruire per la Sardegna; da questo punto di vista il lavoro di Gianni De Candia è un ottimo inizio.»

Subito dopo gli interventi dei protagonisti della lunga stagione del Messaggero Sardo. Salvatore Tola, redattore storico del periodico e curatore della “sezione” dedicata alla poesia, ha ricordato il sentimento comune della ricerca del riscatto espresso da tante generazioni di sardi; «un riscatto che in molte occasioni – ha affermato – superava la sfera personale per abbracciarne una più identitaria molto più ampia». Significative, in questo senso, le battaglie condotte da Tullio Locci (residente a Savona) per far ottenere ai sardi una “corsia preferenziale” nei trasporti da e per la Sardegna e di Anna Maria Sechi, che ha fatto conoscere al Belgio la complessa realtà della talassemia.

Gianni De Candia, autore del libro, ha sottolineato in apertura che l’esperienza del Messaggero, con l’opportunità di contatti umani particolari ed irripetibili, ha rappresentato un grande arricchimento personale e professionale. «Il numero dei sardi nel mondo – ha detto fra l’altro – è stato sempre sottostimato, basti pensare che erano ben 288.000 già nel 1971 di cui 220.000 in Europa ma il dato proviene dal censimento del Ministero degli Esteri e, già da allora, forniva una dimensione molto parziale, peraltro solo quantitativa, del fenomeno; oggi possiamo dire che la popolazione sarda all’estero non è inferiore a quella che risiede nell’Isola».

«Il Messaggero – ha concluso De Candia – in definitiva ha raggiunto due scopi: ha aiutato noi a costruire per intero la nostra storia e aiutato gli emigrati a non perdere la memoria.»

Da Franco Siddi, responsabile nazionale di Confindustria-televisioni e componente del Cda Rai, è arrivata una testimonianza con un duplice profilo: da redattore del Messaggero Sardo e componente della Consulta regionale per l’emigrazione. «Come giornalista del Messaggero – ha detto Siddi – ho avuto la fortuna di continuare nella professionale dopo essere rimasto disoccupato in una sorta di società editoriale solidale dove esisteva la missione di aiutare i giovani in difficoltà ad affermarsi nel lavoro; una missione sociale all’interno di una missione più grande che aveva l’obiettivo di tenere uniti i due mondi dei sardi e, di conseguenza, la nostra terra con il mondo».

«Se oggi i sardi sono rispettati nel mondo – ha detto Siddi – il merito è dei nostri emigrati e di quanto hanno saputo costruire e trasmettere, anche in termini valoriali e di reputazione, in tante generazioni.»

PRESENTAZIONE LIBRO DE CANDIA 1 PRESENTAZIONE LIBRO DE CANDIA 2-1

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Lunedì 4 aprile la sala Transatlantico del Palazzo di via Roma a Cagliari ospiterà, a partire dalle 17.00, il primo appuntamento del ciclo di incontri “Libri in Consiglio”.

L’iniziativa, voluta dalla Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna, rientra nel percorso avviato sin dai primi mesi della XV legislatura e volto a  promuovere la massima apertura dell’Istituzione al territorio e ai cittadini.

Il protagonista del primo appuntamento sarà il giornalista Gianni De Candia, autore del libro “Sardegna, la grande diaspora” – Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa Messaggero sardo (1974-2014), edito da Carlo Delfino Editore. Storico direttore del periodico per gli emigrati De Candia ripercorre nel suo libro la storia dell’emigrazione sarda, riassumendo attraverso una raccolta di memorie e ricordi, la vita delle comunità sarde emigrate nel mondo. L’incontro, moderato dal Capo ufficio stampa del Consiglio regionale Rosanna Romano, verrà aperto dal presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau. Seguiranno gli interventi del professor Manlio Brigaglia, Gianni De Candia e Franco Siddi.

L’opera ripercorre le tappe fondamentali e la cronaca di quella che è stata una lunga esperienza di vita e di lavoro intrecciata con la storia dell’emigrazione sarda.

«Il fenomeno migratorio che ha così duramente colpito la nostra  isola – spiega il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau – forse non è mai stato recepito sino in fondo dai “sardi rimasti a casa”, nonostante abbia riguardato in un modo o nell’altro, quasi tutte le famiglie sarde. Sono convinto che questo libro possa aiutare a comprenderlo nella sua interezza.»