18 December, 2025
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«Le bonifiche dall’amianto sono necessarie per assicurare la salute e il benessere dei cittadini, come previsto dagli obiettivi del Piano regionale, perciò, per il 2020, abbiamo stanziato 2 milioni di euro da ripartire tra gli enti locali, finalizzati alla concessione di contributi ai privati per la rimozione di manufatti contenenti amianto.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, in riferimento alla delibera approvata dalla Giunta regionale, di concerto con l’Assessore della Sanità, nell’ambito del ‘Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto’.

«Oltre a garantire le condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza nei luoghi privati e di lavoro, dove si rilevassero eventuali situazioni di pericolo – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis è anche necessario definire le priorità degli interventi di bonifica, le operazioni di smaltimento e le modalità di gestione dei rifiuti derivanti dalle operazioni di bonifica.»

Il finanziamento agli enti locali è stato così ripartito (metà proporzionalmente alla popolazione residente e metà proporzionalmente al numero dei piani di lavoro presentati): alla Città metropolitana di Cagliari (845 piani di lavoro) 506.476 euro; alla Provincia di Sassari (551) 458.181; alla Provincia di Nuoro (242) 196.201; alla provincia del Sud Sardegna (1.219) 562.039; alla Provincia di Oristano (633) 277.100.

Gli enti locali utilizzeranno una procedura di evidenza pubblica, che prevede una scheda con gli indicatori utili alla valutazione del rischio legato ai Mca (Materiali contenenti amianto), che fornisce gli elementi per la predisposizione, da parte delle Amministrazioni, della graduatoria di assegnazione dei contributi regionali. Il contributo erogato potrà coprire il 60% delle spese ammissibili e prioritariamente i costi per la rimozione, l’incapsulamento dei materiali contenenti amianto, il trasporto e lo smaltimento negli impianti autorizzati.

«Per tutta la notte la Protezione civile ha monitorato le fasi alluvionali che si sono verificate in tutta la Sardegna e l’intera macchina organizzativa regionale è stata mobilitata per controllare ed intervenire in questa terribile giornata.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, con delega alla Protezione civile, che da stamattina sta seguendo personalmente le operazioni di soccorso nella sala della Protezione civile.

«Abbiamo una situazione molto critica in alcuni territori e in queste ore il fronte emergenziale si sposta nei territori della Gallura – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Perciò, già da ieri, abbiamo contattato tutti i sindaci, affinché attivassero i Centri operativi comunali (Coc) per attuare le misure preventive indicate nei Piani comunali di Protezione civile. Come indicato nell’ultimo bollettino diramato dalla Protezione civile, fino alle 6.00 di domattina tutta la Sardegna sarà zona rossa per rischio idrogeologico. Quindi, massima cautela negli spostamenti, che vanno effettuati solo se strettamente necessari.»

«Purtroppo, nel comune di Bitti sono decedute alcune persone. Il mio pensiero ed il mio cordoglio va alle loro famiglie. La Regione sarà vicina concretamente a tutte le comunità coinvolte», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente.

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«L’impegno della Giunta regionale e del presidente Solinas è quello di concludere nel più breve tempo possibile la procedura di valutazione di impatto ambientale e portare in Giunta la relativa approvazione, venendo incontro anche agli altri impegni che la Società ha assunto.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, nel corso di una riunione interassessoriale sul futuro della Sider Alloys, alla presenza del vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda, e dell’assessore dell’Industria, Anita Pili, con i sindacati e i vertici aziendali.

«L’incontro nasce da una precisa e forte volontà del presidente Christian Solinas, dopo le sollecitazioni delle sigle sindacali che esprimevano forte preoccupazione per una probabile e possibile procedura di valutazione di impatto ambientale, perché ritenevano che questa potesse essere evitata per consentire la ripresa della fabbrica di alluminio primario – si legge in una nota della RegioneIl tavolo, che ho convocato oggi con sindacati ed azienda, ha dimostrato come ci possano essere aspetti progettuali che non sono sottoposti a procedura di valutazione di impatto ambientale ed altri che per norma, per legge, devono essere obbligatoriamente sottoposti a quella procedura. Abbiamo preso l’impegno di seguire attentamente e prioritariamente questo tipo di investimento per garantire naturalmente la ripresa occupazionale. Già la prossima settimana ci potranno essere ulteriori aggiornamenti su quello che potrà essere il cronoprogramma che l’azienda dovrà aggiornare. Riteniamo che alcune attività possano essere attivate a prescindere dalla Via, diversamente da quelle che invece necessariamente devono essere sottoposte a valutazione di impatto ambientale. Insieme all’azienda valuteremo che per le attività che non necessitano di autorizzazione ci possa essere subito una graduale chiamata dell’occupazione sperata.»

Tra due settimane è previsto un nuovo incontro. La volontà di tutte le parti è quella di trovare un accordo per costruire un percorso condiviso che possa rilanciare la fabbrica di Portovesme, ferma ormai da otto anni, far ripartire gli investimenti così come garantito dall’azienda e consentire il graduale reinserimento dei lavoratori.

«Ora si trattaha concluso l’assessore Lampisdi conoscere quali siano i contenuti di dettaglio della proposta progettuale che Sider Alloys è tenuta a presentare all’Assessorato, auspicando che possa essere il più completa possibile così da evitare la richiesta di successive integrazioni.»

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L’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha convocato le segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL e CUB per mercoledì 18 novembre, alle 10.30, nella sede dell’assessorato, in via Roma, a Cagliari, per fare il punto sulla vertenza Sider Alloys. La convocazione è arrivata alcune ore dopo la richiesta avanzata dalle segreterie sindacali, fortemente preoccupate dagli sviluppi assunti dalla vertenza in occasione del vertice in videoconferenza tenutosi due giorni fa a livello ministeriale, nel corso del quale è emersa la richiesta della Regione di sottoporre il progetto di rilancio produttivo dello stabilimento a valutazione di impatto ambientale, della quale non si era mai parlato prima, il cui iter pare destinato ad allungare ulteriormente i tempi di ripresa della produzione.

 

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«Per il secondo anno consecutivo registriamo dati positivi, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, come la riduzione del numero degli incendi (-18%), la drastica riduzione della superficie complessiva percorsa (-34%) e di quella boscata (-30%). Anche la superficie media per incendio registra un’importante riduzione, rispetto al dato medio del lungo periodo: -21%. Dimostrazione evidente che la macchina regionale antincendio si dimostra sempre più professionale, efficace e tempestiva.»
A dichiararlo è stato l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, nel corso della conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati della Campagna Antincendio 2020.
«Un importante sforzo complessivo, anche economico, con oltre 7.000 donne e uomini in campo, tra Corpo forestale, Forestas, Protezione civile, organizzazioni di volontariato, compagnie barracellari e vigili del fuoco, oltre a 11 elicotteri leggeri, il Super Puma, tre canadair del Dipartimento nazionale della Protezione civile e 281 mezzi terrestri, che quotidianamente hanno garantito la sicurezza dei Sardi – ha aggiunto Gianni Lampis -. I numeri di quest’anno non rappresentano certamente un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza per migliorare ulteriormente e sconfiggere questa piaga che da troppo tempo affligge la Sardegna. Continuerà anche la collaborazione con le Amministrazioni comunali affinché tutte si dotino, in tempi brevi, dei piani di protezione civile che riguardano il rischio incendi e quello idrogeologico. Sono ancora troppi i Comuni privi dei piani: 41 non hanno né l’uno né l’altro.»
Agosto il mese più difficile«Si sono registrati 746 incendi per una superficie complessiva percorsa di 4.842 ettari (1.702 boscati). In particolare, la giornata del 1 agosto è stata la peggiore del 2020, con ben ventinove incendi, di cui sette hanno richiesto l’intervento di uno o più elicotteri regionali e quattro l’ausilio dei mezzi aerei della Protezione civile nazionale, per una superficie complessiva di 2.669 ettari (817 di superficie boschiva). Nell’intera Campagna 2020, diciassette il numero medio di interventi giornalieri, salito a ventidue nel periodo 1 giugno-31 agosto».
Per quanto riguarda l’attività investigativa del Corpo forestale, sono stati effettuati 3 arresti e 218 comunicazioni di notizia di reato alla Magistratura, riscontrando come il 75% degli incendi sia di origine dolosa.
«Un dato – ha spiegato Gianni Lampis – in linea con gli ultimi 10 anni, perciò dobbiamo impegnarci maggiormente nella sfida culturale per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, settore decisivo per lo sviluppo ed il riscatto della Sardegna. Una battaglia che va combattuta soprattutto nei luoghi formativi per eccellenza, come la scuola, dove purtroppo in questo periodo non è stato possibile realizzare le iniziative previste dall’Assessorato. Presto, superata l’emergenza sanitaria, riprenderemo con le iniziative per conseguire questo importante obiettivo.»
Un pensiero è andato ad Alessandro Diana, il volontario diciannovenne di Pabillonis morto in un incidente stradale mentre si recava a spegnere un incendio«Su richiesta mia e del presidente Solinas, abbiamo trasferito alla Prefettura la documentazione necessaria per il riconoscimento, da parte del Presidente della Repubblica, di una medaglia d’oro al valor civile».
Antonio Caria

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Sono cinque i comuni sardi (Cuglieri, Masainas, Serrenti, Uri e Usini) che hanno aderito alla quarta edizione della ‘Camminata tra gli olivi’, manifestazione organizzata dall’associazione nazionale “Città dell’Olio” che si svolgerà domenica 25 ottobre, contemporaneamente in oltre 80 città italiane con percorsi ideati attraverso il territorio olivicolo dei vari territori, ed è stata presentata questa mattina nei locali dell’assessorato regionale degli Enti locali. 

«L’ulivo rappresenta un elemento caratterizzante del paesaggio rurale sardo, dove possiamo vantare alberi millenari, e l’olio extravergine prodotto in Sardegna è una delle tante eccellenze che vanno adeguatamente protette e promosseha sottolineato l’assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna -. Prodotti di qualità che rappresentano l’identità e la cultura dell’Isola e devono diventare ambasciatori sardi nel mondo, rappresentando una preziosa occasione di sviluppo e occupazione.»

«Anche queste manifestazioni sono una grande opportunità per rilanciare l’immagine della Sardegna e delle sue eccellenze in un periodo difficile ha aggiunto l’assessore del Turismo, Gianni Chessa -. Il settore agroalimentare è decisivo nella creazione di un ‘marchio Sardegna’ che punti a valorizzare e promuovere il territorio, migliorando e diversificando l’offerta turistica. L’olio sardo è storia, tradizione, cultura e anche come offerta di turismo esperienziale può diventare una colonna del rilancio dell’economia isolana.»

«Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, dobbiamo pensare ai segmenti economici dai quali far ripartire la Sardegna, coniugando tutela ambientale e sviluppo, e l’olio sardo rappresenta una produzione di qualità che può dare lustro all’Isolaha detto l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis -. Nel patrimonio ambientale e paesaggistico della Sardegna, gli ulivi plurisecolari sono un’eccellenza che abbiamo il dovere di valorizzare anche a fini turistici. Una filiera importante della nostra economia e anche un mezzo per far conoscere la nostra storia e le nostre tradizioni.»

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Il Nucleo Investigativo Ripartimentale e la Stazione Forestale di Santadi, sulla base di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Cagliari, il 7 e l’8 ottobre hanno sequestrato un’intera officina meccanica nel comune di Santadi.

Il titolare, 60 anni, deferito all’Autorità giudiziaria per diverse violazioni alla normativa ambientale, nel corso degli anni ha realizzato, nelle aree pertinenziali dell’officina, una vera e propria discarica abusiva, nella quale ha accumulato indistintamente autoveicoli fuori uso, componenti di veicolo di ogni genere quali filtri esausti, parti di motore, organi di trasmissione, assali, sedili, parti interne e di carrozzeria, ecc.

Saturato lo spazio interno, il titolare aveva adibito a deposito di mezzi fuori uso e rifiuti, anche la strada di accesso all’attività. Sul suolo sono stati rinvenuti evidenti segni di percolamento di olio esausto di vario genere, prodotti particolarmente inquinanti per le falde acquifere.

L’artigiano si dedicava metodicamente anche allo smontaggio di pezzi meccanici dai veicoli fuori uso. Un intero capannone era adibito a deposito di migliaia di componenti di autoveicolo e mezzi agricoli.

Il titolare dovrà provvedere a sue spese allo smaltimento dei rifiuti e alla bonifica dell’intero sito.

L’assessore della Difesa dell’Ambiente dott. Gianni Lampis ed il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, dott. Antonio Casula hanno espresso il più vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal personale dell’Ispettorato forestale di Iglesias e per il risultato raggiunto.

I reati ambientali prevedono: per discarica non autorizzata rifiuti pericolosi, l’arresto da uno a tre anni e un’ammenda da 5.200 a 52.000 euro, nonché la confisca dell’area in caso di condanna.

La gestione illecita di rifiuti pericolosi, l’arresto da sei mesi a due anni e un’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro.

 

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Un operaio edile è stato deferito all’Autorità giudiziaria, a Carbonia, per il reato di combustione di rifiuti. L’Ispettorato del Corpo forestale di Iglesias, nell’ambito dei servizi sul territorio mirati al contrasto delle attività illecite in materia ambientale, ha incrementato nell’ultimo periodo i servizi mirati alla repressione della combustione di rifiuti. Questo fenomeno mostra una particolare recrudescenza nel territorio di Carbonia, in particolare nelle zone periferiche e industriali, dalle quali si levano frequentemente colonne di fumo dal colore nero e maleodoranti.

Nei giorni scorsi il personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Iglesias ha individuato in flagranza di reato un operaio edile intento allo smaltimento con l’uso del fuoco, di rifiuti presenti in un cantiere sito nella zona PIP di Carbonia. L’intervento del Corpo forestale ha interrotto sul nascere l’attività illecita impedendo maggiori danni all’ambiente.

L’operaio, 63 anni, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di combustione di rifiuti, punito con la reclusione sino a cinque anni e nei casi più gravi, fino a sei anni. L’area dove è avvenuto l’abbruciamento è stata sottoposto a sequestro.

L’attenzione del Corpo forestale regionale, è costantemente rivolta alla prevenzione e repressione dello smaltimento abusivo dei rifiuti, fenomeno che danneggia gravemente il paesaggio e l’immagine della Sardegna. L’assessore della Difesa dell’Ambiente dott. Gianni Lampis e il Comandante del Corpo forestale, dott. Antonio Casula hanno espresso il più vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal personale dell’Ispettorato forestale di Iglesias e per il risultato raggiunto.

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Dagli ultimi giorni di settembre, nelle rive del lago artificiale di Monte Pranu a Tratalias, si è verificata una moria di pesci, soprattutto carpe, trovate ammassate nel bagnasciuga.

«Grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, è intervenuto il Corpo forestale con il personale della base navale di Sant’Antiocoha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Durante alcuni sopralluoghi è stato realizzato un costante monitoraggio e, a cura dei tecnici dell’Arpas, anche una serie di campionamenti e di analisi per verificare la salubrità dell’acqua. Comunque, negli ultimi sopralluoghi è stata riscontrata la diminuzione del fenomeno.»

 

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Lo scorso 16 settembre, in località Isca su Casteddu, nelle campagne di Siliqua, nell’ambito delle attività di vigilanza e controllo del territorio, condotte dall’Ispettorato di Iglesias del Corpo forestale della Regione Sardegna, il personale della Stazione forestale di Siliqua, unitamente al Servizio veterinario dell’ATS di Cagliari, ha individuato un allevamento abusivo di maiali.

Il bestiame (33 capi, tra scrofe, verri e lattonzoli) era confinato in ambienti occultati, precari e privi dei requisiti minimi relativamente alla biosicurezza ed al benessere animale. Gli animali sono inoltre risultati non registrati all’anagrafe zootecnica nazionale e mai sottoposti ad accertamenti sanitari.

Al proprietario, individuato sul luogo, è stata contestata l’infrazione ed elevato un verbale amministrativo di 10.000 euro, previsto da D.lgs. 200/2010 “Attuazione della direttiva 2008/71/CE relativa all’identificazione e alla registrazione dei suini”.

L’allevamento è stato sottoposto a vincolo sanitario. Il Servizio veterinario effettuerà i prelievi per verificare l’eventuale presenza di peste suina e trichinella.

In caso di esito negativo, se ricorreranno i requisiti igienico sanitari del sito, il proprietario potrà fare richiesta di regolarizzare l’allevamento.

L’attività del Corpo forestale è costantemente rivolta alla collaborazione con i Servizi veterinari dell’ATS e con l’Unità di Progetto regionale per l’eradicazione della peste suina (PSA) al fine di prevenire e reprimere gli illeciti in materia agroalimentare, comparto strategico per l’economia della Sardegna.

L’assessore della Difesa dell’ambiente, dott. Gianni Lampis ed il Comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, dott. Antonio Casula, hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal personale dell’Ispettorato forestale di Iglesias.