11 May, 2024
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C’è preoccupazione per la sorte del servizio di Diabetologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale.
A lanciare l’allarme è il presidente della Fand del Medio Campidano Onlus, Mattia Orrù. Al centro del contendere è il presunto trasferimento del servizio al poliambulatorio di Sanluri.
Orrù sottolinea come, su questa vicenda, «l’Associazione abbia tentato più volte, invano, di avere un colloquio con i dirigenti Ats per comprendere meglio le scelte illogiche».
Lo scorso 5 febbraio è stata inviata una lettera, «senza avere mai risposta» rimarca Mattia Orrù, al presidente della Regione, Christian Solinas. «Noisi legge nella missivanon possiamo vivere con la paura di ammalarci o che i nostri cari si ammalino perché non ci si può curare, perché andare a chilometri di distanza non tutti lo possono fare. In questo triste periodo di crisi a livello lavorativo, ci sta mancando anche la salute purtroppo e non tutti possono permettersi di curarsi in altri ospedali o Asl lontani chilometri da casa e dall’ospedale in cui sono seguiti o ricoverati. Caro Presidente, io come portavoce di tutti gli altri pazienti e cittadini Campidanesi e non solo, le chiedo di portarsi una mano alla coscienza e darci una mano per trovare una soluzione interna alla struttura ospedaliera».
Una settimana più tardi viene anche chiesto un incontro sia al governatore che all’assessore della Sanità, Mario Nieddu. Richiesta ribadita anche il 18 maggio. «Oltre a queste richieste scritte – ha aggiunto Mattia Orrù – si è proceduto a richiedere telefonicamente un appuntamento anche telefonico con il dirigente della Asl Sanluri senza ricevere mai risposta. Poco dopo vengo contattato dalla segreteria del direttore della Assl di Sanluri con la promessa che in tempi brevi sarei stato ricevuto, ma ancora a oggi 12 giugno 2020 non sono stato ricontattato».
La richiesta è quella che il servizio resti a San Gavino Monreale. A questo proposito è nato anche, nei social, un comitato spontaneo di cittadini che hanno voluto esprimere il loro dissenso al trasferimento della diabetologia.
Una contrarietà che l’Associazione ribadì anche il 3 giugno nel corso in una riunione che si è tenuta a Lunamatrona alla quale hanno partecipato anche alcuni sindaci del territorio e i sindacati di appartenenza dei dipendenti dell’Ospedale.
«A fine riunione ha proseguito Mattia Orrùsi è presentato Gianni Lampis, assessore regionale dell’Ambiente, che ha assicurato che il servizio di Diabetologia sarebbe rimasto a San Gavino Monreale. Con questa rassicurazione sembrava tutto risolto, ma dopo alcuni giorni la notizia che il giorno 12 giugno 2020 sarebbe iniziato il trasferimento delle attrezzature dall’ospedale a Sanluri».
«Lo spostamento del servizio a Sanluriha concluso – non garantirebbe più nessuna di queste prestazioni che verrebbe persa, perdendo, dunque,  una qualità in termini di servizio generale offerto nei reparti (in particolar modo le mamme del servizio di ginecologia che eseguono la curva glicemica o i ricoverati in medicina).»
Un no al trasferimento che verrà ribadito nel corso di una manifestazione in programma lunedì 15 giugno, dalle 10.00, presso parcheggio dell’ospedale nelle aree adibite al mercatino rionale.

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Oltre 3,2 milioni di mascherine monouso sono state distribuite dalla Regione ai 377 Comuni sardi: due per ogni abitante, complessivamente ‪3.255.200 dispostivi. La distribuzione è stata coordinata dal Centro logistico della Protezione civile allestito nell’area fieristica di Cagliari, in collaborazione con le associazioni di volontariato e l’agenzia regionale Forestas.

«Un impegno straordinario dell’intera macchina regionale ha sottolineato il presidente Christian Solinascon il prezioso supporto delle associazioni di volontariato, al quale va il ringraziamento mio e della Giunta.»

Alle parole di apprezzamento del Presidente, si sono aggiunte quelle dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha la delega alla Protezione civile, «per l’operato svolto in questo periodo emergenziale nell’interesse primario di tutela della salute pubblica – ha scritto in una lettera inviata ai Sindaci -. Il Dpcm del 26 aprile ha disposto l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi chiusi o in quelli all’aperto in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e le mascherine ‘monouso’, consegnate dalla Protezione civile nazionale, rappresentano una misura preventiva per ridurre la diffusione del virus e mettere in sicurezza gli altri e se stessi».

«Abbiamo ritenuto di metterle a disposizione di ciascun Comune, affinché siano distribuite ai cittadini e ai servizi essenziali pubblici e privati, al fine di favorirne l’utilizzo da parte degli operatori e dei fruitori dei servizi», ha concluso l’assessore Lampis.

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Un altro passo importante verso la realizzazione a Monte Urpinu di un grande parco urbano e del Polo ambientale regionale. Così gli assessori regionali degli Enti locali, Quirico Sanna, e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, nel corso di una conferenza stampa stamame a Cagliari, hanno presentato i lavori avviati dall’Agenzia Forestas per la manutenzione ed il miglioramento del verde nell’area dell’ex 68° Deposito carburanti, dismesso dall’Aeronautica militare e acquisito dalla Regione nel 2007.  

«Stiamo portando avanti un’opera fortemente voluta dalla Giunta Solinasha sottolineato l’assessore Quirico Sannaottimizzando l’uso degli immobili regionali e restituendo alla città e alle famiglie un grande polmone verde che comprenderà anche una parte del parco dell’ospedale Binaghi, sempre di proprietà regionale, e un’altra area della Marina militare. Tutto questo patrimonio è stato dimenticato per tredici anni, noi ora lo vogliamo riqualificare e valorizzare in tempi brevi.»

Nell’area dell’ex Deposito carburanti sono anche presenti fabbricati militari per oltre 60mila metri cubi, che saranno interessati da successivi interventi di ristrutturazione e rappresentano veri e propri monumenti di archeologia industriale che la Regione vuole rendere fruibili al pubblico.

«Stiamo offrendo una grande opportunità alla città di Cagliari e a tutta la Sardegnaha detto l’assessore Gianni Lampis perché quindici ettari di parco urbano potranno finalmente essere messi a disposizione dei cittadini. Grazie al lavoro svolto in queste settimane dall’Agenzia Forestas stiamo procedendo alla riqualificazione dell’area guardando al futuro e puntando su un altro suo utilizzo: la Giunta regionale vuole realizzare qui il Polo ambientale degli uffici, portando il Corpo forestale e l’assessorato della Difesa dell’ambiente.»

L’Agenzia Forestas sta già operando con i lavoratori del Servizio territoriale di Lanusei utilizzando mezzi sofisticati e intervenendo con la massima cura in un compendio molto interessante dal punto di vista naturalistico. Forestas provvederà anche al taglio della vegetazione infestante con funzione antincendio. In particolare effettuerà la manutenzione delle fasce parafuoco perché l’area presenta un forte rischio di incendi nel periodo estivo. Verrà poi effettuata la messa in sicurezza delle piante pericolanti e sarà effettuata una scelta di quelle di maggior pregio.

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L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha pubblicato i dati basati sull’attività di controllo e monitoraggio delle acque di balneazione: per il 2020, la Sardegna ha il 99,7% di coste classificate come “eccellenti”, classe più elevata, che rappresenta il miglior dato nazionale, pari a quello della Puglia.

«L’attività di monitoraggio delle acque di balneazione, con 661 stazioni su 1.407 chilometri di costa, ha sempre costituito una delle attività di maggior interesse ed impegno per Arpas, che opera secondo un programma concordato con l’Agenzia regionale del Distretto idrografico e col ministero dell’Ambienteha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. I risultati di eccellenza raggiunti dalla Sardegna sono da attribuire ad una politica di trattamento capillare delle acque reflue ed una costante attività di vigilanza sulle acque marine costiere, coordinata con le varie autorità: Capitanerie di porto, Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale e Polizia locale. Inoltre, molto si deve anche alla sensibilità sempre maggiore dei cittadini nei confronti dell’ambiente.»

Per ottenere i dati, almeno una volta al mese, durante le stagioni balneari dal 2016 al 2019, sono stati effettuati campionamenti ed analisi per tutelare la salute dei bagnanti, attraverso il monitoraggio di due indicatori di contaminazione fecale: enterococchi intestinali ed escherichia coli.

In riferimento delle tabelle allegate:

– i dati della Sicilia non comprendono le province di Agrigento, Catania, Messina (383 acque di balneazione per 455,183 km), per le quali non è stato possibile reperire la relativa classificazione;

– non sono considerate le aree di balneazione di nuova istituzione o ancora “non classificate” e le aree in cui ci sono divieti di balneazione permanenti;

– tra le aree di mare del Friuli Venezia Giulia ce ne sono anche due lagunari.

 

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Le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria hanno avuto effetto anche sulle fasi di riproduzione degli animali ed alcune specie di avifauna, non disturbate dalla presenza umana, si sono riappropriate di territori anche per la scelta dei siti di nidificazione.

«Soprattutto nel mese di maggioha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampisil Corpo forestale è stato impegnato anche nella salvaguardia della riproduzione di queste specie che arricchiscono la biodiversità dell’Isola, intensificando l’attività di monitoraggio e presidio del territorio al fine di consentire il completamento della fase riproduttiva

Tra i siti controllati, i più sensibili sono quelli nei quali hanno nidificato alcuni esemplari di fratino, un piccolo trampoliere limicolo che vive nelle zone costiere e lagunari, specie in pericolo di estinzione che, grazie alla chiusura delle spiagge alla frequentazione umana, ha deposto le uova in diverse spiagge solitamente frequentate dai bagnanti nel Sarrabus e nel Cagliaritano. Un altro caso è stato quello di una coppia di splendide cicogne bianche, che solitamente non nidificano in Sardegna, ma, avendo interrotto nel Sulcis il percorso migratorio dall’Africa verso il centro Europa, hanno utilizzato un palo elettrico dismesso in uno spartitraffico stradale, costruendovi il proprio nido.  

«L’attività di controllo del Corpo forestale è  indirizzata a dissuadere e prevenire qualsiasi comportamento che possa compromettere la nidificazione e la riproduzioneha concluso l’assessore Gianni Lampis -. A questa attività hanno collaborato anche i volontari delle associazioni ambientaliste e le guardie zoofile volontarie, presidiando i siti e sensibilizzando i cittadini al rispetto degli animali.»  

Dal Corpo forestale arriva l’invito a chi dovesse trovare nidi apparentemente abbandonati, anche in luoghi atipici, di lasciarli dove si trovano senza prelevarli ed a segnalare la loro posizione al numero di emergenza ambientale 1515.

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«L’agenzia regionale Forestas ha un ruolo centrale e fondamentale per valorizzare il patrimonio boschivo della Sardegna, anche grazie alle nuove competenze ed ai nuovi compiti che le sono stati assegnati.»

Lo ha detto, questa mattina nella sede Forestas di Oristano, l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, in occasione della firma del contratto da parte di trentadue vincitori del concorso per amministrativi e tecnici dell’Agenzia regionale, che prenderanno servizio il prossimo 3 giugno nella Direzione generale e nei sette servizi territoriali.

«Un braccio operativo della Regione, coi vari presidi nel territorio, da valorizzare ed utilizzare al meglio per le sue enormi potenzialità ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Uomini e donne dell’Agenzia meritano un ringraziamento per l’azione svolta finora con grande senso del dovere, spirito di sacrificio e responsabilità, in piena collaborazione col sistema di Protezione civile regionale e con gli enti locali, anche durante l’emergenza sanitaria in corso, come sarà nelle prossime settimane in occasione della campagna antincendio.»

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«Nonostante la grave emergenza sanitaria che la Sardegna sta affrontando, vogliamo restituire ai cittadini la possibilità di usufruire in sicurezza delle spiagge e del mare sardo. Perciò, abbiamo approvato la programmazione di oltre 1 milione di euro per gli interventi di salvamento a mare nella imminente stagione balneare.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, in riferimento allo stanziamento di 1.006.211,79 euro destinato ai Comuni costieri.

Nel mese di settembre 2019 è stato insediato il Tavolo tecnico per la predisposizione del ‘Piano regionale per il rischio balneare’, che non ha ancora concluso i lavori a causa dell’emergenza epidemiologica: «Questo importante strumento di pianificazione, che tiene contro del quadro normativo e della situazione della fascia costiera e delle attività svolte, consentirà di valutare l’indice di rischio connesso alla balneazione, specifico per ciascun Comune costiero ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, con delega per la Protezione civile. In attesa della stesura definitiva del Piano, seppure quest’anno la stagione balenare sarà certamente diversa, nei modi e nell’organizzazione, da quelle degli anni scorsi, abbiamo ritenuto assolutamente urgente ed importante garantire la sicurezza della balneazione nei litorali sardi. Questi presidi di sicurezza potranno garantire l’accesso sicuro nelle spiagge, salvaguardando così l’indotto economico che riguarda i territori dei comuni costieri isolani».

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Gli assessori regionali dell’Industria e della Difesa dell’Ambiente hanno approvato congiuntamente le “Linee guida per la regolamentazione e l’incentivazione dello sfruttamento delle risorse finalizzate alla realizzazione di impianti a bioenergie in Sardegna”.

Partendo dalla analisi della diffusione degli impianti alimentati a bioenergie nell’isola, e dai relativi studi sulle emissioni in atmosfera, il provvedimento mira a fornire indicazioni utili alla regolamentazione e valorizzazione dell’utilizzo delle bioenergie disponibili, affinché suddetti impianti possano essere realizzati e gestiti in ottemperanza alle misure previste dal Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna.

Gli assessori Gianni Lampis ed Anita Pili concordano sull’incentivazione di determinate forme di recupero e valorizzazione delle risorse, attraverso la premialità per gli operatori che sottoscriveranno accordi di ritiro dedicato alla valorizzazione energetica della biomassa da scarti di lavorazione, e sui contributi per la realizzazione di strutture logistiche asservite al recupero e alla valorizzazione della biomassa residuale. Tra le tipologie di impianti pilota finanziabili rientrano quelle di tipo cogenerativo con teleriscaldamento situate in aree industriali e in prossimità dei centri urbani, le colture di micro-alghe o oleaginose per produzione di biocarburanti, e gli impianti di teleriscaldamento asserviti ad edifici di pubblica fruizione anche in presenza di offerta energetica termica di tipo privato.

Con l’obiettivo di sostenere la promozione e lo sviluppo della produzione di energia da biomassa, infine, saranno da individuarsi come ottimali gli studi finalizzati all’individuazione di condizioni infrastrutturali e contrattuali favorevoli ad accordi di filiera per la produzione di energia termica da biomassa legnosa e di biocarburanti da colture dedicate di aree marginali. Promuovibili anche i regolamenti di gestione delle aree industriali e artigianali rivolti a favorire e/o ad incentivare la produzione di energia da biomassa preferibilmente residuale; nonché i regolamenti urbanistici comunali atti a favorire con i necessari limiti e condizioni la localizzazione degli impianti termici a biomassa in prossimità dei centri urbani.

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«L’attuale emergenza sanitaria rende improcrastinabile, senza ulteriori ritardi, la disinfestazione delle aree urbane, rurali e turistiche, perché concorre a rendere più efficace l’attività di sanificazione disposta come misura anti Covid-19.»

Così l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha spiegato lo stanziamento a favore degli enti locali per il controllo e la lotta contro gli insetti nocivi, i parassiti dell’uomo, degli animali e delle piante ed i roditori, con trasferimento immediato delle risorse ai centri antinsetti.

«E’ fondamentale che gli enti locali, delegati ad esercitare le funzioni di carattere sanitario ed ambientale, siano posti nelle condizioni di svolgere in tempi brevi questi interventi», ha aggiunto l’assessore Lampis.

Il finanziamento di 6 milioni 718mila euro è stato così ripartito: 1.209.911 alla Città metropolitana di Cagliari; 1.058.085 alla provincia del Sud Sardegna; 1.590.150 alla provincia di Oristano; 1.279.779 alla provincia di Nuoro; 1.580.073 alla provincia di Sassari.

 

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Il Servizio Territoriale del Corpo forestale di Iglesias, per assolvere i compiti che gli sono stati assegnati in materia di prevenzione del Covid19, ha disposto l’impiego del proprio personale per l’esecuzione di controlli mirati in tutto il territorio della sua giurisdizione.

L’operatività è ordinariamente garantita, nell’arco delle 24 ore, anche in forma congiunta fra le varie strutture: Stazioni forestali e Base Navale, supportate dal Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, Nipaf d’Iglesias.

Nell’ambito di queste attività, il 18 aprile scorso, il personale della Base navale di Sant’Antioco e del Nipaf, durante un servizio congiunto presso il porto turistico di Portoscuso, ha sorpreso due persone intente a praticare la pesca sportiva.

Per tale condotta, non compresa fra le attività ammesse dal DPCM del 10 aprile, ai pescatori è stata contestata la violazione amministrativa che prevede una sanzione pari a 400 euro. Ad uno di essi è stata altresì contestata la violazione alle leggi sulla pesca. L’uomo aveva pescato circa 40 kg di pesci e molluschi superando il quantitativo massimo consentito al pescatore sportivo che è di 5 kg giornalieri.

A bordo dell’imbarcazione utilizzata dai due, durante gli accertamenti, i Forestali hanno anche trovato diversi litri di olio alimentare esausto, solitamente utilizzato per agevolare il prelievo ittico riversandolo in mare. Pratica assolutamente vietata dalle norme sulla pesca e da quelle ambientali in materia di gestione dei rifiuti. Il tutto è stato sottoposto a sequestro ed il pescato è stato devoluto in beneficenza ad un istituto caritatevole.

Alla data del 18 aprile, il Servizio Territoriale del Cfva di Iglesias aveva eseguito 1.420 controlli e contestato 45 violazioni alle norme di contrasto della diffusione del Covid-19.

L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ed il comandante del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale, Antonio Casula, hanno espresso il loro apprezzamento, al personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, per i risultati raggiunti sia nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione dei comportamenti illeciti legati all’emergenza Covid-19 sia per la costante attività di difesa dell’ambiente naturale della Sardegna in questo delicato periodo