26 April, 2024
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L’Ispettorato del Corpo forestale di Iglesias – Stazione Forestale di Fluminimaggiore, a seguito del ricevimento di una denuncia da parte dell’Agenzia Fo.Re.Stas, ha eseguito una complessa attività investigativa che, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Cagliari, ha portato al denuncia di diversi soggetti di Fluminimaggiore.

Questi, attraverso la fittizia intestazione di beni immobili di notevole pregio ambientale, storico e paesaggistico, localizzati in territorio di Fluminimaggiore, località Arenas, hanno sottratto gli stessi al pubblico demanio di proprietà in parte della Regione Autonoma della Sardegna e in parte del comune di Fluminimaggiore.

Il suddetto Comune peraltro, aveva già presentato nel 2013 una causa al Tribunale Civile di Cagliari contro lo stesso soggetto privato intestatario dei medesimi immobili (limitatamente a quelli già trasferiti al comune di Fluminimaggiore), che risulta ancora pendente.

La pregevole superficie boscata interessata è di poco superiore ai 260 ettari e comprende anche diversi fabbricati, 8 dei quali facenti parte del borgo minerario di Arenas che, per quanto dismesso con la cessazione dell’attività mineraria negli anni 70, ha subito un rilevante intervento di recupero dei fabbricati ad opera della società IGEA, attraverso un contributo ministeriale di 4 miliardi di lire.

L’attività investigativa del Corpo forestale è culminata lo scorso 9 febbraio con il sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Cagliari che ha interessato tutto il suddetto complesso immobiliare sottratto, evidentemente, alla disponibilità privata e per ora affidato in custodia giudiziale, sia all’Agenzia Regionale Fo.Re.Stas. – Servizio Territoriale di Iglesias, sia al comune di Fluminimaggiore nella persona del Sindaco protempore.

L’attività di indagine prosegue ulteriormente al fine di chiarire se vi siano ulteriori gradi di responsabilità nella vicenda che verranno tempestivamente sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria procedente.

L’attenzione del Corpo forestale regionale, è costantemente rivolta alla prevenzione e repressione degli illeciti riguardanti il patrimonio pubblico della Regione Sardegna e degli Enti pubblici con particolare riguardo ai boschi.

L’assessore della Difesa dell’Ambiente dott. Gianni Lampis ed il Comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, dott. Antonio Casula hanno espresso il più vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal personale dell’Ispettorato forestale di Iglesias e per il risultato raggiunto.

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«Atto indegno da condannare fermamente.» Il presidente  del Consiglio regionale, Michele Pais, ha espresso tutto  il suo dissenso e la piena solidarietà al Corpo forestale  di Sant’Antioco dopo l’attentato incendiario della notte scorsa contro tre auto del Corpo.

«In attesa del completamento delle indagini da parte della magistratura, esprimo anche a nome dell’Assemblea, lo sdegnoha aggiunto il presidente Michele Paisper gesti come questo che vogliono destabilizzare e intimidire. Il Consiglio regionale è vicino a tutti i forestali che ringrazio per la responsabilità ed il grande senso del dovere.»

«Un atto gravissimo commesso contro chi ogni giorno è impegnato in prima linea per difendere il patrimonio ambientale della Sardegna, a tutela di tutte le nostre comunità.»

Così il presidente della Regione Christian Solinas ha espresso la sua ferma condanna per l’attentato incendiario contro il Corpo forestale di Sant’Antioco.

«Non sarà certo questa nuova azione vile e violenta ha sottolineato il presidente Christian Solinas – a fermare il lavoro incessante a presidio del territorio delle donne e degli uomini del Corpo forestale, ai quali va la piena solidarietà mia e della Giunta, con l’auspicio che i responsabili di questi atti criminali siano al più presto individuati e assicurati alla giustizia.»

«Un gesto vigliacco nei confronti di una realtà che opera al servizio della comunità sarda. Solidarietà incondizionata all’intero Corpo forestale, che ha sempre dimostrato dedizione e altissima professionalità nello svolgimento dei propri compiti a tutela del nostro patrimonio naturale», sono le parole dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis.

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Per il 2019, la Sardegna è la seconda regione in Italia per quantità di rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata e avviati a recupero. Rispetto all’anno precedente si è realizzato un miglioramento del 6,3%: dal 67% al 73,3%, meno solamente del Veneto (74.7%).

«Un risultato ben superiore alle previsioni annuali del Piano regionale di gestione dei rifiuti, che stimava un incremento annuo del 4% – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, commentando i dati pubblicati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel “Rapporto Rifiuti Urbani 2019” -. A partire dal 2004, l’azione e l’impegno di cittadini e amministratori locali hanno rivoluzionato il sistema di raccolta dei rifiuti urbani, con una continua progressione nel corso degli anni, considerando che la Sardegna nel 2002 era agli ultimi posti della classifica con una percentuale del 2,8%.»

«Le azioni previste dalla pianificazione regionale, in particolare il meccanismo premialità/penalità, istituito a marzo 2004, con i Comuni premiati o penalizzati in base al conseguimento delle percentuali di raccolta differenziata, fissate annualmente dalla Giunta regionale, insieme alla realizzazione di ecocentri e di impianti hanno creato le giuste condizioni per il raggiungimento di queste eccellenti percentuali, che sono il presupposto per un ulteriore miglioramento del sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani: il Piano regionale prevede il raggiungimento dell’80% di raccolta differenziata nel 2022.»

L’Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna) ha anche validato i dati suddivisi per territori: Provincia di Nuoro 78,19% (74,78% nel 2018); Provincia di Oristano 77,96%  (74,94%); Provincia del Sud Sardegna 76,46% (73,18%); Città metropolitana di Cagliari 71,10% (57,86%); Provincia di Sassari 69,56% (65,72%).

«Per raggiungere il prossimo obiettivo – ha concluso l’assessore Gianni Lampis – metteremo in campo ulteriori azioni, a partire da quelle più eque per i cittadini, come il passaggio alla ‘tariffa puntuale’, che sarà commisurata all’effettiva produzione dei rifiuti, e potrà contribuire ad una completa transizione verso la raccolta ‘porta a porta’, almeno un ecocentro per ogni Comune, oltre a quelli costieri, e una premialità per le Amministrazioni comunali che raggiungono percentuali dell’80%. Infine, ma non meno importante, un programma di sensibilizzazione e di informazione rivolto ai cittadini per realizzare una riduzione dei conferimenti impropri.»

«La salvaguardia del prezioso patrimonio ambientale della Sardegna e il recupero delle aree contaminate è un obiettivo prioritario della Giunta regionale. Per l’area mineraria di Su Zurfuru è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa della grave contaminazione ambientale originata dall’attività mineraria, ricomprendendola tra gli interventi prioritari del Piano regionale di bonifica.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, della delibera che stanzia, nel Bilancio pluriennale 2020-2022, 5 milioni 531mila euro a favore del Comune di Fluminimaggiore, per garantire la copertura finanziaria del primo lotto del progetto di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria di Su Zurfuru, inclusa nel Sito di interesse nazionale (Sin) “Sulcis Iglesiente Guspinese”. Per questo intervento, l’Amministrazione comunale dispone già di un precedente finanziamento di 2 milioni 430mila euro.

«Il progetto definitivo, dopo essere stato oggetto di una complessa fase istruttoria e della conferenza decisoria indetta dal ministero dell’Ambiente, è stato approvato con decreto ministeriale ha aggiunto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Prevede l’isolamento permanente delle sorgenti di contaminazione (discariche minerarie, bacino sterili) con interventi di messa in sicurezza e la realizzazione di un deposito (sito di raccolta) per  completare l’asportazione dei rifiuti minerari. La suddivisione degli interventi in più ambiti (‘area laveria’, ‘area di valle’, ‘area di monte’, ‘area esterna’) consente di procedere alla bonifica in più fasi, in funzione delle priorità di intervento e delle risorse disponibili.»

«Nel primo lotto di interventi nelle aree della laveria e di valle, quelli considerati prioritari, è prevista la rimozione dei rifiuti minerari, che andranno depositati in condizioni di sicurezza nel sito di raccolta dell’area di valle, in corrispondenza dell’esistente bacino sterili ha spiegato l’assessore Gianni Lampis -. Questo consentirà la piena valorizzazione dell’area laveria, oggetto di un recupero degli edifici più rappresentativi per fini culturali e museali. Mentre, il secondo lotto, riguardante gli ambiti denominati ‘area di monte’ e ‘area esterna’, prevede interventi di accorpamento e messa in sicurezza delle maggiori discariche minerarie della zona di monte, nonché opere di mitigazione ambientale. Verranno impiegate anche tecniche di ingegneria naturalistica, nel caso non fossero realizzabili interventi di messa in sicurezza di tipo tradizionale», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

Il costo complessivo del progetto è stato quantificato in 11 milioni 466mila euro: 7 milioni 961mila per il primo lotto; 3 milioni 504mila per il secondo.

«Con il gettito del tributo di smaltimento dei rifiuti solidi in discarica vengono finanziati altri interventi di tipo ambientale, come le azioni per una minore produzione di rifiuti, le attività di recupero di materie prime e di energia, la bonifica di siti inquinati, il recupero di aree degradate, l’istituzione e la manutenzione delle aree naturali protette.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ricordando che per il 2020 sono stati stanziati 3 milioni di euro, in parte già assegnati con una delibera approvata dalla Giunta regionale.

«Considerando le segnalazioni e le esigenze manifestati dagli enti locali ha aggiunto l’assessore Lampis abbiamo deciso di utilizzare le risorse per la realizzazione dei centri di raccolta o il completamento di quelli esistenti, utilizzati nel circuito pubblico della raccolta dei rifiuti urbani.»

Considerate le richieste di alcuni Comuni, una parte (360.000 euro) delle risorse sono state così ripartite: Furtei 40.000 euro; Lodè 40.000; Villa San Pietro 80.000 (a completamento di un altro finanziamento per la realizzazione della struttura principale); Luogosanto 40.000; Carbonia 120.000 (a completamento di un altro finanziamento per consentire l’ampliamento della struttura); Baressa 40.000. 

«Le bonifiche dall’amianto sono necessarie per assicurare la salute e il benessere dei cittadini, come previsto dagli obiettivi del Piano regionale, perciò, per il 2020, abbiamo stanziato 2 milioni di euro da ripartire tra gli enti locali, finalizzati alla concessione di contributi ai privati per la rimozione di manufatti contenenti amianto.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, in riferimento alla delibera approvata dalla Giunta regionale, di concerto con l’Assessore della Sanità, nell’ambito del ‘Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto’.

«Oltre a garantire le condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza nei luoghi privati e di lavoro, dove si rilevassero eventuali situazioni di pericolo – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis è anche necessario definire le priorità degli interventi di bonifica, le operazioni di smaltimento e le modalità di gestione dei rifiuti derivanti dalle operazioni di bonifica.»

Il finanziamento agli enti locali è stato così ripartito (metà proporzionalmente alla popolazione residente e metà proporzionalmente al numero dei piani di lavoro presentati): alla Città metropolitana di Cagliari (845 piani di lavoro) 506.476 euro; alla Provincia di Sassari (551) 458.181; alla Provincia di Nuoro (242) 196.201; alla provincia del Sud Sardegna (1.219) 562.039; alla Provincia di Oristano (633) 277.100.

Gli enti locali utilizzeranno una procedura di evidenza pubblica, che prevede una scheda con gli indicatori utili alla valutazione del rischio legato ai Mca (Materiali contenenti amianto), che fornisce gli elementi per la predisposizione, da parte delle Amministrazioni, della graduatoria di assegnazione dei contributi regionali. Il contributo erogato potrà coprire il 60% delle spese ammissibili e prioritariamente i costi per la rimozione, l’incapsulamento dei materiali contenenti amianto, il trasporto e lo smaltimento negli impianti autorizzati.

«Per tutta la notte la Protezione civile ha monitorato le fasi alluvionali che si sono verificate in tutta la Sardegna e l’intera macchina organizzativa regionale è stata mobilitata per controllare ed intervenire in questa terribile giornata.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, con delega alla Protezione civile, che da stamattina sta seguendo personalmente le operazioni di soccorso nella sala della Protezione civile.

«Abbiamo una situazione molto critica in alcuni territori e in queste ore il fronte emergenziale si sposta nei territori della Gallura – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Perciò, già da ieri, abbiamo contattato tutti i sindaci, affinché attivassero i Centri operativi comunali (Coc) per attuare le misure preventive indicate nei Piani comunali di Protezione civile. Come indicato nell’ultimo bollettino diramato dalla Protezione civile, fino alle 6.00 di domattina tutta la Sardegna sarà zona rossa per rischio idrogeologico. Quindi, massima cautela negli spostamenti, che vanno effettuati solo se strettamente necessari.»

«Purtroppo, nel comune di Bitti sono decedute alcune persone. Il mio pensiero ed il mio cordoglio va alle loro famiglie. La Regione sarà vicina concretamente a tutte le comunità coinvolte», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente.

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«L’impegno della Giunta regionale e del presidente Solinas è quello di concludere nel più breve tempo possibile la procedura di valutazione di impatto ambientale e portare in Giunta la relativa approvazione, venendo incontro anche agli altri impegni che la Società ha assunto.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, nel corso di una riunione interassessoriale sul futuro della Sider Alloys, alla presenza del vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda, e dell’assessore dell’Industria, Anita Pili, con i sindacati e i vertici aziendali.

«L’incontro nasce da una precisa e forte volontà del presidente Christian Solinas, dopo le sollecitazioni delle sigle sindacali che esprimevano forte preoccupazione per una probabile e possibile procedura di valutazione di impatto ambientale, perché ritenevano che questa potesse essere evitata per consentire la ripresa della fabbrica di alluminio primario – si legge in una nota della RegioneIl tavolo, che ho convocato oggi con sindacati ed azienda, ha dimostrato come ci possano essere aspetti progettuali che non sono sottoposti a procedura di valutazione di impatto ambientale ed altri che per norma, per legge, devono essere obbligatoriamente sottoposti a quella procedura. Abbiamo preso l’impegno di seguire attentamente e prioritariamente questo tipo di investimento per garantire naturalmente la ripresa occupazionale. Già la prossima settimana ci potranno essere ulteriori aggiornamenti su quello che potrà essere il cronoprogramma che l’azienda dovrà aggiornare. Riteniamo che alcune attività possano essere attivate a prescindere dalla Via, diversamente da quelle che invece necessariamente devono essere sottoposte a valutazione di impatto ambientale. Insieme all’azienda valuteremo che per le attività che non necessitano di autorizzazione ci possa essere subito una graduale chiamata dell’occupazione sperata.»

Tra due settimane è previsto un nuovo incontro. La volontà di tutte le parti è quella di trovare un accordo per costruire un percorso condiviso che possa rilanciare la fabbrica di Portovesme, ferma ormai da otto anni, far ripartire gli investimenti così come garantito dall’azienda e consentire il graduale reinserimento dei lavoratori.

«Ora si trattaha concluso l’assessore Lampisdi conoscere quali siano i contenuti di dettaglio della proposta progettuale che Sider Alloys è tenuta a presentare all’Assessorato, auspicando che possa essere il più completa possibile così da evitare la richiesta di successive integrazioni.»

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L’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha convocato le segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL e CUB per mercoledì 18 novembre, alle 10.30, nella sede dell’assessorato, in via Roma, a Cagliari, per fare il punto sulla vertenza Sider Alloys. La convocazione è arrivata alcune ore dopo la richiesta avanzata dalle segreterie sindacali, fortemente preoccupate dagli sviluppi assunti dalla vertenza in occasione del vertice in videoconferenza tenutosi due giorni fa a livello ministeriale, nel corso del quale è emersa la richiesta della Regione di sottoporre il progetto di rilancio produttivo dello stabilimento a valutazione di impatto ambientale, della quale non si era mai parlato prima, il cui iter pare destinato ad allungare ulteriormente i tempi di ripresa della produzione.

 

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«Per il secondo anno consecutivo registriamo dati positivi, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, come la riduzione del numero degli incendi (-18%), la drastica riduzione della superficie complessiva percorsa (-34%) e di quella boscata (-30%). Anche la superficie media per incendio registra un’importante riduzione, rispetto al dato medio del lungo periodo: -21%. Dimostrazione evidente che la macchina regionale antincendio si dimostra sempre più professionale, efficace e tempestiva.»
A dichiararlo è stato l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, nel corso della conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati della Campagna Antincendio 2020.
«Un importante sforzo complessivo, anche economico, con oltre 7.000 donne e uomini in campo, tra Corpo forestale, Forestas, Protezione civile, organizzazioni di volontariato, compagnie barracellari e vigili del fuoco, oltre a 11 elicotteri leggeri, il Super Puma, tre canadair del Dipartimento nazionale della Protezione civile e 281 mezzi terrestri, che quotidianamente hanno garantito la sicurezza dei Sardi – ha aggiunto Gianni Lampis -. I numeri di quest’anno non rappresentano certamente un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza per migliorare ulteriormente e sconfiggere questa piaga che da troppo tempo affligge la Sardegna. Continuerà anche la collaborazione con le Amministrazioni comunali affinché tutte si dotino, in tempi brevi, dei piani di protezione civile che riguardano il rischio incendi e quello idrogeologico. Sono ancora troppi i Comuni privi dei piani: 41 non hanno né l’uno né l’altro.»
Agosto il mese più difficile«Si sono registrati 746 incendi per una superficie complessiva percorsa di 4.842 ettari (1.702 boscati). In particolare, la giornata del 1 agosto è stata la peggiore del 2020, con ben ventinove incendi, di cui sette hanno richiesto l’intervento di uno o più elicotteri regionali e quattro l’ausilio dei mezzi aerei della Protezione civile nazionale, per una superficie complessiva di 2.669 ettari (817 di superficie boschiva). Nell’intera Campagna 2020, diciassette il numero medio di interventi giornalieri, salito a ventidue nel periodo 1 giugno-31 agosto».
Per quanto riguarda l’attività investigativa del Corpo forestale, sono stati effettuati 3 arresti e 218 comunicazioni di notizia di reato alla Magistratura, riscontrando come il 75% degli incendi sia di origine dolosa.
«Un dato – ha spiegato Gianni Lampis – in linea con gli ultimi 10 anni, perciò dobbiamo impegnarci maggiormente nella sfida culturale per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, settore decisivo per lo sviluppo ed il riscatto della Sardegna. Una battaglia che va combattuta soprattutto nei luoghi formativi per eccellenza, come la scuola, dove purtroppo in questo periodo non è stato possibile realizzare le iniziative previste dall’Assessorato. Presto, superata l’emergenza sanitaria, riprenderemo con le iniziative per conseguire questo importante obiettivo.»
Un pensiero è andato ad Alessandro Diana, il volontario diciannovenne di Pabillonis morto in un incidente stradale mentre si recava a spegnere un incendio«Su richiesta mia e del presidente Solinas, abbiamo trasferito alla Prefettura la documentazione necessaria per il riconoscimento, da parte del Presidente della Repubblica, di una medaglia d’oro al valor civile».
Antonio Caria