29 April, 2024
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Consiglio comunale Iglesias

Si acuisce, a Iglesias, lo scontro politico tra Cas@ Iglesias e Partito Democratico. Dopo l’intervento del capogruppo di Cas@ Iglesias Valentina Pistis in Consiglio comunale, del quale oggi abbiamo pubblicato il testo integrale, e quelli del sindaco Emilio Gariazzo e del capogruppo del Partito Democratico, Francesco Melis, oggi i due consiglieri di Cas@ Iglesias replicano con una nota dai toni molto duri che hanno i sempre più marcati contorni di una vera e propria rottura.

«E’ stata una vera sfacchinata – scrivono Valentina Pistis e Giorgio Carta – decifrare il comunicato stampa del Gruppo Consiliare del partito democratico. D’altra parte come dice Fassina il Pd sta scivolando, lentamente e surrettiziamente, “verso una forma più vicina a quella di un comitato elettorale”. Come dire: sono, oramai, più avvezzi a litigare per le tessere e le poltrone piuttosto che occuparsi dei problemi delle fasce più deboli.

L’alleanza nata nel 2013 avrebbe dovuto ridare efficienza ed efficacia all’azione amministrativa e lavorare nel solo esclusivo interesse della Comunità. Così, ad oggi, non è stato. E’ indubbio, siamo diversi da loro. Distinzione che si racchiude in tre semplici concetti: conoscenza dei problemi, cultura amministrativa e cultura della responsabilità e della trasparenza.

Lo avevamo spiegato sin dall’inizio: il tema del “fare”, dell’agire con consapevolezza per un’amministrazione locale è centrale e significa rispondere con i fatti alle esigenze legittime dei cittadini, mentre sostenere una cultura della responsabilità e della trasparenza significa governare realmente e amministrare bene.

La lentezza nell’affrontare non solo le emergenze ma finanche l’ordinario, ha aumentato il livello di tensione nella maggioranza. Abbiamo cercato di fungere da stimolo. Le numerose mozioni, gli ordini del giorno, le proposte, le delibere, le interrogazioni, raccontano la capacità progettuale del Gruppo Consiliare, dunque, una storia opposta a quella disegnata nel confuso e approssimativo comunicato stampa del PD.

Tra le decine possibili, faremo due soli significativi esempi: il primo, da oltre un anno giacciono, nei cassetti dell’amministrazione, gli indirizzi generali del Piano urbanistico comunale. Il secondo, la mozione sulla Commissione d’Inchiesta per l’appalto dei rifiuti. Un appalto che sottrae ingenti risorse dalle tasche delle famiglie iglesienti. Due proposte depositate e mai discusse, nemmeno in seno alla maggioranza.

Non ultimo, abbiamo chiesto, con forza, dal primo momento, una poderosa riorganizzazione della macchina amministrativa. La maggioranza – concludono Valentina Pistis e Giorgio Carta -, ha sempre evitato con scienza e coscienza, la questione, non ha mai voluto affrontare seriamente il problema, così come è avvenuto per la Società In House del Comune (Iglesias Servizi).  La misura è ormai colma.»

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Nessuno ne parla ancora ufficialmente, ma i toni dello scontro tra i consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias e il Partito Democratico, prima forza consiliare che esprime anche il sindaco, Emilio Gariazzo, hanno aperto di fatto la crisi nella maggioranza di centrosinistra al comune di Iglesias, a poco più di un anno e mezzo dall’elezione del sindaco (26 maggio 2013) e dall’insediamento del Consiglio comunale (28 giugno 2013).

Per capire meglio quanto oggi siano distanti le due posizioni politiche, pubblichiamo l’intervento integrale fatto da Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias, durante l’ultima riunione del Consiglio comunale, dedicata al dibattito sullo stato di attuazione del Piano Sulcis, in presenza del coordinatore dello stesso, Tore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

«Grazie.
Grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini che questa sera hanno deciso, con consapevolezza, di partecipare a questo Consiglio comunale.
Queste persone sono la dimostrazione che il ragionamento e l’approfondimento dei temi, anche scomodi, paga sempre.
Non lasciatevi intorpidire, non aspettate che gli altri prendano decisioni al posto vostro.
Il dialogo e il confronto sono necessari in politica come nella vita quotidiana.
Vedendovi, qui, questa sera non posso che farmi contagiare dalla vostra determinazione.
E’ arrivato il momento di dire la verità, tutta la verità in merito al Piano Sulcis e a tutto ciò che vi ruota intorno.
Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere.
Occorre fare chiarezza.
Occorre dire che i fondi del Piano Sulcis, sono praticamente inesistenti, così come le opere da realizzare.
L’Alcoa è chiusa, per l’Eurallumina e per l’Ila, sinceramente, non si intravede alcuna ripartenza, arriverà il turno della Carbosulcis e della Centrale Enel. Insomma un’ecatombe di industrie.
A cui, la politica regionale e nazionale, risponde con un Piano, vuoto e inconsistente.
Il Piano Sulcis finora non ha prodotto nemmeno un posto di lavoro.
Le procedure appaiono inesistenti, all’orizzonte solo ed esclusivamente ghiotte speculazioni ministeriali e non solo.
Speculazioni approvate e certificate da una parte della politica isolana.
Il progetto speculativo del biofuel dei signori Mossi & Ghisolfi è la prova di ciò che sto affermando.
Quel progetto è inaccettabile. Più tardi spiegherò perché.
Non credo che favorendo l’insediamento dei produttori di canne si possa rilanciare il nostro territorio.
Finora niente è stato fatto per risolvere il problema del costo dell’energia, della ripresa produttiva, ancor meno, ahimé, si è fatto per le bonifiche ambientali.
Il gruppo che rappresento, Cas@ Iglesias, lo grida ad alta voce quotidianamente.
La questione ambientale non è più rinviabile.
Non possiamo continuare a traccheggiare sulla salute della popolazione. E mi dispiace contraddirla, ing. Cherchi. Lei ha appena affermato che prima di tutto viene il lavoro, io dico con assoluta determinazione che prima di tutto viene la salute. Senza la salute non può esserci lavoro.
Il report del ministero dell’Economia sul Piano Sulcis, redatto dall’Uver Unità di verifica degli investimenti pubblici, per usare un eufemismo, fa paura.
Certifica sostanzialmente che il Piano Sulcis è un imbroglio di stato.
Procedure inesistenti, progetti irrealizzabili, in molti casi non è stata indicata nessuna tempistica; opere iniziate anni fa e addirittura opere dichiarate concluse, tutte inserite nel piano fantastico del Sulcis.
Fondi stanziati da delibere di Giunta regionale del 2009, 2010, 2011, delibere Cipe del 2011, fondi Fesr 2007-2013. Insomma, fondi vecchi, già stanziati in passato, che non hanno nulla a che fare con il fantomatico Piano Sulcis.
A certificare ciò che sto affermando sono i funzionari del ministero che hanno effettuato i sopralluoghi.
Nel report si evince con chiarezza che in numerosissimi casi, non esiste alcuna procedura in essere.
Alcuni esempi.
Sulla portualità i fondi sono ridicoli, la progettazione è pressoché tutta preliminare o studi di fattibilità da eseguire.
Al progetto dell’impianto fognario di Sant’Antioco manca persino la localizzazione, la variante urbanistica e la stima dei costi. Per non parlare del collegamento all’isola di Sant’Antioco, pare non abbiamo ancora scelto se costruire un ponte o un tunnel… una cosetta da poco conto…
Il progetto che riguarda il tratto di strada Carbonia-Giba è stato definito con un laconico “bassa affidabilità”.
Per non parlare della scelta di abbandonare il progetto GALSI, ossia il progetto relativo al Gasdotto che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e all’Italia. Cancellato.
Insomma, più che un piano di rilancio, mi pare un libro dei sogni. Anzi, oserei dire, un libro che procura i incubi.
Altro esempio su tutti, miniera di Orbai, inizio lavori 2006, oggi siamo all’analisi del rischio, manca il dimensionamento economico. In sostanza, la procedura è indefinita, siamo in alto mare.
Risultano iscritti progetti iniziati del 2006, alcuni addirittura conclusi; progetti del 2007 conclusi nel 2012 inseriti nel piano.
Per quale motivo mi chiedo?
Come fanno a far parte di questo piano?
Per la maggior parte dei progetti la fine lavori indicata nel report è il 2014. Ossia, l’anno appena concluso. Nessuna traccia di inizio e fine cantiere. Senza contare tutti quelli che si sarebbero dovuti concludere nel 2013 e non sono nemmeno iniziati.
Insomma, una vergogna inaudita, l’ennesimo inganno in danno ai sulcitani.
Ma veniamo alla chimica verde e alla coltivazione della canna per la produzione di bioetanolo a Portovesme.
L’impatto ambientale è fortissimo, devastante.
Numeri da capogiro.
300 milioni di euro di investimento.
80mila tonnellate di carburante prodotto all’anno.
Il progetto, del gruppo Mossi & Ghisolfi, (colosso da 3 miliardi di dollari di fatturato all’anno), ha bisogno di un’area industriale attrezzata, di un porto (già esistenti a Portovesme) e di 5.000 ettari di terreno da coltivare a canne, nel raggio di 70 chilometri.
Ha inoltre bisogno di un sostegno finanziario dello Stato, della Regione elevatissimo, non ultimi i 900 milioni chiesti all’Unione europea per finanziarie le bioraffinerie, a tal proposito, vi invito a prendere visione del Piano Juncher.
Insomma Mossi & Ghisolfi oltre ad essere sponsor delle campagne elettorali del premier Renzi e quindi suoi “grandi elettori” evidentemente sono pure simpatici ai governatori regionali che non battono ciglio in merito allo scellerato progetto.
Ricordo che le canne sono una specie infestante che muta il regime ecologico del territorio, rendendolo più arido e soggetto agli incendi.
E’ una specie altamente infiammabile e questo le consente, essendo una specie pirofila, di imporsi a discapito delle altre piante.
Modifica l’ecologia della zona, sottrae acqua in grandi quantità e elementi nutritivi al terreno.
Insomma, all’inquinamento devastante prodotto dall’attività mineraria e dalle industrie, viene associato il rischio di una probabile desertificazione.
E’ chiaro che in Sardegna abbiamo bisogno di tutto fuorchè di piante che favoriscano incendi e aridità dei suoli.
Non possiamo rischiare di lasciare spazio al fenomeno c.d. di “land grabbing”, tipico dei paesi poveri del terzo mondo.
Le multinazionali, come quelle di Mossi & Ghisolfi, acquistano i terreni dai coltivatori, ormai stremati dalle innumerevoli tasse statali, non ultima, l’IMU sui terreni agricoli, per trasformare i nostri terreni nell’ennesima monocoltura di canne o cardi, come sta accadendo dall’altra parte dell’isola.
Non ultimi altri due punti oscuri, ossia l’impianto a biomasse nella zona industriale di Iglesias, a pochi passi dal centro abitato e la centrale termoelettrica per realizzare carbone Sulcis “pulito” dotata di una sezione di cattura e stoccaggio nel sottosuolo di CO2.
Sulla questione energia, dobbiamo necessariamente cambiare marcia, registro. L’andazzo è chiaro, vogliono rendere la Sardegna sempre più dipendente dal resto d’Italia. Visto anche la scelta relativa al piano di dismissione della centrale Enel. Ad oggi non esiste un solo contratto bilaterale per salvare le industrie e la responsabilità è politica, non certamente dell’Enel.
Siamo qui, non per valutare le chiacchiere, siamo qui per leggere la realtà.
E la realtà è sotto gli occhi di tutti, le fabbriche sono chiuse e le bonifiche completamente assentiper chiare incapacità politiche di ieri e di oggi.
Sembra quasi che la nostra isola, la nostra agricoltura sia impossibilitata a puntare ad un futuro basato su uno sviluppo sostenibile, moderno, sui prodotti dell’agroalimentare di qualità.
Alla faccia di Milano e del tema dell’Expo 2015…
Alle condizioni ambientali e sanitarie nelle aree industriali e minerarie, già così precarie, occorre opporre un sistema produttivo innovativo sostenibile; occorre puntare sull’immediata bonifica dei siti contaminati.
Occorre opporre una politica virtuosa, di qualità, tesa alla sovranità alimentare, funzionale alle esigenze di coloro i quali abitano i territori. Una politica che favorisca la riappropriazione da parte delle comunità locali della gestione dei luoghi.
Anche per questo motivo, in questa sede, il gruppo che rappresento, vuole proporre una bozza di piano alternativo al Piano Sulcis, basato su quattro direttive.
Bonifiche ambientali e piano straordinario di recupero produttivo delle discariche.
Come già anticipato le bonifiche ambientali non possono più aspettare, ne va della salute di queste e delle future generazioni.
Le discariche minerarie abbandonate del Sulcis Iglesiente sono innumerevoli, contengono ancora quantità elevate di Piombo e Zinco. Quantitativi che consentirebbero di progettare un piano economico per rilanciare l’intero territorio. Tutto ciò coinvolgendo l’università di Cagliari e facendo ripartire i corsi di Scienze dei materiali di Monteponi. Rilanciando l’IGEA e il Parco Geo Minerario, prima che sia troppo tardi.
Pianificazione territoriale, paesaggistica e urbanistica.
Predisposizione di un Piano strategico, vero, di sviluppo territoriale che possa essere recepito immediatamente, offrendo riequilibrio territoriale e nuove opportunità per il turismo e la ricettività, tenendo sempre ben presente la tutela ambientale e paesaggistica.
Interventi infrastrutturali e collegamenti – Questione energetica/definizione di accordi bilaterali:
– strada ss. 126 a quattro corsie;
– interventi sui porti;
– intervento di connessione dei bacini idrografici del Sulcis con i sistemi del Tirso e del Flumendosa al fine di garantire l’approvvigionamento idrico e irriguo costante dell’intero territorio.

Poli produttivi di eccellenza agricola.
Individuazione di filiere produttive di eccellenze agricole che possano valorizzare al meglio le caratteristiche dei terreni del Sulcis Iglesiente. Ricordo che, solo nel Sulcis si possono trovare quei vitigni europei originari, derivanti da una antichissima e storica tradizione vitivinicola.
Pensiamoci,
pensiamoci bene, prima di trasformare la nostra isola in un campo sterminato di canne.
Le canne utilizziamole solo ed esclusivamente per costruire launeddas. Che è meglio.
Pensiamo al patrimonio di archeologia mineraria che ci resta. Pensiamo all’ambiente sconfinato e paradisiaco tipico della nostra isola. Proviamo seriamente a valorizzarlo, prima che cada definitivamente in rovina.»

 

Il gruppo Cas@ Iglesias conta su due consiglieri, Valentina Pistis e Giorgio Carta, in una maggioranza composta da 15 consiglieri.

PD 8 consiglieri: Mauro Usai, presidente; Franca Maria Fara, vicepresidente; Francesco Melis, capogruppo; Carla Cicilloni; Daniele Reginali, segretario provinciale; Ubaldo Scanu, segretario cittadino; Claudia Caschili; Marco Loddo.

Cas@ Iglesias 2 consiglieri: Valentina Pistis, capogruppo; Giorgio Carta.

Il Tuo segno per Gariazzo 2 consiglieri: Pietro Serio, capogruppo; Pierina Chessa.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Simone Pinna, capogruppo; Franco Tocco.

Uniti per Iglesias 1 consigliere: Alberto Cacciarru, capogruppo.

La minoranza di centrodestra conta su 9 consiglieri.

Piazza Sella 7 consiglieri: Gian Marco Eltrudis, capogruppo; Gianluigi Rubiu; Pietro Carta; Vito Didaci; Angela Scarpa; Andrea Pilurzu; Giuseppe Pes.

P.D.L. dal 5/02/2014 ForzaItalia 2 consiglieri: Luigi Biggio, capogruppo; Gianfranca Mannu.

Acque agitate in seno alla maggioranza di centrosinistra che amministra il comune di Iglesias. I malumori covavano ormai da qualche tempo ma sono affiorati con un certo clamore in occasione del confronto sullo stato di attuazione del Piano Sulcis, al quale è stata dedicata l’ultima riunione del Consiglio comunale, con la partecipazione del coordinatore del Piano, l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi.

Ad accendere i fuochi sono stati i due consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias, Valentina Pistis e Giorgio Carta.

«Abbiamo deciso di ritornare dove, per il nostro gruppo, tutto aveva avuto inizio: la rivoluzione civica del 1993 – scrive oggi Valentina Pistis nel suo profilo facebook -. Quei banchi hanno oggi un forte significato simbolico, esprimono quell’efficacia ed efficienza amministrativa scritta nella storia della città. Certo, sulla scelta, non possiamo negarlo, ha certamente pesato anche la discussione sul Piano Sulcis. Abbiamo assistito al tentativo da parte del PD di difendere uno strumento fatto a pezzi dai report dello stesso Ministero. Ritardi, fondi inesistenti o già spesi, interventi tampone e non strutturali. Il Sulcis Iglesiente è sfinito dalle elemosine. Servono misure adeguate e a lungo termine. Il PD governa il territorio da tempo immemorabile: Provincia, Comuni, Enti, Consorzi. Oggi, con il Governo Regionale, ancor di più, molto di più. Un pizzico di autocritica non sarebbe guastata. Per il resto, andiamo avanti. Il Sindaco continua ad avere la nostra fiducia, meno le altre componenti della maggioranza. Per questo – conclude il capogruppo di Cas@ Iglesias – abbiamo voluto dare un segnale. Aspettiamo un forte cambio di rotta a favore della nostra Comunità.»

La replica del sindaco, Emilio Gariazzo, non s’è fatta attendere.

«Ho letto stamane le contraddittorie e, per molti aspetti incomprensibili ai più, dichiarazioni rilasciate alla stampa dai componenti di Cas@Iglesias – scrive Gariazzo in una nota –. Lasciando da parte il disappunto legato al fatto che il mio impegno per creare le occasioni di confronto all’interno della maggioranza è costante, vorrei esprimere alcune considerazioni.»

«La fiducia al Sindaco è importante, ma il Sindaco ricopre quel ruolo in virtù del fatto che è il garante politico di una coalizione. Più volte ho sostenuto che per affrontare in maniera seria i problemi di questa Città  aggiunge Gariazzo – è necessaria una grande unità di forze politiche che sappiano lavorare sinergicamente, considerando i loro partiti strumenti al servizio del progetto condiviso  che, pur nella difficoltà storica che viviamo, stiamo portando avanti. Questa unità deve esprimersi anche valorizzando le precedenti esperienze politiche. Detto questo, onestamente credo che i cittadini di Iglesias  abbiano qualche difficoltà a ricordare rivoluzioni epocali negli ultimi vent’anni, né tantomeno le rivoluzioni si possono fare semplicemente cambiando banco in Consiglio. Vi sono state invece esperienze importanti che, come ho già detto devono essere valorizzate, senza idealizzazioni nostalgiche, anche perché le condizioni cambiano alla velocità della luce, e dobbiamo essere capaci di offrire soluzioni adeguate ai tempi. Non abbiamo bisogno di primi della classe, dobbiamo lavorare lasciando da parte i personalismi e servendo il progetto. Tutto questo costa  fatica. E’ più facile un’esternazione o una interrogazione che una lunga ed estenuante elaborazione tra le componenti della coalizione che porta a soluzioni sostenibili condivise. Questa, invece, è l’unica strada possibile se tra qualche anno vorremo poter dire che abbiamo fatto una “rivoluzione”. Mi piace ricordare la frase del neoeletto Capo dello Stato, uomo di altissimo profilo morale: “Il mio pensiero va alle difficoltà ed alle speranze dei nostri concittadini.”»

«Per ciò che riguarda il Piano Sulcis, che mi sembra essere il “Casus belli” per questa presa di posizione – sottolinea ancora il sindaco di Iglesias -, ritengo ingeneroso attaccare il Partito democratico, a cui peraltro mi onoro di appartenere. Esso contiene alcuni provvedimenti come quello dell’esenzione fiscale, già applicato, che ha dato una mano concreta a circa 4.000 piccole imprese, che sarebbero in parte già chiuse se non ci fosse stato. Ricordo che quasi un terzo delle risorse disponibili nel Piano Sulcis sono  per il risanamento ambientale (bonifiche). Se questi soldi non sono stati ancora spesi , ed in parte persi, avrei gioco facile a dire che il soggetto attuatore di questi interventi ha fallito per il mancato controllo di un’Amministrazione regionale di centro destra degli scorsi anni, che certamente non era sostenuta dal Partito democratico. Il nostro ruolo di amministratori però deve andare oltre. Questo sta facendo la nostra amministrazione insieme all’attuale amministrazione regionale. Siamo ad un passo dallo sbloccare questi interventi, funzionali al nostro piano strategico, senza le quali nessuna riconversione economica del territorio è possibile. Per questo, è necessaria unità e senso di appartenenza ad una squadra, pur con le diverse sensibilità e storie politiche. Invito perciò l’amica Valentina Pistis – conclude Emilio Gariazzo – a condividere il percorso insieme al resto della coalizione, anche a costo di prendere qualche “spiffero d’aria”.»

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Il capogruppo di Cas@ Iglesias Valentina Pistis e il consigliere Giorgio Carta hanno presentato una mozione sulla vertenza dell’Ausi.
«Le numerose attività svolte dall’Ausi, fino all’anno scorso – si legge nella mozione -, sono state finanziate dall’assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna, attraverso i contributi annuali derivanti dalla ripartizione del fondo unico destinato alle sedi universitarie decentrate, e dalle quote consortili erogate annualmente dai soci. Quest’anno, la Finanziaria regionale ha aumentato il fondo dedicato all’Università diffusa, di cui fanno parte oramai soltanto i Consorzi di Oristano e Nuoro per un ammontare complessivo di euro 4.640.000.00.
All’Ausi, invece, contrariamente a ciò che accaduto in passato, è stato concesso un fondo per l’attività di ricerca e di formazione post-laurea pari ad euro 360.000.00 euro, denari chiaramente esigui rispetto all’attività programmata per il triennio.»
«Il nuovo laboratorio chimico, del Consorzio AUSI, costato circa un milione di euro, tecnologicamente all’avanguardia, verrà inaugurato a febbraio. Laboratorio che grazie alla sua elevata tecnologia, non può che essere definito centro d’eccellenza per l’intero territorio e che potrebbe, in sinergia con quello dell’Igea, essere messo a disposizione anche per altre realtà locali, come il Parco Geo Minerario e altri enti, pubblici e privati. Si ritiene che questa amministrazione si debba impegnare a promuovere nuovamente le finalità per cui il consorzio è nato; proseguire nella cura di iniziative e collaborazioni con l’università di Cagliari e con altre università europee.
La cultura e la ricerca scientifica devono essere tutelate ad ogni costo, intese, quali perno per il rilancio dell’Università di Monteponi e dell’intera economia della zona.
L’Università di Monteponi è una realtà positiva e tale deve restare. Occorre puntare a trasformare una volta per tutte, la zona mineraria, in un laboratorio internazionale e terminando i lavori di riqualificazione, dell’intero complesso minerario, iniziati negli anni 2000, grazie anche ai Fondi POR Europei.»

La mozione, se verrà approvata dal Consiglio comunale, darà mandato al sindaco, all’assessore competente per materia e alla Commissione Consiliare Cultura, Istruzione e Turismo, per attivare tutte le azioni politiche e istituzionali utili a rappresentare alla Giunta regionale, le istanze dei lavoratori del Consorzio Ausi e dell’intera comunità.
«La cultura e la ricerca scientifica devono essere tutelate ad ogni costo – commenta Valentina Pistis -. Devono tornare ad essere il perno per il rilancio dell’Università di Monteponi e dell’intera economia della nostra zona, come lo sono state in passato. Ricordo, a titolo di cronaca, che nel 2003, la Giunta regionale stanziò per l’AUSI 700.000,00 euro. Oggi appena 360.000.00 euro. La Regione, guidata da un esecutivo di professori universitari, che avrebbero dovuto avere maggiormente a cuore la cultura, tradisce le aspettative e i programmi di quel Consorzio.
Quella dei tagli ai fondi è l’ennesima scelta scellerata della Giunta regionale, calata dall’alto, senza tenere conto delle esigenze e delle peculiarità dei territori. L’Università di Monteponi è una realtà positiva e tale deve restare – conclude il capogruppo di Cas@ Iglesias – e non posso che essere con convinzione, al fianco delle lavoratrici e lavoratori dell’AUSI, delle ragazze e ragazzi che si impegnano negli studi, nonostante le difficoltà quotidiane.»
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Il Municipio di Iglesias copia

Il Consiglio comunale di Iglesias questa sera affronta le problematiche della gestione del carcere di Iglesias. L’assemblea civica è stata convocata per le 0re 17.00 in seduta straordinaria su richiesta dei consiglieri Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), Alberto Cacciarru (Uniti per Iglesias), Giorgio Carta (Cas@ Iglesias) e Francesco Melis (Partito Democratico), ai sensi dell’articolo 6 del regolamento del Consiglio comunale.

Successivamente, l’ordine del giorno è stato integrato con altri due punti: l’interrogazione urgente presentata dalla consigliere Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), contenente una richiesta di verifiche sull’operato della società Abbanoa; e la mozione presentata dal consigliere Alberto Cacciaru (Uniti per Iglesias), sui servizi socio assistenziali e sul polo sanitario (integrazione dei servizi).

 

Francesco Agus

Proseguono in Consiglio regionale le audizioni della #Commissione “Autonomia” sulle riforme istituzionali. L’organismo consiliare, presieduto da Francesco Agus, ha sentito in mattinata le associazioni degli ex consiglieri regionali ed ex parlamentari.

In apertura di seduta, il presidente Agus ha consegnato ai partecipanti la bozza della risoluzione predisposta dalla Commissione, ribadendo la necessità di coinvolgere nel dibattito tutti i settori della società sarda. «Mai come adesso c’è l’esigenza di procedere alle riforme istituzionali – ha detto Agus – altrimenti cresce il rischio che le storture e le inefficienze del sistema vengano utilizzate come alibi per affossare la nostra specialità».

La presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali, Maria Rosa Cardia, dopo aver ricordato l’attività svolta in questi anni nelle scuole per rafforzare la coscienza autonomistica delle giovani generazioni, ha concordato con la Commissione sull’urgenza di avviare la stagione delle riforme. «Lo Statuto, nato con limiti evidenti, è adesso uno strumento obsoleto – ha detto Cardia – per difendere il principio di autonomia e ricontrattare con lo Stato la nostra specialità occorre puntare sull’identità culturale del popolo sardo». Per l’Associazione degli ex consiglieri è urgente pensare ad una “nuova autonomia”, collaborativa e partecipativa. «Solo così – ha aggiunto Cardia – si potrà definire il ruolo della Sardegna nel cambiamento e nella modernizzazione del Paese. Serve però un’idea di futuro condivisa, una nuova unità autonomistica che disegni un orizzonte ideale e politico». Per gli ex consiglieri regionali, la nuova fase costituente esige non solo idee e valori forti, ma anche una pratica unitaria nella ricerca di soluzioni. «Il confronto deve essere focalizzato sui contenuti e non sulle procedure. Visto l’ampio ventaglio delle riforme da fare – ha concluso Cardia – è indispensabile che il Consiglio metta in campo un disegno organico che porti a una rivisitazione complessiva delle leggi fondamentali della Regione».  

Paolo Fois (vicepresidente dell’Associazione degli ex consiglieri) ha segnalato l’urgenza di spiegare le ragioni della nostra specialità, vista da molti come un privilegio da rimuovere. «Nel nostro ordinamento non ci sono riferimenti precisi – ha detto Fois – occorre ricercarli nel diritto internazionale». Uno di questi è il principio di insularità che però ripete la filosofia dello Statuto prevedendo interventi risarcitori per la condizione di svantaggio della Sardegna rispetto ad altre regioni d’Italia e d’Europa. «Questo – secondo Fois – però non basta. Bisogna invece affermare la nostra identità culturale e linguistica riconosciuta dagli organismi internazionali come strumento per resistere ai processi omologanti della globalizzazione». Per il vicepresidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, è necessario, dunque, intervenire con una norma di principio da inserire nello Statuto che riaffermi una differenziazione basata sulla nostra identità. «Solo così – ha concluso Fois – potrà essere arginato il tentativo di cancellare la nostra autonomia».

Raffaele Manca (ex consigliere regionale del PCI nella X legislatura) è invece intervenuto sulla bozza delle riforme predisposta dalla Commissione chiedendo di superare la distinzione “zone costiere – aree montane” nel progetto di riassetto delle funzioni delle province e organizzazione dell’area vasta e città metropolitane. «Meglio parlare di  zone costiere e zone interne – ha detto Manca – per evitare, come in passato, che qualche comune cerchi di accaparrarsi il titolo di zona montana senza averne i requisiti». Manca ha poi suggerito di pensare a un nuovo sistema di controllo sugli atti degli enti locali che protegga amministratori e cittadini. «Per chi governa i comuni – ha sottolineato l’ex consigliere del Pci – è alto il rischio di cadere in irregolarità, mentre per i cittadini l’unico modo di contrastare un atto illegittimo è il ricorso giudiziario».

Roberto Deriu (PD) ha espresso forti perplessità sulla revisione dello Statuto. «Questo è il momento peggiore per pensare alle riforme – ha detto Deriu – lo Statuto è protetto dalla Costituzione. Più che a una revisione, dal punto di vista tattico, sarebbe meglio pensare a dargli piena attuazione».

Michele Cossa (Riformatori) ha invece espresso dubbi su un’autonomia fondata sul concetto di identità. «Tutti rivendicano maggiori spazi in nome della loro specialità culturale – ha detto Cossa – il rischio è che alla fine l’identità diventi un argomento debole per difendere le nostre ragioni».

Chiusa l’audizione degli ex consiglieri regionali, la Commissione ha sentito l’Associazione degli ex parlamentari, rappresentata dal presidente, Giorgio Carta, e dal vice Emidio Casula.

Carta, dopo aver illustrato le numerose iniziative nelle scuole promosse dall’Associazione per avvicinare le istituzioni ai cittadini, ha dato ampia disponibilità ad offrire un contributo concreto al processo riformatore. «Siamo pronti ad affrontare questioni politiche e non di parte – ha detto Carta – partendo da un punto condiviso: la necessità di rafforzare l’autonomia». «Il patto con lo Stato deve essere aggiornato – ha aggiunto il presidente dell’Associazione ex parlamentari – sarà compito del Consiglio procedere ad una revisione dello Statuto». Nelle prossime settimane sarà convocata un’assemblea di tutti gli ex parlamentari sardi per mettere a confronto proposte e suggerimenti.

I lavori della Commissione proseguono nel pomeriggio con l’audizione degli ex presidenti della Regione e del Consiglio regionale.