23 April, 2024
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La situazione del cinema in Sardegna, con l’annoso problema dei finanziamenti 2015 che rischiano di essere persi, sarà al centro della conferenza stampa che Moviementu Rete del Cinema Sardegna (associazione che riunisce buona parte degli operatori del cinema e dell’audiovisivo dell’isola) ha indetto per domani, mercoledì 17 giugno alle 10,30, davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Cultura, in viale Trieste 180 a Cagliari.

In mattinata sarà consegnerà anche una lettera aperta all’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e alla commissione Cultura del Consiglio regionale per chiedere di non perdere il treno dei finanziamenti 2015, ancora fermi nonostante le cifre dedicate alla Legge cinema siano presenti da tempo nel bilancio regionale. 

Oltre a Paolo Zucca, Enrico Pau, Bonifacio Angius, Marcantonio Pani ed Enrico Pitzianti, Stefania Grilli e Francesco Panfili, membri di Moviementu, firmano la lettera anche Giovanni Columbu, Salvatore Mereu, Gianfranco Cabiddu, Peter Marcias, Filippo Martinez, Iacopo Cullin, e altri 250 professionisti del cinema.

Claudia Firino 5 copia

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale discuterà dell’Italicum, con l’esame di una mozione di 33 consiglieri di diverse forze politichei, primo firmatario Christian Solinas (Psd’Az ).

«Con la nuova legge elettorale, meglio nota come Italicum – ha detto Christian Solinas nel corso di una conferenza stampa -, lo Stato italiano calpesta per l’ennesima volta i diritti dei Sardi sia come popolo che, soprattutto, come minoranza linguistica.»

«Siamo di fronte ad una vera e propria discriminazione – ha precisato Solinas – che da un lato viola le norme a tutela delle minoranze linguistiche contenute nell’ordinamento europeo e nazionale e, dall’altro, prevede tutele solo per le minoranze della Val d’Aosta, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia attraverso un meccanismo che consente ai candidati di queste Regioni di avere nel prossimo parlamento una rappresentanza sicura a differenza della Sardegna; per questo chiederemo al presidente Pigliaru di impegnarsi a difendere la Sardegna in ogni sede istituzionale e, se necessario, anche davanti alla Corte Costituzionale.»

Il prof. Felice Besostri, componente della commissione Affari costituzionali del Senato ed autore del ricorso con cui la Corte Costituzionale ha sostanzialmente bocciato il cosiddetto Porcellum ha ricordato che già quella legge prevedeva comunque precise deroghe a favore degli elettori di alcune Regioni a Statuto Speciale «per assicurare loro una rappresentanza pur non potendo raggiungere la quota del 4% fissata a livello nazionale; la grave discriminazione ai danni della Sardegna consiste nel fatto che non può usufruire di queste deroghe perché il suo Statuto non prevede esplicite norme di tutela come minoranza linguistica, pur essendo la più numerosa minoranza del Paese». «Consentendo solo ad alcune minoranza di eleggere propri rappresentanti – ha concluso Besostri – in pratica si fa anche un favore a quelle componenti politiche che, storicamente, hanno sempre tenuto un atteggiamento benevolo nei confronti del Governo centrale, come i Valdostani ed i Tirolesi, ma la legge deve essere uguale per tutti».

Flavio Cabitza, a nome dell’Associazione per la tutela dei Sardi, ha rivendicato “con orgoglio” la battaglia di tutti i partiti identitari contro le discriminazioni presenti nella normative elettorale per le elezioni Europee, precisando che «ora spetta alla politica sarda difendere la Sardegna».

Siamo una comunità culturale e linguistica, ha detto in Sarah Golme in rappresentanza dell’Associazione donne sarde, «perciò rivendichiamo anche in materia elettorale quote sarde e non quote rosa».

Per il segretario nazionale del Psd’Az Giovanni Columbu «il partito sosterrà col massimo impegno una battaglia come questa che riguarda diritti e principi fondamentali dei cittadini sardi, perché è inaccettabile che con le elezioni l’Italia sia rappresentata in Sardegna ma la Sardegna non sia rappresentata in Italia».

Il consigliere regionale del Psd’Az Christian Solinas infine, auspicando un sollecito esame della mozione, ha annunciato che è stato presentato anche un ricorso al Tribunale civile di Cagliari contro la legge relativa alle elezioni del Consiglio regionale. «Il ricorso – ha affermato l’avv. Roberta Campesi – è articolato su quattro punti principali: attribuzione del premio di maggioranza, soglie di accesso, rappresentanza di genere e, anche in questo caso, tutela della minoranze linguistiche».

E’ sempre più teso il confronto tra le forze politiche sul progetto di ampliamento dell’inceneritore di Tossilo. Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno della maggioranza in Consiglio regionale, maturata ieri sera al termine di un animato dibattito, sulla questione interviene il nuovo segretario nazionale del Partito Sardo d’Azione, Giovanni Columbu.

«E’ ora di dire no alla Sardegna come terra per ospitare industrie che compromettono il territorio, per installare basi militari, per confinare malavitosi, per accogliere discariche inquinanti e sovradimensionate, e domani, forse, anche scorie radioattive – dice Giovanni Columbu -. Non siamo la pattumiera d’Italia. E’ inaccettabile e, dunque, è ora di dire basta con le avventure industriali intraprese con il ricatto di posti di lavoro virtuali».

«E’ evidente che le parti in causa sono portatrici di interessi in contrasto con la Sardegna. Le nostre Istituzioni – conclude il segretario nazionale del PSd’AZ – non possono rispondere al problema occupativo proponendo soluzioni che compromettono la nostra salute e il nostro patrimonio ambientale.»

Simbolo PSD'AZ 2010

«Sento oggi di affermare che non esistono idee, né ideali, né prospettive di rinnovamento di cui avrebbe senso discutere, se tra noi mancano i presupposti per un confronto democratico e per la convergenza dell’azione politica. So che non servirebbe e che anzi sarebbe ingannevole sbandierare un futuro desiderabile per la Sardegna, e attenderci che qualcuno possa seguirci, se proprio noi ci comportiamo in contrasto con i valori e i fini che dichiariamo di voler perseguire.»

E’ questo il durissimo j’accuse che il Segretario Nazionale del Partito Sardo d’Azione Giovanni Columbu ha pronunciato a conclusione dell’ultimo Consiglio Nazionale tenutosi a Ghilarza, il 9 maggio 2015 e pubblicato oggi per sua espressa volontà nel sito ufficiale del Partito.

«Sapevo che il Partito era diviso, ma non immaginavo quale fosse il tenore delle odierne divisioni. Pensavo a divergenze di idee, a diverse interpretazioni dei valori o a diverse valutazioni di indirizzo politico – ha affermato il segretario Columbu – ed ero ottimista, perché confido nelle possibilità del confronto quando si condivide lo stesso fondamento ideale. Devo dire invece che, affacciandomi alla vita interna del Partito, ho scoperto uno stato di disordine e di conflittualità di cui è difficile comprendere le ragioni ideali.»

«Le risoluzioni politiche dell’ultimo Congresso, a cui dovrei attenermi – ha aggiunto Columbu -, non ci sono perché non sono mai state deliberate. Mi sono chiesto com’è possibile che un Partito che esiste da quasi un secolo e che fa parte della Storia della Sardegna non si preoccupi di produrre una memoria delle proprie risoluzioni, come se queste non meritassero più di essere conosciute o la nostra azione si fosse ridotta a fatti personali. La documentazione relativa ai tesseramenti non si trova nella sede del partito e non mi è stata trasmessa da chi attualmente la detiene, di conseguenza dovrei presiedere la commissione preparatoria del Congresso senza sapere chi siano i tesserati. Io sono segretario di una associazione di cui non conosco i soci”. Non è mancato neppure il riferimento alla gestione patrimoniale ed amministrativa: “Chiedo che i bilanci amministrativi siano immediatamente chiusi, depositati, entro 15 giorni dalla data odierna, e pubblicati a termini di legge.»

Per il Segretario sardista «non si può venire meno all’etica e alle regole fondamentali senza pregiudicare le basi della democrazia, con ulteriori e fatali conseguenze che in questo caso sono sotto gli occhi di tutti. Il sardismo si sta trasferendo fuori dal Partito Sardo e il nostro patrimonio ideologico paradossalmente contribuisce ad alimentare altre formazioni politiche. Per ogni sardista che sta all’interno del Partito Sardo ce ne sono almeno altri quattro, o cinque, che stanno in altre formazioni, con amarezza e col rammarico di non poter essere con noi».

Da qui l’appello del Segretario nazionale dei Quattromori: «In questo momento, dentro e fuori dal Partito, esiste una forte spinta, un’attesa e una richiesta suffragata dalla drammatica situazione economica e sociale, affinché il Partito Sardo torni a essere guida del sardismo, coerente e credibile, orgoglioso della propria identità e della irrinunciabile causa che persegue e per questo occorre dare un segnale inequivocabile della nostra volontà di gettarci alle spalle i conflitti e intraprendere un nuovo percorso unitario».

L’occasione ed il banco di prova affinché ciò possa avvenire, a detta di Columbu potrà essere solo il Congresso: «Chiedo che il prossimo Congresso sia l’occasione per rendere possibile l’indispensabile ricostituzione ideale, organizzativa e morale del Partito, così da aprirlo a coloro che oggi vogliono tornare e gettandoci alle spalle le irregolarità, e che perciò si celebri sulla base di un nuovo tesseramento, quello a cui perverremo entro la fine di quest’anno nel rispetto di quanto è previsto dallo Statuto. Quali che siano le risoluzioni che adotteremo – ha concluso il segretario Columbu – vi informo che renderò pubblica la mia posizione, affinché tutti sappiano che nel nostro Partito vi è la volontà di intraprendere un cammino di rinnovamento. Sono certo che se le idee torneranno a essere il fondamento della nostra azione il Partito tornerà a crescere e avremo tutti molto da fare per quella magnifica e immensa causa che è il sardismo».