29 March, 2024
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Protezione civile al lavoro in sardegna

La macchina regionale è completamente operativa da ieri per il codice rosso diramato su tutta la Sardegna dalla Protezione civile per rischio idrogeologico e idraulico, sino a venerdì 2 ottobre, a causa della perturbazione in arrivo. Lo ha assicurato l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile, Donatella Spano, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio assieme al titolare della Sanità, Luigi Arru, al capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spanu, che ha annunciato l’imminente rientro del presidente Pigliaru da Parigi, dove ha annullato ogni impegno, e al direttore regionale della Protezione civile, Graziano Nudda.
«Niente panico, siamo in allerta rossa ma non ancora nella fase dell’emergenza – ha spiegato l’assessore Spano, che questa mattina ha sentito la Protezione civile nazionale per concordare gli aspetti operativi -. Il sistema di prevenzione è completamente funzionante e tutte le strutture sono attive e pronte a operare nel migliore dei modi, ma è essenziale che la popolazione contribuisca con le misure di autoprotezione che sono pubblicate sul sito regionale della Protezione civile.»
«Per non intasare gli ospedali e i poliambulatori abbiamo chiesto ai cittadini di posticipare le visite non strettamente necessarie», ha affermato l’assessore della Sanità Luigi Arru. Per il direttore della Protezione civile Graziano Nudda esiste il rischio di alluvione, ma tutte le forze sono in campo: «In massimo un’ora siamo in grado di raggiungere qualsiasi punto della Sardegna. Per la sicurezza delle persone – ha concluso il direttore della Protezione civile – invitiamo a seguire tutte le prescrizioni e le misure di autoprotezione, ad essere vigili e ad evitare in particolare cantine e sottopiani».

TUTTE LE MISURE DI AUTOPROTEZIONE IN CASO DI ALLUVIONE

Sapere se la zona in cui si vive, si svolge l’attività lavorativa o si soggiorna, è a rischio alluvione aiuta a prevenire e affrontare meglio le situazioni di emergenza. Nel caso delle piene-lampo (flash floods) è fondamentale la conoscenza di elementari norme di autoprotezione, perché le onde di piena su torrenti e fiumi, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni.

E’ opportuno informarsi costantemente sull’evoluzione meteorologica, visualizzare il sito internet SardegnaProtezioneCivile dove si potranno leggere tutte le notizie utili, ascoltare la radio o guardare la televisione per apprendere eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse o di allerte di protezione civile, e rispettare sempre le disposizioni degli enti locali e di protezione civile preposti al sistema di allertamento e alla gestione dell’emergenza.

In particolare, ricorda:

• E’ importante conoscere quali eventi alluvionali tipici possono verificarsi sul tuo territorio. Il tuo Sindaco è obbligato a predisporre il Piano comunale di protezione civile per il rischio idraulico e idrogeologico e a informarti sull’ubicazione delle zone a rischio, delle aree di emergenza. Pretendi di conoscere queste cose quando si è tranquilli nelle giornate di sole (“in tempo di pace”), non quando si è in emergenza. Pretendi che ti mettano a disposizione il Piano, o un suo sunto, nella maniera più appropriata. È un tuo diritto per proteggerti e proteggere chi ti sta vicino!

• Se nel tuo territorio ci sono state alluvioni in passato, è probabile che ci saranno anche in futuro!

• Se, invece, nel tuo territorio, non si sono mai verificate alluvioni, non è detto che non possano accadere!

• In alcuni casi è difficile stabilire con precisione dove e quando si verificheranno le alluvioni e potresti non essere allertato in tempo; l’acqua può salire improvvisamente, anche di uno o due metri in pochi minuti;

• Alcuni luoghi si allagano prima di altri. In casa, le aree più pericolose sono le cantine, i piani seminterrati e i piani terra;

• All’aperto, sono più a rischio i sottopassi, i tratti vicini agli argini e ai ponti, le strade con forte pendenza e in generale tutte le zone più basse rispetto al territorio circostante attraversato da fiumi;

• La forza dell’acqua può danneggiare gli edifici e le infrastrutture (ponti, terrapieni, argini) e quelli più vulnerabili potrebbero cedere o crollare improvvisamente;

Anche tu, con semplici azioni, puoi contribuire a ridurre il rischio:

• Se vedi rifiuti ingombranti abbandonati, tombini intasati, corsi d’acqua parzialmente ostruiti, ecc., segnalalo al Comune;

• Chiedi al tuo Comune, come già ricordato, informazioni sul Piano comunale di Protezione Civile, per sapere quali sono le aree potenzialmente allagabili, le vie di fuga e le aree di emergenza sicure della tua città, del tuo paese o del luogo dove vivi: se non c’è, pretendi che sia predisposto, così da sapere come comportarti;

• Individua gli strumenti che il Comune e la Regione utilizzano per diramare l’allerta e tieniti costantemente informato. La Regione utilizza il sito istituzionale Internet: http://www.sardegnaambiente.it/protezionecivile/

• Assicurati che la scuola, o il luogo di lavoro, ricevano le allerte e abbiano un piano di emergenza;

• Se nella tua famiglia ci sono persone che hanno bisogno di particolare assistenza, verifica che nel Piano di emergenza comunale siano previste misure specifiche nei casi si renda necessaria l’evacuazione;

• Evita di conservare beni di valore in cantina, al piano seminterrato o luoghi potenzialmente allagabili;

• Assicurati che in caso di necessità sia agevole raggiungere rapidamente i piani più alti del tuo edificio;

• Tieni in casa, in un luogo facile da raggiungere, una fotocopia dei documenti, una cassetta di pronto soccorso, bottiglie d’acqua potabile, cibo conservabile, cambio biancheria, una torcia elettrica, una radio a pile, stivali di gomma e assicurati che ognuno della famiglia sappia dove siano.

Cosa fare – Durante l’emissione di un’allerta per il rischio meteorologico, idraulico e idrogeologico

• È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili;

• Tieniti informato sulle criticità previste e/o in atto sul territorio e le misure adottate dal tuo Comune;

• Condividi quello che sai sull’allerta di protezione civile e sui comportamenti corretti;

• Assicurati che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione;

• Non dormire nei piani seminterrati ed evita di soggiornarvi;

• Proteggi con paratie o sacchetti di sabbia i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, seminterrati o garage solo se non ti esponi a pericoli;

• Rimani preferibilmente a casa;

• Se ti devi spostare per forza, valuta prima il percorso ed evita le zone a rischio di allagamento;

• Valuta bene se mettere al sicuro l’automobile o altri beni: può essere pericoloso per te e per gli altri;

• Verifica che la scuola di tuo/a figlio/a sia informata dell’allerta in corso e sia pronta ad attivare il piano di emergenza;

• Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso.

Cosa fare – durante l’emergenza

Se sei in un luogo chiuso

• Non scendere in cantina, nel seminterrato o garage per mettere al sicuro i beni: rischi la vita; • Non uscire assolutamente per mettere al sicuro l’automobile o mezzi agricoli: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti dalla forza dell’acqua. Mai combattere con l’acqua e i detriti, sono più forti loro;

•. Se ti trovi in un locale seminterrato o al piano terra, sali ai piani superiori. Evita l’ascensore: si può bloccare. Aiuta gli anziani e le persone con disabilità che si trovano nell’edificio, se da solo non ce la fai, chiedi aiuto ai vicini abili o le forze destinate ai soccorsi: Prima il C.O.C. del Comune (il numero di telefono lo trovi nel Piano di protezione civile), poi, se non riesci con il C.O.C., i Vigili urbani, squadre di Volontariato comunale, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Carabinieri, Polizia;

• Se abiti a un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sottostanti e, viceversa, se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità;

• Chiudi il gas e disattiva l’impianto elettrico e quello di riscaldamento. Non toccare impianti e apparecchi elettrici con mani o piedi bagnati;

• Non bere acqua dal rubinetto: potrebbe essere contaminata;

• Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

• Tieniti informato (internet, radio, televisione) su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Se sei all’aperto

• Allontanati dalla zona allagata: per la velocità con cui scorre l’acqua, anche pochi centimetri potrebbero farti cadere. Un’automobile galleggia in poco più di 30 cm d’acqua, nonostante pesi oltre una tonnellata: l’acqua può spazzarvi via come fuscelli se tentate di opporvi! Non entrate mai nell’acqua in movimento con un’automobile anche se vi sembra di conoscere la strada, meno che mai in un sottopassaggio allagato;

• Raggiungi rapidamente l’area vicina più elevata evitando di dirigerti verso pendii o scarpate artificiali che potrebbero franare;

• Fai attenzione a dove cammini: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti, ecc.;

• Evita di utilizzare l’automobile: anche pochi centimetri d’acqua potrebbero farti perdere il controllo del veicolo o causarne lo spegnimento; rischi di rimanere intrappolato assieme a chi è dentro la macchina;

• Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro;

• Evita sottopassi, argini, ponti: sostare o transitare in questi luoghi può essere molto pericoloso:

• Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

• Tieniti informato su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Cosa fare – Dopo l’emergenza

• Segui le indicazioni delle autorità prima di intraprendere qualsiasi azione, come rientrare in casa, spalare fango, svuotare acqua dalle cantine ecc.;

• Non transitare lungo strade allagate: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti o cavi elettrici tranciati. Inoltre, l’acqua potrebbe essere inquinata da carburanti o altre sostanze;

• Fai attenzione anche alle zone dove l’acqua si è ritirata: il fondo stradale potrebbe essere indebolito e cedere;

• Verifica se puoi riattivare il gas e l’impianto elettrico. Se necessario, chiedi il parere di un tecnico;

• Prima di utilizzare i sistemi di scarico, informati che le reti fognarie, le fosse biologiche e i pozzi non siano danneggiati;

• Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino; non mangiare cibi che siano venuti a contatto con l’acqua dell’alluvione: potrebbero essere contaminati. Da tenere a portata di mano È utile inoltre avere sempre in tasca, riuniti in un punto noto a tutti componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali:

• Kit di pronto soccorso e medicinali;

• Generi alimentari conservabili, non deperibili;

• Scarpe pesanti, stivali di gomma;

• Scorta di acqua potabile 9 Vestiario pesante di ricambio 9 Impermeabili leggeri o cerate;

• Torcia elettrica con pila di riserva coltello multiuso;

• Fotocopia documento di identità;

• Chiavi di casa;

• Valori (contanti, carte di credito, preziosi);

• Carta e penna.

 

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Nuraghe Losa Abbasanta 2 copia
Gli assessori dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e dell’Ambiente Donatella Spano, con il capo della Protezione Civile Graziano Nudda e il direttore generale dell’Agenzia regionale del Distretto Idrografico Roberto Silvano, hanno presentato stamane, agli amministratori locali, il primo Piano di gestione del rischio di alluvioni della Sardegna, approvato il 30 luglio scorso dall’Autorità di Bacino e adottato dalla Giunta.
Il Piano entrerà in vigore a dicembre e sarà aggiornato ogni sei anni.
L’incontro, nel Centro Convegni al Nuraghe Losa di Abbasanta, ha aperto il dibattito pubblico sul Piano che si protrarrà fino al 16 novembre, per poter accogliere eventuali suggerimenti utili al suo miglioramento, prima dell’approvazione definitiva entro il 22 dicembre. Il Piano, sottoposto alla procedura di valutazione ambientale nazionale, si integra e coordina con gli altri vigenti per la mitigazione del rischio idrogeologico, cioè il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) e fornisce agli enti locali gli elementi utili a intervenire sulla mitigazione del rischio idrogeologico. È indirizzato agli amministratori locali, ai tecnici, ai professionisti e in generale a tutti i soggetti che istituzionalmente sono coinvolti nella pianificazione delle attività di prevenzione ed è costituito da elaborati tecnici organizzati in Relazioni di piano; Mappe della pericolosità, Danno Potenziale e Rischio da alluvione; Studio della pericolosità da inondazione costiera; Repertori; Scenari di intervento strategico e coordinato; Atlanti; Manuali.
«La Sardegna è stata infrastrutturata ai tempi della siccità, quando il problema era creare dighe, invasi e condotte e ora si ritrova con piogge frequenti e concentrate in poco tempo e poco spazio. Abbiamo perciò infrastrutture inadeguate da mettere in ordine nel più breve tempo possibile e dobbiamo far funzionare molto bene il Piano di Protezione Civile, cioè proteggere la popolazione dai luoghi rischiosi – dice l’assessore Maninchedda -. Con questo Piano per la prima volta viene concretamente valutato il rischio, viene radiografato l’intero territorio regionale e vengono fornite alle amministrazioni le informazioni e dunque gli strumenti per intervenire. Partendo da una certezza: dobbiamo chiudere le strade pericolose, evacuare gli edifici a rischio, cioè fare politica di Protezione Civile fino a che non troviamo il miliardo e 200 milioni che serve per mettere in sicurezza la Sardegna. Dobbiamo cioè sapere dove i fiumi esondano, quali sono i canali tombati, censiti per la prima volta, quanti sono gli edifici pubblici, prima di tutto scuole e ospedali, in area pericolosa, monitorare i ponti: su queste informazioni vanno adeguati i Piani di Protezione Civile e i Piani Urbanistici.»
«La Regione è a completa disposizione dei Comuni per aiutarli a elaborare piani di prevenzione efficaci a tutela dei cittadini» assicura l’assessore Spano spiegando che «il Piano di gestione del rischio di alluvione si è avvalso degli strumenti della Protezione civile, compresa una sintesi dei contenuti dei piani urgenti di emergenza, come prevede la Direttiva Alluvione. Abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi con i sardi per far trovare pronti gli strumenti necessari a diffondere la cultura della sicurezza – sottolinea l’assessore dell’Ambiente -. Da inizio mandato ho lavorato per far recuperare alla Sardegna il ritardo sull’applicazione della direttiva del 2004. Lo scorso ottobre, dopo un decennio di ritardo, è stato attivato il Centro funzionale di Protezione civile. Abbiamo quindi pubblicato il Manuale che contiene le procedure di allertamento del sistema regionale di protezione civile per rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico e costituisce un protocollo operativo per integrare gli interventi dei diversi enti e organismi coinvolti nelle attività di protezione civile.»
L’assessore Spano ricorda il programma della nuova serie di incontri territoriali con i Comuni per intensificare le attività di prevenzione e assistenza. «L’Isola ha compiuto enormi e decisi passi in avanti e quanto sinora fatto va a costituire un pilastro fondamentale del piano di gestione del rischio».

 

È stata sottoscritta questa mattina, negli uffici della Prefettura di Cagliari, la convenzione fra le Direzioni generali della Protezione civile, del Corpo forestale e dei Vigili del fuoco per la collaborazione nella Campagna antincendio 2015.

«La Regione stanzia 600 mila euro, risorse riconfermate senza alcun taglio rispetto agli anni precedenti» ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, esprimendo soddisfazione per l’accordo. Il documento ha lo scopo di assicurare la cooperazione nelle attività di prevenzione e lotta agli incendi boschivi, l’armonizzazione delle attività di spegnimento degli incendi con quelle più generali di tutela della pubblica incolumità (tra cui il perfezionamento della gestione dei Canadair) e favorire lo scambio reciproco di dati e informazioni sulle attività dei centri operativi provinciali (COP), della sala operativa unificata permanente (SOUP) e delle sale operative provinciali e regionali dei Vigili del fuoco (le sale S.O. 115, sedi del 115).

Il documento è stato firmato dal viceprefetto vicario Carolina Bellantoni, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, dal direttore generale della Protezione civile Graziano Nudda, dal comandante del Corpo Forestale Gavino Diana, dal direttore regionale dei Vigili del fuoco Silvio Saffioti, e dal dirigente della Protezione civile Paola Botta.
Oggetto della convenzione, “la disciplina e le modalità tecnico-organizzativo della campagna antincendi boschivi” della Regione e, in particolare, le procedure operative per la collaborazione interforze durante la campagna AIB (Antincendi Boschivi) 2015, compreso il coordinamento delle attività di spegnimento e di protezione civile, e il potenziamento delle sedi istituzionali del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco con l’impiego di personale volontario da richiamare in servizio.
Le Prefetture della Sardegna garantiscono il coordinamento delle componenti statali mentre la Direzione generale della Protezione Civile è responsabile del coordinamento di tutte le attività di previsione e prevenzione degli incendi boschivi, secondo quanto stabilito dal Piano regionale antincendi. In tutte le fasi di pronto intervento e di allertamento preventivo nella lotta agli incendi boschivi, i Vigili del fuoco operano con il Corpo forestale.

Un funzionario dei Vigili del fuoco, dal 1° luglio al 31 agosto, sarà sempre presente nella sala operativa unificata per il necessario raccordo con la funzione “soccorso alla popolazione”, gestita dalle sale operative del 115 nei rispettivi ambiti provinciali. Inoltre, nelle sale operative provinciali la presenza di un rappresentante qualificato dei Vigili viene garantita dal 10 luglio al 20 agosto e nelle giornate con livello di pericolosità arancione o rosso. La presenza di un funzionario e di un qualificato rappresentante è assicurata anche al di fuori del suddetto periodo, nelle giornate in cui sia previsto un livello di pericolosità arancione o rosso e nelle situazioni di “emergenza operativa conclamata” per grave incendio boschivo, compatibilmente con le esigenze complessive del servizio di soccorso tecnico urgente.
Dal 1° luglio al 31 agosto, per almeno 45 giorni da individuare secondo l’andamento metereologico stagionale, verrà potenziato il dispositivo ordinario di soccorso dei Comandi provinciali di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano con 7 squadre dei Vigili del fuoco in “assetto AIB”, operative 24 ore su 24 e composte ciascuna da 4 unità permanenti e 2 unità volontarie discontinue. Le squadre saranno dislocate tenendo conto prioritariamente del Bollettino regionale di previsione del rischio di incendio boschivo.

Il Canadair in azione a Carbonia

Francesco Pigliaru 4
Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha incontrato stamane i rappresentanti delle Associazioni sarde che si occupano di protezione civile, al quale hanno partecipato anche l’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, il direttore generale della Protezione civile della Regione, Graziano Nudda, e il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Gavino Diana.Il presidente Pigliaru ha detto ai volontari della protezione civile «Sappiamo del vostro ruolo e ne siamo orgogliosi» e si è detto disponibile a promuovere una giornata per illustrare a tutti i volontari sardi del settore i risultati delle azioni che nei prossimi mesi saranno concordate con la Consulta. Il presidente ha invitato le Associazioni a presentare suggerimenti e richieste in un’ottica sinergica tesa al raggiungimento efficace e rapido delle problematiche esistenti e snellire gli adempimenti burocratici.

I volontari hanno anticipato una serie di proposte: l’istituzione di una Consulta regionale, in linea con quanto già operante a livello nazionale, che possa dialogare proficuamente con la Direzione regionale della protezione civile; un incontro a breve con i vertici della stessa Direzione per mettere a fuoco le problematiche del settore e organizzare nei territori un’azione sinergica; attivazione di una convenzione con le Asl per le visite mediche obbligatorie per legge, che consentirebbe anche di far risparmiare risorse alla Regione (che garantisce la copertura economica); l’esonero dal pagamento del bollo auto dei mezzi operativi intestati alle Associazioni, sulla base di quanto già fatto da altre Regioni; l’adozione delle linee guida per disciplinare e armonizzare le attività di protezione civile in tutta l’Isola.

 

Con il nulla osta arrivato ieri da Roma, firmato dal capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale Franco Gabrielli, la Sardegna ha il suo Centro Funzionale Decentrato.

«L’avevamo promesso ai sardi – dichiara l’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano – e abbiamo rispettato tutti i tempi. Massima soddisfazione dunque, perché non solo questa autorizzazione arriva a riconoscimento del lavoro svolto, ma soprattutto perché d’ora in poi saremo all’interno della rete dei Centri Funzionali regionali e ciò permetterà di assicurare alla nostra regione maggiore sicurezza.»

E’ soddisfatto anche il direttore della Protezione Civile regionale, Graziano Nudda: «Il Centro Decentrato ci permetterà, tramite il Centro di competenze meteorologiche allocato presso la sede Arpas di Sassari e il Centro degli esperti idrologici di Cagliari, di elaborare previsioni più precise e dettagliate sui luoghi e sui tempi delle precipitazioni e di comunicarle direttamente ai Comuni, a cui garantiremo massima assistenza anche attraverso il front office previsto nel Piano delle procedure». 

Il Centro, obbligatorio per legge dal 2004, viene avviato in fase sperimentale fino al 31 dicembre, data a partire dalla quale agirà invece in piena autonomia dal Centro nazionale. Suo compito principale è la produzione di avvisi meteo e di rischio idrologico. A tal fine, gestisce ed elabora tutte le informazioni di natura fisica, meteorologica e territoriale fornendo poi i dati alla Protezione civile. Al suo funzionamento concorrono una pluralità di soggetti, tra cui Arpas, Direzione generale dell’Adis, Ente Acque, Corpo Forestale, Ente Foreste, associazioni di volontariato, ordini professionali, l’assessorato dei Lavori pubblici con i geni civili.

Il Canadair in azione a Carbonia

E’ stata ufficializzata ieri, nella fase più difficile della lotta agli incendi che stanno distruggendo vaste aree della Sardegna, la collaborazione tra #Protezione Civile, #Corpo Forestale e #Vigili del Fuoco per la campagna estiva antincendi 2014. E’ stata firmata la convenzione tra ministero dell’Interno, rappresentato dal viceprefetto di Cagliari Maria Paola Pani, Vigili del Fuoco, rappresentati dal direttore regionale Silvio Saffioti, Protezione civile, rappresentata dal direttore generale Graziano Nudda e Corpo Forestale, rappresentato dal comandante regionale Gavino Diana. 
La convenzione disciplina le modalità tecnico organizzative della campagna antincendi dei diversi corpi, nazionali e regionali, impegnati nella lotta contro i roghi che devastano la nostra isola. Per far questo vengono definiti con precisione competenze ed obblighi di tutti. 
L’obiettivo complessivo è riassunto in quattro punti: sinergie nella prevenzione e nella lotta attiva agli incendi, armonizzazione delle attività di spegnimento, sostegno reciproco dell’immagine delle strutture di appartenenza, scambio di dati e informazioni. 
La Regione concorrerà ai maggiori costi che graveranno sul corpo dei Vigili del Fuoco (che naturalmente alla fine della stagione rendiconteranno tutte le spese sostenute) con un contributo di 600mila euro.

Gianfranco Ganau 1 copia

Accelerare il trasferimento dei fondi raccolti con le donazioni private, attivazione di tavoli territoriali fra Regione ed amministrazioni locali per il monitoraggio della situazione, ruolo incisivo del coordinamento regionale della Protezione civile, impegno per l’approvazione in tempi rapidi da parte del Consiglio regionale di una legge “ad hoc” che riprenda le esperienze migliori della normativa precedente (con riferimento all’alluvione di Capoterra), eliminandone le criticità emerse in fase applicativa. Questi i risultati principali dell’incontro fra il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ed i rappresentanti del Coordinamento dei comitati spontanei delle comunità colpite da calamità naturali.

Il coordinamento ha consegnato fra l’altro al presidente del Consiglio un documento (già inviato al presidente della Regione Francesco Pigliaru) che riassume le principali richieste delle comunità ed un Cd con le immagini più significative di alcuni momenti della tragedia che, con intensità e tempi diversi, ha colpito 82 comuni dell’Isola.

Nel documento, oltre alle critiche contro i gravi ritardi negli interventi, sono contenute numerose richieste rivolte alle istituzioni, dal superamento dei vincoli del patto di stabilità alle risorse riguardanti gli indennizzi per il patrimonio privato, dal ripristino delle più importanti infrastrutture pubbliche alla necessità di abbattere una burocrazia farraginosa ed incomprensibile.

L’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, presente all’incontro con il nuovo responsabile del centro regionale di Protezione civile Graziano Nudda, ha esposto in una sintetica relazione le principali linee di azione del governo regionale: definizione di una procedura semplificata per assegnare alle popolazioni le risorse provenienti dalle donazioni private (6 milioni della Croce Rossa, 5 milioni della Caritas, circa 500.000 euro della banca d’Italia ai quali dovrebbero aggiungersi i fondi dei gruppi consiliari della Regione per oltre 1 milione), predisposizione di un disegno di legge che armonizzi le esperienze più positive ed efficaci della normativa regionale (alluvione di Capoterra) e nazionale (terremoto dell’Emilia Romagna), riconoscimento dello stato di emergenza nazionale ed accesso al relativo fondo della Protezione civile, accesso al fondo di solidarietà dell’Unione europea, rafforzamento dell’azione (anche col supporto dei parlamentari sardi) che il presidente della Regione sta svolgendo presso il Governo per l’allentamento del patto di stabilità.

Per quanto riguarda il Consiglio regionale, sia il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) che i consiglieri Gianmario Tendas (Pd) ed Efisio Arbau (Sardegna Vera) hanno assicurato il massimo impegno dell’Assemblea per il sollecito esame di nuovi provvedimenti legislativi.