21 December, 2025
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Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il Dl 174 “Autorizzazione per l’Esercizio provvisorio della regione per il 2015”,  l’istituzione della Commissione d’inchiesta n. 1 sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, l’Esercizio provvisorio del Consiglio regionale e la proposta di legge n. 76/ANorme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”. 

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con l’esame del Dl n. 174 – “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2015”, che ha ottenuto dalla conferenza dei capigruppo la corsia preferenziale in base all’art. 102 del regolamento. Il presidente ha poi comunicato che nel pomeriggio alle 16 si riunirà la commissione Finanze per l’esame delle eventuali norme intruse nella legge finanziaria, mentre da lunedì prossimo 12 gennaio la stessa legge sarà formalmente assegnata alle commissioni.

Successivamente ha preso la parola l’assessore delle Finanze, Raffaele Paci, per illustrare il disegno di legge in esame.

L’assessore ha definito il provvedimento una «norma tecnica che consente l’attuazione esercizio provvisorio; è stato poi predisposto un emendamento che consente di prolungarlo fino alla fine del mese di febbraio in modo da poter contare su un tempo più lungo sperando comunque di non doverlo utilizzare». Per quanto riguarda i ritardi, l’assessore ha spiegato che «sono stati causati dalle incertezze relative al quadro complessivo nazionale, che hanno condizionato sia i tempi di presentazione che i contenuti dei bilanci di molte Regioni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo «con grande senso di responsabilità», ricordando però che durante il corso la maggioranza «aveva più volte annunciato una Finanziaria di rigore e sviluppo entro la scadenza stabilita». «Al netto delle difficoltà oggettive – ha proseguito – il ritardo è un fatto negativo per la Regione; quest’anno, oltretutto, ci sarà pareggio di bilancio e una minore rigidità nella spesa, ci auguriamo che ciò sia utile per il sistema regionale ma abbiamo non poche perplessità come diverse altre Regioni». Soffermandosi sulla questione delle entrate, il vice capogruppo di Forza Italia ha evidenziato che «il Governo non ha determinato il quantum da assegnare alla Sardegna e, nel frattempo, continua con politica di razzie mascherate: noi faremo molta attenzione anche perché la finanziaria ha necessità di certezze e la fretta sarebbe sbagliata, per noi la partita delle entrate non è ancora iniziata e non faremo passi indietro a cominciare dall’Irap».

Il consigliere Roberto Desini (Pd) ha affermato di aver percepito «un certo rammarico perché non si può andare in disavanzo ma questo per noi è un obiettivo; introdurre criteri stringenti su un bilancio verificato dal pareggio è risultato di buona amministrazione, ottenuto con l’accordo fra Giunta e Governo». «Eventuali altri accordi – ha sostenuto il consigliere del Pd – non possono mettere fra parentesi una grande conquista come l’uscita della Sardegna dal patto di stabilità, sottovalutare questo dato significa porsi al di fuori di una lettura storica obiettiva, negare l’evidenza di un lavoro portato avanti con una intensità mai registrata per cui vanno rivolti sinceri complimenti alla Giunta». «Lo stato dei conti della Regione – ha detto ancora Deriu – condizionato dalle entrate così come vengono riconosciute dallo Stato, ma ora abbiamo di fronte un quadro caratterizzato da una espressione compiuta di autonomia ed una agenda di governo fondata sul pieno controllo dello strumento contabile: prima di chiedere altro e di più bisogna valutare con correttezza ed obiettività quanto ottenuto anche come espressione di responsabilità e di oculata gestione che consentirà la realizzazione dei programmi di governo». «La Sardegna insomma – ha concluso Deriu – ha una nuova credibilità al di là della retorica del governo amico e la maggioranza è pronta ad assumersi le sue responsabilità nel nuovo contesto per riformulare le politiche andando al cuore dei problemi».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) si è limitato in apertura alla presa d’atto della situazione: «D’altra parte l’esercizio provvisorio è praticamente atto dovuto, ma crediamo che questi mesi l’assessore Paci abbia capito il vero contenuto dell’accordo firmato a luglio con lo Stato, come hanno confermato gli sviluppi successivi della situazione, il ripensamento su ritiro di alcuni ricorsi e la riflessione complessiva sulla capacità e sulla volontà dello Stato di rispettare gli impegni sottoscritti». «L’elemento più grave di questa vicenda – ha aggiunto Cossa – è stato quello di conferire in toto alla Ragioneria dello Stato il potere di determinare le entrate dovute alla Regione perché senza dialettica e senza confronto è lecito non aspettarsi niente di buono». Sul piano politico generale, il consigliere dei Riformatori sardi ha poi osservato che «a questo punto non significa più nulla parlare di agenzia sarda delle entrate mentre, attenendosi ai numeri del bilancio, sembrerebbe che il venir meno del patto di stabilità non si traduca in grandi vantaggi». Avviandosi alla conclusione, il consigliere Cossa ha dedicato un passaggio al problema della accise, oggetto il 23 gennaio di una udienza davanti alla Corte Costituzionale, affermando che «pur essendo consapevoli delle difficoltà attuali della finanza pubblica nazionale, come dimostra ad esempio l’aumento dell’Iva su pellet, riteniamo che la nostra pretesa sia fondata sulla base dello Statuto sardo e comunque la partita doveva essere giocata perché Sardegna deve fare la sua parte con tutti i mezzi consentiti dall’ordinamento».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha dato la parole all’assessore Paci per la replica.

L’assessore ha annunciato di non voler entrare nel merito dei tempi sollevati dal dibattito. «Prendo atto delle critiche e delle lodi arrivate dal Consiglio ma, trattandosi di un provvedimento tecnico come l’esercizio provvisorio, su tutta una serie di questioni come accise, Irap e pareggio di bilancio, ritengo più opportuno rinviare confronto e l’analisi a lunedì prossimo quando la finanziaria sarà assegnata alle commissioni; per ora rinnovo il ringraziamento a tutti i gruppi consiliari per aver consentito che questo disegno di legge venisse esaminato dall’Aula con procedura d’urgenza».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli ma, al momento dello scrutinio, è stata constatata la mancanza del numero legale; la seduta è stata sospesa per consentire una riunione della conferenza dei capigruppo.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperti i lavori e posto in votazione il passaggio agli articoli del disegno di legge 174 che l’Aula ha approvato con 25 voti favorevoli su 42 votanti (44 consiglieri presenti). Posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n.1 (Cocco Pietro e più), per autorizzare l’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per il 2015 per il periodo di due mesi (dal 1 gennaio 2015 al 28 febbraio 2015), è stato approvato con 25 voti favorevoli su 25 votanti (43 consiglieri presenti). Approvato, quindi, con 26 favorevoli (44 votanti su 46 presenti) l’articolo 2 “entrata in vigore”, il presidente del Consiglio ha posto in votazione il testo finale della legge che è stato approvato dall’assemblea con 26 a favore, 18 contrari (46 presenti e 44 votanti).

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, per l’illustrazione della richiesta, ai sensi dell’articolo 125 comma 4 del regolamento interno, di istituzione di una commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi.

L’esponente della maggioranza ha sottolineato l’opportunità della richiesta avanzata da un gran numero di consiglieri regionali per avere un quadro preciso e dettagliato su un settore che assorbe una grande parte delle risorse disponibili del bilancio regionale. «E’ un tema che riguarda l’intera finanza pubblica – ha spiegato Deriu – e la tenuta dei conti della Regione sarda».

Deriu ha quindi fatto riferimento alla recente legge sulla spesa sanitaria («una pre-riforma o una leggina») per ribadire l’impegno del Consiglio per procedere con una “vera” riforma sanitaria che non potrebbe realizzarsi – a giudizio dell’esponente dei democratici – senza una verifica precisa dei meccanismi di spesa in Sanità e dell’efficacia della stessa. Deriu ha ricordato quindi i tre miliardi di euro destinati al sistema sanitario sardo, sottolineando come ben 2,8 miliardi sono trasferiti direttamente alle aziende sanitarie. «Grande volume di spesa – ha proseguito il consigliere Pd – è destinata al personale ma un’altra parte della spesa deriva dalla contrattazione privata svolta dalle diverse Asl». «Su questa spesa – ha aggiunto Deriu – dovrà fare piena la luce la commissione speciale del Consiglio regionale».

Il consigliere della maggioranza ha quindi rimarcato l’importanza dello “strumento” di una commissione ad hoc per valutare e verificare la spesa sanitaria in Sardegna. «Non sarà un’inchiesta sugli atti di questo o quel governo – ha concluso Roberto Deriu – ma un’indagine sulla spesa pubblica in Sanità per procedere con una reale riforma del sistema sanitario sardo».

La consigliera del Pd, Daniela Forma, ha dichiarato di condividere e sostenere la richiesta dell’istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta sulla spesa sanitaria nell’Isola. «Dobbiamo fare piena luce e chiarezza – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – su ciò che è stata la gestione della sanità in Sardegna». Forma ha quindi ribadito l’opportunità della commissione d’inchiesta e ha definito la richiesta avanzata dal Consiglio “un percorso corretto” auspicato non solo dalla politica ma anche dalle stesse Asl. «Serve un’operazione verità sui costi della sanità sarda – ha insistito Daniela Forma – e sui conti delle Asl che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio». La consigliera del Pd ha concluso auspicando “tempi celeri”, invitando la commissione a concludere i lavori prima della conclusione del mandato dei commissari nelle Asl.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha ricordato, in premessa, che la Regione sarda è l’unica tra quelle del Centro-Sud a non esser stata commissariata dal governo nella gestione della Sanità. Locci si è detto favorevole alla proposta così come illustrata dal consigliere Deriu (Pd). «Siamo favorevoli – ha spiegato Locci – ad una puntuale verifica della finanza regionale anche per superare le reciproche diffidenze rispetto alla gestione della Sanità». «Non serve – ha concluso il consigliere della minoranza – utilizzare la commissione come pretesto per puntare il dito contro i predecessori o come strumento per commissariare nei fatti la Giunta in materia di costi in Sanità».

Angelo Carta (Psd’Az), in apertura del suo intervento, si è chiesto il perché l’assessorato non sia ancora in possesso dei dati analitici sulla sanità. «Si verifica in questo settore ciò che si è verificato in provincia di Nuoro per il comparto dell’Industria. «Anche in quel caso – ha affermato Carta – non si è mai riusciti a capire che fine abbiano fatto gli investimenti statali per il rilancio dell’economia del centro Sardegna».  Il consigliere sardista ha quindi annunciato l’imminente proposta di costituzione di una specifica commissione d’inchiesta  per capire quante imprese del nuorese abbiano beneficiato di fondi pubblici, come siano stati gestiti e quali siano state le ricadute. «E’ la stessa filosofia – ha concluso Carta – che ispira la proposta avanzata dall’onorevole Deriu per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul sistema sanitario sardo».

Luca Pizzuto (Sel) ha espresso soddisfazione per la decisione dell’on. Deriu di proporre una commissione d’inchiesta sulla sanità. «La verità è sempre rivoluzionaria – ha detto Pizzuto citando Pasolini – ci troviamo davanti a un dato di fatto: il bilancio della Regione è quasi interamente assorbito dalla spesa sanitaria. Se le risorse venissero spese solo nell’interesse dei cittadini avremmo la migliore sanità del mondo. Invece sono numerosi gli sprechi e le anomalie gestionali».

Luca Pizzuto ha quindi proposto che la commissione d’inchiesta svolga una’analisi a tutto campo per capire dove sono gli sprechi e le collusioni clientelari che per troppo tempo hanno condizionato la sanità sarda. «Occorre coraggio – ha concluso il consigliere di Sel – per andare a fondo. Per costruire una sanità migliore e liberare risorse per le politiche di sviluppo bisogna abbattere il sistema clientelare e distruggere le collusioni».

Giorgio Oppi (Udc) ha invece chiesto all’Aula di dare mandato al presidente del Consiglio per la nomina della Commissione d’inchiesta sulla sanità. «Sarà quella – ha detto Oppi – la sede deputata a svolgere tutte le verifiche necessarie per far luce su sprechi e incongruenze del sistema sanitario isolano».

Il capogruppo del Centro Democratico Roberto Desini ha attaccato il sistema di gestione della sanità in Sardegna . «Difficile non intervenire quando si sentono alcune affermazioni da parte di chi in passato ha gestito la sanità– ha detto Desini – non è un problema di carattere culturale, è un problema che riguarda tutti i cittadini sardi». L’esponente della maggioranza si è poi augurato che la commissione possa stanare, una volta per tutte, le inefficienze  che hanno caratterizzato il sistema sanitario isolano. «L’obiettivo – ha concluso Desini – è creare l’opportunità di mettere al centro della sanità il cittadino-paziente».

Il presidente ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, il quale ha ribadito il sostegno all’istituzione della Commissione sulle basi e con gli obiettivi illustrati dal consigliere Roberto Deriu. Fortemente critico verso l’atteggiamento del capogruppo del Cd, Roberto Desini, che con i suoi attacchi verso gli altri «non guarda a quanto accade a casa propria». Pittalis ha sottolineato che l’obiettivo della commissione resta quello di valutare i problemi, per trovare soluzioni, e non usarla come un tribunale, come strumento per lavare panni sporchi o ancora, per «atteggiamenti di rivalsa di qualcuno perché non è stato accontentato nella nomina dei commissari».

Il presidente ha poi dato la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Salute, Luigi Arru ha dato parere favorevole e ha dichiarato di voler sostenere, attraverso il supporto degli uffici dell’assessorato, l’attività della Commissione. Arru ha annunciato di aver dato mandato agli uffici di predisporre l’atlante della sanità sarda con tutti i numeri e verrà messo a disposizione della Commissione. L’assessore ha anche annunciato che il 29 dicembre è stata approvata una delibera, grazie a un accordo con Federfarma, per distribuire nelle farmacie i farmaci da dare ai pazienti che devono proseguire le terapie a casa, inserendo anche i farmaci Nao (anticoagulanti). «Dobbiamo salvare il sistema sanitario nazionale – ha affermato Arru – che è un buon sistema. Ben venga questa commissione». Per quanto riguarda la trasparenza sugli appalti, Arru ha ricordato che con l’istituzione della Centrale unica d’acquisto la trasparenza sarà garantita.

Il presidente ha quindi annunciato che è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo. Il primo firmatario, Pietro Cocco (Pd), ha illustrato il testo che delega il presidente del Consiglio regionale a nominare i componenti della Commissione d’inchiesta che entro sei mesi riferisca al Consiglio sui seguenti punti: «Quale sia l’incidenza della spesa farmaceutica, convenzionata e ospedaliera, quale sia il suo andamento di crescita, quale sia raffronto con la medesima spesa nelle altre regioni italiane; quali siano le differenze di spesa sanitaria alle diverse Asl della Sardegna; quale sia stata la rispondenza tra gli obiettivi aziendali e quelli effettivamente raggiunti; quale Sia la distribuzione delle risorse umane tra medici, paramedici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti; quale sia stata la gestione delle gare pubbliche per l’acquisto di beni e servizi, quali gare abbiano avuto compimento e quali non siano state rese operative, nell’eventualità per quali ragioni; quali possono essere i margini operativi per una contrazione dei costi nel mantenimento dei livelli di assistenza».

Dopo aver avuto il parere favorevole della Giunta, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato. Il presidente ha messo poi in votazione l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio del Consiglio regionale fino al 28 febbraio.

Proseguendo nell’esame dell’ordine del giorno, il presidente Ganau ha avviato la discussione generale della proposta di legge 76/A – “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’identità sarda”, dando la parola al relatore, il presidente della commissione Informazione Gavino Manca, del Pd.

Nella sua relazione, Manca ha ricordato l’articolato confronto svoltosi in commissione anche con il contributo positivo e costruttivo dei consiglieri di minoranza. Siamo consapevoli, ha detto Manca, «della necessità di una legge complessiva che risponda all’evoluzione normativa e tecnologica del mondo dell’informazione, che rende ormai superata la legge regionale del ‘98». Il settore, ha aggiunto Manca, «attraversa una crisi senza precedenti provocata in buona parte dall’avvento del digitale terrestre, dall’espansione di internet e dal calo della raccolta pubblicitaria». Rispetto al testo originario, ha detto ancora il consigliere Manca, «sono state introdotte alcune modifiche soprattutto per correggere una impostazione di una sorta di servizio pubblico che avrebbe comportato problemi sia con la normativa vigente che con il ruolo della Rai, ma il testo mantiene alcuni punti molto qualificanti: il contenuto del servizio richiesto, la concessione di contributi a fronte di pacchetto programmi legati all’informazione locale e a temi di grande rilevanza, come programmi di pubblica utilità, la conoscenza dell’Europa, i minori e i giovani». I criteri per l’attribuzione dei fondi, ha spiegato successivamente il relatore, «sono quelli della copertura territoriale, dell’utenza raggiunta, dei dipendenti a tempo pieno presenti nelle aziende, del ruolo incisivo del Corecom sui controlli relativi al possesso dei requisiti, della possibilità anche per le piccole emittenti associate di accedere ai contributi». Un provvedimento, ha infine sintetizzato Manca, «che auspichiamo possa alleggerire la crisi del comparto».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha sostenuto che «il lungo lavoro sul testo svolto in commissione ci spinge a guardare con occhi diversi la normale dialettica interna del Consiglio regionale, impegnando tutti per una norma equilibrata, con interventi di sistema che senza dare un giudizio sull’editoria sarda nel suo complesso cerca di raggiungere un obiettivo alto». «Al di là di un bilancio dell’esperienza storica della tv locale in Sardegna – ha proseguito Tunis – è chiaro che l’introduzione del digitale è stato un evento di portata storica che ha prodotto risultati negativi in tutta Italia, un contesto che ha trascurato la peculiarità di queste aziende i cui capitali sono non solo economici ma soprattutto in termini di risorse umane tecniche e giornalistiche». Dopo aver ricordato l’intervento della Regione nella precedente legislatura, l’esponente di Forza Italia si è soffermato sui problemi del settore dell’informazione, ponendo l’accento sul fatto che «occorre puntare non solo al funzionamento delle imprese ma alla loro crescita, non basta in altre parole sostenere chi c’è già ma allargare gli spazi di pluralismo, dell’accesso libero all’informazione nel territorio regionale, per consolidare fra l’altro un sistema in grado di far dialogare positivamente istituzioni e i cittadini, fermo restando il valore di un sistema informativo fortemente legato alla nostra identità, alla nostra cultura ed alla nostra lingua».

Il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendetzia) ha assicurato il pieno appoggio alla legge per due ragioni fondamentali. «Noi pensiamo – ha affermato – che un settore che occupa in Sardegna circa 200 persone, con aziende i cui ricavi provengono per due terzi dal mercato pubblicitario, ha elementi non certo trascurabili anche perché in profonda crisi, dovuta al momento economico generale ma anche ad un deficit di credibilità per l’aumento progressivo degli spazi del digitale terrestre». C’è poi, ha dichiarato Zedda, «un fattore specifico della Sardegna dove il costo del personale e dei contratti ha avuto incidenza del 59% sulla spesa complessiva delle aziende, dato quasi doppio rispetto alla media nazionale». Il consigliere ha poi ricordato le difficoltà di reti televisive come Sardegna Uno, in forte ristrutturazione, di Videolina dove sono state avviate le procedure di mobilità, di Cinque stelle dove non vengono pagati da mesi gli stipendi, soffermandosi poi sul valore democratico e civile dell’informazione locale: «La tv garantisce fra l’altro – ha sostenuto – il diritto popoli a non uniformarsi ad un certo pensiero unico, è un grande veicolo di trasmissione informazioni, informa l’opinione pubblica, orienta scelte, comportamenti e linguaggi, rappresenta uno strumento importantissimo per l’affermazione della nostra identità, della nostra cultura, delle nostre differenze e specificità».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha espresso l’opinione che la legge sia «un’occasione da cogliere per riaprire su basi buone il rapporto della Regione con l’Europa, affermando con forza in quella sede che il riferimento all’identità sarda non è un espediente per attirare aiuti di Stato ma, a supporto di questa azione, occorre un ruolo politicamente incisivo della Giunta regionale senza la mediazione del Governo centrale». E’sbagliato, secondo Floris, «lasciare questo problema sullo sfondo, anche perché la Sardegna non parte affatto da zero; abbiamo fatto due conferenze sulle politiche regionali ed europee approvando il cosiddetto documento di Cagliari sui rapporti fra Europa, Regioni e Regioni speciali, partiamo da qui».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha messo in luce il ruolo importantissimo della stampa e dell’editoria anche nella ripresa economica, ideale e di valori della nostra società che tutti auspichiamo. «Il settore – ha ricordato – subisce gli effetti di una crisi profonda che ha il suo epicentro nel lavoro di diverse categorie produttive, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticare che la libertà di stampa è un valore assoluto che deve restare libero da ogni condizionamento». «In commissione – ha continuato Pittalis – abbiamo fatto il possibile anche per avere iter accelerato del provvedimento ma forse velocità ci ha fatto perdere di vista la valutazione di alcuni aspetti e cioè che la legge doveva essere approvata entro il 2014 mentre oggi abbiamo qualche problema di copertura finanziaria». Speriamo che il governo non faccia obiezioni, ha concluso Pittalis, annunciando il voto favorevole del suo gruppo «nonostante la maggioranza sia a ranghi ridottissimi» ed insistendo su «uno sforzo ulteriore per dare alla Sardegna una legge organica di riforma dell’informazione».

Il presidente Ganau ha quindi concesso la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino, che ha evidenziato la situazione di crisi che investe il settore della emittenza televisiva privata ed ha confermato a questo proposito, l’impegno responsabile delle istituzioni e della Regione sarda, in particolare. L’assessore ha quindi dichiarato il parere favorevole dell’esecutivo per il provvedimento che – a suo giudizio – offre risposte in ordine a due temi fondamentali. Da una lato, la salvaguardia dei livelli occupazionali e dall’altro la tutela e la valorizzazione della lingua sarda.

L’assessore Firino ha definito la legge in discussione, un primo passo nel verso di una rivisitazione delle norme in materia di emittenza e editoria ed ha concluso evidenziando come l’attuale normativa non tenga conto della editoria on line.

Il consigliere di FdI (gruppo Sardegna), Paolo Truzzu, in sede di dichiarazione di voto, ha preannunciato il voto favorevole («non è la migliore delle leggi ma è una legge giusta e equa») al provvedimento, auspicando una riforma dell’intero sistema dell’editoria sarda.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, nel ribadire i valori della libera informazione e della democrazia ha preannunciato voto favorevole «in memoria dei giornalisti morti a Parigi per difendere la libertà e la democrazia».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi proposto un minuto di silenzio in segno di lutto e solidarietà per le vittime dei tragici fatti di Parigi.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accolto l’invito del capogruppo Pittalis ed ha invitato i consiglieri ad alzarsi in piedi per il tributo dell’Assemblea sarda alle vittime di Parigi.

Terminato il minuto di raccoglimento l’Aula ha proceduto con la votazione del passaggio agli articoli (approvato) e di seguito con l’approvazione dell’articolo 1 (modifiche all’articolo 1 della legge regionale 22\98 – Finalità) e con 39 favorevoli su 39 votanti (40 presenti) ha dato disco verde anche all’articolo 2 (destinatari degli interventi).

Aperta a discussione sull’articolo 3 (requisiti) il presidente ha annunciato la presentazione di 7 emendamenti.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca ha quindi formulato parere favorevole per gli emendamenti, a firma Cocco Pietro e più, n. 3, 4, 5, 6, 7, 13  e parere contrario per l’emendamento n.2 (Truzzu). La Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore e l’Aula ha approvato l’emendamento n. 3 che sopprime il comma 2 dell’articolo 3; l’emendamento n. 4 che sostituisce la lettera c) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «c) possedere una stabile organizzazione redazionale dotata di giornalisti e personale tecnico amministrativo con rapporto di lavoro a tempo indeterminato assunto con contratto di categoria e un direttore responsabile»; e l’emendamento n. 5 che sostituisce la lettera d) del comma 1) dell’articolo 3) con la seguente dicitura: «d) essere in regola con il versamento degli oneri previdenziali e assistenziali attestato attraverso il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) dall’Inpgi o, per il personale non giornalistico, dall’Inps».

Il presidente preso atto dell’approvazione dell’emendamento n. 5 ha dichiarato decaduto l’emendamento n. 2 (Truzzu). Posto in votazione e approvato il testo dell’articolo 3, il presidente Ganau ha proceduto con la votazione degli emendamenti aggiuntivi e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 6 che aggiunge, dopo la lettera “a bis”) del comma 1 la dicitura “essere società costituite da almeno 36 mesi”: l’emendamento n. 13 che alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 3) dopo la parola “popolazione” aggiunge le seguenti: “a tal fine le emittenti televisive possono costituire un raggruppamento temporaneo di imprese o un consorzio”; e l’emendamento n. 7 che dopo il comma 1) dell’articolo 3 aggiunge il seguente: «1-bis) Alle emittenti che trasmettono in ambito locale televisivo in assenza del requisito di cui alla lettera e) del presente articolo la Giunta regionale, con delibera di cui al comma 3) dell’articolo 24 bis, riserva il 15 per cento delle risorse previste dalla presente legge, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite nella medesima delibera».

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 4 per il quale sono stati presentati due emendamenti sostitutivi parziali e uno aggiuntivo. Per tutti, il presidente della Seconda Commissione, Gavino Manca, ha dato parere favorevole.

Il primo emendamento, presentato da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione elimina la previsione di specifici programmi dedicati alle donne da parte delle emittenti beneficiare delle provvidenze. Il secondo, anche questo bipartisan, stabilisce che i contributi vengano erogati alle aziende editoriali in base al numero di giornalisti e tecnici assunti a tempo indeterminato. Il terzo emendamento, aggiuntivo, prevede l’obbligo da parte della Giunta di presentare una relazione dettagliata sull’attuazione degli interventi e dei risultati ottenuti. Gli emendamenti e il testo dell’articolo sono stati approvati dall’Aula.

L’Assemblea ha poi esaminato l’articolo 6 (norma finanziaria) al quale è stato presentato un emendamento sostitutivo totale che  individua la copertura finanziaria della legge negli stanziamenti ordinari di bilancio destinati alla legge regionale 22/1998 Legge per l’editoria). L’emendamento, per il quale il presidente della Seconda Commissione Gavino Manca ha dato parere favorevole, ha ottenuto il via libera dall’Aula.  Il Consiglio ha quindi approvato l’articolo 7 e votato il testo finale della legge.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione la mozione n. 58 «sulla richiesta di una moratoria internazionale sull’attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio».

Modesto Fenu (Zona Franca), primo firmatario del documento, ha illustrato la mozione e chiarito il significato dell’iniziativa parlamentare. «C’è una palese ingiustizia subita dai cacciatori sardi, nonostante le competenza primaria in materia venatoria da parte della Regione – ha detto Fenu – la mozione punta a garantire alle doppiette nostrane le stesse opportunità date ai cacciatori delle altre regioni italiane». Fenu ha poi ricordato la recente sentenza della Corte di Strasburgo che riconosce alle associazioni venatorie un ruolo di primo piano nella gestione e difesa del territorio, un ruolo riconosciuto anche in Sardegna per l’abbattimento delle specie nocive. «L’attività delle associazioni venatorie è utile a garantire un migliore governo del territorio – ha sostenuto l’esponente della minoranza – non si capisce per quale motivo la caccia ai turdidi si deve concludere l’8 gennaio in Sardegna mentre nelle altre regioni si posticipa al 31 gennaio. Chiediamo che ai cacciatori sardi venga assicurato lo stesso trattamento riservato a quelli italiani ed europei».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha chiarito che la Giunta è attenta a tutte le questioni che riguardano l’attività venatoria in Sardegna soffermandosi su alcuni punti della mozione. In particolare, Spano ha spiegato che la Giunta ha partecipato al tavolo tecnico con il Governo e ha fornito diversi spunti al Ministero. «Abbiamo chiesto un approfondimento per capire il perché delle differenze nel calendario venatorio tra Sardegna e Corsica e manifestato la necessità di un approfondimento per rivisitare le date in modo che i cacciatori sardi non siano discriminati, il primo principio da seguire, in ogni caso, è sempre quello della protezione della specie».

A conclusione del suo intervento, Donatella Spano ha annunciato la presentazione, a breve, del Piano faunistico regionale e del regolamento di attuazione della legge 23 in linea con le peculiarità del territorio sardo e in armonia con la normativa nazionale e internazionale.

 Il presidente ha dato quindi la parola per la replica a Modesto Fenu (Sardegna): «Penso che ognuno debba rendersi responsabile di quello che dice», ha affermato rivolgendosi a uno scambio avuto poco prima con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. «Credo che questa mozione sia meritevole di essere sostenuta dal Consiglio», ha aggiunto Fenu ricordando di aver manifestato la disponibilità a togliere i due punti che non convincono l’assessore e ha esortato l’Aula a votare la mozione in maniera unitaria. Pietro Cocco (Pd) è intervenuto per dichiarare di non sapere di cosa stesse parlando il collega Fenu e ha affermato di condividere appieno quanto affermato dall’assessore Spano. Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente ha dato la parola al presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd) il quale ha proposto di dare il tempo all’assessore di attuare l’impegno preso oggi, ritirare la mozione e, dopo la Finanziaria, riprendere l’esame della situazione in commissione.

Hanno poi annunciato voto favorevole Pietro Pittalis (FI), Angelo Carta (Psd’Az) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi).

Il presidente ha messo in votazione la mozione con procedimento elettronico per la verifica del numero legale. Non essendoci il numero legale, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocherà il Consiglio a domicilio.

Il consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo Forza Italia Sardegna, giudica positivamente la richiesta di istituzione di una Commissione d’inchiesta consiliare sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, avanzata dall’onorevole Roberto Deriu, consigliere del Partito Democratico.

«Ben venga la richiesta – sottolinea Locci – ma a patto che il centrosinistra si liberi dai pregiudizi in merito al tema della sanità (richiesta particolarmente ardita, ne sono consapevole) e che a guidarla sia un componente dell’opposizione di centrodestra, al fine di garantire il bilanciamento democratico. Soltanto rispettando questi due requisiti fondamentali la commissione potrà rappresentare un’occasione concreta di confronto tra le diverse forze politiche e il mondo della sanità e non il pretesto per fare propaganda.»

L’organismo – secondo Locci – potrebbe realmente diventare uno strumento di ausilio all’introduzione e all’applicazione dei sistemi di programmazione della spesa sanitaria (veri sistemi di controllo, non meri specchietti per le allodole), alla corretta gestione delle aziende e all’attivazione della struttura dei costi standard, così come previsto dalla legge di riforma varata dal centrosinistra che ha consentito i commissariamenti delle diverse Asl isolane.

«Tuttavia, se l’idea dell’onorevole Deriu di istituire una commissione d’inchiesta significa “commissariare” l’assessore regionale alla Sanità, allora possiamo volentieri farne a meno. Ma se vuole invece rappresentare un tavolo di discussione tra le molteplici forze politiche e gli esponenti del sistema sanitario, allora siamo pronti al confronto, dando all’organismo il sostegno che merita. La Sardegna ha bisogno di una sanità che sappia essere vicina alle esigenze del cittadino e che sia capace di spendere al meglio le sempre più risicate risorse a disposizione. E non è certo commissariando le aziende sanitarie – conclude Ignazio Locci – che si riducono i costi e si migliorano le prestazioni mediche.»

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«Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ascolti il “Comitato cittadini del Sulcis”, da tempo in attesa di un incontro per parlare degli interventi necessari a uscire dalle secche della crisi che imperversa in Sardegna e in particolare nella Provincia di Carbonia Iglesias, “eletta”, ancora una volta, territorio più povero d’Italia.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del grippo Forza Italia Sardegna.

«Partendo dalla convinzione che la Sardegna paga il prezzo dei problemi di natura strutturale e storica che stanno alla base dell’eterno stato di difficoltà economica dell’isola – aggiunge Locci – , il comitato (composto da centinaia di piccoli imprenditori della produzione e dei servizi, professionisti e semplici cittadini) chiede interventi mirati volti ad attenuare le condizioni di svantaggio e a incrementare le produzioni. L’obiettivo dell’aggregazione spontanea di cittadini è creare un’economia diffusa, multisettoriale e integrata.»

«Di questo, in particolare, i cittadini del Sulcis vorrebbero parlare con il presidente della Regione (il Governatore, benché invitato, non ha presenziato all’ultima assemblea generale organizzata dal comitato, che ha visto la partecipazione di circa 600 persone, tra imprenditori, professionisti, sindaci e consiglieri regionali). L’auspicio è che Francesco Pigliaru si mostri disponibile – conclude Ignazio Locci – e conceda udienza, senza farsi attendere troppo a lungo.»

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Sono stati consegnati ieri mattina nella Chiesa di Gesù Divino Operaio, agli operatori della Caritas Diocesana, i giocattoli donati da tanti cittadini solidali a favore dei bambini poveri del territorio nell’ambito dell’iniziativa della segretaria sindacale FSM-CISL. Hanno partecipato in tanti all’iniziativa di grande solidarietà, durata due settimane: Rino Barca, Enea Pilloni, Massimo Cara, Claudia Mariani, Giuseppe Puddu, Franco Sanna, Gianluca Caria, Katiuscia Solinas, Cristina Bullegas, Remo Fantin, Simona Pabis, Marco Pisu, il delegato e responsabile della Caritas Giovanni Busia, Elio Acca, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, l’assessore dei servizi sociali Maria Marongiu, il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda, il consigliere regionale Ignazio Locci, la responsabile cittadina di Sel Laura Pilloni, il responsabile della Pastorale per il lavoro Don Salvatore Benizzi, il responsabile cittadino delle Caritas Don Giulio Demontis, il parroco di Gesù Divino Operaio, Don Giampaolo Cincotti, i lavoratori Meridiana che hanno spedito 1.200 giocattoli che uniti a quelli già raccolti permetteranno di accontentare gran parte dei bimbi poveri dell’intero territorio.

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Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta per l’esenzione dei terreni agricoli dall’Imu. «Riproponiamo il metodo utilizzato nella scorsa Legislatura per azzerare l’Irap, anche per cancellare l’ingiustizia dell’Imu», ha dichiarato il capogruppo Pietro Pittalis che ha evidenziato come, a seguito del decreto emanato dal ministro dell’Economia, soltanto una cinquantina di Comuni sardi siano esentanti dall’imposta municipale per i terreni agricoli. «Per sopperire alle minori entrate dell’Imu per gli Enti Locali – ha concluso Pittalis – prevediamo uno stanziamento di 20 milioni di euro, da reperire tra i cosiddetti avanzi di amministrazione che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha confermato anche in sede di conferenza dei capigruppo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato la piena e convinta adesione all’iniziativa legislativa del gruppo Forza Italia ed ha aggiunto che «sarebbe auspicabile il sostegno unitario di Giunta e maggioranza». «Chi sta al governo – è l’invito di Dedoni – dimostri di difendere la Sardegna dalla minaccia grave rappresentata da un imposta iniqua che rischia di cancellare il settore agro-pastorale sardo».

Di imposta contro i principi costituzionali ha parlato, invece, l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che ha ricordato il dettato dell’articolo 53 della Carta, laddove afferma che: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. A questo proposito domando cosa c’entra l’altitudine di un Comune con la capacità contributiva degli operatori agricoli». A giudizio di Cappellacci, il presidente Pigliaru dovrebbe immediatamente attivare le procedure stabilite dall’articolo 51 dello Statuto di Autonomia speciale che attribuiscono alla Giunta, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, la possibilità di richiederne la sospensione al Governo della Repubblica.

«L’azione del governo – ha incalzato la consigliera Alessandra Zedda – appare schizofrenica, si parla del rilancio del comparto agricolo e in contemporanea si penalizzano aziende e operatori del settore.»

Oscar Cherchi ha invece ricordato come l’esenzione Imu e il riordino fondiario siano state chieste dalla Giunta Cappellacci al Governo, già dall’ottobre del 2012 e che in materia si era deliberato il 12 giugno 2012, a cui aveva fatto seguito il decreto 62 che impartiva le direttive per la riclassificazione dei terreni che ricadevano in area agricola.

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha definito la proposta di legge per l’esenzione dell’Imu “in continuità” con il principio caro, non solo a Forza Italia, che dice: «Meno tasse, più crescita». «L’agro è un fattore produttivo – ha concluso Peru – e non immobiliare e pertanto sarebbe opportuno evitarne la tassazione, invece, con i proclami e l’Imu il governo canta come una cicala ma ruba le scorte alle formiche».

Giuseppe Fasolino ha posto l’accento sul malessere del mondo agricolo («le campagne sono allo stremo») ed ha criticato il governo nazionale per gli eccessivi livelli di tassazione: «Non sanno più cosa tartassare e la gente scappa dall’Italia».

Ignazio Locci ha invece denunciato «il silenzio dell’assessorato dell’Agricoltura» ed ha rivolto critiche all’indirizzo della forza politica di maggioranza che esprime in Giunta l’assessore Falchi: «Si dicono sovranisti ma subiscono in silenzio le politiche e le decisioni dannose del governo italiano».

«La maggioranza si riunisce su piano casa e finanziaria – ha attaccato Alberto Randazzo – ma non si accorge  di ciò che accade in agricoltura dove 35mila aziende rischiano il crack.» 

«Le nuove regole sull’IMU da applicare sui terreni agricoli – ha detto Edoardo Tocco – rischiano di assestare il colpo mortale alle campagne isolane. La situazione del comparto è ormai drammatica. Si tratta di una prevaricazione del Governo sulle specificità della Sardegna. Con la cancellazione dell’elenco dei centri svantaggiati, con agevolazioni e sgravi fiscali per tantissime aziende agricole sarde il Governo decreta di fatto un ulteriore declassamento del settore rurale, che così si avvia verso un declino inarrestabile.»

“L’ex Provincia di Carbonia Iglesias faccia quanto di sua competenza per il ripristino del tratto di strada della Provinciale 2 (Carbonia-Villamassargia), da troppo tempo chiuso al traffico per il rischio cedimento del ponte di Barbusi.”
Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, eletto nella circoscrizione di Carbonia Iglesias.
“Nonostante il protocollo d’intesa tra comune di Carbonia e Provincia di Carbonia Iglesias stipulato proprio per la soluzione del problema – aggiunge Ignazio Locci -, i lavori non partono, nel più totale disinteresse del commissario dell’ente intermedio Roberto Neroni, evidentemente impegnato a elargire con troppa facilità fondi agli enti locali, in palese violazione delle norme sul commissariamento. Si impegni, invece, insieme ai dirigenti del servizio Lavori Pubblici, a trovare immediatamente una soluzione per una situazione non più tollerabile.”
“Nel giugno scorso – scrive ancora il consigliere regionale di Sant’Antioco -, ho presentato un’interpellanza rivolta al presidente della Giunta regionale e all’assessore degli Enti locali, nella speranza, evidentemente vana, che potesse servire per smuovere le acque. Ma alla provincia, complice una Giunta regionale disinteressata al problema, fanno orecchie da mercante. Dall’interdizione del traffico veicolare nella Provinciale 2 (precisamente tra il chilometro 53.700 e il chilometro 54.500) a oggi, è trascorso fin troppo tempo. Basta con questo imbarazzante immobilismo – conclude Ignazio Locci -: il commissario faccia il suo dovere e si adoperi per ripristinare la strada, percorso obbligato per chi quotidianamente raggiunge il capoluogo sardo.”

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Il Consiglio regionale ha abolito il Crel ed ha approvato gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche e la legge che semplifica i procedimenti in materia di difesa del suolo.

Il consigliere Anna Maria Busia (Misto-Cd) ha illustrato la proposta di legge n. 64, ricordando le motivazioni che portarono all’istituzione del Crel sottolineando però che, nel tempo, le stesse si sono gradualmente esaurite. «Il Crel – ha aggiunto – si riunisce sporadicamente: l’ultima relazione sintetica è del dicembre 2010, l’ultimo seminario del 2009, l’ultimo quaderno pubblicato del lontano 2005. Inoltre i dati dell’Osservatorio legislativo interregionale ci dicono che alcune Regioni non hanno mai istituito il Crel ed alcune lo hanno già soppresso, in coerenza con un indirizzo nazionale che porterà all’abolizione del Cnel, strumento ormai obsoleto alla luce del nuovo sistema di relazioni sociali». «Con questo provvedimento – ha concluso – la Sardegna non vuole certamente rinunciare all’ascolto parti sociali ma solo eliminare un ente che non ha svolto attività consistente, sia per raggiungere obiettivi di risparmio che per iniziare un percorso di snellimento della burocrazia e della macchina regionale».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha osservato che «approvando questa legge stiamo indubbiamente alleggerendo e sfrondando, ma avremmo fatto meglio ad intervenire in sede di assestamento di bilancio con un semplice tratto di penna approvando il nostro emendamento; così è solo un bizantinismo della politica». «Comunque – ha precisato Tedde – condividiamo la proposta e la sosteniamo; a livello nazionale il Cnel è ormai un elefante che sa di muffa istituzionale, drena risorse pubbliche che, per poche che siano, meritano altra e migliore destinazione. Del resto sarà soppresso anche il Cnel che stranamente si sta mostrando attivissimo in questo periodo, nonostante l’inchiesta della Corte dei conti su 5 milioni di consulenze sospette».

Subito dopo è intervenuto il capogruppo di Sel Daniele Cocco che ha subito annunciato il voto favorevole all’abolizione del Crel ringraziando la prima firmataria della proposta di legge Anna Maria Busia per l’iniziativa assunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore agli Affari Generali, Gian Mario Demuro, che ha espresso parere favorevole al provvedimento. «Apprezzo il coraggio di questo Consiglio che decide di rivedere le decisioni del passato – ha detto Demuro – il Crel è oggi un organismo lontano dai motivi che ne avevano determinato la costituzione. La Giunta in ogni caso favorirà i presidi di discussione con le parti sociali».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità dall’Aula. Subito dopo il Consiglio ha dato il via libera al testo integrale della legge con 48 voti a favore e uno contrario.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la discussione sulla proposta di legge n. 141 e il consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino, ha illustrato la Proposta di legge (Cocco Pietro e più) “Interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali ed europei”. Il provvedimento, ha spiegato il relatore della maggioranza, garantisce un contributo una tantum alle società dilettantistiche sarde per garantire la partecipazione ai campionati federali nazionali ed europei. Partecipazione, così ha dichiarato Cozzolino, che è stata messa a rischio dall’alto costo delle trasferte, dalle spese federali e da tutti gli altri oneri che penalizzano atleti e squadre isolane. «Un supporto straordinario per garantire la prosecuzione dei campionati», ha dichiarato il consigliere del centrosinistra che ha però più volte rimarcato il carattere straordinario dell’intervento della Regione. Cozzolino ha quindi richiamato la funzione sociale della pratica sportiva e lo “spirito” della legge 17 del 1999 che riconosce la funzione educativa dello sport. Il relatore ha proseguito illustrando i tre articoli di legge: il primo prevede, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 31 delle legge regionale 17/99, la corresponsione alle associazioni sportive dilettantistiche della Sardegna di un contributo integrativo una tantum per la copertura delle spese sostenute per l’annualità sportiva 2013-2014; il secondo contiene la norma finanziaria prevedendo una copertura finanziaria di un milione di euro e l’ultimo disciplina l’entrata in vigore.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha ribadito che la norma nasce per fare fronte alla crescenti difficoltà cui vanno incontro le società dilettantistiche sarde impegnate nei campionati nazionali ed europei. Zedda ha inoltre rimarcato l’opportunità di interventi adeguati per la promozione della pratica sportiva ed ha definito un «provvedimento doveroso e tempestivo» quello in discussione in Aula. Alessandra Zedda ha quindi auspicato una soluzione anche per l’annualità sportiva in corso (2014-2015) e non solo per quella del 2013-2014, così come previsto nella Pl 141.

L’esponente della minoranza ha quindi invitato l’assessore a procedere con il relativo  impegno di spesa entro il 31 dicembre 2014 e a garantire l’erogazione delle somme immediatamente dopo l’approvazione della finanziaria regionale.

Alessandra Zedda ha ricordato che i benefici della legge riguardano 77 società dilettantistiche e ha concluso con l’augurio che lo stanziamento di un milione di euro a valere sull’articolo 31 della legge 17\99 possa rappresentare un valido sostegno alle compagini sportive e agli atleti della Sardegna.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, ha ricordato in apertura del suo intervento il precedente passaggio in Consiglio della proposta di legge per il sostegno alle società dilettantistiche sarde ed in particolare la pregiudiziale, approvata dall’Aula su richiesta del consigliere Pd, Ruggeri, per far tornare in commissione l’intero provvedimento. Crisponi nel dichiarare che quella in esame è una proposta migliore, rispetto alla proposta originaria, ha criticato la copertura finanziaria perché, a suo giudizio, sottrae risorse all’assessorato del Turismo e del Commercio («è un’autentica lotta tra poveri»). L’esponente della minoranza ha inoltre espresso dubbi in ordine all’applicazione delle disposizioni contenute nella Pl 141 ed ha denunciato l’esclusione, tra le 77 società destinatarie dei benefici di legge, della Handball Club Nuoro che partecipa la campionato di A1 di pallamano. «Se non sarà eliminata questa discriminazione – ha concluso Crisponi – preannuncio il voto contrario alla Pl 141».

Soddisfazione per l’attività svolta dalla Seconda commissione è stata espressa dal consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco. «Apprendo con dispiacere le parole dell’amico Crisponi», ha affermato spiegando che l’obiettivo della “leggina” è di porre rimedio alle problematiche legate allo sport e che spera in un suo ripensamento. «Plauso va alla commissione per il lavoro svolto, abbiamo discusso anche animatamente, ma abbiamo usato il buonsenso. Credo – ha continuato – che questa sia la cosa più importante perché siamo riusciti a trovare una soluzione». Tocco ha ricordato i grandi sacrifici che le società sportive stanno sostenendo e ha proposto all’assessore un intervento di valorizzazione e promozione della pratica sportiva perché la Sardegna abbia un’immagine importante a livello nazionale.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «con questo dispositivo di legge stiamo andando a sanare la situazione di 77 società. Stiamo ponendo rimedio a un disegno di legge che, magari per la fretta,  non andava bene». La legge 17 del ‘’99, secondo Desini, è una delle migliori leggi sullo sport in tutto territorio nazionale. Con questo provvedimento si pone fine – ha continuato – alla confusione sulle competenze dovuta al fatto che i finanziamenti erano in capo a Sardegna promozione. «Ringrazio per il lavoro fatto l’assessore Morandi». Desini ha poi auspicato che l’applicazione degli articoli della 17 in capo alle Province, «che da due anni non stanno più espletando queste funzioni,  ritorni in capo alla Regione». Per il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, «è evidente che questa legge mette riparo a un pasticcio, che ha origini profonde, e viene incontro a società che hanno già sostenuto spese». Secondo l’esponente dell’opposizione è una situazione del sostegno allo sport da rivedere, perché si sta mischiando la promozione dell’Isola con la promozione dello sport. Non si capisce, ha continuato, quale destino attende tutte le altre società sportive, tutte quelle che non prendono soldi o di quelle che aspettano soldi del 2013 e «se va bene li avranno nelle primavera 2015».

«Assessore lei deve mettere mano a una nuova legge di promozione dell’attività sportiva e non soltanto per le società agonistiche ma per tutte quelle piccole società che non chiedono niente e svolgono una vera attività sociale, educando allo sport centinaia e centinaia di bambini. Il mio voto – ha concluso Cossa –  dipenderà molto dalla risposta che darà l’assessore». (eln)

A nome della Giunta, l’assessore della Pubblica istruzione e Sport Claudia Firino ha apprezzato i numerosi interventi del Consiglio che hanno sottolineato la natura eccezionale del provvedimento, determinata dalle vicende di Sardegna promozione. E’un provvedimento per tutti, ha continuato l’assessore, «e c’è anche la società citata dal consigliere Crisponi, abbiamo operato con correttezza seguendo un indirizzo coerente; sul piano generale è indubbio che il tema dello sport abbia bisogno di innovazione anche se la legge attuale è buona perchè bilancia professionismo dilettantismo e sport di base». «Per quanto riguarda i finanziamenti – ha poi precisato esponente della Giunta, «bisogna accorciare i tempi, ma voglio chiarire che i ritardi sono dovuti anche al fatto che c’era molto arretrato, risalente in qualche caso al 2010». «Dall’anno prossimo – ha concluso – seguiremo con particolare attenzione l’attività sportiva di base con strumenti già presenti nella 17 ed altri che vorrà individuare il Consiglio».

Sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore, ha detto che la società di Nuoro che risulterebbe esclusa è l’Hc handball «ed occorre quindi una correzione».

L’assessore Firino ha assicurato una puntuale verifica, fermo restando che non risultano esclusioni di società dotate dei requisiti e che un eventuale inserimento a posteriori non è possibile per via amministrativa.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato di non capire «se l’allegato fa parte della legge o no; è’un problema di giustizia sportiva, quella di Nuoro è l’unica società di pallamano che milita in A1, nel massimo campionato».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che «non c’è nessun allegato formale alla legge, le società con requisiti potranno inoltrare apposita domanda».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha sottolineato che il provvedimento «è stato un parto laborioso con molte contraddizioni, o stiamo rivalutando Sardegna promozione o stiamo facendo altro, è il solito provvedimento eccezionale dove come sempre c’è chi prende e chi non prende, non riesco a votare a favore».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) si è detto «un po’ in imbarazzo, è un provvedimento straordinario che riapre la disponibilità della legge 17, con beneficiari individuati dall’art.31 della stessa legge, che hanno risposto ad un bando». «E’ stata solo introdotta – ha precisato – una procedura diversa per la rendicontazione, che fa riferimento alla promozione sportiva e non di marchi; modo per incrementare i contributi a tutte le società che hanno sostenuto spese rilevanti, cosa che giustifica l’intervento straordinario ed irripetibile».

Il consigliere  Giorgio Oppi (Udc) ha espresso dubbi sulla fondatezza della perplessità del consigliere Ruggeri che «ha fatto una specie di patto del Nazareno di serie B: la verità è che 1 milione è una cifra insignificante, fermo restando che le società sportive non possono entrare ed uscire da porte girevoli».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il consigliere Oppi ha fatto chiarezza; «l’elenco delle società presente nell’allegato è del 2013, le valutazioni saranno fatte sulla base di quanto contenuto nel piano triennale a seconda dell’importanza e dei campionati cui partecipano le diverse società». «La legge – ha concluso – non risolve tutti i problemi ma dà boccata di ossigeno, sono favorevole senza riserve e preciso che, contrariamente a quanto è stato scritto, non sono dirigente di nessuna società sportiva e non lo sono mai stata».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) anch’egli favorevole, ha sollecitato «una riflessione su vicenda che non ha nulla a che vedere con Sardegna promozione con cui invece si è incrociata in modo strano in Consiglio, che non ha fatto bella figura; non dobbiamo consentire a nessuno di farci la morale, soprattutto a chi non hanno titoli».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha messo l’accento positivamente sul fatto che «tanti colleghi ed alcuni assessori si sono spesi per raggiungere un obiettivo importante, il contesto di riferimento premia le società che hanno i requisiti senza esclusioni, è una legge che va incontro allo sport migliore che ha una grande funzione sociale, nell’educazione e nella formazione dei giovani».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato che il suo gruppo non parteciperà al voto.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli e gli articoli della legge, approvati con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Prima dello scrutinio finale, per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha annunciato voto favorevole, prendendo atto positivamente «delle dichiarazioni dell’assessore; dobbiamo fare giustizia per sanare la situazione venutasi a creare ed è apprezzabile l’impegno per altre società non inserite nel piano triennale, società spesso molto piccole, che svolgono una funzione molto importante ed infine, sullo sfondo, resta la questione dello sport di base».

La legge è stata poi approvata con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Subito dopo il via libera alla legge  per gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche, l’Aula è passata all’esame del Testo Unificato di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo. Il Testo, approvato dalla Quarta Commissione il 26 novembre scorso, è la sintesi di due diversi provvedimenti: la proposta di legge n. 41 (primo firmatario Eugenio Lai) e il disegno di legge n. 100 della Giunta regionale.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione generale dando la parola al relatore della maggioranza Eugenio Lai (Sel). «Si tratta di un provvedimento importante che consentirà di arrivare a una semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo – ha esordito Lai – la delicatezza delle problematiche relative all’individuazione delle aree pericolose e a rischio idrogeologico impone sia una costante e precisa opera di pianificazione della mitigazione del rischio sia un’attenta valutazione delle reali emergenze». Tra le priorità indicate dai proponenti, la separazione puntuale delle competenze di Regione e amministrazioni comunali: le strutture regionali si occuperanno delle emergenze mentre ai comuni spetterà l’approvazione degli studi di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica.

Lai si è poi soffermato sull’aspetto delle risorse disponibili per dare attuazione alla norma: «Saranno utilizzati i fondi di cui all’articolo 5, comma 3 della legge regionale n. 7 del 2014 – ha detto Lai – e si individuerà uno stanziamento minimo per gli anni successivi eventualmente integrabile con le successive manovre finanziarie. Ciò che è significativo è che la spesa prevista, per quanto certamente non sufficiente, ha carattere permanente e costituisce un chiaro sintomo di una scelta di semplificazione irreversibile». Il relatore di maggioranza ha quindi concluso il suo intervento auspicando il voto favorevole dell’Aula «che consentirà di semplificare la burocrazia attuale, circa 700 pratiche ferme, e di incentivare, attraverso i progetti associati (Unione dei Comuni), la condivisione e l’unità di intenti nel territorio».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al relatore di minoranza Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha riconosciuto, da subito, l’importanza del provvedimento all’esame dell’Aula chiarendo i motivi dell’astensione in Commissione dei rappresentati dell’opposizione. «Le perplessità – ha affermato Fasolino – erano legate all’esiguità delle risorse finanziarie disponibili, insufficienti a garantire il funzionamento delle strutture incaricate di mandare avanti le istruttorie, e all’aggravamento dei compiti affidati ai comuni. Tuttavia riconosciamo l’importanza di questo Testo Unificato che si propone di invertire la tendenza in un ambito così delicato». Fasolino ha quindi concluso il suo intervento auspicando un’effettiva ed immediata velocizzazione di tutte le procedure autorizzatorie di competenza regionale. «Queste, infatti, sempre più numerose e penetranti, determinano un intollerabile freno alle varie iniziative economiche ed imprenditoriali che vengono programmate nel territorio, spesso con l’input decisivo delle amministrazioni comunali».

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha dichiarato di condividere lo spirito della norma ed ha ribadito l’opportunità del provvedimento che mira a eliminare la sovrapposizione di competenze tra diverse amministrazioni pubbliche. «Ma insieme con le competenze – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – serve trasferire ai Comuni le risorse necessarie». Demontis ha quindi definito insufficienti gli stanziamenti indicati nel testo unificato ed ha manifestato perplessità per la copertura finanziaria a valere sul fondo unico per gli Enti Locali. «Con una mano si dà e con l’altra si toglie», ha spiegato il consigliere dei democratici che ha sottolineato come le risorse con tale decisione saranno vincolate nell’utilizzo. «Avrei individuato un’altra copertura – ha concluso Demontis – e auspico che il fondo per gli Enti locali sia presto incrementato degli importi che oggi vengono indicati nel testo unificato all’esame dell’Aula».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, si è dichiarato a favore del provvedimento in discussione perché, a suo giudizio, restituisce ai Comuni competenze e funzioni che gli sono propri e libera l’autorità di bacino di incombenze inutili. L’esponente della minoranza ha affermato di condividere le perplessità espresse dal consigliere Demontis in rodine alla scarsità delle risorse e alla prevista copertura finanziaria. Cossa ha auspicato che ai Comuni sia inoltre garantito anche un opportuno supporto tecnico ed ha preannunciato il voto a favore al testo unificato 41-100.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha affermato che la proposta in discussione semplifica e accelera i processi autorizzativi in capo ai Comuni ed ha dichiarato che le norme contenute nel testo approvato in Quarta commissione «vanno nella giusta direzione e restituiscono ai Comuni funzioni che gli competono». Carta ha quindi definito “insufficienti” le coperture finanziarie previste e si è detto sicuro che la Giunta in sede di finanziaria saprà garantire le risorse necessarie agli Enti locali.

Parere positivo alla proposta di legge è stato espresso dal capogruppo di Sel, Daniele Cocco, il quale ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo. «Questa proposta di legge dimostra quanto sia importante la presenza dei sindaci in quest’aula perché conoscono i problemi che vivono i cittadini e i Comuni». Cocco ha evidenziato gli aspetti importanti del testo: la semplificazione dell’attività amministrativa e l’attribuzione delle funzioni ai Comuni per quanto attiene ai Pai. L’esponente della maggioranza ha anche rilevato positivamente la sinergia che c’è stata tra la Giunta e il Consiglio.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «la proposta di legge fa chiarezza in materia di competenze e trasferisce ai Comuni le giuste funzioni». Desini ha spiegato che spesso all’Autorità di bacino, di cui fa parte, arrivano pratiche minime che potrebbero essere gestite dai Comuni velocizzando la risposta da dare agli utenti. Per il consigliere del Centro Democratico i fondi stanziati non sono sufficienti per l’aggiornamento dei Pai e ha proposto un aumento. «Saranno soddisfatti i Comuni – ha detto – ma anche i cittadini perché questa proposta di legge va nei loro interessi».

«Sosteniamo questa proposta di legge e avrà il voto del Partito democratico», ha affermato il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, e ha ricordato che questa legge porterà a una semplificazione e a una velocizzazione dell’approvazione delle pratiche relative al dissesto idrogeologico. Per Cocco la Regione deve mettere a disposizione dei Comuni figure specializzate e una dotazione finanziaria adeguata. «Ho proposto -. ha concluso – un emendamento all’articolo 3 che aumenta l’importo da 200mila euro a 600mila euro, che vanno calcolati come aggiuntivi al Fondo unico».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha messo l’accento in apertura che si tratta di un problema già emerso nella precedente legislatura. «Ci sono criticità evidenti nell’agenzia – ha spiegato – un ingorgo che porta i 13 dipendenti ad occuparsi di un po’ di tutto, spesso di cose molto complesse e delicate e, nello stesso tempo, di numerosissime pratiche minute, col risultato che sono circa 800 le pratiche arretrate». Un problema che può essere facilmente risolto, ha aggiunto, «con una delega ai Comuni, relativa peraltro ad interventi inerenti solo il territorio comunale di riferimento, non a studi di caratterizzazione idro-geologica perché su quelle la Giunta ed il Consiglio sono già intervenuti con oltre 2 milioni il 7 novembre scorso, così come per studi relativi ai Puc». «La delega quindi – ha continuato l’assessore Erriu – può essere estesa a Comuni ed alle Unioni di Comuni sia per una migliore organizzazione che per una più elevata qualità dei servizi al cittadino, seguendo una strada simile a quella delle autorizzazioni paesaggistiche». Per quanto riguarda i 600.000 euro aggiuntivi rispetto al Fondo, ha concluso, «servono a potenziare gli uffici tecnici degli enti locali, soprattutto dei Comuni più piccoli dove certe figure non sono presenti e ci sarà un help desk (una sorto di pronto soccorso per situazioni particolari e specifiche), mentre l’Agenzia si potrà specializzare su questioni più complesse, come il Piano contro il rischio-alluvione».

Prima del voto sul passaggio agli articoli, hanno preso la parola diversi consiglieri per dichiarazione di voto.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole dopo l’ emendamento proposto dal capogruppo del Pd Pietro Cocco. «E’ un buon esempio, ha detto, «di sinergia fra Giunta e Consiglio come ha detto anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco, che per quanto ci riguarda ci sarà sempre sulle cose concrete che interessano i cittadini».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) si è espresso in modo favorevole, suggerendo di «sfruttare apposite convenzioni con l’ordine dei geologi per sviluppare la pianificazione urbanistica».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha affermato che «si tratta di una legge che meritava da tempo un intervento perché troppo centralista, si prosegue ora l’idea della Giunta Cappellacci del 2013, riducendo i tempi per i cittadini ed aiutando i Comuni a lavorare meglio».

Voto favorevole è stato annunciato anche da Michele Cossa (Riformatori sardi) che ha espresso apprezzamento per la volontà della Giunta di offrite un supporto tecnico ai comuni. «Per i comuni avere una struttura di riferimento sarebbe un passaggio fondamentale – ha detto Cossa – credo che questa sia la migliore soluzione economica e anche la più efficace».

Alessandra Zedda ha manifestato perplessità sulla capacità delle strutture comunale, soprattutto quelle dei centri più piccoli, di esercitare le competenze trasferite dalla legge. «Per questo – ha detto Zedda – ben vengano le Unioni dei Comuni ma sarebbe auspicabile confermare la convenzione con l’Ordine dei Geologi che in passato ha dato risultati importanti.»

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha definito “fondamentale” il provvedimento portato oggi all’esame del Consiglio. «Ci saranno enormi benefici per gli amministrati – ha detto Desini – le somme non intaccheranno il Fondo Unico per gli Enti locali e finalmente si darà vita a una una sburocratizzazione senza precedenti».

Il presidente Ganau ah quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che l’Aula ha approvato all’unanimità. Subito dopo l’Assemblea è passata all’esame dell’art.1 al quale è stato presentato un emendamento aggiuntivo che estende le competenze dei Comuni agli interventi per la conduzione delle attività agricole, silvoculturali e pastorali. Articolo ed emendamento hanno ottenuto il via libera del Consiglio. Subito dopo sono stati messi in discussione l’articolo 2 e il relativo emendamento sostitutivo parziale che aumenta la dotazione finanziaria annuale per l’attuazione della legge da 200.000 a 600.000 euro. Anche in questo caso l’Aula ha dato parere favorevole. Si è quindi passati alla votazione finale del Testo Unico che è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Consiglio comunale Sant'Antioco 0

«Il comune di Sant’Antioco ritorni sui suoi passi e sostenga, con proprie risorse, così come ha fatto fino al 2012, il progetto Ritornare a Casa, piano di sostegno personalizzato rivolto a pazienti che si apprestano a fare ritorno a casa dopo lunghe permanenze in strutture ospedaliere e sanitarie e a malati affetti da malattie degenerative, da forme di demenza grave, da pluripatologie o che affrontino la fase terminale di una malattia.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna e consigliere comunale di Sant’Antioco.

«Con la delibera di Giunta n° 79 del 16/05/2014 (Programma Ritornare a casa. Atto di indirizzo) – aggiunge Locci -, l’esecutivo guidato da Mario Corongiu ha sfruttato la possibilità offerta dalla Regione, in accordo con l’Anci, di tagliare i fondi comunali destinati a quanti usufruiscono del prezioso progetto. Ovvero il 20 percento della somma complessiva destinata a ciascun beneficiario: il che, tradotto, significa rinunciare a un tetto massimo di 4mila euro. Denaro cui le famiglie non potranno fare a meno a cuor leggero, considerato il patimento e l’impegno emotivo (oltre che di energie e di tempo) che il quotidiano confronto con un familiare gravemente malato comportano. Del progetto Ritornare a Casa usufruiscono anche i pazienti affetti da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica): una patologia degenerativa (con un tragica incidenza nel Sulcis e a Sant’Antioco) che richiede senza eccezione l’impegno costante di operatori sanitari. Impegno che si accompagna alla stretta necessità di vigilare sul malato, di norma in stato di ventilazione meccanica per gli scompensi respiratori o, per citare il triste lessico delle patologie degenerative, tracheotomizzato. Gli operatori, in forza del loro irrinunciabile ruolo di responsabilità e impegno, devono essere pagati e, a causa della drastica riduzione dei finanziamenti, si trovano a lavorare un numero di ore nettamente inferiore. Tuttavia, come detto, un malato di Sla non può essere mai lasciato solo. E non sempre le famiglie possono attingere a propri fondi o, in alternativa, rinunciare al proprio tempo per garantire un controllo 24 ore su 24.»

«L’assessore ai Servizi sociali – conclude Ignazio Locci – deve necessariamente trovare i fondi per sostenere i progetti, quantomeno per quelli la cui rinuncia ai 4 mila euro potrebbe rivelarsi un vero dramma. In alternativa, se necessario, si provveda a valutare caso per caso.»

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«In tema di licenze demaniali, la Regione deve evitare il caos e adoperarsi al più presto per mettere a bando le concessioni degli approdi demaniali affidate ai comuni e, spesso, trasferite in subconcessione a società private, che, salvo sorprese, scadranno il 31 dicembre del 2015. Se gli operatori del settore avevano fatto affidamento al termine fissato nel 2020, così come stabilito dal Governo Monti, la direttiva Bolkenstein ha rimesso tutto in discussione, definendo la fine del 2015 quale data ultima. Termine che vale sia per le licenze affidate ai privati, sia per quelle in mano ai comuni.»

Lo ha detto, stamane, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Se ci si facesse trovare impreparati, gli approdi della Sardegna, dal primo gennaio 2016, potrebbero trovarsi in una sorta di limbo amministrativo, con conseguenze spiacevoli sia per le società subconcessionarie, sia per i dipendenti delle stesse. Ecco perché – conclude Locci – la Regione deve avviare le procedure senza confidare in rinvii dell’ultima ora. E bene farebbero anche i comuni interessati, come Sant’Antioco, attualmente al centro di un braccio di ferro giudiziario con la società subconcessionaria, a caldeggiare un’accelerata alle procedure di bando pubblico.»

L’attuale regolamentazione del fermo biologico ha messo in ginocchio le marinerie della Sardegna, specie quella del Sulcis (la più grande dell’isola), già sottoposta ai diversi vincoli che ne limitano l’attività e, di conseguenza, i guadagni. Non possiamo permetterci di lasciare sola la categoria dei pescatori sulcitani, appartenenti a un territorio abbondantemente piagato dalla crisi. Se poi si considera che a tutt’oggi il fermo biologico non è indennizzato (del resto, lasciare la propria barca in banchina significhi fare i conti con l’assenza di reddito), si capisce quanto occorra un intervento deciso da parte della Regione, chiamata a difendere le specificità della Sardegna. Partendo da queste considerazioni, Ignazio Locci, consigliere regionale del grupppo Forza Italia Sardegna, rivolge un appello alla Giunta regionale, perché si impegni per disciplinare il fermo biologico della prossima annualità (il danno, per quest’anno, è stato già prodotto rinunciando alla Specialità e accettando le misure tecniche e le modalità di esecuzione in materia varate dal Governo centrale), affinché i lavoratori del mare non debbano fare i conti con i gravi disagi e i minori guadagni che hanno segnato la stagione 2014.

«Sebbene le fonti normative assegnino alla Regione Sardegna potestà legislativa in materia di pesca (esercitata in considerazione del limite delle acque territoriali) – sottolinea Ignazio Locci -, non si capisce perché la Giunta di Francesco Pigliaru abbia applicato la rigida e lesiva disciplina nazionale sul fermo biologico, creando danni incalcolabili al comparto della pesca: la nostra flotta è stata letteralmente bloccata in banchina senza alcuna opportunità di scelta, contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno. La Giunta di Ugo Cappellacci, infatti, aveva disciplinato il fermo garantendo la possibilità di continuare l’attività di pesca oltre le 12 miglia marine alle unità abilitate.»

«Se l’assessorato regionale dell’Agricoltura e Riforma Agropastorale non intende modificare la normativa sul fermo biologico, stabilisca quantomeno una forma di indennizzo per i pescatori: non cassa integrazione come in passato (mera elemosina), bensì rimborsi veri e propri per il mancato guadagno. In merito alla necessità che si regolamenti il fermo biologico ascoltando le istanze di armatori e marinai sardi – conclude Ignazio Locci -, ho presentato un’interpellanza (si veda l’allegato) rivolta al presidente della Regione e all’Assessore regionale competente.»