28 March, 2024
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Tappa a Baratili San Pietro per il diciannovesimo festival Dromos, in corso fino a ferragosto tra Oristano ed altri undici centri della sua provincia. Ed è un’immersione nei suoni e ritmi tra Africa, America latina e Cuba quella che domani, venerdì 4 agosto, attende il pubblico nel parco comunale: al centro dei riflettori, a partire dalle 21.30, il bassista e cantante camerunese (ma da oltre vent’anni di casa a New York) Richard Bona col suo progetto Mandekan Cubano, un ensemble di sette elementi con cui intreccia le radici musicali comuni che legano tra loro tradizioni differenti. Insieme a lui sul palcoscenico Rey Alejandre al trombone, Dennis Hernandez alla tromba, Osmany Paredes al pianoforte, Ludwig Afonso alla batteria, Luis e Roberto Quintero alle percussioni.

Sabato 5 agosto il festival arriva invece a San Vero Milis per una serata con Omar Sosa in duo con il percussionista venezuelano Gustavo Ovalles nel giardino del Museo Archeologico (inizio alle 21.30). Artista dalla grande cultura musicale e tecnica, il pianista cubano è capace di fondere mirabilmente una vasta gamma di elementi di jazz, world music ed elettronica con le sue radici afrocubane, riuscendo a creare sonorità fresche e originali, dal forte sapore latino, lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione. Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita.

L’agenda di Dromos registra intanto una variazione per la giornata di domenica 6: per motivi familiari, il filosofo statunitense John Searle non potrà infatti partecipare all’incontro in programma a Oristano, alle 19.00, all’Auditorium San Domenico. L’appuntamento è dunque rinviato a data da destinarsi.

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E’ ormai tutto pronto per il diciannovesimo festival Dromos: domenica prossima, 30 luglio, grande anteprima a Mogoro con il cantante e musicista tunisino a far da prologo al fitto cartellone di concerti che dal primo al 15 agosto si dispiegherà tra Oristano e altri dieci centri della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde.

La musica è il piatto forte del festival, organizzato dall’associazione culturale Dromos con la direzione artistica di Salvatore Corona, che anche in questa edizione spazia su più latitudini e stili, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni: ecco dunque in arrivo due voci del calibro di Gregory Porter e Diane Schuur, e poi il progetto del chitarrista Stanley Jordan e del batterista Billy Cobham con il bassista Christian Gálvez. Tappe ideali nei Caraibi con la cantante cubana Daymé Arocena e con la miscela afrocubana di altre due proposte: il pianista Omar Sosa e il percussionista Gustavo Ovalles in duo, e il bassista e compositore camerunese Richard Bona con il suo gruppo Mandekan Cubano. Il basso è lo strumento anche della giovanissima Kinga Glyk, stella nascente della scena jazz e blues polacca. Altri suoni e atmosfere con gli Huun-Huur-Tu, con il tradizionale canto armonico della lontana terra di Tuva, tra Siberia e Mongolia. Tre le proposte italiane: un nome storico della musica alternativa come Giovanni Lindo Ferretti, la funky marching band dei Funk Off, e il musicista e giornalista Valerio Corzani in una conferenza-spettacolo su John Cage insieme al clarinettista Gabriele Mirabassi e al fisarmonicista Simone Zanchini. In chiusura, dal 13 al 15 agosto, l’appuntamento di rito a Nureci, con la rassegna Mamma Blues, ospiti la cantante anglo-americana Lucy Woodward, lo statunitense Eric Bibb e la band brasiliana Bixiga 7o.

Accanto al palinsesto di concerti, mostre e performance intorno alla suggestione di questa edizione del festival: “Prigioni”. Non solo arte, ma anche cinema e la presenza di uno tra i più influenti pensatori contemporanei: il filosofo statunitense John Searle.

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Atmosfera inconfondibile, scenari suggestivi e, naturalmente, concerti, mostre e altro ancora, il tutto legato dalla qualità delle proposte: ritorna Dromos, uno tra gli appuntamenti più attesi dell’estate musicale in Sardegna, quest’anno alla sua diciannovesima edizione. Il festival si rinnova dal 30 luglio al 15 agosto nei suoi consueti territori: una carovana musicale itinerante nel cuore dell’Oristanese, con tappe a Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, oltre che nel capoluogo, Oristano.

Ricco e all’insegna della varietà il cartellone musicale, impreziosito da alcuni degli artisti più apprezzati della scena jazzistica internazionale: a Dromos aranno presenti due tra le più belle voci in circolazione, quelle di Gregory Porter e di Diane Schuur, ma il grande jazz risuonerà anche nel concerto di due riconosciuti protagonisti del genere, il chitarrista Stanley Jordan e un asso della batteria del calibro di Billy Cobham, affiancati dal bassista cileno Christian Gálvez. Tra jazz e Cuba si muovono la cantante Daymé Arocena e, allargando lo sguardo alle comuni radici musicali africane, sia il pianista Omar Sosa in duo con Gustavo Ovalles, sia il bassista e compositore camerunese Richard Bona con il suo gruppo Mandekan Cubano. Senza dimenticare la ventenne bassista polacca Kinga Glyk, talento emergente della scena jazzistica europea.

La scena nostrana è invece presente a Dromos con tre proposte: ci sono i ritmi e i suoni dei Funk Off, prima funky marching band italiana; c’è il ritorno di un’icona della musica alternativa come Giovanni Lindo Ferretti, cofondatore dei CCCP, poi dei CSI e dei PGR; e c’è poi Valerio Corzani con una conferenza-spettacolo sulla musica di John Cage proposta con il clarinettista Gabriele Mirabassi e il fisarmonicista Simone Zanchini.  

Altri suoni ancora, e altre voci, con gli Huun-Huur-Tu e il loro tipico canto armonico, figlio di una tradizione secolare che discende dalla repubblica di Tuva, nell’Asia centrale, e con il tunisino Dhafer Youssef, virtuoso dell’oud (il liuto arabo) e cantante dalla straordinaria estensione vocale.  

Il consueto gran finale è con Mamma Blues, la tre giorni nel piccolo borgo di Nureci, che quest’anno suggella il cartellone del festival con la cantante anglo-americana Lucy Woodward, il cantautore statunitense Eric Bibb e la band brasiliana Bixiga 70 con la sua trascinante miscela di afro-beat, malinké, candomblé, samba e cumbia.

Tanta musica, dunque, ma anche due mostre di arte contemporanea; e sullo sfondo, secondo la consolidata formula di Dromos, un tema ispiratore: il filo conduttore scelto per cucire i vari momenti del festival è ambizioso, come suggerisce il titolo di questa diciannovesima edizione: “Prigioni”, quelle mentali prima che fisiche, i recinti nei quali ciascuno, più o meno consapevolmente, decide di entrare fino a rimanerne sopraffatto.