19 April, 2024
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L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha adottato l’atto aziendale. Questa mattina, dopo l’intesa con il rettore dell’Università degli studi di Sassari Massimo Cerpinelli, il direttore generale Antonio D’Urso ha approvato il documento organizzativo dell’azienda con la delibera numero 473 che è stata inviata in Regione. Spetta adesso agli uffici di via Roma a Cagliari, nel termine dei 30 giorni, la verifica di congruità dell’atto alle linee guida e, quindi, l’approvazione finale.

La versione dell’atto aziendale adottata oggi porta con sé alcune novità rispetto alla prima proposta, presentata nei giorni scorsi dalla direzione strategica ai direttori delle strutture e ai sindacati. Novità che tengono conto delle osservazioni, oltre sessanta quelle pervenute, che proprio i direttori e i dirigenti, i sindacati medici e quelli del comparto, nei termini fissati, hanno inviato ai direttori dell’Aou. Si avvia, così, verso l’iter finale il primo atto aziendale dell’Aou che, a dieci anni dalla sua nascita, darà gli assetti organizzative dell’azienda di viale San Pietro.

Nell’ultima riunione di presentazione dell’atto aziendale, intanto, la direzione generale ha incassato anche il parere positivo dell’organo di indirizzo, formato dal preside della Facoltà di Medicina Giuseppe Passiu che lo presiede e dai componenti Antonio Succu, Marcello Tidore e Francesco Sanna. L’organo ha riconosciuto che il documento organizzativo dell’azienda di viale San Pietro integra pienamente le tre funzioni della mission: la didattica, la ricerca e l’assistenza.

La versione deliberata questa mattina, intanto, porta da 13 a 12 il numero dei dipartimenti, con la previsione di 10 dipartimenti dell’assistenza integrata rispetto agli 11 progettati in precedenza.

Tra le novità di assoluto rilievo quella prevista nel dipartimento Tutela delle Fragilità dove sono inserite le strutture complesse di Neuropsichiatria infantile, Psichiatria, Psicologia ospedaliera e benessere organizzativo e il servizio psichiatrico di diagnosi e cura che, in ragione degli indirizzi e delle direttive regionali, transiterà all’Ats. La novità è rappresentata dalla creazione della struttura semplice dipartimentale di Coordinamento codice rosa e vittime di violenza che potrà trovare spazio all’interno del pronto soccorso. «Ho colto il suggerimento arrivato con una osservazione – spiega il direttore generale Antonio D’Urso – e basandomi sull’esperienza operativa avuta sul campo quando, da direttore sanitario, all’azienda sanitaria di Lucca nel 2012 attivammo la sperimentazione del Codice rosa, con risultati straordinari. Siamo convinti che anche qui potranno aversi risultati importanti, facendo affidamento sulla stretta sinergia tra Comune e centri antiviolenza quindi con la procura della Repubblica.»

L’obiettivo della struttura, in linea generale, è quello di favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza quindi assicurare efficaci percorsi dedicati. Si dovrà puntare quindi a coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per dare una risposta efficace già dal momento in cui la vittima arriva al pronto soccorso. Sarà importante, poi, la sinergia tra istituzioni e strutture sanitarie perché, oltre alle cure erogate al pronto soccorso, venga avviata la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime attraverso l’attivazione di percorsi che rispondano alle loro esigenze.

Le altre novità vedono il dipartimento dell’Emergenza urgenza con due strutture complesse di Rianimazione, la Lungodegenza passa dal dipartimento delle Specialità mediche a quello Medico. Nel dipartimento di Tutela della salute della donna e del bambino vengono previsti il pronto soccorso di Ostetricia e ginecologia con l’Obi (osservazione breve intensiva) quindi il pronto soccorso pediatrico con l’Obi.

E’ stato confermato, infine,il coordinamento della Breast unit all’interno del dipartimento oncoematologico.

 

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Questa mattina il presidente del Comitato Uniti per la Salute, Paride Reale e la dott.ssa Bruna Moi hanno illustrato in Consiglio regionale i contenuti dell’esposto al centro del quale vi è il trasferimento dei reparti e dei servizi degli Ospedali di Iglesias.

«Considerata l’opera demolitrice della Sanità Iglesiente e sulcitana abbiamo ritenuto necessario depositare un esposto presso la stazione dei carabinieri di Iglesias e la procura della Repubblica di Cagliari – hanno esordito i rappresentanti del Comitato -. Nel suddetto esposto abbiamo specificato alcuni aspetti. In primo luogo è indispensabile precisare che in data 20.04.2016, con nota indirizzata al commissario straordinario della ASL n. 7 di Carbonia, Antonio Onnis, il Direttore di Servizio dell’assessorato regionale della Sanità, Marcello Tidore, scriveva testualmente:

Oggetto: Completamento delle attività di trasferimento Reparti e Servizi negli ospedali di Iglesias.

In riferimento alla Vs. nota PG/2016/8374 del 13/04/2016, con cui si informa lo scrivente Servizio circa l’avvenuto trasferimento del Reparto di Medicina interna e che risulta in conclusione il trasferimento della sede del Pronto Soccorso presso il presidio CTO, si fa presente quanto segue.

Per gli interventi di adattamento, diversa utilizzazione, ampliamento, trasformazione o trasferimento in altra sede delle strutture esistenti, la normativa regionale vigente prevede che i rappresentati legali delle strutture sanitarie e sociosanitarie interessate, siano esse pubbliche o private, adempiano alle procedure previste per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione, al funzionamento e/o all’accreditamento istituzionale, a seconda dei casi.

Si sottolinea che in assenza di formale autorizzazione, ottenuta secondo le modalità e procedure previste dalla L.R. 10/2016 e correlata normativa regionale vigente, nessuna attività sanitaria può in alcun modo essere intrapresa. Si resta pertanto in attesa delle richieste autorizzative (una per ogni trasferimento effettuato) secondo le note procedure di cui al relativo sito internet di questo Assessorato.»

«Appare evidente – aggiunge Paride Reale – la violazione delle norme richiamate dal dirigente dell’assessorato regionale della Sanità e appare, altresì, superflua ogni ulteriore considerazione. In secondo luogo abbiamo ritenuto informare la procura di quanto i medici, pubblicamente, hanno dichiarato e raccontato. Facciamo un solo esempio tra i tanti: Come saprete ad Iglesias è stato chiuso l’ospedale Santa Barbara, bene uno degli aspetti più gravi è “l’abbandono e/o l’isolamento” della rianimazione presso il Presidio Ospedaliero del S. Barbara, che continua ad operare senza più alcun servizio di supporto (chirurgia, medicina, TAC, cardiologia, etc.), è del tutto evidente che ciò provocherà in ogni occasione il trasferimento (dal CTO, unico ospedale iglesiente rimasto, verso la rianimazione) in barella e in ambulanza di pazienti critici, altamente instabili (talvolta non trasportabili): appare evidente il rischio clinico non sostenibile a cui sono sottoposti i pazienti e la conseguente responsabilità del personale della rianimazione.»

Paride Reale e Bruna Moi hanno sottolineato, infine, quelli che il Comitato ritiene siano gli altri disservizi, sottolineando che «appare palese l’assenza degli standard di sicurezza, imposti alle strutture accreditate (pubbliche o private che siano). Standard necessari al fine di garantire la qualità del servizio e la sua efficienza», ragioni per le quali hanno deciso di presentare un circostanziato esposto all’Arma dei Carabinieri.

CTO Iglesias 1 copia

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Nuovo durissimo attacco del comitato “Uniti per la salute di Iglesias” al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis. In una nota diffusa nella tarda serata di ieri, 27 aprile, il Comitato chiede il suo allontamento per “la totale incapacità gestionale”.

«Abbiamo assistito ad uno spostamento di tutti i reparti dal presidio ospedaliero Santa Barbara verso il CTO, uno spostamento fatto senza ragioni valide che giustifichino la fretta di tali spostamenti – denuncia il Comitato “Uniti per la salute di Iglesias” -. Uno spostamento privo della pur minima conoscenza di una seria organizzazione del lavoro, che ha provocato e ancora provoca malfunzionamento dei singoli reparti e disagi per il personale dipendente e ancor più grave per i pazienti.»

«Oggi apprendiamo che il caro commissario straordinario ha ORDINATO, OBBLIGATO e FATTO ESEGUIRE tutti i trasferimenti in piena autonomia e a dispregio delle leggi e norme che disciplinano gli interventi di adattamento, diversa utilizzazione, ampliamento, trasformazione o trasferimento in altra sede delle strutture esistenti – aggiunge il Comitato -. Il caro commissario ha eseguito tutto ciò senza richiedere, ed ottenere le dovute autorizzazione previste per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione, al funzionamento e/o all’accreditamento istituzionale, così come previsto dalla L.R. 10/2006.»

«Non lo diciamo solo noi – sottolinea il Comitato -, lo dice l’assessorato regionale della Sanità, nella persona del direttore del servizio Marcello Tidore, con una nota del 20 aprile 2016 prot. 0011267. La nota richiama il commissario al pieno rispetto della L.R. 10/2016 diffidandolo a porre in essere qualsiasi trasferimento in assenza delle dovute richieste e successive autorizzazioni.»

«E’ arrivata l’ora di chiedere l’immediato allontanamento del commissario – conclude il Comitato “Uniti per la salute di Iglesias “ed invitiamo tutte le forze politiche e istituzionali, a valutare con obiettività l’operato del Commissario, abbandonando le logiche di partito di mera difesa del proprio amico/compagno.»

CTO Iglesias 1 copia

 

E’ stato compiuto un passo decisivo verso la realizzazione dei 4 nuovi blocchi al Policlinico Duilio Casula di Monserrato: l’opera, da 40 milioni di fondi europei, ha avuto oggi il via libera dalla conferenza dei servizi convocata dal commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino. A questo punto si procederà con la gara d’appalto per la contestuale realizzazione del progetto definitivo e la successiva realizzazione dell’opera.

Alla riunione erano presenti, oltre al commissario Sorrentino coadiuvato dal responsabile dell’Ufficio Tecnico Cristian Cocco, l’ingegner Antonio Pillai per l’Università di Cagliari, il sindaco di Monserrato Gianni Argiolas  con il responsabile del settore Urbanistica, Renato Muscas, Giorgio Seu per il comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cagliari, Marcello Tidore direttore del Servizio dell’assistenza ospedaliera e autorizzazioni e accreditamenti delle strutture sanitarie e socio sanitarie dell’assessorato della Sanità.

Aprendo i lavori della Conferenza di servizi Giorgio Sorrentino, ha illustrato la portata dell’investimento e l’importanza strategica di questo intervento nell’ambito della sanità della Sardegna e per il territorio.

Il sindaco di Monserrato, Gianni Argiolas, ha espresso l’assoluto favore dell’Amministrazione comunale al progetto ed il pieno sostegno all’ambizioso piano.

I professionisti della società Proger, che ha redatto il progetto preliminare, hanno illustrato l’opera nei dettagli.

«Questo passaggio era fondamentale – ha detto il commissario dell’Aou, Giorgio Sorrentino – per procedere nei tempi all’appalto dei Blocchi che consentiranno presto di avere una struttura all’avanguardia: la nuova “Main Street”, che collegherà la stazione della metropolitana agli ambulatori e ai reparti, in un ambiente accogliente con locali, bar e negozi, un auditorium da  circa 300 posti, il raddoppio delle sale operatorie e camere di degenza doppie e singole sono i punti di forza di un progetto che accoglierà pazienti, studenti e operatori nel migliore dei modi possibile. Non soltanto funzionalità e tecnologie ma anche “diritto al bello” per i cittadini.»

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Sulla lotta alla #lingua blu, il #ministero della Sanità promuove la Sardegna, un «esempio positivo esportato in tutta Italia».

«La Sardegna è un esempio positivo per tutta Italia per diversi motivi – spiega  Giovanni Savini, responsabile nazionale per la blue tongue (LOIE), direttore dell’istituto zooprofilattico Molise-Teramo e referente delle malattie esotiche IZS Abruzzo-Molise, oggi a Cagliari, all’assessorato regionale della Sanità, per un incontro inter-istituzionale sulla febbre catarrale degli ovini – e il principale è il successo ottenuto nella lotta al sierotipo 1. Per capire meglio il fenomeno è sufficiente guardare i numeri: 34.720 capi morti al 1′ ottobre 2013, senza campagna vaccinale. 12 capi morti alla data di oggi, 1′ ottobre 2014, dopo la campagna di vaccinazioni.»
«La situazione epidemiologica della lingua blu in Sardegna – dice l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è molto diversa dallo scorso anno e il nostro vaccino è utilizzato in diverse parti d’Italia. In Abruzzo e in Umbria si stanno organizzando per fare una campagna di vaccinazioni uguale alla nostra. Dall’isola sono anche partite in Abruzzo 40mila dosi di vaccini per tamponare l’emergenza.» Il vaccino utilizzato quest’anno è spento, ovvero con virus inattivato, efficace e sicuro. «Può essere utilizzato – aggiunge Arru – anche in gravidanza, non provoca aborti, immunizza le madri che trasmettono l’immunità agli agnelli. Ciò non toglie che debbano essere fatte anche tutte le azioni di igiene zootecnica per la lotta all’insetto vettore, che gli allevatori ben conoscono e che in futuro saranno potenziate.»

Il virus della blue tongue si sposta dal nord Africa verso la Sardegna, incidendo su tutto il bacino del Mediterraneo, dall’isola poi si dirige trasportata dall’insetto vettore verso la zona di Viterbo e Grosseto. «La Sardegna può vantare due grandi successi – dice il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari – aver debellato la brucellosi e aver bloccato il siero tipo 1 del virus della lingua blu. E’ fondamentale per noi diffondere queste risultati ottenuti grazie allo studio e alle vaccinazioni mirate perché tutti gli allevatori d’Italia si convincano che questo è il modello e il protocollo da seguire”. Esistono infatti 26 sierotipi in diffusione dal nord Africa. “E’ la strategia del virus – aggiunge Pittau – quella di cambiare sierotipo. Per questo è importantissimo cercare di individuarlo e creare il vaccino specifico e nelle giuste quantità. Stabilito che esiste il modo per contrastare la malattia, ci prepariamo per tempo».
All’incontro inter-istituzionale, insieme all’assessore della Sanità Luigi Arru e al dottor Giovanni Savini, hanno partecipato tutti i dirigenti delle Asl, il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari, il direttore generale di Ara, Marino Contu ,e per il Servizio Sanità animale del ministero, Ugo Santucci. Ancora Marcello Tidore, direttore del servizio prevenzione regionale, e il direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura Sebastiano Piredda, assessorato in prima linea con la titolare, l’assessore Elisabetta Falchi, nella lotta contro la febbre catarrale. 
Nel corso del vertice, si è discusso anche della situazione epidemiologica, dei dati sulla campagna vaccinale in atto e nello specifico al numero dei capi vaccinati e dei possibili effetti collaterali, della strategia vaccinale e della programmazione della campagna di vaccinazioni per il 2015, profilassi diretta e indiretta.