29 March, 2024
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Nasce ad Alghero, su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, la ‘Rete tra le aree naturali protette della Sardegna‘ che, sotto una cabina di regia della Regione, mira a rafforzare la collaborazione con i due parchi nazionali, i quattro regionali e le sei aree marine protette della Sardegna. 

La firma del protocollo con tutti i soggetti è arrivata oggi a conclusione della ‘Prima conferenza regionale delle aree protette’, iniziativa organizzata dall’Assessorato e a cui hanno partecipato i presidenti e direttori di parco e di aree marine protette dell’isola, oltre a rappresentanti del mondo delle imprese, della ricerca. Un momento definito ‘storico’ da Donatella Spano, la quale ha espresso grande soddisfazione per l’accordo e per la totale adesione da parte di tutti gli attori. «Con la Rete tra le aree naturali protette della Sardegna scegliamo un innovativo approccio di governance inclusiva e partecipata sul territorio regionale con scambio di buone pratiche e per affrontare più efficacemente le criticità – ha affermato l’assessore dell’Ambiente -. È, infatti, un modello applicato con successo in tante iniziative promosse in questi anni dalla Giunta, con il coinvolgimento del mio assessorato, e che intendiamo applicare anche in questo caso. Siamo certi che la Rete potrà contribuire in maniera decisa alle azioni della Strategia per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, per la tutela del nostro capitale naturale e per la creazione di nuove opportunità di lavoro».

Davanti a una numerosa platea l’esponente della Giunta Pigliaru ha ripercorso le azioni portate avanti dalla Regione per la conservazione degli ambienti naturali e la loro valorizzazione attraverso le aree protette, che nell’isola sono estese quasi 45 mila ettari a terra e più di 80 mila ettari a mare. E si è soffermata sul modello vincente del nuovo approccio, dal basso e con il pieno coinvolgimento delle comunità locali, per la nascita dei nuovi parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu nel 2014. «La Giunta ha creduto fermamente nelle potenzialità delle aree protette come volano per la crescita di un territorio e di green job», ha sottolineato l’assessore Spano, che ha poi puntualizzato sulla programmazione delle risorse, non più su base annuale bensì pluriennale e raddoppiando da 300mila a 600mila euro già a partire dal 2018. «Nel quadriennio – ha spiegato – abbiamo erogato oltre 8 milioni di euro di risorse del bilancio regionale solo su questa voce. Con le risorse della programmazione europea 2014-2020, siamo riusciti a finanziare interventi di tutela e valorizzazione delle aree naturali protette per oltre 60 milioni. Si tratta di un forte trend di crescita rispetto ai precedenti periodi di programmazione».

Durante il suo intervento l’assessore Spano ha anche annunciato risorse regionali per affrontare l’emergenza della moria della Pinna nobilis, colpita da un protozoo che sta decimando le popolazioni. «I parchi marini stanno collaborando per un Piano di Azione per la Pinna Nobilis e la Regione è pronta a finanziarlo con uno stanziamento straordinario di 200mila euro per approfondire lo studio del problema», ha concluso Donatella Spano.

La ‘Prima conferenza regionale delle aree protette’, organizzata nell’ambito del progetto Girepam “Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine”, ha puntato a valorizzare il sistema delle aree protette della Sardegna e aprire al dialogo le nuove idee di sviluppo futuro. I lavori, condotti dai giornalisti Donatella Bianchi e Marco Gisotti, sono stati aperti dal sindaco di Alghero Mario Bruno, dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e dal presidente del parco naturale regionale di Porto Conte, Gavino Scala. Per il ministero dell’Ambiente, era presente Maria Carmela Giarratano, della Direzione generale per la Protezione della natura e del mare.

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Domani, venerdì 8 giugno, sull’isola dell’Asinara è in programma un incontro organizzato dall’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, all’interno del progetto Girepam, di cui la Regione Sardegna è capofila. Nella giornata, che prosegue il confronto con soggetti istituzionali ed economici iniziato ieri a Sassari, sarà l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, a chiudere i lavori che si terranno, a partire dalle 10.00, nella Casa del Parco situata a Cala Reale. Il primo intervento, dedicato all’impatto delle politiche pubbliche sul capitale naturale, spetterà invece a Maria Carmela Giarratano, direttore generale della Direzione per la protezione della natura e del mare del ministero dell’Ambiente. I primi risultati del progetto Girepam verranno presentati dagli esperti della Regione, che affronteranno gli strumenti di pianificazione integrati per la gestione delle aree protette, i piani di azione transfrontalieri e le azioni pilota per la tutela di habitat e specie di interesse comunitario. Tra i temi trattati domani i servizi ecosistemici e il capitale naturale nella pianificazione di strategie di tutela e sviluppo, oltre ai cosiddetti “green e blue job”.

Costruire una strategia transfrontaliera condivisa di gestione integrata delle reti ecologiche marino-costiere, ideata e attuata dalle Regioni in rete con Parchi e Aree marine protette è lo scopo di GIREPAM (Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine). Si tratta di un progetto strategico di durata triennale (2017-2019) cofinanziato dal Programma Italia-Francia Marittimo 2014-2020 con i fondi europei del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per un budget complessivo di quasi 6 milioni di euro. Partecipano al progetto, che ha quale capofila la Regione Sardegna tramite l’assessorato della Difesa dell’ambiente, 16 partner da cinque regioni italiane e francesi (Sardegna, Corsica, Liguria, PACA, Toscana).

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Sardegna e biodiversità, in arrivo un importante riconoscimento internazionale. La zona del Parco naturale regionale di Tepilora e i territori del Rio Posada e del Montalbo acquistano la qualifica di “Riserva di Biosfera”, assegnata all’interno del programma MaB (Man and Biosphere) dell’Unesco.

Domani, mercoledì 14, nella prestigiosa sede di Parigi, in Place de Fontenoy, l’assegnazione verrà ufficializzata alla presenza dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, dei sindaci interessati, del presidente del Parco di Tepilora, dei responsabili di Forestas e del direttore generale della “Protezione della natura e del mare” del ministero dell’Ambiente, Maria Carmela Giarratano.

Il Programma “Uomo e Biosfera” – Man and the Biosphere Programme (MAB) – nasce nel 1971 nel corso della 16ª Conferenza Generale Unesco per sostenere l’uso sostenibile e razionale e la conservazione delle risorse della biosfera ed incoraggiare lo sviluppo di formule equilibrate nel rapporto uomo/ambiente. Dalla Conferenza su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992, l’attenzione si è poi focalizzata sull’individuazione di aree e pratiche tradizionali intese come vettori per la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi, sui modelli di gestione promossi a livello locale e sulle politiche di sviluppo sostenibile.

In Italia, la zona del Parco naturale regionale di Tepilora e i territori del Rio Posada e del Montalbo è la quindicesima riserva individuata. Nel 2016 il riconoscimento è stato assegnato al Parco del Po e alla Collina torinese.

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Venerdì 12 maggio, alle ore 9.30, nell’aula magna dell’Università, in via Salaris, a Nuoro, si terrà un importante appuntamento del Dipartimento di Giurisprudenza – UNISS- Department of Law su “Le aree protette come strumento di tutela della biodiversità”, alla presenza, tra gli altri, della dott.ssa Maria Carmela Giarratano, direttore generale della Direzione della Natura e del Mare del ministero dell’Ambiente.

Interverranno inoltre la prof.ssa Simonetta Bagella dell’Università di Sassari, la dott.ssa Irene Piredda di Elighes, Spin off dell’università di Sassari e l’assessore dell’Ambiente del comune di Nuoro, Giuliano Sanna.

L’incontro sarà coordinato dal prof. Simone Pajno, dell’Università di Sassari.

Il seminario di approfondimento è aperto al pubblico e prevede il riconoscimento di CFU universitari sia per gli studenti del polo giuridico che del polo forestale e ambientale.

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La riforma del Parco Geominerario è stata al centro di un incontro svoltosi venerdì cui hanno partecipato, con l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, il Capo di gabinetto della presidenza Filippo Spanu, il delegato del Presidente per la riforma del Parco, Tore Cherchi, la Direttrice Generale della direzione Protezione della natura e del mare del ministero dell’Ambiente, Maria Carmela Giarratano e il Commissario Gianni Pilia, i sindaci dei Comuni che detengono le quote del Parco ed i rappresentanti di numerose associazioni.

I contenuti della riforma riguardano: l’organo direttivo di gestione, ora è possibile la partecipazione diretta dei sindaci e delle associazioni, prima precluse; la zonizzazione del territorio dei Comuni distinguendo fra aree rilevanti sottoposte a uno specifico e rigoroso regime di tutela e aree non rilevanti sulle quali i controlli sono drasticamente semplificati con conseguente sgravio burocratico; la possibilità di riconvertire il patrimonio anche per attività produttrici di reddito nel rispetto del piano paesaggistico; la semplificazione della gestione.
I sindaci – si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Giunta regionale – sono intervenuti numerosi anche nel dibattito affermando la condivisione piena della riforma e anche la volontà di impegnarsi direttamente per sviluppare tutte le potenzialità del Parco. Nel nuovo Parco i sindaci potranno eleggere tre rappresentanti a cui si aggiungerà un quarto sindaco di nomina regionale, a garanzia dell’equilibrio nella rappresentanza dei 81 comuni interessati. Le elezioni si terranno il 1° dicembre, quindi la fase operativa partirà in tempi rapidi.

«Una riforma importante – ha detto l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras – con cui si chiude un periodo di commissariamento lungo e una gestione anomala. Il Parco rinascerà con una forte impronta scientifica e con una giusta rappresentanza di sindaci e associazioni. La Regione rimane strettamente impegnata nel Parco assicurando le risorse per la fruibilità dei siti, ad esempio per la trasformazione dei siti minerari in siti turistici e con Igea che continuerà ad occuparsi della manutenzione delle miniere. Ora si lavorerà per ricostituire una governance, riscrivere lo Statuto e dare impulso verso il nuovo corso.» 

Tre le chiavi del nuovo iter, che segna la fine definitiva del commissariamento iniziato nel 2007: semplificazione burocratica, massima rappresentanza dei territori e motore di sviluppo.

Il Capo di Gabinetto Filippo Spanu ha sottolineato l’importanza del lavoro fatto e ha ribadito la volontà della Giunta di applicare anche nelle zone interne le buone pratiche di coordinamento delle strutture regionali messe in campo per la riforma del PGM e per lo sblocco del Piano Sulcis. La più rilevante novità della riforma riguarda la netta differenziazione dei luoghi effettivamente sotto tutela da quelli in cui non si è mai svolta attività mineraria. Fino ad oggi, infatti, per qualsiasi intervento, a prescindere dalla località, era necessario richiedere l’autorizzazione al Parco. Da questo momento le verifiche sono fatte preventivamente, e le zone non interessate da vincoli saranno esonerate da questo passaggio burocratico.

Successivamente alla riunione con i Sindaci, si è tenuta la riunione con le Associazioni dalle quali è venuta la conferma del giudizio positivo sulla riforma con un invito molto pressante di Lega Ambiente, Italia Nostra, Consulta e altre associazioni ad agire con determinazione perché il Parco corrisponda ai suoi compiti.
«Questa riforma vuole dare una spinta allo sviluppo – ha detto Tore Cherchi – attraverso un nuovo modo di intendere il Parco, da struttura esclusivamente dedicata alla tutela a motore di crescita economica. Sarà possibile, ad esempio, nel rispetto della morfologia originaria dei luoghi, proporre un cambio di destinazione d’uso per trasformare le strutture in fonte di reddito.»
In tal senso, si è espressa anche la rappresentante del ministero dell’Ambiente, Maria Carmela Giarratano, che si è augurata che questo atto dia un impulso al rilancio delle attività proprie di un territorio ricco di potenzialità, per beni culturali e patrimonio minerario, straordinario ed esclusivo.