28 March, 2024
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Dal 27 al 31 luglio si rinnova a Cagliari, Pula, Carloforte, Assemini e Portoscuso l’appuntamento con “Is Pariglias”, lo storico festival delle danze identitarie organizzato dall’associazione culturale “Città di Assemini”. Per questa sua 41ª edizione, che ripropone la formula “Ethondanza in Tour”, la manifestazione vedrà in scena gruppi provenienti da Cile, Colombia, Serbia e Sardegna e Cina. Proprio il gruppo asiatico sarà protagonista nei giorni della sua permanenza in Sardegna di un importante scambio culturale.

Il cartellone del Festival Is Pariglias – Ethnodanza in Tour verrà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Cagliari giovedì 20 luglio, a partire dalle ore 11.30, presso l’Aula Confucio dell’Università (Ex Clinica Medica “Mario Aresu”, via San Giorgio 12).

Alla conferenza stampa interverranno la presidente dell’associazione “Città di Assemini” Maria Carmela Deidda e la responsabile dell’Aula Confucio, la professoressa Barbara Onnis.

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Si rinnova a Cagliari, Pula, Carloforte, Assemini e Portoscuso l’appuntamento con “Is Pariglias”, lo storico festival delle danze identitarie organizzato dall’associazione culturale “Città di Assemini”. Per questa sua 41ª edizione, che ripropone la formula “Ethondanza in Tour”, la manifestazione vedrà in scena dal 27 al 31 luglio gruppi provenienti da Cile, Colombia, Serbia e Sardegna e Cina. Proprio il gruppo asiatico sarà protagonista nei giorni della sua permanenza in Sardegna, di un importante scambio culturale.

Il cartellone del Festival Is Pariglias – Ethnodanza in Tour verrà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Cagliari giovedì 20 luglio a partire dalle ore 11.30, presso l’Aula Confucio dell’Università (ex Clinica medica “Mario Aresu”, via San Giorgio 12).

Alla conferenza stampa, interverranno la presidente dell’associazione “Città di Assemini” Maria Carmela Deidda e la responsabile dell’Aula Confucio, la professoressa Barbara Onnis.

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Martedì 20 ottobre si terrà a Cagliari la Giornata informativa regionale intitolata “Salute in Horizon 2020”, organizzata dallo Sportello Ricerca europea di Sardegna Ricerche in collaborazione con la Direzione per la Ricerca e il territorio dell’Università di Cagliari e l’Ufficio Ricerca dell’Università di Sassari. L’appuntamento è alle 9.00 nell’aula CM5 (3° piano) del Polo “Mario Aresu”, in via San Giorgio n. 12.

Obiettivo della giornata è illustrare i principali contenuti dei bandi sul tema Salute previsti per gli anni 2016 e 2017 nell’ambito di Orizzonte 2020, il programma-quadro europeo per la ricerca e l’innovazione. L’attenzione si concentrerà in particolare sulle priorità fissate dalla Commissione Europea, sulle modalità di accesso ai bandi e sugli strumenti di finanziamento previsti.

Aprirà i lavori Roberto di Gioacchino (EU CORE Consulting), consulente dello Sportello Ricerca europea esperto in progettazione europea; a seguire, Caterina Buonocore (APRE), Punto di contatto nazionale per la tematica Salute, illustrerà le priorità dell’Unione Europea nel settore e l’approccio adottato dalla Commissione nella distribuzione del tema sui tre “pilastri” del programma Orizzonte 2020 (Competitività industriale, Sfide sociali ed Eccellenza scientifica). Saranno inoltre fornite indicazioni su come reperire e interpretare le informazioni più importanti all’interno dei bandi e su come presentare una proposta, con particolare attenzione alla specificità del settore. Infine, Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del CNR di Cagliari, porterà la sua esperienza di coordinatore di progetti in Orizzonte 2020.

L’evento fa parte di un ciclo di quattro giornate informative organizzate da Sardegna Ricerche – in collaborazione con le Università di Cagliari e di Sassari e con Porto Conte Ricerche – con l’obiettivo di informare le imprese, le università, i centri di ricerca, i singoli ricercatori e i privati delle opportunità offerte dal programma Orizzonte 2020.

Lo “Spazio donna” allestito all’Expo all’interno del Padiglione Italia, ha ospitato un dibattito sulla iodoprofilassi. L’iniziativa – inserita nelle attività informative coordinate dal ministero della Salute – è nata per sensibilizzare su un argomento delicato come quello delle disfunzioni alimentari. Il professor Stefano Mariotti (docente dell’ateneo di Cagliari, endocrinologo e presidente nazionale dell’Ait, Associazione italiana tiroide), ha illustrato la situazione a livello globale e nazionale sul contrasto alla carenza di iodio, una delle principali cause di varie disfunzioni, soprattutto a livello tiroideo. Il primo Stato al mondo ad attuare la iodoprofilassi obbligatoria è stato la Svizzera, nel 1920. I benefici della iodoprofilassi sono molteplici, tra cui un aumento dell’intelligenza media a livello infantile, oltre a una riduzione delle alterazioni tiroidee.

«Lo iodio è essenziale per il corretto funzionamento della tiroide e la sua carenza causa gozzo e anche gravi disordini neuro-cognitivi. Si assume con gli alimenti. Una dieta equilibrata – spiega l’ordinario dell’ateneo cagliaritano – con due porzioni di pesce a settimana, latte tutti i giorni, e un po’ di formaggio, garantisce solo il 50 % del fabbisogno giornaliero di iodio (90 μg nei bambini fino a 6 anni, 120 μg in età scolare (7-12 anni) 150 μg negli adulti). Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno aumenta a 250-300 μg al giorno per un corretta funzione tiroidea materna e fetale, indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto’ necessario che l’assunzione quotidiana di iodio con l’alimentazione venga integrata». E ancora. «L’utilizzo di sale iodato consente di coprire il fabbisogno giornaliero fornendo 30 μg di iodio per grammo di sale. In Italia – sottolinea il professor Mariotti – una legge emanata nel 2005 prevede una serie di misure finalizzate a promuovere il consumo di sale iodato su tutto il territorio nazionale, che tuttavia continua a non essere utilizzato da una rilevante percentuale della popolazione, anche a causa di alcuni timori e preconcetti, quali quello che il sale iodato possa far male alla salute». Il sale iodato è un alimento e non un farmaco e non ha effetti collaterali: l’Oms raccomanda un consumo giornaliero di sale sui 3-5 g per il rischio di malattie cardiovascolari. Mantenendo il consumo del sale entro questi limiti, il sale iodato aggiunto agli alimenti consente di raggiungere una quantità giornaliera di iodio pari a 90-150 μg, che è sufficiente a garantire un adeguato apporto iodico nella larga maggioranza della popolazione. Nelle donne in gravidanza o in allattamento è difficile raggiungere il fabbisogno con il solo utilizzo del sale iodato, per cui l’Organizzazione mondiale della sanità consiglia l’assunzione di specifiche integrazioni sia prima che durante la gestazione.

«Nella dieta alimentare possono esserci degli accorgimenti per far sì che si introduca la quantità giusta di iodio, alimento essenziale. Basta utilizzare, al posto del sale normale, il sale iodato. Nella quantità giusta, senza esagerare. Non perché sia iodato, ma perché non bisogna abusare di sale. E opportuno introdurre nella nostra alimentazione un paio di pasti alla settimana a base di pesce» è il consiglio di Stefano Mariotti, direttore del dipartimento di Scienze mediche “Mario Aresu”. Lo specialista spiega: «In certi momenti della vita come la gravidanza e l’allattamento, sarà opportuno prendere degli ulteriori integratori, perché i fabbisogni aumentano. Però, l’utilizzo del sale iodato in una corretta alimentazione rappresenta l’aspetto principale. I cibi? Per la iodoprofilassi sono utili pesce e crostacei. In minor misura, il latte con i derivati».