16 December, 2025
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Nuovo appello del capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa all’assessore dell’Agricoltura Murgia per sollecitare gli interventi necessari a garantire quanto prima uno stipendio ai 37 lavoratori delle ex APA di Cagliari e Sassari licenziati a seguito del progetto di accorpamento delle associazioni provinciali degli allevatori.

«Quello che chiediamo attraverso questo nuovo atto è quali siano le reali intenzioni di questa Giunta in merito a questa vertenza. Soprattutto vorremmo sapere se ci sia la reale volontà di affrontarla, partendo dai documenti sino ad ora noti, per poterli migliorare. Innanzitutto siamo convinti che ci sia un primo passo da compiere, ovvero dare immediato impulso al Protocollo d’intesa tra Regione e A.A.R.S. (Associazione Allevatori della Regione Sardegna). Un protocollo che se messo in pratica consentirebbe ai lavoratori delle ex APA di Cagliari e Sassari licenziati di poter tornare al lavoro e di poter svolgere appieno e senza problemi le proprie mansioni. Questo nell’immediato è l’aspetto più importante.»

«Non si capisce – proseguono Desirè Manca e Michele Ciusa – il perché di tutto questo disinteresse. Stiamo parlando di famiglie che tirano avanti senza ricevere uno stipendio da mesi. Senza contare l’impoverimento subìto dalla nostra Isola, dato che senza queste professionalità al lavoro stiamo perdendo tutte le conoscenze sul patrimonio genetico delle razze di interesse zootecnico. Consapevoli che il protocollo siglato dalla precedente Giunta contiene aspetti che ci lasciano perplessi è necessario aprire la discussione su questa situazione e cogliere tutti gli aspetti positivi contenuti in esso per poter rilanciare questa importantissima attività. Una volta salvaguardati i posti di lavoro, potremmo correggere tutti i punti critici di questo Protocollo per non ricadere negli stessi errori del passato.»

Desirè Manca e Michele Ciusa chiedono se all’interno del Comitato direttivo di controllo verrà nominato un componente di nomina regionale e se siano stati assegnati i fondi necessari all’attuazione del programma annuale dei controlli funzionali, utili alla tenuta dei Libri genealogici di specie e di razza. Condizione essenziale per il riassorbimento dei lavoratori.

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Il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla visita dei reali degli Emirati Arabi all’ospedale Brotzu.

L’esponente dei Cinquestelle, in particolare, chiede la massima trasparenza in merito alla delibera che ha integrato il regolamento aziendale sulla libera professione e sulle misure organizzative dell’ospedale del capoluogo.

«Posto che la sicurezza e la riservatezza dell’utente devono essere sempre garantiti a tutti – fa notare Michele Ciusa – sottolinearlo credo sia già abbastanza insolito. Pertanto è lecito domandarsi: ci sarebbe stata questa delibera, se non fossero venuti questi importanti ospiti?»

L’elenco di interrogativi stilato dal consigliere regionale è ancora lungo: “Quali altri soggetti possono usufruire di queste misure speciali? Perché si è stabilito che un trattamento così privilegiato possa costare solo il 50 per cento in più della tariffa normale? A chi andranno questi soldi? Ma, soprattutto, questo modo di procedere ha causato qualche tipo di problema all’attività ospedaliera di routine?”

«Come è noto a tutti – conclude Michele Ciusa – i tempi di attesa per una visita in Sardegna sono veramente lunghi e vedere il più grande ospedale pubblico sardo coinvolto in questa situazione fa sorgere tanti interrogativi. Per questo chiedo all’assessore della Sanità Mario Nieddu di spiegare ai pazienti sardi come sono andati realmente i fatti e come ha intenzione di gestire in futuro queste visite, urgenti ed eccezionali.»

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«A seguito del progetto di accorpamento delle associazioni provinciali degli allevatori, soltanto una parte delle 87 persone impiegate nel sistema delle APA e AIPA è stata riassunta. Per ben 37 lavoratori questa manovra ha invece comportato la perdita del lavoro. Una situazione drammatica, più volte affrontata dal Consiglio regionale della Sardegna, che ha deciso di provvedere a stanziare dei fondi per poter finalmente reintegrare tutti i dipendenti licenziati dalle ex APA di Cagliari e Sassari. Un reintegro chiesto con forza dagli stessi rappresentanti delle associazioni, ascoltati di recente durante i lavori della Quinta Commissione. Ebbene, il 13 febbraio 2019 è stato siglato il Protocollo d’Intesa tra la Regione Sardegna e l’A.A.R.S. (Associazione Allevatori della Regione Sardegna) per garantire tutte le attività di controllo funzionali e quelle sui registri anagrafici nelle aziende zootecniche. Condizione necessaria per poter garantire l’assunzione degli ex dipendenti Apa rimasti tagliati fuori. Ciononostante, questo protocollo ancora oggi non è stato attuato. La Regione temporeggia. Ecco perché chiediamo all’assessore Gabriella Murgia quali siano le sue intenzioni. Di tempo ne è trascorso sin troppo.»

Puntano alla conclusione della vertenza in tempi brevi la capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere regionale Michele Ciusa (M5S), firmatari di una interpellanza in favore dei lavoratori ex APA ancora senza lavoro.

Per quanto riguarda i fondi a disposizione, inoltre, Manca e Ciusa spiegano che il contributo ministeriale assegnato alla Regione Sardegna per il 2019, di oltre 1 milione di euro, coprirebbe solo parzialmente il costo sostenuto per le attività dei controlli.

 

 

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«Con la nuova legge si aprono enormi prospettive di sviluppo per il Trenino Verde della Sardegna e per una rete ferroviaria di oltre 400 km che è fra le più belle d’Italia e d’Europa.»

Lo ha detto l’on. Leonardo Marino, deputato del Movimento 5 Stelle, presentando la nuova legge sulle ferrovie turistiche che fra qualche giorno sarà promulgata dal Presidente della Repubblica e diventerà legge dello Stato.

«La novità rispetto al sistema precedente fissato dalla legge quadro 128 del 2017 – ha spiegato – è che è stata allargata la platea dei potenziali soggetti gestori includendo associazioni in possesso di determinati requisiti che potranno presentare progetti e proposte per il nuovo servizio turistico, valorizzando la potenzialità culturali, naturali e paesaggistiche della rete sarda. Va sottolineato inoltre – ha concluso Leonardo Marino – che la legge è stata approvata in appena 4 mesi fra Camera e Senato (un record assoluto per il parlamento italiano) a testimonianza della qualità della nostra iniziativa e della volontà comune di far ripartire questo asset fondamentale del nostro sistema ferroviario, per troppo tempo trascurato.»

Il consigliere regionale Roberto Li Gioi, vice presidente della commissione Trasporti del Consiglio regionale ha messo l’accento sull’importanza di un provvedimento che chiude una lunga stagione nella quale la sorte del Trenino Verde sembrata segnata. «Ora si cambia – ha detto – e come primo atto bisogna dare gambe ad una serie di azioni, dal Piano strategico elaborato a suo tempo dalla Giunta Pigliaru al riconoscimento Unesco del valore culturale della rete, all’inserimento del Trenino nella pianificazione turistica regionale, come elemento trainante di un turismo di qualità che può realizzare quella destagionalizzazione dei flussi da tutti auspicata ma rimasta sulla carta.»

Per Michele Ciusa, consigliere regionale del M5S in commissione Attività produttive, «la Sardegna ha tutti i numeri per essere la prima Regione in questa particolare tipologia di turismo che in Europa attira oltre 20 milioni di passeggeri; per raggiungere questo obiettivo, però, bisogna crederci sul serio ed ora la Regione deve dimostrare di saper fare la sua parte».

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«La vertenza ARAS sta assumendo contorni sempre più grotteschi. Dopo 10 anni di attesa, quando la fine sembrava ormai essere prossima e il traguardo della pubblicazione dei bandi vicinissimo, la Giunta regionale cosa fa? Se la prende con grande calma. Non ci sono scusanti per questo atteggiamento, che non ritengo affatto corretto nei confronti dei lavoratori che con enorme sacrificio sono in attesa che questa vicenda abbia finalmente l’epilogo positivo che merita.»

Il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa denuncia quella che definisce «l’ennesima dimostrazione di lassismo da parte dell’Assemblea regionale sarda alla luce della nuova manifestazione di protesta dei lavoratori Aras, in programma per mercoledì prossimo sotto il palazzo del Consiglio regionale in via Roma».

«Nella commissione di giovedì scorso – spiega il consigliere del M5S – si è votata una risoluzione per spingere la Giunta a fare presto, proprio per rimarcare la necessità di chiudere una vicenda ormai prossima alla conclusione. Nessun ostacolo oggi ci impedisce di farlo. A questo punto, a mancare credo sia soltanto la volontà.»

 

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Lunedì 8 luglio il gruppo consiliare regionale del M5S ed il deputato Nardo Marino terranno una conferenza stampa, nella sala stampa del Consiglio regionale, sull’approvazione della proposta legge che “salva” il Trenino Verde della Sardegna.

La Commissione Lavori pubblici del Senato ha approvato la proposta di legge presentata dal deputato del Movimento 5 Stelle che consente alla società Arst, seppur in assenza di titolarità di licenza ferroviaria, di continuare a gestire le reti ferroviarie isolate della Sardegna a scopo turistico.

Interverranno il deputato del M5S Nardo Marino ed i consiglieri regionali del Gruppo M5S Roberto Li Gioi e Michele Ciusa, firmatari di una interrogazione volta al rilancio del Trenino Verde della Sardegna, la ferrovia storica più lunga d’Italia patrimonio prezioso della nostra Isola.

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Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha firmato questa mattina la nomina dei componenti della commissione d’inchiesta sull’AIAS e l’ha convocata per mercoledì 3 luglio, alle 13.00.

«Come promesso – ha detto il presidente Michele Pais – ho accorciato i tempi di insediamento e da mercoledì la commissione potrà cominciare a lavorare per chiarire questa vertenza che coinvolge non solo i lavoratori ma anche gli assistiti e le loro famiglie.»

Era stato il Consiglio regionale il 25 giugno, approvando un ordine del giorno, a dare mandato al presidente del Consiglio per nominare i componenti della Commissione d’inchiesta sul perdurare sullo stato di insolvenza economica dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori.

«La Commissione – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – non dovrà avere nessun fine inquisitorio ma lavorare per chiarire, nel rispetto del regolamento e del mandato consiliare e, parallelamente al lavoro dell’assessore Mario Nieddu e della commissione Sanità, una vertenza acuitasi negli ultimi anni e che coinvolge numerosi lavoratori e pazienti, nonché il fondamentale servizio di assistenza.»

Fanno parte della commissione d’inchiesta i consiglieri: Francesco Agus (Progressisti), Michele Ciusa (Movimento 5 stelle), Angelo Cocciu (Forza Italia Sardegna), Michele Cossa (Riformatori sardi), Valerio De Giorgi (Misto), Michele Ennas (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Partito Democratico), Eugenio Lai (Liberi e Uguali Sardegna), Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia), Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Fabio Usai (Partito Sardo D’Azione).

Nella Prima seduta, presieduta dal presidente Michele Pais, saranno eletti il presidente della Commissione e l’Ufficio di presidenza.

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Questa mattina i consiglieri regionali del Gruppo Movimento 5 Stelle, a Tramatza, hanno incontrato attivisti e simpatizzanti, su sanità, turismo, enti locali, infrastrutture, lavoro e vertenze collegate. E’ stato un momento di incontro ma, soprattutto, di confronto, volto alla condivisione di idee e problematiche, nel quale i consiglieri hanno potuto illustrare il lavoro svolto in questi quattro mesi di consiliatura nelle rispettive commissioni di competenza.

«Siamo qui per voi, per lavorare assieme, e assieme, cercare di costruire qualcosa di positivo per il nostro territorio e per tutti i sardi.»

Con queste parole la capogruppo Desirè Manca ha dato il benvenuto alle decine di persone che hanno affollato la sala convegni dell’Hotel L’Anfora di Tramatza.

Impossibile non affrontare il tema della reintroduzione dei vitalizi in apertura d’incontro. Sono state tante le domande a proposito, alle quali i consiglieri hanno dato risposta. In particolare, il consigliere Alessandro Solinas e la capogruppo Desirè Manca, hanno spiegato quali saranno i costi che la Regione Sardegna e i cittadini sardi dovranno affrontare se la legge proposta dalla Maggioranza venisse approvata.

«Se è vero – ha detto Manca – che questa proposta di legge prevede che ciascun consigliere regionale versi circa 500 euro di contributi, ci chiediamo perché invece i lavoratori sardi debbano versarne almeno il triplo. A nostro avviso, la legge deve essere uguale per tutti. Perciò, se questa proposta di legge dovesse passare, siamo pronti a rinunciare a questo privilegio”.

Ampio spazio anche ai temi legati alla sanità.

È Carla Cuccu, segretaria della VI Commissione Sanità, a illustrare l’importante risultato ottenuto dopo la presentazione della mozione sulla fetopatia alcolica (di cui la stessa Cuccu è prima firmataria): «La legge per la prevenzione della fetopatia alcolica – ha ricordato – rischiava di rimanere lettera morta. Come Gruppo abbiamo dato impulso a questa legge, e oggi siamo finalmente riusciti ad ottenere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio permanente per la prevenzione di questo grave disturbo che colpisce i figli delle donne alcoliste».

Pone l’accento sullo spirito di collaborazione interno al Gruppo il consigliere Roberto Li Gioi. Una breve parentesi, in apertura di un intervento più tecnico che ha toccato diversi temi al centro dei più recenti Atti presentati in Consiglio: la paralisi dell’ENAS, il completamento della Statale 195, il rilancio del Trenino verde della Sardegna e, in particolare, la vicenda della discarica gallurese di Spiritu Santu.

Ancora: la capogruppo Desirè Manca non dimentica la drammatica vicenda degli ex dipendenti Secur, al centro di una seconda mozione del M5S votata all’unanimità e grazie alla quale: «Martedì prossimo verranno convocate le Commissioni Lavoro e Sanità e si cercherà di trovare una soluzione per rendere possibile il loro reinserimento nel mondo del lavoro. Piccoli passi che cambiano le sorti della nostra Isola».

Sulla salvaguardia dei posti di lavoro è intervenuto il consigliere Michele Ciusa, che in questi giorni sta seguendo da vicino la vicenda dei lavoratori della Cict, per i quali sono già scattati i primi avvisi di licenziamento: «Questi lavoratori, con grande dignità, stanno chiedendo di poter continuare a lavorare. Serve un forte impegno da parte della Regione per evitare che la vertenza venga liquidata con la concessione degli ammortizzatori sociali. Sarebbe una sconfitta».

Infine la consigliera Elena Fancello, che ha portato sul tavolo i temi legati agli enti locali. Primo tra tutti quello dei finanziamenti ricevuti dai Comuni sardi in difficoltà finanziarie, e della necessità di «distribuirli in maniera equa e sotto costante monitoraggio da parte della Regione».

Decine e decine le tematiche trattate nel pomeriggio: tirocini, lavoro, scuola, volontariato, legge elettorale e ancora sanità. Oltre due ore di dibattito in chiusura di un incontro più che partecipato. Solo il primo dei tanti che il Gruppo M5S ha in programma per riportare finalmente al centro i sardi e la Sardegna.

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«Siamo convinti che la concessione degli ammortizzatori sociali equivalga a una sconfitta. È questo lo scenario che si prospetta per i lavoratori del porto di Cagliari? È questo il massimo sforzo che può fare il Presidente Solinas davanti alla mobilitazione di circa 300 lavoratori che rischiano di perdere il lavoro? Davanti alle azioni di protesta, ai sit in, alle bandiere che sventolano a pochi metri dal palazzo del Consiglio regionale, cosa fa il Governatore? Incrocia le braccia e si volta dall’altra parte. Chiediamo al Presidente di avere il coraggio di guardare in faccia il problema, degnare i lavoratori della sua attenzione, e di istituire con estrema urgenza un Tavolo tecnico regionale sulla vertenza CICT.»

Questo l’affondo del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle che, sin dagli inizi della vertenza, ha seguito da vicino la drammatica vicenda dei circa 300 portuali di Cagliari, di cui 210 dipendenti della CICT, la società del Gruppo Contship, che ieri ha ratifico la delibera del Cda della società che gestisce lo scalo in merito al licenziamento collettivo per 210 dipendenti.

La preoccupazione ha raggiunto livelli di guardia: «Chiediamo a gran voce che venga istituito subito un tavolo tecnico a livello regionale. Il nostro timore è che non ci sia l’interesse a trovare una soluzione dal momento che un’iniziativa importantissima come il tavolo tecnico nazionale è stata snobbata. Il presidente Solinas non si è nemmeno presentato, delegando l’assessore Zedda. Davanti a questo menefreghismo il Gruppo M5S non resterà a guardare. Vogliamo capire sin da ora se l’obiettivo della Regione si limita alla concessione degli ammortizzatori sociali, o se c’è la volontà di attivarsi per trovare il modo di non perdere queste professionalità».

«Presidente e Giunta devono agire per sopperire alla mancanza di istituti giuridici di vantaggio che ci permettano di essere competitivi. Il porto di Cagliari ha tutte le caratteristiche per diventare Zes (Zona economica speciale) e godere delle agevolazioni economiche previste dalla normativa. La Zes favorirebbe processi di investimento e prospettive di crescita economica collegate. Nuove imprese, nuovi posti di lavoro.»

Queste le priorità nel lungo termine per la capogruppo del M5S Desirè Manca e per il consigliere Michele Ciusa, che in queste ore hanno ricevuto una delegazione CICT per fare il punto della situazione alla luce dell’immobilismo regionale e preparare una mozione sulla vicenda.

«La situazione che si è venuta a creare non è dovuta alle leggi di mercato ma in primo luogo è da addebitare alla scorrettezza della società che ha utilizzato lo scalo sardo come un limone da spremere, traendo profitti da reinvestire esclusivamente a Tangeri. La Regione Sardegna ha quindi pieno dovere di intervenire in difesa dei lavoratori sardi.»

Nell’immediato, invece, per il Gruppo M5S occorre scongiurare i licenziamenti: «Vogliamo evitare a tutti i costi che l’azione della Giunta si riduca al mero assistenzialismo. Dobbiamo andare in direzione opposta: investire sul Porto, sulle nostre maestranze, sul territorio, prendere in considerazione soluzioni valide per tenere in vita la CICT sino all’arrivo di un altro operatore. Pensiamo a sfruttare la nuova normativa IMO 2020 che darà vigore ai porti di transhipment, a una gestione temporanea della società mediante una cooperativa di lavoratori sostenuta da fondi pubblici, o alla regionalizzazione dell’impresa, che in una situazione di temporanea inattività non dovrebbe pregiudicare le regole sul rispetto della libera concorrenza. Questi sono solo spunti sui quali confidiamo di poterci confrontare al più presto con il Presidente e la Giunta».

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«Come ci si sente a festeggiare una festa religiosa del proprio Comune in un territorio che del Comune non è? Lo sanno bene i monserratini che ogni anno, dal 9 al 13 agosto, festeggiano San Lorenzo martire nell’omonima chiesetta, a 6 km dal centro del paese. Una ricorrenza monserratina a tutti gli effetti che presenta però un’incongruenza: la chiesetta di San Lorenzo, una sola navata centrale con abside semicircolare, si trova oggi in territorio di Cagliari. Ecco perché chiediamo al Consiglio regionale e alla Giunta, alla luce delle nuove norme in materia, di riportare la Piana di San Lorenzo dentro i suoi confini storici, quelli del comune di Monserrato.»

Questa la richiesta del consigliere regionale Michele Ciusa, primo firmatario di una mozione presentata in Consiglio regionale dal Gruppo del Movimento 5 Stelle con l’obiettivo di riportare l’attenzione sulla Piana di San Lorenzo, che con i suoi 495 ettari rappresentava quasi la metà del territorio compreso nel comune di Monserrato.

Ma perché oggi riportare la Piana di San Lorenzo dentro i confini originari è diventato possibile?

«La zona di San Lorenzo – spiega Michele Ciusa – era stata stralciata dai confini storici poiché staccata dal centro del paese e quindi non corrispondeva al requisito della continuità territoriale previsto da una legge che attualmente non è più in vigore: in particolare dall’ultimo comma dell’art. 2 della L.R. n. 58 del 30 ottobre 1986, decaduto in quanto abrogato. Pertanto non ha più senso mantenere questa divisione emblematica.»