4 October, 2024
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La Lega Sardegna ha diffuso una nota nella quale esprime forte preoccupazione per la comunicazione di Glencore riguardante l’ulteriore fermata degli impianti della Portovesme Srl.

«Avevamo confidato che il percorso tracciato e gli impegni presi dalla Portovesme Srl avrebbero portato al mantenimento dei processi in marcia e alla ripresa delle attività ferme. tuttavia, ci troviamo di fronte all’ennesima stretta che graverà sui lavoratori diretti e sulle imprese dell’indotto», si legge nella nota della Lega Salvini Sardegna.

«Riteniamo opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che il mantenimento degli impianti in marcia sottende a impegni precisi presi tra la Portovesme Srl e la Regione Sardegnacontinua la nota -. È quindi insufficiente che rimangano in funzione solo gli impianti destinati ai processi di seconda lavorazione per il riutilizzo dei fumi di acciaieria.»

«Al di là dei buoni intendimenti, è necessario che Glencore, a cui è stata concessa grande disponibilità da parte del territorio, retroceda immediatamente da questa decisione e istituisca un piano che non intacchi i livelli occupazionali – dichiara Michele Pais, coordinatore regionale della Lega Sardegna -. La Lega Sardegna resta solidale e disponibile per azione qualsiasi a favore dei lavoratori e delle imprese coinvolte, confidando in un ruolo attivo e deciso della Giunta regionale a difesa dei lavoratori e delle imprese.»

«Accogliamo con soddisfazione la delibera del CIPESS che sblocca nella nostra regione circa 150 milioni totali di investimenti in opere del Contratto di Programma Mit-Anas. Risorse destinate anche alla Carlo Felice e a vari interventi sulla medesima arteria e sulla 126 Occidentale Sarda. Opere importanti per il nostro territorio, possibili grazie al lavoro svolto dal Mit, guidato da Matteo Salvini, e all’impegno del nostro sottosegretario Alessandro Morelli. Con la Lega, come sempre, sì alle opere e fatti concreti, dopo tanti anni di no.»

Lo ha scritto questa sera in una nota il coordinatore della Lega in Sardegna Michele Pais.

La sospensione dell’attuazione della delibera n° 6/17 del 23 febbraio 2024 che prevede la costruzione di quattro nuovi ospedali in Sardegna decisa dalla direzione generale dell’assessorato regionale della Sanità, ha provocato la reazione durissima del presidente del Consiglio regionale e coordinatore della Lega Sardegna, Michele Pais.

«Avevo denunciato qualche giorno fa del rischio, grave e attuale, che la grande conquista costituita dalla costruzione dei nuovi ospedali di Sassari e Alghero potesse subire un dannosissimo stop, ma non pensavo con questa velocità e solerzia. È il caso di dire che sono passati dalle parole ai fatti», ha commentato Michele Pais.

«Sono allibito e sconcertato ha aggiunto Michele Pais -. Tralasciando gli aspetti di opportunità e legittimità amministrativa dell’atto, è un fatto gravissimo e dannoso rispetto al quale mi auguro che tutta la classe politica unita, di destra e sinistra, possa trovare unità e  prendere posizione a difesa della sanità pubblica che, specie al nord-ovest della Sardegna, ha sempre rivendicato il diritto di avere strutture sanitarie nuove ed efficienti che superino le difficoltà di quelle attuali, del tutto inidonee e non all’altezza di cure mediche dei prossimi 50 anni, anche e, soprattutto, in considerazione del sempre più esiguo numero di personale medico-sanitario. L’appello sincero che mi sento di fare, partendo dalla stessa proclamanda Presidente Alessandra Todde, è quello del superamento delle schermaglie politiche in temi così importanti, come quello della sanità, ma anzi mettendo in sicurezza decisioni che, se pur provenienti da parti politiche opposte, meritano di essere difese e protetteha concluso Michele Pais -. Giù le mani dai nuovi ospedali dei sardi.»

«Il dibattito odierno ci consegna una posizione ormai consolidata nel comune sentire di tutti i sardi: la nostra terra non può essere considerata una risorsa illimitata. Noi abbiamo pagato da più parti prezzi altissimi al concetto di solidarietà nazionale: su questo non accettiamo lezioni da nessuno né sono ammesse discussioni su qualsivoglia forma di compensazione.»

Lo ha affermato il presidente della Regione, Christian Solinas, intervenendo in Consiglio Regionale agli Stati generali per il NO allo stoccaggio di rifiuti radioattivi in Sardegna.

La seduta è stata aperta con i saluti istituzionali del presidente dei Consiglio regionale, Michele Pais, che ha annunciato che dopo l’assemblea odierna, le parti coinvolte provvederanno insieme a creare un documento politico di sintesi della comune posizione dell’assemblea sarda e dei rappresentanti del tessuto sociale della stessa, degli enti locali e delle parti sociali. Al dibattito in aula sono intervenuti, esprimendo un NO unanime ai depositi di rifiuti radioattivi, la presidente del CAL Paola Secci, il presidente dell’ANCI Emiliano Deiana, i capigruppo del Consiglio, i rappresentanti dei sindacati e i primi cittadini dei comuni di Albagiara, Assolo, Guasila, Mandas, Nurri, Ortacesus, Segariu, Setzu, Siurgus Donigala, Tuili, Turri, Usellus, Ussaramanna, Villamar.

«La Sardegna – ha detto ancora il presidente Christian Solinas nel suo interventopur senza realizzare le proprie reti di telecomunicazione ha visto fin dall’800 disboscati i 4/5 dell’Isola in maniera permanente per sviluppare le reti ferroviarie del resto del paese. Siamo una terra che ha visto le concessioni minerarie date in tempi andati a chiunque volesse saccheggiarla. Abbiamo dato un contributo di sangue come nessun altro popolo durante la sciagura del primo conflitto mondiale. Abbiamo pagato le servitù militari e quelle industriali. Siamo sotto assedio per pagare, ancor una volta in maniera spropositata, gli accordi di Parigi: che riteniamo assolutamente importanti in quanto una società evoluta e avanzata deve mirare alla decarbonizzazione  e alla riduzione della produzione di energia da fonti fossili, ma non è pensabile che ci sia un ribaltamento continuo delle utilità e dei costi: ovvero c’è una parte del paese che beneficia di questa energia e un’altra parte del paese che la produce senza ottenerne un ristoro ma anzi, pagandone il peso in maniera più forte degli altri.»

«Sulle scorie ha proseguito il presidente della Regione c’è un piano politico preciso, che si fonda oltre che sui pronunciamenti del Consiglio, su quel Referendum del 2011 in cui il 97% dei sardi espresse un fermo no alla possibilità di depositi di rifiuti radioattivi nell’Isola. E c’è il lavoro di questa Giunta, che fin dal principio ha adottato un approccio scientifico oltre che politico al tema, costituendo un comitato tecnico ad hoc che ha coinvolto tutte le parti in gioco e prodotto una relazione, recepita con una deliberazione della Giunta e prodotta sotto forma di osservazione, al fine di mettere un punto fermo, inclusivo di tutte le ragioni di carattere tecnico, scientifico, economico, politico, del patrimonio storico e culturale, del turismo, e quelle relative al sistema idrico, che dicono e militano in maniera chiara per il NO alle scorie nucleari in Sardegna. Al di là delle ragioni geomorfologiche in prossimità di questi siti troviamo infatti una parte considerevole delle radici e dell’identità di questo popolo, una parte che non può essere messa in discussione perché riguarda il nostro modo di essere sardi, la nostra capacità di identificarci in un passato nobilitante che ci proietta in un futuro nobilitante. Davanti alla possibilità, fosse anche solo provocatoria di una compensazione, noi diciamo oggi qui con chiarezza un fermo ‘no’ a qualsiasi discussione sul tema. Così come fecero i sardi nel giugno del 1969 a Pratobello, riuscendo a portare a casa un risultato che sicuramente non si sarebbe riusciti ad ottenere con i cavilli della burocrazia.»

«Sotto il profilo giuridico, ho già dato mandato all’avvocatura della Regione di fare un accesso agli atti per formare un fascicolo utile per impugnare, se risulterà impugnabile, anche solo la pubblicazione dell’elenco della Sogin. Faremo tutto ciò che è nelle nostre forze e competenze e tutte le argomentazioni giuridiche utili verranno introdotte nel ricorso che la Regione presenterà. Sarà anche fondamentale, però, coinvolgere le altre isole del Mediterraneo, Corsica, Sicilia e Malta, in cui navigheranno le navi con i rifiuti radioattivi. È un tema che riguarda tutta la Sardegna e tutte le isole che si affacciano sul nostro mare Mediterraneo, che talvolta è visto come limite ma rappresenta, invece, un nostro grande valore aggiunto. È questaconclude il presidente della Regione una battaglia da combattere al di là delle bandiere e dei colori politici, perché l’unica bandiera da difendere è quella della nostra Sardegna.»

«Nell’ultima finanziaria, a inizio anno, il Consiglio regionale ha dato via libera al contributo di 600mila euro per la valorizzazione delle Città di Fondazione: Carbonia, Arborea e Fertilia. Lo stanziamento è stato deliberato nella riunione della Giunta regionale in attuazione della Legge regionale il 21 febbraio scorso.»
ricorda il capogruppo della Lega, Michele Ennas.

«Senza l’impegno attivo e propositivo, noto a tutti, su questo tema, da parte del presidente Michele Pais, sostenuto dalla Lega e poi accolto da tutti i partiti, questo progetto non avrebbe visto la luce», aggiunge Michele Ennas.

«Pertanto, ci sorprende come l’ex sindaco Marco Tedde possa assumersi la paternità di tale proposta di legge, non avendo minimamente contribuito alla sua ideazione, essendo nata prima del suo ingresso in Consiglio», conclude Michele Ennas.

E’ stata celebrata a Cagliari la Cunferèntzia Aberta de sa limba sarda, organizzata in applicazione dell’art. 6 della LR 22/2018, che prevede che la Regione organizzi una conferenza aperta (Cunferentzia aberta) sulla lingua sarda, il catalano di Alghero e il sassarese, gallurese e tabarchino, quale strumento di impulso, iniziativa e partecipazione alla definizione delle linee di indirizzo e alla valutazione dei risultati conseguiti. La Conferenza nasce come esigenza di confronto tra i vari attori della politica linguistica regionale.

«Si passa da una fase teorica legislativa finalmente a una fase attuativaha detto aprendo i lavori, l’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu, dopo l’intervento di saluto del presidente del Consiglio regionale, Michele Pais -. Un grande sforzo dell’assessorato e di tutto lo staff, ma soprattutto la grande volontà politica di trasformare quello che era una era un sogno in una realtà. Portare la lingua sarda nelle scuole, portarla negli sportelli linguistici, portarla sui media, quindi sui giornali, sulle tv e sulle radio. Far conoscere la nostra identità, l’identità di un popolo e anche la lingua. Ethnos, che vuol dire popolo in senso lato, non è solo l’essere biondo o nero ma appartenere a una razza, alla nostra cultura, le nostre origini e le nostre usanze, le nostre poesie e le nostre canzoni, la nostra enogastronomia. Quindi la lingua è lo straordinario mezzo di locomozione e di comunicazione, di contatto tra i popoli e tutelare le minoranze, valorizzarle, metterle in condizione di interagire tra loro. La Regione Sardegna lo ha fatto investendo risorse lavoro.»

Durante i lavori ci si è soffermati soprattutto su tre aspetti. L’operatività degli Sportelli linguistici territoriali, con particolare attenzione alle ricadute in termini di servizi alla popolazione. Gli Sportelli linguistici sono presidi territoriali a presenza capillare, con funzioni di promozione del sardo nella Pubblica amministrazione. la Certificazione linguistica provvisoria C1 che ha lo scopo di avere parlanti di lingue minoritarie in possesso di idonea certificazione linguistica. I progetti IMPRENTAS, con i quali la Regione sostiene e incentiva l’utilizzo della lingua sarda, del catalano di Alghero, del gallurese, del sassarese e del tabarchino per la pubblicazione di articoli in quotidiani, periodici e testate giornalistiche on-line, la produzione di opere editoriali in formato cartaceo o multimediale e la produzione di programmi televisivi o radiofonici trasmessi con ogni mezzo di diffusione.

Tra i relatori, Davith Hicks, segretario generale ONG ELEN (European Language Equality Network). Lo scopo di ELEN è quello di rappresentare i 50 milioni di persone, il 10% della popolazione UE, che parlano una lingua regionale, minoritaria o a rischio di estinzione. ELEN, e comprende 174 enti ed associazioni che rappresentano 50 lingue in 25 stati europei. All’Assemblea ELEN 2023 parteciperà altresì Fernand de Varennes, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle questioni inerenti alle minoranze.

La Conferenza ha avuto inoltre tre distinti workshop, uno per ogni tema affrontato, a cui hanno partecipato i protagonisti e i beneficiari dei contributi della Regione, in un confronto che ha messo in evidenza criticità, aspettative, prospettive e risultati ottenuti.

Allegate le foto della conferenza e l’intervista all’assessore regionale della Pubblica istruzione Andrea Biancareddu.

 

 

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. All’ordine del giorno l’esame dell’articolo Art. 21.10 e degli emendamenti del DL 373 – Collegato alla manovra finanziaria 2023-2025. L’Aula ha bocciato tutti gli emendamenti soppressivi. Sono intervenuti, per dichiarazioni di voto, il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, il consigliere del Pd, Roberto Deriu, il consigliere di Alleanza Rossoverde, Daniele Cocco, e il consigliere dei Riformatori e presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità, Michele Cossa.

La presidenza è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il Consiglio regionale ha poi approvato l’emendamento 840 (Deriu) all’emendamento 478 (Peru e più)

Il testo approvato, che ha avuto il parere favorevole dell’assessore degli Enti locali, Aldo Salaris, prevede che

Il testo approvato prevede che le Unioni dei comuni dovranno comprendere soltanto Comuni appartenenti alla stessa provincia. Con un emendamento orale, proposto dall’assessore Aldo Salaris e approvato dall’Aula, i Comuni avranno 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore della legge per decidere a quale provincia o Città metropolitana aderire. Sul tema delle Unioni dei Comuni si è aperto un breve dibattito. L’on. Franco Mula (Psd’Az) ha evidenziato la necessità di una riforma delle Unioni perché sono poche quelle che funzionano, ha detto. Favorevoli all’emendamento dell’on. Roberto Deriu, il consigliere Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Alleanza Rossoverde), il quale ha evidenziato che le Unioni spesso non funzionano perché non hanno la dotazione organica necessaria. Favorevole anche il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha sottolineato la necessità di sostenere le Unioni dei Comuni, molto importanti per lo sviluppo dei piccoli Comuni. «Studiamo le realtà virtuoseha detto Francesco Aguse vediamo se possono essere replicate.»

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha messo in votazione l’emendamento 478 (Peru e più), illustrato dal primo firmatario. Antonello Peru ha spiegato che “con la istituzione delle Rete metropolitana del Nord Sardegna ad opera della legge regionale 4 .febbraio 2016, n. 2, il legislatore regionale intendeva, nonostante la palese differenza rispetto alla istituzione della città metropolitana di Cagliari, prevista dalla medesima legge, comunque assicurare un equilibrato sviluppo del territorio regionale con vocazioni metropolitane. Queste importanti disposizioni, fìnalizzate alla parità di trattamento delle aree di rango metropolitano sono rimaste del tutto inattuate, con gravi conseguenze per il territorio del Nord-Ovest della Sardegna. Con successiva legge 2 aprile 2021, n. 7, il legislatore regionale ha superato la differenza istituzionale fra i territori di rango metropolitano del Nord e Sud della Sardegna, istituendo la Città metropolitana di Sassari. Con la medesima norma ha anche abrogato le disposizione riequilibratici contenute nella sopra richiamata legge regionale 4 febbraio 2016, n. 2 (art. 8, commi 4 e 5) che, peraltro, come detto per cinque anni era rimasta inattuata”. “Nel frattempo, come noto”, è scritto nell’emendamento, “notevoli ritardi continuano ad impedire la concreta istituzione della città metropolitana di Sassari con evidenti conseguenze negative per il territorio metropolitano sassarese, la più evidente e grave fra tutte è quella della mancata partecipazione alle politiche 1 di sviluppo a favore delle città metropolitane previste dal PNRR con una perdita di risorse per ‘area metropolitana di Sassari quantificabile nell’ordine di circa 200 milioni di euro per la sola rigenerazione urbana. Nel frattempo, è rimasto ad oggi inattuato un ulteriore tentativo del legislatore regionale che con la legge regionale 9 marzo 2022, n. 3, all’art. 2, comma 5, avesse introdotto nell’ordinamento regionale un nuovo meccanismo riequilibratore simile a quello che la LR 7/2021 aveva abrogato e che testualmente prevede: “5. Nelle more della completa attuazione della fase di transizione di cui all’artico/o 23 della legge regionale n. 7 del 2021 e della conseguente entrata in funzione della Città metropolitana di Sassari, la Regione provvede nell’ambito delle risorse europee, nazionali e regionali iscritte in bilancio, a garantire alla rete metropolitana di Sassari le medesime risorse destinate alla Città metropolitana di Cagliari. “Per le ragioni esposte e per contrastare il crescente disequilibrio territoriale che sta fortemente penalizzando l’area metropolitana sassarese si propone, con uno specifico emendamento al collegato, una norma di indirizzo che, recepisca la legge regionale 9 marzo 2022, n. 3, all’art. 2, comma 5, e conseguentemente possa orientare le scelte e le risorse che saranno programmate a valere sul prossimo ciclo della programmazione territoriale 2021-2027”. Si tratta, ha spiegato Antonello Peru, di un atto dovuto, di un atto di indirizzo che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’assessore regionale del Bilancio affinché questa norma venga applicata.

Per Francesco Agus (Progressisti) non ci sono problemi di fondi. Il consigliere ha ricordato che il tema della città metropolitana nasceva per far funzionare meglio i servizi per i territori con diverse esigenze: aree urbane e aree rurali. Francesco Agus ha criticato la legge Del Rio e la decisione di portare le città metropolitane a comprendere il territorio di un’intera provincia. “E’ un’occasione persa”, ha detto. Messo in votazione l’emendamento 478 è stato approvato.

L’Aula ha poi approvato il testo dell’articolo 21.10 e l’emendamento orale del consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, che sostituisce la dicitura “Provincia del Nord est Sardegna” con “Provincia della Gallura nord est Sardegna”.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta è passato all’esame dell’emendamento aggiuntivo 812 della Giunta e agli emendamenti 852, 853 e 835 all’emendamento 812.

Il capogruppo della Lega, Michele Ennas, ha chiesto qualche minuto di sospensione per confrontarsi con i colleghi sugli emendamenti. Il consigliere Francesco Agus ha espresso perplessità sulle tempistiche di questo confronto.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha sospeso i lavori dell’aula.

Alla ripresa dei lavori l’onorevole Andrea Piras (Lega) ha annunciato un emendamento orale che rinvia alle norme nazionali in materia di elezioni provinciali. L’emendamento è stato approvato.

Il presidente Michele Pais ha assicurato che l’assessore della Sanità domani sarà in aula.

Gli emendamenti 852 e 853 (balneazione) sono stati illustrati in aula dal primo firmatario Antonello Peru che ha annunciato il ritiro di entrambi a condizione di un impegno da parte della commissione competente e dell’assessore Aldo Salaris di trattare l’argomento in commissione, sentendo in audizione i balneari, nel più breve tempo possibile. L’assessore Aldo Salaris e il presidente della commissione Giuseppe Talanas hanno accolto la proposta e gli emendamenti sono stati ritirati.

Franco Mula (Psd’az), sull’ordine dei lavori, ha chiesto che nella seduta della commissione si discuta anche dei canoni di locazione che sono aumentati a dismisura i da 600 a 2400 a 3300 euro.

Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto il voto segreto sull’emendamento 883 (emendamento all’emendamento 512 all’art 21.10) che riguarda la Fondazione “Trenino verde storico della Sardegna”

 Questo emendamento, primo firmatario Gian Franco Satta, introduce l’articolo 21.20 bis “Modifiche alla legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 in materia di Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali”.

Subito dopo il voto, ma prima dello spoglio, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta a causa di un malore di un consigliere.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha comunicato che la seduta è tolta e che i lavori sono aggiornati a domattina alle 10.30.

I consiglieri regionali “Progressisti” hanno presentato una nuova interrogazione. Anche questa volta il primo firmatario è l’on. Gian Franco Satta, che oltre a denunciare le criticità strutturali già evidenziate in passato, insieme ai colleghi, chiede che venga organizzato un sopralluogo presso la struttura sanitaria di Sassari.

«Al san Camillosi legge nell’interrogazione -, sono presenti numerosi ambulatori che in molti casi costituiscono l’unica offerta sanitaria per la città di Sassari e per il suo l’hinterland. Attualmente sono attivi il centro prevenzione, diagnosi e terapia dell’ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari, l’unità operativa territoriale di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, una psichiatria, un servizio per le dipendenze (SerD), l’ufficio di assistenza protesica, la medicina dello sport, il servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, l’anagrafe canina, un centro antifumo, un centro dialisi, un centro diabetologico, una ginecologia e un magazzino economale ma la struttura, oltre a necessitare di urgenti interventi di manutenzione, necessita anche di adeguamenti strutturali che consentano ai diversamente abili di accedere a tutti gli ambulatori e, soprattutto, che garantiscano adeguati livelli di sicurezza per utenti e lavoratori. Da qui la richiesta di considerare la necessità di organizzare un sopralluogo congiunto tra i consiglieri regionali del territorio, i rappresentanti della Commissione sanità, gli assessori di competenza per materia, i rappresentanti della ASL di Sassari e dell’Ufficio regionale Demanio e Patrimonio per consentire una valutazione attenta e reale dell’intera struttura ospedaliera e dei locali adiacenti, in modo da comprendere le priorità degli interventi da realizzare nel breve periodo e programmare quelli più importanti da eseguire nel medio-lungo periodo.»

«Non sono affatto sorpreso del mancato riscontro alla precedente interrogazione – dichiara l’on. Gian Franco Satta -, purtroppo, oramai questa è la prassi consolidata di questa Giunta regionale. Si parla molto con annunci fuorvianti di costruzione di nuovi ospedali senza trovare soluzioni ai problemi reali. Dopo quasi cinque anni di amministrazione regionale il Presidente e il suo assessore della sanità non sono riusciti a spendere le risorse già stanziate per gli ampliamenti e hanno abbandonato completamente le strutture esistenti, spesso inadeguate per utenti e lavoratori. Il complesso di san Camillo consta di più edifici, alcuni dei quali assegnati alla ASL, altri in capo alla Regione. All’interno dei locali assegnati alla ASL, inoltre, vi sono degli spazi che a seguito di un recente accesso agli atti, ho potuto appurare siano stati concessi ad associazioni esterne come l’AVIS e l’Associazione Alcolisti Anonimi i quali pagano anche un canone, seppur modesto, per contribuire alle spese. Già da tempo i sindacati, i lavoratori e gli utenti lamentano grosse carenze nella struttura, soprattutto, l’inadeguatezza per i diversamente abili che non riescono ad accedere ai piani superiori per problemi legati alle barriere architettoniche, inoltre vi sono un sacco di spazi inutilizzati come i locali dell’ex cinema, chiuso da anni. Anche nelle strutture adiacenti al complesso sanitario dove risulta vi siano degli uffici regionali, sarebbe opportuno fare una ricognizione degli spazi per capire se è possibile valutare un impiego diverso da quello attuale, soprattutto, durante le fasi di sistemazione e adeguamento degli edifici

«La richiesta di un sopralluogo congiunto con tutte le parti coinvolte ed interessate serve proprio a questo – conclude Gianfranco Satta -. Avere un quadro reale delle necessità strutturali, operare una ricognizione degli spazi e successivamente valutare le azioni che possono e devono essere messe in campo per sistemare la struttura e migliorare l’erogazione dei servizi. Ci auguriamo che a questo nuovo appello venga dato seguito in breve tempo e, se necessario, non saremmo contrari ad un interessamento in tal senso da parte del presidente Michele Pais sia in qualità di garante dell’autonomia del Consiglio regionale che come rappresentante di questo territorio

Nuovi Ospedali di eccellenza ad Alghero, Cagliari, Sassari e un nuovo presidio ospedaliero territoriale unico nel Sulcis Iglesiente. E’ il piano della Regione per la riorganizzazione delle strutture sanitarie contenuto nella deliberazione del 1° giugno, proposta dall’assessore della Sanità Carlo Doria, che affida all’Ares, alla ASL n. 1  e all’AOU di Sassari la predisposizione di uno studio di fattibilità, da consegnare in 60 giorni, in cui vengano indicate le aree idone per la collocazione delle nuove strutture.
Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che sul tema dei nuovi ospedali si è sempre speso e ha sempre mostrato massima attenzione, esprime grande soddisfazione e plauso al Presidente Christian Solinas e all’assessore Carlo Doria.

«Ora è necessario imprimere la massima velocità, riducendo al minimo le procedure burocratiche per raggiungere uno dei più importanti obiettivi della legislaturadice il presidente del Consiglio regionale Michele Pais -. Sarà necessaria la massima collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte, a partire dagli enti locali, che dovranno essere collaborativi e proattivi per giungere quanto più velocemente possibile all’avvio della progettazione e, successivamente, alla realizzazione delle nuove strutture sanitarie.»
Michele Pais evidenzia che un aspetto di particolare importanza è che i nuovi ospedali, oltre a garantire i migliori standard di assistenza sanitaria rispetto alle strutture esistenti troppo datate e soggette a continue ristrutturazioni, spesso non soddisfacenti, «consentiranno un utilizzo ottimale del personale sanitario sempre più carente e oggi dislocato in strutture distanti e disomogenee che ne aggrava la situazione».
«Con i nuovi ospedali i cittadini avranno punti di riferimento unici per accedere  alla migliore assistenza, anche grazie alla  riorganizzazione delle attività ospedaliere che sono in continuo incremento – conclude Michele Pais -. Le strutture preesistenti continueranno a svolgere un ruolo all’interno del nuovo assetto territoriale, capace di offrire tutti i servizi di natura ospedaliera e di assistenza integrativa. Ora è necessario correre.»

«Sul caso di Bruno, affetto da picacismo e costretto da 16 anni a vivere legato e mascherato nella struttura Aias di Cortoghiana ho già sentito il presidente della commissione Sanità per concordare un’azione rapida affinché si studino i percorsi i più adeguati possibili per questo paziente che ha bisogno di personale dedicato.»

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, profondamente turbato dalla vicenda di questo paziente, ha assicurato l’appoggio suo personale e di tutto il Consiglio alla Garante regionale delle persone private della libertà personale Irene Testa che nei giorni scorsi ha visitato l’uomo e ha raccontato le condizioni in cui è costretto a vivere.
«Senza entrare nel merito della terapia e dell’assistenza ritengo sia umanamente insostenibile che chiunque possa vivere legato e mascherato. E’ una questione prima di tutto di dignità della persona conclude Michele Pais -. Il Consiglio regionale interverrà con ogni mezzo per garantire a Bruno, e in generale a chi soffre, un’assistenza mirata e che non leda i diritti umani.»