5 December, 2025
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Dalle miniere di Montevecchio alle torri sul mare, dalle comunità locali alle scuole, fino alle Suore Clarisse e alle Drag Queen: il progetto contro la violenza di genere unisce mondi diversi in un’unica voce di memoria e resistenza.

È partito il 7 settembre da Montevecchio “Orme d’ombra”, il cammino di sensibilizzazione ideato e condotto dall’artivista Rosalba Castelli, presidente di Artemixia APS ETS. Un percorso a piedi lungo oltre 1.200 km che intreccia memoria, comunità e prevenzione della violenza di genere, portando con sé i nastri rossi ricamati a mano dalle donne detenute del carcere Lorusso Cotugno di Torino, ciascuno con il nome di una donna vittima di femminicidio.

Il viaggio si è inaugurato dal Sentiero delle Cernitrici, con la deposizione dei primi 11 nastri alla presenza delle comunità di Arbus e Guspini. Rosalba Castelli ha poi proseguito verso Piscinas e Portixeddu, fino a Buggerru dove, il 10 settembre, ha deposto altri quattro nastri insieme alla comunità locale, alle istituzioni, all’assessora Simona Spada e a diverse associazioni territoriali.

L’11 settembre è stato il turno della prima torre di Cala Domestica, che ha accolto il nastro dedicato a Meena Kumari. 

Una giornata indimenticabile a Iglesias.

Oltre 300 persone si sono riunite in Piazza Oberdan per una marcia collettiva tra le vie decorate da ombrelli colorati, fino al Monastero Beata Vergine del Buon Cammino. La giornata si era aperta con la benedizione delle Clarisse e l’incontro con 20 donne della comunità Emmaus, impegnate in percorsi di rinascita: alcune di loro hanno camminato con Rosalba fino alla piazza.

Hanno partecipato istituzioni, associazioni e cittadinanza, tra cui l’assessora Angela Scarpa, la presidente della commissione politiche sociali Giuseppina Lorenzoni, la sindaca di Domusnovas Isangela Mascia, la vicesindaca Maria Elena Lusci e l’associazione Circhiola con la presidente Grazia Villafranca. Presenti anche pellegrine arrivate appositamente, come Nadia, 55 anni.

Un ringraziamento speciale è andato al Cammino Minerario di Santa Barbara e al suo fondatore recentemente scomparso, Giampiero Pinna. La moglie, Mimma Perra, ha annunciato un impegno concreto: garantire acqua a pellegrine e pellegrini lungo il percorso.

Nel Monastero, le Clarisse hanno letto preghiere e testi sulla prevenzione della violenza e ricordato le vittime sarde di femminicidio. Rosalba ha donato il nastro di Santa Barbara alle sorelle e quello di Grazia Raccis, giovane uccisa a Domusnovas a fine ’800, all’associazione Circhiola.

Il rito collettivo ha unito passato e presente, rinnovando l’impegno contro la violenza di genere. Infine, con la sua voce e le mani a ritmo, Rosalba Castelli ha chiamato la piazza al silenzio e poi al grido: “Dobbiamo fare rumore!”. Iglesias ha risposto compatta: una comunità intera unita nel dire “basta”.

Il cammino è proseguito a Gonnesa: la città si è riunita intorno alla memoria della gonnesina Susanna Massidda, il cui nastro è stato deposto accanto al pilone del cammino, sul muro esterno del municipio. Grazie all’attivazione delle associazioni locali come UTE Gonnesa e alla consigliera comunale Beatrice Collu. 

Il 16 settembre Orme d’ombra sarà a Carloforte, dove è prevista alle 11 una camminata comunitaria con le classi quinte del liceo cittadino, associazioni e cittadinanza, fino alla deposizione di un nastro sull’arco di Carloforte. 

Il mattino del 17 settembre, invece, l’artivista sarà accolta da Portoscuso in una camminata dall’antica tonnara alla Torre Spagnola.

Il progetto sta riscuotendo un’attenzione crescente: numerose scuole stanno contattando Orme d’ombra per ospitare la testimonianza di Rosalba Castelli e avviare percorsi educativi sulla prevenzione della violenza di genere, la cura delle relazioni e la decostruzione degli stereotipi.

Fin dal suo inizio il cammino si è aperto con un segnale forte di inclusione e pluralità: al suo arrivo dall’aeroporto di Cagliari, Rosalba è stata ospite del locale Fico d’India, dove ha presentato il progetto durante una serata di spettacolo Drag Queen. 

Dalle Clarisse alle comunità popolari, dalle scuole ai luoghi della notte, Orme d’ombra sta creando un abbraccio collettivo che unisce la Sardegna e il Piemonte.

Rosalba Castelli: «Sono profondamente commossa dalla partecipazione e dall’affetto che sto ricevendo tappa dopo tappa. Orme d’ombra nasce come cammino di memoria, ma sta diventando anche un cammino di comunità: la Sardegna mi sta accogliendo con un abbraccio che non dimenticherò mai. Dalle donne detenute di Torino che hanno ricamato i nastri, fino alle bambine, alle studentesse e agli studenti, alle Clarisse e alle Drag Queen che incontro lungo il percorso: ognuno e ognuna porta un pezzo di questo viaggio, e insieme gridiamo che la violenza si può e si deve fermare».

Isangela Mascia, sindaca di Domusnovas : «Il progetto ideato e realizzato da Rosalba è non solo interessante ma soprattutto innovativo e incredibilmente inclusivo. Parliamo fin troppo di donne e femminicidio ma forse lo facciamo spesso con parole sbagliate, o forse è il metodo che non funziona. Durante il breve tratto di strada nel quale abbiamo accompagnato fisicamente Rosalba, ci siamo confrontate sul fatto che la vita è di ognuna di noi e nessuno deve essere autorizzato a deciderne le sorti. Ma a volte parlare non basta, e allora camminiamo insieme, ragioniamo insieme, divulghiamo insieme. La comunità di Domusnovas da qualche anno utilizza anche le parole scritte, i disegni dei bambini, le frasi di chi vuole stare accanto a chi ha bisogno, e quelle di chi ha realmente bisogno di aiuto. Lo fa grazie a “Sa mariga de s’aggiuru”, l’anfora dell’ aiuto, che viaggia in tutti i paesi della Sardegna per raccogliere pensieri e disegni, e lo fa arrivando a tutte e tutti, fin dalla scuola dell’ infanzia».

Oggi poi abbiamo aggiunto un pezzettino alla nostra personale battaglia contro la violenza di genere: il nastro rosso con il nome ricamato sopra donato da Orme d’Ombra alla nostra associazione Circhiola è un simbolo per noi fondamentale, da quando questa associazione si occupa di far conoscere la storia di Grazia Raccis, prima vittima di femminicidio conosciuta del nostro paese, e alla quale, nel nostro piccolo abbiamo dedicato una piazza.

Parole, segni, simboli.

È uno dei nostri modi di affermare che “adesso basta”!!

Grazie a Rosalba per averci coinvolte in questa sua fantastica avventura. Siamo con te!

Attrus’annusu in saluri!

Angela Scarpa, assessora delle Politiche sociali del comune di Iglesia: «L’iniziativa di Rosalba Castelli tiene viva l’attenzione sulla lotta contro la violenza sulle donne, un impegno che deve essere di tutta la comunità».

Monica Napoli, assessora deo Servizi sociali e delle Pari opportunità del comune di Portoscuso: «Il comune di Portoscuso ha accolto con grande partecipazione e entusiasmo la tappa del progetto artistico e sociale “Orme d’ombra”, che vede la camminatrice Rosalba attraversare 100 torri della Sardegna per onorare la memoria delle donne vittime di violenza. Siamo onorati che Portoscuso sia parte di questo percorso di sensibilizzazione così importante. Rosalba, con il suo cammino, porta con sé la voce di tutte le donne che hanno subito violenza e ci ricorda il nostro dovere di istituzioni e cittadini nel contrastare questo fenomeno».

Il progetto “100 torri, 100 cammini, 100 vite”, promosso dall’associazione Artemixia, si inserisce nel quadro normativo internazionale e nazionale per la prevenzione della violenza di genere e la promozione di una cittadinanza attiva e inclusiva.

«Come Amministrazione comunale siamo profondamente sensibili a queste tematiche. Continueremo a promuovere iniziative di sensibilizzazione e a lavorare per una cultura del rispetto e della parità di genere nella nostra comunità.»

L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come l’arte e l’impegno sociale possano unirsi per veicolare messaggi di cambiamento e speranza.»

Elisabetta Di Bernardo, vicesindaca del comune di Carloforte: «Per la nostra comunità è un grande orgoglio ospitare il progetto Orme d’ombra e accogliere Rosalba Castelli nelle strade di Carloforte. La camminata del 16 settembre rappresenta un momento collettivo di condivisione e di impegno contro la violenza: deporre sull’arco della città un nastro con il nome di una donna vittima di femminicidio significa trasformare un luogo simbolico in un segno visibile di memoria e resistenza. Siamo particolarmente fiere e fieri che proprio la scuola di Carloforte sia la prima a incontrare questo cammino: le quinte classi del nostro liceo, insieme alla cittadinanza e alle associazioni, saranno parte attiva di un messaggio potente che dice con forza no alla violenza e sì alla vita».

 

Chiusura in gran stile della stagione 2024 di Open Your Mine ad Iglesias, sabato 14 dicembre, con una giornata ricca di appuntamenti alla Miniera di Monteponi, organizzata dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna in collaborazione con il Comune di Iglesias, l’Associazione Pozzo Sella, il Consorzio Turistico per l’Iglesiente e Iglesias Servizi.
Il trekking mattutino nel sito minerario iglesiente ha fatto registrare il tutto esaurito, durante il quale le guide ambientali escursionistiche hanno accompagnato i visitatori in un percorso di 6 km, articolato fra strutture e storia mineraria, antichi scavi e bellezze naturalistiche.
Molto partecipate anche le visite guidate alla Galleria Villamarina e a Pozzo Sella, dove si è svolto un intenso programma serale, aperto dalla presentazione del catalogo della mostra “Eduzione delle acque a Monteponi”, testimonianza di un passato tecnologico all’avanguardia che ha reso famosa ed importante la Miniera di Monteponi oltre i confini regionali.
Nell’occasione era presente la signora Mimma Perra, moglie di Giampiero Pinna, geologo che diede un forte impulso alla fondazione del Parco Geominerario compiendo una storica occupazione di Pozzo Sella nel 2000.
Ha fatto seguito la premiazione del concorso Tesi di Laurea 2024 del Parco Geominerario, per cui sono stati selezionati i lavori di Sara Autelitano “Neogotico ed eclettismo nell’architettura mineraria di fine Ottocento. Tre casi studio” (Scienze dell’Architettura – Università di Cagliari), di Elena De Fanti “SottoSopra. Alla ricerca della dimensione invisibile dai paesaggi minerari” (Architettura e Ingegneria Edile – Politecnico di Milano) e dei coautori Davide Filipi e Giorgio Lana “Ater-Mine Indagine storico architettonica sulla rigenerazione del complesso minerario di Nebida” (Architettura e Ingegneria Civile – Università di Ferrara).
Premiazioni anche per il concorso fotografico del Parco Geominerario “Geositi della Sardegna” 2024, vinto da Daniele Atzori con la foto “The sunset and the moon” (Pan di Zucchero e Masua nell’iglesiente), secondo posto per Vittorio Crobu con “I fiumi nascosti del Supramonte” (Grotta Luigi Donini ad Urzulei) e terzo per Ciro Perna con la foto “Panorama al castello” (Castello di Acquafredda a Siliqua).
Le 3 foto vincitrici fanno parte delle 13 selezionate per il calendario istituzionale 2025, presentato nella serata e collegato al concorso, che sarà disponibile anche in versione digitale sul sito web del Parco Geominerario.
Alla presenza dei presidenti delle commissioni concorsuali Alberto Monteverde ed Egidio Trainito, sono stati consegnati ai vincitori gli attestati e i premi in denaro previsti dai rispettivi bandi.
Sonbo stati consegnati anche gli attestati di partecipazione alle oltre 90 guide formate durante le prime tre edizioni del corso di Guida del Parco Geominerario svoltesi nel 2024, con lezioni presso la sede operativa del Parco Geominerario alla Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, incontri con gli stakeholders del settore geominerario e visite didattiche a siti minerari.
Ha chiuso la serata l’intervento della guida turistica e travel creator Maria Paolucci, incentrato sul patrimonio minerario dismesso sui social network.
 

Carbonia è oggi, forse, la città sarda a maggior vocazione cinematografica, grazie all’intensa attività di promozione della settima arte in tutte le sue dimensioni, messa in campo dalla Società Umanitaria attraverso il Centro Servizi Culturali e la Fabbrica del Cinema.

Il ritorno in Sardegna del docufilm “Le Cicogne di Chernobyl” dopo Napoli, Sorrento e l’anteprima svizzera di Lugano, non poteva, quindi, non toccare una piazza prestigiosa come Carbonia, l’appuntamento su iniziativa del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria è per giovedì 30 maggio ore 18.30 presso La Fabbrica del Cinema (Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai Carbonia)

Presente regista Karim Galici, il produttore esecutivo Giuseppe Carboni e una parte del cast (Andrei Pinna, Mimma Perra, Ielena Todde, Cinzia Guaita, Sergio Todde) l’introduzione sarà a cura della Società Umanitaria, previsti i saluti dell’Amministrazione Comunale di Carbonia.

 L’iniziativa si tiene nell’ambito de “Gli incontri del Cinema per il sociale” di Cittadini del Mondo con il sostegno della Fondazione di Sardegna.

Fra i protagonisti del film anche la famiglia del compianto Giampiero Pinna, fondatore del Cammino di Santa Barbara, che ha legato la sua vita a tante battaglie sociali del mondo minerario. Una occasione per scoprire un lato meno conosciuto di un uomo che tanto ha dato al territorio del Sulcis Iglesiente