12 May, 2024
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La startup Maga Orthodontics ha vinto la quinta edizione del CLab di UniCa, conclusasi ieri sera al Teatro dell’Ente lirico di Cagliari, tra gli applausi di oltre mille tra studenti, spettatori, amici e parenti dei Clabbers. Tra i team finalisti (EaBlock, eFlavor, Emfores, Glambnb, HiveGuard e Maga Orthodontics), tre sono saliti sul podio: Maga, Eablock e Glambnb. Curata da Antonio Matano (Tg1 Rai), la serata – con una platea gremita di cariche istituzionali e figure di spicco del mondo dell’impresa, industriale e bancario – ha evidenziato un percorso proficuo, basato su innovazione, creatività e talento. Più, la capacità di un rapido confronto con i mercati e la competizione. Maria Chiara Di Guardo (pro rettore Innovazione e responsabile scientifica del CLab) ha sottolineato «l’esplorazione degli adiacenti possibili: le porte da aprire per scoprire nuove opportunità e percorsi da attivare. Il nostro adiacente possibile è quello della contaminazione, del creare ponti e nuove combinazioni del sapere. Per poi esplorare nuove strade, quelle delle imprese, e quelle che vanno verso la valorizzazione dell’impegno, del sacrificio, del coraggio, del non aver paura di fare delle cose».

Maga Orthodontics di Claudio Bellu (odontoiatra) e Mersia Carboni (economia) – premiati da Maria Chiara Di Guardo – si è aggiudicata la quinta edizione del CLab per la produzione e vendita dei primi apparecchi ortodontici magnetici progettati con un software speciale. Maga ha fatto suo anche il premio di Alumni Clabbers da Michela Mari. Al secondo posto Eablock – premiati da Mario Mariani, The Net Value – di Dario Puligheddu (informatico), Miriam Meazza (scienze politiche), Matteo Fercia (economia) e Riccardo Curreli (informatica) hanno progettato un sistema che protegge i dati delle aziende, crea applicazioni blindate che riducono al minimo le incursioni degli hacker. Terza piazza per  GlamBmB – premiati da Augusto Coppola, coach storico del CLab – con Fabio Zicarelli (giurisprudenza), Sara Valdes (beni culturali), Matteo Lombardini (economia) e Marcella Palmas (architettura). Il team ha ideato la prima piattaforma europea dedicata al campeggio di lusso e location esclusive, 40 siti in Italia e 10 in Europa. Premio speciale del rettore per eFlavor (device sulla sensibilità gustativa) di Mariano Mastinu (biologia), Gloria Dessì (farmacia) e Francesco Meloni (economia).

Maga porta a casa circa 20mila euro: 4.000 euro da Sardegna Ricerche per la fast validation, 4.000 euro dall’Ambasciata degli Stati Uniti, 4.000 euro da Fondazione di Sardegna, 1.000 euro da Meta Group, 1.000 euro e assistenza software da Tecnoengi, un anno di servizi gratuiti e di partecipazione al Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria, un periodo di incubazione a The Net Value per la durata di 2 mesi, un percorso di accelerazione a Londra offerto da TechiTALIA Lab. Per Eablock un premio totale di circa 12mila euro: 4.000 euro da Sardegna Ricerche per la fast validation, 2.500 euro offerti da Digital Innovation Hub, 3.000 euro offerte dalla Fondazione di Sardegna, 1.000 euro da Banca Intesa, un periodo di assistenza tecnica gratuita per l’eventuale richiesta di fundraising nella modalità equity crowdfundinge da StrarsUP e un periodo di quattro mesi presso lo spazio di coworking di Open Campus Tiscali. Per GlamBnb premi per circa 10mila euro: 4.000 euro da Sardegna Ricerche per la fast validation, 3.000 euro offerto da Fondazione di Sardegna, 1.000 euro da Banca Intesa, 1.000 euro dalla Banca di Cagliari, un periodo di sei mesi presso lo spazio di coworking di Hub/Spoke e Prototype.

Ofer Sachs, ambasciatore d’Israele in Italia, giurato, ha detto: «Faccio un grande applauso a tutti, ai giovani innanzitutto. Siamo fiduciosi, veniamo qui a Cagliari perché la vostra del CLab è un’idea infettiva fantastica. Tra noi e voi c’è una storia d’amore. Israele, quando si parla di tecnologia, c’è».

Nimrod Kozlovki, informatico e docente all’università Tel Aviv è intervenuto prima della presentazione dei sei team finalisti: «Ci sono problemi planetari di perdita di fiducia, di telecomunicazione e hackeraggio. E si dubita anche della credibilità dei dati su internet. L’economia digitale non è solo tecnologia ma è basata sulla fiducia che si ha dell’informazione che viaggia in rete».

La serata finale si è aperta con la presentazione dei giovani del gruppo Special Olympics, con la proiezione di un filmato cui ha partecipato il grande Gigi Riva.

Al termine della finale, Nadia Pische ha intervistato il Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, e l’assessore della Programmazione e vicepresidente della Giunta regionale, Raffaele Paci. Alleghiamo anche l’intervista realizzata con Marco Deiosso, vincitore della seconda edizione del Contamination Lab nel 2015 con la Startup Nausdream, impostasi nel settore del turismo a livello europeo, intervenuto nel corso della serata per raccontare la sua esperienza.

 

                                                                

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Domenica 11 marzo, presso il Teatro Centrale di Carbonia, è salito sul palco per presentare il suo primo disco, “Swagman in West Lake”, il gruppo musicale formato da Matteo Scano al piano, Lanfranco Olivieri al contrabbasso, Pierpaolo Frailis alla batteria e Filippo Bianchini al sassofono.

In realtà il gruppo nasce come trio e, nel Sud della Sardegna, dà vita ad un progetto che vede i suoi tre componenti impegnati nell’esplorazione del jazz, loro grande passione. Fra il mese di aprile e il giugno 2016, si esibiscono in Cina, in vari concerti, e nel mese di gennaio 2017 incidono con la new entry, Filippo Bianchini.

Un periodo breve ma intenso, quello vissuto in Oriente, che li fa entrare in contatto con usi e costumi di un popolo molto diverso da quello in cui hanno vissuto sino a quel momento.

Nell’album raccontano la storia di un vagabondo che vive vicino al lago West Lake di Hangzhou. La sua vita scorre tra sogni e realtà, tra la nostalgia del passato e la frenesia del quotidiano.

Melodie che chiaramente lasciano trasparire l’incontro con un’impronta musicale colta dalla tradizione abbracciata nel loro viaggio, in quel mondo contrastante, sospeso tra templi e grattacieli. Proprio come la loro musica, caratterizzata da melodie alternate a parti forti e decise che, all’interno dello stesso brano, creano una dinamicità armonica e travolgente.

Quattro strumenti che ben si sposano tra loro, con passaggi che li vedono ora uniti quasi fossero un unico strumento, poi di nuovo separati nella loro unicità di suono.

Il pubblico si è lasciato trasportare, manifestando con ripetuti applausi, di gradire la loro musica, al punto di chiedere più di un bis che i musicisti son stati ben contenti di concedere.

Un augurio affinché questo possa essere l’inizio di un lungo e promettente cammino, verso nuovi orizzonti musicali.

Un monito per tutti i giovani che non devono rinunciare mai ai loro sogni, al contrario combattere sempre per realizzarli, anche quando la meta sembra irraggiungibile.

Nadia Pische

                                      

    

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Grande omaggio domenica 4 marzo al Teatro Centrale di Carbonia, con lo spettacolo musicale dedicato al grande cantautore Lucio Battisti, a quasi vent’anni dalla sua prematura scomparsa (il 5 marzo 2018 avrebbe compiuto 75 anni, essendo nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone).

L’evento, organizzato da Sergio Etzi, è stato presentato da Francesca Arrius.

Passo dopo passo, sul palco, ha preso vita, attraverso un viaggio musicale, la carriera di uno stimatissimo artista, nonché emblema di quegli anni in cui, per diventare famosi, bisognava ancora fare una lunga “gavetta”.

Sin dalle prime canzoni, il pubblico ha subito manifestato una grande voglia di cantare e di battere le mani a ritmo, tornando indietro nel passato ed accarezzando così ancora una volta ricordi di gioventù, ancorati strettamente al cuore.

Con la band “Emozioni Battisti”, formata da Maurizio Palla alla batteria, Marcello Cardia al basso, Pino Montalbano e Paolo Loi alle chitarre, Daniel Meloni ed Erica Loi alle voci, ha cantato alcuni pezzi anche Susy Pintus, una cara amica di Lucio e di suo padre, con cui ha vissuto sino al 2008, anno in cui è scomparso. Questa sua convivenza con il padre del cantante le ha dato modo di conoscere alcuni aneddoti legati alla sua vita sin da quando era piccolo e già sognava di cantare.

Durante la serata proprio Susy ci ha fatto sorridere e a tratti commuovere, con la lettura di tre lettere scritte da Lucio, una per Natale dedicata ai suoi genitori quando aveva solo 8 anni, le altre due indirizzate alla mamma quando, un po’ più grande, cominciava ad assaporare qualche successo ed ancora ignorava, quanto poi sarebbe volato in alto con le sue canzoni, con le sue poesie musicate.

Una scelta difficile, visto il ricco repertorio da cui sono stati tratti brani che hanno fatto vibrare il cuore come “I giardini di marzo” una dolce dichiarazione d’amore, “E penso a te” una conferma d’amore sconfinato, “Mi ritorni in mente” un amore impossibile da dimenticare e che farà per sempre parte di un sogno, “Emozioni” tutte quelle sensazioni che si agitano nell’animo umano, “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi” i ricordi che non consolano e tanti altri, dalla melodia incantevole, ora decisa, ora morbida e delicata.

Le tematiche delle sue canzoni, per lo più di natura amorosa in cui dolore, rammarico e disperazione, senso di vuoto e solitudine sono ricorrenti, gli regalano un’immagine di “cantore dell’amore” immortalando per sempre i suoi pezzi dall’immenso valore artistico, che rimarranno per sempre impressi nella memoria collettiva.

Una discografia, testimone del Novecento musicale italiano, che ci farà ancora sognare per chissà quanti altri decenni.

Nadia Pische

                                                                        

 

                    

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Impeccabili vetrine di alcuni scorci del territorio del Sulcis Iglesiente curate di tutto punto da due voci e due volti noti dell’emittente televisiva Videolina. A partire dal 6 marzo, alle 21.00, ogni martedì per dodici settimane, i giornalisti Luca Gentile e Giacomo Serreli ci porteranno a visitare, attraverso il piccolo schermo, con la trasmissione “Sud Ovest”, le meraviglie di luoghi che incanteranno gli spettatori che non resisteranno al fascino e alla curiosità di visitarli di persona.

Sarà un viaggio di dodici puntate per altrettanti paesi ricchi di storia, cultura, tradizioni, architettura, archeologia, in uno scenario di mare o di montagna. Tutti luoghi di inestimabile bellezza e ricchi di opportunità legate, soprattutto, alla tradizione e alla terra, nella sua espressione più naturale.

I telespettatori seguiranno un itinerario tra paesi conosciuti o meno frequentati del Sud Ovest, cominciando da Carbonia. Della città che deve la sua nascita alla miniera di carbone, i due giornalisti racconteranno le origini. Le immagini saranno quelle dell’archivio storico, ma anche quelle delle gallerie della Grande Miniera di Serbariu, della Fabbrica del Cinema, ricca di oggetti storici della settima arte.

La seconda puntata sarà dedicata a Santadi, paese di montagna ricco di tradizioni agro-alimentari. La terza serata, Luca e Giacomo narreranno, attraverso immagini e parole, la storia di Iglesias, nella quale emergono l’influenza spagnola delle tradizioni della settimana Santa ed una grande presenza di chiese. Con la quarta puntata ci porteranno al mare, a Sant’Antioco, paese più antico d’Italia. A seguire ci saranno Sant’Anna Arresi, Villamassargia, Buggerru, Carloforte, Narcao, Teulada, Portoscuso e Tratalias.

La regia è di Beppe Passavanti, le riprese di Francesco Lattuca e Maurizio Carboni, gli specializzati di ripresa sono Paolo Santus e Giuseppe Marras, il responsabile tecnico Alessandro Fiori, la responsabile di produzione Alice Navarino.

Un’occasione per gustarsi, comodamente in poltrona, una passeggiata che mette in luce e porta sotto i riflettori, in modo dinamico e coinvolgente, itinerari dai temi e dalle qualità paesaggistiche particolari, emblema di risorse identitarie.

Buona visione a tutti.

Di seguito alcuni scatti fatti presso la Fabbrica del Cinema a Carbonia.

Nadia Pische

            

 

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La settimana scorsa, presso alcune classi della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta, si è svolto un interessante laboratorio di educazione alimentare. Il progetto, promosso dalla coop 3 di Arborea, nasce da un accordo con l’ufficio scolastico regionale ed ha come obiettivo portare, nelle scuole, le linee guida del ministero dell’Istruzione per l’educazione alimentare.

I bambini si sono divertiti a “rispolverare” alcune nozioni già acquisite e a “scoprirne” di nuove.

Come stai? Ecco la prima domanda a cui si sono ritrovati a rispondere. Tutti hanno pensato al benessere fisico ma ovviamente star bene racchiude anche una componente psicologica, bastano due parole per star bene davvero: alimentazione e movimento cioè mangiar sano e fare attività fisica.

Di seguito potrete ritrovare alcune “chicche” per verificare se, sia che siate grandi, sia che siate bambini, se avete bene in mente alcune regole importanti per stare bene nel vero senso della parola.

E’ importante allevare i sensi, perché prima di mangiarlo il cibo lo guardiamo, lo annusiamo, proviamo se è caldo o freddo, morbido o duro… ed è proprio grazie ai sensi che capiamo se un alimento è in buone condizioni o meno.

Ma anche l’acqua svolge la sua funzione, infatti, si può vivere una settimana senza mangiare, ma solo un paio di giorni senza bere, una buona regola è bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno.

L’attività fisica all’aperto vai poi a completare il quadro, perché le calorie che introduciamo con il cibo, devono essere le stesse che spendiamo muovendoci, sennò ingrassiamo.

E’ importante variare la propria alimentazione e mangiare di tutto in quanto ogni alimento ha determinati principi nutritivi.

Così come sarebbe meglio consumare frutta a verdura rigorosamente di stagione, essendo in questo modo più saporita e nutriente.

Seguire la regola del “five a day”: mangiare frutta e verdura per cinque volte al giorno ci aiuta a stare meglio, se poi la mangiamo di colori diversi aumentiamo l’apporto di vitamine, perché ad ogni colore corrisponde una diversa proprietà.

«Un’abbondante prima colazione verso le 7.00, uno spuntino intorno alle 10.00, pranzo verso le 13.00, merenda alle 17.00 e cena più o meno alle 20.00.»

Con una simile tabella di marcia il benessere è assicurato.

Chi non fa colazione la mattina, infatti, fatica a concentrarsi, si stanca facilmente ed è privo di energia, oppure se consuma in modo sbagliato si appesantisce senza incamerare il necessario per la prima parte della giornata.

Anche non farsi fuorviare dalla pubblicità è un modo per scegliere gli alimenti sani oltre che buoni ed il più possibile privi di conservanti e coloranti. Così come gli ingredienti devono essere sempre controllati: meno ingredienti compaiono sull’etichetta più naturale è il prodotto.

Tutto questo i bambini lo hanno “rispolverato o scoperto” attraverso il gioco, il miglior metodo per imparare. A voi, cari lettori, restano solo queste righe che, in modo semplice e lineare, vi potranno venire incontro qualora voleste imparare a “mangia sano”.

Nadia Pische

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Si è conclusa giovedì primo marzo, al Teatro Centrale di Carbonia, la sesta edizione di “Identità in transito – Il cinema a teatro”, con la proiezione del film drammatico “Libere, disobbedienti, innamorate”.

La rassegna, vista la scelta varia delle pellicole proposte, ha portato in sala numerosi spettatori che, con la loro presenza, hanno confermato il gradimento della manifestazione, dando così al bilancio un giudizio più che positivo.

“Identità in transito – Il cinema a teatro” aveva preso il via il 15 febbraio con un’originale commedia “Easy. Un viaggio facile facile”, la seconda proiezione il 18 febbraio con una commedia sul senso della vita e sugli incontri che cambiano l’esistenza “Mr. Ove”, a seguire il 22 febbraio con, per la prima volta, un film horror “The witch”, quindi la commedia.musical “Ammore e malavita” il 25 febbraio per poi concludersi con l’ultima proiezione, quella del primo marzo.

Non ci resta che attendere il prossimo appuntamento con le grandi pellicole del cinema da gustare comodamente in teatro.

Di seguito un’intervista a Raffaela Saba, operatrice dei Servizi culturali della Società Umanitaria.

Nadia Pische

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Martedì 27 febbraio grande spettacolo al Teatro Centrale di Carbonia, dove, per la Stagione di Danza 2017-2018 del CEDAC, “l’Odyssey Ballet” di Mvula Sungani, con l’etoile Emanuela Bianchini e i solisti della Compagnia Mvula Sungani Physical Dance, in tournée nell’isola nell’ambito del circuito dello Spettacolo in Sardegna, ha messo in scena il celebre poema omerico. La trama narra le gesta di Ulisse e del suo interminabile viaggio tra il volere degli dei e l’imprevedibilità del fato, metafora di chi parte in cerca di fortuna e lascia a casa i propri cari che, con ansia e trepidazione, attendono il loro ritorno, un tema vecchio ma sempre attuale. Il tutto raccontato attraverso la danza, da quella classica a quella moderna, alla folkloristica, ma anche arti marziali e tecniche circensi. Sulla colonna sonora, curata ed eseguita da Alessandro e Riccardo Medile, i ballerini, cinque donne ed un uomo, hanno danzato con una leggerezza tale da farli sembrare fluttuanti ora nell’aria, ora come fossero immersi nell’acqua. I loro corpi, illuminati da un particolare gioco di luci, hanno creato figure magiche, i loro movimenti flessuosi e morbidi hanno, a momenti, reso difficile distinguere un corpo da un altro. Capacità e professionalità che il pubblico ha più volte voluto sottolineare con ripetuti scroscianti applausi, a quello che è stato un vero e proprio ventaglio di coreografie dell’artista italo-africano dove, con arte, si sono fuse varie tecniche di danza e linguaggio del corpo, che hanno regalato un impatto visivo dinamico, a volte deciso ed imponente, a volte sensuale e travolgente, trascinante e sempre capace di catturare l’attenzione dello spettatore.

Nadia Pische

     

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Nella serata di giovedì 15 febbraio, ha visto la luce, presso il Teatro Centrale di Carbonia, la sesta edizione di “Identità in transito, il Cinema a Teatro”, una rassegna vincente, nella quale trovano spazio film d’autore, spesso vincitori di premi prestigiosi.
Organizzato e promosso dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, in collaborazione con la cooperativa Meela, Ucca – Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI, il Circolo ARCI La Gabbianella Fortunata ed il Circolo FICC La Miniera di Carbonia, l’evento darà spazio ad altre quattro proiezioni, oltre alla commedia andata in onda giovedì sera: ancora una commedia, un horror, una commedia-musical e, per finire, un tocco di drammaticità. Un ventaglio variegato di identità molto diverse fra loro, che intrecciano rapporti interpersonali in quello che poi altro non è, se non il nostro mondo reale… storie di tutti giorni che si muovono e prendono vita innescando delle riflessioni forti negli spettatori.
La proiezione di giovedì sera “Easy – Un viaggio facile facile” di Andrea Magnani, ha visto il pubblico coinvolto dalla storia del protagonista che sembrava aver ormai fallito in tutto, ma che forse improvvisamente ha avuto l’occasione per riscattarsi e far emergere il proprio valore. Una vicenda che, pur facendo sorridere, invita ad una serie di riflessioni importanti: la morte bianca, tema purtroppo ai giorni nostri molto attuale e lo sfruttamento dei migranti, per certi versi non graditi ma occupati in lavori duri e sottopagati, ma anche la scelta di nascondersi in un mondo virtuale per rifuggere così da problemi di emarginazione da parte della società, stretta tra stereotipi di perfezione spesso inesistenti nella realtà. Di seguito, una breve intervista realizzata con Moreno Pilloni, operatore del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria, che ha presentato l’evento.
Nadia Pische

 

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E’ stata allestita, a partire dallo scorso mese di dicembre, presso “La Grande Miniera di Serbariu”, una particolare mostra dal titolo “Tesori del sottosuolo, minerali e loro utilizzo”.

Nelle teche si possono ammirare ancora sino alla fine del mese di febbraio, una cinquantina di reperti mineralogici della collezione del Gruppo Ricerche Speleologiche E.A. Martel di Carbonia, costituita da fondi e donazioni delle raccolte Vittorio Pispisa e Domenico Russello, integrati con reperti di una collezione privata.

La caratteristica dell’esposizione è data dall’abbinamento del minerale con il suo prodotto finale… raschietti, lame e punte di freccia in bella mostra vicino all’ossidiana, cavi ed avvolgimenti elettrici e monete vicino al rame, lattine e parti di macchinari a fianco all’alluminio, ma anche oro con vicino monete e gioielli, argento con monili e batterie, antimonio con diodi e sensori infrarossi, stagno con vernici antivegetative e saldature, stronzio con tubi catodici di televisori e telecamere, talco con cosmesi e non solo. Sono tanti altri ancora, infatti, i minerali che si possono ammirare.

Data la particolarità, il suggerimento è quello di andare a visitarla ed aggiungere così un’altra pagina alle già presenti conoscenze.

Nadia Pische

   

 

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Nel magico borgo di Tratalias, dove il tempo sembra essersi fermato, ci si reca per fare un tuffo nel passato, nei giorni lontani dei nostri nonni bambini.

Proprio lì ha voluto dar vita ad un particolare laboratorio, una giovane ragazza, il cui nome “Arianna”, sembra riportarci ad una storia che racconta di un filo e che tutti, almeno una volta, abbiamo sentito raccontare.

Ed anche l’Arianna di cui vi narrerò oggi, ha a che fare con un filo, un prezioso filo di seta: il bisso, un filamento simile alla seta, che viene secreto da vari molluschi, tra i quali troviamo “Atrina pectinata”, parente della nota “Pinna nobilis”, volgarmente conosciuta col nome di “nacchera”. Essa vive nei fondali sabbiosi del mar Mediterraneo ed è oggetto di tutela, perché dichiarata specie in estinzione dal 1992.

Un mollusco, quello da cui ricava il filo Arianna Pintus, pescato e venduto in tutto il mondo per le sue carni, mentre i suoi filamenti sono considerati uno scarto.

Il filo di seta marina, che è molto corto, viene lavorato dalle delicate e pazienti mani di Arianna, secondo un processo lungo e difficoltoso, soprattutto per quanto riguarda la filatura, con l’uso di attrezzature tradizionali, che ha ricostruito seguendo la tradizione dei suoi avi.

Le sue creazioni nascono da intrecci di fili che danzano all’interno di un telaio depositario di antichi saperi.

La passione di Arianna, col tempo, diventa una vera e propria occupazione, con amore e dedizione segue personalmente la semina e la cura, sino al raccolto, anche del lino che poi tesse.

Il filo dorato del mare ed il filo del lino, dono della terra, sono la dimostrazione di quanto Arianna sia legata alla natura e alla tradizione.

In “Sa domu de su linu” si possono apprezzare le sue opere, frutto di ore di intenso e laborioso lavoro. Il filo di un passato che si muove tra miti e leggende, tra fantasia e realtà e si collega con un presente che viene tenuto in vita da una ragazza di nuova generazione, che fa della sua arte pura linfa per il futuro.

Nadia Pische