19 December, 2025
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Piero Comandini 6

Venerdì 15 gennaio, presso la Sala Conferenze Planetario Unione Sarda a Cagliari, Piero Comandini, consigliere regionale del Partito Democratico, presenterà la proposta di legge n° 223 in materia funebre e cimiteriale di cui è primo firmatario.

«La proposta di legge – spiega Piero Comandini -, ha lo scopo di colmare un vuoto normativo nella nostra Regione sulla disciplina in materia funeraria e di polizia mortuaria, esigenza sentita da tempo dal legislatore della Sardegna in quanto gli unici riferimenti tampone risalgono al 2009 e 2012. L’obiettivo della PL 223 è quello di regolamentare il settore funerario, non solo per gli aspetti igienico-sanitari ma anche e soprattutto per quelli gestionali, di natura economica – imprenditoriale, a tutela dei cittadini e dei parenti delle persone decedute.»

Questa proposta si allinea alla normativa nazionale di settore, ed è stata elaborata di concerto e condivisa dai rappresentanti del settore, FEDERCOFIT e FENIOF, nell’ottica di rispondere con soluzioni concrete ai problemi che da tempo si verificano.

L’on. Daniela Gasparini, parlamentare del Partito Democratico, interverrà al convegno e illustrerà la proposta di legge nazionale presentata nel giugno scorso, assieme ad alcuni colleghi, alla Camera dei deputati con lo scopo di apportare, a livello nazionale, le necessarie riforme all’interno del comparto funebre e cimiteriale.

«E’ ormai improrogabile – conclude Comandini -, la necessità di disciplinare il settore con regole certe e valide per tutti, che garantiscano il diritto dei più deboli ad avere assicurata una sepoltura dignitosa e nel contempo salvaguardare il settore da speculazioni economiche di qualsiasi natura. Speculazioni più volte rilevate nel mercato dell’offerta dei servizi funebri, sia a livello regionale che nazionale.»

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Palazzo del Consiglio regionale A

I sindacati chiedono norme di salvaguardia più stringenti per i dipendenti e i precari delle Province, proroga dei contratti a tutto il 2016 per i lavoratori delle società in house, alla commissione “Autonomia” del Consiglio regionale, alla vigilia del dibattito sul Dl 176 sul riordino degli Enti locali che da domani sarà all’attenzione dell’Aula.

La commissione, presieduta da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, preoccupati per il futuro del personale degli enti intermedi.

«Il testo di legge in nostro possesso prevede un generico richiamo alla Delrio sulle tutele per il personale – ha detto il segretario della Cisl Funzione Pubblica Davide Paderi – ci sembra una posizione debole, è urgente prevedere clausole di salvaguardia più forti. Ancora non conosciamo il testo definitivo della riforma, ci aspettiamo un pronunciamento chiaro da parte della Giunta regionale. Sui posti di lavoro intanto sale la tensione, i lavoratori sono preoccupati per il loro futuro anche alla luce delle notizie che arrivano da altre regioni d’Italia dove l’attuazione della riforma nazionale non sta dando i risultati sperati.»

Fulvia Murru della Uil Funzione Pubblica ha invece chiesto garanzie sul mantenimento dell’articolo 71 del disegno di legge (Conservazione del trattamento giuridico ed economico per i dipendenti delle province trasferiti ad altri enti) e chiarezza sulle risorse finanziarie che la Regione destinerà al passaggio delle funzioni dalle province alle Unioni dei Comuni. «Deve essere rispettato il principio che il personale segue le funzioni – ha rimarcato Murru – questo deve valere anche per i lavoratori delle società in house che finora hanno assicurato lo svolgimento dei servizi essenziali per i cittadini».

Su questo fronte è intervenuto anche il segretario della Cgil Funzione Pubblica Antonio Cois che ha chiesto di prevedere una proroga dei contratti almeno fino al 31 dicembre 2016 per le società in house: «Questo provvedimento darebbe serenità ai lavoratori e garantirebbe la continuità dei servizi in attesa che la riforma degli enti locali entri a regime».

Sulla situazione drammatica delle società in house si sono soffermati anche Giuseppe Atzori (Fisascat Cisl) Vincenzo De Monte (Uil) e Sergio Codonesu (Cgil). Per molti lavoratori– hanno ricordato i rappresentanti sindacali – i contratti scadranno nei prossimi giorni. Nessuno dei commissari delle Province ha dato finora indicazioni per le proroghe, alcune società hanno già avviato le procedure di licenziamento collettivo. «C’è bisogno di tempo perché la riforma diventi operativa – ha sottolineato Codonesu – occorre trovare le risorse per assicurare la continuità dei servizi altrimenti tutte le società in house saranno costrette a chiudere con conseguenze gravi per tutti i cittadini».

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Mario Floris, Walter Piscedda, Piero Comandini e Salvatore Demontis. Il presidente Francesco Agus ha garantito l’impegno della Commissione per assicurare la continuità dei servizi svolti finora dalla Province: «La Regione – ha ricordato Agus – ha dovuto subire le conseguenze di una riforma decisa a livello nazionale che ha comportato tagli pesantissimi per le province. L’obiettivo ora è lavorare in sintonia con la Giunta e i parlamentari per arrivare ad una soluzione condivisa».

Francesco Agus ha auspicato l’accoglimento della proposta emendativa presentata in Parlamento alla Legge di Stabilità che prevede il superamento del precariato e l’estensione del contributo da 400 milioni di euro, stanziato a favore delle province delle Regioni a Statuto ordinario, anche per gli enti intermedi delle Regioni a Statuto Speciale (consentirebbe alla Sardegna di ottenere una dotazione di 15 milioni di euro). Il presidente, infine, ha concordato sul fatto che anche i lavoratori delle società in house debbano seguire le funzioni: «Il principio deve valere anche per loro. La totalità delle funzioni e delle competenze su scuole, ambiente e strade rimane alle province e i servizi legati a questi settori sono in capo alle società in house. Il testo che domani andrà in Aula si occupa del riordino degli Enti Locali e non tratta la materia finanziaria. L’ultima Conferenza Stato-Regioni ha chiarito che le norme sulla riduzione di spesa per il personale non si applicano alle Regioni a Statuto Speciale. La speranza – ha concluso Agus – è che la legge di stabilità metta a disposizione le risorse finanziarie necessarie a garantire il funzionamento del sistema degli Enti locali».

 

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Piero Comandini 6

Il consigliere regionale Piero Comandini è il primo firmatario di un’interpellanza, presentata insieme agli esponenti del gruppo PD della maggioranza in Consiglio regionale, nella quale si sottolinea che, nonostante la Regione Sardegna abbia sempre prestato un’attenzione particolare al fenomeno dell’immigrazione, perseguendo l’obiettivo principale di favorire la piena integrazione del cittadino immigrato nel tessuto sociale locale in tutti i suoi aspetti e livelli: civile, politico e culturale, nel rispetto di ciò che lo differenzia dalla società ospite, non si riesce a superare la situazione di impasse che perdura ormai da diversi mesi.

Il servizio, infatti, è stato sospeso lo scorso 30 aprile, data di scadenza del contratto di collaborazione coordinata e continuativa sottoscritto tra l’Amministrazione provinciale e i mediatori culturali, contratto mai rinnovato nonostante, prosegue Comandini, la Giunta regionale con propria delibera n. 25/17 del 26 maggio 2015 abbia ribadito l’importanza professionale e umana che il mediatore culturale ricopre in una società sempre più multi etnica, confermando la volontà dell’esecutivo di favorire la piena integrazione del cittadino immigrato attraverso l’attivazione di un progetto innovativo nell’ambito dei servizi di mediazione culturale che valorizzi appunto le buone prassi già avviate in passato, stanziando ben 2.400.000,00 euro per rendere esecutivo il progetto, ritenuto urgente, volto a garantire la continuità dei servizi esistenti e nel contempo uniformare il servizio nell’intero territorio regionale, sorge spontanea una domanda: come mai, nella totale assenza delle istituzioni, dopo ben sette mesi dall’approvazione della delibera il progetto non sia stato ancora attivato?

Piero Comandini sostiene, con fermezza e decisione, che in considerazione delle tragedie che periodicamente si consumano nel Mediterraneo e che colpiscono anche la nostra isola, la Sardegna deve imprimere una svolta positiva nel processo di accoglimento e integrazione dei migranti, solo attraverso l’intervento dei mediatori culturali possiamo garantire e favorire i loro l’accesso ai servizi socio-sanitari e assistenziali, nel circuito scolastico e alle altre opportunità di tipo educativo-formativo, condizioni essenziali, conclude Comandini, per un buon inserimento sociale.

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Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, nelle battute iniziali della seduta di questa mattina, ha comunicato all’Assemblea la presa d’atto da parte della Giunta delle elezioni della decisione del Consiglio di Stato che il 13 novembre scorso ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis contro la sentenza del Tar che lo aveva escluso dall’Assemblea sarda.

Il presidente ha poi rivolto un messaggio di solidarietà al popolo francese e un pensiero speciale a Valeria Solesin, la giovane dottoranda veneziana morta nell’attentato al Bataclan.  «Quanto accaduto a Parigi  lo scorso venerdì sconcerta e addolora – ha detto Gianfranco Ganau – i drammatici e sanguinosi attentati compiuti da miliziani dello Stato islamico che hanno sconvolto la capitale francese e con essa l’Europa e l’intero Occidente, lasciano un triste quanto terribile bilancio: 129 morti, oltre 350 feriti. Un attacco senza precedenti da parte del terrorismo fondamentalista islamico, feroce e mirato a distruggere quei valori di civiltà, democrazia, libertà e pace, così duramente conquistati».

Il presidente ha poi proseguito auspicando unità, determinazione e impegno costante contro ogni forma di estremismo «perché la pace fra i popoli è un percorso lungo, difficile ma obiettivo primario da raggiungere e alimentare costantemente. Prima la tragedia del 7 gennaio con la strage alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ora gli attacchi del 13 novembre. L’assalto all’Europa continua e la repressione messa in atto finora non è riuscita ad intimorire le cellule dell’Isis – ha detto ancora Ganau – il Califfato è attrattivo e affascina, ma soprattutto continua a reclutare. La violenza e la pericolosità di quanto accaduto impone uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini e la loro incolumità. “Estirpare la capacità di attrazione del terrorismo” – ha dichiarato ieri il ministro Gentiloni alla Camera riferendo in aula dopo la strage di Parigi -, deve essere l’obiettivo dell’Europa unita. “Li combatteremo, non dichiarando guerra all’Islam” – ha detto ancora il ministro degli Affari Esteri -, un principio che mi sento di condividere appieno perché è questo il vero pericolo che si rischia di correre: un vortice di violenza e terrore che porterà ancora morte e distruzione. Credo che la morte e l’orrore di questi ultimi giorni impongano a noi tutti una seria riflessione su quale siano le strategie da attuare. Ricordiamo che l’Isis colpisce anche  le centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Siria e dall’Iraq, non terroristi ma vittime, ricordiamo Beirut, appena un giorno prima la strage di Parigi,  dove hanno perso la vita  43 persone e 239 sono rimaste ferite». 

Il presidente ha quindi rivolto un pensiero speciale alla giovane dottoranda veneziana Valeria Solesin, morta nel corso degli attentati al Bataclan. «Ai suoi genitori, alla loro dignità e compostezza nel terribile dolore per la morte di una figlia, esprimiamo tutto il nostro cordoglio. Alla Francia e al suo popolo – ha concluso il Ganau – quest’Assemblea esprime tutta la propria vicinanza».

Su invito del presidente, il Consiglio ha quindi osservato un minuti si silenzio in memoria delle vittime degli attentati di Parigi e delle persone morte un anno fa in Sardegna a causa del ciclone Cleopatra.

Successivamente l’Aula ha iniziato la discussione, in base all’art. 102 del Regolamento, della Proposta di legge n. 279 (“Differimento del termine di entrata in vigore della centrale unica di committenza”), firmata da tutti i capigruppo.

Il relatore Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato in apertura l’aggancio alla legge Del Rio operato dal Consiglio con un emendamento che fissava la scadenza a novembre e determinando di fatto, ha ricordato, «una situazione in cui i Comuni non possono più bandire gare d’appalto, fare concorsi ed avviare i cantieri di lavoro, in pratica le amministrazioni sono totalmente bloccate» Il testo, quindi, «è molto urgente, mentre dal prossimo anno è opportuno che la Regione intervenga tenendo conto sia delle necessità dei Comuni che, soprattutto, delle esigenze reali dei cittadini».

Il consigliere Gianmario Tendas, anch’egli del Pd, ha messo in luce l’aspetto riguardante i limiti temporali indicati a suo tempo per le centrali uniche di committenza sottolineando che «tale atto non era in effetti obbligatorio come confermato dall’autorità nazionale anti-corruzione rispondendo ad un quesito della Regione Friuli Venezia Giulia, che esclude dall’applicabilità della norma le Regioni a Statuto speciale». «Va bene quindi la proroga che consente l’utilizzo immediato delle risorse – ha sostenuto – ma per il futuro è opportuna una riflessione più ampia».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che il provvedimento interviene su un problema reale precisando però che «non è vero che i Comuni sono tutti nelle stesse condizioni, in effetti si sta allineando verso il basso la situazione degli Enti locali mentre sarebbe meglio tenere conto dei comportamenti virtuosi anche introducendo meccanismi di premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha detto che, a suo avviso, «il provvedimento è utile ed è stato sollecitato più volte dall’Anci, perché buona parte dei Comuni che non hanno attivato per tempo le procedure previste ed in attesa della riforma degli Enti locali le amministrazioni rischiano il blocco dell’attività e soprattutto il blocco della spesa dei fondi europei». «Piuttosto – ha concluso – bisognava intervenire qualche settimana fa prima della scadenza del termine».

A nome della Giunta l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha espresso parere positivo. Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 53 voti favorevoli.

Subito dopo è iniziato l’esame dell’art. 1.

Il consigliere Walter Piscedda (Pd) ha annunciato il ritiro dei suoi emendamenti ricordando che il suo Comune ha costituito la centrale unica e lamentando il fatto che «ogni volta che i Comuni sono in ritardo si fa una norma tampone; tutti conoscevano la scadenza e sarebbe stato utile un segnale in direzione della premialità».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto contrario alla tesi di Piscedda perché, a suo avviso, «il meccanismo di premialità e penalità non avrebbero trovato spazio; l’Anci ha ricordato con preoccupazione le grandi difficoltà dei Comuni ed introdurlo sarebbe stato un segnale fortemente negativo».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «forse anche la Regione non sa sempre cosa deve fare ed in quali tempi; la chiarezza farà bene anche ai Comuni».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il termine del 31 gennaio può andare bene in situazioni di emergenza ma, ha precisato, «proprio gennaio è un mese difficile sia per la Regione che per i Comuni perché è un grande incrocio di complesse questioni finanziarie e contabili, sarebbe dunque meglio il 28 febbraio, sia per la Regione che per i Comuni».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è espresso in modo crtico nei confronti delle dichiarazioni del collega Piscedda «che ha fatto bene a ritirare emendamenti che non sarebbero stati adatti in questi casi; tutti i Sindaci hanno grandissimi problemi per le amministrazioni a causa della confusione legislativa di questo momento e stupisce che proprio un Sindaco abbia fatto una dichiarazione del genere».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) ha detto, da sindaco, di sentirsi «offeso». «I Comuni sardi –ha aggiunto – stanno aspettando una parola definitiva dalla Regione sulla riforma degli Enti locali e, sul piano amministrativo, le cose non stanno come dice Tendas perché si possono fare acquisti ma non bandire gare d’appalto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha osservato che la questione all’attenzione del Consiglio «è solo quella della proroga al 31 dicembre perché dal primo gennaio cambierà tutto con la legge di stabilità; in questo mese e mezzo dobbiamo intervenire per consentire ai Comuni di operare correttamente nei loro ambiti, sotto questo profilo gennaio è una soglia di sicurezza». «La riforma degli Enti locali – ha concluso – dovrà disciplinare autonomamente anche questo aspetto per dare a tutti certezze per il futuro».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento orale proposto dalla consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda sull’allungamento della scadenza alla fine di febbraio. Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato la consigliera Zedda a ritirare l’emendamento e la consigliera Zedda ha accolto la richiesta.

Chiarito questo aspetto procedurale, il Consiglio ha esaminato ed approvato i 2 articoli della legge e, con 55 voti favorevoli, il testo finale del provvedimento.

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al relatore della Pl 275 Disposizioni in tema di anticipazioni finanziarie a favore dei Gruppi di azione locale” per illustrarne forma e contenuto. Il consigliere Piero Comandini (Pd) dopo aver rivolto parole di ringraziamento ai colleghi e a tutti i capigruppo per la sottoscrizione della proposta che ha come obiettivo quello di garantire le anticipazioni finanziarie a favore dei Gal, previste dall’articolo 9 della legge finanziaria 2015. «Le anticipazioni ai Gal – ha spiegato l’esponente della maggioranza – non sono state erogate in quanto, in fase attuativa del fondo, l’organismo pagatore Agea ha manifestato l’impossibilità di attivare il flusso dei pagamenti così come indicato al comma 2 della stessa previsione normativa». «Agea – ha proseguito Comandini – ha, infatti, segnalato l’impossibilità per i Gal di rilasciare procura irrevocabile all’incasso del contributo pubblico a favore della Sfirs da notificare alla stessa Agea, in quanto la procura comporta che i benefici dell’agevolazione vengano direttamente o indirettamente trasferiti ad un altro soggetto giuridico diverso dai Gal, che non risulta beneficiario, e pertanto non è rimborsabile da Agea».

Il consigliere dei democratici ha quindi ricordato il ruolo dei Gal per la spendita delle risorse comunitarie della precedente programmazione ed ha sottolineato che l’approvazione del provvedimento non comporterà alcun onere aggiuntivo per l’amministrazione regionale.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha espresso perplessità sulle motivazioni addotte da Agea ed ha dichiarato: «La Sfirs è titolare di una procura irrevocabile». L’esponente della minoranza ha lamentato che la Giunta “sembra inchinarsi alle volontà di Agea” e più in generale “alla burocrazia”. Marco Tedde ha concluso auspicando una riflessione su atteggiamenti e comportamenti dell’Agenzia per l’erogazione in agricoltura.

Il consigliere del gruppo “Sovranità, democrazia, lavoro”, Pier Mario Manca, nell’esprimere favore alla proposta illustrata dal consigliere Comandini ha colto l’occasione per rimarcare l’urgenza della istituzione del soggetto pagatore in Sardegna «così da non dipendere più da Roma e da Agea».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha espresso favore alla Pl 275 e ribadito la necessità di un superamento “del problema delle anticipazioni ai Gal, anche per scongiurare il blocco delle attività di sviluppo locale condotte dai Gal della Sardegna”. Il consigliere della maggioranza ha concluso con l’auspicio che le cifre destinate come anticipazione siamo trasformate “in fondo di rotazione“ e le procedure utilizzate anche con la nuova programmazione.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha dichiarato voto favorevole alla proposta Comandini ed ha sollecitato la presentazione di un documento in Consiglio, anche con le procedure d’urgenza, per dare operatività all’ente pagatore sardo.

A seguito del parere favorevole alla Pl 275 dichiarato dalla Giunta il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, dopo aver riscontrato l’assenza di iscritti a parlare ha posto in votazione l’articolo 1 Modifiche all’articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2015 (Concessione di anticipazioni ai Gruppi di azione locale)” che è stato approvato e così è stato per l’articolo 2 “Entrata in vigore”.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, intervenendo per dichiarazione di voto ha espresso favore per la Pl 275 ed ha manifestato rammarico per l’impossibilità, vista l’assenza dall’Aula, di avere rassicurazione dall’assessore dell’Agricoltura sui tempi per dare piena operatività all’ente pagatore sardo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha sollecitato la riforma di tutti gli enti e delle agenzie del comparto agricolo ed ha auspicato l’intervento “diretto” del presidente della Giunta per accelerare l’istituzione dell’ente pagatore sardo per le agevolazioni in Agricoltura.

Il consigliere Piero Comandini è intervenuto per dichiarare il voto a favore del gruppo del Pd.

Il consigliere dei democratici, Antonio Solinas, ha ricordato, invece, le resistenze manifestate nel corso della precedente legislatura dall’allora direttore Argea per svolgere i compiti di organismo pagatore in Sardegna.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la votazione sul testo finale della legge che è stata approvata all’unanimità con 54 voti. 

L’Aula è quindi passata all’esame dei documenti n. 10 “Richiesta di parere sul disegno di legge costituzionale n. 895 relativo a Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia elettorale e di ordinamento degli enti locali” e n.13 “Richiesta di parere sulla proposta di legge costituzionale n. 3212 recante Modifiche alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna)”.

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha spiegato che i due documenti sono stati esaminati dal parlamentino da lui presieduto contestualmente al Disegno di legge di riordino degli enti locali.

Francesco Agus ha manifestato la necessità di un supplemento di discussione e di un confronto con i relatori delle due proposte di legge di modifica dello Statuto, chiedendo un rinvio in commissione dei due documenti e la convocazione di una serie di audizioni con i presentatori dei testi parlamentari.

 Sulla richiesta di rinvio, è intervenuto il consigliere Tedde che ha espresso perplessità sulla posizione del presidente Agus: «Non capisco il motivo di un rinvio – ha sottolineato Tedde – ci sono tempi che devono essere rispettati. Per uno dei pareri siamo già in ritardo. Non vedo nel merito una motivazione valida».

Marco Tedde ha poi ricordato che l’articolo 43 dello Statuto, così come formulato, blocca le riforme: «I contenuti della proposta di legge costituzionale si possono discutere perché vanno nella direzione di un miglioramento dello Statuto e introducono modifiche di buon senso – ha affermato Tedde – sarebbe stato più utile che i proponenti si fossero confrontati con la Giunta e con il Consiglio».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris  ha definito “singolare” la proposta del presidente della Commissione Autonomia. «E’ necessario aprire la discussione su argomenti di fondamentale importanza – ha rimarcato Floris – siamo di fronte a un atteggiamento contradditorio: prima si dice che le riforme costituzionali si intersecano con la riordino degli Enti Locali e poi si chiede il rinvio in Commissione Autonomia dei documenti. Una Commissione, tra l’altro, che si riunisce da tempo senza la minoranza»

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha invece detto di condividere la richiesta del presidente Agus: «I provvedimenti vanno discussi nel merito – ha detto Cocco – non capisco perché non si debbano sentire i parlamentari. I due provvedimenti saranno all’esame di Camera e Senato, è una questione delicatissima. Arrivare in Aula con un parere più tecnico che di sostanza non va bene. Giusto il rinvio in Commissione».

Per il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni «il problema non è di poca entità, dobbiamo esprimere un parere su alcune modifiche statutarie che toccano l’autonomia e le istituzioni regionali. La Commissione lavora senza la minoranza, è necessario fare un passo indietro e ragionare con attenzione su questi argomenti».

Attilio Dedoni ha poi ricordato che giace da tempo in Consiglio la proposta di una legge costituzionale sarda. «Accettiamo che il Parlamento nazionale ci tagli un abito su misura – ha detto il consigliere di minoranza – non diamo risposte alle aspettative del popolo sardo. Prima di presentare una legge a livello nazionale occorre confrontarsi con il Consiglio».

Angelo Carta, capogruppo Psd’Az, si è detto sorpreso dalla lettura dei pareri. «La Commissione Autonomia prima esprime parere positivo e poi dice che si tratta di un argomento non più attuale – ha affermato Carta – lo Statuto sardo è figlio di nessuno, il primo che si alza la mattina propone una modifica. C’è l’esigenza di occuparsi della Carta della Sardegna e di discutere la proposta di istituzione dell’Assemblea Costituente, unica strada per evitare incidenti come questo. I parlamentari sardi non sanno quale strada prendere».

Il presidente della Commissione Autonomia Francesco Agus ha precisato che è stato dato parere positivo sulla proposta di modifica dell’art. 43 dello Statuto. «Ciò che non è più attuale è la parte che prevede lo svolgimento delle elezioni regionali contestualmente a quelle nazionali ed europee. Il rinvio in Commissione non è una frustrazione ma consentirebbe una discussione più ampia».

Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia ha espresso parere favorevole alla richiesta di rinvio in Commissione dei due provvedimenti: «Le parole di Agus mi convincono della necessità di un allargamento del dibattito. Sarebbe utile sentire tutte le forze politiche anche quelle non rappresentate in quest’aula».

Il presidente ha quindi messo in votazione la proposta di rinvio in Commissione dei documenti n.10 e 13 che è stata accolta dal Consiglio.

Subito dopo l?Assemblea ha iniziato la discussione della mozione n. 200 (Zanchetta e più) “Sulla necessità di ottenere dal Governo nazionale il riconoscimento di La Maddalena quale sede del vertice G7 del 2017, per l’avvio dell’immediato intervento di recupero e riqualificazione delle opere già realizzata per il “Grande Evento” relativo alla Presidenza italiana del G8 del 2009 e procedere alla non più differibile riconversione economica e sociale dell’isola, già sancita dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 2007”.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario, il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, per illustrare il contenuto della mozione.

In apertura il consigliere Zanchetta, pur comprendendo l’irritualità della proposta, ha manifestato la necessità di discutere la mozione alla presenza del presidente della Regione, «per il suo alto contenuto politico – ha sottolineato – ma anche per i significati di riscatto morale, economico e sociale che riguardano l’isola di La Maddalena». «Del resto – ha concluso – il fatto che la mozione sia stata sottoscritta da tutti i capigruppo rafforza l’iniziativa della Regione sul Governo nazionale per tenere il prossimo G7 a La Maddalena».

Il presidente Ganau ha definito la proposta irrituale, anche perché potrebbe costituire un precedente delicato, posto che qualunque consigliere potrebbe chiedere per la discussione di mozioni, interrogazioni od interpellanze, la presenza del presidente della Regione il quale, ovviamente, non può sempre garantire la sua partecipazione ai lavori dell’Aula. E’ preferibile, ha aggiunto, rinviare la discussione della mozione ad altra data ma su questo è necessario che si esprima il Consiglio.

Non essendo state espresse posizioni contrarie, l’Assemblea ha approvato la proposta di rinvio.

Successivamente, il presidente ha ricordato che il punto successivo all’ordine del giorno riguarda l’elezione di tre rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione dell’Ersu di Cagliari, osservando che nella giornata odierna scade il termine per l’esercizio dei poteri sostitutivi. Il presidente ha chiesto quindi all’Aula di verificare la possibilità di procedere la votazione e, in attesa dell’esito dei necessari approfondimenti, ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha chiuso la seduta riconvocando il Consiglio per mercoledì prossimo alle ore 10.00.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

 

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L’Associazione Regionale Guide Turistiche Sardegna ha promosso il convegno “La professione di guida turistica in Sardegna” – Normativa europea e tutela professionale: quali prospettive per il futuro, che si terrà venerdì 20 novembre 2015, dalle ore 10.00, presso la sala Conferenze Planetario Unione Sarda – Piazza Unione Sarda a Cagliari.

E’ prevista la partecipazione dell’on. Vinicio Peluffo, membro della commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, dell’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi; Chiara Contu e Michela Mura dell’Argts; Barbara Argiolas, assessore del Turismo del comune di Cagliari; Carla Medau, sindaco di Pula e Gianluca Dessì, sindaco di Villasimius.

I lavori saranno moderati da Piero Comandini,consigliere regionale e componente della commissione turismo, tema: l’importanza della di guida turistica, abilitata all’esercizio della professione, quale strumento per garantire la promozione e la crescita del settore, si parlerà della normativa europea, e delle prospettive per il futuro.

L’evento rappresenta, inoltre, un’importante occasione di confronto tra operatori, istituzioni e organismi interessati, per capire quali strategie attuare, con una metodologia comune, per migliorare la già alta professionalità delle guide turistiche che contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e alla promozione del turismo in Sardegna nel rispetto della cultura dei territori.

Tuerredda 10 copia

 

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L’emergenza che ha investito il comparto dei beni culturali e ambientali ed in particolare le coop che operano nelle gestioni di musei e di siti archeologici, è stata al centro stamane, dell’audizione di Agci, Legacoop e Confcooperative, in Seconda commissione.

Marco Benoni (Confcooperative), Claudio Atzori (Legacoop) e Sergio Cardia (Agci) nei loro rispettivi interventi hanno avanzato la richiesta unanime affinché la commissione Cultura rafforzi e sostenga il recente impegno assunto anche dal presidente della Giunta Pigliaru e dall’assessore Claudia Firino, per reperire le risorse necessarie, stimate in circa 3,5 milioni di euro, per le gestioni dei musei e delle aree archeologiche dell’Isola, riallineando così gli stanziamenti, dopo il taglio nel bilancio effettuato nel 2015.

Lo stanziamento finale si concretizzerebbe, quindi, in circa 18 milioni di euro e corrisponde alla cifra necessaria per assicurare la copertura del costo del lavoro per i circa 800 addetti impegnati nel sistema delle gestioni comunali. Al momento, infatti, le risorse erogate dalla Regione sono sufficienti a soddisfare solo l’85% del costo lavoro e lasciano senza copertura la quota imputabile ai costi generali e a quelli delle attrezzature.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha ribadito l’impegno, annunciato nel corso dell’audizione del “Coordinamento nessuno a casa” (a cui aderiscono la maggior parte dei lavoratori impiegati attraverso le coop nelle attività di gestione dei beni culturali e ambientali)  per un tempestivo intervento nei confronti della Giunta, al fine di reperire nell’immediato le risorse necessarie alla copertura del costo del lavoro. Gavino Manca ha inoltre ipotizzato il ricorso alla procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno del Consiglio) per approvare rapidamente lo stanziamento di tali risorse ed ha altresì ribadito la volontà di procedere in tempi brevi con l’esame di un nuovo provvedimento legislativo per favorire la razionalizzazione delle gestioni e garantire stabilità e opportunità di crescita al comparto.

I rappresentanti delle organizzazioni cooperativistiche hanno quindi dichiarato piena disponibilità al confronto per procedere nel verso di una legge che punti a realizzare un vero e proprio sistema culturale della Sardegna ma non hanno nascosto sottolineature critiche verso la proposta di legge presentata in materia e che punta alla stabilizzazione dei lavoratori con la creazione di una fondazione unica.

Sollecitati anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento avanzate dai consiglieri Gianmario Tendas (Pd), Rossella Pinna (Pd), Piero Comandini (Pd), Fabrizio Anedda (Misto-Prc), Ignazio Locci (Fi) e Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), i rappresentanti di Legacoop, Confcooperative e Agci hanno illustrato nei dettagli i meccanismi di affidamento delle gestioni e rappresentato con schiettezza le crescenti difficoltà che derivano dall’indisponibilità delle risorse a valere sul 2015, evidenziando il fatto che senza un intervento immediato della Regione, alle diverse coop che operano nei musei e nei siti archeologici non resta altra strada se non quella dell’avvio delle procedure di licenziamento.

Museo Sant'Antioco copia

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Piero Comandini 6

L’on. Piero Comandini primo firmatario, insieme al alcuni esponenti del Gruppo PD in Consiglio regionale, di una interrogazione urgente sulla mancata attivazione del fondo di anticipazione, previsto nella finanziaria 2015, a favore dei Gruppi di Azione Locale i quali, non dispongono di risorse proprie, per cui si rende assolutamente necessario intervenire con fondi regionali, così da garantire le anticipazioni indispensabili per chiudere e rendicontare i progetti finanziati con il PSR 2007/2013.

I lunghissimi tempi di istruttoria delle domande, nonché i tempi di pagamento delle stesse da parte dell’organismo pagatore (AGEA) hanno determinato una mancanza di liquidità dei GAL della Sardegna che non sono in grado di liquidare gli impegni assunti per la chiusura de Piani Locali di Sviluppo con la conseguenza di fallimento degli stessi.

Piero Comandini sollecita «una risposta urgente da parte dell’assessorato dell’agricoltura, per capire le motivazioni che hanno portato alla mancata attivazione del fondo di anticipazione, a favore dei GAL, così come stabilito dall’art. 9 della L.R. 5 del 9 marzo 2015, fondo previsto proprio per evitare la bancarotta dei GAL e salvaguardare un settore già fortemente provato. I GAL -aggiunge Piero Comandini – svolgono un ruolo chiave per lo sviluppo locale, attuano gli assi III e IV del Programma di Sviluppo Rurale, che è il principale strumento di programmazione e attuazione in materia di agricoltura, definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell’isola, per promuovere la crescita e creare occupazione nelle zone rurali e per migliorare la sostenibilità».

Piero Comandini precisa che «il costo delle anticipazioni sarebbe pari a zero per la Regione Sardegna in quanto i GAL restituirebbero le somme ricevute a seguito del rimborso da parte di AGEA, perciò “chiediamo” – sottolinea ancora Comandini – l’immediata attivazione del fondo di anticipazione e l’erogazione dei finanziamenti, indispensabili per evitare il fallimento dei GAL. Inoltre, sarebbe auspicabile valutare la possibilità di chiedere, visti i tempi ristretti, una proroga delle rendicontazioni 2007/2013 a giugno 2016».

«E’ nostro dovere dare un appoggio alle comunità̀ interessate – conclude il consigliere del PD – offrire ad esse e a tutti i sardi le necessarie garanzie per prevenire forti e negativi ripercussioni al fine di evitare situazioni di instabilità da cui possano scaturire gravi danni al settore

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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno sulla Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe.

La seduta si è aperta con l’esame dell’ordine del giorno con il punto riguardante le mozione n. 180 (Cossa e più) e n.171 (Tedde e più) sulla vicenda degli imprenditori turistici sardi costretti a restituire contributi ottenuti in base alla legge regionale 9/98, accantonando temporaneamente, in attesa della predisposizione dell’ordine del giorno unitario annunciato nella seduta precedente, il punto riguardante la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario della mozione n.180, il consigliere Michele Cossa dei Riformatori sardi.

Nel suo intervento, Michele Cossa ha ripercorso brevemente «una vicenda complessa che risale a 15 anni fa e segna uno dei punti più bassi nei rapporti fra la Regione e il mondo esterno, con particolare riferimento a quanti si aspettano dall’amministrazione efficienza e concretezza, una vicenda in cui ci sono precise responsabilità per quanto è successo, della burocrazia ma anche della politica». «Oggi però – ha sostenuto – occorre trovare una via d’uscita per evitare il fallimento di aziende sane che operano in un settore strategico come il turismo, definito da molti il forziere d’oro della Sardegna». Dopo la legge 9/98 che doveva promuovere la crescita dell’industria turistica, ha ricordato il consigliere, «vennero emanate le direttive di attuazione dove si prevedeva, fra l’altro, che le spese finanziabili erano quelle sostenute dopo l’approvazione della legge; nel frattempo entrò in vigore la nuova norma comunitaria sugli aiuti di Stato, la Regione modificò la direttive e da queste restarono fuori 28 aziende, si arrivò così fino al 2008 quando la Ue dichiarò l’incompatibilità degli aiuti facendo scattare il meccanismo delle sanzioni ed un contenzioso che vede soccombenti i privati senza che la Regione difenda le sue ragioni». Ora siamo nella fase esecutiva, ha detto ancora l’esponente dei Riformatori, «con cartelle e pignoramenti che mettono a rischio aziende che da anni hanno dimostrato di saper stare sul mercato; scopo della mozione, quindi, è impegnare la Giunta ad evitare il fallimento di queste aziende, applicando il regime de minimis, sottraendo dal debito quanto versato in termini di tasse e avviando con Governo e Ue un confronto per far valere le prerogative della Regione».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di una «vicenda con connotati tragici ai danni di aziende che rappresentano una quota di mercato importantissima nel mercato turistico sardo; una vicenda kafkiana, con imprenditori condannati senza aver commesso nessun reato ma per il solo fatto di aver rispettato una legge regionale, imprenditori che ora rischiano di sparire dalla scena con un danno enorme per le stesse imprese e per tutta la Sardegna». «Mettiamoci la mano sulla coscienza – ha affermato Tedde – se la Regione ha sbagliato deve riparare ed il Consiglio deve dire alla Giunta quali azioni deve avviare; ci vuole in altre parole una volontà politica forte ma si può arrivare ad una soluzione positiva, lo scorporo dei tributi è una possibilità ma non la sola, il ricorso al de minimis è un’altra opportunità, serve però un intervento presso il Governo per sostenere in modo concreto il settore turistico sardo».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dichiarato che, a suo avviso, «la vicenda che trasuda arroganza, sfrontatezza, distanza della Ue dai problemi concreti dell’economia sarda, qui c’è una parte virtuosa del tessuto produttivo regionale che rischia di essere espulsa dal mercato». «La Ue peraltro – ha aggiunto Crisponi – usa due pesi e due misure e i dati dicono che c’è una sorta di accanimento nei confronti della Sardegna, oltretutto con una tempistica rapidissima e inusuale; molti casi, inoltre, riguardano la Sardegna, dall’Alcoa alla Legler, soggetti che hanno lasciato macerie sul territorio che ora vengono trattati come quanti hanno sempre rispettato le regole e rispettato le leggi investendo il 70% di risorse proprie per rilanciare le proprie strutture».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha proposto una sorta di ragionamento in parallelo, ricordando che «il tema ci porta d indagare sui rapporti fra Regione, Stato e Ue, perché sulle norme comunitarie si è affermata una visione dogmatica, frutto magari del lavoro di un lontano funzionario che spesso non ha neanche la cognizione di cosa sia la Sardegna». «E’necessario quindi un confronto – ha suggerito – per arrivare al riconoscimento di un trattamento particolare per la Sardegna, simile a quello della Spagna che notoriamente riesce ad ottenere ogni genere di deroghe in ogni settore, dal turismo delle Canarie all’agricoltura, deroghe non vengono mai sanzionate». «La Sardegna – ha proseguito Solinas – ricopre ruoli nella stessa Ue ma poi resta pericolosamente esposta a vicende come quella in discussione, vicenda legata con un filo rosso a quella della flotta sarda, costituita attraverso una società in house senza che si agevolasse nessuno; la partita, perciò, non è solo quella di trovare un rimedio alla mannaia fiscale contro le aziende turistiche, ma va piuttosto ridiscusso a monte il rapporto fra Sardegna e Ue per superare il gap dell’insularità attraverso misure concrete in grado di sostenere il superamento degli squilibri economici».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto fra l’altro che «gli interventi precedenti hanno tracciato una strada per intervenire e risolvere un problema enorme, problema che ricorda molto da vicino quello della legge 44 per l’agricoltura, andata a buon fine dopo un negoziato molto difficile con l’Unione europea, frutto di un pressing positivo che ha consentito di arrivare ad una soluzione». A questo punto, ha continuato Cherchi, «la Giunta deve trattare con la Ue la chiusura di questa vicenda; con la 44 si è usato il sistema de minimis e il modello può essere esteso anche se occorre iniziare a lavorarci con grande impegno, l’importante è che la Sardegna faccia di tutto per cancellare la sua patologia che da una parte da e dall’altra toglie».

Ha quindi preso la parola il consigliere del Pd Piero Comandini che ha espresso apprezzamento per i contenuti e gli obiettivi della mozioni ma, rivolgendosi al capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha anche sottolineato l’esigenza di individuare con chiarezza le responsabilità sulla vicenda.

«Il problema esiste da 15 anni, le imprese coinvolte sono 18 – ha detto Comandini – per evitare problemi bastava notificare all’Unione Europea la delibera, in quel momento alla guida della Regione c’era una parte politica ben definita. L’attuale Giunta ha avviato le interlocuzioni con Bruxelles, cercheremo di recuperare fino all’ultimo la situazione ma deve essere chiaro che le regole vanno rispettate.»

Il consigliere del Pd ha poi manifestato solidarietà agli imprenditori turistici e offerto la disponibilità del suo partito a trovare soluzioni percorribili.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni rispondendo al collega Comandini, lo ha invitato ad approfondire il tema per capire quali siano le vere responsabilità.

«Non mi interessa adesso parlare dei colpevoli – ha proseguito Dedoni – oggi serve dare risposte agli imprenditori. La Sardegna subisce la tagliola dell’Unione Europea e la lontananza dello Stato italiano. Serve ragionare su cose serie che diano opportunità di sviluppo alla nostra Isola.»

Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) ha rimarcato l’esigenza di sostenere le imprese che operano tra mille difficoltà. «Le aziende sane sono i motori dello sviluppo, oggi pagano le mancanze di altri – ha detto Anedda – i responsabili sono all’interno della Regione».

Il consigliere comunista ha poi ricordato la triste vicenda degli aiuti concessi negli anni passati a imprenditori-prenditori che dopo aver incassato i soldi sono scappati lasciandosi dietro solo macerie. «Adesso, invece, si chiede a imprenditori seri di restituire i contributi ottenuti in virtù di una legge e secondo un’istruttoria portata avanti dalle banche – ha affermato Anedda – le imprese hanno investito e fatto affidamento sugli aiuti, oggi rischiano il fallimento. Banche, consulenti e Confidi sono i veri responsabili e non vengono chiamati in causa».

Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi) ha invece puntato l’indice contro lo Stato italiano. «La vicenda è chiara – ha detto Congiu – la Ue nella lettera con cui chiede la restituzione dei contributi erogati agli albergatori dice che la Sardegna potrebbe beneficiare di una deroga sugli aiuti di Stato a condizione, però, che il Governo centrale certifichi la condizione di svantaggio dell’Isola e assicuri la destinazione dei denari alle politiche di sviluppo».

Secondo Congiu, la responsabilità dello Stato non può essere negata: «Il fatto rilevante – ha sottolineato il consigliere sovranista – è che l’Ue certifica l’incapacità del governo di accertare e quantificare gli svantaggi. Il nostro partito ritiene che questa incapacità debba essere rimarcata e sottolineata».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla Giunta per la replica. L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha parlato di “situazione molto complessa” e sottolineato la necessità di trovare una soluzione per tutelare le imprese.

«Il tema riguarda 18 albergatori che devono restituire circa 16,5 milioni di euro. Due lo hanno già fatto con grande difficoltà – ha detto Morandi – i posti di lavoro a rischio sono circa 1.200».

L’assessore ha poi spiegato che sul caso esiste un pronunciamento definitivo della Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato illegittimi gli aiuti agli albergatori sardi. «La sentenza parla di concorrenza sleale non tra imprese che competono a livello nazionale e internazionale ma a livello regionale – ha detto Morandi – la Regione è ora obbligata a recuperare le somme, altrimenti si rischia una multa di 20 milioni di euro all’anno e un’ammenda giornaliera di 160mila euro».

L’esponente della Giunta Pigliaru ha quindi assicurato il massimo impegno della Regione perché si trovi una soluzione che possa alleviare il danno alle aziende.

«Abbiamo avviato un’interlocuzione con l’Unione Europea che ha mostrato disponibilità a ricevere proposte della Regione sostenute dal Governo nazionale. Con Equitalia, invece, si è aperto un confronto per capire come recuperare le somme versate a titolo d’imposta e verificare la possibilità di una dilazione dei pagamenti.»

Francesco Morandi ha chiarito che in ogni caso non si potrà percorrere la strada di un nuovo “de minimis”. «La sentenza della Corte di giustizia mette una pietra tombale sui contributi passati e sul futuro è disponibile a ragionare su un de minimis “aperto” che però prevede nuovi investimenti da parte delle imprese».

La strada da percorrere è per la Giunta ben definita: «Dobbiamo insistere con la Commissione per trovare una soluzione almeno sulla tempistica e il recupero delle somme – ha concluso Morandi – abbiamo avanzato alcune proposte e siamo in attesa di capire quali saranno accolte. Per alleviare l’esposizione finanziaria delle imprese, l’assessorato sta cercando di individuare gli strumenti che possono essere messi in campo, si pensa a un’operazione di ingegneria finanziaria per ottenere una forma di pagamento dilazionato. Il percorso è difficile ma ci sono diverse opzioni in campo su cui si può lavorare».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa è quindi intervenuto in sede di replica nel dibattito ed ha rivolto parole di ringraziamento e incoraggiamento per l’assessore del Turismo ma ha invitato l’intera Regione ad avere un sussulto di dignità: «Serve far cessare un atteggiamento che ci vede soccombere a priori dinanzi allo Stato e all’Europa e dire basta anche a certe distrazioni da parte dell’amministrazione che producono disagi e danni ingenti». «La burocrazia che non paga pegno meriterebbe una riflessione – ha aggiunto il consigliere della minoranza – e la politica deve riaffermare il ruolo di indirizzo e di controllo che gli è proprio».

Sempre in sede di replica è intervenuto il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde (Fi) che ha definito la vicenda della restituzione dei fondi europei da parte di 28 albergatori sardi, “una vicenda cafchiana” ed ha parlato di “atteggiamento schizzofrenico” da parte della Regione sarda. «Dobbiamo riparare i danni fatti in passato dalla Regione – ha insistito l’esponente della minoranza – l’atteggiamento dell’assessore nei confronti della commissione europea deve essere più determinato».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha sospeso quindi i lavori per qualche minuto in attesa di ricevere l’ordine del giorno unitario siglato da tutti capigruppo e che la consigliera segretario d’Aula, Daniela Forma (Pd) ha letto integralmente dai banchi riservati alla presidenza dell’assemblea. L’ordine del giorno Pietro Cocco e più, impegna la Giunta a «proseguire nell’opera intrapresa, intensificando ogni utile confronto con il governo italiano e la commissione europea, ai fini di un possibile alleggerimento dell’onere complessivo a carico delle imprese, evitando così i rischi economici e sociali prospettati». L’ulteriore impegno rivolto alla Giunta (contenuto nel documento unitario che ha seguito la discussione delle mozioni 171 e 180) così recita: «A proseguire, attraverso un confronto con l’agenzia delle Entrate ogni utile iniziativa tesa a reintegrare nei tempi più urgenti, una volta compiuto il recupero degli aiuti, le somme a suo tempo versate dalle stesse imprese a titolo di imposta; a supportarle imprese nel perseguire ogni utile e legittima strada finanziaria tesa a salvaguardare la stabilità economica, finanziaria ed occupazionale delle stesse».

L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha espresso parere favorevole, per conto della Giunta, all’ordine del giorno proposto da tutti i capigruppo del Consiglio e successivamente il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e rivolto parole di apprezzamento per l’operato dell’assessore. Il capogruppo della maggioranza ha quindi richiesto la votazione palese elettronica.

Il consigliere del Pd, Piero Comandini, ha dichiarato il voto a favore dell’intero gruppo del Partito democratico e piena condivisione per il «percorso serio e realistico tratteggiato dall’assessore Morandi».

A favore dell’ordine del giorno anche la dichiarazione di voto del capogruppo, Daniele Cocco (Sel), e quella di Luigi Crisponi (Riformatori). L’ex assessore del Turismo della Giunta Cappellacci ha però sottolineato che né la Regione e né l’Unione europea hanno verificato in quale limite i fondi legittimi siano stati utilizzati. Il consigliere della minoranza ha quindi invitato la giunta ad «approfondire la questione in sede comunitaria».

Il consigliere Pierfranco Zanchetta (Cristiano, popolari socialisti) ha dichiarato il voto favorevole ed ha sottolineato “l’insipienza dello Stato”: «Serve più autorevolezza contro la “gabbia burocratica europea” nella quale sono rimasti intrappolato i nostri imprenditori del comparto alberghiero».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ripreso alcuni concetti espressi dal consigliere Congiu per affermare che «il nodo del problema resta il rapporto dello Stato italiano con l’Unione europea». «Ritrovare l’energia per rappresentare le ragioni della Sardegna – ha concluso il consigliere della minoranza ed il presidente Pigliaru deve mostrarsi più duro nel confronto con il governo Renzi per difendere i diritti dei sardi».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde ha dichiarato il voto favorevole dell’intero gruppo ed ha invitato l’assessore e l’esecutivo regionale a valutare la novità emersa nelle ultime ore inerente un pronunciamento della corte di giustizia europea a favore di uno degli imprenditori sardi coinvolti nella vicenda della restituzione dei fondi comunitari («potrebbe aprirsi una breccia dove poterci inserire»).

Il consigliere di Sovranità, democrazia e lavoro, Gianfranco Congiu, ha dichiarato il voto favorevole all’ordine del giorno ed ha evidenziato il tema dei rapporti tra la Regione e lo Stato italiano: «Chiediamo che siano riconosciute le deroghe riconosciute nei trattati comunitari alle aree periferiche e svantaggiate d’Europa (come le Canarie) in materia di regime degli aiuti di Stato».

Concluse le dichiarazioni di voto il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità con 49 voti favorevoli.

Successivamente il presidente Ganau ha sospeso la seduta ed ha convocato la conferenza dei capigruppo per la predisposizione dell’ordine del giorno relativo alla Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la presentazione dell’ordine del giorno, sottoscritto da tutti i capigruppo, sulla situazione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Il documento impegna la Giunta regionale «a reperire le risorse finanziarie occorrenti al pagamento degli stipendi arretrati, anche attraverso anticipazioni sulle prestazioni sanitarie erogabili nei prossimi mesi». Entro 90 giorni, inoltre, dovranno essere definite «la liquidazione dell’ex Ipab Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e la sua trasformazione in Asp». La Giunta, infine, dovrà presentare all’interno della riforma del sistema sanitario regionale, «il piano di riorganizzazione del sistema riabilitativo socio-sanitario mediante la definizione di una rete che tenga conto e risolva le ulteriori criticità del sistema regionale».

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato dal Consiglio con 42 voti favorevoli e 6 astensioni.

Al termine dello scrutinio il presidente ha comunicato il rinvio dell’ultimo punto all’ordine del giorno, l’interpellanza n. 83/A (Anedda) «sulla gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento dei servizi catalografici e informatici relativi al sistema informativo regionale del patrimonio culturale» a causa dell’assenza dell’assessore competente. Successivamente, ha tolto la seduta e riconvocato il Consiglio a domicilio.

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I problemi del personale dell’Ente Foreste sono stati affrontati nel corso di un’audizione dell’assessore regionale degli Affari Generali, Gianmario Demuro, nella IV commissione del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

«Il problema del personale dell’Ente foreste non è semplicissimo – ha detto l’assessore Demuro – ma sia siamo impegnati a risolverlo in tempi brevi tenendo conto di due esigenze: la sostenibilità per la finanza pubblica regionale e la necessità di far partire al più presto la nuova Agenzia Forestas, mettendola in condizione di svolgere al meglio i nuovi compiti che la legge le assegna.»

L’assessore Demuro ha illustrato alla commissione le tre ipotesi principali su cui la Giunta sta lavorando, in attesa delle risposte ad alcuni quesiti in materia finanziaria e previdenziale inviati rispettivamente alla Ragioneria generale dello Stato ed all’Inps.

«La prima – ha precisato – ricalca sostanzialmente la situazione attuale, con i dipendenti della nuova Agenzia che resterebbero un comparto separato nel sistema Regione con due livelli di contrattazione, uno nazionale ed un regionale (per la parte integrativa); si tratta di un modello che necessita della definizione dei costi a monte e attendiamo, su questo, alcune risposte dai livelli nazionali.»

«La seconda – ha aggiunto – è molto simile alla normativa adottata dalla Lombardia con le categorie impiegati-quadri-dirigenti inquadrate secondo la disciplina del pubblico impiego e gli operai secondo i due livelli nazionale-regionale; la terza, infine, è la più complessa perché colloca i dipendenti della nuova Agenzia in un comparto totalmente separato dal resto del sistema-Regione.»

«Ciascuna ipotesi di lavoro – ha concluso Demuro – ha le sue specificità ma, in attesa di un quadro conoscitivo completo, la più praticabile appare quella di introdurre una sorta di “soglia” finanziaria, definire con precisione le mansioni di alcune figure professionali e collocare i dirigenti in un ruolo unico che già la riforma Madia prefigura a livello nazionale e che la stessa Regione intende introdurre.»

Nel successivo dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Pierfranco Zanchetta (Cps), Antonello Peru di Forza Italia e Piero Comandini del Pd.

Il presidente Solinas, in sede di conclusioni, ha osservato che «è oggettivamente difficile pensare ad una applicazione generalizzata della legge 31 a tutto il personale perché, per gli operai, manca la necessaria definizione delle mansioni; per i dirigenti, al contrario, il percorso di una collocazione nel comparto unico regionale potrebbe essere più semplice». «La commissione – ha concluso – dovrà ora scegliere fra le ipotesi prospettate dall’assessore o, eventualmente, ridurre i 180 giorni che il Dl 218 assegna ora alla Giunta per la definizione del nuovo contratto; in ogni caso, ci riserviamo di sentire ancora l’assessore al termine dei necessari approfondimenti finanziari e previdenziali.» 

Gianmario Demuro 2

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Cormorani 4 copia

L’on. Piero Comandini è il primo firmatario, insieme al alcuni esponenti del gruppo PD in Consiglio regionale, di un’interrogazione urgente sulla grave situazione creatasi negli stagni e nelle lagune della Sardegna a causa della massiccia presenza di uccelli ittiofagi che nei periodi tra ottobre e marzo assalgono le lagune cibandosi dei pesci più prelibati.

L’intervento si propone di andare incontro alle esigenze dei pescatori che gestiscono le cooperative ittiche della Sardegna, che denunciano la massiccia presenza dei cormorani negli stagni dell’isola che provoca un grave pregiudizio al comparto derivante dalla sottrazione di notevoli quantità di stock di pesce pregiato.

I numeri sono impressionanti, ci sono circa dodicimila cormorani che, per cibarsi, mangiano giornalmente circa 500 grammi di pesce, per un totale di circa sei tonnellate e consumandone circa trenta tonnellate al mese.

«Quella delle cooperative di pescatori – prosegue Comandini – è una realtà economica molto importante per la Sardegna, in questi anni di duro lavoro i pescatori hanno realizzato importanti opere per lo sfruttamento e la lavorazione delle risorse ittiche, ma questa calamità naturale provoca un grave stato di disagio, preoccupazione, incertezza e gravi ripercussioni sull’economia delle aziende produttive.»

«I cormorani causano talmente tanti danni economici che i fondi per gli indennizzi risultano insufficienti con l’aggravante che vengono erogati, da parte delle provincie, con forte ritardo, inoltre – sottolinea Comandini – sarebbe opportuno prevedere la rivalutazione economica degli indennizzi e programmare il pagamento degli stessi con maggiore puntualità.»

Piero Comandini conclude esortando l’esecutivo a prendere in seria considerazione la grave situazione che affligge gli operatori ittici, e a mettere in atto, in collaborazione con tutte le parti interessate, tutte le strategie necessarie affinché si arrivi, nel più breve tempo possibile, ad un intervento risolutivo.