28 March, 2024
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Sale alla ribalta la musica dal vivo, domani (sabato 3 novembre) a Cagliari, nella terza giornata di Creuza de Mà, il festival di musica per il cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, quest’anno alla sua edizione numero dodici, in corso fino a domenica nel capoluogo sardo (dopo la prima parte che si è tenuta a metà settembre a Carloforte)

Doppio appuntamento in serata all’Auditorium del Conservatorio (in piazza Ennio Porrino): protagonista del primo, alle 21.30, Max Viale, videomaker, sound designer, compositore e cofondatore del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, artefice della colonna sonora di “Nico, 1988”, il film di Susanna Nicchiarelli, in visione al festival la sera prima, che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, la cantante ricordata soprattutto per le sue esperienze con i Velvet Underground e con Andy Warhol. Organizzatore della produzione musicale sul set e interprete nel film nei panni del musicista Max Davies, Max Viale proporrà il visual set “Don’t Call me Icon (Nico/Christa 1938-1988)”: un focus sul suono e sulla colonna sonora originale di “Nico, 1988” (candidature David di Donatello; Nastri d’Argento 2018) supportato da immagini inedite e rielaborate in tempo reale che tracciano la storia della vita della poliedrica artista e delle fasi di lavorazione del film.

La seconda parte della serata vedrà invece di scena i Dancefloor Stompers, gruppo cagliaritano fondato dal bassista Gianmarco Diana, con Danilo Salis alla chitarra elettrica, Andrea Schirru alle tastiere, Frank Stara alla batteria e percussioni, e Juri Orrù alla chitarra acustica e voce. In programma Stompers 68, un reading-concerto che ripercorre la rivoluzione sessantottina – uno dei temi principali di questa edizione del festival Creuza de Mà – utilizzando la produzione cinematografica americana ed europea come canovaccio per un racconto artistico, sociale e politico delle nuove dinamiche giovanili, con la nascita degli hippies, la diffusione delle droghe lisergiche, il flower power e i movimenti studenteschi, l’overdose musicale dell’Estate dell’Amore e i suoi riverberi nel cinema e nella cultura di massa italiana. Un viaggio che si snoda lungo le autostrade e le grandi città degli Stati Uniti, come nelle campagne e le città della provincia borghese italiana, dove cinema, musica e narrazione si fondono: nelle immagini di film come “Il Laureato”, “Easy Rider”, “Fragole e sangue”, “Zabriskie Point” o “Woodstock“, ma anche in quelle di “Teorema”, “La Cina è vicina”, “Grazie zia”, “Il sesso degli angeli”, “Z – L’orgia del potere”, come nelle canzoni di Simon & Garfunkel, Electric Flag, Jimi Hendrix, Sly & The Family Stone, Pink Floyd, Beatles e The Band o nelle composizioni per il cinema di Giovanni Fusco, Miki Theodorakis ed Ennio Morricone.

La serata di domani (sabato 3) all’Auditorium del Conservatorio suggellerà un’altra giornata densa di impegni per Creuza de Mà, che si apre in mattinata nella Sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U., con il consueto appuntamento con le mastercalss di Musica per cinema: protagonista dell’incontro con studenti e pubblico, con inizio alle 10.30, Max Viale.

Alle 16.00, sempre all’E.R.S.U., partono le proiezioni con un altro film della retrospettiva che il festival dedica al ’68: “Zabriskie Point”, pezzo storico dell’epoca firmato nel 1970 da Michelangelo Antonioni, e ambientato tra Los Angeles e la Death Valley nell’era dei figli dei fiori e delle università in fermento.

A seguire, alle 18.30, “Fino alla Fine”, cortometraggio di 15 minuti di Giovanni Dota – che firma anche la sceneggiatura insieme a Giulia Martinez, con musiche di Federico Ciompi -, presentato quest’anno in concorso alla trentatreesima Settimana Internazionale della Critica nell’ambito del Festival del cinema di Venezia: cresciuto nella periferia di Napoli, assistente alla regia per la serie televisiva “Gomorra”, Giovanni Dota racconta una storia di camorra, tra personaggi grotteschi, tragici equivoci e segreti.

Alle 19.00, chiude le proiezioni in programma per domani (sabato 3) “Saremo giovani e bellissimi”, primo lungometraggio della regista barese Letizia Lamartire (presente all’appuntamento) che ha ottenuto il premio dedicato alla colonna sonora del miglior film in concorso alla Settimana Internazionale della Critica del Festival del Cinema di Venezia per le musiche di Matteo Buzzanca: e la musica è centrale nella trama del film stesso, in cui la protagonista, ex star del pop degli anni Novanta, ormai decaduta, vive un legame unico e a tratti morboso col figlio, anche lui musicista.

 

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Due serate per celebrare la musica colta di matrice anglosassone, con un focus sulla celebre suite Atom heart mother contenuta nell’omonimo album dei Pink Floyd.

Mercoledì 18 aprile, alle 20,15, e giovedì 19 aprile, alle 19,30, nell’Auditorium del Conservatorio di Cagliari arriva “AHM, un itinerario nella musica anglossassone”, grande concerto che vedrà impegnato un imponente organico composto dall’Orchestra del Conservatorio, diretta da Alberto Pollesel, dal Coro Musica Viva di Cagliari, guidato da Maria Paola Nonne, e dalla Pink Floyd tribute band Signs of Life.

L’iniziativa nasce da un’idea di Ninni Pillai, componente del Consiglio accademico dell’istituzione musicale cagliaritana, che, dopo aver visto su You Tube un video in cui la suite Atom heart mother veniva proposta in maniera magistrale a Parigi da una grande orchestra, ha pensato di riproporre qui quell’idea.

Un’idea che in occasione delle due serate del 18 e 19 aprile abbraccerà anche altre sonorità del prezioso patrimonio musicale britannico: la musica di Edward Benjamin Britten (1913-1976) e quella di William Boyce (1711-1799).

Il concerto prenderà il via proprio con quest’ultimo, autore, tra l’altro, di sinfonie che costituiscono la musica inglese dell’epoca più eseguita e incisa. Per l’occasione sarà proposta la Sinfonia n. 1. Si prosegue con la Simple Simphony per archi op. 4 di Edward Benjamin Britten, scritta nel 1934 e basata sull’elaborazione di materiale risalente agli anni giovanili del compositore.

La serata si chiude con il pezzo forte del concerto: Atom Heart Mother, la suite che dà il nome al quinto album del gruppo rock inglese Pink Floyd, immesso nel mercato discografico nell’ottobre 1970. È considerato un classico degli anni ‘70 del Novecento che – nel particolare momento storico in cui il rock mondiale stava cercando una strada verso la sua maturità – si affianca ad altri lavori sperimentali condotti anche da altri gruppi rock dell’epoca, protagonisti del genere che fu definito rock sinfonico.

Per questa esecuzione Orchestra del Conservatorio e Coro Musica Viva saranno insieme alla rock band Signs on Life.

L’ingresso alle due serate è libero e gratuito. Per informazioni tel. 070 493118.