19 April, 2024
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Venerdì 1° febbraio, alle 11.00, nella sala conferenze della Carbosulcis, a Nuraxi Figus, sarà presentato alla stampa il progetto di produzione dell’alga spirulina, che anche grazie alla sinergia con la miniera di Monte Sini, proietta la Sardegna fra i più innovativi ed efficienti produttori del superfood a livello europeo. Con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci interverranno l’amministratore Unico della Carbosulcis, Antonio Martini, il responsabile scientifico del progetto Spirulina, Cristiano Galbiati, il prorettore per l’innovazione dell’Università di Cagliari, Maria Chiara Di Guardo. Seguirà una visita all’impianto sperimentale di produzione di spirulina.

   

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha approvato la delibera che modifica in parte i criteri e le modalità di concessione dei contributi per il potenziamento economico delle cooperative e dei loro consorzi, accogliendo i rilievi proposti dal Comitato regionale per la Cooperazione, espressi nella riunione dello scorso 10 gennaio. Da una parte viene rivisitata la possibilità di erogare finanziamenti per la “macrovoce immobili”, che ricomprende, al suo interno, anche gli interventi edili ammissibili. Dall’altra si prevede il termine di 10 giorni per le istanze istruttorie. Via libera inoltre al Programma annuale per l’Emigrazione 2019 e al Piano triennale 2019/2021, a seguito del parere favorevole espresso lo scorso 17 ottobre dalla Consulta regionale per l’Emigrazione. I due atti di programmazione prevedono, rispettivamente, gli interventi della Regione nel corrente anno e le linee guida nel triennio, in favore delle Federazioni, dei Circoli e delle associazioni di tutela dei Sardi nella Penisola e all’Estero. Sono 2 milioni 314mila euro le risorse assegnate dal Piano annuale 2019, con un incremento di oltre 100mila euro rispetto al finanziamento dell’anno precedente. Il piano per il triennio 2019/2021, inviato al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere della competente Commissione consiliare, oltre ai 2 milioni 314mila euro stanziati per il 2019, riserva per ciascuno degli anni 2020 e 2021 2 milioni 205mila euro.

Via libera all’atto di indirizzo per i procedimenti di approvazione degli atti di governo del territorio, da applicarsi a partire dal 1° febbraio 2019. Il provvedimento renderà pienamente operativa la legge regionale n. 1/2019 (la cosiddetta Legge di semplificazione). In particolare, l’articolo 21 introduce nel procedimento di pianificazione la conferenza di copianificazione mentre l’articolo 23 riscrive il procedimento di formazione e approvazione dei Piani urbanistici comunali, di quelli intercomunali e delle relative varianti.

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, la Giunta ha approvato la decisione di non sottoporre all’ulteriore procedura di VIA l’intervento di efficientamento e adeguamento dell’impianto di compostaggio di Macchiareddu, presentato dal CACIP, a condizione che siano rispettate e recepite le prescrizioni indicate.

La Giunta, su proposta dell’assessore Raffaele Paci, ha poi dato il via libera all’esecutività del Bilancio di previsione 2019-2021 dell’Agenzia Sarda delle Entrate, approvato con determinazione del direttore generale, e al percorso di utilizzo dei lavoratori della Tossilo Spa in attuazione della legge regionale del dicembre 2016. Approvate, infine, le variazioni tecniche di bilancio necessarie a garantire il funzionamento del Nucleo regionale Conti Pubblici Territoriali.

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Questo pomeriggio, dalle 15.00, nella Manifattura Tabacchi di Cagliari, cittadini, organizzazioni, associazioni e imprese tracceranno il percorso che connoterà le attività di Manifattura Tabacchi dal 2019. Con l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci, a “Manifattura Aperta” parteciperanno la manager culturale Linda Di Pietro, la responsabile della gestione di Manifattura per Sardegna Ricerche Sandra Ennas e tutto lo staff.

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Viene pubblicato oggi, esattamente nei tempi annunciati, il bando da 4 milioni di euro dedicato esclusivamente alle piccole e medie imprese, sia nuove che già esistenti, dei 25 Comuni dell’area vasta di Ottana (http://www.sardegnaprogrammazione.it/). Il click day è fissato per il 15 marzo ma, per snellire tutta la fase preliminare e procedurale, le domande con la relativa documentazione potranno essere caricate a partire dal 16 febbraio. Il bando è una delle tre misure del piano straordinario per Ottana da 16,4 milioni messo in campo dalla Regione per aiutare la rinascita di uno dei territori della Sardegna che più ha subito le conseguenze della crisi economica a causa soprattutto della deindustrializzazione degli ultimi anni.

Organizzato con la formula a sportello, al bando potranno partecipare le nuove imprese e le imprese già esistenti, per aumentare la propria competitività, con un investimento minimo di 15mila e massimo di 500mila euro. I 25 Comuni interessati al bando, individuati dalla Unità per Ottana (la task force interassessoriale guidata dal vicepresidente della Regione Raffaele Paci) e dal gruppo di lavoro territoriale coordinato dalla Provincia di Nuoro sono: Austis, Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, Gavoi, Lei, Lodine, Macomer, Mamoiada, Noragugume, Ollollai, Olzai, Oniferi, Orani, Orotelli, Ottana, Ovodda, Sarule, Sedilo, Silanus, Sindia, Teti, Tiana.

«Non è facile ripartire dopo una crisi così pesante, e lo è ancora meno per una zona, come quella di Ottana, particolarmente colpita. Ma siamo fortemente convinti che ripartire sia possibile puntando su uno sviluppo diverso, sostenibile, capace di portare nuova occupazione e di dare ai giovani una seria opportunità per restare nella loro terra a costruire il futuro – dice l’assessore della Programmazione Paci -. Chi ha un’impresa o vuole aprirla ha ormai ben chiaro che la scelta giusta è puntare sulle caratteristiche del territorio – dall’agroalimentare al turismo fino all’artigianato, alla cultura e all’ambiente – per valorizzarle, migliorarle e renderle l’attrattore principale su cui articolare le politiche di sviluppo. Questi sono gli obiettivi del bando, condivisi in tutto il percorso fino agli ultimi dettagli, sempre coinvolgendo pienamente il territorio. Sono sicuro che la risposta delle imprese sarà quella che ci aspettiamo.»

Il caricamento delle domande con la relativa documentazione, come anticipato, potrà essere dunque fatto a partire dal 16 febbraio, mentre il click day è fissato per il 15 marzo. La procedura sarà valutativa a sportello, secondo l’ordine di presentazione delle domande, articolata in tre fasi: verifica di ricevibilità e di ammissibilità, valutazione tecnico economica del piano effettuata secondo i criteri previsti dal bando e valutazione di coerenza programmatica. Si tratta di un bando territorializzato, riservato cioè alle sole imprese di uno specifico territorio: quello dei bandi territorializzati è stato un risultato molto importante centrato in questa legislatura (più volte in passato era stato inutilmente tentato di raggiungerlo), perché permette di concentrare risorse e strategie di sviluppo su imprese di zone che ne hanno particolarmente bisogno.

Tutti quelli ammessi dal Por Fesr. Quindi: Tutta l’attività manifatturiera. Costruzioni. Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. Servizi di informazione e comunicazione. Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese. Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento. Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento. Inoltre sono interessati, con le limitazioni fissate dal quadro normativo europeo degli aiuti alle imprese, i seguenti altri settori: Estrazione di minerali da cave e miniere. Trasporto e magazzinaggio. Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata. Altre attività di servizi e Sanità ed assistenza sociale per le attività non esercitate in regime di convenzione. 

Hanno diritto al finanziamento i progetti relativi a Piani per la creazione e lo sviluppo d’impresa, finalizzati all’espansione della produzione, al riposizionamento competitivo o all’adattamento al mercato attraverso l’introduzione di soluzioni innovative sotto il profilo organizzativo, produttivo o commerciale. Il piano è costituito da investimenti produttivi e può comprendere spese per formazione e consulenza. I proponenti devono garantire la copertura del piano per almeno il 25% con mezzi propri o finanziamenti di terzi. La pubblicazione del bando è stata preceduta da una articolata azione di animazione territoriale, finanziata con 110mila euro attraverso un accordo con la Camera di Commercio di Nuoro, durata un mese in 8 tappe con la partecipazione di imprenditori, amministratori, associazioni di categoria, banche e liberi cittadini. L’animazione aveva un doppio obiettivo: informare le imprese del territorio e i potenziali investitori di tutte le opportunità e gli strumenti a loro disposizione e, allo stesso tempo, raccogliere le loro indicazioni per individuare i settori migliori su cui indirizzare il bando, che proprio grazie alle informazioni raccolte è stato perfettamente calibrato sulle esigenze e le caratteristiche del territorio. 

Nei prossimi giorni la Camera di Commercio di Nuoro partirà con una nuova fase di assistenza ai potenziali beneficiari del bando attraverso l’attivazione di sportelli informativi. 

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Il 16° progetto di programmazione territoriale chiuso dalla Regione incassa 27 milioni di euro di nuova finanza (e allo stesso tempo ne valorizza 24 già stanziati, per un totale di 51) per 9 Comuni e 64mila abitanti delle Unioni di Comuni Terralbese e Monte Linas-Dune di Piscinas. Questo pomeriggio a Terralba l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha firmato il progetto “Dal mare verso l’interno: itinerari del Terralbese e Linas”, alla presenza di amministratori, imprenditori e sindacati. Sette azioni e oltre 50 interventi con l’obiettivo di collegare costa e interno, attraverso percorsi naturalistici e sportivi: così si valorizzano gli attrattori ambientali e culturali, a fini turistici ma anche per migliorare la qualità della vita della popolazione residente. Dei 27 milioni stanziati oggi, 5 sono dedicati ai bandi per le imprese e 2 alla valorizzazione delle zone umide. È l’unico progetto a cavallo tra due Province, quella del Sud Sardegna (Linas) e quella di Oristano (Terralbese): comunità che hanno saputo superare anche i confini provinciali, e non solo quelli comunali, per progettare e condividere il miglior futuro possibile per il territorio.

«Quella di connettere la costa con l’interno è la migliore strategia possibile, perché valorizza ogni singola zona del territorio e allo stesso tempo garantisce un’offerta turistica varia e completa – sottolinea l’assessore Raffaele Paci -. È vero che i turisti in Sardegna cercano soprattutto il mare, ma noi sappiamo quanto le nostre zone interne hanno da offrire in termini di tradizioni, artigianato, agroalimentare, cultura, ambiente, storia e archeologia, ed è tutto questo che dobbiamo riuscire a far conoscere. Allora connettere coste e interno, pensarle in sinergia, presentare un’offerta territoriale che comprenda entrambi è sicuramente l’idea vincente per offrire ai visitatori ogni sfaccettatura della terra che visitano. Qui abbiamo montagne, zone umide, la piana del Campidano, una importante archeologia industriale lascito dell’attività mineraria, una importante attività agricola e zootecnica, le dune di Piscinas, tutta la costa con il suo splendido mare. Un territorio che ha tutte le carte in regole per realizzare uno sviluppo economico sostenibile e duraturo, che consenta di attirare importanti flussi turistici e creare nuovi posti di lavoro.»

Sono pensate per migliorare l’attrattività della zona e i servizi, dunque la qualità della vita, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento e attirare visitatori. Ecco le 7 azioni del progetto: Valorizzazione degli attrattori ambientali mediante la realizzazione di itinerari e percorsi naturalistici e la valorizzazione delle zone umide; Percorsi di turismo sportivo ed equestre, per chi fa dello sport il principale motivo del viaggio; Valorizzazione degli attrattori culturali del territorio; Miglioramento e potenziamento dei servizi alla persona, per garantire adeguato livello di qualità della vita: dunque servizi d’area per anziani, famiglie e prima infanzia, per lo sport e la prevenzione nelle fasce a rischio; Miglioramento dei servizi essenziali del territorio e del sistema scolastico; Competitività delle imprese, attraverso l’ampliamento e il miglioramento delle conoscenze degli imprenditori locali; Governance territoriale, ovvero gestione semplificata del progetto per garantire tempi rapidi e il minor numero possibile di procedure burocratiche.

«La Programmazione territoriale è una delle politiche di maggior successo della nostra Giunta, siamo molto orgogliosi e soddisfatti dei risultati ottenuti. Abbiamo scelto di rendere i paesi, i territori, le zone interne protagonisti assoluti, affidando a loro il compito di individuare i propri punti di forza e progettare uno sviluppo che proprio su quelli si basasse. E la risposta dei territori è stata straordinaria, con grande entusiasmo e voglia di mettersi alla prova in una sfida inedita perché per la prima volta non calata dall’alto», dice il vicepresidente della Regione.

«Mai come in questi anni i nostri paesi sono stati al centro delle politiche di sviluppo della Regione: con la programmazione territoriale da 500 milioni abbiamo garantito attenzione a tutti, chiamandoli a progettare insieme a noi la loro idea di sviluppo e di futuro, assicurando importanti finanziamenti. Alla programmazione territoriale partecipa il 100% del territorio, non c’è stato paese in questi anni che non abbia personalmente visitato, zona interna in cui non sia stato, e da parte di tutti ho trovato lo stesso entusiasmo, la voglia di far crescere la propria terra per permettere ai giovani di restare e creare lì la loro famiglia. Questa è la sfida che oggi parte anche in questo territorio, e sono sicuro che tutti insieme riusciremo a vincerla», conclude Raffaele Paci. 

Sedici progetti chiusi (con 280 milioni già stanziati per 24 Unioni, 191 Comuni, 720mila sardi), altri 4 da firmare entro febbraio, e poi ancora 6 avviati e già finanziati. Totale: 26 progetti, 37 Unioni coinvolte, 295 Comuni, ovvero il 100% degli aventi diritto per un totale di 400 milioni che diventano oltre 500 considerando i tre ITI per Cagliari, Sassari e Olbia, le Snai Alta Marmilla e Gennargentu Mandrolisai, il Piano Sulcis e il Piano per il Nuorese che coinvolgono i restanti Comuni e abitanti dell’Isola. Una volta firmati e approvati dalla Giunta, i progetti vanno realizzati in 36 mesi.

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La Sardegna vince su tutta la linea il ricorso sugli accantonamenti in Corte Costituzionale contro l’ultima Finanziaria del Governo Gentiloni: l’articolo 1, comma 851, della Legge di Bilancio 2018, che definiva in 781milioni la quota accantonamenti per l’isola, è stato dichiarato illegittimo (la Regione ne aveva pagati 684 perché aveva rifiutato l’intesa e impugnato la Finanziaria nazionale). Il Governo, pesantemente bacchettato dai giudici, è ora obbligato a dare immediata attuazione alla sentenza cercando un accordo per definire una cifra equa, scrivono i giudici, sottolineando in modo netto due principi: la “ragione erariale”, ovvero la necessità di incassare denaro dalle Regioni per far fronte al debito pubblico, non può essere un “principio tiranno”. Non solo: il legislatore, scrivono sempre i giudici, dispone di una discrezionalità “limitata” dagli effetti delle sentenze della Corte Costituzionale. Ovvero: il Governo non può fare quello che vuole, deve rispettare le indicazioni della Corte derivanti da un contenzioso e cercare un accordo con la Regione. La sentenza è stata illustrata questo pomeriggio in conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore del Bilancio Raffaele Paci.

La sentenza depositata oggi a fine mattinata riconosce, dunque, pienamente le ragioni della Sardegna. Ma i giudici, per la prima volta, si spingono oltre: non solo infatti ribadiscono la necessità che lo Stato avvii una “leale collaborazione” con le autonomie territoriali nella gestione delle politiche di bilancio e censurano il ritardo con cui lo Stato ha dato attuazione alle precedenti sentenze ma, con una decisone inedita, elencano i criteri con cui dovranno essere determinati i contributi che spettano alla Sardegna per il triennio 2018-2020, in attesa che si perfezioni l’accordo definitivo tra Stato e Regione. Eccoli: la dimensione della finanza della Regione rispetto alla finanza pubblica; le funzioni effettivamente esercitate ed i relativi oneri; gli svantaggi strutturali permanenti, i costi dell’insularità ed i livelli di reddito pro capite; il valore medio dei contributi alla stabilità della finanza pubblicata allargata imposti agli enti pubblici nello stesso periodo; il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali. Criteri che ricalcano pienamente le ragioni espresse dalla Regione nel suo ricorso.

«Una grande vittoria per la Sardegna – commenta il presidente Francesco Pigliaru -. Noi abbiamo chiesto fin da principio che ci fossero regole chiare sulla base delle quali calcolare gli accantonamenti ed oggi la Corte Costituzionale richiama il Governo dicendo esattamente le stesse cose. E mette inoltre molta enfasi sui criteri da utilizzare, tra i quali sottolinea la necessità di valutare il contesto economico, l’attribuzione alla Regione di risorse adeguate a perseguire le sue prerogative ed il calcolo dei costi dovuti all’insularità.»

«Vogliamo lasciare la Regione nel massimo ordine possibile e questo è un bel risultato, in chiusura di legislatura – aggiunge il presidente della Regione -, assieme alla riduzione della dispersione scolastica, che spero possa dare risultati migliori negli anni a venire grazie alla nostra azione incisiva e determinata; ai dati in significativo miglioramento del mercato del lavoro e alla lotta alla Peste Suina Africana. Questa sentenza, che accogliamo con enorme soddisfazione – conclude il presidente Francesco Pigliaru -, dimostra che le cose dette in questi anni sono del tutto ragionevoli; l’irragionevolezza sta semmai dall’altra parte del Tirreno.»

«È una sentenza molto dura nei confronti del Governo, e spero davvero che finalmente a Roma ne prendano atto e avviino immediatamente una trattativa. Perché possiamo avere le sentenze a noi più favorevoli, ma senza una trattativa e un accordo politico non si va da nessuna parte e, soprattutto, non si incassa un solo euro. Questo, a scanso di equivoci e strumentalizzazioni, è bene ribadirlo – dice Raffaele Paci -. Riprenderemo a incalzare il Governo, continueremo a chiedere risposte, a pretendere il rispetto delle regole e del nostro Statuto, che in questi anni è stato stravolto a piacimento con l’imposizione di cifre assurde. Quella di oggi è una vittoria importante, perché ci dà pienamente ragione, ma ora serve che il Governo si assuma finalmente le sue responsabilità.»

La decisione di impugnare la Finanziaria nazionale 2018 per la terza volta di fila è arrivata dopo quasi un anno, il 2017, di inutili tentativi di trovare un accordo. Numerosi gli incontri a Roma, con i sottosegretari agli Affari Regionali Bressa e alla Presidenza del Consiglio Boschi, l’ultimo con lo stesso premier Gentiloni: ma da parte del Governo non è mai arrivata una sola proposta concreta, e nella Finanziaria nazionale è stata inserita una quota accantonamenti a carico della Sardegna ancora molto alta e mai concordata.

La battaglia portata avanti dalla Regione, finita con l’impugnazione dell’ultima Finanziaria Gentiloni e conclusa con la sentenza di oggi, è ripresa nel 2018 con il nuovo Governo Cinque Stelle-Lega. Anche in questo caso, però, non è arrivata nessuna risposta: da luglio a oggi la Regione ha inviato 6 lettere per sollecitare l’avvio di una trattativa. A novembre scorso, primo (e unico) incontro a Roma che non ha avuto alcun seguito, nonostante le promesse di una riconvocazione a stretto giro e le successive sollecitazioni della Regione che, nel frattempo, ha deciso di non inserire nella Finanziaria regionale 285 milioni non più dovuti in seguito proprio a sentenze della Corte.

«Una decisione unilaterale, esattamente come quelle che il Governo ha preso negli ultimi anni, ma doppiamente legittimata dalla scadenza degli accantonamenti Monti e dal richiamo all’intesa da parte della Corte che, in ogni sua sentenza, precisa che la definizione della cifra deve essere il frutto di un accordo politico fra Stato e Regione – conclude Raffaele Paci -. Lo Stato non può imporre unilateralmente né in modo permanente gli accantonamenti: servono regole chiare ed eque, e continueremo a combattere per ottenerle.»

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La Giunta regionale, riunita nella sala Emilio Lussu a Villa Devoto con la direzione del vicepresidente Raffaele Paci, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha stabilito di indire una procedura di selezione, per titoli e colloquio, degli idonei alla nomina di Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari. Un’apposita Commissione, composta da esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d’interessi, verificherà l’idoneità dei candidati. Un decreto del Presidente della Regione preciserà il numero massimo di candidati da inserire nella rosa degli idonei e la tempistica entro cui concludere il processo di valutazione.

In vista della predisposizione del PPR per le zone interne, è stato affidato alle Università di Cagliari e Sassari (Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale, Architettura e di Agraria, competenti nelle diverse tematiche insediative e agroforestali) il compito di avviare una ricerca sul riconoscimento dei rapporti tra le tecniche di gestione agro-silvo-forestali e paesaggio forestale, e tra le forme dell’insediamento nel paesaggio e la pianificazione territoriale. L’obiettivo è quello di arrivare a una conoscenza strutturata finalizzata a individuare e a schedare le pratiche agricole e forestali storicamente utilizzate nelle attività produttive del primario e ancora persistenti, oltre alle tecniche costruttive, composizioni architettoniche, materiali dei luoghi dell’insediamento urbano e rurale della Sardegna, delle attrezzature, delle infrastrutture e dei servizi.

Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la Giunta ha approvato la delibera con la quale viene dichiarato lo scioglimento del Consiglio comunale di Sini e nominato il commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune, nella persona di Luigi Mele, segretario generale del comune di Oristano. Il provvedimento si è reso necessario in seguito alle dimissioni rassegnate dal sindaco e da sei consiglieri. Il presidente della Regione disporrà con proprio decreto l’atto formale di scioglimento.

Su proposta dell’assessore Donatella Spano via libera all’aggiornamento su base nazionale delle tariffe per lo svolgimento delle ispezioni sugli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Nulla osta alla immediata esecutività della delibera di variazione di bilancio dell’Amministratore unico dell’agenzia Forestas.

Su proposta dell’assessore Pier Luigi Caria, la Giunta ha concesso il nulla osta all’approvazione della venticinquesima variazione del bilancio di previsione 2018-2020 dell’Agenzia Agris Sardegna. Sempre su iniziativa di Caria, l’Esecutivo ha approvato il Piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche del comune di Milis (OR).

L’esecutivo ha dato il via libera a due diverse delibere proposte dall’assessora Barbara Argiolas. Con la prima vengono approvate in via definitiva, dopo il parere finale della Quinta Commissione del Consiglio regionale, le Direttive di attuazione recanti la disciplina delle caratteristiche, dei requisiti e della classificazione delle strutture ricettive della tipologia bed&breakfast. La seconda invece individua i criteri per la ripartizione del contributo annuo dovuto alle Confederazioni delle imprese artigiane ai sensi della legge regionale 23 gennaio 1986, n. 19.

Su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini la Giunta ha autorizzato l’esercizio provvisorio del bilancio di previsione 2019 di Enas, per il periodo 1° gennaio-30 aprile.

Su proposta dell’assessore Virginia Mura è stata approvata una delibera che recepisce gli esiti della ricognizione sui cantieri, nei quali saranno impegnati – in interventi attuati in collaborazione con gli Enti locali – i lavoratori del Parco Geominerario della Sardegna, provenienti dal bacino ex “Ati-Ifras”. Il provvedimento della Giunta dà incarico al Direttore generale del lavoro di avviare le procedure ritenute più idonee per l’immediata riconsegna dei beni immobili agli Enti interessati. Gli interventi negli appositi cantieri sono previsti in una convenzione sottoscritta tra la Regione e l’Ati Ifras. L’accordo, stipulato nel dicembre del 2016, ha dato attuazione al Progetto pluriennale, finalizzato alla stabilizzazione occupazionale dei soggetti impegnati in attività socialmente utili nel Parco Geominerario, secondo quanto previsto dalla Legge regionale n. 34 del 2016.

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Quindici progetti chiusi, 5 da firmare entro febbraio, altri 6 avviati e finanziati. Totale: 26 progetti, 37 Unioni coinvolte, 295 Comuni, ovvero il 100% degli aventi diritto per un totale di 400 milioni che diventano oltre 500 considerando i tre ITI per Cagliari, Sassari e Olbia, le Snai Alta Marmilla e Gennargentu Mandrolisai, il Piano Sulcis e il Piano per il Nuorese che coinvolgono i restanti Comuni e abitanti. La programmazione territoriale della Regione si appresta così a completare il percorso avviato tre anni fa.

«Mai come in questi anni i nostri paesi sono stati protagonisti assoluti delle politiche di sviluppo della Regione. Con la programmazione territoriale da 500 milioni di euro abbiamo garantito attenzione a tutti, chiamandoli a progettare insieme a noi la loro idea di sviluppo e di futuro, assicurando importanti finanziamenti per realizzarla: ed è questa la strategia giusta per favorire sviluppo e occupazione in ogni zona della Sardegna. Ringrazio i sindaci per aver condiviso da subito la nostra idea, ma anche gli imprenditori e i sindacati che hanno partecipato in modo così straordinario – dice l’assessore Raffaele Paci -. Questa è stato uno dei risultati più importanti della programmazione territoriale: far tornare protagonisti i paesi, lasciare a loro il compito di individuare la giusta idea da condividere con la Regione. Alla programmazione territoriale partecipa il 100% del territorio, non c’è stato paese in questi anni che non abbia personalmente visitato, zona interna in cui non sia stato, e da parte di tutti ho trovato lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di mettersi in gioco, per costruire quello sviluppo necessario a creare lavoro e dunque occasioni per i giovani di poter restare nella terra dove sono nati, combattendo così lo spopolamento. Ci sono ancora progetti da chiudere nelle prossime settimane, continueremo a lavorare con l’impegno di sempre per garantire ai territori il miglior risultato possibile.»

Con 252 milioni già stanziati, coinvolgono 22 Unioni, 182 Comuni, 650mila Sardi. Di seguito, l’elenco dei progetti, una breve sintesi dei contenuti e i relativi finanziamenti. “La Città di paesi della Gallura” (16 Comuni, 70mila abitanti, 32,5 milioni di nuova finanza): la strategia generale del progetto mira a migliorare l’attrattività e la competitività del territorio creando un sistema integrato territoriale che permetta lo sviluppo turistico sostenibile, mettendo in sinergia la costa con l’interno, tutelando e valorizzando alcuni prodotti agroalimentari di pregio e favorendone la diffusione. “Anglona e Coros, Terre di tradizioni” (23 Comuni, 54200 abitanti, 26 milioni): punta su una strategia di sviluppo locale fortemente ancorata ai fattori identitari che caratterizzano il territorio favorendo l’attrattività del sistema economico e sociale. Il patrimonio culturale e architettonico, la presenza di elementi paesaggistici di pregio e il forte radicamento delle produzioni di qualità rappresentano le principali leve competitive su cui il territorio intende investire, attraverso la valorizzazione turistica integrata dell’offerta naturalistica, culturale ed enogastronomica e la rivitalizzazione e diversificazione del tessuto produttivo locale. Particolare attenzione a giovani, anziani e famiglie con centri di aggregazione. “Monte Acuto-Riviera di Gallura, Territori di eccellenza della Sardegna” (10 Comuni, 32400 abitanti, 15,5 milioni più 2 per le zone umide): mira a migliorare l’attrattività e la competitività del territorio attraverso lo sviluppo di un sistema turistico integrato basato sulla valorizzazione delle risorse culturali e ambientali mettendo in connessione la costa e l’interno e favorendo la promozione integrata del territorio, la rivitalizzazione del tessuto economico e imprenditoriale locale ed il potenziamento dei servizi nell’ottica di migliorare la qualità della vita ed il benessere delle persone. “Ogliastra, percorsi di lunga vita” (22 Comuni, 56.000 abitanti, 22 milioni): la strategia generale del progetto Ogliastra mira a migliorare l’attrattività e la competitività del territorio, valorizzando appieno le risorse naturali e paesaggistiche di pregio, favorendo un’alta qualità della vita delle persone e dei servizi,  tutelando le tradizioni alimentari e favorendo la diffusione di prodotti tipici genuini e di qualità. “Parteolla e Basso Campidano, Club di prodotto” (6 Comuni, 17.500 abitanti, 4 milioni): il progetto prevede come azione propedeutica la creazione di un Club di Prodotto territoriale e l’avvio di iniziative promo-commerciali, puntando sulla qualificazione e promozione unitaria delle eccellenze locali, per strutturare un’offerta turistica con valenze enogastronomiche ed esperienziali, quale leva competitiva per orientare l’intero sistema economico verso uno sviluppo sostenibile e il posizionamento dell’offerta nei mercati locali ed internazionali. “Percorsi di sostenibilità nella terra dei Fenici” (5 Comuni, 11.400 abitanti, 6 milioni): la potenzialità del tema del paesaggio fenicio e del percorso del Romanico; la grande rilevanza del tema dell’acqua come elemento caratterizzante una vastissima parte del territorio, quindi le zone umide e le aree fluviali; la qualità della vita della popolazione con interventi sulle strutture sociali per giovani e anziani sono i cardini su cui è strutturato il progetto. 

“Vivi BarGui!  Comunità, esperienze e percorsi intorno al Lago Omodeo” (18 Comuni, 22.200 abitanti, 11 milioni): il Progetto delle Unioni del Guilcier e del Barigadu, con l’intento di supportare le comunità locali senza snaturarne la cultura e le tradizioni, riuscendo a rendere più dinamica l’economia e più attrattivo e accogliente il territorio, si è concentrato su alcuni importanti aspetti quali: la valorizzazione turistica degli attrattori basata sui principi del turismo sostenibile, anche sotto il profilo culturale e sociale; lo sviluppo di una rete di infrastrutture per la fruizione a supporto di servizi turistici di punta; la cura delle comunità come anima del territorio tramite il potenziamento dei servizi. 

“Marghine al centro – Turismo, Sport, Cultura e Natura” (10 Comuni, 22.300 abitanti, 11,3 milioni): mira al rafforzamento dell’identità locale attraverso l’avvio di un percorso fondato sulla costruzione di un’offerta turistica territoriale che integri la valorizzazione e la tutela ambientale con la qualità della vita. “Turismo e Vita in Marmilla” (18 Comuni, 25.300 abitanti, 13 milioni): la strategia generale tende al miglioramento dell’attrattività del territorio sostenendo una valorizzazione integrata delle risorse culturali e naturali di valenza internazionale e favorendo l’offerta di servizi qualificati e più efficienti a residenti e turisti. C.A.S.A. Parte Montis – Cultura, Artigianato, Storia, Agroalimentare (6 Comuni, 7.000 abitanti, 3,4 milioni): il progetto punta alla valorizzazione degli attrattori culturali e ambientali, la loro messa in rete e il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale e, nel contempo, al miglioramento della qualità della vita e all’implementazione nel territorio di servizi essenziali per la popolazione. “Parco Regionale di Tepilora. Tepilora patrimonio accessibile a tutti” (9 Comuni, 26.500 abitanti, 11,7 milioni): l’Unione di Comuni del Montalbo intende attuare un processo di valorizzazione incentrato sul turismo sostenibile, tutelando e riqualificando in maniera innovativa il patrimonio ambientale, culturale, architettonico e umano. Turismo sostenibile, dunque, inteso come strategia di sviluppo economico e sociale. “Su Suercone Ambiente Identitario” (8 Comuni, 34mila abitanti, 4,9 milioni). La Comunità Montana intende rafforzare il processo di valorizzazione delle risorse locali consolidando il percorso di tutela, salvaguardia e riqualificazione del patrimonio ambientale. Il SIC Su Suercone rappresenta l’infrastruttura naturale che, collegando costa e interno, forma l’elemento di connessione territoriale e tematica delle emergenze ambientali, storiche e culturali, e delle produzioni agroalimentari ed artigianali tipiche e di qualità. “PRO TE- Dal Villanova al Meilogu: Cultura, Natura, Identità” (18 Comuni, 19500 abitanti, 10 milioni): punta su una strategia di sviluppo locale finalizzata a creare un’offerta territoriale unitaria, incentrata sulla valorizzazione dei beni ambientali e culturali (l’identità propria del territorio) e sulla creazione di servizi, anche e soprattutto come antidoto allo spopolamento. “Rete Metropolitana del Nord Sardegna, un Territorio di Città” (8 Comuni, 227mila abitanti, 75 milioni): prevede una strategia di sviluppo locale che punta a ridisegnare il Nord-Ovest della Sardegna come un’unica grande città-territorio, organizzata secondo un sistema a rete che vede coinvolti i principali attori locali – istituzionali e del mondo economico-sociale – nella gestione delle politiche e dei servizi per il territorio. “Nora e Bithia: l’accoglienza tra storia, mare e natura” (5 Comuni, 20mila abitanti, 5 milioni): il progetto concepisce il paesaggio dell’Unione di Comuni di Nora e Bithia come l’insieme unitario di elementi storico-archeologici e ambientali, ottimizzando le relazioni con gli altri ambiti territoriali limitrofi, nell’ottica di valorizzare le peculiarità e le eccellenze del territorio e, nel contempo, di potenziare l’accesso a ulteriori servizi e l’attrazione di flussi turistici, sia in termini di mobilità da/verso e all’interno della Città Metropolitana, sia sul fronte dell’offerta turistica culturale (si pensi al Cammino di Sant’Efisio) e ambientale (ad es. la connessione fisica e tematica con il Parco del Gutturu Mannu).

Sono avviati con altre 15 Unioni, 113 Comuni e 322.000 cittadini, e garantiscono oltre 135 milioni di euro. Di questi, 4 saranno chiusi a gennaio (Terralbese-Linas, Montiferru-Planargia, Sinis e Oristano, Sarcidano) e 1 a febbraio (Logudoro-Goceano).

Mettono in campo un totale di 84 milioni di euro, e coinvolgono 195.000 sardi in 67 Comuni. I nomi dei progetti verranno ufficializzati solo al momento della firma, prevista a gennaio per i primi 4 e a febbraio per il quinto. Ecco le Unioni di Comuni coinvolte e i relativi finanziamenti. Unione dei comuni Montiferru Sinis con Unione di Comuni della Planargia (20 Comuni, 29.000 abitanti, 13,5 milioni di cui 2,5 destinati ai bandi per le imprese). Unione di comuni Costa del Sinis – Terra dei giganti e Comune di Oristano, (6 Comuni, 48.600 abitanti, 21,5 milioni di cui 5 per bandi imprese e 3 per le zone umide). Unione dei comuni del Terralbese con Unione del Linas (9 Comuni, 63.800 abitanti, 27 milioni di cui 5 per i bandi imprese e 2 per le zone umide). Comunità Montana Sarcidano- Barbagia di Seulo (16 Comuni, 21.800 abitanti, 9 milioni). Unione di comuni del Logudoro con Comunità Montana del Goceano (16 Comuni, 31.800 abitanti, 13 milioni). 

Infine, altri 6 progetti saranno chiusi nella prossima legislatura ma sono tutti coperti da finanziamenti certi, ovvero 52 milioni per 46 Comuni e 128mila e 600 abitanti. Unione di Comuni del Basso Campidano (6 Comuni, 28.300 abitanti, 11,5 milioni). Terre del Campidano (6 Comuni, 35.000 abitanti, 14,2 milioni). Trexenta (9 Comuni, 16.000 abitanti, 6,5 milioni). Unione di Comuni Gerrei e Unione di Comuni Sarrabus (14 Comuni, 30.000 abitanti, 11,8 milioni). Unione Valle del Tirso (7 Comuni, 6.500 abitanti, 2,6 milioni). Unione di Comuni Nuraghi di Monte Idda e Fanaris (4 Comuni, 12.800 abitanti, 5,2 milioni).

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«L’enfasi dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci sulla spendita dei fondi europei è del tutto fuori luogo: se i finanziamenti non arrivano ai destinatari in tempi ragionevoli i bandi della Regione sono solo un terribile boomerang, che affossa le aziende anziché aiutarle. I dati formali e contabili sono una cosa, ma la realtà economica è ben diversa.»

Questo l’attacco a Raffaele Paci di Pietrino Fois, coordinatore regionale Riformatori sardi e del consigliere regionale Michele Cossa.

«Il rispetto dei parametri è fondamentale; esso è anche il frutto di un lavoro iniziato prima che arrivasse Raffaele Paci. Dove la Giunta Pigliaru ha clamorosamente fallito è nell’efficientamento delle procedure, che sono ancora più lente del passato. Le imprese, specie quelle piccole e piccolissime, non vengono aiutate nella partecipazione ai bandi e nelle fasi successive; la riforma della Regione, tanto annunciata e sbandierata, si è argentata chissà dove. Il risultato è che la Regione era e resta nemica delle imprese, un Moloch che sembra esistere per disturbare e non per aiutare il mondo economico – aggiungono i due esponenti dei Riformatori sardi -. Avevamo già denunciato che l’inaccettabile stallo dei bandi agevolati del Por Fesr 2014-2020, che Paci ha derubricato a semplici ritardi. La verità è che ancora oggi chi vince un bando si legando una pietra al collo, giacché non può contare sulla garanzia di tempi certi. Questa è la situazione di gran parte dei bandi regionali: il risultato – concludono Pietrino Fois e Michele Cossa – è che non soltanto risorse decisive per la ripresa economica della nostra Isola non vengono effettivamente immesse nel sistema, ma si alimenta l’illusione di poter contare su finanziamenti che arrivano, purtroppo letteralmente, “a babbo morto”.»

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La Sardegna centra l’obiettivo di spesa obbligatoria (N+3) dei fondi europei Por Fesr per il 2018, riuscendo addirittura a certificare 13 milioni in più di quanto era richiesto. Tutte le risorse assegnate all’Isola sono dunque al sicuro: le ferree regole europee prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l’obiettivo N+3 perda automaticamente i fondi non spesi. Dal 2015 dunque, anno di approvazione del Por Fesr (fondo europeo per lo sviluppo regionale), la Regione ha certificato complessivamente 161 milioni e 500mila euro a fronte dei 147 milioni e mezzo richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa sull’andamento della spesa.

«È un risultato di cui siamo molto soddisfatti, che ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti  di qualità – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci –. La novità, introdotta in questo ciclo, dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola. Ringrazio per questo risultato l’Autorità di gestione Graziella Pisu e tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli assessorati, negli enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento.»

Il Fesr, con 930 milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. A luglio scorso in occasione del Comitato di Sorveglianza alla presenza del Rapporteur della Commissione europea per la Sardegna, Silvia Rescia, e dei rappresentanti della Agenzia per la Coesione territoriale, del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri, era già emerso notevole apprezzamento per l’andamento della spesa e la qualità dei progetti.

21,7 milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l’agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. Infine, 7 milioni e 700mila euro sono stati spesi per la promozione del l’inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. Totale, 161 milioni e mezzo, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. Per superare l’esame europeo, in questa fase viene considerato soltanto il totale della spesa, senza il dettaglio dei singoli assi, che saranno invece monitorati e analizzati uno per uno in occasione del “Performance framework”, previsto a maggio 2019, per poter avere diritto a una quota di premialità. 

«Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell’innovazione e dell’alta tecnologia – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un’occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo – conclude Raffaele Paci – : la Sardegna, in questi 5 anni, ha dimostrato di esserne capace.»