20 December, 2025
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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha ufficializzato i nomi dei quattro nuovi assessori che martedì 7 marzo entreranno a far parte della nuova Giunta, in sostituzione dei due assessori dimissionari, Elisabetta Falchi all’Agricoltura e Gianmario Demuro agli Affari Generali, e degli altri due “sacrificati” per assecondare le volontà delle forze che sostengono la coalizione (Claudia Firino alla Pubblica istruzione e Francesco Morandi al Turismo).

I nomi nuovi sono quelli di Giuseppe Dessena (ex SEL), destinato ad occupare la poltrona di Claudia Firino (ex SEL) alla Pubblica istruzione; Barbara Argiolas (Partito Democratico, vicina all’europarlamentare Renato Soru), pronta a rilevare la poltrona di Francesco Morandi (Centro Democratico) al Turismo. Filippo Spanu, indicato dal presidente Pigliaru, guiderà l’assessorato degli Affari generali; Pier Luigi Caria, del Partito Democratico, vicino a Matteo Renzi, infine, rileverà la poltrona dell’assessorato dell’Agricoltura.

Claudia Firino ha perso il posto per esplicita richiesta di tre dei quattro consiglieri del gruppo che la sosteneva; Francesco Morandi, uno degli assessori migliori della prima Giunta Pigliaru, ha perso il posto per la mancanza di un adeguato sostegno del gruppo consiliare del Centro Democratico che ha perso consistenza nel corso della legislatura. Francesco Morandi, appena ha saputo dell’annuncio fatto dal presidente Pigliaru, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, perché non intenzionato a restare al timone dell’assessorato un solo minuto in più. Ha fatto altrettanto, poco dopo, Claudia Firino.

L’annuncio del presidente sui nomi dei quattro nuovi assessori ha provocato grossi malumori in seno alla coalizione di maggioranza e non sono esclusi colpi di scena da oggi a martedì, giorno previsto per l’insediamento della nuova Giunta. I più critici sono i consiglieri del Partito dei Sardi, seconda forza della coalizione, che per bocca dell’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e del segretario nazionale Franciscu Sedda, ha contestato pesantemente il metodo ed ha annunciato di non riconoscersi nella strada intrapresa dal governatore Pigliaru.

 

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Manca solo l’ufficialità per lo slittamento del congresso del Pd in Sardegna al 30 aprile. Inizialmente il congresso si sarebbe dovuto svolgere il 19 marzo ma la successiva convocazione del congresso nazionale per il 30 aprile, ha portato, com’era nell’aria, alla decisione di far coincidere i due appuntamenti congressuali.

A contendersi la segreteria saranno il senatore Giuseppe Luigi Cucca, indicato dall’ex minoranza congressuale; l’assessore dello Sport del comune di Cagliari, Yuri Marcialis, sostenuto dalla Traversata e da parte della sinistra interna; e il deputato iglesiente Francesco Sanna, indicato dalla componente che si riconosce in Renato Soru.

Non ha espresso un candidato e non ha ancora deciso la posizione da assumere, l’area popolare riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda, che rappresenta la componente più rappresentativa del partito. Il 4 marzo verranno presentate le liste, massimo tre per ogni sfidante.

Giuseppe Luigi Salvatore Cucca è nato a Bosa il 30 luglio 1957, risiede a Nuoro, fa l’avvocato, ex consigliere regionale, senatore in carica.

Yuri Marcialis è nato a Cagliari il 3 novembre 1973, vive a Cagliari, laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, dipendente dell’Amministrazione regionale, è assessore comunale dello Sport e Servizi al cittadino del comune di Cagliari.

Francesco Sanna è nato a Iglesias il 14 aprile 1965, laureato in Giurisprudenza, avvocato patrocinante nelle giurisdizioni superiori, ex consigliere regionale, è deputato in carica.

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I mesi seguiti alle dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, ex presidente della Giunta regionale, ed il successivo commissariamento con il presidente della Commissione nazionale di Garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016, non sono bastati al Partito Democratico sardo per arrivare all’individuazione di un candidato unico alla segreteria, condiviso da tutte le anime interne. Pur profondamente scosso dalle durissime sconfitte subite alle ultime elezioni amministrative, il partito resta diviso, come emerge chiaramente dalla presentazione ufficiale, avvenuta ieri a tarda sera, di tre candidati alla successione di Renato Soru.

A contendersi la segreteria saranno il senatore Giuseppe Luigi Cucca, indicato dall’ex minoranza congressuale; l’assessore dello Sport del comune di Cagliari, Yuri Marcialis, sostenuto dalla Traversata e da parte della sinistra interna; e il deputato iglesiente Francesco Sanna, indicato dalla componente che si riconosce in Renato Soru.

Non ha espresso un candidato e non ha ancora deciso la posizione da assumere, l’area popolare riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda, che rappresenta la componente più rappresentativa del partito. Il 4 marzo verranno presentate le liste, massimo tre per ogni sfidante.

Giuseppe Luigi Salvatore Cucca è nato a Bosa il 30 luglio 1957, risiede a Nuoro, fa l’avvocato, ex consigliere regionale, senatore in carica.

Yuri Marcialis è nato a Cagliari il 3 novembre 1973, vive a Cagliari, laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, dipendente dell’Amministrazione regionale, è assessore comunale dello Sport e Servizi al cittadino del comune di Cagliari.

Francesco Sanna è nato a Iglesias il 14 aprile 1965, laureato in Giurisprudenza, avvocato patrocinante nelle giurisdizioni superiori, ex consigliere regionale, è deputato in carica.

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renzi-pigliaru

L’esito del referendum ha segnato la fine del Governo Renzi ed ha portato aria di tempesta sulla Giunta Pigliaru. Se poco dopo la mezzanotte, appena si è capito che il successo dei sostenitori del NO al referendum costituzionale è divenuto definitivo, il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha preso atto del risultato e lo ha commentato annunciando la fine dell’esperienza del suo Governo con le sue dimissioni (vedi il filmato allegato, tratto dal sito del Governo), il risultato maturato in Sardegna, dove le proporzioni della sconfitta sono state più schiaccianti (616.791 NO, il 72,22%, contro i 237.280 di SI’, il 27,78%), ha portato aria di tempesta sulla Giunta Pigliaru e sul Partito Democratico, il partito più rappresentativo, sia numericamente sia politicamente, della maggioranza di centrosinistra che la sostiene.

Il 72,22% di NO dei sardi è un segnale forte, fortissimo, trasmesso alla Giunta Pigliaru, anche se va sottolineato che la maggioranza di centrosinistra non ha assunto una posizione unitaria sul referendum costituzionale. In particolare, i due maggiori alleati del Partito Democratico, il Partito dei Sardi e Sinistra Ecologia e Libertà, si sono espressi apertamente e con grande forza e determinazione, contro le proposte del Governo Renzi ed hanno votato e invitato i sardi a votare NO.

Da mesi, praticamente da un anno, si parla di verifica nel centrosinistra e di rimpasto nella Giunta Pigliaru, ma fino ad oggi tutto è rimasto fermo. Il Partito Democratico già prima del referendum ha vissuto una fase di profonda crisi interna, esplosa fragorosamente con il mancato accordo sulla scelta del nuovo segretario, dopo le dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, con uno scontro che è arrivato, ad inizio ottobre, fino all’“onta” del commissariamento, con la nomina, su mandato del segretario nazionale Matteo Renzi, del presidente della Commissione nazionale di garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016 e per tutta l’attività politica ed istituzionale in vista del prossimo Congresso regionale fissato per la fine del prossimo mese di febbraio e della campagna referendaria appena conclusa.

Per il PD sardo, alle prese con una crisi d’identità profonda dopo le pesantissime batoste elettorali subite alle ultime amministrative che hanno avuto nella perdita, per la prima volta, della guida del comune di Carbonia da parte del centrosinistra, il segnale più forte, è stato quello di resa che mortifica l’autonomia da sempre rivendicata. Ed ora la pesantissima batosta subita con il referendum, impone una verifica immediata che, inevitabilmente porterà ad un rimpasto nella Giunta Pigliaru, anche perché gli equilibri politici in seno alla maggioranza rispetto all’inizio della legislatura sono profondamente cambiati ed un’inversione di rotta appare non più rinviabile.

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Sala consiliare San Giovanni Suergiu 1

L’Aula consiliare del comune di San Giovanni Suergiu ospiterà venerdì 11 novembre, a partire dalle ore 17.00, la presentazione del libro “L’ultima Spagna”, di Pietro Soddu, ex presidente della Regione Sardegna. Seguirà un dibattito sull’autonomia sarda e sul referendum costituzionale, con la partecipazione dei giornalisti Giacomo Mameli ed Anthony Muroni, dell’europarlamentare del Partito Democratico Renato Soru, ex presidente della Regione Sardegna ed ex segretario regionale dello stesso Partito Democratico, e del deputato Francesco Sanna, anch’egli del Partito Democratico, I lavori saranno moderati dal sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai.

L’iniziativa è organizzata dall’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu.

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Gian Pietro Dal Moro

Tanto tuonò che piovve. Constatata l’impossibilità di dirimere lo scontro tra le due componenti del Partito Democratico nell’Isola per l’elezione del nuovo segretario regionale dopo le dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, su esplicita richiesta dell’Assemblea regionale, il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini, su mandato del segretario nazionale Matteo Renzi, ha nominato il presidente della Commissione nazionale di Garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016 e per tutta l’attività politica ed istituzionale in vista del prossimo Congresso regionale fissato per la fine del prossimo mese di febbraio e della campagna referendaria.

Per il PD sardo, alle prese con una crisi d’identità profonda dopo le pesantissime batoste elettorali subite alle ultime amministrative che hanno avuto nella perdita, per la prima volta, della guida del comune di Carbonia da parte del centrosinistra, il segnale più forte, è quello di resa che mortifica l’autonomia da sempre rivendicata.

Simbolo PD

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci contesta i requisiti scelti dall’assessorato regionale della Sanità per la stabilizzazione dei precari del mondo della sanità sarda. «Dando una lettura ai requisiti per beneficiare della stabilizzazione – dice Ignazio Locci – si scopre che per accedere alle procedure concorsuali, occorre essere stati assunti, in sostanza, prima del 2008. Esattamente il periodo in cui la Regione è stata guidata da Renato Soru e Nerina Dirindin. Resta da chiedersi, a questo punto, che fine debbano fare tutti coloro che hanno lavorato nel comparto sanità in qualità di precari da quel periodo in poi. Se esistono, di sicuro sono considerati precari di serie B.»

«La delibera varata dalla Giunta, inoltre, prevede la stabilizzazione di Lsu (Lavoratori socialmente utili) nelle Asl della Sardegna, ammesso esistano posti in organico. Ci auguriamo vivamente che i destinatari del provvedimento vengano scelti tra gli unici aventi diritto: ovvero quanti fanno parte del bacino regionale degli Lsu istituito con delibera di Giunta nel 2014. Su questo non faremo alcuno sconto – conclude Ignazio Locci -: vigileremo affinché almeno a questa categoria di lavoratori vengano riconosciute pari opportunità.»

Assessorato regionale della Sanità 6 copia

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L'europarlamentare Paolo De Castro.

L’europarlamentare Paolo De Castro.

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

Martedì 19 aprile, Paolo De Castro, parlamentare europeo, già ministro dell’Agricoltura nei governi del centrosinistra, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale a Bruxelles, sarà in Sardegna.

«Paolo De  Castro ha accettato l’invito che insieme al Partito Democratico della Sardegna e ad alcune associazioni agricole gli abbiamo fatto per discutere della politica agricola comunitaria, con particolare attenzione al caso Sardegna – ha detto Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico -. Alle ore 11.00, dopo aver visitato il mercato ortofrutticolo di Sestu, parteciperò con lui all’incontro organizzato dal Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano per parlare del settore agroalimentare nell’Unione Europea: ortofrutta e lattiero caseario, la crisi del settore del latte, le strategie per il settore ovino, il trattato TTIP, sempre negli spazi del Mercato ortofrutticolo. Nel primo pomeriggio visiteremo le strutture della cooperativa S’Atra Sardigna.»

Alle ore 18.00 a Sinnai, presso la Fondazione Polisolidale (locali ex Comunità Montana) in via della Libertà è in programma il dibattito dal titolo “La sfida europea dell’agricoltura”. Al centro della discussione il quadro di regole e le opportunità offerte dalla Politica Agricola Comunitaria nello scenario della competizione extra-continentale.

Si parlerà anche del quadro normativo nazionale e regionale. Francesco Sanna interverrà sui provvedimenti parlamentari adottati e in fase di studio riguardanti il settore agricolo, la valorizzazione dell’agroalimentare, la nuova legge contro gli sprechi alimentari e il ruolo del volontariato sociale.

Un approfondimento specifico sarà dedicato al Piano di sviluppo rurale ed alle imminenti opportunità per gli operatori del settore agropastorale. All’incontro-dibattito parteciperanno, insieme a Paolo De Castro, l’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi, i consiglieri regionali Luigi Lotto e Cesare Moriconi e concluderà i lavori l’europarlamentare e segretario del Partito Democratico della Sardegna Renato Soru.

Sarà l’occasione per un confronto con le associazioni di categoria, che interverranno con Martino Scanu (Cia), Luca Maria Sanna (Confagricoltura), Ignazio Cirronis (Copagri), Battista Cualbu (Coldiretti) e, infine, Claudio Atzori (Legacoop).

L’incontro sarà moderato da Andrea Murgia, componente della segreteria regionale Pd e sarà preceduto dai saluti del segretario provinciale, Francesco Lilliu, e dal sindaco di Sinnai, Barbara Pusceddu.

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Pietro Cocco 6 copia

Emergono posizioni contrastanti, in seno al centrosinistra e allo stesso Partito Democratico, in Sardegna, sul referendum in programma domenica prossima. Il Consiglio regionale, presieduto da Gianfranco Ganau, esponente del Partito Democratico, è tra i promotori del referendum e lo stesso Ganau ha partecipato agli incontri del comitato promotore per il sì; il segretario regionale del Partito Democratico, Renato Soru, si è schierato contro il referendum, definendolo inutile, ed altrettanto ha fatto ieri il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

Oggi, sulla questione, interviene il capogruppo del partito, Pietro Cocco.

«La posizione di Pigliaru sul referendum del 17 aprile è molto chiara e netta. Fra chi sostiene il contrario ci sono coloro che lo fanno in modo strumentale e in assoluta malafede – ha detto Pietro Cocco -. Il presidente, infatti, ha spiegato i contenuti di quel referendum e il fatto che non si sta chiedendo l’autorizzazione all’impianto di nuove trivelle, prendendo così le distanze da comode posizioni demagogiche molto spesso non motivate né circostanziate che in questo momento abbondano. Non aver dato indicazioni di voto è dovuto al fatto che Pigliaru ha voluto informare ma non condizionare gli elettori, sottolineando la necessità di quella transizione energetica necessaria a bloccare il cambiamento climatico e dando a ognuno gli elementi per valutare liberamente e con piena cognizione di causa quale scelta fare. Una posizione estremamente ragionevole e rispettosa delle sensibilità di ciascun cittadino.»

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Con i malumori crescenti intorno alla posizione del segretario regionale Renato Soru, messo in minoranza dalle componenti interne che lo avevano portato alla guida del partito, sale il dibattito nel Partito Democratico sulla gestione del partito nell’Isola.

«Quella che nella sua nota Silvio Lai chiama “la verità”, è in realtà un invito (Soru lasci la segreteria del PD sardo) basato su un racconto di fatti e avvenimenti che però non torna a molti che li hanno vissuti – scrive in una nota il deputato Francesco Sanna -. Non penso sia condivisibile la lettura del 2003, quando il PD non esisteva, e il centrosinistra trovò in Soru la soluzione per vincere le elezioni e indicare una idea di Sardegna che i sardi sostennero e fecero propria, un’idea che ebbe enorme attenzione positiva dentro e fuori il Paese. E tantomeno che serva ora riaprire la discussione sulle responsabilità, interne alla maggioranza di centrosinistra, della fine della legislatura in cui Soru fu presidente della Regione. E’ più utile, piuttosto, comprenderci circa il diritto-dovere del PD sardo di oggi, che contribuisce con forza maggioritaria al governo dell’isola, di elaborare idee e programmi, senza che quest’opera venga fraintesa con il bacchettare questo o quell’assessore, perché invece serve a rendere più persuasiva, condivisa e comunicata sia la forza, sia il senso dei fatti prodotti dall’esecutivo. E’ più utile capire insieme come sia utile valorizzare la discussione pubblica dei temi, nelle sedi legittimate dalla democrazia interna: siamo l’unico partito che lo fa, in Sardegna ed in Italia, proviamo ad esserne orgogliosi!»

«E’ più utile riconoscere che proprio le primarie dell’ottobre 2014 decretarono anche un profondo rinnovamento nella struttura intima del PD sardo, dai circoli alle segreterie provinciali alla segreteria regionale – aggiunge Francesco Sanna -. E’ stato realizzato e sono certo continuerà in ogni occasione un forte rinnovamento, fatto sia di giovani, sia di competenze mai prima sperimentate. L’unica generazione bruciata è quella che attendeva nell’anticamera della cooptazione. Chi ci ha messo la faccia ha avuto spazio e ruolo ovunque. L’origine di questo processo è stato un congresso in cui si misurarono idee e persone diverse. Ma non è servito attendere un anno e qualche mese da quel congresso, percapire che molte di quelle idee sono tra loro non solo compatibili ma anche complementari, ed è utile che camminino insieme. E molte di quelle persone che allora si confrontarono su fronti diversi si possono, anzi si devono assumere l’onere di una responsabilità più condivisa tra tutti quelli che hanno a cuore le sorti del Partito Democratico sardo, anche in vista di prove molto importanti che lo attendono.»

«Mi sembra che questa sia la domanda e l’appello che il segretario regionale ha fatto al PD sardo, senza insultare o dileggiare nessuno, nemmeno quelli che hanno deciso che oggi non va più bene, ma quasi gramscianamente rivendicando il bisogno di un impegno, di uno studio e di una organizzazione, perché serve l’intelligenza e la disponibilità di tutti insieme e di ciascuno. Il passo in avanti non è il congresso estivo o semi autunnale (che implicherebbe disimpegno e disinteresse rispetto al referendum costituzionale) – conclude Francesco Sanna – ma di rinunciare alla comodità dei ruoli cristallizzati di maggioranza e minoranza per riprendere lo slancio e l’iniziativa dei democratici in questo tempo bello e difficile per la Sardegna.»

Francesco Sanna 1 copia