25 April, 2024
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Ventisei docenti dell’Università di Cagliari sono nella classifica del sito www.topitalianscientists.org. Tenendo presente che la lista è in continuo aggiornamento, si tratta indubbiamente di un bel risultato per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista: visibilità, credibilità e ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita su qualità della didattica e della ricerca, utile per la promozione e la reputazione di corsi di laurea e scuole di specializzazione.

Walter Fratta (dipartimento Scienze biomediche), Alberto Angioni (Scienze vita e ambiente), Ezio Carboni (Scienze biomediche) e Giorgio Giacinto (Ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del pool di pregio che comprende, per Scienze biomediche, Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica c’è Vito Lippolis, per Scienze cliniche ci sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Astrofisica è rappresentata da Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Per Neuroscienze e psicologia il ranking annovera Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per Scienze biomediche, compaiono i professori in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ’area’ nella tabella

Al 28 febbraio scorso, la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholar – comprendeva oltre quattromilacento scienziati italiani.

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Ventidue docenti dell’Università di Cagliari nella classifica del sito http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx. E potrebbero essercene anche altri: la classifica è in continuo aggiornamento. Di fatto, un bel colpo per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista. Intanto, un risultato proficuo se si pensa alla visibilità, alla credibilità e alle ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita in tema di qualità della didattica e della ricerca, utile anche per una promozione puntuale dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione.

Per le Scienze biomediche attualmente sono in graduatoria Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica compare Vito Lippolis mentre per Scienze cliniche i rappresentanti sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Per Astrofisica in lista compaiono Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Infine, per Neuroscienze e psicologia i big sono Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per l’area di Scienze biomediche, compaiono i docenti in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ‘area’ nella tabella.»

Al 28 febbraio scorso la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholarcomprendeva oltre 4.110 scienziati italiani.

Dalla cura della talassemia agli abusi e le speculazioni commerciali. La terapia chelante ha allungato la vita a migliaia di talassemici. Attualmente, mercati e operatori avidi, abili nel giocare con le preoccupazioni dei malati, la propongono in maniera indiscriminata. Con, a seguire, rischi importanti per la salute. Da qui, l’allarme degli specialisti dell’ateneo di Cagliari. Con in prima fila, Guido Crisponi. Il professore e il suo staff, firmano una denuncia che è stata pubblicata su una delle riviste internazionali di Chimica più autorevoli, Coordination chemistry rewiew.

Titolare della cattedra di Chimica, il professor Crisponi ha operato con la professoressa Valeria Nurchi e le ricercatrici Joanna Lachowicz e Miriam Crespo Alonso (dipartimento Scienze chimiche e geologiche). Nel team anche la professoressa Maria Antonietta Zoroddu e il ricercatore Massimiliano Peana (dipartimento Chimica e Farmacia, Università di Sassari).

La ricerca degli specialisti punta a scardinare abusi e strumentalizzazioni di una terapia che in Sardegna è nota per il successo nel trattamento della beta-talassemia. Impiegata nell’ospedale Microcitemico dai professori Antonio Cao e Renzo Galanello, per “ripulire” il sangue dei pazienti dall’eccesso di ferro accumulato durante le periodiche trasfusione, la terapia aiuta l’organismo ad eliminare il surplus di metallo, specie ferro, che produce radicali liberi, con effetti dannosi. Ma oggi viene proposta su internet come soluzione di tutti i mali. Dalle patologie cardiovascolari ad autismo e malattie degenerative. Ma anche come trattamento antiaging, antiossidanti e antiradicali liberi. «I rischi sono gravissimi, anche mortali», dice il professore Crisponi.

L’équipe di Guido Crisponi segue da più di 30 anni le terapie chelanti. «Nel lavoro “Kill or cure”, usi impropri della terapia chelante – spiega lo scienziato – abbiamo voluto mettere in evidenza come, malgrado il numero estremamente limitato di indicazioni approvate per l’uso di agenti chelanti, la pubblicità per numerosissime diverse applicazioni sia facilmente reperibile sul Web. I termini terapia chelante e chelazione sono sempre più usati da personaggi che fanno i loro interessi approfittando di persone con tragici problemi di salute». Da qui, l’allarme. «Sull’autismo sfruttano il dolore dei genitori dei bambini. E anche per la sclerosi multipla, nonostante gli studi sul rapporto fra accumulo di metalli e malattie degenerative siano in una fase molto iniziale. Questi trattamenti non hanno alcuna base scientifica, ma sono proposti al pubblico in maniera così allettante che diventano difficili da contrastare». Il docente evidenzia anche che l’agenzia americana Fda (Food&drugs administration), diffida i medici dall’uso improprio del web. «Abbiamo l’obbligo morale e la responsabilità di avvisare i colleghi della comunità scientifica, fornendo informazioni dettagliate e precise sui possibili effetti tossici della terapia chelante».

Lo studio. Nel lavoroKill or Cure: usi impropri della terapia chelante” viene descritto come questa falsa terapia chelante si sia sviluppata storicamente, quali siano le conseguenze di un uso incontrollato della terapia chelante, al di fuori delle finalità cliniche per cui è necessaria. «Molto spesso, la professione medica – spiega il professor Crisponi – è messa alla prova da malintenzionati che approfittano di pazienti con mali incurabili. I trattamenti, molto lunghi e molto costosi, vengono in genere somministrati ambulatorialmente, ma sono anche pubblicizzati per un uso personale in casa«. I trattamenti sono spacciati per la cura di malattie cardiovascolari; la cura e la prevenzione dei sintomi dell’autismo; prevenzione e cura delle malattie neurodegenerative, e della sclerosi multipla; trattamento “antiaging”; trattamenti antiossidanti e anti radicali liberi.